Corso di Meccanica, Macchine e Impianti Termici CAPITOLO 7

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Corso di Meccanica, Macchine e Impianti Termici CAPITOLO 7"

Transcript

1 Anno Scolastico 009/010 Corso di Meccanica, Macchine e Impianti Termici CAPITOLO 7 TRASMISSIONE DEL MOTO CON - RUOTE DI FRIZIONE - RUOTE DENTATE - CINGHIE PIATTE E TRAPEZIOIDALI Prof. Matteo Intermite 1

2 7. INTRODUZIONE Istituto Professionale Statale per l'industria e l'artigianato In questo capitolo ci si prefigge lo scopo di illustrare i principali metodi di trasmissione del moto tra due assi. In particolare si approfondirà la teoria delle ruote di frizione, delle ruote dentate e delle cinghie. Alla fine di ogni capitolo sono presenti degli esercizi svolti o delle procedure di calcolo che possono essere un valido aiuto alla comprensione delle metodologie di risoluzione. 7.1 RUOTE DI FRIZONE Un esempio semplice di trasmissione tra due alberi non molto distanti tra loro e quello delle ruote di frizione. Lateralmente è riportato lo schema di tale trasmissione, costituita da due ruote di diametri D1 e D, la prima sull albero motore con velocità angolare ωm e momento motore Mm, la seconda sull albero condotto con velocità angolare ωu e momento resistente MR. Il moto può trasmettersi grazie all aderenza che fa nascere una forza tangenziale T in seguito alla forza R con cui vengono spinte le ruote l una contro l altra, se f è il coefficiente d attrito, sarà: T = f R D1 D Nella figura è indicato con I = + l interasse, si pone in evidenza che, in assenza di slittamento, la velocità periferica del punto di contatto sulla ruota 1 è uguale a quella del punto di contatto sulla ruota. V = V 1 Prof. Matteo Intermite

3 Quindi avremo che: D1 D ω1 D ω1 = ω e cioè i = = ω D 1 Quindi il rapporto di trasmissione dipende dal diametro delle due ruote. Quest ultima formula insieme a quella dell interasse ci consente di dimensionare correttamente i diametri delle due ruote. In pratica, le ruote di frizione hanno un campo d impiego piuttosto limitato, pur avendo il vantaggio della silenziosità e della regolarità della trasmissione, poiché sono utilizzabili solo per potenze modeste. Infatti per potenze elevate deve risultare elevata la forza T = f R ma, poiché il coefficiente d attrito per i materiali comunemente impiegati (acciaio, ghisa) è piuttosto basso (f=0,10-0,15), occorrerebbero spinte R molto elevate con conseguenti eccessive sollecitazioni sugli alberi, sui perni, sui cuscinetti, ecc ESEMPIO DI CALCOLO DI DUE RUOTE DI FRIZIONE Dimensionare una coppia di ruote di frizione, capaci di trasmettere una potenza di kw tra due alberi paralleli distanti 0,5 m e ruotanti rispettivamente a n1=500 giri/min ed n=330 giri/min. SOLUZIONE: Per l interasse I = 0,5 m = 500 mm avremo: D1 D + = 500 ω1 n1 500 mentre per il rapporto di trasmissione i = = = = 1,515 avremo: ω n 330 D D = 1 1,515 Pertanto risolvendo i sistema: D1 D + = 500 D1+ D = 1000,515 D1 = 1000 D1 = 398mm D D = 1,515 D1 D = 1,515 D = 1,515 1 D = 60mm D1 Per completare il dimensionamento, occorre determinare la larghezza b delle due ruote Prof. Matteo Intermite 3

4 che supporremo di costruire in ghisa. Procediamo al calcolo del momento motore dalla formula della potenza: π n1 N = M1 ω1 con ω1 = = 60 Quindi: 1 5,36 rad s N 000 M1 = = = 38,197N m= 38197N mm ω 5,36 M Occorre quindi una forza tangenziale T = = = 19 N D 398 Ipotizzando un coefficiente d attrito f=0,15 dovremmo avere una forza premente: T 19 R = = = 180N f 0,15 Supponendo che la pressione specifica ammissibile lungo la generatrice di contatto sia p amm N = 0 possiamo ricavare la larghezza b delle ruote: mm R 180 b= = = 64mm p 0 amm 1 Prof. Matteo Intermite 4

5 7. RUOTE DENTATE 7..1 GENERALITA Abbiamo visto che con le ruote di frizione si hanno dei limiti nella trasmissione di potenze elevate a causa delle proibitive sollecitazioni radiali cui devono essere sottoposte per garantire l aderenza. A partire da due ruote di frizione ideali, rappresentate dalle circonferenze tratteggiate, immaginiamo di ricavare sulle loro superfici esterne una serie di denti, alternati a spazi vuoti, che durante il moto si compenetrino facilmente; è evidente come, in tal caso, la trasmissione della potenza non è più affidata all attrito ma alla spinta che ciascun dente della ruota motrice esercita su quelli della ruota condotta. In tal modo, purché si costruiscano denti sufficientemente robusti, sarà possibile trasmettere potenze anche grandi. Si definisce INGRANAGGIO un meccanismo composto da due ruote dentate una delle quali (motrice) trasmette il moto all altra (condotta). A seconda dell andamento dell asse dei denti, la dentatura può essere diritta (a), elicoidale (b) o bielicoidale (c). Con gli ingranaggi si può trasmettere il moto, oltre che tra due alberi con assi paralleli (con ruote cilindriche a denti diritti e a denti elicoidali), anche tra alberi ad assi concorrenti (utilizzando ruote coniche sia a denti diritti che elicoidali), tra alberi ad assi sghembi. Prof. Matteo Intermite 5

6 Inoltre è possibile operare la trasformazione del moto da rotatorio a traslatorio con il meccanismo pignone/cremagliera. Dato un ingranaggio si definisce pignone la ruota dentata di diametro minore e ruota quella di diametro maggiore. Si definisce interasse la distanza tra gli assi delle due ruote. Dette ω 1 la velocità angolare del pignone ed ω la ω1 velocità angolare della ruota, si definisce rapporto di trasmissione il rapporto i =. ω Prof. Matteo Intermite 6

