IL SISTEMA DI FORMAZIONE PERMANENTE DELLA REGIONE PIEMONTE Scheda informativa a cura dell Area Sistemi Formativi dell Isfol (marzo 2003)

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1 IL SISTEMA DI FORMAZIONE PERMANENTE DELLA REGIONE PIEMONTE Scheda informativa a cura dell Area Sistemi Formativi dell Isfol (marzo 2003) 1. Le politiche regionali di istruzione e formazione permanente La tradizione maturata dalla Regione Piemonte nel campo dell istruzione e della formazione permanente risale già alla fine degli anni 70: con l esperienza delle 150 ore prevista nei contratti collettivi di lavoro per arrivare alle più recenti esperienze di attività integrate nel periodo di programmazione Fse e tra il sistema scolastico e la formazione professionale. Già dal 1993, infatti, sono state organizzate nella regione in via sperimentale attività formative integrate fra istruzione di base (le 150 ore) e formazione professionale rivolte a soggetti adulti a bassa scolarità e in difficoltà sul mercato del lavoro. Tale iniziativa è stata il frutto dell accordo stipulato nel 1993 fra: Regione Piemonte, Irre Piemonte, Cgil/Cisl/Uil, Agenzia per l impiego del Piemonte e l allora Sovrintendenza Scolastica del Piemonte e il Provveditorato agli Studi di Torino. Sono stati coinvolti: cassintegrati e lavoratori in mobilità, disoccupati, giovani drop-out, donne inoccupate, tossicodipendenti, extracomunitari e carcerati. Il successo dell iniziativa ha portato ad una rapida diffusione sul territorio: dai 5 corsi nel 1993/1994 ai 63 nel 1999/2000 (parallelamente il numero degli allievi è passato dai 98 iniziali a 1.448). Nel 2000/2001 si sono svolti 48 corsi per circa allievi. Nel 1996/1997 è stata avviata anche la sperimentazione di corsi postdiploma integrati regionali, che ha coinvolto gli istituti di istruzione tecnica. In una prima fase i corsi sono finanziati dal bilancio regionale alla voce progetti sperimentali di interesse regionale ; a partire dal 1997/1998 l attività viene inserita a bando nel Piano dell offerta formativa regionale e finanziata dal Fse. Nella realizzazione di tali attività integrate ha assunto un ruolo significativo l Irre Piemonte, che promuove l educazione permanente nel territorio e favorisce il dialogo tra i soggetti dei sistemi dell istruzione e della formazione professionale. Nel maggio 1999 il Provveditorato agli studi di Torino, il Comune e la Provincia di Torino, la Regione Piemonte, l Irre Piemonte e la Facoltà di Scienze della

