Piano interprovinciale di gestione dei rifiuti dell ATO Toscana sud. Allegato Quadro conoscitivo relativo ai rifiuti speciali

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1 Piano interprovinciale di gestione dei rifiuti dell ATO Toscana sud Allegato Quadro conoscitivo relativo ai rifiuti speciali Redazione: aprile 2011 Parziale aggiornamento: novembre

2 INDICE INTRODUZIONE 5 1. STATO DELLA PROGRAMMAZIONE IN TOSCANA E NELL ATO TOSCANA SUD 6 2. OBIETTIVI DEL PIANO PER LA GESTIONE DEI RIFIUTI SPECIALI ANCHE PERICOLOSI DELL AMBITO TOSCANA SUD 8 3. LA REALTÀ ECONOMICO-INDUSTRIALE DELL AMBITO TERRITORIALE Analisi per numero di imprese e addetti al Provincia di Arezzo Provincia di Siena Provincia di Grosseto Analisi per unità locali al Provincia di Arezzo Provincia di Siena Provincia di Grosseto Ricchezza prodotta nell ATO Toscana Sud LA PRODUZIONE DI RIFIUTI SPECIALI E PERICOLOSI La metodologia di analisi Produzione di rifiuti nell ambito Toscana sud La produzione di rifiuti in provincia di Arezzo Analisi della produzione di RS per attività Analisi della produzione di RS per codice CER Analisi della Produzione di RS per Stato Fisico Distinzione di RS per Comune e Sistema economico locale della provincia di Arezzo Focus sugli imballaggi Flussi di rifiuti speciali La produzione di rifiuti in provincia di Siena Analisi della produzione di RS per attività 55 2

3 4.4.2 Analisi della produzione di RS per codice CER Produzione di RS per Comune e Sistema economico locale della Provincia di Siena Analisi della Produzione di RS per Stato Fisico Focus sugli imballaggi Flussi di rifiuti speciali La produzione di rifiuti in provincia di Grosseto Produzione totale di RS distinta per attività Analisi della produzione di RS per codice CER Produzione di RS per Comune e Sistema economico locale della Provincia di Grosseto Analisi della Produzione di RS per Stato Fisico Focus sugli imballaggi Flussi di rifiuti speciali GESTIONE E SMALTIMENTO DI RIFIUTI SPECIALI E PERICOLOSI La metodologia di analisi Recupero e smaltimento in provincia di Arezzo Le modalità di recupero attuate Le modalità di smaltimento attuate Recupero e smaltimento in provincia di Siena Le modalità di recupero attuate Le modalità di smaltimento attuate Recupero e smaltimento in provincia di Grosseto Le modalità di recupero attuate Le modalità di smaltimento attuate Recupero e smaltimento nell ambito Toscana sud LA VALUTAZIONE DEI FABBISOGNI DI RECUPERO E SMALTIMENTO DI RIFIUTI SPECIALI E PERICOLOSI Impianti autorizzati alla gestione dei rifiuti speciali La metodologia per la valutazione dei fabbisogni Stima dei fabbisogni di gestione Fabbisogni individuati in provincia di Arezzo 130 3

4 6.3.2 Fabbisogni individuati in provincia di Siena Fabbisogni individuati in provincia di Grosseto Sintesi dei fabbisogni individuati nell ambito Toscana sud GRANDI PRODUTTORI DI INTERESSE REGIONALE Polo siderurgico di Piombino Polo chimico di Scarlino AGGIORNAMENTO 2010 DEI DATI DI PRODUZIONE E GESTIONE Produzione Gestione dei rifiuti speciali, recupero e smaltimento Valutazione dei fabbisogni aggiornata PROGRAMMA DI DECONTAMINAZIONE E SMALTIMENTO DEGLI APPARECCHI E DEI PCB IN ESSI CONTENUTI LEGISLAZIONE DI RIFERIMENTO QUADRO CONOSCITIVO L'inventario di cui all'art. 3 del DLgs 209/ I dati MUD Le azioni da prevedere 156 4

5 INTRODUZIONE La gestione dei rifiuti speciali rappresenta uno dei temi su cui il Piano di Gestione dei Rifiuti dell Ambito territoriale Toscana sud è tenuto ad esprimersi, in conformità con quanto previsto dalla legge Regionale 22 novembre 2007, n. 61 Modifiche alla legge regionale 18 maggio 1998, n. 25 (Norme per la gestione dei rifiuti e la bonifica dei siti inquinati) e norme per la gestione integrata dei rifiuti. Pur non essendo i rifiuti speciali interessati dal regime di privativa caratteristico dei rifiuti urbani, anche per essi la normativa di riferimento individua competenze pianificatorie in capo all Ente Pubblico, in aggiunta alle competenze specifiche relative al rilascio delle autorizzazioni per gli impianti di recupero e smaltimento. Il Piano regionale, in particolare, nel I stralcio relativo agli urbani, approvato nel 1998, prevedeva che anche per il settore degli speciali fosse elaborato un documento programmatorio analogo, in termini strategici e sostanziali, al documento programmatico dedicato al comparto dei rifiuti urbani e assimilati, che potesse fornire, perciò, norme di indirizzo, prescrizioni, obblighi e linee strategiche prevedendo passaggi pianificatori applicati al territorio di competenza successiva delle Province e delle Comunità d'ambito. Il Piano regionale II stralcio, relativo ai rifiuti speciali anche pericolosi, approvato l anno successivo, mira pertanto a fornire un quadro di conoscenze idonee delle problematiche di settore, nelle sue effettive dimensioni quali-quantitative, muovendo dai principi che riconoscono l onere dello smaltimento dei rifiuti speciali e pericolosi al produttore dei rifiuti stessi ( chi inquina paga ) e la gestione di tutti i rifiuti come atto di pubblico interesse, per cui le attività relative devono essere previste, disciplinate, autorizzate e controllate dall Ente pubblico. A fronte dell evoluzione del quadro normativo di livello nazionale, è tuttavia evidente che la ricerca di opzioni idonee alla corretta gestione di questo comparto di rifiuti rimane limitato da un crescente ruolo attribuito al mercato. Il nuovo codice ambientale, ad esempio, in linea con l evoluzione e la tendenza comunitaria in materia di concessioni ed appalti, circoscrive fortemente il ruolo delle Pubbliche Amministrazioni le cui competenze di programmazione assumono i caratteri di indirizzo di massima, orientamento atteso, mentre minore è la forza coercitiva e prescrittiva del contenuto della programmazione. La normativa regionale prevede nel dettaglio che nell ambito dei Piani Interprovinciali siano definiti: h) l individuazione di tutte le zone idonee alla localizzazione degli impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti, sulla base del PTC e del piano regionale; i) le modalità per l attuazione del piano; l) i criteri per la localizzazione ed il dimensionamento delle aree da adibire a centri di raccolta di veicoli a motore, rimorchi e simili, nonché alla definizione delle modalità per la loro gestione; o) la tipologia ed il complesso degli impianti di smaltimento e di recupero dei rifiuti speciali anche pericolosi da realizzare nelle province sulla base delle prescrizioni generali contenute nel piano regionale; q) la localizzazione degli impianti di smaltimento e recupero secondo le procedure previste dagli artt. 12, 12 bis e 12 ter. 1 1 Modificati/inseriti dalla L.R. 61//07: Art Piano interprovinciale di gestione dei rifiuti. Procedimento per l adozione del piano; Art. 12 bis - Approvazione del piano interprovinciale dei rifiuti; Art. 12 ter - Variazione degli strumenti di pianificazione del territorio e procedimento per l approvazione del piano interprovinciale. 5

