L alcol: un problema di tutti o di qualcuno?

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1 L alcol: un problema di tutti o di qualcuno? Il 30% degli uomini e il 16% delle donne in Italia hanno problemi a causa del bere di qualcuno. Ogni 12 minuti in Italia qualcuno,bevitore o astemio, giovane o meno giovane,muore a causa del bere di qualche altro. L alcol colpisce non solo chi beve ma anche chi interagisce in qualche modo con i bevitori.

2 La maggior parte delle persone beve alcol senza avere esperienza di problemi seri. Alcol e problemi alcolcorrelati: due dati di fatto L alcol causa molto probabilmente più danni alla salute ed al benessere di ogni altra sostanza G. Romanus O.M.S.

3 PALEOLITICO ( anni fa) Prima bevanda alcolica: Idromele NEOLITICO (ca a.c.) Diffusione dell alcol EGIZI, SUMERI, BABILONESI, ETRUSCHI, GRECI, ROMANI Consumo associato a cerimonie e riti sacri e regolamentato nelle diverse società da norme di natura religiosa, sociale o economica.

4 Fino al XIX secolo l'acqua e' stata considerata nella societa' occidentale sostanza inadatta al consumo. Il rifiuto dell'acqua come bevanda e' unanime da parte delle civilta' piu' antiche, dalla egizia alla babilonese, dall'ebraica all'assira, dalla greca alla romana. Nel corso dei secoli si era constatato che l'acqua era nociva e poteva provocare malattie acute e croniche, se non addirittura mortali: di conseguenza si evitava di berla, specie se il suo sapore era sgradevole. Nel Vecchio e nel Nuovo Testamento non si fa praticamente mai riferimento all'acqua come a bevanda d'uso comune. Lo stesso si puo' dire anche per la letteratura greca, fatta eccezione per qualche giudizio positivo sulla qualita' dell'acqua delle sorgenti montane. Le conoscenze di batteriologia che potevano consentire di individuare i responsabili della contaminazione dell'acqua sarebbero subentrate solo nell'ottocento. I metodi di depurazione dell'acqua erano ignoti e, a differenza di quanto avveniva in Oriente, in Occidente i vantaggi derivanti dalla bollitura dell'acqua (con conseguente distruzione di batteri e di altri parassiti) non erano né conosciuti né collegati a questo procedimento.

5 Per quasi anni di storia delle civilta' occidentali, la birra e il vino, e non l'acqua, sono state le principali bevande dissetanti, consumate quotidianamente da tutti, a tutte le eta'. Le popolazioni marinare e gli esploratori, ad esempio, sapevano che l'acqua potabile diventava in breve tempo putrida e maleodorante. Il consumo di latte non era molto diffuso ed era considerato, in genere, un'abitudine "barbarica". L'alcol, in quanto ingrediente della birra e del vino, veniva consumato in piccole quantita' e le conseguenze negative, sia individuali sia sociali, erano poche o nulle. E' molto probabile che il contenuto alcolico di tali bevande fosse a quei tempi talmente basso da produrre ben pochi effetti nocivi e che solo molto piu' tardi divennero quindi oggetto di seria attenzione e di preoccupazione. Gli effetti generati da un consumo elevato di alcol erano, beninteso, ampiamente noti e stimolavano la speculazione di filosofi come Platone, Socrate e Senofonte.

6 Nel 21 secolo, l alcol è ancora un problema di salute pubblica L Alcol è il terzo più importante fattore di rischio di morte e disabilità dopo il tabacco e l ipertensione e il primo fattore di rischio per i giovani. 90% dei ragazzi d età anni usa alcol. 1 ventenne su quattro pratica il binge drinking. Età di inizio : 11 anni; Prima ubriacatura: 14 anni 55 milioni di alcoldipendenti nel mondo,di cui 23 in Europa e circa 2 milioni in Italia. Nel mondo, l Europa è il continente che fa registrare il più alto tasso di produzione,esportazione e consumo p.c. di alcol,quest ultimo doppio rispetto alla media a livello mondiale.

