MICROMACRO. DASHBOARD n 11. NOVEMBRE 2015 (Documento aggiornato con dati disponibili al ) Novembre

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1 DASHBOARD n 11 NOVEMBRE 2015 (Documento aggiornato con dati disponibili al ) Novembre

2 INDICE 1. SOMMARIO DEL TRIMESTRE pag QUADRO MACROECONOMICO TRIMESTRALE pag SCENARIO PREVISIONALE pag DEBITO PUBBLICO pag OCCUPAZIONE pag PRODUZIONE pag VENDITE E ORDINI pag ASPETTATIVE pag REDDITI DELLE FAMIGLIE E CONSUMI pag COMMERCIO ESTERO pag PREZZI DELLE COMMODITIES pag PREZZI AL CONSUMO pag TASSI DI CAMBIO pag REDDITIVITA E STRUTTURA FINANZIARIA DELLE IMPRESE pag CREDITO BANCARIO E SOFFERENZE pag TASSI DI INTERESSE pag. 38 Novembre

3 Sommario del trimestre Sono diventati più consistenti i segnali di ripresa nel nostro Paese: la variazione del PIL è positiva da tre trimestri, la produzione industriale è in crescita, il tasso di disoccupazione si sta riducendo, seppur con grande lentezza, gli investimenti stanno dando concreti segni di risveglio. Preoccupazioni destano le esportazioni che, pur favorite dalla debolezza del cambio, risentono del rallentamento delle economie dei Paesi emergenti, quella cinese in primo luogo. Confermano la solidità di questi segnali di ripresa le revisioni al rialzo delle previsioni sull economia italiana effettuate quasi contemporaneamente dalla Commissione Europea, dall OCSE, dall Istat oltre che dal Governo, tramite la Nota di Aggiornamento al DEF. L agenzia di rating S&P ha confermato il rating sovrano dell Italia (BBB) con outlook stabile. Le riforme adottate dall Italia, in particolare quella del mercato del lavoro, secondo questi Enti giocano un ruolo importante nel motivare il miglioramento degli scenari previsionali. Grazie all orientamento espansivo della politica monetaria della BCE il clima sul mercato finanziario resta favorevole, con condizioni di abbondante liquidità: lo testimoniano i tassi negativi realizzati nelle aste di emissione dei titoli di Stato italiani (essenzialmente CTZ, BOT a 6 mesi e ad 1 anno) con le quali il Tesoro è riuscito a rifinanziarsi a condizioni non dissimili da quelle di altri importanti Paesi europei. Anche la Spagna condivide questa circostanza Novembre

4 Sommario del trimestre (segue) La situazione di tassi negativi deriva non secondariamente dal livello (-0.2%) a cui è stato portato il tasso sui depositi della BCE, deciso al fine di combattere la deflazione ed incentivare i sistemi bancari ad utilizzare l enorme liquidità che hanno a disposizione per finanziare famiglie ed imprese, rendendo antieconomico il suo parcheggio in depositi presso la BCE. Anche per questo motivo, oltre che per il miglioramento delle prospettive economiche, i prestiti alle imprese hanno arrestato la discesa ed iniziato ad aumentare, almeno per alcune categorie di aziende. Non si possono peraltro tacere vari elementi che destano preoccupazione: a. La ripresa industriale è assai disomogenea tra i vari comparti e fortemente asimmetrica tra il nord ed il sud del Paese; nel complesso la ripresa italiana appare ancora modesta. b. Nonostante il cambio favorevole, petrolio e tassi di interesse a livelli bassissimi e l enorme immissione di liquidità la ripresa dell eurozona è meno robusta delle attese, anche nei Paesi più forti, e soffre del rallentamento delle esportazioni, indotto dalla frenata della Cina e di altre economie emergenti; l inflazione dell eurozona (0.1%) inoltre resta a livelli straordinariamente bassi e molto distante dal target della BCE del 2%; su tali premesse vi è la ragionevole attesa di un prossimo potenziamento del Quantitative Easing. Novembre