7 7.. CARATTERISTICA DELLA DENTATURA Con riferimento alla seguente figura si definisce: - diametro primitivo ( d p ), il diametro della ruota di frizione fittizia capace di trasmettere il moto con lo stesso rapporto di trasmissione della ruota dentata; - testa del dente, la parte di esso compresa tra la circonferenza primitiva e la circonferenza esterna (detta anche di troncatura o di testa); - piede del dente, la parte di esso compresa tra la circonferenza interna (detta anche di fondo o di base) e la circonferenza primitiva; - passo della dentatura (p), la distanza fra gli assi di due denti consecutivi, misurata in corrispondenza della circonferenza primitiva; se indichiamo con z il π numero di denti della ruota, il passo della dentatura sarà dato da p = z Perché l ingranamento sia regolare il passo del pignone deve essere uguale al passo della rota p π d π d = p = = z z 1 p1 p 1 d p Ciò implica che d d z = e quindi, per il rapporto di trasmissione valgono tutti i z p1 1 p seguenti rapporti: ω n d z i = = = = ω n d z 1 1 p p1 1 Prof. Matteo Intermite 7

8 Con riferimento alla seguente figura: Detta Ce la circonferenza esterna o di testa (con diametro d e ), Ci la circonferenza interna o di piede (con diametro d i ), Cp la circonferenza primitiva (con diametro avremo ancora: d p ), - altezza del dente, de di h = ; - addendum, - dedendum, h h a d de dp = ; dp di = ; - lo spessore s ed il vano v, rispettivamente le lunghezze, sulla primitiva, della parte piena del dente e della parte vuota tra un dente e l altro (la loro somma è uguale al passo p=s+v). - la larghezza del dente b Prof. Matteo Intermite 8

9 7..3 IL MODULO Il passo, precedentemente definito, è un elemento caratteristico della dentatura che un tempo veniva utilizzato come riferimento per il dimensionamento di tutte le altre parti. Tuttavia il passo presenta l inconveniente di essere un numero con la virgola in quanto per il suo calcolo dobbiamo utilizzare il π. Allora è stato introdotto il modulo (m) definito come il rapporto tra il diametro primitivo e il numero dei denti: m = Il calcolo delle ruote dentate si basa sul calcolo del modulo individuato il quale si passa al proporzionamento modulare secondo il seguente schema: d p z CARATTERISTICA FORMULA Passo p = π m Diametro primitivo dp = m z Diametro esterno d = d + m= m ( z+ ) Diametro interno d = d + h= d +,5 m e p i e e Addendum ha = m Dedendum h = 1, 5 m Altezza del dente h= h + h =, 5 m d a d Spessore vano m s= v= π Larghezza b= λ m Gioco m g = 4 interasse z1+ z a= m b λ = viene assunto normalmente pari a 10 nelle ruote a denti dritti, mentre per ruote m elicoidali può assumere valori molto maggiori. Prof. Matteo Intermite 9

10 7..4 CREAZIONE DELLE RUOTE E ANGOLO DI PRESSIONE Nella costruzione delle ruote dentate, per evitare il più possibile il fenomeno dello strisciamento tra i fianchi a contatto dei denti, i denti delle ruote dentate devono essere costruiti con particolari profili, detti profili coniugati. Il profilo maggiormente usato per la costruzione delle ruote dentate è quello ad evolvente in quanto si ottiene più facilmente con le macchine utensili e inoltre tale profilo mantiene costante il rapporto di trasmissione anche se per difetto di montaggio varia la distanza tra i centri degli ingranaggi (interasse). Gli altri vantaggi del profilo ad evolvente sono la maggiore silenziosità e la maggiore resistenza alla flessione. I denti della ruota motrice trasmettono ai denti della ruota condotta una spinta F che ha direzione tale da formare un angolo di pressione θ con la tangente comune alle due circonferenze. La forza utile trasmessa dalla ruota motrice alla ruota condotta è la componente della spinta S sulla tangente alle due circonferenze primitive. Prof. Matteo Intermite 10

11 La forza utile trasmessa dalla ruota motrice alla ruota condotta è la componente della spinta F sulla tangente alle due circonferenze primitive e vale. F T Cm CR = F cosθ = = R R 1 C m = Coppia motrice C R = Coppia resistente La componente F R, non è responsabile del moto e costituisce una sollecitazione sull albero su cui sono calettate le ruote, è data da: FT = F sinθ Se ne deduce che conviene rendere l angolo di pressione θ molto piccolo per aumentare il valore della forza utile F T MINIMO NUMERO DI DENTI Nella costruzione delle ruote dentate, non si può scendere sotto un certo numero di denti senza compromettere il corretto funzionamento. Il valore dell angolo di pressione influisce sul numero minimo di denti che una ruota può avere affinché il profilo del dente sia tutto coniugato. In pratica si assegna il numero di denti in funzione dell angolo di pressione e del rapporto di trasmissione utilizzando la seguente formula: Z min = i (1 i) sin i + + θ Dove i = rapporto di trasmissione. i θ Numero minimo di denti in funzione dell angolo di pressione e del rapporto di trasmissione Prof. Matteo Intermite 11

