GIUNTA DELLA REGIONE EMILIA ROMAGNA

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1 Progr.Num. 445/2011 GIUNTA DELLA REGIONE EMILIA ROMAGNA Questo giorno Lunedì 04 del mese di Aprile dell' anno 2011 si è riunita nella residenza di la Giunta regionale con l'intervento dei Signori: via Aldo Moro, 52 BOLOGNA 1) Saliera Simonetta Vicepresidente 2) Bianchi Patrizio Assessore 3) Bortolazzi Donatella Assessore 4) Freda Sabrina Assessore 5) Gazzolo Paola Assessore 6) Lusenti Carlo Assessore 7) Marzocchi Teresa Assessore 8) Melucci Maurizio Assessore 9) Mezzetti Massimo Assessore 10) Peri Alfredo Assessore 11) Rabboni Tiberio Assessore Presiede la Vicepresidente Saliera Simonetta attesa l'assenza del Presidente Funge da Segretario l'assessore Peri Alfredo Oggetto: PROTOCOLLO D'INTESA TRA REGIONE EMILIA-ROMAGNA E ISTITUTO SUPERIORE PER LA PROTEZIONE E LA RICERCA AMBIENTALE (ISPRA) PER LA GESTIONE DEGLI UNGULATI RIVOLTA ALLA RIDUZIONE DELL'IMPATTO SULLE ATTIVITA' ANTROPICHE. Cod.documento GPG/2011/517 pagina 1 di 18

2 Testo dell'atto Num. Reg. Proposta: GPG/2011/ LA GIUNTA DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA Premesso: - che ai sensi dei commi 1, 2 e 3 dell art. 7 della legge 11 febbraio 1992, n. 157 "Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio" l Istituto nazionale per la fauna selvatica (INFS), oggi Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) opera in qualità di organo scientifico e tecnico di consulenza per lo Stato, le Regioni e le Province, fornisce alle Regioni supporto per la predisposizione dei "Piani regionali", controlla e valuta gli interventi faunistici operati dalle Regioni; - che l art. 56 della legge regionale 15 febbraio 1994 n. 8 "Disposizioni per la protezione della fauna selvatica e per l'esercizio dell'attività venatoria", relativo alla gestione venatoria degli ungulati, stabilisce: - al comma 1 che la suddetta gestione sia finalizzata alla conservazione delle specie in rapporto di compatibilità con l ambiente e al conseguimento degli obiettivi indicati dal "Piano faunisticovenatorio regionale" di cui all art. 3 comma 2 della medesima legge; - al comma 2 che il prelievo di tali specie, con eccezione del cinghiale, sia consentito esclusivamente in forma selettiva secondo le indicazioni e previo parere dell ISPRA; - che il regolamento regionale 27 maggio 2008, n. 1 "Regolamento per la gestione degli ungulati in Emilia- Romagna" prevede: - che la stima della presenza delle popolazioni di ungulati selvatici, sulla base della quale vengono predisposti i piani di abbattimento, venga effettuata annualmente sulla base di metodologie indicate dall ISPRA; pagina 2 di 18

3 - che l ISPRA debba esprimere il proprio parere sui piani di abbattimento in caccia proposti dalle Province per cervidi e bovidi e che tale parere possa essere acquisito anche attraverso la sottoscrizione di appositi protocolli di intesa; - che relativamente ai piani di controllo di cui all art. 19 della legge 157/1992 debba essere acquisito il parere dell ISPRA; Considerato che è interesse primario della Regione che la gestione degli ungulati, finalizzata alla conservazione delle specie, sia attuata con particolare attenzione alla salvaguardia delle attività agricole, in un rapporto di compatibilità con l ambiente e a tutela della biodiversità; Atteso che secondo gli indirizzi regionali per la pianificazione faunistico - venatoria di cui all art. 5 della L.R. 8/ approvati con deliberazione dell Assemblea legislativa n. 60 del 31 maggio la pianificazione deve tendere al conseguimento della densità ottimale per le specie o gruppi di specie di interesse gestionale e conservazionistico, individuare le attività necessarie al raggiungimento dell obiettivo sopradescritto e riportare le strategie e le attività necessarie ad affrontare in maniera adeguata il tema dei danni da fauna selvatica; Dato atto che per la specie cinghiale, considerate le difficoltà nel determinarne la consistenza reale, gli indirizzi citati stabiliscono che tale obiettivo possa essere raggiunto attraverso metodi indiretti, utilizzando indicatori definiti nel piano stesso; Preso atto inoltre che a causa di una diffusa presenza degli ungulati in rapida espansione su tutto il territorio regionale si è rilevato un significativo aumento degli incidenti stradali e dei danni alle produzioni agricole provocate da questi animali e che pertanto si rende necessario rivedere le strategie nel prossimo triennio con riguardo particolare alle aree caratterizzate da colture sensibili di pregio e alle aree che gli strumenti di pianificazione faunistica definiscono non vocate alla presenza degli ungulati; Rilevato: - che nel sistema gestionale complessivo di tale materia oltre al ruolo di programmazione della Regione assume particolare rilievo la fase attuativa che compete a Province e ATC; pagina 3 di 18