6 1. STATO DELLA PROGRAMMAZIONE IN TOSCANA E NELL ATO TOSCANA SUD Il Piano regionale di gestione dei rifiuti in Toscana, è tuttora costituito dal combinato disposto dei tre stralci funzionali e tematici in cui si articola, quali: - Piano Regionale di gestione dei rifiuti Primo stralcio relativo ai rifiuti urbani e assimilati, approvato con D.C.R. n. 88 del 7 aprile Piano regionale di gestione dei rifiuti Secondo stralcio relativo ai rifiuti speciali e speciali pericolosi, approvato con D.C.R. n. 385 del 21 dicembre 1999; - Piano regionale di gestione dei rifiuti - Terzo stralcio relativo alla bonifica delle aree inquinate, approvato con D.C.R. n. 384 del 21 dicembre A tal proposito, il rinnovato art. 199 del D.Lgs. 152/06, al co. 8 afferma che: La Regione approva o adegua il piano entro il 12 dicembre Fino a tale momento, restano in vigore i Piani regionali vigenti. 2 Per quel che riguarda lo stato della pianificazione delle 3 province dell ATO Toscana sud, il quadro è sintetizzato nello schema successivo. Tabella 1-1. Schema riassuntivo dello stato della programmazione provinciale PRIMO STRALCIO RELATIVO AI RIFIUTI AI RIFIUTI URBANI E ASSIMILATI Provincia Stato di approvazione Note Arezzo Approvato con Deliberazione del Consiglio provinciale n. 9, del 25/01/2000, pubblicato sul B.U.R.T. n. 26 del 28/06/2000, Supplemento Straordinario n. 91 Grosseto Approvato con Deliberazione del Consiglio provinciale n. 77, del 16/12/2002, pubblicato sul B.U.R.T. n. 9 del 26/02/2003, Supplemento Straordinario n. 30 Siena Approvato con Deliberazione del Consiglio provinciale n. 20, del 01/03/1999, pubblicato sul B.U.R.T., Supplemento Straordinario al n. 28 del 14/07/ SECONDO STRALCIO RELATIVO AI RIFIUTI SPECIALI ANCHE PERICOLOSI Provincia Stato di approvazione Note Arezzo Elaborato dal titolo Piano provinciale di gestione rifiuti speciali, anche pericolosi - Versione dicembre 2007 Grosseto - Elaborato dal titolo Piano 2 L art. 199 del D.Lgs. 152/06 è stato modificato a norma dell art. 20 del D.Lgs. 205/10. 6

7 provinciale di gestione rifiuti speciali, anche pericolosi - Versione giugno 2006 Siena - Elaborato dal titolo Piano provinciale di gestione rifiuti speciali, anche pericolosi - Versione marzo 2008 TERZO STRALCIO RELATIVO ALLA BONIFICA DELLE AREE INQUINATE Provincia Stato di approvazione Note Arezzo Grosseto Approvato con Deliberazione del Consiglio provinciale n. 17, del 30/03/2006, pubblicato sul B.U.R.T., Supplemento Straordinario al n. 30 del 26/07/2006 Siena Approvato con Deliberazione del Consiglio provinciale n. 59, del 20/07/2007, pubblicato sul B.U.R.T., Supplemento Straordinario al n. 2 del 09/01/2008 Elaborato dal titolo Attività di indagine del Dipartimento ARPAT di Arezzo per il Piano Provinciale di bonifica dei siti contaminati Versione febbraio 2007; 7

8 2. OBIETTIVI DEL PIANO PER LA GESTIONE DEI RIFIUTI SPECIALI ANCHE PERICOLOSI DELL AMBITO TOSCANA SUD Si riportano in primo luogo nel seguito gli obiettivi individuati nell ambito dell Atto di avvio del procedimento approvato nel 2008 e attinenti alla gestione dei rifiuti speciali: - la declinazione, in forma adeguata, del principio di prossimità da applicarsi nel trattamento e smaltimento dei rifiuti speciali, anche pericolosi, prodotti nei territori delle tre province; - la riduzione dello smaltimento finale dei rifiuti attraverso il riutilizzo, il riciclo e le diverse forme di recupero, incluso quello energetico, con la precisazione che le misure dirette al recupero di rifiuti mediante riutilizzo, riciclo o ogni altra azione diretta ad ottenere da essi materia prima secondaria sono adottate con priorità rispetto all uso dei rifiuti come fonte di energia (Normativa Statale: artt. 179 e 181 del DLgs. 152/2006 e s.m.i.); - il raggiungimento degli obiettivi stabiliti nella Pianificazione regionale in tema di gestione dei rifiuti, compresi quelli previsti per la riduzione dei rifiuti biodegradabili da collocare in discarica, nonché quelli presenti nel Piano regionale per la gestione degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggio e nel Programma di decontaminazione e smaltimento degli apparecchi e dei PCB in essi contenuti e della bozza di piano per la raccolta e lo smaltimento degli apparecchi contenenti PCB non soggetti ad inventario (Dlgs. n. 36/2003; Dm 03/08/2005 Deliberazioni Consiglio regionale della Toscana nn. 151/2004, 86/2004, 167/2004); - tenere in adeguato conto del divieto di collocare in discarica rifiuto tal quale, cioè non trattato, e del divieto di collocare in discarica rifiuti con PCI superiore a kj/kg (art. 7 Dlgs. 36/2003; Dm 03/08/2005; l entrata in vigore di tali divieti è stata più volte prorogata, in ultimo dalla Legge Finanziaria 2008); - tenere, quale riferimento temporale del Piano interprovinciale, il periodo di dieci anni dalla sua approvazione. Oltre a questi il Piano individua i seguenti obiettivi: - la determinazione di un quadro di conoscenze relative alla quali-quantificazione della produzione di rifiuti speciali anche pericolosi nel territorio dell ambito; - la determinazione di un quadro di conoscenze relative alla gestione dei rifiuti speciali anche pericolosi nel territorio dell ambito; - la ricognizione delle risposte che il territorio è in grado di fornire, in termini di dotazione impiantistica, alle esigenze di trattamento dei rifiuti prodotti all interno dell ATO; - la definizione, sulla base delle previsioni di cui al Piano regionale di gestione dei rifiuti, nonché delle previsioni dei rispettivi piani territoriali di coordinamento provinciale, di cui all'art. 20, co. 2, del D.Lgs. n. 267/00, nonché sentiti l'autorità d'ambito e i Comuni, delle zone idonee alla localizzazione degli impianti di smaltimento dei rifiuti, nonché delle zone non idonee alla localizzazione di impianti di recupero e di smaltimento dei rifiuti; - l indicazione di modalità e processi di riduzione alla fonte della produzione di rifiuti speciali anche pericolosi; - fornire un quadro conoscitivo ed elementi di valutazione funzionali alla realizzazione e alla gestione di un adeguata impiantistica di recupero e di smaltimento, tesa alla riduzione della pericolosità dei rifiuti, alla minimizzazione del trasporto, alla riduzione degli impatti ed a offrire servizi economicamente vantaggiosi all apparato produttivo del territorio. 8