12 7..6 RUOTE A DENTI ELICOIDALI Le ruote a denti diritti, a causa della brusca variazione dei carichi quando si passa da una coppia di denti in presa alla successiva, sono fonti di vibrazioni, urti e rumorosità sempre più evidenti all aumentare della velocità. Si può risolvere l inconveniente facendo in modo che l ingranamento avvenga con maggiore gradualità. Ciò si può ottenere utilizzando ruote a denti elicoidali che garantiscono la massima gradualità dell ingranamento con un sensibile aumento dell arco d azione ed il conseguente vantaggio della massima silenziosità oltre ad una efficace riduzione del numero minimo di denti. Come si vede, il dente assume la direzione di un elica di inclinazione α (normalmente variabile da 10 a 45 ) rispetto alla direzione dell asse della ruota. A causa di ciò, delle due componenti della forza che si scambiano i denti, quella tangenziale F, risulta perpendicolare all asse dei denti e quindi ulteriormente scomponibile nella componente utile, responsabile della coppia motrice F = F cosα e in una componente assiale, che finisce per sollecitare sia u gli alberi che i cuscinetti assialmente, F = F sinα. a Quindi i vantaggi delle ruote elicoidali sono: - Maggiore silenziosità di ingranamento; - Riduzione del numero di denti minimo; - Maggiore resistenza in quanto lo sforzo è scaricato su più coppie di denti in presa. Gli svantaggi sono: - Componente assiale Fa che si scarica sul cuscinetto; - Minor rendimento meccanico. Prof. Matteo Intermite 1

13 7..7 ROTISMI Istituto Professionale Statale per l'industria e l'artigianato Coppie di ruote dentate possono essere accoppiate tra loro in diversi modi allo scopo di soddisfare particolari condizioni di progetto: - posizione degli assi di ingresso e di uscita del rotismo; - senso di rotazione degli assi; - rapporto di trasmissione; La figura mostra un rotismo ordinario costituito dall albero motore che ruota ad n 1 giri al minuto, due alberi ausiliari intermedi che ruotano ad n ed n 3 giri al minuto e un albero condotto che ruota ad n 4 giri al minuto; su di essi sono calettate le ruote dentate di Z 1, Z 6 Z, Z 3, Z, Z 5, e 4 denti. Per ciascun ingranaggio del rotismo si può determinare il rapporto di trasmissione: i n Z = 1 1 n = i 4 Z1 n3 Z3 = n = Z n Z i = = n Z Il rapporto di trasmissione totale: 4 5 n n n Z Z Z n itotale = i1 i i3 = = = n n n Z Z Z n Prof. Matteo Intermite 13

14 7..8 CALCOLO A FLESSIONE SECONDO LEWIS Secondo Lewis, il dente è da considerarsi come una trave a mensola caricato sul suo spigolo estremo. Si ipotizza una sola coppia di denti in presa, inoltre lo spessore sf della sezione resistente, la sua distanza hf dalla testa del dente e la larghezza b, sono tutte proporzionali al modulo m. Con queste ipotesi il modulo si calcola con la seguente formula: m = M = Massimo momento torcente da trasmettere [ N m] Z = Numero di denti Deve essere Z > Zmin 3 10,9 M λ Z σ ad σ ad = Tensione ammissibile dinamica σ ad 3 = σamm 3+ V σ amm = Tensione ammissibile del materiale σ R = Tensione di rottura del materiale N mm σ R σ amm = n n = coefficiente di sicurezza V = Velocità periferica della ruota m s b λ = λ = costruzione poco rigida m λ = 15 5 supporti scatolati λ = 5 30 costruzione accurata e rigida Se è noto lo spessore della ruota dentata da realizzare possiamo utilizzare questa formula: m = 10,9 M b z σ ad Dove al posto di λ è presento lo spessore b della ruota dentata. Prof. Matteo Intermite 14

15 Materiale Ghisa sferoidale G 5 Acciaio fuso Fe 50 Acciaio fuso Fe 560 Acciaio da costruzione Fe 490 Acciaio da costruzione Fe 590 Acciaio da costruzione Fe 690 Acciaio bonificato C 40 Acciaio bonificato C 45 Acciaio bonificato C 50 Acciaio bonificato C 60 Acciai legati da bonifica Acciai al carbonio da cementazione Acciai legati da cementazione Bronzi allo stagno in getti σ N R mm Durezza HB Caratteristiche dei principali materiali utilizzati per la realizzazione delle ruote dentate pam (N/mm) ,5 0,75 1 1,15 1,5 1,375 1,5 1,75,5,5,75 3 3,5 3,5 3,75 4 4,5 5 5,5 6 6, Moduli unificati (UNI ) Prof. Matteo Intermite 15

16 7..9 PROEDURA DI CALCOLO Si conoscono i seguenti dati: - Potenza da trasmettere - PW [ ] - Numero di giri delle ruote e rapporto di trasmissione. 1 Dalla potenza determiniamo la coppia M P π n = dove ω = ω 60 M [ N m] PW [ ] n giri min. Scelgo l angolo di pressione della mia ruota ( ) 3 Si stima il numero minimo di denti Z min in funzione del rapporto di trasmissione e si sceglie, per il pignone, un numero di denti Z1 > Zmin tale che sulla ruota possa venire un numero di denti intero Z = i Z1 Z min = + + i (1 i) sin θ i 4 Si fissa una velocità periferica di tentativo V 3 4 m = s 5 Si fissa λ (oppure b) e σ amm 6 Si calcola la σ ad σ ad 3 = σamm 3+ V 7 Si procede al calcolo del modulo e si sceglie quello immediatamente superiore tra quelli unificati. m = 3 10,9 M λ Z σ ad m = 10,9 M b z σ ad nmz 8 Si verifica che la velocità periferica V = π risulti minore o uguale a quella di tentativo scelta al punto 4. Se non viene verificato bisogna ritornare al punto 4 e rifare il calcolo con una velocità superiore. 9 Una volta calcolato il modulo necessario, si procede al calcolo di dimensionamento di tutti i particolari della dentatura e dell ingranaggio riportando i valori su una tabella come la seguente: Prof. Matteo Intermite 16

17 CARATTERITICA FORMULA PIGNONE CREMAGLIERA Numero di denti Z 1 e Z Addendum ha = m Dedendum h = 1, 5 m Altezza dente h= h + h =, 5 m Larghezza dente b= λ m a d d Diametro primitivo Dp = m z Diametro esterno D = D + m Diametro interno e i p D = D h Passo p = π m e Angolo di pressione Rapporto di trasmissione Interasse I θ Z i = Z m ( Z1+ Z) = 1 Infine si procede al proporzionamento delle restanti parti delle ruote dentate secondo le regole empiriche riportate sulla manualistica come di seguito riporato. Prof. Matteo Intermite 17