4 - che attraverso la condivisione degli obiettivi e l attuazione di azioni e strategie di intervento dirette alla riduzione dell impatto delle specie sui diversi territori è possibile tracciare un percorso che consegua risultati programmati ed effettivi sull intero sistema di gestione degli ungulati sul territorio regionale; - che pertanto tale percorso implica una prima fase di definizione in accordo tra la Regione e l ISPRA degli obiettivi di alto profilo alla cui attuazione dovranno concorrere i vari soggetti coinvolti e sopra individuati; - che successivamente nella fase prettamente operativa verranno definite con le amministrazione provinciali le modalità e le azioni di competenza che garantiranno l efficace attuazione degli obiettivi prefissati; Atteso che il competente Servizio Territorio rurale e attività faunistico - venatorie della Direzione Generale Agricoltura, economia ittica, attività faunistico-venatorie ha attivato una specifica interlocuzione con l ISPRA al fine di affrontare le criticità nella gestione degli ungulati per poter rispondere alle situazioni sopraesposte, individuando obiettivi comuni da attuarsi attraverso uno specifico protocollo di intesa; Rilevato inoltre che in base alla suddetta interlocuzione gli uffici regionali e dell ISPRA hanno definito in sintesi gli obiettivi di sistema, le azioni da porre in essere, nonché le metodologie di verifica dei risultati, schematizzando tali contenuti in apposito documento da sottoporre all approvazione dei rispettivi organi competenti; Ritenuto pertanto di approvare lo schema di Protocollo d intesa tra Regione Emilia-Romagna e ISPRA per la "Gestione degli ungulati rivolta alla riduzione dell impatto sulle attività antropiche", allegato quale parte integrante e sostanziale del presente atto; Dato atto che il Protocollo concorre a definire l ambito di intervento per l attuazione della pianificazione regionale e che le azioni in esso previste orientano le amministrazioni provinciali nella predisposizione del Programma annuale degli interventi di cui all art. 9 della L.R 8/1994, quale attuazione del Piano faunistico venatorio; Viste: pagina 4 di 18

5 - la L.R. 26 novembre 2001, n. 43 "Testo unico in materia di organizzazione e di rapporti di lavoro nella Regione Emilia-Romagna", e successive modifiche ed in particolare l'art. 37, comma 4; - la propria deliberazione n del 29 dicembre 2008, recante "Indirizzi in ordine alle relazioni organizzative e funzionali tra le strutture e sull esercizio delle funzioni dirigenziali. Adempimenti conseguenti alla delibera 999/2008. Adeguamento e aggiornamento della delibera 450/2007" e successive modifiche; - la propria deliberazione n del 13 dicembre 2010 "Revisione della struttura organizzativa della Direzione Generale Attività Produttive, Commercio e Turismo e della Direzione Generale Agricoltura"; Dato atto del parere allegato; Su proposta dell Assessore all Agricoltura, Rabboni; Tiberio A voti unanimi e palesi D E L I B E R A 1. di approvare lo schema di Protocollo d Intesa tra la Regione Emilia-Romagna e l Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), che costituisce parte integrante e sostanziale della presente deliberazione, per la Gestione degli ungulati rivolta alla riduzione dell impatto sulle attività antropiche ; 2. di demandare al Responsabile del Servizio territorio rurale e politiche faunistico - venatorie della Direzione Generale Agricoltura, economia ittica, attività faunistico - venatorie la sottoscrizione del sopracitato protocollo di intesa; 3. di dare atto che con successivo provvedimento si procederà alla predisposizione di accordi operativi con le Province per l attuazione dei contenuti di detto Protocollo nonché all istituzione presso la Regione di un Nucleo di consultazione e di monitoraggio, composto, oltre che dalla Regione Emilia-Romagna e dall ISPRA, anche dalle Province e dagli altri soggetti pagina 5 di 18

