Rachide normale. Piano frontale (coronale) Piano sagittale. Piano assiale
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1 Le Scoliosi
2 Rachide normale Piano frontale (coronale) Piano sagittale Piano assiale
3 Rachide normale Piano frontale (coronale) Assenza di deviazioni laterali rispetto alla linea mediana
4 Rachide normale Piano sagittale Lordosi cervicale Cifosi toracica Lordosi lombare Cifosi sacrale
5 Rachide normale Piano assiale Assenza di rotazione rispetto all asse longitudinale o di torsione intravertebrale
6 Scoliosi Definizione Dismorfismo caratterizzato da una deviazione permanente (piano frontale) della colonna vertebrale,che si accompagna a rotazione delle vertebre
7 Scoliosi La scoliosi è una deformità della colonna vertebrale, cioè una deviazione dalla norma, che deve essere in qualche modo fissa, cioè non correggibile completamente dal paziente
8 Scoliosi Quando si descrive una deformità vertebrale bisogna considerare: Da cosa è provocata (eziologia) Dove è localizzata (sede della curva) La sua direzione (Dx o Sx) La sua entità (gradi di Cobb)
9 Scoliosi Scoliosi strutturali Scoliosi non strutturali (atteggiamento scoliotico dismorfismo)
10 Scoliosi non strutturali Scoliosi non strutturali o funzionali (atteggiamenti scoliotici) Deviazioni laterali sul solo piano frontale
11 Scoliosi non strutturali Caratteristiche Assenza di alterazioni della struttura vertebrale La curva scompare nei radiogrammi sotto carico La curva è correggibile nei radiogrammi in bending laterale dal lato della convessità
12 Scoliosi non strutturali Caratteristiche Mobilità del rachide integra Non evolutività Test di Adam negativo (per valutare il gibbo)
13 Scoliosi non strutturali Primitive Attitudine posturale globale Secondarie Compenso a eterometrie arti inferiori o a patologie di vario tipo
14 Scoliosi non strutturali Secondarie Isteriche Secondarie a radicolopatie Secondarie a flogosi Secondarie a eterometrie arti inferiori Secondarie a contratture muscolari
15 Scoliosi strutturali Scoliosi non strutturali
16 Piano frontale (coronale) Deviazione laterale del rachide
17 Piano sagittale Accentuazione delle normali curve o sostituzione con curve di verso opposto
18 Piano assiale Rotazione intervertebrale e torsione intravertebrale
19 Caratteristiche Alterazione nei piani frontale, sagittale e assiale Alterazione della mobilità del rachide Mancata correzione nei radiogrammi in posizione supina e in bending laterale Alterazioni morfologiche vertebrali
20 Caratteristiche Gibbo irriducibile Rigidità Evolutività?
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22 Eziologia Idiopatica ~ 95% Neuromuscolare -neuropatica (poliomielite,mmc) -miopatica (distrofia muscolare) Congenita (difetti di formazione o differenziazione) Neurofibromatosi Da cause diverse
23 Classificazione di Mac Ewan delle scoliosi congenite Difetti di formazione parziali (vertebra cuneiforme) completi (emivertebre) Difetti di segmentazione unilaterale ( barra non segmentata ) bilaterale ( fusione ) Forme non classificabili
24 congenite
25 Eziologia (da cause diverse) Malattie del mesenchima ( M. di Marfan) Malattie reumatiche Traumi Osteocondrodisplasie (Mucopolisaccaridosi) Malattie metaboliche Tumori Infezioni
26 idiopatica Scoliosi idiopatica: 95% Infantile (0-3 anni) Giovanile (3-10 anni) Dell adolescenza (oltre 10 anni)
27 idiopatica Forma infantile Autolimitante: sparisce al terzo anno di età (spontaneamente risolutiva) Evolutiva: è la forma più grave, peggiora con l accrescimento, pertanto prima nasce la malattia e peggiore è la prognosi. In genere progredisce di 5 all anno e termina con la fine dell accrescimento
28 Classificazione Età Topografia (sede delle curve) Gravità in gradi di Cobb Grado di strutturazione
29 Topografia Classificazione in base alla localizzazione della vertebra apice (vertebra che presenta il maggior grado di deformazione valutato su un radiogramma del rachide in toto in ortostatismo in a-p considerando l entità della rotazione e della distanza della vertebra dall asse longitudinale)
30 Curve cervicali (apice tra C1 e C6) Curve cervico-toraciche (apice tra C7 e T1) Curve toraciche (apice tra T1 e T11) Curve lombari (apice tra L2 e L4) Curve lombo-sacrali (apice tra L5 e S1)
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35 Metodo di Cobb Il grado di inclinazione della curva scoliotica è espresso dall angolo formato dalle due perpendicolari alle rette tangenti rispettivamente alla limitante superiore della vertebra terminale craniale e alla limitante inferiore della vertebra terminale caudale.