18 7.3 TRASMISSIONE A CINGHIA GENERALITA - Sono utilizzate per trasmettere potenza a lunga distanza; - Ideali per trasmissioni con urti e vibrazioni; - Non adatte per trasmissioni di elevata potenza; - Non è garantita la costanza del rapporto di trasmissione a causa di piccoli scorrimenti (ad esclusione elle cinghie dentate). Le cinghie devono la flessibilità al materiale di cui sono fatte. Le catene devono la flessibilità al moto relativo tra gli elementi che le compongono TIPI DI CINGHIE Le trasmissione con cinghie e pulegge sfruttano prevalentemente aderenza e attrito. - Cinghie piatte: a) sezione rettangolare su pulegge piane o leggermente bombate. - Cinghie trapezoidali: b) sezione trapezia. Costituite da una serie di cavi immersi in sezione cuneiforme in elastomero. Commercializzate in lunghezze unificate e di sezione unificate Z-A-B-C-D-E. - Cinghie dentate: c) costituite, come le trapezoidali, da una serie di cavi immersi in rivestimento di neoprene. Dotate di denti che alloggiano in opportuni vani realizzati sulle pulegge. Prof. Matteo Intermite 18

19 7.3. LA TENSIONE NELLE CINGHIE - Da A a B = arco di aderenza a tensione costante massima pari a T. - Da B a C = tratto di cinghia in cui la tensione gradualmente decresce da T a t mentre la cinghia si dilata. - Da C a D = tratto rettilineo in cui regna la tensione costante minima t e la cinghia è dilatata. - Da D ad E = arco di aderenza a tensione costante minima pari a t. - Da E ad F = tratto di cinghia in cui la tensione gradualmente cresce da t a T mentre la cinghia si assottiglia. - Da F ad A = tratto rettilineo in cui regna la tensione costante massima T e la cinghia è assottigliata. - α e α ' = angoli di avvolgimento: α + α ' =360 - β e β ' = angoli di scorrimento (presenza di scorrimento elastico per la cinghia che si deforma). La tensione di montaggio è la media tra T e t: T + t Tm = Prof. Matteo Intermite 19

20 La differenza tra T e t è la forza equilibrante il momento motore, facendo l equilibrio alla rotazione sulla puleggia motrice avremo: d d d Mm T + t = 0 Mm ( T t) 0 = = ( T t) Il rapporto tra le tensioni dipende inoltre in modo esponenziale dal coefficiente d attrito f e dall angolo di avvolgimento α: M m d T t = e f α Se con F u si indica la forza utile che produce il moto rotatorio, avremo: F u P M m M = = = V d D R Dove P è la potenza trasmessa, V la velocità della cinghia, d la puleggia motrice e D la puleggia condotta. Poiché Fu = T t e T t f α = e avremo: e f α T = Fu e f α 1 e 1 t = Fu e f α 1 Dalle quali si possono ricavare le tensioni nella cinghia noti la potenza, l angolo di avvolgimento e il coefficiente d attrito. Prof. Matteo Intermite 0

21 7.3.3 DIMENSIONAMENTO DELLA CINGHIA PIATTA Si conoscono i seguenti dati: - Potenza da trasmettere - PW [ ] - Numero di giri delle pulegge e rapporto di trasmissione. - Coefficiente di attrito f (da un minimo di 0,5 a un massimo di 0,75) - Interasse delle pulegge I N - σ amm = da 3 a 4 mm 1. Determinare il diametro della puleggia piccola: - per cinghie in cuoio d > 30s - per cinghie in gomma d > (40-90)s - spessori normali s = 4-6 mm - velocità normali V = 5-35 m/s. Determinare il diametro della puleggia grande tramite il rapporto di trasmissione: 3. Calcolo la velocità della cinghia: n π R V = 60 Verifico che la velocità della cinghia non sia superiore a 5-35 m/s. Se risulta superiore bisogna diminuire il diametro della puleggia. 4. Calcolo dell angolo di avvolgimento D α = d dove I è l interasse delle pulegge I 5. Calcolo della forza utile che produce il moto rotatorio P M m M R Fu = = = V d D 6. Calcolo della forza sul tratto più sollecitato e f α T = Fu e f α 1 7. Calcolo della larghezza: T - Tensione di trazione σ = con A= b s dove A N Deve risultare che σ σ amm σ amm = 3 4 mm b = l arg hezza s = spessore Prof. Matteo Intermite 1

22 T = σ amm quindi: b s T b = s σ 8. Calcolo della lunghezza della cinghia amm ( D+ d) L= I + 1,57 ( D+ d) + 4 I Prof. Matteo Intermite

RUOTE DENTATE. Introduzione

RUOTE DENTATE. Introduzione RUOTE DENTATE 362 Introduzione Le ruote dentate costituiscono un sistema affidabile per la trasmissione del moto tra assi paralleli, incidenti e sghembi. La trasmissione avviene per spinta dei denti della

Dettagli

L Unità didattica in breve

L Unità didattica in breve L Unità didattica in breve Trasmissione del moto mediante ruote dentate Si definisce ingranaggio l accoppiamento di due ruote dentate ingrananti fra loro, montate su assi la cui posizione relativa resta

Dettagli

ELEMENTI DI UNA RUOTA DENTATA A DENTI DIRITTI

ELEMENTI DI UNA RUOTA DENTATA A DENTI DIRITTI 1 Ruote dentate Le ruote dentate servono per la trasmissione del moto rotatorio continuo fra due alberi a distanza ravvicinata, con assi paralleli, concorrenti o sghembi. I denti della ruota motrice spingono,

Dettagli

Elementi di macchine 9 Elementi di macchine Generalità La costruzione di una macchina si basa anche sull utilizzo di componenti commerciali normalizzati; tali componenti possono essere impiegati come reperiti