6 coinvolti nella gestione degli ungulati per valutare annualmente il raggiungimento degli obiettivi condivisi e orientare la gestione pagina 6 di 18

7 Allegato Schema di PROTOCOLLO D INTESA TRA LA REGIONE EMILIA-ROMAGNA E L ISTITUTO SUPERIORE PER LA PROTEZIONE E LA RICERCA AMBIENTALE (ISPRA) per LA GESTIONE DEGLI UNGULATI RIVOLTA ALLA RIDUZIONE DELL IMPATTO SULLE ATTIVITA ANTROPICHE L anno duemilaundici, il giorno del mese di tra la Regione Emilia-Romagna - con sede in viale Aldo Moro 52 (C.F ) di seguito Regione nella persona di che interviene nel presente atto in qualità di Responsabile del Servizio Territorio rurale e attività faunistico venatorie della Direzione Generale Agricoltura, economia ittica, attività faunistico-venatorie; e l Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale con sede di seguito ISPRA - nella persona di che interviene nel presente atto in qualità di ; PREMESSO - che ai sensi dei commi 1, 2 e 3 dell art. 7 della legge 11 febbraio 1992, n. 157 Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio l Istituto nazionale per la fauna selvatica (INFS), oggi Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca pagina 7 di 18

8 Ambientale (ISPRA) opera in qualità di organo scientifico e tecnico di consulenza per lo Stato, le Regioni e le Province, fornisce alle Regioni supporto per la predisposizione dei Piani regionali, controlla e valuta gli interventi faunistici operati dalle Regioni; - che l art. 56 della legge regionale 15 febbraio 1994 n. 8 "Disposizioni per la protezione della fauna selvatica e per l'esercizio dell'attività venatoria", relativo alla gestione venatoria degli ungulati, stabilisce: - al comma 1 che la suddetta gestione faunisticovenatoria sia finalizzata alla conservazione delle specie in rapporto di compatibilità con l ambiente e al conseguimento degli obiettivi indicati il Piano faunistico-venatorio regionale di cui all art. 3 comma 2 della medesima legge; - al comma 2 che il prelievo di tali specie, con eccezione del cinghiale, sia consentito esclusivamente in forma selettiva secondo le indicazioni e previo parere dell ISPRA; - che il regolamento regionale 27 maggio 2008, n. 1 Regolamento per la gestione degli ungulati in Emilia- Romagna prevede: - che la stima della presenza delle popolazioni di ungulati selvatici, sulla base della quale vengono predisposti i piani di abbattimento, venga effettuata annualmente sulla base di metodologie indicate dall ISPRA; - che l ISPRA debba esprimere il proprio parere sui piani di abbattimento in caccia proposti dalle Province per cervidi e bovidi e che tale parere possa essere acquisito anche attraverso la sottoscrizione di appositi protocolli di intesa; - che relativamente ai piani di controllo di cui all art. 19 della legge 157/1992 debba essere acquisito il parere dell ISPRA; CONSIDERATO - che è interesse primario della Regione che la gestione degli ungulati sia finalizzata alla conservazione delle specie con particolare attenzione alla salvaguardia delle attività agricole, in un rapporto di compatibilità con l ambiente e a tutela della biodiversità; pagina 8 di 18

9 - che la diffusa presenza degli ungulati in rapida espansione su tutto il territorio regionale ha determinato alcune situazioni critiche specie con riferimento ai danni alle produzioni agricole con particolare riguardo alle aree caratterizzate da colture sensibili di pregio e alle aree che gli strumenti di pianificazione faunistica definiscono non vocate alla presenza degli ungulati; - che il rapido incremento degli ungulati presenti in Emilia-Romagna è dovuto principalmente ad un sistema che consente di norma l abbattimento del 20-25% degli individui censiti anche dove la densità obiettivo è stata raggiunta o superata; - che nelle aree vocate dove sono presenti colture potenzialmente danneggiabili dagli ungulati o nelle aree dove la densità risulta essere particolarmente elevata rispetto agli obiettivi, il ruolo degli ATC assume particolare rilevanza per quanto attiene l effettuazione, nel corso della stagione venatoria, di periodiche verifiche sull andamento degli abbattimenti, attivando in tempo utile, se necessario, strategie che rendano maggiormente efficace il prelievo da sottoporre alla valutazione delle Province e al conseguente parere dell ISPRA; - che un attento monitoraggio georeferenziato sia degli eventi dannosi che delle opere di prevenzione messe in atto, costituisce presupposto per programmare adeguate attività gestionali, al fine di concentrare le attività prioritariamente dove sono registrati i danni più consistenti e per attuare gli eventuali piani di controllo di cui all art. 19 della legge 157/1992; PER QUANTO SOPRA PREMESSO E CONSIDERATO Tra la Regione Emilia-Romagna e l Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) SI CONVIENE E SI STIPULA QUANTO SEGUE ARTICOLO 1 Contenuti preliminari Le premesse sono parte integrante e sostanziale del presente Protocollo d Intesa. pagina 9 di 18