5 Sommario del trimestre (segue) c. Vi è nervosismo sui mercati finanziari tanto da spingere il FMI a sollecitare la FED a rinviare la decisione di aumentare i tassi di interesse per le temute conseguenze sui Paesi che hanno cospicue quote del loro debito sovrano denominato in valuta straniera, con il rischio di accentuare la volatilità dei mercati. d. Alla crisi economica greca ed a quella geopolitica ucraina si è aggiunto il terrorismo internazionale come potenziale fattore di instabilità ed diffusione dell incertezza; per il momento i mercati finanziari hanno reagito senza grossi scossoni, ma in un ottica di medio termine sono stati individuati tre canali attraverso i quali il terrorismo potrebbe contagiare l economia europea: i consumi interni, il turismo e le esportazioni verso i Paesi nordafricani. Per contro le recenti decisioni della Francia in materia di sicurezza possono rappresentare lo stimolo a superare almeno in parte i condizionamenti derivanti dai vincoli di bilancio che limitano la politica economica di molti Paesi dell eurozona. Novembre

6 Quadro macro economico trimestrale Fonte: ISTAT Secondo le stime preliminare della contabilità nazionale il PIL del terzo trimestre 2015, corretto per gli effetti calendario e destagionalizzato, è aumentato dello 0.2% rispetto al trimestre precedente e dello 0.9% rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno. Nel terzo trimestre sono cresciuti tutti i principali comparti mentre dal lato della domanda si è avuto un contributo positivo dalla componente nazionale ed uno negativo dalla componente estera. Non sono ancora disponibili i dati sulle singole componenti (consumi, investimenti, import ed export). Novembre

7 Quadro macro economico trimestrale (segue) Fonte: EUROSTAT Nello stesso trimestre, rispetto a quello precedente, il PIL ha fatto registrare le seguenti variazione in altri Paesi: +0.4% negli USA, +0.3% in Germania, +0.5% nel Regno Unito, +0.3% in Francia, mentre in Spagna la crescita dell 1% si riferisce al secondo trimestre. Novembre

8 Scenario previsionale Le recenti stime dell Istat quantificano una crescita del PIL per il 2015 dello 0.9% e dell 1.4% nel 2016 e nel La fonte principale della crescita del 2015 dovrebbe provenire dalla domanda interna mentre la componente estera dovrebbe contribuire in senso negativo per circa un decimo di punto percentuale. La domanda interna dovrebbe rappresentare anche nel biennio successivo il principale fattore di crescita, con un contributo lievemente positivo dalla componente estera. Oltre allo sviluppo dei consumi interni (+0.8% nel 2015), sostenuto dal miglioramento della situazione del mercato del lavoro e dei redditi, anche gli investimenti dovrebbero manifestare segni di risveglio: il tasso di accumulazione dovrebbe essere pari all 1.1%, favorito dal miglioramento delle condizioni di accesso al credito e della ripresa produttiva. La spesa per investimenti accelererà nel 2016 (+2.6%) e nel 2017 (+3%). Il tasso di disoccupazione dovrebbe ridursi, anche se in misura limitata, collocandosi al 12.1%. La disoccupazione diminuirà ulteriormente nel biennio successivo, portandosi all 11.5% nel 2016 e 11.3% nel Vi sono rischi di ribasso nelle previsioni derivanti dal rallentamento del commercio internazionale e dall eventuale scatto delle misure di salvaguardia previste per il 2017; per contro l orientamento favorevole delle politiche europee, oltre che di quelle nazionali, potrebbe condurre ad un miglioramento del quadro previsionale. Novembre

9 Scenario previsionale (segue) Fonte: ISTAT Novembre

10 Debito pubblico Fonte: ISTAT Secondo i dati aggiornati di contabilità nazionale a fine 2014 il debito pubblico ha raggiunto il 132.1% del PIL, a fronte di un valore medio dell area euro dell Unione Europea del 92.3% (euro area a 18 paesi). Sulla base dei dati dell aggiornamento del DEF il debito/pil, dopo otto anni di crescita, dovrebbe avviarsi verso una tendenziale diminuzione, che nel 2019 dovrebbe portarlo ad essere inferiore al 120% del PIL (nel 2015 tale rapporto dovrebbe collocarsi al 132.8%, per scendere al 131.4% nel 2016, al 127.9% nel 2017, al 123.7% nel 2018 ed al 119.8% nel 2019). Novembre