Dettagli

Ruote Dentate. Ing. Alessandro Carandina A.A. 2014/2015. Disegno Tecnico Industriale per Ingegneria Meccanica

Ruote Dentate. Ing. Alessandro Carandina A.A. 2014/2015. Disegno Tecnico Industriale per Ingegneria Meccanica Ruote Dentate Ing. Alessandro Carandina A.A. 2014/2015 Disegno Tecnico Industriale per Ingegneria Meccanica Introduzione TRASMISSIONE DEL MOTO DA UN ASSE AD UN ALTRO 2 CINGHIA SINCRONA Assi paralleli Alberi

Dettagli

ESAME DI STATO 2005/06 INDIRIZZO MECCANICA TEMA DI : MECCANICA APPLICATA E MACCHINE A FLUIDO

ESAME DI STATO 2005/06 INDIRIZZO MECCANICA TEMA DI : MECCANICA APPLICATA E MACCHINE A FLUIDO ESAME DI STATO 2005/06 INDIRIZZO MECCANICA TEMA DI : MECCANICA APPLICATA E MACCHINE A FLUIDO Proporzionamento della trasmissione a cinghie Noti la potenza nominale P n del motore, il tipo di motore e di

Dettagli

M296 ESAME DI STATO DI ISTITUTO TECNICO INDUSTRIALE CORSO DI ORDINAMENTO

M296 ESAME DI STATO DI ISTITUTO TECNICO INDUSTRIALE CORSO DI ORDINAMENTO M29 ESME DI STTO DI ISTITUTO TECNICO INDUSTRILE CORSO DI ORDINMENTO Indirizzo: MECCNIC Tema di: DISEGNO, PROGETTZIONE ED ORGNIZZZIONE INDUSTRILE Nel disegno allegato è rappresentato un albero che trasmette

Dettagli

1 A DISEGNO PROGETTAZIONE ORGANIZZAZIONE INDUSTRIALE. T n. =C, con C = 366 ed n = 0.25, Motore

1 A DISEGNO PROGETTAZIONE ORGANIZZAZIONE INDUSTRIALE. T n. =C, con C = 366 ed n = 0.25, Motore Disegno, Progettazione ed rganizzazione Industriale esame 03 DISEGN PRGETTZINE RGNIZZZINE INDUSTRILE Sessione ordinaria 03 L albero di trasmissione rappresentato in figura trasmette una potenza P = 5 kw

Dettagli

Progetto e costruzione di macchine Joseph E. Shigley, Charles R. Mischke, Richard G. Budynas Copyright 2005 The McGraw-Hill Companies srl

Progetto e costruzione di macchine Joseph E. Shigley, Charles R. Mischke, Richard G. Budynas Copyright 2005 The McGraw-Hill Companies srl Copyright 2005 The Companies srl Esercizi aggiuntivi capitolo 13 Analisi 13-4 Un pignone cilindrico a denti dritti di 21 denti ingrana con una ruota da 28 denti. Il passo diametrale è di 3 denti/in e l

Dettagli

FISICA DELLA BICICLETTA

FISICA DELLA BICICLETTA FISICA DELLA BICICLETTA Con immagini scelte dalla 3 SB PREMESSA: LEGGI FISICHE Velocità periferica (tangenziale) del moto circolare uniforme : v = 2πr / T = 2πrf Velocità angolare: ω = θ / t ; per un giro

Dettagli

ESAME DI STATO 2009/10 INDIRIZZO MECCANICA TEMA DI : MECCANICA APPLICATA E MACCHINE A FLUIDO

ESAME DI STATO 2009/10 INDIRIZZO MECCANICA TEMA DI : MECCANICA APPLICATA E MACCHINE A FLUIDO ESAME DI STATO 2009/10 INDIRIZZO MECCANICA TEMA DI : MECCANICA APPLICATA E MACCHINE A FLUIDO Lo studio delle frizioni coniche si effettua distinguendo il caso in cui le manovre di innesto e disinnesto

Dettagli

Disegno di Macchine. corso per I anno della laurea in ing. meccanica Docente: ing. Francesca Campana

Disegno di Macchine. corso per I anno della laurea in ing. meccanica Docente: ing. Francesca Campana Disegno di Macchine corso per I anno della laurea in ing. meccanica Docente: ing. Francesca Campana Lezione n 4 Componentistica di base: alberi, trasmissione per cinghie e catene, giunti Alberi Appunti

Dettagli

Università degli Studi della Calabria. Ruote dentate

Università degli Studi della Calabria. Ruote dentate Trasmissione di moto rotatorio mediante ruote di frizione (ad assi paralleli od anche sghembi) Accoppiamento ruota/dentiera Coppia di ruote dentate fra loro ingrananti: la distanza fra i denti lungo la

Dettagli

paralleli diritta cilindriche interno vite senza fine-ruota elicoidale

paralleli diritta cilindriche interno vite senza fine-ruota elicoidale Scheda riassuntiva 3 capitoli 5-6-8 Ingranaggi Generalità L ingranaggio è un meccanismo composto da due ruote dentate, una delle quali trasmette il moto all altra attraverso la dentatura. Caratteristiche:

Dettagli

CORSO PER MANUTENTORE ATTREZZISTA MECCATRONICO SEZIONE MATERIALI E TRATTAMENTI TERMICI. Marca con una X le affermazioni che ritieni ESATTE

CORSO PER MANUTENTORE ATTREZZISTA MECCATRONICO SEZIONE MATERIALI E TRATTAMENTI TERMICI. Marca con una X le affermazioni che ritieni ESATTE CORSO PER MANUTENTORE ATTREZZISTA MECCATRONICO SEZIONE MATERIALI E TRATTAMENTI TERMICI m1 9 Gli acciai da cementazione sono 'ricchi' di carbonio m2 9 Gli acciai calmati hanno, in genere, una buona saldabilità