10 ARTICOLO 2 Finalità Con il presente Protocollo la Regione e ISPRA intendono perseguire i seguenti obiettivi: 1. conseguire nelle aree vocate le densità previste per gli ungulati cervidi dalla pianificazione faunistica regionale; 2. definire una modalità di valutazione della densità di ungulati compatibile nei territori con presenza contemporanea di più specie (densità interspecifica); 3. introdurre, limitatamente alla specie cinghiale, ed in via sperimentale, una metodologia gestionale che tenga conto di una soglia massima di danno tollerabile sulla quale rapportare il prelievo; 4. ottimizzare l efficacia del prelievo venatorio degli ungulati nelle aree non vocate, introducendo eventuali modifiche al Calendario Venatorio regionale; 5. prevedere il monitoraggio puntuale degli eventi dannosi e dell attività di prevenzione attuata a tutela delle produzioni agricole, finalizzati a valutare l opportunità di attuare eventuali interventi di controllo così come previsto all art. 19 della legge 157/1992. ARTICOLO 3 Modalità di attuazione dell obiettivo n.1 Conseguimento nelle aree vocate delle densità previste per gli ungulati cervidi dalla pianificazione faunistica regionale Il rapido incremento degli ungulati cervidi presenti in Emilia-Romagna è dovuto principalmente ad un sistema gestionale che da quindici anni rapporta il prelievo in ciascuna area di caccia al censimento effettuato annualmente nella medesima area, consentendo di norma il prelievo del 20-25% degli individui censiti. I metodi di rilevamento in uso presso le Province conducono a rappresentare in modo accurato e standardizzato la consistenza minima della popolazione per unità di superficie. pagina 10 di 18

11 Nei territori dove la densità obiettivo indicata dalla pianificazione è stata raggiunta o superata è pertanto necessario predisporre piani di prelievo che superino l incremento utile annuo del 20-25% calcolato sulla base del censito, utilizzando efficacemente quest ultimo dato - se raccolto con una metodologia codificata e ripetuta nel tempo - per valutare la curva di crescita della popolazione in oggetto nell unità di gestione. A tal fine è necessario per tali aree che Regione ed ISPRA, al quale compete l espressione del parere sui piani di abbattimento degli ungulati proposti annualmente dalle Province, condividano l obiettivo di densità sulla base del quale rapportare il prelievo stesso. La Regione, nel corso del 2011 ed in previsione della predisposizione da parte delle Province dei Piani Faunisticovenatori quinquennali s impegna ad aggiornare le proprie Carte di potenzialità ambientale di cui all art. 4 della L.R. 8/1994 per ciascuna delle specie presenti, garantendo la compatibilità tra queste e le attività agricole e s impegna inoltre ad acquisire il parere dell ISPRA sulle analoghe Carte proposte nei Piani faunistici venatori provinciali prima dell espressione del previsto parere di conformità di cui all art. 7, comma 3, della L.R. 8/1994. L ISPRA s impegna altresì alla valutazione tecnicoscientifica delle citate restituzioni cartografiche regionali e provinciali a garanzia della corretta applicazione dei principi di gestione faunistica con particolare riguardo alla tutela delle produzioni agricole. Per le Province che sottoscrivono con ISPRA e si uniformano a quanto predisposto nel Protocollo per il prelievo venatorio del capriolo e del daino, contenente le specifiche tecniche per la definizione delle modalità di acquisizione dei dati e stesure dei piani di prelievo, è superato il parere annuale sui prelievi, secondo quanto previsto dall art. 11 del regolamento regionale n. 1 del Per la specie Cervo i Piani poliennali per la gestione delle diverse popolazioni presenti in Emilia-Romagna recepiscono il principio sopraesposto. Le Province e gli ATC provvedono a censire l intero territorio occupato dalle diverse popolazioni e a rendere effettivo il prelievo venatorio nei medesimi territori qualora la consistenza delle popolazioni lo renda possibile. pagina 11 di 18

