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1 Intervento della D.T.L. di Torino (dott.ssa Rossi Cristiana) Tutela delle condizioni di lavoro, premessa: La tutela dell integrità fisica del lavoratore sul luogo di lavoro è sancita direttamente dalla nostra Carta Costituente all art. 32, ove si stabilisce che la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell individuo ed interesse della collettività. La responsabilità del datore di lavoro scaturisce altresì o da norme specifiche o, se queste non siano rinvenibili, dall art del cod.civ., ove si prevede che l imprenditore è tenuto ad adottarenell esercizio dell impresa le misure che, secondo la particolarità del lavoro, l esperienza e la tecnica sono necessarie a tutelare l integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro. Il codice civile pertanto, interpretato secondo una lettura estensiva derivante sia dal dettato costituzionale che dai principi civilistici di correttezza e buona fede, impone di puteale l integrità psico fisica mediante l adozione di misure di tipo igienico-sanitarie o antinfortunistico, e di misure atte a preservare il lavoratore da lesioni causate nell ambiente di lavoro da fatti esterni all attività (es: aggressioni conseguenti all attività criminosa di terzi nelle banche). Si tratta di una responsabilità di natura contrattuale; ne consegue che ai fini dell accertamento incombe sul lavoratore che lamenti di aver subito, a causa dell attività lavorativa svolta, un danno alla salute, l onere di provare l esistenza di tale danno, come pure la nocività dell ambiente di lavoro nonché il nesso causale tra i due elementi, mentre grava sul datore di lavoro una volta che il lavoratore abbia privato le predette circostanze l onere di provare di aver fatto tutto il possibile per evitare il danno, ovvero d aver adottato tutte le cautele necessarie per impedire il verificarsi dell evento dannoso. 1

2 Disciplina normativa - IL D.LGS 9 APRILE 2008, N. 81: Il quadro normativo in materia di sicurezza, igiene e tutela della salute sul luogo di lavoro, ha subito - negli ultimi anni - una profonda modifica grazie ad alcune direttive emanate dalla Comunità Europea e recepite nel nostro ordinamento. Il susseguirsi di tali interventi normativi ha peraltro creato, nel nostro sistema, una produzione legislativa notevolmente impattante, non solo per i contenuti e gli adempimenti conseguenti a carico di tutti gli attori del mondo del lavoro, ma anche per l enorme quantità e sovrapposizione di norme, modificazioni, integrazioni succedutesi nel tempo che però spesso ne hanno reso estremamente difficoltosa la lettura sistematica e l interpretazione, ancor prima dell attuazione. E parso pertanto opportuno l intervento del Legislatore che ha emanato il nuovo Testo Unico in materia di sicurezza sul lavoro, ovvero il D.Lgs. del 9 aprile 2008, n. 81, che ha riordinato ed assorbito i principali provvedimenti legislativi previgenti, in particolare si ricordano il DPR 547/1955 ed il D.lgs. 626/94 che risultano così abrogati. A poco più di un anno dalla sua entrata in vigore il Testo unico è stato integrato e corretto dal D.Lgs. 106/2009. L opera di riordino è stata accompagnata dall introduzione di alcuni nuovi principi che, se da un lato hanno reso più onerosi gli adempimenti poiché estesi ad una platea più vasta di operatori, dall altro lato hanno cercato di dare una risposta ad un effettiva crescita della domanda di sicurezza, fortemente compromessa dai tragici fatti della cronaca quotidiana. Le principali novità del t.u. riguardano: - l estensione della tutela in materia di sicurezza, a tutti i lavoratori, indipendentemente dalla tipologia contrattuale che contraddistingue il rapporto di lavoro; - la sospensione dell attività di impresa; - la delega di funzioni relativamente agli adempimenti del datore di lavoro in materia di sicurezza; - la formazione e l informazione dei lavoratori; - il sistema sanzionatorio; - la disciplina sugli appalti. 2