11 Debito pubblico (segue) Fonte: EUROSTAT I dati Eurostat collocano il rapporto debito/pil a fine 2014 al 74.9% per la Germania (-2.2 punti percentuali rispetto al 2013), al 95.6% per la Francia (+3.3 punti), al 99.3% per la Spagna (+7.2 punti) ed all 88.2% per il Regno Unito (+0.9%), rispetto ad un valore del 132.1% dell Italia. Novembre

12 Occupazione Negli ultimi tre mesi il tasso di disoccupazione ha finalmente mostrato segni di miglioramento: dal 12.5% del mesi di giugno, la disoccupazione è scesa all 11.8% di settembre; tale miglioramento è di entità limitata, ma per la prima volta ha assunto carattere di sistematicità. Resta grave il tasso di disoccupazione dei giovani: nella fascia di età anni il tasso di disoccupazione stimato a settembre è del 40.5%, con un lieve miglioramento rispetto ai mesi precedenti. Il calo del tasso di disoccupazione osservato a settembre deriva prevalentemente da quello femminile, mentre quello maschile non ha avuto variazioni di rilievo. Novembre

13 Occupazione (segue) I dati sulla disoccupazione (valore armonizzato) a livello europeo collocano il tasso italiano a settembre 2015 a livelli superiori di 1.1 punti a quello francese ed a ben 2.6 volte il tasso tedesco. La Spagna per contro ha un tasso di disoccupazione che strutturalmente è circa il doppio di quello di Francia ed Italia (21.6%), seppure in lieve miglioramento. Novembre

14 Occupazione (segue) Nel primo trimestre del 2015 la Cassa Integrazione Guadagni utilizzata è stata pari a 21.8 ore ogni 1000 ore lavorate: tale valore corrisponde a 40.4 ore nell industria e 7.7 ore nei servizi. Novembre

15 Produzione A settembre 2015 la produzione industriale è aumentata dello 0.2% rispetto al mese precedente (dato destagionalizzato). Considerando i valori trimestrali, i dati del periodo luglio-settembre mettono in luce una crescita dello 0.4% rispetto al trimestre precedente. In termini tendenziali, la produzione industriale è cresciuta su base annua dell 1.7%. Fonte: ISTAT Novembre

16 Produzione (segue) Fonte: ISTAT Su base annuale la crescita maggiore della produzione ha riguardato la fabbricazione di mezzi di trasporto (23.2%), di prodotti petroliferi (12.3%), di apparecchiature elettriche (4.8%),dilegno,cartaestampa (3.8%), mentre la fabbricazione di prodotti tessili ed abbigliamento (-4%), di altre industrie manifatturiere (-2.5%) e di prodotti alimentari e bevande (-1.7%) hanno fatto registrare le diminuzioni più consistenti. Novembre

17 Vendite e ordini Ad agosto 2015 il fatturato dell industria è diminuito dell 1.6% rispetto a luglio; la riduzione dipende sia dal mercato interno che da quello estero. Su base trimestrale la flessione delle vendite è dello 0.1%, mentre su base annua la caduta è del 2.4% (-3.3% sul mercato interno e -0.4% sui mercati esteri). Nello stesso mese gli ordinativi sono diminuiti dello 5.5% rispetto al mese precedente (corrispondente ad una riduzione del 7.4% degli ordinativi interni e del 2.8% per quelli esteri). Fonte: ISTAT Novembre

18 Vendite e ordini (segue) Gli incrementi più rilevanti su base annua (agosto 2015 rispetto allo spesso mese del 2014) hanno riguardato la fabbricazione di mezzi di trasporto, di prodotti farmaceutici, di computer e prodotti elettronici, mentre le diminuzioni più intense sono state registrate nel settore petrolifero, nel settore estrattivo, nel tessile e nella chimica. Fonte: ISTAT Novembre

19 Vendite e ordini (segue) Nel secondo trimestre 2015 il fatturato dei servizi destagionalizzato (nuovo indice) è aumentato dell 1.3% rispetto al trimestre precedente. Gli aumenti maggiori hanno riguardato per il 2.7% la manutenzione e riparazione di autoveicoli, per l 1.2% il trasporto aereo, e per lo 0.8% il commercio all ingrosso. L unico comparto che fa registrare una variazione negativa è quello dei servizi di informazione e comunicazione (-0.3%). Novembre