7 PARLARE DEI PROBLEMI ALCOLCORRELATI SENZA PARLARE DI. COS E L ALCOL? COS E IL BERE? CHI BEVE?

8 COS E L ALCOL? L alcol etilico (etanolo) è un liquido che si forma per fermentazione di alcuni zuccheri o si concentra per distillazione di prodotti alcolici fermentati L ALCOL: Modifica il funzionamento del nostro cervello (euforia in piccola dose, sedazione in alte dosi) E una sostanza psicoattiva (modifica la percezione della realtà) E causa di rischi e danni individuali, familiari, sociali Induce tolleranza Provoca dipendenza

9 ALCOL,CHI SEI? Tossico Sostanza psicoattiva Azione cancerogena Causa di 60 patologie d organo

10 DUNQUE Secondo l OMS, L alcol è una sostanza tossica, potenzialmente cancerogena e capace di indurre dipendenza superiore rispetto alle sostanze o droghe illegali più conosciute. INFATTI,L ALCOL pur apportando circa 7 Kilocalorie per grammo NON È UN NUTRIENTE come le proteine, i carboidrati o i grassi alimentari.

11 LANCET Alcol al quinto posto per pericolosità tra tutte le droghe ; Alcol al primo posto invece fra quelle legali e che non hanno bisogno di prescrizione.

12 Alcol e Cancro Tutti gli organismi di tutela della salute (NIH, OMS, CDC, ISS,ecc.) ribadiscono che l'alcol è una sostanza CANCEROGENA Lo IARC ha inserito nell ottobre 2010 l alcol nella prima classe di cancerogeni al pari di amianto e benzene. Anche il consumo di un bicchiere di una qualsiasi bevanda alcolica (vino incluso) si accompagna ad un maggior rischio di CANCRO per ben definite patologie.

13 Associazione con altri fattori di rischio Facilitazione dell azione cancerogena da parte dell alcol in associazione ad altre sostanze. Es. Alcol + Tabacco : incremento delle neoplasie del tratto respiratorio superiore e digerente.

14 Differenti fattori di rischio delle droghe Fattori di rischio Eroina Cocai na MDMA Alcol BDZ Psicosti molanti Cannabis Tabacco Dipendenz a. fisica Dip. psichica Neurotossi cità Tossicità generale Pericolosit à sociale Trattamen ti sostitutivi Molto forte Molto forte Debole Forte ma intermit tente Molto debole Molto forte Media Debole Media Forte no Forte Debole Forte Media Debole Debole Forte Molto forte Forte Debole Forte Da dimostrare Forte Forte Molto forte Forte No Forte no Si Molto forte Molto forte No No Forte Media Debole Debole No Si Si No Si No No Non ricercato Si

15 COS E IL BERE? Il bere è un comportamento diffuso e accettato nella cultura mediterranea. I Luoghi comuni che hanno alimentato la nostra tradizione e della nostra cultura alimentare e sociale FA SALUTE DA CALORE, FORZA, SICUREZZA AIUTA A STARE INSIEME NON CI FA SENTIRE DIVERSI

16 Alcol e comunità : la società bagnata Liberalizzazione dei consumi. Alta tolleranza verso i consumi. Globalizzazione dei consumi e dei modelli di socializzazione centrati sull uso sostanze ricreazionali.ricerca e conquista di nuovi target di consumo. Difficoltà ad applicare politiche di salute pubblica basate sul controllo e sull informazione libera e responsabilizzante.

17 Il 90% dei paesi della Regione Europea hanno un consumo annuale pro capite che supera i 2 litri di alcol puro (il limite suggerito dall evidenza scientifica come il più basso rischio di mortalità per la popolazione).

18 INFLUENZA FAMILIARE SUI CONSUMI DI ALCOL. Distribuzione dei FIGLI consumatori di bevande alcoliche in base alla categoria di consumo e alla modalità di consumo del capofamiglia ASTEMIO MODERATO ECCESSIVO Fonte: L INFLUENZA DEI COMPORTAMENTI FAMILIARI SUL CONSUMO DI ALCOL E. Scafato, S. Ghirini, R. Russo. Istituto Superiore di Sanità Roma Centro Collaboratore WHO per la Ricerca e la Promozione della Salute su Alcol e Problematiche Alcolcorrelate

