CONVEGNO SAN MARINO RUOLO DEL COORDINATORE NELLA PREVENZIONE DELLE INFEZIONI
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- Mario Visconti
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1 CONVEGNO SAN MARINO RUOLO DEL COORDINATORE NELLA PREVENZIONE DELLE INFEZIONI VALENTINA CAMPANALE COORDINATORE INFERMIERISTICO BLOCCO OPERATORIO MARIA CECILIA HOSPITAL
2 QUALE E L EMERGENZA OGGI?
3 L EMERGENZA ODIERNA E RAPPRESENTATA DALLE INFEZIONI
4 La scoperta dell antibiotico La Penicillina fu il primo antibiotico ad essere scoperto da Alexander Fleming, ad essa seguirono Streptomicina, Tetraciclina. Le ricerche condotte da Louis Pasteur e Robert Koch isolarono e descrissero la maggior parte dei germi, definendone il ruolo nell insorgenza di numerose malattie.
5 La scoperta casuale dell antibiotico e di alcuni vaccini provocarono una rivoluzione nel campo della medicina
6 La scoperta dell antibiotico Le prime malattie ad essere curate mediante la somministrazione di antibiotici furono la Tubercolosi (o Peste Bianca), che per millenni aveva imperversato nel mondo civilizzato, e le infezioni a trasmissione sessuale, soprattutto gonorrea e sifilide. Fin dall inizio, tuttavia, gli scienziati notarono l insorgenza di resistenza agli antibiotici: i ceppi normalmente sensibili a una molecola tendevano cioè a sviluppare meccanismi in grado di inattivarla o di rendere resistenti al suo effetto i microorganismi. Gli straordinari effetti di tali molecole spinsero però la comunità scientifica a sottostimare il problema.
7 La scoperta degli antibiotici Durante gli anni 50, l industria chimica, fino ad allora destinata alla sintesi di fertilizzanti e coloranti, si orientò sulla produzione di prodotti farmaceutici, in particolare, ovviamente, di antibiotici, che venivano consumati e prodotti in quantità sempre maggiori. Col tempo, gli antibiotici trovarono impieghi sempre nuovi, anche in campi non necessariamente correlati alla medicina. Piccole quantità di antibiotico aggiunte al mangime di polli e maiali ne incrementavano la crescita, aumentando la resa dell allevamento.
8 la risposta dei microrganismi agli antibiotici ha determinato la produzione di Nuovi ceppi batterici resistenti e quindi una Recrudescenza delle infezioni
9 Di fronte alla inefficacia di un arma come quella degli antibiotici assumono importanza ai fini della prevenzione delle ICA i comportamenti professionali
10 ESPERIENZA DI MCH Nel 2005 l Organizzazione mondiale della sanità lancia una campagna mondiale per la sicurezza del paziente, che includeva anche la campagna Cure pulite sono cure più sicure basata sulla promozione dell igiene delle mani.
11 MARIA CECILIA HOSPITAL Nel maggio 2010 nasce a Maria Cecilia Hospital, in collaborazione con la ASL territoriale di Ravenna, un progetto di monitoraggio e sorveglianza delle infezioni mirato alla prevenzione delle stesse nell espletamento dell attività di assistenza infermieristica e medica. OBBIETTIVO 11 DEL MANUALE PER LA SICUREZZA IN SALA OPERATORIA PREVENIRE LE INFEZIONI DEL SITO CHIRURGICO
12 PROGETTO MARIA CECILIA HOSPITAL I punti salienti di tale progetto riguardano: L implementazione di un monitoraggio dell andamento delle infezioni attraverso una raccolta dati relativa all isolamento di germi sentinella nella struttura da parte della Direzione Sanitaria in collaborazione con il laboratorio analisi. la classificazione di casi di portatori sani e di casi infetti con manifestazione di infezioni della ferita chirurgica e di infezioni ENDOCARDITICHE. la revisione delle procedure aziendali e le istruzioni operative relative al processo di prevenzione delle ICA. la pianificazione di un programma formativo ed informativo in collaborazione con l Asl di Ravenna. La divulgazione di tale piano informativo e formativo capillarizzata ai singoli professionisti attraverso corsi di formazione, gruppi di lavoro, riunioni. La valutazione dell apprendimento e del consolidamento nell operatività dell applicazione delle procedure.
13 RUOLO DEL COORDINATORE Prevenzione delle ICA infermieristica e medica: riguarda tutta l attività di formazione e informazione e valutazione del personale in merito al tema prevenzione delle infezioni nel blocco operatorio. Prevenzione delle ICA a livello ambientale: riguarda la prevenzione delle infezioni all interno del blocco operatorio attraverso interventi mirati nel settore della sanificazione e sanitizzazione ambientale e della sterilizzazione.