Dettagli

Sistemi di bloccaggio idraulici -- Mandrini idraulici

Sistemi di bloccaggio idraulici -- Mandrini idraulici Sistemi di bloccaggio idraulici -- Mandrini idraulici La tecnologia del serraggio idraulico ad espansione si è evoluto fino a raggiungere livelli di precisione e di affidabilità tali da poter soddisfare

Dettagli

MECCANICA APPLICATA E MACCHINE A FLUIDO

MECCANICA APPLICATA E MACCHINE A FLUIDO Meccanica e Macchine esame 006 MECCANICA APPLICATA E MACCHINE A FLUIDO Sessione ordinaria 006 Si debba trasmettere una potenza di 7,5 kw da un motore elettrico avente velocità angolare di 1450 giri/min

Dettagli

Trasportatori a nastro

Trasportatori a nastro Trasportatori a nastro Realizzano un trasporto di tipo continuo, in orizzontale o in pendenza, di materiali alla rinfusa e di carichi concentrati leggeri. incastellatura di sostegno Trasporti interni 1

Dettagli

ACCOPPIAMENTI ALBERO - MOZZO

ACCOPPIAMENTI ALBERO - MOZZO 1 CCOPPIMENTI LBERO - ccoppiare due o più elementi di un qualsiasi complessivo, significa predisporre dei collegamenti in modo da renderli, in qualche maniera, solidali. Ciò si realizza introducendo dei

Dettagli

ISTITUTO TECNICO INDUSTRIALE STATALE ALESSANDRO ROSSI. Via Legione Gallieno, 52-36100 Vicenza-Tel. 0444/500566 fax 0444/501808 DISEGNO TECNICO

ISTITUTO TECNICO INDUSTRIALE STATALE ALESSANDRO ROSSI. Via Legione Gallieno, 52-36100 Vicenza-Tel. 0444/500566 fax 0444/501808 DISEGNO TECNICO ISTITUTO TECNICO INDUSTRIALE STATALE ALESSANDRO ROSSI Via Legione Gallieno, 52-36100 Vicenza-Tel. 0444/500566 fax 0444/501808 DISEGNO TECNICO RELAZIONE SUL DIMENSIONAMENTO DI UNA TRASMISSIONE A CINGHIA

Dettagli

COLLEGAMENTI ALBERO-MOZZO

COLLEGAMENTI ALBERO-MOZZO COLLEGAMENTI ALBERO-MOZZO 342 Introduzione I collegamenti albero-mozzo sono collegamenti smontabili che consentono di rendere solidali, rispetto alla rotazione attorno ad un asse comune, una parte piena

Dettagli

TECNOLOGIA MECCANICA LA TRASMISSIONE DEL MOTO Fondamenti

TECNOLOGIA MECCANICA LA TRASMISSIONE DEL MOTO Fondamenti LA TRASMISSIONE DEL MOTO Fondamenti Centro per l Automazione e la Meccanica Via Rainusso 138/N 41100 Modena INDICE 1 La trasmissione del moto pag. 2 1.1 I motori 2 1.2 Trasmissione del moto mediante i

Dettagli

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA Facoltà di Ingegneria A.A. 2009/10

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA Facoltà di Ingegneria A.A. 2009/10 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA Facoltà di Ingegneria A.A. 2009/10 Corso di Disegno Tecnico Industriale per i Corsi di Laurea triennale in Ingegneria Meccanica e in Ingegneria dell Energia Elementi di

Dettagli

Programmazione modulare a.s. 2015-2016 Disciplina: Meccanica

Programmazione modulare a.s. 2015-2016 Disciplina: Meccanica Programmazione modulare a.s. 2015-2016 Disciplina: Meccanica Classe: 5 Meccanica Docente prof. Angelo Rinaldi Ore settimanali previste: 4 ore ro totale di ore 4x33=132 ore Libro di testo Corso di Meccanica

Dettagli

Calcola l allungamento che subisce un tirante di acciaio lungo l=2,5m (a sez.circolare) con φ =20mm sottoposto ad un carico (in trazione) F=40.000N.

Calcola l allungamento che subisce un tirante di acciaio lungo l=2,5m (a sez.circolare) con φ =20mm sottoposto ad un carico (in trazione) F=40.000N. Edutecnica.it Azioni interne esercizi risolti 1 razione Esercizio no.1 soluzione a pag.7 Determina il diametro di un tirante (a sezione circolare in acciaio Fe0 da sottoporre ad una forza F10.000N di lunghezza

Dettagli

Esercizio 20 - tema di meccanica applicata e macchine a fluido- 2002

Esercizio 20 - tema di meccanica applicata e macchine a fluido- 2002 Esercizio 0 - tema di meccanica applicata e macchine a fluido- 00 er regolare il regime di rotazione di un gruppo elettrogeno, viene calettato sull albero di trasmissione del motore un volano in ghisa.

Dettagli

Forze come grandezze vettoriali

Forze come grandezze vettoriali Forze come grandezze vettoriali L. Paolucci 23 novembre 2010 Sommario Esercizi e problemi risolti. Per la classe prima. Anno Scolastico 2010/11 Parte 1 / versione 2 Si ricordi che la risultante di due

Dettagli

TRASMISSIONE AD INGRANAGGI. Università degli Studi di Bergamo Corso di Laurea in Ingegneria Meccanica Prof. Sergio Baragetti

TRASMISSIONE AD INGRANAGGI. Università degli Studi di Bergamo Corso di Laurea in Ingegneria Meccanica Prof. Sergio Baragetti TRASMISSIONE AD INGRANAGGI Corso di Laurea in Ingegneria Meccanica Prof. Sergio Baragetti GEOMETRIA DELLE RUOTE DENTATE La geometria delle ruote dentate si fonda sul modulo, m, dato da Dal modulo dipendono

Dettagli

RESISTENZA DEI MATERIALI TEST

RESISTENZA DEI MATERIALI TEST RESISTENZA DEI MATERIALI TEST 1. Nello studio della resistenza dei materiali, i corpi: a) sono tali per cui esiste sempre una proporzionalità diretta tra sollecitazione e deformazione b) sono considerati