20 Aspettative Ad ottobre 2015 il grado di fiducia dei consumatori è migliorato di quasi 4 punti, passando da 113 di settembre a (era a giugno). Il miglioramento ha riguardato tutte le componenti: clima economico, personale, corrente e futuro. Fonte: ISTAT Novembre

21 Aspettative (segue) Fonte: ISTAT Nello stesso mese di ottobre il clima di fiducia delle imprese è migliorato sia nel comparto manifatturiero (da a 105.9), sia nei servizi (da a 113.1) che nel commercio (da a 116.6), mentre è risultato in calo quello del settore delle costruzioni (da a 119.8). Novembre

22 Redditi delle famiglie e consumi Nel secondo trimestre del 2015 il reddito disponibile delle famiglie a valori correnti è aumentato dello 0.5% rispetto al periodo precedente e dell 1.3% rispetto allo stesso trimestre del Considerando l impatto dell inflazione il potere d acquisto delle famiglie nel secondo trimestre 2015 è cresciuto dello 0.2% sul trimestre precedente e dell 1.1% su base annua. Su base trimestrale la spesa per consumi delle famiglie è cresciuta dello 0.7% mentre è diminuita la spesa per investimenti (-0.8%). Fonte: ISTAT Novembre

23 Commercio estero A settembre 2015 sono cresciuti sia i flussi delle esportazioni (+1.6%) che quelli delle importazioni (+1.1%) rispetto al mese precedente. L incremento delle importazioni deriva sia dai mercati dell UE sia da quelli extra-ue; gli aumenti più rilevanti hanno riguardato i prodotti energetici (+3.8%) ed i beni strumentali (+1.6%). La crescita delle esportazioni è trainata prevalentemente dallo sviluppo delle vendite sui mercati extra-ue (+5.2%) mentre i mercati UE hanno fatto registrare una flessione dell 1.1%. Su base trimestrale le esportazioni sono diminuite in misura rilevante (-2.3%), più consistente sui mercati extra-ue (-4.2%) ma diffusa anche su quelli UE (-0.7%). Rispetto allo stesso mese dell anno precedente l aumento tendenziale delle esportazioni è stato pari all 1.4% (dati grezzi, non destagionalizzati), trainato da incrementi delle vendite nei mercati UE (+4.1%) che ha compensato una riduzione delle esportazioni sui mercati extra-ue (-1%). Nello stesso periodo le importazioni sono cresciute dello 0.7% (+2.4% sui mercati UE e -1.8% su quelli extra-ue). Fonte: ISTAT Novembre

24 Commercio estero (segue) Fonte: ISTAT Su base annua la dinamica delle esportazioni è stata più intensa nei settori degli autoveicoli, articoli sportivi, computer ed altri prodotti elettronici, mentre la caduta più rilevante ha riguardato i prodotti petroliferi. I mercati più dinamici per le esportazioni italiane sono stati quelli degli Stati Uniti, Belgio, Spagna e Polonia, mentre il mercato russo è stato contrassegnato da una rilevante caduta (-24.2%). Novembre

25 Prezzi delle commodities Ad ottobre 2015, rispetto ai 12 mesi precedenti, i prezzi di Foods, Agriculturals, Metals e Beverages sono diminuiti rispettivamente del 14.2%, 18%, 24.8% e 7.2%. Il prezzo dell OIL ha avuto una dinamica significativamente diversa da quelli delle altre commodities: in particolare l indice dei prezzi del greggio è diminuito del 45.5% nell ultimo anno, con un elevata volatilità. I fattori geopolitici influenzano strutturalmente i prezzi del greggio e questi fattori hanno giocato un ruolo ancora più rilevante in tempi recenti, insieme alle decisioni dei paesi produttori di reagire alla concorrenza dello shale oil americano. Novembre

26 Prezzi delle commodities (segue) Fonte: IMF Ottobre 2015 Novembre

27 Prezzi al consumo Secondo i dati ISTAT di ottobre 2015 l indice dei prezzi al consumo per l intera collettività nazionale (NIC) è aumentato dello 0.2% su base mensile e dello 0.3% su base annua. La lieve crescita dell inflazione è derivata prevalentemente dall aumento tendenziale deiprezzideibenialimentariedeiservizi ricreativi e per la persona, che sono stati in parte bilanciati dalla diminuzione dei prezzi energetici. Novembre Fonte: ISTAT

