Tendenze nei consumi alimentari e composizione dell offerta. Daniele Rossi Direttore Generale Federalimentare
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1 Tendenze nei consumi alimentari e composizione dell offerta Roma, 15 maggio 2009 Daniele Rossi Direttore Generale Federalimentare 1
2 INDUSTRIA ALIMENTARE EUROPEA DATI DI BASE Fonte: Dati e stime CIAA per il 2007 Fatturato 913 Mld - Prima Industria Alimentare nel mondo, primo settore manifatturiero dell Ue (13,4%), seguito dal settore automobilistico e dalla chimica. Numero di addetti 4,3 milioni - Primo settore in Europa per numero di addetti (13,5%), seguito dal metalmeccanico aziende - Settore altamente diversificato. PMI - 48,5% del fatturato dell Industria Alimentare 63% degli addetti dell Industria Alimentare Esportazioni 54,7 Mld Importazioni 52,7 Mld 2 Esportatore netto di prodotti alimentari per 2 Mld
3 TOP 5 INDUSTRIA ALIMENTARE EUROPEA Fonte: 3 CIAA Data and Trends 2008
4 L INDUSTRIA ALIMENTARE ITALIANA NEL 2008 (1) Industria alimentare vale 120 Mld di fatturato (+ 5,7% ). Seconda Industria dopo il settore metalmeccanico (13%). Esporta quasi 20 Mld (+9,7% rispetto al 2007) ed importa quasi 16 Mld (+6,7 %) con un saldo positivo di 3,7 Mld (+25,2 %). L 80% dell export alimentare italiano è rappresentato da prodotti industriali di marca imprese per oltre addetti imprese > 9 dipendenti imprese > 19 dipendenti. Acquista e trasforma oltre il 70% del prodotto agricolo nazionale. 4 Fonte: Dati e stime Federalimentare per il 2009
5 L INDUSTRIA ALIMENTARE ITALIANA NEL 2008 (2) Investe ogni anno in attività formale e informale di R&D circa 2 Mld (pari all 1,7% del fatturato industriale dell intero settore). Consente la produzione di 60 miliardi di pasti l anno per un valore al consumo di 210 Mld. 2 milioni e 770 mila analisi e controlli giornalieri vengono effettuati dalle circa aziende alimentari italiane: una media di oltre 400 controlli in linea e analisi giornalieri ad azienda. 5 Fonte: Dati e stime Federalimentare per il 2009
6 L INDUSTRIA ALIMENTARE ITALIANA PUNTI DI FORZA ampia offerta di prodotti di alta qualità; prodotti DOP al top dei mercati internazionali; legami col territorio e col patrimonio culturale del Paese; alti standard di sicurezza; capacità di unire tradizione e innovazione costante di processo e di prodotto; settore con doti anticicliche e calmieratrici; diffusione capillare in tutte le Regioni del Paese. 6
7 L INDUSTRIA ALIMENTARE ITALIANA CRITICITA settore polverizzato; innovazione insufficiente (soprattutto tra le PMI); logistica che risente sfavorevolmente degli alti costi (servizi, energia, rete infrastrutturale); crescita lenta dell export vs Paesi concorrenti europei come la Germania e la Francia; contraffazione e imitazione, soprattutto verso i mercati ricchi ed esigenti - stimati 52 Mld ; assenza di catene distributive italiane nel mondo; ricambio generazionale complesso. 7
8 LA DINAMICA DEL FATTURATO TOTALE DELL INDUSTRIA ALIMENTARE ITALIANA 8 Fonte: Dati e stime Federalimentare per il 2008
9 I FATTURATI DEI COMPARTI I livelli di fatturato (milioni di euro) Acque minerali Alimentazione animale Avicolo Bevande gassate Birra Caffè Carni bovine Conserve vegetali Dolciario Infanzia, dietetici e integratori alim. Ittici Lattiero Caseario Molitorio Olio di oliva e di semi Pasta Riso Salumi Succhi di frutta/elab. Surgelati Vino Zucchero Fonte: Associazioni aderenti a Federalimentare, 2009
10 TRADIZIONALE CLASSICO TRADIZIONALE EVOLUTO INDUSTRIA ALIMENTARE ITALIANA FATTURATO PER TIPOLOGIA DI PRODOTTO 66% 16% DENOMINAZIONI PROTETTE NUOVI PRODOTTI BIOLOGICO TOTALE 9,3% 8% 0,7% 100% (DI CUI 3 MLD DI EXPORT) (DI CUI 20 MLD DI DI EXPORT) Nuovi prodotti 8% Biologico 0,7% Denominazioni protette 9,3% Tradizionale evoluto 16% Tradizionale classico 66% Fonte: Elaborazioni e stime Federalimentare 2009