2 Formazione dell Università di Torino siglano un Protocollo di intesa per istituire il Ce.P.E.A. Centro Provinciale per l Educazione degli Adulti. Il Ce.P.E.A. ha compiti di coordinamento, ricerca, documentazione delle attività educative e formative rivolte alla popolazione adulta; le attività sono affidate ad un Comitato costituito da rappresentanti degli Enti e dei Ctp aderenti all intesa. In Piemonte le funzioni in tema di formazione professionale derivanti dal D.Lgs. 112/98 sono regolamentate dalla L.r. 63/95 che affida alle Province la responsabilità di: a) individuare i fabbisogni formativi locali; b) approvare e trasmettere i Piani provinciali di politica del lavoro; c) effettuare il riconoscimento dei corsi realizzati dalle Agenzie formative; d) coordinare le azioni di orientamento scolastico e professionale; e) promuovere la partecipazione degli attori territoriali attraverso la costituzione di Segretariati provinciali o stipulando convenzioni con gli organi periferici del Miur. In particolare da gennaio 2001 le Province gestiscono le attività formative previste nella programmazione annuale, esclusi gli interventi che richiedono una gestione unitaria a livello regionale. La Direttiva annuale Mercato del lavoro contenente tutte le misure Fse sarà a cura delle Province, comprese le funzioni amministrative e di istruttoria peraltro già informatizzate, così come gradualmente le funzioni di certificazione e orientamento. In particolare la Regione segue le misure Fse relative all Ifts e alle Lauree triennali. E stato sviluppato anche il Sistema informativo per l orientamento e la didattica (S.Inf.Od), fondato sulla banca dati dei progetti finanziabili: per la valutazione delle proposte progettuali la Regione si avvale anche dei risultati dell analisi dei fabbisogni professionali secondo la metodologia Spin. Nella Regione Piemonte il processo per la realizzazione di un sistema di educazione degli Adulti (accordo C.U. del 2/03/2000) si consolida con la costituzione del Comitato Regionale per l Educazione degli Adulti (D.d.r. n del 24/9/2001). La sua costituzione va a completare una strategia e quindi una scelta organizzativa precisa che permette più livelli di condivisione e di qualità nella gestione dei fenomeni in tema di istruzione, formazione e mercato del lavoro. Infatti la già citata L.r. n. 63 del 1995 affida compiti di dialogo sociale per l attivazione del partenariato istituzionale e sociale all organismo Segretariato Regionale per l orientamento e la formazione professionale. Tale organismo (costituito nell agosto 95) risulta composto - oltre che dall Assessore alla Formazione Professionale e dal Dirigente del settore alla formazione professioale - da: un esperto della Federpiemonte; un esperto della Federapi Piemonte; un esperto di Confagricoltura, Confcoltivatori e Coldiretti; un esperto 2

3 delle Organizzazioni dell Artigianato piemontese (CNA, CASA, Confartigianato); un esperto della Confesercenti e Confcommercio; un esperto delle Organizzazioni della cooperazione piemontese (Agci, Confcooperative Piemonte, Lega nazionale delle cooperative); un esperto della Cgil/Cisl/Cisnal/Uil. Successivamente con D.g.r. n del 11/06/2001, al fine di ricondurre ad un governo unitario istituzionale tutte le azioni integrate tra i diversi sistemi: formazione professionale regionale, sistema scolastico, Università e imprese, la Regione istituisce il Cris Comitato Regionale Integrazione di Sistemi. Il Cris è un organismo tecnico a struttura più ampia con i seguenti compiti: a) analisi dei fabbisogni di professionalità connessi alla programmazione dello sviluppo economico; b) formulazione di proposte di programmazione; c) sperimentazione di progetti pilota. La Regione, attraverso il Cris, le Agenzie formative e le Istituzioni scolastiche, si adopera per realizzare le passerelle da un sistema all altro sia col reciproco riconoscimento dei crediti che col sostegno individualizzato per gli utenti che dalla formazione professionale intendono rientrare nella Scuola. All interno del Cris confluiscono sia il Comitato Regionale Ifts, istituito con D.g.r. n del 3/05/1999, sia il Comitato Regionale per l Eda: la loro costituzione è stata prevista negli accordi approvati in sede di Conferenza unificata Stato, Regioni e Autonomie locali rispettivamente il 9/7/1998 e il 2/3/2000. Il Comitato Regionale Eda (Creda) lavora alla promozione, alla programmazione, al monitoraggio e alla valutazione del sistema Eda e deve riferire al Cris periodicamente su tutte le iniziative intraprese. A tale scopo svolge i seguenti compiti: a) individua gli interventi per la promozione dell Eda; b) definisce i criteri per la realizzazione delle attività sul proprio territorio, partendo dai fabbisogni professionali e formativi locali; c) definisce il quadro delle risorse disponibili destinate al sistema integrato di educazione degli adulti; d) definisce i criteri e le modalità di monitoraggio e di valutazione; e) mantiene i rapporti e collabora con i vari Comitati Locali. Il Creda è composto da: l Assessore Regionale al Lavoro ed alla formazione professionale o suo delegato, l Assessore Regionale all Istruzione o suo delegato, due rappresentanti designati dall Anci Regionale e dall Unione delle Province Piemontesi, il Direttore Generale Regionale del Miur, quattro rappresentanti scelti sia dagli Organismi rappresentativi dei datori di lavoro sia dagli Organismi rappresentativi dei lavoratori maggiormente rappresentativi a livello regionale. Nel primo incontro del Creda nel marzo 2002 si è affrontato il tema della costituzione e dislocazione territoriale dei Comitati Locali: il criterio identificato è di attivarli in un territorio che includa un Centro per l Impiego ed un Ctp. 3

