MALTRATTAMENTI E ABUSI SUI MINORI (Diritti dell infanzia e dell adolescenza)

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1 IO, NOI Associazione di Volontariato per la Solidarietà e l integrazione Sociale Sede legale - Sede Operativa: via delle Meduse, 63a Fiumicino Tel Fax: E.Mail: infoline@ionoi.org Sito Web: C.F.: MALTRATTAMENTI E ABUSI SUI MINORI (Diritti dell infanzia e dell adolescenza) Il fenomeno del maltrattamento e degli abusi contro i minori coinvolge ogni tipo di società, e la percezione del rischio sociale delle conseguenze di tale fenomeno è elevata in tutti gli strati della popolazione. I maltrattamenti e l abuso sui minori sono la punta di un iceberg nascosto che ha il suo fondamento su una cultura che sempre più allontana l individuo da una relazione sana con l altro. La realtà conosciuta dagli addetti ai lavori è tuttavia ancora più complessa e grave perché gli episodi di cui veniamo a conoscenza, rappresentano una piccola porzione di ciò che è la vera realtà visibile di un numero di maltrattamenti, abusi e molestie sessuali che si consumano nei confronti dei minori, nel silenzio e nei luoghi ritenuti più sicuri. In genere il bambino/a che subisce violenza si trova circondato da un sistema organizzato e rigido fatto di complicità e connivenze che non gli consente di comunicare il suo dramma e che anzi lo fa sentire causa di quanto sta avvenendo. Nella lotta agli abusi perpetrati nei confronti dei bambini/e, particolare rilevanza assume il fenomeno della Pedofilia, perché, fra i vari tipi di violenza, è l'abuso sui minori che suscita il maggiore allarme sociale ed è quello che fa più notizia. In merito al fenomeno della violenza sui minori, il fatto grave è che la maggior parte dei casi non viene denunciata e rimane nell ombra.

2 Essi possono avvenire a scuola, nel tempo libero, durante l attività sportiva, ma la maggior parte delle violazioni avviene in famiglia. La scuola ricopre un ruolo determinante per la difesa dei diritti dei bambini, essa è infatti un efficace strumento di rilevazione e prevenzione. Gli insegnanti riconoscono e sono preoccupati per la dimensione quantitativa del fenomeno" abuso". Il maggiore allarme è dato da possibili casi di abuso sessuale, anche se il fenomeno è presumibilmente quantitativamente sottovalutato. L'importanza del ruolo della scuola è dato dal fatto che è/e deve essere un luogo privilegiato per la prevenzione e l'individuazione dei soggetti e delle situazioni a rischio. Siamo convinti che nella progettazione delle azioni necessarie per arginare e prevenire il fenomeno del maltrattamento, degli abusi e di ogni forma di violenza contro i minori, la Conoscenza e l Osservazione del fenomeno stesso assumono una valenza fondamentale. Esse sono il prerequisito di base per poter pianificare un qualsiasi intervento, per promuovere e sostenere il diritto ad un infanzia serena. Secondo l Istat il 90% dei maltrattamenti e degli abusi è commesso dai genitori, dai parenti o da conoscenti e molti di questi reati vengono ignorati o restano impuniti e alle vittime non viene prestata alcuna cura. Il Centro Nazionale di documentazione e analisi sull infanzia e adolescenza ha proposto, in passato, un sistema di monitoraggio, che non è stato attivato. Ad oggi possediamo soltanto i dati indiretti, rilevabili dalle statistiche giudiziarie e dalle statistiche sui disturbi psicofisici e i traumi correlati alle esperienze sfavorevoli infantili (ESI). E' difficile dire quanto delle variazioni intercorse negli ultimi anni nel numero delle denunce di abusi sui minorenni in Italia sia imputabile al variare vero e proprio del fenomeno. Vi è tuttavia motivo di pensare che la componente non conosciuta abbia caratteristiche diverse da quella nota e che i delitti denunciati per i quali l autorità giudiziaria ha iniziato l azione penale rappresentino soltanto una parte del fenomeno. 2