9 3. LA REALTÀ ECONOMICO-INDUSTRIALE DELL AMBITO TERRITORIALE L analisi della realtà economico-industriale dell Area ATO Toscana Sud è svolta prendendo in considerazione due diverse tipologie di dati. La prima tipologia si riferisce ai dati Istat del Censimento dell industria e dei servizi del 2001, dai quali si desume sia il numero di imprese sia gli addetti presenti in ogni provincia, suddivisi per settori di attività economica. Allo scopo di predisporre un quadro conoscitivo maggiormente aggiornato, si prendono in considerazione i dati resi pubblici dalla Regione Toscana sulla base del Registro delle Imprese iscritte alla C.C.I.A.A, relativi al L impossibilità di usufruire unicamente di questi ultimi, come indicato nella premessa del Rapporto sul Registro delle Imprese della Toscana 2008, si deve al fatto che nelle tavole esaminate non è riportata l informazione relativa agli addetti, in quanto il dato presente in archivio non è più riferito alla singola localizzazione (unità locale), ma al soggetto impresa nella sua globalità. Il dato è stato fornito dall INPS nel 2001 e non è stato più aggiornato per motivi burocratici, per cui tale analisi mostra soltanto il numero di unità locali presenti nei territori esaminati. 3.1 Analisi per numero di imprese e addetti al 2001 L'analisi del sistema economico-industriale dell Ambito Sud della Toscana viene effettuata sulla base dei dati Istat del Censimento dell industria e dei servizi del 2001, esaminando sia il numero di unità locali sia il numero di addetti suddivisi per gruppi di attività economiche (settore primario, secondario e terziario). In particolar modo, il settore primario raggruppa le attività agricole, caccia, pesca, silvicoltura e le attività estrattive di minerali energetici e non. Il settore secondario comprende l insieme delle attività manifatturiere, la produzione e la distribuzione di energia elettrica, gas e acqua e le attività di costruzione. Il settore terziario contiene tutte le attività di servizi (commercio, trasporti, servizi di intermediazione, istruzione e sanità). L analisi è effettuata scendendo nel dettaglio di ogni singola provincia, permettendo in tal modo di effettuare valutazioni qualitative sul tessuto economico di ogni singola zona. Dai dati riportati nelle tabelle sottostanti possiamo osservare la scarsa rilevanza del settore primario, mentre i due settori più rappresentativi sono il secondario e il terziario. Inoltre, si nota come i settori di attività più rilevanti siano quello manifatturiero (D), quello delle costruzioni (F) e quello del commercio (G). Quest ultimo risulta essere quello che apporta il maggior contributo, a livello aggregato, sia in termini di numero di imprese che di occupazione Provincia di Arezzo La provincia di Arezzo mostra un numero di imprese complessivo che è di poco al di sotto delle unità. Il settore terziario è quello che apporta il maggior contributo con quasi i due terzi del totale, seguito dal secondario che si attesta a circa un terzo, mentre nel settore primario la presenza di imprese è molto limitata. Si deve notare come il settore terziario, pur essendo caratterizzato da un rilevante numero di attività imprenditoriali, sia sopravanzato, in termini di addetti occupati, dal settore secondario che lo precede con ca. il 55% del totale. Ciò è dovuto all apporto fornito dal settore manifatturiero (D) che con più di addetti copre il 43,7% del totale provinciale, risultando conseguentemente la tipologia di attività più importante in termini occupazionali. 9