14 quando parliamo di COMPORTAMENTI PROFESSIONALI ci riferiamo a tutte quelle azioni o atteggiamenti operativi mirati ad evitare la trasmissione delle infezioni. Primo fra tutti : il lavaggio delle mani
15 Lavaggio chirurgico delle mani Assicura la riduzione quasi totale della popolazione batterica, tutti i batteri transitori ed una elevata percentuale di batteri della flora residente Raccomandazioni (1) Categoria 1 misura fortemente raccomandate Le misure inserite in questa categoria sono da considerarsi di pratica applicazione e vanno adottate in tutti gli ospedali
16 Lavaggio chirurgico delle mani CDC OMS - AORN LA CURA della MANO: mantenere la giusta idratazione cutanea. tagli e abrasioni devono essere coperti da medicazioni impermeabili. curare eventuali dermatiti. LA CURA delle UNGHIE: Mantenere le unghie CORTE, PULITE e in SALUTE. Divieto di utilizzo di unghie artificiali o ricostruite con gel. Non si dovrebbe utilizzare smalto, (studi in corso).
17 QUANDO? Prima di qualunque procedura chirurgica Fra un intervento e l altro Prima di ogni manovra invasiva come il posizionamento di accessi vascolari centrali (rapida moltiplicazione batterica sotto i guanti sterili se non eseguito lavaggio chirurgico) (1B) In caso di rottura dei guanti
18 LINEA GUIDA NICE L INDICAZIONE DELLA LINEA GUIDA NICE RIASSUME LA MIGLIORE PRATICA PREOPERATORIA DI IGIENE DELLE MANI: - L équipe chirurgica di sala operatoria deve eseguire il lavaggio chirurgico delle mani prima del primo intervento della lista operatoria con soluzione antisettica per il lavaggio chirurgico, con uno spazzolino monouso o un pulisci-unghie per assicurare che mani e unghie siano visibilmente pulite. - prima dei successivi interventi chirurgici, le mani devono essere igienizzate utilizzando una frizione alcolica delle mani o una soluzione antisettica per il lavaggio chirurgico. Se le mani sono sporche, devono essere lavate con acqua e soluzione antisettica come per il lavaggio chirurgico. MEMO 7 PAG. 29
19 COME EFFETTUARE LA FRIZIONE ALCOLICA PREOPERATORIA DELLE MANI IMMERGERE LE UNGHIE DELLA MANO DESTRA ( 5 SECONDI) IN 5 ML DI SOLUZIONE TENUTI NELLA MANO SINISTRA, QUINDI FRIZIONARE L AVAMBRACCIO DESTRO FINO AL GOMITO (1015 ). RIPETERE DALL ALTRA PARTE. FRIZIONARE LE DUE MANI (20-30 ). MEMO 7 PAG. 31
20 Tabella lavaggio delle mani pag 23 memo 7
21 Preparazione del paziente (1) Misure fortemente raccomandate Verifica della pulizia dell ambiente. Verifica dell igiene del paziente ed in particolare dell area d incisione chirurgica. Osservazione e rilevazione di segni particolari: rossore, eruzioni, abrasioni, rigonfiamenti, chiazze rossastre,etc. Controllo visivo dei disinfettanti utilizzati. Esecuzione dell antisepsi del campo operatorio con soluzioni a base alcolica in soluzione acquosa+clorexidina con movimenti centrifughi.
22 Preparazione del paziente(2) Misure fortemente raccomandate Rispetto del tempo di attivazione del disinfettante (da 30 secondi ) Predisposizione del campo sterile con tecniche asettiche. Mantenimento dell asepsi del campo operatorio per tutta la durata dell intervento e finchè il paziente non sia uscito dalla sala operatoria. L utilizzo di biancheria e strumentario dedicato per ogni singolo paziente con controllo della scadenza e del viraggio di sterilizzazione prima dell uso.
23 Selezionare gli agenti antisettici basandosi sulle segnalazioni di possibili allergie e/o sensibilizzazioni cutanee del paziente. Nel caso di ferite infette si devono utilizzare tamponi dedicati per la zona infetta o sporca e tamponi dedicati per le zone non ancora francamente infette. Rispettare i tempi di evaporazione dei disinfettanti a base alcolica, in quanto infiammabili, per prevenire i rischi di incendio. Evitare la formazione di depositi di disinfettante sotto il corpo della persona, sotto gli elettrodi posizionati, sotto le placche elettrodispersive per prevenire il rischio di ustioni. EVIDENCE IB
24 Memo 6 Antisepsi e disinfezione in ambito sanitario e socio-sanitario Da pag 81, 83, 84,85
25 Memo 6, pag. 81 Tabella pag. 81
26 Memo 6, pag. 83 Tabella pag 83
27 Memo 6, pag. 85 Tabella pag 83
28 1. INTERVENTI NEL SETTORE DELLA STERILIZZAZIONE INSERIMENTO HELIX TEST 2. INDICAZIONI GENERALI SUI TEMPI DI STERILITA
29 HELIX TEST TEST PER CARICHI CON CORPI CAVI
30 HELIX TEST E UN TEST CHE SERVE A DIMOSTRARE LA PENETRAZIONE DEL VAPORE NEI CORPI CAVI. INTRODOTTO DALLA VERSIONE 2008 DELLA EN 285 SI DIFFERENZIA DAL TEST DI BOWIE-DICK IN QUANTO MISURA LA PENETRAZIONE DEL VAPORE NEI CORPI CANULATI E NON NEI CARICHI POROSI COME IL BD.
