Decisione N del 19 maggio 2017

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1 COLLEGIO DI PALERMO composto dai signori: (PA) MAUGERI (PA) SANTANGELI (PA) NATOLI Presidente Membro designato dalla Banca d'italia Membro designato dalla Banca d'italia (PA) PERRINO Membro designato da Associazione rappresentativa degli intermediari (PA) CAMBOA Membro designato da Associazione rappresentativa dei clienti Relatore FABIO SANTANGELI Nella seduta del 13/04/2017 dopo aver esaminato: - il ricorso e la documentazione allegata - le controdeduzioni dell intermediario e la relativa documentazione - la relazione della Segreteria tecnica FATTO Il ricorrente, intestatario insieme ad altra persona di un contratto di deposito a risparmio presso la Banca, espone che in data si recava presso uno sportello bancario della resistente cessionaria del credito per negoziare un assegno circolare, allo stesso intestato, tratto su altra Banca, dell importo di ,00. In pari data, per un errore della Banca veniva versato sul libretto a risparmio del ricorrente la minore somma di 2.100,00; solo successivamente, in data la convenuta integrava il versamento della somma di ,00. Undici giorni dopo l avvenuta negoziazione l istituito di credito contattava il cliente comunicando che il titolo negoziato era falso e che, pertanto, doveva restituire l importo versato sul libretto pari a ,00. Il ricorrente, lamentando la mancata accortezza della banca negoziatrice nel valutare il titolo contraffatto e ritenendo che la richiesta di rientro fosse avvenuta oltre il termine di stornabilità degli assegni, chiede il riaccredito della somma di ,00. Il ricorrente, inoltre, lamenta il danno subito a seguito dell affidamento della disponibilità della somma di denaro, poi venuta a mancare perché stornata dalla banca, utilizzata per l acquisto di un autovettura. Pag. 2/6

2 L intermediario resistente, preliminarmente, eccepisce il proprio difetto di legittimazione passiva evidenziando che in data si è resa cessionaria del ramo di azienda già ascritto alla BCC della xxx, presso la quale i ricorrenti avevano accesso il libretto di deposito a risparmio e presso la quale è stato negoziato il titolo oggetto del ricorso. In proposito produce parte dell atto di trasferimento del ramo di azienda datato dal quale risulta che la Banca cedente non annovera tra le proprie evidenze alcun profilo di rischio attinente alla materia oggetto del presente ricorso. L intermediario, inoltre, eccepisce il difetto del contraddittorio non essendo stato convenuta la banca che avrebbe emesso l assegno contraffatto. In merito ai fatti di causa sostiene che nessuna responsabilità può esserle ascritta in quanto la negoziazione avveniva secondo gli adempimenti di rito e la copia del titolo sembrava conforme alle caratteristiche tecniche proprie dei titoli della stessa specie, non presentava cioè vizi grafici o alterazioni visibili. Afferma, inoltre, che il titolo non risultava presente nel segmento PASS (Procedura Assegni Sottratti o Smarriti). In merito allo storno della somma afferma che lo stesso è avvenuto nel rispetto dei tempi previsti, essendo stato disposto non appena la banca emittente, in data , ha segnalato l irregolarità. L intermediario chiede, dunque, il rigetto del ricorso. DIRITTO 1) In via preliminare va rigettata l eccezione di difetto di legittimazione passiva formulata dall intermediario. Occorre precisare che in relazione agli effetti determinati dalla cessione del ramo di azienda bisogna fare riferimento all art. 58 T.U.B. che deroga e/o integra la disciplina civilistica di cui agli artt ss. c.c. e, in particolare, all art c.c. L art. 58 T.U.B, nel disciplinare la cessione dei rapporti giuridici, stabilisce al 5 comma che i creditori ceduti hanno facoltà, entro tre mesi dagli adempimenti pubblicitari previsti dal comma 2 [iscrizione della cessione nel registro delle imprese e pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale], di esigere dal cedente o dal cessionario l adempimento delle obbligazioni oggetto di cessione. Trascorso il termine di tre mesi, il cessionario risponde in via esclusiva. L interpretazione di tale disposizione legislativa ha costituito oggetto di un significativo approfondimento da parte di questo Arbitro nell ordinanza del Collegio di Roma n. 3997/15 il quale, condividendo la recente pronuncia della S.C. ( N /2014), ha affermato che la disciplina prevista dall art. 58 T.U.B. integri quella di cui all art. 2560, 2 co, c.c. nella parte in cui quest ultimo prevede che il cessionario d azienda risponda dei debiti dell azienda ceduta anteriori al trasferimento soltanto se essi risultino dai libri contabili obbligatori. La ratio dell art. 58 T.U.B va individuata nell esigenza di agevolare i fenomeni di concentrazione e /o organizzazione bancaria in regime di continuità dei rapporti e dell attività, al contempo garantendo la certezza e la chiarezza dei rapporti giuridici trasferiti. La necessità di dare certezza ai rapporti che coinvolgono le banche ha imposto una deroga alla norma di diritto comune. In questo caso si tratta di una disposizione di favore per i creditori, in quanto il cessionario risponderà per tutti i debiti inerenti l oggetto della cessione, e non soltanto di quelli risultanti dai libri contabili obbligatori, come prevede la norma di diritto comune (art c.c.). Pag. 3/6