19 L influenza dei comportamenti familiari sui consumi di alcol L appartenere ad un nucleo familiare con Capo Famiglia bevitore a maggior rischio invece che ad un nucleo familiare con CF bevitore a minor livello di consumo comporta dunque un rischio del 67% superiore a quello di coniugi/conviventi di una famiglia con CF bevitore a rischio minore. L appartenere, infine, ad un nucleo familiare con CF bevitore a maggior rischio invece che ad un nucleo familiare con CF astemio espone i coniugi/conviventi ad un rischio relativo di diventare essi stessi bevitori a maggior rischio notevolmente più elevato, cioè circa sette volte superiore a quello dei coniugi e conviventi di un nucleo familiare con CF astemio. Indagine multiscopo 2003 elaborazione :ISS

20 I 5 principali fattori di rischio di malattia e morte prematura in Europa Fonte: World Health Organization (2002) The World Health Report Reducing risks, promoting healthy life. Geneva; World Health Organization. *Un DALY (Disability Adjusted Life Year-Anni di vita al netto di disabilità) è l unità di misurazione di un anno di morte prematura o malattia, aggiustata per la gravità della malattia Progetto PRISMA-PHEPA

21 Il BERE MODERATO Quanto a presunti effetti benefici del bere, l'organizzazione Mondiale della Sanità sul tema ha testualmente affermato: "é puramente insensato promuovere il concetto del bere moderato per ragioni di salute...la pubblicità data a questo concetto non è il risultato di una rigorosa ricerca scientifica, ma in larga misura è ispirata a motivi commerciali.

22 Esiste il BERE SICURO? è estremamente complesso identificare una soglia di sicurezza che faccia da spartiacque tra la categoria dei bevitori moderati e quella dei bevitori eccessivi vi è una sostanziale imprevedibilità delle conseguenze dell alcol sull organismo, fino ad oggi non è consentito identificare una dose sicuramente non tossica Consensus Conference sull Alcol,

23 Bere è un comportamento a rischio NON ESISTE ALCUNA SOGLIA MINIMA DI CONSUMO AL DI SOTTO DELLA QUALE NON SI PUÒ BERE ALCOL SENZA RISCHIO ALCUNO. (Hans Emblad Direttore Programma OMS sulle Tossicodipendenze,1994)

24 Non c è soglia di sicurezza Le conoscenze scientifiche attuali non consentono di identificare livelli di consumo di alcol raccomandabili o sicure per la salute. E più corretto parlare di quantità a basso rischio. in quanto non esistono quantità di consumo a rischio zero Il rischio esiste ad ogni livello di consumo ed aumenta progressivamente con l incremento delle quantità consumate. ( Comitato Regionale Europeo OMS Bucarest, settembre 2005)

25 100% per la cirrosi epatica 20-30% per il cancro della cavità orale, della faringe, della laringe 10% per il cancro dell esofago 14% per il cancro del fegato 10-20% per il cancro della mammella incremento della pressione arteriosa tra i 2 ed i 4 mmhg un possibile incremento di ictus in ragione del 20% WHO REGIONAL OFFICE FOR EUROPE 1994

26 Il medico e l alcol L'alcol non può essere oggetto di prescrizione da parte di chi esercita l'importante missione di prevenire le malattie e tutelare la salute. E' considerato peraltro non etico suggerire un consumo pur moderato di alcol, alla luce dell'evidenza ormai condivisa che l'alcol è una sostanza di per sé dannosa e tossica, capace di indurre dipendenza e potenzialmente cancerogena". L alcol è infatti collegato a un maggior rischio di una dozzina di tumori e di oltre 60 patologie.

27 Declaration on alcohol and young people (Stoccolma 2001) W.H.O. Regional Office Copenhagen Da un punto di vista di salute pubblica, il messaggio e chiaro: non esistono evidenze scientifiche fondate per stabilire un limite sicuro di consumo di alcol e cio in particolare per i giovani e gli adolescenti, che costituiscono i gruppi piu vulnerabili.

28 I CONSUMATORI IN ITALIA. Consumatori: circa (68 %) Maschi: (81 %) Femmine: (56 %) A maggior rischio (Linee Guida Nutr.): circa Maschi > 40 g/day ; Femmine > 20 g/day : 17 % (in media) Alcoldipendenti in carico ai servizi: ( nel 1996) Sino a 19 anni 1 %; tra 19 e 29 anni 10 % Maschi : Femmine: Ricoveri totalmente attribuibili all alcol : Maschi : Femmine: Morti alcolcorrelati: da (ISS-WHO) a (SIA) Scafato et al.

