CORSO VOLONTARI PROTEZIONE CIVILE RELATORE STEFANO SIMEONE VICEPREFETTO
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- Giuseppe Luigi Ferri
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1 CORSO VOLONTARI PROTEZIONE CIVILE RELATORE STEFANO SIMEONE VICEPREFETTO
2 Complessa organizzazione che opera per la prevenzione e previsione di calamità, sulla base di conoscenze e studi di organismi scientifici, intervenendo con mezzi e personale qualificato anche a sostegno dell opera di soccorso e di ricostruzione PROTEZIONE CIVILE
3 STORIA E QUADRO NORMATIVO GESTIONE DEL SOCCORSO ED ACCENNI A PREVISIONE E PREVENZIONE SCHEMA
4 COMPLESSO ED INFLUENZATO DAGLI EVENTI DISATROSI NORME ESSENZIALI DI LIVELLO STATALE E REGIONALE STORIA E QUADRO NORMATIVO
5 VITTIME di cui SICILIA CALABRIA
6 PERIODO FASCISTA -MINISTERO DEI LAVORI PUBBLICI E POMPIERI PRIMO PERIODO REPUBBLICANO VAJONT (1963) ESONDAZIONE ARNO A FIRENZE (1966) TERREMOTO FRIULI (1976) STORIA E QUADRO NORMATIVO
7 TERREMOTO 23 NOVEMBRE 1980 MORTI 2914 FERITI 8848 SFOLLATI
8 - Ministero dell Interno LEGGE 996/1970 Norme di soccorso e di assistenza alle popolazioni (Reg. Esec. 06/02/1981 n. 66) - Direttore Generale della Protezione Civile - Commissario Straordinario - Commissario di Governo presso la Regione - Ispettore Regionale Vigili del Fuoco - Prefetto - Sindaco STORIA E QUADRO NORMATIVO
9 ISTITUZIONE DEL DIPARTIMENTO DELLA PROTEZIONE CIVILE struttura di raccordo delle risorse nazionali - rilevanza della previsione e prevenzione - passaggio da una visione verticistica ad una orizzontale della pc STORIA E QUADRO NORMATIVO
10 Legge 225/92 (modificata dalla L. 100/2012) Servizio Nazionale Protezione Civile - Dipartimento della Protezione Civile - Componenti essenziali (Amministrazioni dello Stato, Regioni, Province e Comunità Montane) - Concorrenti (Enti pubblici Istituti di Ricerca Scientifica, nonché Cittadini e Gruppi Associati di SolidarietàCivile, Ordini e Collegi Professionali) STORIA E QUADRO NORMATIVO
11 STORIA E QUADRO NORMATIVO Dlg.svo 112/98 Riforma Bassanini Principio di Sussidiarietà Conferimento di Funzioni e Compiti Amministrativi dello Stato alle Regioni e agli Enti Locali (artt )
12 MODIFICA ART. 117 COSTITUZIONE (Legge Costituzionale n.3 del 2001) Legislazione Esclusiva (Stato) Legislazione Concorrente (Regioni) Protezione Civile QUADRO NORMATIVO
13 NORME ESSENZIALI DI LIVELLO REGIONALE Legge regionale N. 1/2000 Legge Regionale 22 maggio 2004 Testo Unico delle disposizioni regionali in materia di protezione civile QUADRO NORMATIVO
14 Acquisizione della conoscenza causale ed effettuale dei fenomeni calamitosi ORGANISMI TECNICI E SCIENTIFICI (Università, ordini professionali, professionisti privati ed enti pubblici) ENTI LOCALI: COMUNI, PROVINCE E REGIONI PREVISIONE
15 COMUNE PROVINCIA REGIONE ATTIVITA acquisizione e elaborazione di dati sui fenomeni calamitosi; mappatura del territorio in relazione ai rischi; definizione degli scenari incidentali; pianificazione PREVISIONE: ORGANI ATTIVITA
16 Adozione delle misure idonee a impedire il verificarsi e ridurre l incidenza di danni cose e persone INTERVENTI DI TIPO STRUTTURALE interventi di contenimento della vulnerabilitàdi particolari edifici (scuole, ospedali, etc.) interventi sul territorio per ridurre la vulnerabilità (regimazione dei corsi d acqua) PREVENZIONE
17 INTERVENTI DI TIPO STRUTTURALE interventi di contenimento nel rischio negli insediamenti industriali interventi su altre opere di rilevante di interesse pubblico i vincoli urbanistici di destinazione delle aree PREVENZIONE
18 INTERVENTI DI TIPO NON STRUTTURALE l educazione e l informazione preventiva alla popolazione l informazione in ordine all uso di edifici esistenti PREVENZIONE
19 L. 225/92 (e.s.m) RIPARTIZIONE DI COMPETENZE IN BASE AL TIPO DI EVENTO A)INTERVENTO ORDINARIO B) INTERVENTO COORDINATO C)INTERVENTO STRAORDINARIO SOCCORSO:
20 EVENTI DI TIPO A) EVENTI NATURALI O CONNESSI CON L ATTIVITÀ DELL UOMO CHE POSSONO ESSERE FRONTEGGIATI MEDIANTE INTERVENTI ATTUABILI DA SINGOLI ENTI E AMMINISTRAZIONI COMPETENTI IN VIA ORDINARIA
21 ATTIVITA PIANIFICAZIONE COMUNALE (OBBLIGO) CREAZIONE GRUPPO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE -SQUADRE ANTINCENDIO UNITA DI CRISI LOCALE (U.C.L) CENTRO OPERATIVO COMUNALE (C.O.C) INFORMAZIONE ALLA POPOLAZIONE EVENTI DI TIPO A) SINDACO
22 Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco 118 Soccorso Sanitario Polizia Stradale Organi Tecnici Provinciali e Regionali Forze dell Ordine EVENTI DI TIPO A) ALTRI ORGANI OPERATIVI ORDINARI
23 Eventi naturali o connessi con l attività dell uomo che per loro natura ed estensione comportano l intervento coordinato di più enti o amministrazioni competenti in via ordinaria EVENTI DI TIPO B)
24 EVENTI DI TIPO B) PREFETTO COORDINANDOSI CON PRESIDENTE GIUNTA REGIONALE - DIREZIONE UNITARIA SERVIZI D EMERGENZA - CENTRO COORDINAMENTO SOCCORSI (C.C.S) - SALA OPERATIVA - ISTITUZIONE DI CENTRI OPERATIVI MISTI (C.O.M)
25 EVENTI DI TIPO B) PREFETTO CENTRO COORDINAMENTO SOCCORSI C.C.S (O UNITA DI CRISI) COSTITUITO DAL PREFETTO È COMPOSTO DA: -TRE MASSIMI COMPONENTI DELLE F.O. -COMANDANTE PROVINCIALE VV.FF. --RESPONSABILE 118 SS.UEM. -COMANDANTE POLIZIA STRADALE -UFFICIO REGIONALE -GAS,ELETTRICITA -VOLONTARIATO, -RESPONSABILI DIGHE - RESPONSABILE VIABILITA PROVINCIA, ETC
26 EVENTI DI TIPO B) PREFETTO SALA OPERATIVA ORGANIZZATA PER FUNZIONI DI SUPPORTO (METODO AUGUSTUS) 1) TECNICO - SCIENTIFICA - PIANIFICAZIONE 2) SANITÀ, ASSISTENZA SOCIALE E VETERINARIA 3) MASS MEDIA E INFORMAZIONE 4) VOLONTARIATO 5) MATERIALI E MEZZI 6) TRASPORTI E CIRCOLAZIONE - VIABILITÀ
27 EVENTI DI TIPO B) PREFETTO 7) TELECOMUNICAZIONI 8) SERVIZI ESSENZIALI 9) CENSIMENTO DANNI A PERSONE E COSE 10) STRUTTURE OPERATIVE 11) ENTI LOCALI 12) MATERIALI PERICOLOSI 13) LOGISTICA EVACUATI- ZONE OSPITANTI
28 strutture decentrate istituite al fine di coordinare e gestire le operazioni d emergenza sul luogo del disastro in costante raccordo tra la Sala Operativa ed il C.C.S. C.C.S (eventuale C.O.M) (U.C.L.) CENTRI OPERATIVI MISTI (C.O.M)
29 ATTIVITA PROVINCIA PIANO PROVINCIALE D EMERGENZA ATTIVAZIONE DEI SERVIZI URGENTI, ANCHE DI NATURA TECNICA, DA ATTIVARE NEL CASO DI EVENTI CALAMITOSI (es. VIABILITA PROVINCIALE) GESTIONE VOLONTARIATO SOCCORSO: ORGANI ATTIVITA
30 POTERI DELLE REGIONI PER EVENTI DI TIPO B) - ATTUAZIONE INTERVENTI DI CRISI DETERMINATA DAL VERIFICARSI EVENTI DI TIPO B) AVVALENDOSI ANCHE DEL CORPO NAZIONALE DEI VIGILI DEL FUOCO - DICHIARAZIONE DELL ESISTENZA DI ECCEZIONALI CALAMITÀ O AVVERSITA ATMOSFERICA;
31 Spegnimento degli incendi boschivi Decretazione dello stato di crisi con attribuzione al dirigente della struttura di p.c. la direzione del personale degli altri servizi e strutture regionali Organizzazione e utilizzo del volontariato POTERI DELLE REGIONI PER EVENTI DI TIPO B)
32 EVENTI DI TIPO C) CALAMITÀ NATURALI, CATASTROFI O ALTRI EVENTI CHE, PER INTENSITÀ ED ESTENSIONE DEBBONO ESSERE FRONTEGGIATI CON MEZZI O POTERI STRAORDINARI DA IMPIEGARE DURANTE LIMITATI E PREDEFINITI PERIODI DI TEMPO STATO
33 DIPARTIMENTO DELLA PROTEZIONE CIVILE - PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI DELIBERAZIONE E REVOCA DELLO STATO DI EMERGENZA (180 gg+ eventuali 180gg) ORDINANZE AL FINE DELL ATTUAZIONE DI INTERVENTI DI EMERGENZA PER IL RITORNO ALLA NORMALITA IN AREE COLPITE IN CUI VI E DICHIARAZIONE DELLO STATO DI EMERGENZA SOCCORSO TECNICO URGENTE, PREVENZIONE E SPEGNIMENTO DEGLI INCENDI E LO SPEGNIMENTO CON MEZZI AEREI DEGLI INCENDI BOSCHIVI ESCLUSIVA COMPETENZA DEL PREFETTO EVENTI DI TIPO C) STATO
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