3 Al riguardo si può sottolineare che in tre casi su quattro le persone denunciate appartengono alla cerchia familiare o alla cerchia di conoscenze della vittima. Tra le fattispecie di reato in crescita vanno segnalate: la detenzione di materiale pornografico attraverso sfruttamento di minori e l uso di minori in attività di accattonaggio; I reati di violenza sessuale e prostituzione minorile; i reati che interessano la famiglia (maltrattamenti in famiglia, violazione degli obblighi di assistenza familiare ecc.) manifestano un andamento tendenzialmente crescente. Certamente l'emersione del fenomeno è influenzata da fattori contestuali quali lo stato dei servizi, la cultura e la formazione degli operatori, il grado di fiducia nelle istituzioni, in particolare nelle forze dell ordine e nell autorità giudiziaria. Questo vale specialmente per i tipi di reato storicamente rimasti tra le mura domestiche: maltrattamenti in famiglia o verso minori e violazione degli obblighi di assistenza familiare. I casi di maltrattamento ed abuso vengono rilevati relativamente tardi. Infatti, circa il 65% dei minorenni segnalati ha tra gli 11 e i 17 anni. È tardi perché tanto più intima è la relazione con il perpetratore tanto maggiore è la probabilità che le violenze non siano state un episodio isolato, bensì eventi cronicizzatisi nel corso del tempo, con una possibile escalation nel grado di intrusività degli atti. Il ritardo è anche conseguenza della difficoltà di validare e ancor più di sostanziare in sede processuale le rilevazioni su bambini di età più bassa. A questo dato giudiziario si affianca quello clinico dell aumento dei quadri sindromici tipici del maltrattamento tra i minori, ossia dei disturbi psichici, alimentari e delle 3

4 condotte - di cui soffrono i bambini in conseguenza di ESI o dei traumi prodotti dal maltrattamento. E possibile cercare di ricostruire le dimensioni del fenomeno attraverso qualche stima. Per esempio una ricerca collegata ad uno studio ONU sulla violenza all infanzia ha ipotizzato che in Italia il numero di minori vittime di violenza assistita, cioè testimoni di violenza domestica ai danni di un altro familiare, in genere la madre, oscillerebbe tra il 5% e il 10% della popolazione italiana al di sotto dei 18 anni. I dati riferiti alla Regione Lazio sono allarmanti, su circa 1 milione di minori residenti, in un anno, circa 600 sono rimasti vittime di gravi forme di violenza. Quindi, un minore o adolescente su 1600 è stato abusato o maltrattato. Nella città di Roma, in particolare, le richieste di assistenza ai Servizi Sociali per questo genere di casi sono ogni anno in aumento e riguardano circa minori, il 70% dei quali di nazionalità italiana (Fonte Anci). Per quanto riguarda le forme di abuso segnalate, molto numerosi sono i casi di abusi sessuali in cui sono presenti comunque segni fisici o comportamentali che fanno sorgere sospetti di abuso. Gli abusi sessuali sui minori sono il 4% di tutti i maltrattamenti sui bambini/e. Dati Adnkronos/Ign) Sono soprattutto le bambine e le adolescenti le principali vittime di abusi sessuali, il 60% dei casi circa, in linea con i dati disponibili a livello internazionale. È tuttavia degno di nota il fatto che una segnalazione su tre riguardi minorenni maschi, ovvero il 33%, a conferma che anche bambini e adolescenti maschi sono significativamente coinvolti in atti di abuso sessuale, soprattutto se in età inferiore agli 11 anni Nel 90% circa dei casi le vittime degli abusi sono stati minori italiani; nel restante 10% circa si tratta invece di bambini e adolescenti stranieri, provenienti principalmente da Paesi dell Est. 4