10 Rilevante è anche il ruolo del commercio (G), sia per totale di imprese presenti sul territorio che per numero di addetti occupati. Tuttavia, la Tabella 3-1 mette in evidenza come il numero medio di addetti del settore sia basso (meno di tre addetti per impresa), soprattutto se rapportato al manifatturiero (quasi otto addetti per impresa) o al settore estrattivo (più di dieci addetti per impresa). Da ciò si desume che sul territorio aretino prevalga la realtà del commercio al dettaglio su quella all ingrosso. Rilevanti, in termini sia di numero di imprese che di addetti sono anche le seguenti attività: Attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca, altre attività professionali ed imprenditoriali (K): imprese (17,9% del totale) e addetti (10,8% del totale degli addetti); Costruzioni (F): imprese (13,8%) e addetti (10,8%). Tabella Numero imprese e addetti per la provincia di Arezzo (dati Censimento Istat 2001) 2001 Settore di attività Imprese % Addetti % Agricoltura, caccia e silvicoltura (A) 294 1,1% 548 0,5% Pesca, piscicoltura e servizi connessi (B) 2 0% 4 0% Estrazione di minerali (C) 27 0,1% 279 0,3% Attività manifatturiere (D) ,6% ,7% Produzione e distribuzione di energia elettrica, gas e acqua (E) 15 0,1% 330 0,3% Costruzioni (F) ,8% ,8% Commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli, motocicli e di beni personali e per la casa (G) ,5% ,8% Alberghi e ristoranti (H) ,8% ,2% Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni (I) 918 3,3% % Intermediazione monetaria e finanziaria (J) 586 2,1% ,5% Attività immobiliari, noleggio, informatica, Ricerca, altre attività professionali ed Imprenditoriali (K) ,9% ,8% Istruzione (M) 73 0,3% 133 0,1% Sanità e servizi sociali (N) 877 3,2% ,5% Altri servizi pubblici, sociali e personali (O) ,3% ,4% Primario (A+B+C) 323 1,2% 831 0,8% Secondario (D+E+F) ,5% ,8% Terziario (G+H+I+J+K+M+N+O) ,3% ,4% Totale % % Provincia di Siena La provincia di Siena presenta un numero di imprese superiore alle unità e un numero di addetti di circa unità. L aspetto più rimarchevole è la forte prevalenza del settore terziario, sia in termini di imprese sia di addetti, rispetto a quello secondario, mentre il settore primario pur fornendo un apporto limitato incide maggiormente rispetto alla realtà di Arezzo. In particolar modo, il 70,9% del totale delle imprese si trova nel settore terziario, dove sono occupati il 62% del totale degli addetti provinciali. Nel settore secondario, il settore manifatturiero (D), con circa addetti è il settore che fornisce maggiore occupazione (circa il 25% del totale di addetti), mentre in termini di imprese è superato dal settore delle costruzioni (F). Le attività commerciali (G) forniscono il maggior contributo al tessuto economico-industriale della provincia di Siena con quasi addetti (16,7% del totale) e poco meno di imprese (27,2% del totale). Altre attività rilevanti sono costituite da: Manifatturiero (D): imprese (12,9% del totale) e addetti (25,4% del totale); 10

11 Intermediazione monetaria e finanziaria (J): 470 imprese e addetti (18,7%); Costruzioni (F): imprese (13,5%) e addetti (circa 10%). Tabella Numero imprese e addetti per la provincia di Siena (dati Censimento Istat 2001) Settore di attività % imprese % addetti su Imprese Addetti su totale totale Agricoltura, caccia e silvicoltura (A) 567 2,6% ,1% Pesca, piscicoltura e servizi connessi (B) 0 0% 0 0% Estrazione di minerali (C) 24 0,1% 345 0,4% Attività manifatturiere (D) ,9% ,4% Produzione e distribuzione di energia elettrica, gas e acqua (E) 3 0% 54 0,1% Costruzioni (F) ,5% % Commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli, motocicli e di beni personali e per la casa (G) ,2% ,7% Alberghi e ristoranti (H) ,9% ,7% Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni (I) 789 3,6% ,6% Intermediazione monetaria e finanziaria (J) 470 2,2% ,7% Attività immobiliari, noleggio, informatica, Ricerca, altre attività professionali ed Imprenditoriali (K) ,5% ,1% Istruzione (M) 39 0,2% 108 0,1% Sanità e servizi sociali (N) 904 4,2% ,8% Altri servizi pubblici, sociali e personali (O) ,1% ,3% Primario (A+B+C) 591 2,7% ,5% Secondario (D+E+F) ,4% ,5% Terziario (G+H+I+J+K+M+N+O) ,9% % Totale % % Provincia di Grosseto Dall osservazione della Tabella 3-3 si evince che il settore terziario è quello prevalente nella provincia di Grosseto, seguito dal secondario e dal primario. Colpisce, però, il forte divario tra i primi due settori di attività citati, con il terziario che prevale decisamente sia in termini di imprese (74% del totale) che di addetti (66% del totale). Ciò nonostante, il settore manifatturiero e quello delle costruzioni incidono in modo apprezzabile sul livello occupazionale e sul numero di imprese presenti in provincia. Nel primario è scarsa sia la presenza di attività imprenditoriali che di addetti. Analizzando nel dettaglio i singoli settori di attività, è possibile notare come il commercio (G) sia il settore dove sono presenti il maggior numero di imprese (30,9% del totale provinciale) e di addetti (27% del totale). Gli altri settori di attività rilevanti sono: Manifatturiero (D): imprese (9,3% del totale) e addetti (16,5% del totale); Costruzioni (F): imprese (14,1%) e addetti (circa 13,9%). Attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca, altre attività professionali ed imprenditoriali (K): (18,1%) imprese e addetti (13,1%); Tabella Numero imprese e addetti per la provincia di Grosseto (dati Censimento Istat 2001) 2008 Settore di attività N Imprese % N Addetti % Agricoltura, caccia e silvicoltura (A) 313 1,8% 771 1,7% Pesca, piscicoltura e servizi connessi (B) 102 0,6% 444 1% Estrazione di minerali (C) 29 0,2% 319 0,7% Attività manifatturiere (D) ,3% ,5% 11

12 Produzione e distribuzione di energia elettrica, gas e acqua (E) 4 0% 95 0,2% Costruzioni (F) ,1% ,9% Commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli, motocicli e di beni personali e per la casa (G) ,9% % Alberghi e ristoranti (H) ,6% ,6% Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni (I) 528 3,1% ,5% Intermediazione monetaria e finanziaria (J) 318 1,9% 758 1,7% Attività immobiliari, noleggio, informatica, Ricerca, altre attività professionali ed Imprenditoriali (K) ,1% ,1% Istruzione (M) 36 0,2% 73 0,2% Sanità e servizi sociali (N) 686 4% ,4% Altri servizi pubblici, sociali e personali (O) ,3% ,5% Primario (A+B+C) 444 2,6% ,4% Secondario (D+E+F) ,4% ,6% Terziario (G+H+I+J+K+M+N+O) % % Totale % % 3.2 Analisi per unità locali al 2008 Nell area ATO Toscana SUD risultano registrate al 2008 quasi imprese, delle quali il 90% sono attive. Le unità locali presenti sul territorio considerato sono più di e soltanto un quarto di esse sono a tipologia artigiana. Queste ultime sono maggiormente presenti nella provincia aretina, mentre la fisionomia della struttura produttiva di Grosseto si differenzia per un tasso di presenza di imprese artigiane minori sul territorio in rapporto alle altre due province considerate. È utile, comunque, sottolineare come l incidenza dell area vasta rispetto all intera regione sia ridotta, dato che non riesce a raggiungere un quarto del totale regionale. Tabella Numero imprese e unità locali per provincia nell ATO Sud Toscana Provincia Imprese Unità locali % imprese % unità locali di cui Registrate Attive Attive attive su totale artigiane sul totale artigiane Arezzo ,50% 31% Siena ,60% 25,20% Grosseto ,30% 20,40% ATO TOSCANA SUD ,70% 25,90% % ATO TOSCANA SUD su Toscana 23,60% 24,30% 24,10% 22,10% Toscana ,40% 28,30% Nei seguenti paragrafi si esamina il numero di unità locali presenti in ogni provincia e il relativo peso di ogni settore di attività sul totale Provincia di Arezzo In base ai dati forniti dalla Camera di Commercio e relativi al 2008, la provincia di Arezzo si caratterizza per un elevato numero di unità locali presenti nel settore terziario (circa la metà del totale), con un contributo elevato fornito dal settore del commercio (G) che con più di unità locali presenti sul territorio costituisce da solo circa un quarto del totale. Il secondario, che rappresenta circa il 31% delle unità locali, è ripartito pressoché equamente tra il manifatturiero (D) e il settore delle costruzioni (F). Rispetto ai dati del Censimento Istat del 2001 (riferito tuttavia alle imprese e non alle unità locali), sembra emergere un forte aumento sia in termini numerici che percentuali del settore primario e in particolare di quello agricolo (A). 12