3 Così ricostruito il quadro normativo di riferimento, l eccezione di carenza di legittimazione passiva sollevata dall intermediario resistente facendo perno sul fatto che la vicenda precede di due anni la cessione del ramo d azienda, non può essere accolta. Tale eccezione, inoltre, è esclusivamente incentrata su una clausola contrattuale inserita in uno stralcio del contratto di cessione di ramo d azienda mediante la quale la cedente dichiarava che che non esiste alla data odierna una qualsiasi obbligazione delle cedente non riflessa nella contabilità aziendale che possa dar luogo a responsabilità della cessionaria o essere fatta valere nei suoi confronti. Tale circostanza è, però, sfornita di prova, in quanto non viene allegata documentazione relativa alla contabilità aziendale dalla quale potrebbe dedursi l effettiva assenza di tale obbligazione. Inoltre, non risulta in alcun modo che il cedente e il cessionario abbiano inteso escludere dalla cessione del ramo i contratti o le obbligazioni a questa riconducibili. In assenza di alcuna espressa limitazione dell oggetto del trasferimento, sembra, dunque, corretto ritenere che oggetto del predetto trasferimento siano tutti i rapporti attivi e passivi inerenti il ramo d azienda e che, di conseguenza, il ricorrente può esigere dall intermediario l adempimento delle obbligazioni correlate al contratto di deposito a risparmio (in tal senso Collegio ABF di Roma n. 5102/13; Collegio ABF di Roma n. 3275/12). A ciò si aggiunga che ai sensi dell art c.c., il contraente ceduto può opporre al cessionario tutte le eccezioni derivanti dal contratto. 2) Ciò premesso, in merito alla diligenza richiesta all intermediario negoziatore di un assegno circolare, in virtù dell orientamento condiviso ed espresso in altre decisioni, si ritiene che qualora il titolo di credito non presenti anomalie rilevabili ictu oculi, con la particolare diligenza dell accorto banchiere, l intermediario non ha l onere di compiere ulteriori accertamenti sulla validità del titolo prima dell accredito del relativo importo, a meno che non sia espressamente richiesto dal cliente. Nel caso in esame si rileva come dall esame visivo del titolo non si ravvisano anomalie rilevabili ictu oculi. Inoltre, a detta dell intermediario, il titolo non risultava presente nel segmento PASS (Procedura Assegni Sottratti o Smarriti); ma di ciò non è stata fornita alcuna prova. L unico indice di una possibile irregolarità potrebbe ricavarsi dalla difformità tra l importo in lettere e l importo in cifre riportato sull assegno. Va però sottolineato che l art. 9 L. assegni (R.D. N. 1736/33) prevede e consente la conservazione della validità dell assegno nella ipotesi di differenza (quantitativa) tra la somma scritta in lettere e quella scritta; dispone testualmente che l'assegno bancario con la somma da pagarsi scritta in lettere ed in cifre vale, in caso di differenza, per la somma indicata in lettere. Pertanto, non si ravvisano gli estremi della responsabilità dell intermediario negoziatore dell assegno per omessa verifica della regolarità del titolo nella fase di negoziazione. 3) In merito alla data di comunicazione dell insoluto e alla relativa violazione dei termini per lo storno, si precisa che, secondo orientamento uniforme dell Abf, ai sensi dell art c.c. l accreditamento dell importo di un assegno trasferito alla banca per l incasso deve ritenersi sempre effettuato salvo incasso (o salvo buon fine), con la conseguenza che se il credito non viene soddisfatto la banca può eliminare la partita. L accredito salvo buon fine comporta che l operazione di accredito risulta sottoposta ad una condizione sospensiva, costituita appunto dal buon fine del titolo. Fino a quel momento il correntista può utilizzare le somme accreditate a suo favore solo se la banca gli concede credito, consentendo di disporre anticipatamente delle somme medesime Pag. 4/6