28 Prezzi al consumo (segue) Fonte: ISTAT Novembre

29 Prezzi al consumo (segue) Fonte: ISTAT Novembre

30 Prezzi al consumo (segue) Nel mese di ottobre i prezzi dei prodotti ad alta frequenza di acquisto sono aumentati dello 0.1%, mentre sono aumentati dello 0.3% i prezzi dei prodotti ad media e bassa frequenza d acquisto. Per Memoria: Fonte: ISTAT Novembre

31 Prezzi al consumo (segue) La variazione media su base annua dell inflazione italiana a ottobre 2015 (+0.3%) è risultata superiore alla media dell area euro (a 18 paesi) (+0.16%); in particolare i tassi di inflazione su base annua di Germania, Spagna e Francia sono stati rispettivamente pari a +0.17%, -0.89% e +0.16% (tassi calcolati sull Harmonized Indices of Consumer Prices). Fonte: Elaborazione NAGIMA su dati EUROSTAT Novembre

32 Tassi di cambio Dalla seconda metà del 2014 l Euro si è indebolito rispetto al dollaro USA, alla sterlina ed al franco svizzero, mentre anche per la politica seguita dalla Bank of Japan l Euro si è tendenzialmente rivalutato rispetto allo Yen. Ad ottobre del 2012 il tasso di cambio Y/ era pari a 102.5; a dicembre 2013 il cambio è salito a 141.7, a dicembre 2014 il cambio si è portato a 147.1, mentre a partire da gennaio 2015 l Euro si è indebolito sullo Yen, pur con vari oscillazioni, passando a di ottobre. Fonte: Elaborazioni Nagima su dati EUROSTAT-BCE Tra la fine del 2014 ed i primi mesi del 2015 le aspettative dei mercati e l impatto della politica di Q.E. della BCE hanno determinato un consistente indebolimento dell rispetto alle maggiori divise, con una parziale rivalutazione nel periodo più recente: sull arco di 12 mesi il cambio con il $ si è svalutato di circa l 11.3%, quelli con la Sterlina ed il Franco Svizzero del 7.1% e del 9.9% circa. Quest ultimo ha subito un aggiustamento improvviso nel mese di gennaio 2015 in seguito alla decisione della Banca Centrale Svizzera di non difendere più una parità prestabilita del cambio con l Euro. Novembre

33 Redditività e struttura finanziaria delle imprese Secondo i dati di contabilità nazionale nel secondo trimestre 2015 la redditività lorda delle società non finanziarie, misurata dalla quota dei profitti sul valore aggiunto, è lievemente aumentata (+0.1 punti percentuali) rispetto al trimestre precedente, collocandosi al livello del 39.9%; su base annua (rispetto allo stesso trimestre dell anno precedente) si è invece registrata una diminuzione dello stesso ordine di grandezza (-0.1 punti). Il tasso di investimento del trimestre (investimenti fissi sul valore aggiunto) è rimasto stabile rispetto al trimestre precedente, mentre su base annua (con riferimento allo stesso trimestre del 2014), il tasso di investimento è aumentato di 0.1 punti percentuali, favorito dal miglioramento delle prospettive economiche e dal livello molto basso dei tassi di interesse. Le rilevazioni periodiche della Banca d Italia mettono in luce che le imprese, spinte dalle più favorevoli prospettive economiche, hanno ripreso ad accumulare scorte di magazzino. Novembre Fonte: ISTAT

34 Credito bancario e sofferenze Secondo le rilevazioni della Banca d Italia la contrazione dei prestiti bancari alle imprese si è sostanzialmente azzerata, mentre nei mesi più recenti si è rafforzata la crescita di quelli alle imprese del comparto manifatturiero. Rispetto al PIL il debito delle imprese a fine giugno 2015 era pari al 79%, in lieve diminuzione rispetto al 79.7% di fine marzo. Le condizioni di accesso al credito hanno fatto registrare un lieve miglioramento, anche se non ancora diffuso a tutte le classi di imprese. Le rilevazioni dell ABI segnalano che a settembre 2015 la dinamica dei prestiti alle imprese non finanziarie era ancora lievemente negativa (-0.9%) rispetto al mese precedente. Appare in crescita la domanda di impieghi bancari legata alle spese di investimento, così come quella connessa ad operazioni di fusioni ed acquisizioni e per il circolante, mentre resta stabile la domanda per ristrutturazione del debito. Novembre