13 I settori più rilevanti sono: Commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli, motocicli e di beni personali e per la casa (G): unità locali pari al 24,8% del totale; Agricoltura, caccia e silvicoltura (A): unità locali pari al 18%; Attività manifatturiere (A): unità locali pari al 16,3% del totale; Commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli, motocicli e di beni personali e per la casa (G): unità locali pari al 15,1% del totale. 13

14 Tabella 3-5 Unità locali presenti nella provincia di Arezzo al 2008 (dati Camera di Commercio) Settore di attività Unità % unità locali su locali totale Agricoltura, caccia e silvicoltura (A) % Pesca, piscicoltura e servizi connessi (B) 4 0% Estrazione di minerali (C) 56 0,2% Attività manifatturiere (D) ,3% Produzione e distribuzione di energia elettrica, gas e acqua (E) 67 0,2% Costruzioni (F) ,1% Commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli, motocicli e di beni personali e per la casa (G) ,8% Alberghi e ristoranti (H) % Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni (I) ,1% Intermediazione monetaria e finanziaria (J) ,7% Attività immobiliari, noleggio, informatica, Ricerca, altre attività professionali ed Imprenditoriali (K) ,2% Istruzione (M) 148 0,4% Sanità e servizi sociali (N) 123 0,3% Altri servizi pubblici, sociali e personali (O) ,8% Primario (A+B+C) ,2% Secondario (D+E+F) ,5% Terziario (G+H+I+J+K+M+N+O) ,3% Totale % Provincia di Siena Il settore che conta il maggior numero di unità locali in provincia di Siena è il terziario, che costituisce circa la metà del totale. Il secondario e il primario hanno entrambi una buona presenza sul territorio con rispettivamente il 28,2% e il 21,8% del totale di unità locali conteggiate. Ancora una volta il settore del commercio (G) è quello più rilevante, ma stavolta è accompagnato dal settore agricolo (A): entrambi partecipano per il 21,7% del totale al numero di unità locali. Le attività più rilevanti sono: Commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli, motocicli e di beni personali e per la casa (G): : unità locali pari al 21,7% del totale; Agricoltura, caccia e silvicoltura (A): unità locali pari al 21,7%; Costruzioni (F): unità locali pari al 17,3%; Attività manifatturiere (D): unità locali pari al 10,9%; Attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca, altre attività professionali ed imprenditoriali (K): unità locali pari al 10,4%. Tabella 3-6 Unità locali presenti nella provincia di Siena al 2008 (dati Camera di Commercio) Settore di attività Unità locali % unità locali su totale Agricoltura, caccia e silvicoltura (A) ,7% Pesca, piscicoltura e servizi connessi (B) 3 0% Estrazione di minerali (C) 29 0,1% Attività manifatturiere (D) ,9% Produzione e distribuzione di energia elettrica, gas e acqua (E) 8 0% Costruzioni (F) ,3% 14

15 Commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli, motocicli e di beni personali e per la casa (G) ,7% Alberghi e ristoranti (H) ,1% Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni (I) 796 3% Intermediazione monetaria e finanziaria (J) 539 2% Attività immobiliari, noleggio, informatica, Ricerca, altre attività professionali ed Imprenditoriali (K) ,4% Istruzione (M) 64 0,2% Sanità e servizi sociali (N) 88 0,3% Altri servizi pubblici, sociali e personali (O) ,2% Primario (A+B+C) ,8% Secondario (D+E+F) ,2% Terziario (G+H+I+J+K+M+N+O) % Totale % Provincia di Grosseto La provincia di Grosseto, analogamente alle province di Arezzo e Siena, vede la preminenza del settore terziario che con il 49,8% contribuisce in modo determinante al totale di unità locali presenti nel territorio. L aspetto più importante da segnalare è però l importanza assunta dal settore primario che con il 31,8% del totale rappresenta una forte realtà economico-industriale del territorio grossetano. Il settore secondario contribuisce per meno di un quinto al totale di unità locali. In tal senso, sorprende soprattutto lo scarso contributo apportato dal settore manifatturiero (D), che concorre solo per il 7,1% del totale. Il settore più importante è quello agricolo (A) con circa il 30% del totale, seguito dal commercio (G), il quale si attesta al 23,1%. I settori di attività più importanti sono: Agricoltura, caccia e silvicoltura (A): unità locali pari al 30,7% del totale; Commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli, motocicli e di beni personali e per la casa (G): unità locali pari al 23,1%; Costruzioni (F): unità locali pari all 11,7%. Tabella 3-7 Unità locali presenti nella provincia di Grosseto al 2008 (dati Camera di Commercio) Settore di attività Unità % unità locali su locali totale Agricoltura, caccia e silvicoltura (A) ,7% Pesca, piscicoltura e servizi connessi (B) 135 0,4% Estrazione di minerali (C) 64 0,2% Attività manifatturiere (D) ,1% Produzione e distribuzione di energia elettrica, gas e acqua (E) 46 0,1% Costruzioni (F) ,7% Commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli, motocicli e di beni personali e per la casa (G) ,1% Alberghi e ristoranti (H) ,7% Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni (I) 921 2,8% Intermediazione monetaria e finanziaria (J) 645 1,9% Attività immobiliari, noleggio, informatica, Ricerca, altre attività professionali ed Imprenditoriali (K) % Istruzione (M) 83 0,2% Sanità e servizi sociali (N) 100 0,3% Altri servizi pubblici, sociali e personali (O) ,8% Primario (A+B+C) ,3% Secondario (D+E+F) ,9% Terziario (G+H+I+J+K+M+N+O) ,8% Totale % 15

