Direttori Davide Canfora, Olimpia Imperio, Domenico Lassandro

Dimensione: px

Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Direttori Davide Canfora, Olimpia Imperio, Domenico Lassandro"

Angelica Lolli
5 anni fa
Visualizzazioni

2 Biblioteca della tradizione classica Centro interuniversitario di ricerca di studi sulla tradizione Università degli Studi di Bari Aldo Moro Università degli Studi della Repubblica di San Marino Università degli Studi di Padova 16 Direttori Davide Canfora, Olimpia Imperio, Domenico Lassandro Comitato Scientifico Stefano Bronzini (Bari), Grazia Distaso (Bari), Sabrina Ferrara (Tours), Maria Pilar García Ruiz (Pamplona), Margherita Losacco (Padova), Giorgio Otranto (Bari-San Marino), Domenico Ribatti (Bari), Francesco Stella (Siena-Arezzo), Paolo Viti (Lecce) Redazione Vanna Maraglino (Bari)

3 TITO LIVIO Ab urbe condita liber XXVII a cura di Fabrizio Feraco Cacucci Editore Bari

4 PROPRIETÀ LETTERARIA RISERVATA 2017 Cacucci Editore - Bari Via Nicolai, Bari - Tel. 080/ info@cacucci.it Ai sensi della legge sul diritto d autore e del codice civile è vietata la riproduzione di questo libro o di parte di esso con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilm, registrazioni o altro. ISBN Volume pubblicato con un contributo del Dipartimento di Studi Umanistici- Università della Calabria.

5 INDICE Premessa p. 9 La rivincita del Metauro: il libro XXVII di Livio» 11 Nota al testo» 21 Tito Livio, Ab urbe condita liber XXVII. Testo e traduzione» 29 Periocha ex libro XXVII» 122 Commento» 125 Bibliografia» 517 5

6 a Carmelo Salemme

7 Premessa I libri della prima decade, così come quelli della quarta e della quinta, hanno visto la pubblicazione, anche recente, di commenti (ricordiamo i nomi di Ogilvie e di Oakley per la prima decade e quello di Briscoe per la quarta e la quinta); diverso è il discorso per quanto riguarda la terza decade, per la quale manca un altrettanto sistematico lavoro di commento. A proposito, in particolare, del libro XXVII, se da un lato possono ancora risultare validi, per vari aspetti, commenti ormai datati (pubblicati tra fine Ottocento e inizio Novecento), dall altro risulta evidente la necessità e la possibilità di dare un nuovo contributo agli studi su questo libro dell opera storica liviana. Il libro XXVII si rivela di particolare importanza nel contesto della terza decade: è un momento di svolta nel racconto della seconda guerra punica, in quanto, dopo il fallito tentativo di Annibale di attaccare direttamente l Urbe (cfr. 26, 7-11), la situazione volge a favore dei Romani. Pervade il libro uno stato di tensione continua, legata all arrivo di Asdrubale in Italia, tensione che si scioglie solo nella parte finale, in seguito alla fondamentale vittoria nella battaglia del Metauro, rivincita della sconfitta di Canne: redditaque aequa Cannensi clades (27, 49, 5). Solo qualche accenno sulle caratteristiche del commento. Particolare risalto è stato conferito alla questione delle fonti, certamente molto problematica (e non solo in riferimento a questo specifico libro), ma dal cui studio, specie in un opera storiografica, non si può prescindere. In evidenza sono stati posti pure gli aspetti giuridici e religiosi, essenziali per l intelligenza del testo liviano e della sua storiografia. Impossibile, qui, riassumere gli aspetti relativi alla lingua, allo stile, alla tecnica narrativa, che trovano la loro più compiuta analisi nei singoli contesti del libro. Mi limito solo a rilevare la tendenza, tutta liviana, alla ripresa quasi degli stessi termini e delle stesse espressioni nell ambito di contesti analoghi. Tecnica compositiva che è ravvisabile sia all interno dello stesso libro XXVII, sia rispetto all intera opera (a titolo esemplificativo ricordo soltanto la descrizione della battaglia di Becula, in cui Scipione sconfigge le truppe guidate da Asdrubale, che presenta diversi elementi di somiglianza con la descrizione della battaglia di Sutri tra Romani ed Etruschi: cfr., ad es., 9, 35, 2-4 a- spreta erant strata saxis...romanus contra nunc tela, nunc saxa, quibus eos adfatim locus ipse armabat, ingerere e 27, 18, Per aspreta...iere...saxa quae locus strata...praebet ingerere...). L individuazione di questa tecnica narrativa è risultata, in qualche caso, utile anche nell ambito della critica testuale. E particolarmente ampio è stato lo spazio dedicato allo studio del testo. È stata adottata l edizione di Conway- Johnson (Oxonii 1935) (della quale riporto le sigle dei codici), ma il testo è stato criticamente riveduto in ogni sua parte. Una tavola sinottica segnala i luoghi nei quali mi allontano dall edizione oxoniense. 9

Documenti analoghi

La valorizzazione del patrimonio culturale per lo sviluppo locale

FEDERCULTURE La valorizzazione del patrimonio culturale per lo sviluppo locale Primo Rapporto Annuale Federculture a cura di Roberto Grossi e Marco Meneguzzo Touring Club Italiano Federculture Presidente