12 Qualora una specie seppur cacciabile non sia oggetto di prelievo venatorio per inadempienze o scelte gestionali dell ATC competente per territorio, l ATC medesimo risponde degli eventuali danni arrecati alle colture presenti nei fondi. Nelle aree vocate dove sono presenti colture potenzialmente danneggiabili dagli ungulati o nelle aree dove la densità risulta essere particolarmente elevata rispetto agli obiettivi, gli ATC effettuano nel corso della stagione venatoria periodiche verifiche sull andamento degli abbattimenti, attivando in tempo utile, se necessario, strategie che rendano maggiormente efficace il prelievo da valutare con le Province, sui quali ISPRA s impegna ad esprimere il proprio parere. ARTICOLO 4 Modalità di attuazione dell obiettivo n. 2 Definizione di una modalità di valutazione della densità di ungulati compatibile nei territori con presenza contemporanea di più specie Negli strumenti di pianificazione regionali e provinciali sono riportate le densità obiettivo calcolate per singola specie in rapporto alle caratteristiche territoriali. Nei territori con presenza contemporanea di più specie, in particolare laddove queste insistono sulle medesime colture si pone la necessità di definire una densità di ungulati compatibile (densità interspecifica). ISPRA s impegna ad individuare una metodologia idonea alla definizione di tale parametro; la Regione si impegna a recepire tale metodologia nei propri strumenti di pianificazione (Carta delle Vocazioni Faunistiche, Indirizzi per la pianificazione provinciale). La Regione s impegna inoltre a sottoporre la restituzione cartografica di tale indicazione contenuta nei Piani Faunistici provinciali prima dell espressione del parere di cui all art. 7, comma 3, della L.R. 8/1994 a garanzia della tutela delle produzioni agricole regionali. pagina 12 di 18

13 ARTICOLO 5 Modalità di attuazione dell obiettivo n.3 Gestione della specie cinghiale La prassi gestionale per questa specie dovrà avere come riferimento tecnico lo specifico documento ISPRA denominato Linee Guida per la gestione del cinghiale. Gli strumenti di pianificazione regionale e provinciali definiscono una densità obiettivo anche per la specie cinghiale in analogia con le altre specie di ungulati; tuttavia, a causa della difficoltà di stima della popolazione, il numero dei capi prelevati non viene di fatto coerentemente rapportato all obiettivo prefissato. Nel tempo, nonostante i consistenti abbattimenti, l impatto della specie sulle produzioni agricole si mantiene molto alto. La Regione e ISPRA concordano in via sperimentale sulla necessità che le Province determinino nei propri Piani faunistico-venatori una soglia massima di danno economico tollerabile alle produzioni agro-forestali, definita per unità di gestione, che costituisce parametro per rapportare il prelievo dell anno successivo. Qualora tali soglie vengano superate ed in presenza di un adeguata attività di prevenzione le Province valutano l opportunità di attivare gli interventi di controllo di cui all art. 19 della legge 157/1992 anche nelle zone soggette all esercizio dell attività venatoria. Al fine di limitare la presenza della specie e il conseguente impatto sulle colture, le Province e gli ATC attivano tutte le forme di caccia consentite ed in particolare il prelievo in selezione, i cui tempi di esercizio (15 aprile 31 gennaio) ne garantiscono l efficacia nelle zone maggiormente sensibili ed una valida alternativa ai piani di controllo. La Regione s impegna a sottoporre all ISPRA, prima dell espressione del parere di cui all art. 7, comma 3, della L.R. 8/1994, la definizione della soglia di danno economico tollerabile contenuta nei Piani Faunistico - Venatori Provinciali. pagina 13 di 18