16 3.3 Ricchezza prodotta nell ATO Toscana Sud L indicatore cui è assegnato il compito di misurare i modelli di sviluppo delle economie occidentali è il valore aggiunto, ossia il valore di tutti i beni ed i servizi finali prodotti dal territorio in un determinato periodo di tempo. Tale variabile rappresenta, infatti, un indicatore dello stato di salute del sistema economico locale, dal momento che, tramite essa, è possibile valutare la ricchezza prodotta dal territorio in esame e, quindi, soppesarne la crescita economica. In particolare, attraverso l utilizzo di un dettaglio che arriva alla disaggregazione provinciale è possibile effettuare un confronto con le realtà territoriali limitrofe, al fine di individuare la presenza di eventuali processi di convergenza (o divergenza) dell economia locale verso il modello di sviluppo regionale ma anche nazionale. Necessario, a tal proposito, non è solo il confronto territoriale, bensì anche il raffronto con le dinamiche temporali di medio lungo periodo, l esame della composizione settoriale, nonché la stima della distribuzione di tale ricchezza a livello pro capite. Tabella 3-8 Andamento del valore aggiunto a prezzi correnti e variazione percentuale nelle province toscane, in Toscana ed in Italia Provincia Anno Tasso di var medio annuo 1995/2007 milioni euro milioni euro milioni euro milioni euro milioni euro milioni euro milioni euro Arezzo 5.018, , , , , , ,2 Grosseto 2.821, , , , , , ,9 Siena 4.014, , , , , , ,7 ATO - Toscana SUD , , , , , , ,8 TOSCANA , , , , , , ,1 ITALIA ,1 % Toscana Sud/Toscana 20,4% 20,5% 20,5% 20,5% 20,6% 20,5% 21,8% % Toscana Sud/Italia 1,4% 1,4% 1,4% 1,4% 1,4% 1,4% 1,5% Fonte: Istituto G. Tagliacarne e Unioncamere L analisi parte dalla considerazione della stima della ricchezza prodotta in un lasso di tempo ampio ( ), proprio perché il confronto di medio lungo periodo permette di risalire alle dinamiche di crescita al di là degli aspetti congiunturali e di cogliere i mutamenti intervenuti nel sistema produttivo locale. Il valore aggiunto generato nel 2007 nell area vasta è stato di poco più di 20 miliardi di euro in termini nominali, ovvero il 21,8% della ricchezza prodotta in Toscana. Anche in relazione all Italia è evidente la stabilità del peso dell area territoriale, che dal 1995 contribuisce con una quota sempre costante pari a circa l 1,4% sul totale del valore aggiunto nazionale, salito all 1,5% nel

17 4. LA PRODUZIONE DI RIFIUTI SPECIALI E PERICOLOSI 4.1 La metodologia di analisi La produzione dei rifiuti speciali e pericolosi provenienti da attività produttive, commerciali e di servizi è stata valutata sulla base delle dichiarazioni MUD inviate alle Camere di Commercio nell anno 2009, relative ad attività svolte durante il La banca dati MUD costituisce strutturalmente solo una parte, per quanto in genere significativa, del complesso delle attività manifatturiere o di servizi presenti sul territorio. In particolare, si tenga presente che: sono esentate dall obbligo della presentazione del MUD le imprese artigiane con un numero di dipendenti inferiore o uguale a tre e che non producono rifiuti pericolosi; unità locali di piccole dimensioni, in particolar modo nel settore del commercio e dei servizi, possono non essere tenute ad adempiere alla presentazione della dichiarazione MUD, se conferiscono i loro rifiuti nell ambito del circuito dedicato ai rifiuti urbani. Per non contabilizzare all interno dell analisi i rifiuti urbani e da raccolta differenziata, dalle elaborazioni sono stati esclusi tutti i rifiuti classificati con i codici 20 del Catalogo Europeo dei Rifiuti (CER), riferiti, appunto, a rifiuti urbani (rifiuti domestici e assimilabili prodotti da attività commerciali e industriali nonché dalle istituzioni) inclusi i rifiuti della raccolta differenziata, con l unica eccezione dei fanghi delle fosse settiche (CER ). Informazioni di maggiore dettaglio sulle scelte metodologiche alla base dei singoli paragrafi dello studio sono puntualizzate nei capitoli specifici. I dati includono di norma anche le informazioni relative a produzione, movimentazione e trattamento dei rifiuti speciali prodotti dal trattamento dei rifiuti urbani indifferenziati: frazione secca e umida, frazione organica stabilizzata, scarti e sovvalli dalla selezione di rifiuti urbani indifferenziati, scorie e ceneri da incenerimento dei rifiuti urbani, biogas e percolato di discarica. L ammontare dei flussi in questione è precisato di volta in volta nei singoli capitoli. 17

18 4.2 Produzione di rifiuti nell ambito Toscana sud La Tabella 4-1 e i grafici nel seguito mostrano l evoluzione nella produzione di RS nell ambito Toscana sud tra il 2006 e il Nel periodo considerato si osserva nel complesso un incremento nella produzione di RS, con andamenti tuttavia differenziati per quanto riguarda i singoli territori provinciali. La provincia di Siena mostra una costante crescita nei quantitativi di RS prodotti, sia per quanto riguarda i pericolosi che i non pericolosi, mentre Grosseto si caratterizza per una forte diminuzione della produzione di non pericolosi tra il 2007 e il 2008 (più di ton, -21% ), tale da influenzare l andamento complessivo a livello di Ambito (-5% complessivo nel medesimo periodo). Anche la provincia di Arezzo evidenzia una costante crescita, con l eccezione della componente da rifiuti pericolosi nell ultimo anno disponibile. L analisi per tipologia di rifiuto mostra invece un incremento di quasi ton nella produzione di RSP, quasi interamente verificatosi in provincia di Siena. Tabella 4-1 Evoluzione nella produzione di rifiuti speciali totali, pericolosi e non nell ATO Toscana sud tra il 2006 e il RS RS RS RSNP RSP RSNP RSP RSNP RSP CER TOTALI TOTALI TOTALI ton ton Ton ton ton ton ton ton ton Arezzo Grosseto Siena ATO Toscana SUD

