La Piralide del Bosso
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- Dino Franceschini
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1 Regione Toscana La Piralide del Bosso Cydalima perspectalis,walker, 1959 ordine Lepidoptera, famiglia Crambidae DIREZIONE AGRICOLTURA E SVILUPPO RURALE Servizio Fitosantario Regionale
2 2 La Piralide del Bosso è un insetto che risulta particolarmente dannoso al bosso (Buxus sempervirens L.), specie ornamentale tipica del giardino all italiana, utilizzata per la realizzazione di siepi, bordure e sculture vegetali in parchi e giardini sia pubblici che privati, alcuni di importanza anche storica e architettonica. Diffusione L insetto è originario dell Asia ed è giunto per la prima volta in Europa in modo accidentale, tramite piante di Bosso infette, dapprima in Germania (2007) e in seguito in Svizzera e Francia (2008), Austria e Olanda (2009). Il primo rinvenimento in Italia risale al luglio 2011 in Lombardia e successivamente in diverse altre regioni della penisola. La mancanza di fattori di controllo naturali ha permesso un forte incremento della popolazione di questo piraloideo, la cui diffusione, oltre al volo attivo degli adulti, è agevolata dal commercio di piante provenienti da vivai infestati. Attualmente l areale di diffusione del parassita è ancora in espansione. L EPPO (European and Mediterranean Plant Protecion Organization) nel 2007, per la sua potenziale pericolosità, l ha inserito nella lista di allerta (Eppo alert list). Nel 2011 è stata cancellata, in quanto, decorsi più di tre anni dalla sua iscrizione, nessuna particolare azione di carattere internazionale era stata sollecitata da parte dei Paesi membri. Morfologia Di seguito s indicano le principali caratteristiche morfologiche della piralide nelle sue varie fasi di sviluppo. Adulti L adulto è una farfalla con ali bianche quasi trasparenti con i bordi orlati da una banda marrone; l apertura alare raggiunge circa i 4 cm. (foto 1). Nella fascia scura delle ali anteriori risalta una caratteristica macchia bianca; una seconda macchia bianca più piccola può essere talvolta presente in alcuni esemplari; l addome è bianco,
3 con l estremità marrone. Esiste anche una forma melanica, caratterizzata da ali completamente marroni, ma è estremamente rara foto Gaby Dorka, det. Thomas Rupp from Uova Le uova, appiattite e di forma tondeggiante, con diametro di 0,8-1,0 mm, vengono deposte dalle femmine in gruppi di 5-20, sovrapposte l una all altra, sulla pagina inferiore delle foglie (foto 2). Inizialmente sono di colore giallo pallido poi, con la maturazione, evidenziano per trasparenza una piccola macchia scura corrispondente al colore del capo della larva ormai formata (foto 3). 2. foto Walter Schön, det. Colette Wagner from
4 4 3. foto Colette Walter from Larve Una volta schiuse le uova, le larve si diffondono sulla pianta, e accrescendosi arrivano, a completo sviluppo, a circa 3-4 cm di lunghezza; lo sviluppo larvale avviene con una successione di età variabili (5-6 stadi) caratterizzate da un progressivo incremento delle dimensioni e da una colorazione sempre più intensa. Le larve mature sono di colore verde-giallastro con capo nero lucente, caratterizzate da striature nere e bianche disposte lungo tutto il corpo. Negli ultimi stadi il capo presenta un caratteristico disegno bianco a forma di ipsilon (foto 4 e 5). 4. foto Colette Walter from
5 5 5. foto Walter Schön from Crisalidi Le crisalidi misurano circa 2 cm e sono inizialmente di colore verde chiaro con strisce nere lungo la parte dorsale per divenire con la maturazione di colore marrone scuro. Si trovano ben nascoste all interno della vegetazione, avvolte da un bozzolo sericeo biancastro (foto 6 e 7). 6. foto Heiner Ziegler
6 6 7. foto Leo Kuzmits Biologia In Europa l insetto compie 3/4 generazioni l anno. Trascorre l inverno come larva di terza età, all interno di una sorta di bozzolo costruito nella chioma unendo più foglie con una tela di fili sericei. Alla fine dell inverno, quando le temperature rialzano (marzo) le larve ricominciano ad alimentarsi a spese della pianta e completano la loro maturazione trasformandosi in crisalide, all interno di un nido di tela e foglie attaccate nascosto nella vegetazione (foto 8 e 9). 8. foto W. Schön from