5 Nella maggior parte dei casi infatti gli abusi sessuali sono commessi da persone appartenenti al nucleo familiare: padri, madri, nonni, fratelli/sorelle, nuovi conviventi/coniugi e altri parenti. Se solo l 11% circa riguarda soggetti estranei, negli altri casi si tratta di soggetti esterni alla famiglia ma comunque conosciuti: tra questi, spiccano gli amici di famiglia (12,9%) e gli insegnanti (9% circa), i vicini di casa (4,7%) e l 1,2% delle segnalazioni riguarda figure religiose. Un altro dato interessante è quello relativo alle donne autrici di abusi sessuali che riguardano il 12.2% di segnalazioni. Secondo le stime del Censis circa due bambini su mille subiscono mediamente ogni anno una violenza sessuale. E una stima che non può essere né accettata acriticamente, né pregiudizialmente respinta, perché il fenomeno e in gran parte nascosto, oscuro, inconfessabile e perfino irraggiungibile. Le stime del Censis fanno pensare che venga scoperto e denunciato un reato di violenza sessuale sui minori su reati effettivamente compiuti. il complesso dei riscontri empirici disponibili evidenzia che la stragrande maggioranza degli abusi sessuali ai danni dei minori (70-90% dei casi) avviene in un ambito familiare e riguarda soprattutto la relazione genitore-figli - Censis. A supporto di questa tesi, comune a tutte le ricerche su questo argomento, il Censis riporta una sintesi dei dati ricavati dai procedimenti penali del Tribunale di Roma i quali dimostrano che: il 90% dei casi di abuso nei confronti dei minori avviene in famiglia, e vede nel ruolo di abusante il padre naturale, il patrigno, o più raramente la madre/matrigna; l 8% dei casi di abuso nei confronti dei minori avviene in ambiti extra familiari, come la scuola o la palestra, e l abusante risulta essere una persona conosciuta precedentemente dall abusato, come l insegnante, il personale scolastico, o altre figure professionali vicine al mondo dei minori; 5

6 appena il 2% dei casi di abuso nei confronti dei minori chiama invece in causa abusanti che risultano del tutto sconosciuti al minore abusato. A questi dati ricavati dal Censis fa da riscontro il basso numero di denunce contro ignoti che si registrano per questi delitti, il 10-15% di tutte le denunce di violenze sessuali: la percentuale più bassa in assoluto tra tutti i tipi di delitti. Un panorama allarmante, che fa riflettere sulla necessità di continuare ad investire in servizi di prevenzione, intervento e cura. L obiettivo principale è quello di creare una risorsa centrale e strategica nell intervento di rete degli operatori e delle istituzioni del territorio, realizzando interventi, non solo di prevenzione ma, capaci anche di rispondere alle emergenze e alla pronta accoglienza. Prevenire è essenziale, salvare dei bambini e i loro diritti è compito primario di una società che si reputa civile. Vincenzo TAURINO Sociologo Politiche Sociali 6

7 IL PROGETTO: Un Faro a salvaguardia dell infanzia Il Progetto Un Faro a salvaguardia dell infanzia nato su iniziativa dell' Associazione Io, Noi e realizzato in collaborazione con tutti quei soggetti istituzionali e non che si renderanno disponibili, è finalizzato alla lotta contro ogni forma di maltrattamento e abuso messo in atto nei confronti dei minori, per poter prevenire i fattori di rischio sociale a cui essi sono esposti, per la salvaguardia dei diritti dell infanzia e dell adolescenza. Il progetto raccoglie l impegno e l esperienza di diverse persone, competenze e professionalità che si sono sempre impegnate per la prevenzione delle violenze sui minori, promuovendone i diritti e favorendone la tutela. Uin Faro a salvaguardia dell infanzia, rappresenta il nostro metodo di caratterizzare l impegno volontario e professionale con la Solidarietà verso i soggetti più deboli della società; significa dotare ogni realtà del territorio, istituzionale e non, in cui vi sono minori o vi è un attività rivolta ai minori, di un Faro che rappresenta: la volontà di tenere sempre accesa una luce sul fenomeno della violenza sui minori; un luogo di riferimento riconoscibile e credibile dove indirizzare le segnalazioni di casi sospetti; un orientamento per le famiglie e tutti gli operatori sensibili; la capacità di prevenire che le violenze possano concretizzarsi o che possano prolungarsi; 7