19 Grafico 4-1 Evoluzione della produzione di RSNP nell ATO sud Toscana tra il 2006 e il 2008 Grafico 4-2 Evoluzione nella produzione di RSP nell ATO sud della Toscana tra il 2006 e il

20 La tabella 4-2 mostra il riepilogo della produzione di rifiuti speciali totali (RS), non pericolosi (RSNP) e pericolosi (RSP) nelle tre province che compongono l ambito Sud della regione Toscana per l ultimo anno disponibile (2008).. La provincia di Grosseto, pur risultando la maggiore produttrice di RS (quasi il 40% del totale interprovinciale), è allo stesso tempo quella che contribuisce in modo minore alla produzione di RSP (circa t). Esattamente il contrario, sempre valutando la produzione di rifiuti in termini assoluti, accade alla provincia di Arezzo, nella quale ad una produzione di RS che si attesta al 30,7% del totale nell ambito, corrisponde una quantità di RSP pari al 42,2% del totale prodotto nell area vasta. Tabella 4-2 -PRODUZIONE RIFIUTI NEL 2008 Provincia Non Pericolosi Pericolosi Totale Speciali (ton/a) % (ton/a) % (ton/a) % Arezzo ,4% ,1% ,9% Grosseto ,4% ,8% ,7% Siena ,2% ,1% ,3% ATO Toscana sud % % % La Tabella 4-3, Tabella 4-4 e 20

21 Tabella 4-5 con i relativi grafici mostrano la produzione di RS totali, RSNP e RSP per sezioni di attività economica in base alla suddivisione Istat per macrosettori, permettendo di confrontare tra loro le tre province che compongono l ATO Sud Toscana. Dalla Tabella 4-3 si desume che il settore secondario è quello prevalente per tutte le province, nonostante si osservi per Siena un certo equilibrio tra il settore secondario e quello terziario. Quest ultima situazione è dovuta principalmente alla rilevante produzione di RS nel settore terziario, dove incide più di ogni altra la voce smaltimento dei rifiuti solidi, delle acque di scarico e simili (90 del Codice ATECO 2002). Nella provincia di Siena anche il settore primario assume una discreta rilevanza nella produzione di RS totali, soprattutto se confrontato con i quantitativi meno importanti prodotti nelle altre due province. La provincia di Grosseto si distingue inoltre per una forte connotazione del settore secondario nella produzione di rifiuti. In particolar modo, la voce fabbricazione di prodotti chimici e di fibre sintetiche e artificiali (24 del Codice ATECO 2002), con quasi ton di RS, fornisce un apporto notevole, proponendo in tal modo un valore totale del manifatturiero (D) notevolmente superiore rispetto a tutti gli altri settori di attività economica. Scendendo ancor più nel dettaglio, si osserva che il settore manifatturiero (D) e quello degli altri servizi pubblici, sociali e personali (O) sono i due settori che maggiormente contribuiscono alla produzione di RS totali. Il primo dei due, come detto, influisce sensibilmente sulla produzione di RS totali nella provincia di Grosseto (ca ton), mentre il secondo costituisce la primaria fonte di RS per le province di Arezzo e Siena. Altri settori di cui tener conto per la produzione di RS nelle tre province sono quello delle costruzioni (F), con i valori più elevati che si registrano nel territorio aretino, e il settore del commercio (G), dove invece spicca Siena. Quest ultima mostra valori rilevanti anche nel settore estrattivo (C) e in quello dei trasporti (I), mentre Grosseto primeggia nel settore delle attività immobiliari (K) e nell Amministrazione Pubblica (L). 21

22 Tabella Produzione RS totali per provincia suddivisi per settore di attività economica nel 2008 Sezione di attività Sezione Attività A B C D E F G H I J K L M N Descrizione Agricoltura, caccia e silvicoltura Pesca, piscicoltura e servizi connessi Estrazione di minerali 2008 Arezzo Grosseto Siena ton % ton % ton ,1% ,6% ,0% 0 0,0% 0 0,0% - 0,0% ,3% 658 0,1% ,7% Attività manifatturiere ,0% ,2% ,1% Produzione e distribuzione di energia elettrica, gas e acqua ,3% ,3% ,2% Costruzioni ,3% ,5% ,2% Commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli, motocicli e di beni personali e per la casa ,3% ,9% ,2% Alberghi e ristoranti 362 0,1% 677 0,1% 596 0,1% Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni ,5% ,2% ,7% Attività finanziarie 1 0,0% 0 0,0% 122 0,0% Attivita' immobiliari; noleggio; informatica; ricerca; altre attivita' professionali ed imprenditoriali ,6% ,9% 908 0,2% Amministrazione pubblica (nota: le attivita della p.a. qui previste non comportano l iscrizione al registro delle imprese) ,9% ,9% ,2% Istruzione Sanita' ed assistenza sociale 2 0,0% 1 0,0% 62 0,0% 70 0,0% 506 0,1% 854 0,2% O Altri servizi pubblici, sociali e personali ,6% ,0% ,2% p Attivita' svolte da famiglie e convivenze (nota: attivita non presente nel registro imprese) 0 0% 0 0% 0 0% ND Attivita' svolte da famiglie e convivenze (nota: attivita non presente nel registro imprese) 7 0% 0 0% 6 0% Totale settore primario ,4% ,8% ,6% Totale settore secondario ,7% ,0% ,5% Totale settore terziario ,0% ,2% ,9% Non determinato 7 0% 0 0,0 6 0% TOTALE % % % % 22

23 Grafico 4-3 Produzione RS totali per provincia suddivisi per settore di attività economica nel 2008 Grafico Produzione RS totali per provincia suddivisi per macrosettori di attività economica nel