11 INDUSTRIA ALIMENTARE ITALIANA COMPOSIZIONE DELL'OCCUPAZIONE DIRETTA Produzione 43% Controllo e gestione qualità e sicurezza 22% Amministrazione e finanza 7% Logistica e magazzino 9% Commerciale 19% 11 Fonte: Elaborazioni e stime Federalimentare per il 2009
12 L EXPORT 2009 DELL ITALIAN FOOD & DRINK: IL CONTRIBUTO DEI PRINCIPALI COMPARTI Acque Minerali e gassose 2,3% Caffè 3,4% Altre Ind. Alimentari 8,2% Riso 2,9% Molitorio 0,9% Pasta 10,3% Alcool etilico 0,3% Acquaviti e Liquori 2,6% Birra 0,4% Vini, Mosti, Aceto 20,0% Dolciario 11,6% Zucchero 0,8% Carni preparate 5,0% Ittico 1,2% Alim. Animale 1,4% Trasfor. Ortaggi 8,3% 12 Oli e Grassi 7,7% Lattiero-Caseario 7,9% Trasfor. Frutta 4,8% ,-47, 4300/07, 2039,708:/,9 89,9
13 L EXPORT DELL ITALIAN FOOD & DRINK 13 Fonte: Dati Federalimentare primo semestre 2008
14 30 ANNI DI CAMBIAMENTI E cambiato il consumatore Sono cambiati i modelli di consumo e i comportamenti di acquisto E cambiata la Distribuzione E cambiato il sistema dei mezzi di comunicazione di massa 14 In questo quadro di grandi cambiamenti l Industria alimentare italiana ha confermato le sue peculiari caratteristiche strutturali, ma ha anche sviluppato nuove relazioni di mercato e nuove configurazioni dei propri processi operativi e dei propri prodotti, coniugando tradizione, innovazione e servizi al consumatore.
15 Roma, 15 maggio 2009 PANIERI ISTAT I PESI DELLE PRINCIPALI VOCI DI SPESA (*) LA SPESA 2009 Altri beni e servizi 10,4% Alimentari e bevande 17,7% Servizi ricettivi e ristorazione 11,1% Istruzione, ricreazione spettacolo e cultura 7,3% Comunicazioni 2,7% Trasporti 14,9% Spese per la salute 8,7% Abbigliamento e calzature 8,8% Abitazione (Acqua, Riparaz. En. Elett. e combust.) 9,8% Mobili, articoli e servizi per la casa 8,6% 15 Fonte: Federalimentare, 2009
16 L INCIDENZA DEI CONSUMI ALIMENTARI FUORI CASA 16
17 COM È CAMBIATA LA SPESA ALIMENTARE DOMESTICA 17 Fonte: Elaborazioni su dati Istat
18 COSA VUOLE OGGI IL CONSUMATORE? 18
19 COME STA CAMBIANDO IL CONSUMATORE? Il consumatore ricerca prevalentemente l essenzialità e la convenienza, ma si lascia coinvolgere anche dalle proposte premium. Aumentano le forme di sostituibilità tra prodotti servizi e tra formati distributivi: ciò rende più difficile e articolata l azione di marketing dell Industria alimentare e della Distribuzione. Il Consumatore cambia comportamento di acquisto anche più volte nell ambito della stessa shop experience, sofisticando ed evolvendo nelle sue scelte. 19
20 IL CONSUMATORE CONSIDERA 5 MONDI 20 BASICO (prodotti tradizionali: pane, pasta,riso, latte, pelati, vino ). Volumi di vendita stazionari. ETNICO (bisogno di novità e maggiore conoscenza dei cibi stranieri). Crescita modesta SALUTE (dietetici, integratori, bevande isotoniche, ipocalorici e valori nutrizionali). Crescita rilevante PRONTO (prodotti che garantiscono risparmi di tempo e fatica). Crescita rilevante LUSSO (caviale, spumante, salmone). Crescita modesta
21 L EVOLUZIONE DELLA DISTRIBUZIONE ALIMENTARE ITALIANA 21 Fonte: UniModena e Reggio Emilia su Dati MISE e ACNielsen (2008)
22 LA CONCENTRAZIONE DISTRIBUTIVA IN EUROPA 22 Fonte: UniModena e Reggio Emilia su Dati MISE e ACNielsen (2008)
23 ESSENZIALE IL RIEQUILIBRIO DEI RAPPORTI CON LA G.D.O. Su esplicita richiesta di Federalimentare il MIPAAF ed il MISE hanno avviato un Tavolo di lavoro tra le organizzazioni di rappresentanza della Grande Distribuzione Organizzata e delle Imprese Alimentari 23