31 HELIX TEST PER LA PROVA VENGONO UTILIZZATI SISTEMI DI CANNULAZIONE CONFORMI AI PARAMETRI NORMATIVI. DEVE ESSERE ESEGUITO QUOTIDIANAMENTE A CAMERA VUOTA
32 TEST DI PENETRAZIONE DEL VAPORE BOWIE-DICK: TEST DI PENETRAZIONE DEL VAPORE NEI CARICHI POROSI, VA ESEGUITO OGNI GIORNO ALL ACCENSIONE DELL AUTOCLAVE HELIX-TEST :TEST DI PENETRAZIONE DELVAPORE NEI CORPI CAVI, VA ESEGUITO TUTTI I GIORNI ALL ACCENSIONE DELL AUTOCLAVE AMBEDUE I TEST SONO COMPLEMENTARI UNO ALL ALTRO E NON SOSTITUTIVI, VANNO ESEGUITI A CAMERA VUOTA E A CICLI SEPARATI (ISPESL 2010 Linee guida sull attività di sterilizzazione quale protezione collettiva da agenti biologici per l operatore nelle strutture sanitarie (D.Lgs. 81/2008 e s.m.i.)
33 MEMO 5 STERILIZZAZIONE IN AMBITO SANITARIO E SOCIO-SANITARIO INDICAZIONI GENERALI SUI TEMPI DI STERILITA
34 INDICAZIONI GENERALI SUI TEMPI DI STERILITA IL DOPPIO INVOLUCRO O LA DOPPIA BUSTA NON DEVE ESSERE INTESO COME MAGGIORE PROTEZIONE E IL TEMPO DI MANTENIMENTO DEVE ESSERE UGUALE A QUELLO DI UN DISPOSITIVO CONFEZIONATO IN BUSTA SINGOLA, in quanto LA DOPPIA PROTEZIONE E UNA MODALITA DI PRESENTAZIONE ASETTICA DEL DISPOSITIVO.
35 Indicazioni generali sui tempi di sterilità Definiti in base al tipo di stoccaggio e conservazione del materiale Stoccaggio critico Stoccaggio non critico Stoccaggio ideale
36 Stoccaggio critico: esposto su scaffale o carrello; conservato in cassetto. Manipolazione: potenzialmente impropria e continuativa.
37 Stoccaggio non critico armadio chiuso, locale dedicato alla conservazione; locale con microclima idoneo. Manipolazione: propria, ovvero solo al momento dell utilizzo del dispositivo con mani igienizzate.
38 Stoccaggio ideale locale attiguo al punto di sterilizzazione; locale con microclima idoneo; locale con accesso limitato solo agli addetti; in armadi chiusi o scaffali e preservato con involucri protettivi. Manipolazione: propria, ovvero, solo per la consegna del dispositivo ai fini dell immediato utilizzo, eseguita da personale dedicato e formato.
39 INDICAZIONI GENERALI SUI TEMPI DI STERILITA Lo stoccaggio su piani di lavoro, sopra a carrelli, ecc dei dispositivi sterilizzati, deve essere evitato a favore dello stoccaggio in zone non critiche o ideali. La manipolazione dei dispositivi deve sempre avvenire con mani pulite/igienizzate.
40 INDICAZIONI GENERALI SUI TEMPI DI STERILITA SISTEMA DI BARRIERA STERILE STOCCAGGIO CRITICO STOCCAGGIO NON CRITICO STOCCAGGIO IDEALE CONTAINER 30 GIORNI 60 GIORNI 90 GIORNI BUSTA SINGOLA CARTA KRAFT 15 GIORNI 30 GIORNI 90 GIORNI BUSTA DOPPIA CARTA KRAFT 15 GIORNI 30 GIORNI 90 GIORNI CARTA M.G. IN DOPPIO 7 GIORNI 30 GIORNI 60 GIORNI TNT IN DOPPIO 60 GIORNI 90 GIORNI 180 GIORNI TYVEK 60 GIORNI 180 GIORNI 2 ANNI
41 SANIFICAZIONE E SANITIZZAZIONE 5. Disinfezione ambientale 5.1. Introduzione L igiene dell ambiente riveste un ruolo molto importante nel garantire il mantenimento di adeguati livelli di sicurezza nelle strutture sanitarie. La buona pratica di sanificazione, ovvero l insieme dei processi atti a rendere l ambiente igienicamente sicuro tramite l utilizzo di procedure e sostanze detergenti, consente di ridurre notevolmente la concentrazione di microrganismi rendendo talvolta superflua la disinfezione.