24 L analisi relativa ai soli rifiuti non pericolosi, che rappresentano la parte preponderante della produzione di speciali, rispecchia l andamento dei RS totali. Tabella 4-4 Produzione RSNP per provincia suddivisi per settore di attività economica nel 2008 Sezione di attività A B C D E F G H I J K L M Agricoltura, caccia e silvicoltura Pesca, piscicoltura e servizi connessi Estrazione di minerali 2008 Arezzo Grosseto Siena ton % ton % ton % ,1% ,6% ,0% 0 0,0% 0 0,0% 0 0,0% ,4% 598 0,1% ,9% Attività manifatturiere ,0% ,6% ,7% Produzione e distribuzione di energia elettrica, gas e acqua ,4% ,3% ,1% Costruzioni ,2% ,5% ,8% Commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli, motocicli e di beni personali e per la casa ,7% ,2% ,5% Alberghi e ristoranti 362 0,1% 668 0,1% 591 0,1% Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni ,5% ,2% ,6% Attività finanziarie 0 0,0% 0 0,0% 118 0,0% Attivita' immobiliari; noleggio; informatica; ricerca; altre attivita' professionali ed imprenditoriali ,5% ,5% 761 0,2% Amministrazione pubblica (nota: le attivita della p.a. qui previste non comportano l iscrizione al registro delle imprese) ,8% ,0% 884 0,2% Istruzione 0 0,0% 0 0,0% 12 0,0% N Sanita' ed assistenza sociale 8 0,0% 48 0,0% 61 0,0% O Altri servizi pubblici, sociali e personali ,4% ,9% ,8% Attivita' svolte da famiglie e p convivenze (nota: attivita non presente nel registro imprese) 0 0% 0 0,0% 0 0,0% Attivita' svolte da famiglie e ND convivenze (nota: attivita non presente nel registro imprese) 3 0% 0 0,0% 6 0% Totale settore primario ,5% ,8% ,9% Totale settore secondario ,6% ,4% ,6% Totale settore terziario ,9% ,9% ,6% Non determinato 3 0% 0 0,0% 6 0% TOTALE % % % 24

25 Grafico Produzione RSNP per provincia suddivisi per settore di attività economica nel 2008 Grafico 4-6 Produzione RSNP per provincia suddivisi per macrosettori di attività economica nel

26 L esame della produzione della sola componente di rifiuti pericolosi evidenzia alcuni aspetti interessanti. La 26

27 Tabella 4-5 mostra in primo luogo come il contributo più rilevante alla generazione di RSP sia dato dal settore terziario. Ciò è a maggior ragione vero per le province di Grosseto e Siena con, rispettivamente, circa ton e circa ton di RSP, mentre in provincia di Arezzo il settore secondario risulta essere quello che fornisce il maggior apporto (quasi ton). In particolare, la maggiore quota di produzione è imputabile al settore del commercio (G) e, nel dettaglio, alla voce commercio all'ingrosso e intermediari del commercio, autoveicoli e motocicli esclusi (51 del Codice ATECO 2002). Significativa anche la quota del settore Altri servizi pubblici, sociali e personali (O). Il settore manifatturiero (D) è invece il maggior responsabile della produzione di RSP in provincia di Arezzo con più di ton, delle quali gran parte dovute alla voce fabbricazione di mobili; altre industrie manifatturiere n.c.a. (36 del Codice ATECO 2002). Altre sezioni rilevanti per la produzione di RSP sono il settore delle attività professionali (K) per la provincia di Grosseto e il settore degli altri servizi pubblici, sociali e personali (O) per Arezzo. 27

28 Tabella Produzione RSP per provincia suddivisi per settore di attività economica nel 2008 Sezione di attività 2008 Arezzo Grosseto Siena ton % ton % ton % A Agricoltura, caccia e silvicoltura 41 0,2% 118 1,0% 207 1,1% B Pesca, piscicoltura e servizi connessi 0 0,0% 0 0,0% 0 0,0% C Estrazione di minerali 33 0,1% 60 0,5% 34 0,2% D Attività manifatturiere ,7% ,6% ,4% E Produzione e distribuzione di energia elettrica, gas e acqua 206 0,9% 0 0,0% 584 3,2% F Costruzioni ,4% 502 4,2% 626 3,4% G Commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli, motocicli e di beni personali e per la casa ,3% ,5% ,9% H Alberghi e ristoranti 0 0,0% 9 0,1% 5 0,0% I Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni 258 1,2% 138 1,1% 650 3,5% J Attività finanziarie 1 0,0% 0 0,0% 4 0,0% Attivita' immobiliari; noleggio; K informatica; ricerca; altre attivita' professionali ed imprenditoriali 231 1,0% ,9% 147 0,8% Amministrazione pubblica (nota: le attivita della p.a. qui L previste non comportano l iscrizione al registro delle imprese) 638 2,9% 65 0,5% 129 0,7% M Istruzione 2 0,0% 1 0,0% 50 0,3% N Sanita' ed assistenza sociale 62 0,3% 458 3,8% 793 4,3% O Altri servizi pubblici, sociali e personali ,9% ,8% ,3% Attivita' svolte da famiglie e p convivenze (nota: attivita non presente nel registro imprese) 0 0,0% 0 0,0% 0 0,0% Attivita' svolte da famiglie e ND convivenze (nota: attivita non presente nel registro imprese) 4 0,0% 0 0,0% 0 0,0% Totale settore primario 74 0,3% 178 1,5% 241 1,3% Totale settore secondario ,0% ,7% ,9% Totale settore terziario ,6% ,8% ,8% Non determinato 4 0,0% 0 0,0% 0 0,0% TOTALE % % % 28

29 Grafico Produzione RSP per provincia suddivisi per settore di attività economica nel 2008 Grafico Produzione RSP per provincia suddivisi per macrosettori di attività economica nel

30 4.3 La produzione di rifiuti in provincia di Arezzo Analisi della produzione di RS per attività La tabella 4-6 evoluzione nella produzione di rifiuti speciali totali, pericolosi e non per sezione di attività nella provincia di arezzo tra il 2006 e il 2008 riporta l evoluzione avuta tra il 2006 e il 2008 nella produzione di RS totali, pericolosi e non pericolosi nella provincia di Arezzo suddivisa per settore di attività ATECO. Si evidenzia un incremento dei RS prodotti dalle attività presenti nella provincia nei tre anni considerati, con un deciso aumento nella produzione di RSNP. In particolare, si osserva un forte incremento nella produzione rifiuti nel settore secondario, dovuto principalmente all incremento registrato nel settore delle costruzioni (lettera F del Codice ATECO 2002) e, in misura minore, nel manifatturiero (lettera D del Codice ATECO 2002). Il settore terziario registra un aumento più contenuto, mentre nel settore primario si assiste ad una riduzione della quantità di rifiuti prodotta, soprattutto nelle attività di estrazioni di minerali (lettera C del Codice ATECO 2002). 30

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