7 7 9. foto Maspero - Tantardini, Centro MiRT - Fondazione Minoprio (IT) da photos.eppo.int Dopo circa due settimane di questo stadio di crisalide, sfarfalla la prima generazione di adulti in giugno. La farfalla ha una vita di una decina di giorni, durante la quale si accoppia e depone le uova. Dopo uno stadio embrionale di circa 8 giorni dalle uova fuoriescono le larve di prima età, lunghe 1,5 mm circa e di colore giallo con capo nero, che si nutrono in forma gregaria della pagina inferiore delle foglie, risparmiando solo l epidermide superiore (luglio). A partire dalla terza età, le larve, accresciute, si nutrono dell intera foglia, rispettandone solo le nervature (aspetto scheletrizzato delle piante attaccate) e tessono fili sericei con cui avvolgono le foglie fino a formare una sorta di nido al cui interno si riparano; entro tale rifugio avviene la trasformazione in crisalide. Lo stadio larvale si completa in circa un mese; segue una seconda generazione di adulti in agosto - settembre. Dalla bibliografia scientifica per compiere un ciclo completo (da uovo ad adulto) occorrono circa 40 giorni. In alcuni casi è stata segnalata una terza generazione larvale, con comparsa di adulti a inizio ottobre. Nell ultima generazione larvale, in autunno con i primi freddi, la larva di terza età si chiude in un bozzolo tessuto tra le foglie svernando (diapausa invernale obbligata). Nel corso dell anno le generazioni possono parzialmente sovrapporsi, quindi la presenza di larve, pur di diversa età, è quasi continua.
8 8 Identificazione Le piante di bosso attaccate subiscono defogliazione più o meno spinta a seconda dell intensità dell infestazione. Evidenziano, inoltre, un caratteristico intreccio di fili sericei tra foglie e rametti (segno distintivo della presenza dell insetto). Le siepi colpite manifestano macchie di deperimento, con diffusi ingiallimenti su tutta o parte della vegetazione. Tali sintomi possono a prima vista essere scambiati per attacchi di patogeni fungini ma, a un più attento esame, la diagnosi è più facile per la presenza delle tracce larvali (tela bianca simile a delle ragnatele e rosura, cioè gli escrementi delle larve) sull intera pianta (foto 10). 10. foto JKI, Germany da photos.eppo.int Spesso l attacco della piralide si accompagna ad una malattia fungina causata dal fungo Cylindrocladium buxicola Henricot, che contribuisce a peggiorare lo stato di salute della pianta, incrementando il processo di disseccamento dell apparato fogliare. Danni Il danno è causato dalle larve che, essendo molto voraci, possono defogliare completamente le piante di Bosso in poco tempo. Le larve appena nate si nutrono della pagina inferiore delle foglie, lasciando intatta la pagina superiore; le larve mature
9 9 invece si nutrono dell intera lamina fogliare, lasciando intatta solo la nervatura centrale, oltre ad attaccare anche la corteccia ancora verde dei nuovi rami. Nell arco di pochi giorni possono provocare il rapido disseccamento di interi rami e le siepi virano dal caratteristico colore verde intenso, tipico di questo arbusto sempreverde, a una tonalità bruno ocracea o grigiastra, con presenza abbondante tra il fogliame secco dei diversi stadi della farfalla, deiezioni larvali e teli sericei (foto 11). 11. foto Maspero - Tantardini, Centro MiRT - Fondazione Minoprio (IT) da photos.eppo.int Oltre al bosso europeo (Buxus sempervirens), di cui è particolarmente appetita la varietà rotundifolia, la piralide attacca anche il bosso giapponese (B. microphylla var. Faulkner); meno frequentemente può svilupparsi a carico di Pachysandra terminalis, pianta tappezzante appartenente alla stessa famiglia. In Asia è segnalato anche su Ilex purpurea, Euonymus japonicus e Euonymus alata. Tecniche E Strumenti Di Lotta E importante un attento e costante controllo delle piante di bosso nel periodo di attività dell insetto, dalla primavera all autunno, per rilevare la presenza delle larve. In caso di deboli infestazioni si può provvedere a raccogliere e distruggere le larve manualmente subito dopo la schiusa delle uova.
