Il contributo della Regione Emilia-Romagna alla diffusione del Last Minute Market Dal 2007 la Regione Emilia-Romagna, nell ambito della competenza

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1 Il contributo della Regione Emilia-Romagna alla diffusione del Last Minute Market Dal 2007 la Regione Emilia-Romagna, nell ambito della competenza Tutela dei consumatori, ha individuato la promozione del Last Minute Market quale iniziativa volta a contrastare il rischio di impoverimento a cui i cittadini economicamente e socialmente più deboli sono esposti. Fino ad allora, infatti, questa buona pratica era diffusa sul territorio regionale a macchia di leopardo ; oggi invece, grazie ad una collaborazione che dura ormai da cinque anni, volta alla diffusione e allo sviluppo di nuovi progetti, possiamo vantare la presenza di questi ultimi, benché nelle loro diverse articolazioni, su tutto il territorio regionale. Tale azione è stata finora sostenuta con l utilizzo di risorse regionali congiuntamente a quelle derivanti dal pagamento delle sanzioni comminate dall Antitrust, che debbono essere destinate alla realizzazione di iniziative a favore dei consumatori, e assegnate dal Ministero dello Sviluppo Economico alle Regioni su presentazione di specifici programmi di intervento. Il Last Minute Market è stato individuato dalla Regione come una buona prassi da promuovere non solo per la funzione sociale che svolge, ma anche per gli altri effetti che produce: diffusione di valori etici quali il contrasto allo spreco alimentare e il migliore utilizzo delle risorse naturali, il contenimento dei rifiuti quale azione a tutela dell ambiente. E inoltre, per le aziende donatrici: l occasione per rivedere e migliorare i processi organizzativi interni, al fine di prevenire la produzione di rifiuti, il risparmio dovuto ai minori costi per lo smaltimento di questi ultimi, risparmio che può essere tradotto in altre forme di investimento per il miglioramento dell impresa e in un contenimento dei prezzi a favore del consumatore finale. E, infine, ma non per importanza, l impatto nutrizionale: possibilità di nutrire meglio per quantità e qualità tante persone che, diversamente, non riuscirebbero ad avere le stesse possibilità di accesso al cibo. Nel 2011 il progetto Last Minute Market Emilia-Romagna ha prodotto i seguenti risultati. QUANTITÀ RECUPERATE ALIMENTARI: KG. Prodotti alimentari recuperati da diverse tipologie di attività commerciali e produttive. PASTI COMPLETI: PASTI. Pasti pronti recuperati dalla ristorazione collettiva pubblica e privata. Per esempio da mense ospedaliere, scolastiche e aziendali. FARMACI E PARAFARMACI: Farmaci da banco e parafarmaci recuperati presso farmacie e farmaci di fine cura recuperati dai cittadini. VALORE ECONOMICO TOTALE DEI PRODOTTI RECUPERATI: Somma del valore economico di tutti gli alimentari, i pasti ed i prodotti farmaceutici. SOGGETTI COINVOLTI SOGGETTI DONATORI: 120. Attività commerciali e produttive, farmacie, aziende, biblioteche, istituti scolastici, case editrici. ENTI BENEFICIARI COMPLESSIVI: 311. Numero complessivo di enti che direttamente o indirettamente beneficiano dei prodotti recuperati, alcuni dei quali con sede fuori regione. Associazioni, cooperative sociali ed enti caritativi che svolgono sul territorio attività di assistenza e beneficenza verso le fasce più svantaggiate della popolazione; associazioni che offrono assistenza ad animali d affezione; scuole e biblioteche. ENTI PUBBLICI: 25. Amministrazioni comunali e provinciali, multi-utility, aziende sanitarie, distretti sociali e sanitari. Questi soggetti hanno partecipato a diverso titolo al progetto Last Minute Market. Alcuni enti locali sono stati co-finanziatori del progetto sul loro territorio di competenza, altri hanno fornito un supporto in termini di contatti con aziende ed enti beneficiari del territorio e di promozione dell iniziativa.

2 VALORIZZAZIONE DEI RISULTATI Per quantificare le diverse implicazioni delle azioni di recupero, sono stati predisposti, da parte di LMM, alcuni indicatori per quantificare l'impatto dei prodotti recuperati in termini ambientali, sociali, economici e nutrizionali. Le elaborazioni sono riferite al totale di prodotti alimentari recuperati (sia prodotti freschi che pasti cotti). IMPATTO AMBIENTALE Per valutare l'impatto ambientale si è fatto riferimento a tre indicatori rappresentativi del consumo di risorse: il carbon footprint, l'ecological footprint e il water footprint. La carbon footprint misura la quantità totale di gas ad effetto serra immessi in atmosfera lungo l'intero ciclo di vita di un prodotto o servizio. L'impronta ecologica misura la superficie di mare e di terra necessaria per rigenerare le risorse consumate durante il ciclo di vita di un prodotto. La water footprint corrisponde al volume totale di acqua utilizzata per la produzione di un determinato bene. Questi i risultati:

3 IMPATTO SOCIALE Gli indicatori sono stati elaborati sulla base di un questionario sottoposto ad un campione significativo di enti beneficiari. I dati e le informazioni raccolte attraverso il questionario hanno permesso di elaborare sia indicatori quantitativi, come il numero di persone beneficiarie finali, sia indicatori qualitativi, come la qualità percepita dei prodotti recuperati. Il numero e la tipologia degli enti beneficiari Dapprima è stato individuato il campione di enti beneficiari da intervistare. Sono stati selezionati tutti gli enti che hanno in essere un rapporto diretto e continuativo con le strutture donatrici. La prima informazione raccolta è stata la tipologia di forma giuridica; gli enti principalmente si distinguono in enti ecclesiastici, fondazioni, onlus parziali (es. parrocchie), cooperative sociali ed organizzazioni di volontariato. Gli Enti beneficiari complessivi sono stati 311, il campione intervistato, rappresentato da strutture con rapporto diretto e continuativo con le strutture donatrici, è costituito da 59 di essi. I beneficiari finali Attraverso le informazioni raccolte tramite le interviste, è stato possibile stimare il numero di persone che hanno beneficiato dei prodotti recuperati durante il É importante sottolineare come le strutture intervistate offrano una gamma molto ampia e diversificata di servizi ai propri utenti: dalla cooperativa sociale che offre un pasto completo ogni giorno, alla parrocchia che offre pacchi famiglia con frequenze variabili alcune volte al mese. Per questo motivo sia il tipo di utenti finali sia le modalità di utilizzo dei prodotti recuperati sono estremamente eterogenee. La stima tiene conto quindi di tutte le persone che in forma o misura diversa, hanno beneficato dei prodotti nell'arco dell'anno. Per beneficiari finali s'intendono quindi sia persone che ogni giorno consumano prodotti recuperati all'interno di progetti LMM, che persone che hanno beneficiato sporadicamente nell'arco dell'anno di qualche prodotto. In totale le 59 strutture intervistate hanno assistito oltre persone, mentre sono stimate in almeno le persone che hanno ricevuto prodotti recuperati dalle 311 strutture totali.

4 I benefici indiretti Il recupero a fini sociali di prodotti invenduti può generare alcuni benefici indiretti a favore degli enti beneficiari. Il beneficio indiretto principale riguarda l'aspetto economico. 48 enti hanno riscontrato un risparmio economico e 34 di loro hanno confermato di aver investito le risorse risparmiante in altri beni e servizi. Di seguito una tabella con i principali benefici indiretti:

5 IMPATTO NUTRIZIONALE Per valutare l'impatto nutrizionale sono stati elaborati alcuni indicatori basati su dati e informazioni ricavati da pubblicazioni di 3 importanti strutture quali la Società Italiana di Nutrizione Umana, la FAO e l'oms. La prima elaborazione riguarda le calorie equivalenti. Il totale dei prodotti alimentari recuperati equivale indicativamente a di Kcal. Essendo però questo dato poco efficace a fini comunicativi, si è fatta una semplificazione stimando il numero di pizze o pasti equivalenti. Rispettivamente le di Kcal equivalgono a circa pizze o pasti completi. Inoltre, in alcune situazioni, i prodotti recuperati possono influire sul miglioramento della qualità della dieta di persone in difficoltà, soprattutto quando si tratta di prodotti freschi e freschissimi come frutta e verdura. Vista l'alta percentuale di prodotti freschi e freschissimi recuperati, è stato così stimato il numero di persone che potrebbero soddisfare quantitativamente il fabbisogno di frutta e verdura con i prodotti recuperati Sono oltre le persone che in un anno potrebbero saturare il fabbisogno di frutta e verdura con quanto recuperato, per un totale di oltre di razioni di ortofrutta (dati basati sulle indicazioni fornite dall'oms).

6 IMPATTO ECONOMICO Dal punto di vista economico è possibile fornire una duplice dimensione all impatto, valutando da un lato il risparmio che le attività commerciali (potenzialmente) hanno maturato dalla mancata gestione come rifiuto dei prodotti recuperati e, dall altro, il risparmio potenziale delle associazioni beneficiarie. Il risparmio del mancato smaltimento è stato calcolato sulla base di un costo medio di smaltimento dei rifiuti (250 \t) e rappresenta una stima del mancato costo di smaltimento, se tutti i prodotti recuperati fossero stati gestiti come rifiuto. È quindi da intendersi come un risparmio potenziale, in quanto le condizioni territoriali in tema di smaltimento o riciclo sono altamente variabili. Per esempio non tutti i punti vendita gestiscono le eccedenze nella stessa modalità, i costi di smaltimento possono variare da zona a zona, inoltre i regolamenti comunali sono eterogenei in materia di gestione dei rifiuti. Per quanto riguarda il valore dei prodotti recuperati, questo può essere considerato come un potenziale risparmio per gli enti beneficiari. Anche in questo caso intervengono diverse variabili: diversità di gestione interna delle organizzazioni no-profit, possibilità di liberare risorse grazie al recupero di prodotti. La stima è stata effettuata sulla base di un prezzo medio stimato da LMM di 3,8 al kg.

7 I RISULTATI IN SINTESI

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