4 (Collegio di Roma Abf dec. n. 3316/2012; Collegio di Roma Abf dec. N. 7697/14; dec. N. 1206/13). Inoltre, la previsione di un termine entro il quale deve essere effettuato lo storno di assegni accreditati con la clausola salvo buon fine costituisce una regola di condotta finalizzata a dare adeguato affidamento al correntista in ordine al buon esito del titolo, una volta decorso, senza comunicazione di storno (Collegio di Roma Abf dec. N. 7697/14). Con riferimento al caso di specie il contratto di deposito a risparmio prevede espressamente che ove la banca ritenga di accettare in versamento assegni bancari e circolari, il relativo importo è accreditato con riserva di verifica e salvo buon fine ed è disponibile appena trascorso il termine previsto nel presente contratto. Avuto riguardo al predetto termine di disponibilità e non stornabilità degli assegni, il contratto prevede 2 giorni lavorativi per gli assegni circolari emessi da altre banche. Ciò posto, in base alla documentazione fornita dalle parti, il termine per lo storno risulta essere superato dalla Banca. Ciò in quanto la negoziazione del titolo è avvenuta il mentre, dal libretto di risparmio allegato dal ricorrente, risulta un prelievo datato , pari a ,00, che corrisponde allo storno della somma oggetto dell assegno negoziato, quindi, ben oltre i 2 giorni lavorativi previsti contrattualmente. Ciò contrariamente a quanto affermato dall intermediario convenuto, il quale sostiene di avere provveduto allo storno entro il termine di due giorni lavorativi previsto in contratto. Quest ultimo ha, infatti, affermato di avere provveduto allo storno il , in seguito alla comunicazione, ricevuta in data dalla Banca emittente, relativa alla contraffazione del titolo. Al riguardo si rileva, anzitutto, che l intermediario resistente non ha fornito alcuna prova della comunicazione relativa all irregolarità del titolo. E, inoltre, dalla copia del libretto di risparmio prodotto dal ricorrente, lo storno risulta essere stato effettuato il e non il , dunque, oltre il termine di non stornabilità previsto in contratto. 4) Deve ritenersi che la violazione dei termini per lo storno, concretando un inadempimento contrattuale, è suscettibile di determinare l obbligo di risarcire gli eventuali danni subiti dal cliente per aver fatto affidamento sulla disponibilità patrimoniale poi venuta a mancare, ovvero perché risulti vanificata o più difficoltosa l azione di recupero del credito a causa di un aggravamento delle condizioni patrimoniali del traente, verificatosi nel lasso di tempo dovuto alla ritardata comunicazione dell insoluto (Collegio di Roma Abf dec. N. 7696/14). Tuttavia, nella fattispecie in esame, il ricorrente non ha specificato quali danni ha subito e soprattutto non ha fornito alcun elemento di prova al riguardo, limitandosi ad affermare di aver utilizzato parte della somma, ossia per l acquisto di un autovettura. Pertanto, il ricorso non merita accoglimento. Il Collegio non accoglie il ricorso. PER QUESTI MOTIVI Pag. 5/6

5 IL PRESIDENTE firma 1 Pag. 6/6

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