24 QUALI LE EVOLUZIONI DEI RAPPORTI CON LA G.D.O. 2008/ Bozza di Accordo Quadro tra Fornitori e Distributori: Creazione e miglioramento continuo del Valore: Fornitori e Distributori collaborano per fornire al consumatore finale la migliore offerta, in termini di prodottoservizio, ricercando un utilizzo ottimale delle risorse e la massima efficienza possibile in tutte le fasi della filiera produzione-distribuzione-consumo; 2. Correttezza dei rapporti commerciali: Fornitori e Distributori garantiscono prestazioni reali proporzionalmente legate a reali effettive controprestazioni, sia in riferimento alla fornitura di beni che alla prestazione di servizi; 3. Rispetto della reciprocità: Fornitori e Distributori concorrono a realizzare rapporti contrattuali secondo modalità trasparenti, effettive, e per le quali il vantaggio di una parte non avvenga a svantaggio dell altra e non si determinino quindi pratiche anticoncorrenziali o abuso di posizione dominante, in piena coerenza con il vigente quadro legislativo.
25 FEDERALIMENTARE AUSPICA: 25 una sempre maggiore trasparenza tra le Imprese alimentari e le Imprese della Distribuzione; lo sviluppo delle iniziative in itinere da parte delle Istituzioni comunitarie ed italiane; la piena attuazione delle risoluzioni delle Agenzie delle Entrate del 6 gennaio 2008 Consulenza giuridica n / Sconti promozionali e servizi promozionali Inquadramento fiscale ai fini dell IVA ; la correttezza e conformità alle buone pratiche dei prossimi rinnovi contrattuali.
26 I 4 PARADOSSI DELL INFORMAZIONE ALIMENTARE (1) Il tipico, la nicchia, l etnico, il locale, il biologico, la specialità e lo slow, tutti insieme rappresentano meno del 12% dei consumi alimentari in valore e meno del 10% in quantità. Non solo, diminuiscono nel tempo sia in valore che in quantità. Il consumatore ricerca questi prodotti sempre più in occasioni di ricorrenza, domandando invece prodotti standard di qualità media a prezzi accettabili e ad elevato contenuto di servizio per ottimizzare i tempi dell acquisto del cooking. 26
27 I 4 PARADOSSI DELL INFORMAZIONE ALIMENTARE (2) I prezzi dei prodotti alimentari dipendono da 3 fattori principali di natura variabile: 1. il costo delle materie prime 2. l energia di processo e l ammortamento degli impianti 3. la distribuzione che assorbe oltre il 50% del valore finale L Industria alimentare quindi controlla meno del 25% della catena del valore, arrivando la fase agricola a monte al 15%, i servizi e la logistica al 10% e la Distribuzione a valle a più del 50%. 27
28 I 4 PARADOSSI DELL INFORMAZIONE ALIMENTARE (3) Quasi tutte le filiere produttive sono deficitarie di materie prime. Le uniche eccezioni sono quella aviaria, quella vitivinicola e quella delle acque minerali. Il Made in Italyalimentare dunque è famoso non per le materie prime italiane, ma per la qualità e il know-how della trasformazione. In alcuni casi siamo i più noti al mondo, pur in assenza di materie prime (ad esempio dolciario/cioccolato, caffé, succhi di frutta esotica). 28
29 I 4 PARADOSSI DELL INFORMAZIONE ALIMENTARE (4) La sicurezza alimentare non si vende! L Italia è il Paese europeo, dove al contempo coesistono livelli di sicurezza alimentare più elevati e massima sensibilità dei consumatori. Abbiamo inoltre il numero più alto di enti pubblici e professionalità di controllo sul territorio (6.000 veterinari, 150 ASL, i NAS, l ispettorato repressione frodi, gli ARPA, gli zooprofilattici, i forestali, le dogane, Ministeri e Assessorati, ecc.), nonché ben 3 Mld di l anno di investimenti privati dell Industria nella sicurezza alimentare. 29
30 GRAZIE PER L ATTENZIONE! 30
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