36 Gravità in gradi di Cobb valutata in base al grado di curvatura laterale del rachide in un Rx in toto in ortostatismo in a-p secondo il metodo di Cobb
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39 Le scoliosi si misurano con valori angolari: metodo di Cobb Fino a 20 = piccola entità Oltre 40 = media entità Oltre 70 = grande entità
40 Metodo di Ferguson Il grado di inclinazione della curva scoliotica è espresso dall angolo formato dalle rette che uniscono il centro delle due vertebre terminali con il centro della vertebra apicale. Quest ultima di solito corrisponde al centro della curva scoliotica.
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42 Metodo di Moo Per valutare la rotazione vertebrale si traccia una linea che divide a metà i corpi vertebrali e si valuta l entità di rotazione dei peduncoli vertebrali. Più spostati sono i peduncoli, maggiore è il grado di rotazione.
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44 Grado di strutturazione Quando il rachide presenta due o più curve bisogna determinare quali sono primitive e quali sono secondarie di compenso
45 Curva primitiva o maggiore Si intende la curva di maggiore entità, a più precoce insorgenza, sempre con carattere strutturale
46 Curva secondaria di compenso Si intende la curva di minore entità, parzialmente o non strutturale, sita cranialmente o cefalicamente a una curva maggiore, serve a mantenere il normale asse cefalo-caudale
47 Bending Test Scoliosi strutturali
48 Incidenza in età scolare Scoliosi funzionali : 60% dei bambini Scoliosi strutturali : Brooks et al 0,1% - 13,6% Drumond et al 4,5% (6-11 ); 2% (>11 )
49 Storia naturale Per Storia naturale si intende il comportamento evolutivo delle curve scoliotiche, non sottoposte a trattamento, sia nell età dell accrescimento che dopo il il conseguimento della maturità scheletrica
50 Storia naturale Lo studio della storia naturale consiste nell individuare quei parametri, legati alla geometria delle curve e ai processi di accrescimento, che rappresentano gli indicatori del rischio di progressione della scoliosi idiopatica
51 Storia naturale La comprensione e la previsione del comportamento nel tempo della deformità permette di porre o meno l indicazione al trattamento L efficacia del trattamento viene valutata in base alla sua capacità di modificare la storia naturale della curva
52 Storia naturale Fattori correlati ad un maggiore rischio evolutivo delle curve: Parametri correlati all accrescimento staturale durante l età evolutiva Parametri relativi alle caratteristiche geometriche della deformità nei piani dello spazio Topografia
53 Parametri correlati all accrescimento staturale durante l età evolutiva: Età anagrafica Età scheletrica Stadio di maturazione scheletrica (Risser, Ring apofisi) Spurt puberale
54 Valutazione radiologica dell età ossea mediante indice di Risser. È utilizzato nella valutazione radiologica dell evolutività della curva scoliotica. Si riferisce al processo di maturazione scheletrica e si basa sulla valutazione della saldatura del nucleo di accrescimento della cresta iliaca.
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56 Parametri relativi alle caratteristiche geometriche della deformità nei piani dello spazio: Entità della curva in gradi di Cobb Rotazione intervertebrali Torsione intravertebrale
57 Topografia: Toraciche Toracolombari Lombari Le curve toraciche sono caratterizzate da un maggiore rischio di progressione
58 Storia naturale La conoscenza dei singoli fattori correlati alla evoluzione della scoliosi non consente di effettuare, paziente per paziente, una stima del rischio di progressione, vista l inscindibile interazione fra fattori biologici e meccanici
59 Storia naturale Nella pratica clinica il metodo migliore per analizzare il comportamento evolutivo della scoliosi idiopatica è il controllo clinicoradiografico reiterato nel tempo
60 Trattamento Conservativo Non conservativo (chirurgico)
61 Trattamento conservativo Si intende tutta quella serie di presidi e modalità terapeutiche (ortesi) non chirurgici impiegati nella cura della scoliosi idiopatica
62 Trattamento ortesico Blocco del processo evolutivo della scoliosi
63 Azione meccanica delle ortesi Azione stabilizzante Azione correttiva
64 Principali tipi di corsetti Milwaukee Blount e Schmidt nel 1945 Scoliosi toraciche e toraco-lombari Lionese Stagnara nel 1950 Scoliosi toraciche e toraco-lombari Boston Brace Hall nel 1977 Scoliosi toraco-lombari e lombari Scoliosi strutturali
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67 Trattamento chirurgico Stabilizzazione vertebrale con barre e viti
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