14 ARTICOLO 6 Modalità di attuazione dell obiettivo n.4 Ottimizzare l efficacia del prelievo venatorio degli ungulati nelle aree non vocate introducendo eventuali modifiche al Calendario Venatorio regionale Nelle aree individuate a vocazione nulla per le diverse specie di ungulati, coincidenti spesso con le zone di pianura caratterizzate da una fitta rete viaria, è necessario rimuovere con efficacia gli individui eventualmente presenti agendo mediante l esercizio dell attività venatoria. Le Province e gli ATC competenti per territorio provvedono pertanto ad organizzare tale attività quale attuazione del Piano faunistico provinciale. Il prelievo venatorio degli ungulati nelle aree non vocate, considerati i problemi di sicurezza e della scarsa contattabilità dei capi presenti, deve svolgersi secondo i seguenti presupposti e rispondere alle seguenti caratteristiche: - ogni capo avvistato deve poter essere abbattuto e pertanto l ATC, su indicazione dell ISPRA, dovrà individuare metodi di assegnazione idonei allo scopo; - il tiro deve essere effettuato da altane fisse o mobili posizionate secondo le indicazioni di un perito balistico il quale dovrà definire anche le traiettorie di sparo; - i censimenti annuali in tali zone vengono eseguiti per verificare l esito delle attività di eradicazione; - le Province e gli ATC intensificano l attività di prelievo nelle aree che possono rappresentare corridoi per l espansione degli ungulati verso le zone non vocate. Nelle aree non vocate, così come per quelle vocate, gli ATC provvedono alla costruzione e al mantenimento di postazioni fisse di caccia agli ungulati, a terra o sopraelevate (altane), in grado di migliorare i tassi di abbattimento. La Regione si attiva per semplificare le procedure di autorizzazione atte a favorire l esecuzione di queste strutture. pagina 14 di 18

15 ISPRA, nelle aree dove è prevista una densità della specie tendente a zero, individua periodi comuni per l abbattimento dei diversi sessi e classi di età, comunque compatibili con le caratteristiche biologiche delle diverse specie, che la Regione s impegna a recepire nel calendario venatorio ARTICOLO 7 Modalità di attuazione dell obiettivo n. 5 Monitorare adeguatamente gli eventi dannosi e l attività di prevenzione al fine di tutelare le attività agricole e attuare, laddove necessario, gli interventi di controllo di cui all art. 19 della legge 157/92 Come previsto dagli strumenti di pianificazione, le Province, gli ATC e le Aree protette effettuano un attento monitoraggio georeferenziato sia degli eventi dannosi che delle opere di prevenzione messe in atto, al fine di programmare adeguate attività gestionali. Gli ATC provvedono a concentrare l attività di abbattimento prioritariamente dove sono registrati i danni più consistenti. Tale monitoraggio puntuale è inoltre il presupposto richiesto anche al fine di attuare gli eventuali piani di controllo delle popolazioni di cui all art. 19 della legge 157/1992, a tutela delle produzioni agricole. A tal fine ISPRA si impegna a definire i metodi e le caratteristiche degli interventi ecologici attuabili. ARTICOLO 8 Modalita operative La Regione e ISPRA in considerazione della rilevanza degli interessi e obiettivi del presente Protocollo - si assumono l obbligo di procedere alla puntuale e corretta attuazione, ognuno per le rispettive competenze e nel rispetto della normativa di riferimento. pagina 15 di 18

16 ARTICOLO 9 Durata La durata del presente Protocollo è fissata in tre anni dalla sottoscrizione, salvo eventuale rinnovo. ARTICOLO 10 Nucleo di consultazione e di monitoraggio La Regione e ISPRA concordano sull opportunità di costituire un Nucleo di consultazione e di monitoraggio per la gestione degli ungulati. Tale Nucleo dovrà essere composto, oltre che da rappresentanti della Regione Emilia-Romagna e dell ISPRA, anche da rappresentanti delle Province e degli altri soggetti coinvolti nella gestione degli ungulati. Compete al Nucleo monitorare e valutare annualmente il raggiungimento degli obiettivi condivisi al fine di proporre azioni per renderne efficace l attuazione. Data Data Firma per la Firma per l'ispra Regione Emilia-Romagna pagina 16 di 18

17 Allegato parere di regolarità amministrativa REGIONE EMILIA-ROMAGNA Atti amministrativi GIUNTA REGIONALE Valtiero Mazzotti, Direttore generale della DIREZIONE GENERALE AGRICOLTURA, ECONOMIA ITTICA, ATTIVITA' FAUNISTICO-VENATORIE esprime, ai sensi dell'art. 37, quarto comma, della L.R. n. 43/2001 e della deliberazione della Giunta Regionale n. 2416/2008, parere di regolarità amministrativa in merito all'atto con numero di proposta GPG/2011/517 data 01/04/2011 IN FEDE Valtiero Mazzotti pagina 17 di 18

18 Progr.Num. 445/2011 N.Ordine 33 omissis L'assessore Segretario: Peri Alfredo Il Responsabile del Servizio Segreteria e AA.GG. della Giunta Affari Generali della Presidenza Pari Opportunita' pagina 18 di 18

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