29 I GIOVANI E IL BERE L età di iniziazione all alcol nei ragazzi italiani è la più bassa in Europa, poco più di 12 anni (in media 12,2 anni di età, contro i 14,6 della media europea)- Al di sotto dei 13 anni essi consumano bevande alcoliche con una prevalenza tra le più alte dell'ue. Così, nel 2008 il 17,6% dei giovani di anni ha consumato bevande alcoliche, in un'età al di sotto di quella legale per la somministrazione e per la quale il consumo DEVE ESSERE ZERO. Sono 1 milione e 500 mila i giovani, tra gli 11 e i 24 anni a rischio alcol in Italia. Dalla Relazione al Parlamento del Ministero della Salute in materia di alcol e problemi

30 Non possiamo parlare di giovani e alcol se contemporaneamente non inseriamo questo problema nel contesto più generale della cultura della comunità. Politiche sull alcol che riguardano i giovani dovrebbero costituire parte di una risposta della società di più ampio respiro, poiché il consumo di alcol dei giovani riflette in gran parte gli atteggiamenti e le pratiche del mondo degli adulti Dichiarazione ufficiale OMS Giovani e alcol

31 PAC E GIOVANI In crescita anche i dati sull alcoldipendenza fra i giovani. nel 2005 i minori di 20 anni alcoldipendenti sono lo 0,7% dell utenza dei servizi (contro lo 0,5% del 2003), mentre fra i 20 e i 29 anni sono l 11% (contro il 9,1% del 2003). In dieci anni, dal 1996 al 2006 il numero degli alcoldipendenti in carico ai servizi è aumentato del 187%, con un incremento medio annuo del 19%.

32 I nuovi modelli del bere e il loro impatto sanitario e sociale Happy hours Open bar Pubs crawl Drink as much as you can Binge drinking In Italia oltre di binge drinkers (dati 2009 ISS)

33 CONSUMO A RISCHIO DI ALCOL TRA I GIOVANI enni enni enni A RISCHIO IN ITALIA

34 Trend italiano dei consumi medi procapite Consumi ben oltre i 6 litri pro/capite /anno Si registra un rallentamento del trend decrescente con un incremento nei consumi procapite di alcol puro negli ultimi anni. (inversione di tendenza rispetto agli anni 90) Massimo contributo da consumo di vino (pur dimezzato) e consumo costante di alcol attraverso bevande quali superalcolici e birra per la quale si registra un lieve aumento.

35 Bere e livelli di rischio (OMS) Astensione Consumo di alcol Consumo a basso rischio Consumo ad alto rischio ( hazardous ) Consumo dannoso ( harmful ) Alcoldipendenza

36 15% - 20% astemi astinenti % bevitori moderati Rischio 5 10% bevitori ad alto rischio

37 Piano d Azione Europeo I trattamenti Offrire trattamenti accessibili e diffusi Il ruolo della medicina di base e i relativi interventi brevi L importanza dei gruppi di auto-aiuto rivolte alle famiglie coinvolgendo la comunità. La prevenzione: Riduzione dei consumi Informazione Consapevolezza scelta cambiamento personale e culturale Responsabilità collettiva e Istituzionale Sistemi di regolamentazione (accessibilità,pubblicità, prezzi, tutela dei minori, controlli per alcol e guida, alcol e lavoro, alcol e manifestazioni pubbliche)

38 Documenti internazionali sull alcol Strategie Evidence-Based OMS Piano d azione europeo sull alcol OMS Carta europea sull alcol 1995 OMS Piano d azione europeo sull alcol OMS Dichiarazione di Stoccolma su giovani e alcol 2001 EU Raccomandazione Consiglio dell Unione Europea su consumo di alcol da parte dei bambini e degli adolescenti * EU Conclusioni del Consiglio dell Unione Europea sulla strategia comunitaria per la riduzione dei danni alcol correlati 2001 * OMS Quadro di riferimento per le politiche alcologiche nella Regione Europea * EU Strategia Comunitaria per la riduzione dei danni derivanti dal consumo di alcol

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