3 Ne deriva che oggi. Lavoratori tutelati: subordinati od autonomi, sono tutte le persone che, indipendentemente dalla tipologia contrattuale, svolgono un attività lavorativa nell ambito dell organizzazione di un datore di lavoro pubblico o privato, con o senza retribuzione, anche al solo fine di apprendere un mestiere, esclusi gli addetti ai servizi domestici e familiari. Con il recepimento delle direttive comuniarie in materia di sicurezza cresce notevolmente all interno dell azienda, il ruolo dei lavoratori per i quali sono previsti meccanismi di intervento e srumenti di rappresentanza, oltre che forme di responsabilità di coinvolgimento operativo. La partecipazione può infatti avvenire: attraverso le rappresentanze sindacali con l acquisizione di informazioni specifiche mediante apposita formazione. La figura del rappresentante della sicurezza è prevista in tutte le aziende o unità produttive in misura variabile a seconda delle dimensioni dell azienda. Peraltro, ai sensi dell art. 20 del t.u., sui lavoratori incombono alcuni obblighi tra i quali si ricordano: utilizzare correttamente le attrezzature di lavoro; osservare le istruzioni impartite; utilizzare i dpi forniti dal datore di lavoro; segnalare eventuali situazioni di pericolo. Datori di lavoro obbligati: Le nuove norme- con tutti gli obblighi e adempimenti connessi- si applicano a tutti i settori di attività, privati e pubblici e a tutte le tipologie di rischio. Per datori di lavoro si intendono i soggetti titolari del rapporto di lavoro con il lavoratore, o comunque, coloro che hanno la responsabilità dell organizzazione lavorativa o dell unità produttiva in quanto esercitanti poteri decisionali o di spesa. Si ricorda che, ai sensi degli artt. 15 e 18 t.u., incombono sul datore di lavoro i seguenti obblighi di carattere generale: - valutazione dei rischi - programmazione della prevenzione - eliminazione e /o riduzione dei rischi 3

4 - organizzazione del lavoro in base a principi ergonomici - utilizzo limitato di agenti chimici, fisici e biologici - controllo sanitario - formazione e informazione dei lavoratori: ai sensi dell art. 37 t.u. il datore deve fornire sul luogo di lavoro adeguata formazione a tutti i lavoratori sui rischi generici e spcifici, con corsi la cui durata deve essere definita dalla conferenza Stato- Regioni. - adozione di isure di emergenza in caso di primo soccorso e antincendio - uso di segnaletica di avvertimento e di sicurezza - corretta manutenzione di ambienti, attrezzature ed impianti. Accanto ai citati obblighi di carattere generale, sussistono in capo al datore di lavoro obblighi specifici quali: - nomina del medico competente - designazione dei lavoratori incaricato per la prevenzione incendi - fornitura dei dpi - convocazione della riunione periodica nelle realtà con più di 15 dipendenti - la formazione ed informazione dei lavoratori su rischi specifici. E prevista in determinati casi e a determinate condizioni - la possibilità per il datore di lavoro di delegare le funzioni in materia di sicurezza (artt. 16 e17 t.u.). Per essere valida la delega deve: - risultare da atto scritto; - il delegato deve possedere requisiti di professionalità ed esperienza; - al delegato devono conferirsi tutti i poteri di organizzazione e deve avere l autonomia di spesa necessaria. La delega non esime però il datore di lavoro dal vigilare sull operato del delegato; vi sono alcune competenze non delegabili (ad es. la nomina dell RSPP la valutazione dei rischi). Organismi di vigilanza (artt. Da 5 a 9 del t.u.): Il t.u. istituisce nuovi organismi e ridefinisce le competenze di quelli già esistenti, deputati a rendere effettive le disposizioni in materia di sicurezza e salute sui luoghi di lavoro. A livello territoriale la vigilanza è svolta dall ASL e, per quanto di specifica competenza dei Vigili del Fuoco. 4

5 Rimane in capo al Servizio Ispettivo del Ministero del Lavoro la competenza in materia di vigilanza nei seguenti casi: - attività nel settore delle costruzioni edili o di genio civile; - lavori mediante cassoni in aria compressa e lavoro subacquei; - lavori in sotterraneo e in gallerie; - ulteriori attività lavorative comportanti rischi elevati, individuate con D.P.R. Sanzioni: Il D.Lgs. 106/2009 ha introdotto numerose correzioni al t.u. in materia sanzionatoria, generalmente in senso attenuativo rispetto alla formulazione originaria. Viene confermata in punto di diritto- l impostazione classica di una prevalenza di illeciti penali, peraltro di natura contravvenzionale, e un numero di illeciti amministrativi che è notevolmente incrementato. 5

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