Dettagli

Dimensionamento delle strutture

Dimensionamento delle strutture Dimensionamento delle strutture Prof. Fabio Fossati Department of Mechanics Politecnico di Milano Lo stato di tensione o di sforzo Allo scopo di caratterizzare in maniera puntuale la distribuzione delle

Dettagli

Si ipotizza che i coni della frizione siano in ghisa e che tra essi sia interposto del ferodo. (pag. I-79, I- 80)

Si ipotizza che i coni della frizione siano in ghisa e che tra essi sia interposto del ferodo. (pag. I-79, I- 80) Traccia Lo schema disegnato in figura rappresenta un innesto a frizione conico con il quale si deve trasmettere la potenza di 125 kw che ruotano a 2000 giri/minuto Fissato con motivato criterio ogni elemento

Dettagli

Ruote dentate elicoidali e loro controllo con micrometro a piattelli

Ruote dentate elicoidali e loro controllo con micrometro a piattelli Ruote dentate elicoidali e loro controllo con micrometro a piattelli Nella ruota dentata cilindrica a denti elicoidali le linee dei fianchi, essendo delle eliche, sono inclinate di un angolo β rispetto

Dettagli

Fondamenti di macchine elettriche Corso SSIS 2006/07

Fondamenti di macchine elettriche Corso SSIS 2006/07 9.13 Caratteristica meccanica del motore asincrono trifase Essa è un grafico cartesiano che rappresenta l andamento della coppia C sviluppata dal motore in funzione della sua velocità n. La coppia è legata

Dettagli

Disegno di Macchine. Lezione n 7 Componentistica di base: alberi. corso per I anno della laurea in ing. meccanica Docente: ing.

Disegno di Macchine. Lezione n 7 Componentistica di base: alberi. corso per I anno della laurea in ing. meccanica Docente: ing. Disegno di Macchine corso per I anno della laurea in ing. meccanica Docente: ing. Francesca Campana Lezione n 7 Componentistica di base: alberi Introduzione ai componenti di macchine I componenti meccanici

Dettagli

TECNICA DELLE COSTRUZIONI: PROGETTO DI STRUTTURE LE FONDAZIONI

TECNICA DELLE COSTRUZIONI: PROGETTO DI STRUTTURE LE FONDAZIONI LE FONDAZIONI Generalità sulle fondazioni Fondazioni dirette Plinti isolati Trave rovescia Esecutivi di strutture di fondazione Generalità Le opere di fondazione hanno il compito di trasferire le sollecitazioni

Dettagli

Per prima cosa si determinano le caratteristiche geometriche e meccaniche della sezione del profilo, nel nostro caso sono le seguenti;

Per prima cosa si determinano le caratteristiche geometriche e meccaniche della sezione del profilo, nel nostro caso sono le seguenti; !""##"!$%&'((""!" )**&)+,)-./0)*$1110,)-./0)*!""##"!$%&'((""!" *&)23+-0-$4--56%--0.),0-,-%323 -&3%/ La presente relazione ha lo scopo di illustrare il meccanismo di calcolo che sta alla base del dimensionamento

Dettagli

DIMENSIONAMENTO DEL MARTINETTO PER RICIRCOLO DI SFERE

DIMENSIONAMENTO DEL MARTINETTO PER RICIRCOLO DI SFERE DIMENSIONAMENTO DEL MARTINETTO PER RICIRCOLO DI SFERE Per un corretto dimensionamento del martinetto a ricircolo di sfere è necessario operare come segue: definizione dei dati del dell applicazione (A)

Dettagli

Schede tecniche - Ingranaggi di precisione

Schede tecniche - Ingranaggi di precisione Schede tecniche Ingranaggi di precisione Ingranaggi a denti dritti ed elicoidali Formula Formula Descrizione Simbolo Unità Ingranaggi a denti diritti Ingranaggi elicoidali Modulo reale m n Modulo apparente

Dettagli

Università degli Studi della Calabria. Collegamenti smontabili non filettati

Università degli Studi della Calabria. Collegamenti smontabili non filettati Collegamenti smontabili non filettati Collegamenti albero-mozzo ELEMENTI ESIGENZE Anelli Scanalati Chiavette Linguette Spine elastici a Impedimento alla rotazione si si si si Impedimento alla traslazione

Dettagli

Strumenti di controllo degli organi meccanici

Strumenti di controllo degli organi meccanici Strumenti di controllo degli organi meccanici Il controllo dello spessore dei denti di un ingranaggio, può essere effettuato mediante il calibro a doppio nonio o mediante un micrometro a piattelli. Calibro

Dettagli

Cuscinetti a strisciamento e a rotolamento

Cuscinetti a strisciamento e a rotolamento Cuscinetti a strisciamento e a rotolamento La funzione dei cuscinetti a strisciamento e a rotolamento è quella di interporsi tra organi di macchina in rotazione reciproca. Questi elementi possono essere

Dettagli

LEGGE DI STEVIN (EQUAZIONE FONDAMENTALE DELLA STATICA DEI FLUIDI PESANTI INCOMPRIMIBILI) z + p / γ = costante

LEGGE DI STEVIN (EQUAZIONE FONDAMENTALE DELLA STATICA DEI FLUIDI PESANTI INCOMPRIMIBILI) z + p / γ = costante IDRAULICA LEGGE DI STEVIN (EQUAZIONE FONDAMENTALE DELLA STATICA DEI FLUIDI PESANTI INCOMPRIMIBILI) z + p / γ = costante 2 LEGGE DI STEVIN Z = ALTEZZA GEODETICA ENERGIA POTENZIALE PER UNITA DI PESO p /

Dettagli

10.1 Disegno, p. o. i. V

10.1 Disegno, p. o. i. V 0. tema proposto all'esame di Stato 20 DIMENSIONAMENTO DELL'ALBERO L'albero, che ha una lunghezza complessiva di 700 mm (0,70 m), è da considerarsi come una trave isostatica disposta su due cerniere ed

