Distretto idrografico dell Appennino Centrale
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- Ottaviano Graziano
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1 Autorità di bacino del fiume Tevere Incontro distrettuale di partecipazione pubblica presentazione delle misure consultive nel Distretto idrografico dell Appennino Centrale Ing. Giorgio Cesari Roma, 20 marzo 2013 Sala Gialla Consiglio Nazionale dell'economia e del Lavoro Via David Lubin, 2 Segretario Generale dell Autorità di bacino del Fiume Tevere Ing. Carlo Ferranti Dirigente dell Ufficio Piani e Programmi dell Autorità di bacino del Fiume Tevere
2 IL BACINO DEL TEVERE NEL SISTEMA DELLE AUTORITA DI BACINO DI RILIEVO NAZIONALE
3 DAL BACINO DEL TEVERE AL AUTORITÀ DI BACINO DEL FIUME TEVERE DISTRETTO DELL APPENNINO CENTRALE
4 REGIONI INTERESSATE Abruzzo, Emilia Romagna, Lazio, Marche, Molise, Toscana, Umbria Superficie del distretto (Km²) Abitanti Bacini idrografici: 1 Tevere - bacino nazionale 2 Tronto bacino interregionale 3 Sangro bacino interregionale 4 - Bacini dell Abruzzo bacini regionali DISTRETTO DELL APPENNINO 5 Bacini del Lazio CENTRALE bacini regionali 6 Potenza, Chienti, Tenna, ecc., Aso, Menocchia, Tesino e bacini minori delle Marche bacini regionali
5 OGGETTO DELL INCONTRO PARTECIPATIVO PROGRAMMA DELLE ATTIVITA DI PARTECIPAZIONE DEL PIANO DI GESTIONE DEL RISCHIO DI ALLUVIONI Piano di gestione del rischio di alluvioni
6 LA PARTECIPAZIONE Partecipare perché: E molto più di una campagna di informazione Non si conclude in se stessa ma ha l obiettivo di migliorare la qualità e l applicabilità dei risultati Può influenzare i processi di valutazione e di gestione Può influenzare e modificare il reale processo decisionale coinvolgendo attivamente gli interlocutori istituzionali ed il pubblico
7 I tre livelli del processo partecipativo 1 INFORMAZIONE Si offrono strumenti informativi e si risponde alle domande del pubblico, si raccolgono primi spunti ed osservazioni 2 CONSULTAZIONE Si offrono alcune alternative, si raccolgono osservazioni per prenderle realmente in considerazione, si lascia uno spazio alla negoziazione 3 PARTECIPAZIONE ATTIVA Significa progettare e agire insieme, a partire dalla condivisione di una visione e DISTRETTO degli obiettivi DELL APPENNINO di un progetto/piano CENTRALE
8 I tempi della partecipazione: Secondo il D. Lgs. 152/2006 art. 66 (Adozione ed approvazione dei piani di bacino) comma 7. Le Autorità di bacino promuovono la partecipazione attiva di tutte le parti interessate all'elaborazione, al riesame e all'aggiornamento dei piani di bacino, provvedendo affinché, per ciascun distretto idrografico, siano pubblicati e resi disponibili per eventuali osservazioni del pubblico, inclusi gli utenti, concedendo un periodo minimo di sei mesi per la presentazione di osservazioni scritte, i seguenti documenti:
9 il calendario e il programma di lavoro per la presentazione del piano, inclusa una dichiarazione delle misure consultive che devono essere prese almeno tre anni prima dell'inizio del periodo cui il piano si riferisce I tempi della partecipazione: D. Lgs. 152/2006 art. 66 (Adozione ed approvazione dei piani di bacino) una valutazione globale provvisoria dei principali problemi di gestione delle acque, identificati nel bacino idrografico almeno due anni prima dell'inizio del periodo cui il piano si riferisce copie del progetto DISTRETTO del piano DELL APPENNINO di bacino CENTRALE almeno un anno prima riferisce anno prima dell'inizio del periodo cui il piano si
10 PROGRAMMA DELLE ATTIVITA DI PARTECIPAZIONE DEL PIANO DI GESTIONE DEL RISCHIO DI ALLUVIONI Piano di gestione del rischio di alluvioni ( D.Lgs 23 febbraio 2010, n. 49 ) D.Lgs. 49/2010 Piano di gestione del rischio di alluvioni del Distretto idrografico dell Appennino Centrale
11 LA DIRETTIVA 2007/60/CE E LA PIANIFICAZIONE DEL RISCHIO IDROGEOLOGICO recepita dal D.Lgs. 49/2010 Valutazione preliminare del rischio dicembre 2011 Mappe di pericolosità: giugno 2013 perimetrano le aree geografiche interessate da possibili alluvioni a)devono essere considerate le seguenti probabilità Comma 2 a. Alluvioni rare di estrema intensità, tempo di ritorno fino a 500 anni dall evento (bassa probabilità) b. Alluvioni poco frequenti, tempo di ritorno fra 100 e 200 anni (media probabilità) c. Alluvioni frequenti, tempo di ritorno tra 20 e 50 anni (elevata probabilità) Comma 3 per ogni scenario di cui al comma 2 vanno indicati almeno i seguenti elementi: a. Estensione dell inondazione b. Altezza idrica o livello c. Caratteristiche del deflusso (velocità e portata) La redazione del PAI ha permesso di by-passare la fase di valutazione preliminare del rischio, utilizzando