4 2. Contesto e dimensione dell attuale offerta 2.1 L offerta formativa a finanziamento comunitario La Regione Piemonte, Direzione Formazione professionale Lavoro ha emanato una Direttiva annuale sulla formazione professionale finalizzata alla lotta contro la disoccupazione, relativa all anno formativo , ai sensi della L.r. n. 63 del 13/4/1995 e della D.g.r. n del 12/2/2001. In tale direttiva per l Asse C misura C.4, riguardante specificatamente la Formazione permanente, si stanziano Euro distribuiti tra tre Azioni. L azione C.4.1, con risorse finanziarie complessive pari ad Euro è rivolta alla realizzazione di percorsi anche integrati con il sistema scolastico per il completamento della formazione di base e l alfabetizzazione informatica e linguistica, l elevamento delle competenze professionali e culturali, la riqualificazione professionale per lavoratori ultra quarantenni, il rientro nella scuola secondaria superiore. Questi interventi sono riservati esclusivamente a soggetti che di propria iniziativa intendono intraprendere un percorso di formazione professionale e comprendono come linee di intervento: azioni formative su domanda individuale, azioni integrate di orientamento e counseling. I destinatari coinvolti sono occupati e disoccupati. La durata massima dell intervento è di 600 ore max annuali e ore max biennali. L Azione C.4.2 (Euro di finanziamento) mira alla realizzazione di percorsi integrati tra la formazione professionale e le Istituzioni scolastiche presso le quali siano istituiti i Ctp al fine di attuare interventi di orientamento e rimotivazione professionale e formativa per giovani e adulti a bassa scolarità (privi di titolo di studio secondario superiore) e in difficoltà sul mercato del lavoro. I destinatari coinvolti sono i giovani post obbligo e gli adulti disoccupati. La durata massima prevista degli interventi è di 150 ore. L Azione C.4.3 (Euro di finanziamento) è rivolta alla realizzazione di percorsi integrati tra la formazione professionale e gli Istituti Tecnici di Stato per il conseguimento di una qualifica professionale spendibile sul mercato del lavoro o per il rientro nei percorsi scolastici di scuola secondaria superiore. Si rivolge a giovani in obbligo formativo, adulti disoccupati ed occupati. La durata media è di 800 ore biennali (di cui 250 ore di stage). 2.2 L offerta formativa a finanziamento pubblico Il Ce.P.E.A nell ottobre 2001 ha svolto un indagine sulle attività dei Ctp: di questi attualmente 15 risultano operativi nella regione, coinvolgendo un totale di allievi; gli 4

5 utenti principali sono disoccupati, casalinghe, giovani drop-up, adulti stranieri. Le attività formative sono finalizzate: all alfabetizzazione di base, all alfabetizzazione culturale, all alfabetizzazione funzionale, al rientro in formazione, all orientamento al lavoro, alla rimotivazione ed al sostegno educativo. Ai tradizionali corsi delle 150 ore si affiancano corsi monografici progettati per l inserimento lavorativo o per l accrescimento individuale. Tra i soggetti erogatori, all Irre e alle Istituzioni scolastiche, si aggiungono Associazioni culturali e del volontariato. I finanziamenti sono a livello nazionale: a carico del Miur per il funzionamento e la realizzazione delle attività a cura Ctp; a carico dei Fondi Cipe per i progetti integrati scuola e formazione professionale. La Regione intende razionalizzare i finanziamenti e le procedure, unendo i fondi della Misura C.4 con quelli Miur/Cipe per quanto riguarda i progetti di integrazione tra scuola e formazione professionale. 5

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