42 SANIFICAZIONE E SANITIZZAZIONE È molto importante che il livello di rischio di contaminazione delle superfici e la disinfezione delle superfici sia valutato in funzione della frequenza di contatto con le mani degli operatori sanitari, della vicinanza con il paziente e delle pratiche assistenziali eseguite, al fine di esercitare un efficace prevenzione della trasmissione delle infezioni.
43 SANIFICAZIONE E SANITIZZAZIONE Il rischio di trasmissione di patogeni ai pazienti o agli operatori sanitari, tramite le pavimentazioni risulta molto basso, pertanto l uso routinario di germicidi chimici per disinfettarle è controverso
44 SANIFICAZIONE E SANITIZZAZIONE 5.2. Raccomandazioni per la pulizia, la disinfezione e la sterilizzazione nelle strutture sanitarie e socio-sanitari Si riportano le raccomandazioni della Linea guida su disinfezione sterilizzazione nelle strutture sanitarie (CDC, 2008), classificate secondo il seguente schema:
45 SANIFICAZIONE E SANITIZZAZIONE Pulire le superfici ambientali (es. pavimenti, muri, tavoli) con regolarità, in caso di spandimenti di materiale biologico e quando sono visibilmente sporche. (Categoria II) - La frequenza della disinfezione delle superfici deve aderire ai programmi di pulizia e disinfezione dell Azienda sanitaria e socio-sanitaria e deve essere fatta, come minimo, quando sono visibilmente sporche e con frequenza regolare (es. giornalmente, tre volte alla settimana, ecc.). (Categoria II) - Seguire le istruzioni del produttore per l uso corretto dei prodotti detergenti e disinfettanti, con particolare attenzione alle eventuali diluizioni delle soluzioni. (Categoria II) - Pulire muri, tende, tapparelle e vetri delle aree di cura dei pazienti quando sono visibilmente contaminati o sporchi. (Categoria II)
46 SANIFICAZIONE E SANITIZZAZIONE - Preparare le soluzioni disinfettanti al bisogno e sostituirle con nuove soluzioni frequentemente sulla base delle procedure aziendali (Categoria IB-IC) Pulire e decontaminare prontamente schizzi di sangue o altro materiale potenzialmente infetto. (Categoria IB-IC) - Per la decontaminazione di spandimenti di sangue o altri materiali biologici potenzialmente infetti usare guanti protettivi e DPI appropriati per questa attività. Se si sceglie la soluzione di ipoclorito di sodio, usare la diluizione 1:100 (500 ppm di cloro disponibile) per decontaminare superfici non porose in presenza di piccoli spandimenti di materiale biologico e dopo avere pulito. In presenza di grandi spandimenti usare una diluizione 1:10 e applicare il prodotto prima della detersione. (Categoria IB-IC)
47 SANIFICAZIONE E SANITIZZAZIONE Nelle Unità operative con un alta frequenza di infezioni da Clostridium difficile o in caso di epidemia, l ipoclorito di sodio diluito 1:10 a partire da soluzioni concentrate al 5% può essere utilizzato per la disinfezione di routine. (Categoria II) Se le soluzioni non vengono preparate quotidianamente, il cloro può essere conservato per 30 giorni, se in bottiglia di plastica chiusa; al di sopra dei 30 giorni vi è una riduzione del 50% della concentrazione di cloro. (Categoria IB)
48 BIBLIOGRAFIA MEMO 5 SERVIZIO SANITARIO REGIONE EMILIA-ROMAGNA MEMO 6 ANTISEPSI E DISINFEZIONE IN AMBITO SANITARIO E SOCIO-SANITARIO MEMO 7 IGIENE DELLE MANI I.S.P.L.E.S. LINEE GUIDA 2010
49 GRAZIE!
Allegato a paragrafo 3
COMMISSIONE REGIONALE PER LA SICUREZZA DEL PAZIENTE NELL AMBITO DELLE STRUTTURE OPERATORIE (D.A. n. 6289 del 23 Settembre 2005) Allegato a paragrafo 3 I sopralluoghi presso le strutture sanitarie 3.2 Gli
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