10 10 In caso di forti defogliazioni di siepi di bosso si ricorre a specifici trattamenti, da effettuare alla ripresa dell infestazione dopo la diapausa invernale o su giovani larve. In questo caso in alternativa ai mezzi chimici tradizionali possono essere impiegati mezzi biologici. Qualsiasi trattamento sia utilizzato per contenere l estendersi dei disseccamenti, è importante: - agire tempestivamente, alla comparsa dei primi sintomi; - bagnare bene la chioma della vegetazione, anche al suo interno. Mezzi biologici L impiego di prodotti a base di Bacillus thuringiensis var. kurstaki o var. aizawai dà risultati apprezzabili se si interviene sulle larve giovani ai primi stadi di sviluppo, che sono più sensibili. Il Bacillus thuringiensis è un batterio entomopatogeno, efficace se ingerito dalle larve (soprattutto quelle appena nate) e provoca la loro morte per setticemia e paralisi in breve tempo. Questi formulati possono essere impiegati in ambito urbano, in quanto non sono tossici per le persone e molto selettivi, non pregiudicando la vita degli insetti utili e i pronubi selvatici. Il trattamento va eseguito circa 2 o 3 volte l anno, in corrispondenza della fase immediatamente successiva alla schiusa delle uova; è importante bagnare interamente la chioma anche al suo interno, impiegando volumi medio alti, ed è consigliabile ripetere il singolo trattamento una seconda volta a distanza di circa una settimana (7-10 gg), al fine di migliorare l efficacia dell intervento. Nel caso di attacchi primaverili, sostenuti da larve svernanti, il trattamento a base di queste sostanze potrebbe risultare non efficace. Mezzi chimici Attualmente non risultano registrate sostanze attive per l impiego specifico contro questa avversità. Trattandosi di un lepidottero si può far ricorso a insetticidi utilizzati contro specie affini, autorizzati all uso su piante ornamentali o in vivaio.
11 11 E bene ricordare che i trattamenti chimici sono esclusivamente curativi e non preventivi, e devono essere quindi eseguiti solo in presenza di infestazione. Inoltre, vista la lentezza di crescita del Bosso, può essere utile integrare la difesa chimica con opportune concimazioni al terreno per favorire la nuova emissione di foglie e sostenere la ripresa della pianta. Tra le principali sostanze attive ad azione abbattente si ricordano: - le piretrine, a base di piretro naturale, sostanze ammesse in agricoltura biologica; - buoni risultati si sono avuti con l uso del Tebufenozide, appartenente alla categoria dei MAC, composti induttori di muta prematura: attivo per ingestione negli stadi larvali, simula l ecdisone, (ormone della muta), che induce nella larva un processo di muta prematura determinando una cessazione dell alimentazione e quindi la morte dell insetto. - i regolatori della crescita (Teflubenzuron, Diflubenzuron), registrati per l utilizzo su piante ornamentali, agiscono come inibitori della sintesi della chitina. Hanno una persistenza inferiore al precedente e risultano efficaci su larve molto giovani, quindi il trattamento deve essere collocato prima della schiusa delle uova, non sempre ben individuabili come le larve. Alcune esperienze registrano risultati soddisfacenti con trattamenti eseguiti una volta al mese dai primi di giugno sino a fine settembre (nelle ore meno calde della giornata). - i piretroidi (deltametrina, cipermetrina, lambacialotrina) e gli esteri fosforici (clorpirifos): sono prodotti ad azione neurotossica e ad ampio spettro d azione, agiscono per ingestione o inalazione e secondariamente per contatto; l uso di questi prodotti può essere giustificato in caso di forti infestazioni iniziali sfuggite al controllo, in presenza di larve ormai sviluppate, in modo da abbattere la popolazione dell insetto. Tali prodotti sono comunque da evitare su larve ormai svernanti, protette nei loro bozzoli (settembre ottobre).
12 12 Servizio Fitosanitario - Difesa delle colture e delle foreste - Vigilanza e controllo Segnalazioni Servizio Fitosanitario Regionale Via Pietrapiana, Firenze Tel Fax seviziofitosanitario@regione.toscana.it Nota tecnica realizzata da: Paolo Farina, Servizio Fitosanitario Regione Toscana Domenico Rizzo, Servizio Fitosanitario Regione Toscana A cura della Regione Toscana - Servizio Fitosanitario Regionale 2015 Realizzazione: Direzione generale della Giunta Regionale Agenzia per le attività di informazione degli Organi di Governo della Regione
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