il regime delle norme transitorie ex art.11 della Direttiva) Mappe di rischio: giugno 2013 indicano le potenziali conseguenze negative derivanti dalle alluvioni definite nelle mappe di pericolosità a) Devono essere considerate le seguenti tipologie di beni esposti 1. Numero indicativo di abitanti potenzialmente interessati 2. Infrastrutture e strutture strategiche (autostrade, ferrovie, ospedali, etc) 3. Beni ambientali, storici e culturali di rilevante interesse presenti nell area potenzialmente interessata 4. Distribuzione e tipologia delle attività economiche insistenti nell area potenzialmente interessata 5. Impianti di cui all all. 1 al D.Lgs. 59/ Aree protette potenzialmente interesste individuate all.9 parte III del D. Lgs. 152/2006 PIANO DI GESTIONE DEL RISCHIO DI ALLUVIONE dicembre 2015 D.Lgs. 49/2010 Piano di gestione del rischio di alluvioni del Distretto idrografico dell Appennino Centrale
12 RETICOLO IDROGRAFICO DI RIFERIMENTO E COMPETENZE Le competenze nell ambito del Distretto: - L Autorità di bacino del Tevere: per il bacino idrografico del Fiume Tevere - Le Regioni : per i bacini idrografici interregionali e regionali - Ai fini della predisposizione degli strumenti di pianificazione previsti dal decreto n. 49/10 (Piano di gestione delle alluvioni), l Autorità di bacino del Tevere svolge la funzione di coordinamento nell'ambito del proprio distretto idrografico di appartenenza (Distretto Idrografico dell Appennino Centrale). Il reticolo di riferimento per la mappatura della pericolosità e del rischio è indagato secondo tre fasi successive: Reticolo da mappare in FASE 1 (GIUGNO 2013) Reticolo da mappare in FASE 2 (GIUGNO 2015) Reticolo da mappare in FASE 3 (SUCCESSIVA DISTRETTO DELL APPENNINO AL 2015) CENTRALE Corsi d acqua che appartengono al reticolo di riferimento dei PAI Altri tratti evidenziati come pericolosi Completamento del reticolo di riferimento Le Regioni del Distretto, ciascuna per il territorio di competenza, determinano il proprio Reticolo di riferimento. D.Lgs. 49/2010 Piano di gestione del rischio di alluvioni del Distretto idrografico dell Appennino Centrale
13 UNA ESPERIENZA CONCRETA DI PARTECIPAZIONE L Autorità di bacino del Tevere, insieme ad altri partner europei - con il finanziamento di ISPRA per la parte italiana ha sperimentato mediante il progetto IMRA nuove metodologie di comunicazione/partecipazione in grado di orientare ed influenzare le scelte finalizzate alla gestione del rischio di alluvione e per migliorare la consapevolezza del rischio. An integrative flood risk governance approach for the improvement of risk awareness and increased public participation D.Lgs. 49/2010 Piano di gestione del rischio di alluvioni del Distretto idrografico dell Appennino Centrale
14 RISULTATI RAGGIUNTI Influenzare e modificare il reale processo decisionale coinvolgendo attivamente gli interlocutori istituzionali ed il pubblico. Testare il concetto di governance Produrre esempi di buone pratiche che possono servire come riferimento per le altre Autorità che si occupano di piani di gestione del rischio di inondazione in Europa. Realizzare un manuale pratico che DISTRETTO DELL APPENNINO contiene i linee CENTRALE guida per i processi partecipativi IL MANUALE DELLA PARTECIPAZIONE D.Lgs. 49/2010 Piano di gestione del rischio di alluvioni del Distretto idrografico dell Appennino Centrale
15 OBIETTIVO DELLA PARTECIPAZIONE SOLLECITARE IL MASSIMO COINVOLGIMENTO DEGLI STAKEHOLDERS ISTITUZIONALI E DEL PUBBLICO PIU VASTO PER MIGLIORARE I CONTENUTI DEL PIANO E VERIFICARE LA SOSTENIBILITA DELLE AZIONI La prima fase del processo partecipativo è iniziata a giugno 2012, tre anni prima della conclusione DISTRETTO del DELL APPENNINO PGRA, con la pubblicazione CENTRALE dei documenti metodologici di Piano, come previsto dall artm1 del D. Lgs. 49/2010 e dall art. 66 del D.Lgs.152/2006 D.Lgs. 49/2010 Piano di gestione del rischio di alluvioni del Distretto idrografico dell Appennino Centrale
16 I TEMPI DELLA PARTECIPAZIONE PERIODO Giugno 2012 FASE 1 Maggio 2013 Giugno 2013 FASE 2 Dicembre 2013 DOCUMENTAZIONE Metodologia di lavoro/programma Mappe di pericolosità e di rischio /relazioni e sintesi non tecniche LIVELLO TERRITORIALE Riunioni su base regionale Riunioni su base regionale FASE 3a Gennaio 2014 Dicembre 2014 Documenti del Piano di Gestione del rischio alluvioni in bozza Riunioni su base regionale FASE 3b Gennaio 2015 Giugno 2015 Documenti del Piano di Gestione del rischio alluvioni Sedi istituzionali D.Lgs. 49/2010 Piano di gestione del rischio di alluvioni del Distretto idrografico dell Appennino Centrale
17 Grazie per l attenzione
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