8 una guida multidisciplinare per tutti gli operatori che sono chiamati ad intervenire nei casi segnalati; un centro di studio e monitoraggio del fenomeno. Il progetto che si articola in una serie di attività di promozione culturale e di comunicazione sociale: 1. Campagna di sensibilizzazione e informazione; 2. Corso di formazione; 3. Biblioteca dei Diritti; 4. Pubblicazione: guida pratica per la prevenzione e il primo intervento. Attività di qualificazione e di sostegno ai progetti Attività culturali: seminari, convegni ecc.; Comunicazione sociale; Monitoraggio e Valutazione ATTIVITÀ 1 CAMPAGNA DI SENSIBILIZZAZIONE La campagna di sensibilizzazione consiste in iniziative finalizzate alla conoscenza del fenomeno dei maltrattamenti e degli abusi sui minori. Si ritiene necessaria la messa in atto di attività volte, da un lato, a fornire informazioni a tutta la cittadinanza e, in particolare a tutti quegli operatori sensibili, che svolgono la loro attività professionale a contatto con i minori e, dall altro, a promuovere un ascolto attivo e diffuso sul territorio, come prerequisito di base per poter pianificare un qualsiasi intervento, e sostenere il diritto dell infanzia ad esistere nelle migliori condizioni. In particolare: 8

9 Promuovere la Conoscenza del fenomeno nelle famiglie, negli operatori sensibili e nella cittadinanza tutta, per concorrere a migliorare il riconoscimento del diritto ad un infanzia serena; La realizzare attività di sensibilizzazione e di informazione, attraverso incontri e seminari, nelle scuole e nelle altre agenzie educative; La promuovere ogni utile iniziativa di diffusione della conoscenza dei diritti dell infanzia e di miglioramento delle condizioni di reale godimento di tali diritti; Attivazione di uno sportello informativo itinerante; Attivazione di un forum informatico. ATTIVITÀ 2 FORMAZIONE PER LA PREVENZIONE DEI MALTRATTAMENTI E DEGLI ABUSI SUI MINORI Coloro che sono preposti alla tutela dei minori o che hanno delle responsabilità perché esercitano la loro attività professionale su di essi, devono porre al centro della loro attenzione la necessità di acquisire una preparazione e una competenza adeguata. E' logico presupporre che chi è impegnato nel campo dell educazione e della formazione debba possedere un profilo di notevole complessità caratterizzata da una valida sensibilità alla relazione educativa con i minori, dalla padronanza di specifiche competenze tecnico-operative di natura culturale, psicopedagogica, metodologica e organizzativa. Un errore comune e gravissimo causa di conseguenze come: le mancate rilevazioni e le mancate segnalazioni di abuso, le diagnosi scorrette e gli interventi sbagliati, è quello di ritenere che sia sufficiente essere un bravo insegnante, un operatore attento e scrupoloso, un professionista preparato, per condurre correttamente un caso di maltrattamento o abuso sessuale ai danni di un minore. 9

10 Purtroppo non è così perché sono anche richieste, nell ambito di ciascuna professionalità, una conoscenza approfondita del fenomeno nelle sue peculiarità, insieme alla capacità di dare un giusto peso a ciò che si percepisce e di integrarsi con altre professionalità. Non sapere che cosa fare, non essere capaci di districarsi nella molteplicità delle competenze, nella difficoltà di valutare le parole e di interpretare i segnali di un bambino\a: sfiducia la possibilità di intervento degli operatori sensibili. Tutti coloro che si trovano a dover affrontare un caso, o anche solo un sospetto di maltrattamento o di abuso, hanno la responsabilità e, in molti casi l obbligo, della segnalazione. Perché ci sia materia sufficiente, al di là dell evidenza del maltrattamento fisico, basta la gravità dei fatti riferiti e l evento stesso della rilevazione. Per fare ciò è fondamentale la disponibilità di concetti, strumenti mentali che permettano di vedere la violenza. ATTIVITÀ 3 E 4 BIBLIOTECA PUBBLICAZIONE: GUIDA PRATICA DI PRIMO INTERVENTO L attività prevede: 1. la realizzazione di una biblioteca composta da testi su studi scientifici, divulgativi e informativi per gli operatori ed educatori impegnati nella tutela a difesa dell infanzia e dell adolescenza e, per i genitori. La biblioteca ha, inoltre, lo scopo di favorire una visione multidisciplinare del fenomeno per gli operatori e professionisti del settore. 2. la realizzazione di una pubblicazione. Una guida pratica rispetto al fenomeno, che possa favorire elementi di conoscenza e dare indicazioni, a chiunque si trovi di fronte ad un caso sospetto, per segnalare il caso ed attivare un primo intervento. 10

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