35 Credito bancario e sofferenze (segue) Fonte: BI - Bollettino Economico n.4/2015, ottobre 2015 Novembre

36 Credito bancario e sofferenze (segue) Nel secondo trimestre 2015 il flusso di nuovi prestiti deteriorati rispetto agli impieghi è diminuito al 3.8%, rispetto al 4.1% del trimestre precedente. Peraltro nello stesso arco di tempo le sofferenze sono cresciute anche a causa della riclassificazione di prestiti che manifestavano in passato fenomeni di anomalia nei rimborsi. La consistenza dei prestiti in sofferenza resta elevata (10.3% degli impieghi in essere) a causa dell accumulo dei crediti verso imprese in difficoltà durante la lunga crisi. Al netto dei fondi svalutazione accantonati il rapporto sofferenze nette su impieghi ha raggiunto il 4.8% nel mese di settembre 2015 (dati dell ABI), corrispondente al 21.5% del capitale e riserve delle aziende di credito. Nel mese di agosto il Legislatore ha approvato varie misure volte a rendere più rapide ed efficienti le procedure giudiziarie per il recupero crediti e per consentire la deducibilità fiscale immediata delle svalutazioni e delle perdite su crediti, rimuovendo in tal modo parte dei fattori che ostacolano la gestione del contenzioso creditizio ed il decollo di un mercato italiano dei crediti deteriorati. A tale proposito il progetto di una struttura societaria per l acquisto e la gestione dei crediti deteriorati è stato inviato alla Commissione Europea per le valutazioni di sua competenza. Novembre

37 Credito bancario e sofferenze (segue) Fonte: Banca d Italia, Rapporto sulla Stabilità Finanziaria, n.2/2015 Novembre

38 Tassi di interesse È proseguito il programma della BCE di acquisto di titoli di stato dei Paesi dell area euro, in collaborazione con le banche centrali dell Eurosistema: tale orientamento espansivo della politica monetaria della Banca Centrale Europea ha contribuito a migliorare le condizioni del mercato finanziario, portando a livelli negativi la parte a breve della curva a termine dei tassi di interesse sui titoli pubblici italiani. La crisi greca, quella geopolitica riguardante l Ucraina, il rallentamento dell economia cinese e le vicende legate al terrorismo internazionale sono tutti fattori che generano incertezza sui mercati e contribuiscono ad incrementarne la volatilità. Il possibile rialzo dei tassi statunitensi potrebbe acuire ulteriormente i rischi dei Paesi che hanno quote rilevanti di passività denominate in dollari. I tassi a lungo termine sui titoli di stato italiani sono gradualmente diminuiti dalla seconda metà del 2014, raggiungendo a marzo 2015 il livello minimo di 1.29%, per poi risalire lievemente e collocarsi ad ottobre all 1.7%. In parallelo si è ridotto lo spread sul Bund tedesco: a marzo 2015 lo spread era di 106 punti base ed era risalito a 141 punti nel mese di giugno, per poi scendere a 118 punti base ad ottobre. A partire dal mese di giugno 2015 il differenziale rispetto ai titoli spagnoli, rimasto sfavorevole per un periodo di 17 mesi, è ritornato ad essere favorevole all Italia, per pochissimi punti base. Sulla base delle rilevazioni dell ABI i tassi sui nuovi prestiti alle imprese non finanziarie si è collocato a settembre 2015 al 2.8% (3% ad agosto) sulle operazioni fino ad un milione di euro ed all 1.3% per quelle superiori a quella soglia. Rispetto ai tassi medi dell area euro (rispettivamente 2.7% e 1.6%) i tassi italiani incorporano un maggior premio per il rischio. Novembre

39 Tassi di interesse (segue) Fonte: Elaborazioni Nagima su dati EUROSTAT-BCE Novembre

40 Tassi di interesse (segue) Fonte: BI - Bollettino Economico n.4/2015, ottobre Novembre

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