Dettagli

. Si determina quindi quale distanza viene percorsa lungo l asse y in questo intervallo di tempo: h = v 0y ( d

. Si determina quindi quale distanza viene percorsa lungo l asse y in questo intervallo di tempo: h = v 0y ( d Esercizio 1 Un automobile viaggia a velocità v 0 su una strada inclinata di un angolo θ rispetto alla superficie terrestre, e deve superare un burrone largo d (si veda la figura, in cui è indicato anche

Dettagli

INTRODUZIONE alle TRASMISSIONI

INTRODUZIONE alle TRASMISSIONI INTRODUZIONE alle TRASMISSIONI Una trasissione eccanica è il coplesso degli organi che servono per trasettere potenza in un sistea eccanico. Alcuni di tali organi, coe alberi, giunti e innesti, trasettono

Dettagli

Forze, leggi della dinamica, diagramma del. 28 febbraio 2009 (PIACENTINO - PREITE) Fisica per Scienze Motorie

Forze, leggi della dinamica, diagramma del. 28 febbraio 2009 (PIACENTINO - PREITE) Fisica per Scienze Motorie Forze, leggi della dinamica, diagramma del corpo libero 1 FORZE Grandezza fisica definibile come l' agente in grado di modificare lo stato di quiete o di moto di un corpo. Ci troviamo di fronte ad una

Dettagli

RUOTE DENTATE CILINDRICHE A DENTI DIRITTI E CREMAGLIERE

RUOTE DENTATE CILINDRICHE A DENTI DIRITTI E CREMAGLIERE RUOTE DENTATE CILINDRICHE A DENTI DIRITTI E CREMAGLIERE Gli ingranaggi cilindrici e le cremagliere sono gli elementi classici per la trasmissione meccanica dei movimenti di rotazione e di traslazione tra

Dettagli

A. Maggiore Appunti dalle lezioni di Meccanica Tecnica

A. Maggiore Appunti dalle lezioni di Meccanica Tecnica Il giunto idraulico Fra i dispositivi che consentono di trasmettere potenza nel moto rotatorio, con la possibilità di variare la velocità relativa fra movente e cedente, grande importanza ha il giunto

Dettagli

FRESATRICI CLASSIFICAZIONE DELLE FRESATRICI

FRESATRICI CLASSIFICAZIONE DELLE FRESATRICI FRESATRC CLASSFCAZONE DELLE FRESATRC Le fresatrici si distinguono principalmente per la disposizione dell albero portafresa e per le possibilità di movimento della tavola portapezzo. Si classificano in

Dettagli

6 Generalità Quando un pezzo presenta fori o cavità, il disegno può risultare di difficile comprensione a causa della presenza di numerose linee tratteggiate. 7 Generalità Sezionando ( tagliando ) con

Dettagli

Catalogo Tecnico Giunti GF con gabbia in resina

Catalogo Tecnico Giunti GF con gabbia in resina Catalogo Tecnico Giunti GF con gabbia in resina - Trasmissioni Industriali S.a.s. - Via Lago di Annone,15 36015 Z.I. Schio ( VI ) Tel. 0445/500142-500011 Fax. 0445/500018 NUOVO SITO GIFLEX GF CON MANICOTTO

Dettagli

La forza Q che esercita la puleggia sull albero può essere approssimata, per cinghie trapezoidali da:

La forza Q che esercita la puleggia sull albero può essere approssimata, per cinghie trapezoidali da: SOLUZIONE La presente soluzione verrà redatta facendo riferimento al manuale: Caligaris, Fava, Tomasello Manuale di Meccanica Hoepli. - Modellazione dell albero e calcolo delle forze L albero è sollecitato

Dettagli

LA TRSMISSIONE E TRASFORMAZIONE DEL MOVIMENTO

LA TRSMISSIONE E TRASFORMAZIONE DEL MOVIMENTO LA TRSMISSIONE E TRASFORMAZIONE DEL MOVIMENTO Classi seconde - Febbraio 2016 IL MOVIMENTO (MOTO) ROTATORIO (CIRCOLARE) CONTINUO ALTERNATIVO TRASLATORIO (RETTILINEO) CONTINUO ALTERNATIVO LA TRASMISSIONE

Dettagli

Progettazione funzionale di sistemi meccanici Ruote dentate

Progettazione funzionale di sistemi meccanici Ruote dentate Sommario Ruote dentate prof. Paolo Righettini paolo.righettini@unibg.it Università degli Studi di Bergamo Mechatronics And Mechanical Dynamics Labs January 10, 2012 Sommario Parte I Introduzione alle ruote

Dettagli

ITIS OTHOCA ORISTANO I GIUNTI. Prof. Ignazio Peddis A.S. 2007/08

ITIS OTHOCA ORISTANO I GIUNTI. Prof. Ignazio Peddis A.S. 2007/08 ITIS OTHOCA ORISTANO I GIUNTI Prof. Ignazio Peddis A.S. 2007/08 I giunti Si definisce giunto un dispositivo capace di rendere solidali tra loro due estremità d'albero in modo tale che l'uno possa trasmettere

Dettagli

Facoltà di Ingegneria Dipartimento di Meccanica e tecnologie industriali

Facoltà di Ingegneria Dipartimento di Meccanica e tecnologie industriali Laurea Specialistica in Ingegneria Energetica Corso di Progettazione Assistita al Calcolatore I-2 Prof. Marco Pierini Studente Raffaello Curtatone Anno accademico 2003/04 Firenze, 31 Gennaio 2004; 17 Luglio

Dettagli

GIROSCOPIO. Scopo dell esperienza: Teoria fisica. Verificare la relazione: ω p = bmg/iω

GIROSCOPIO. Scopo dell esperienza: Teoria fisica. Verificare la relazione: ω p = bmg/iω GIROSCOPIO Scopo dell esperienza: Verificare la relazione: ω p = bmg/iω dove ω p è la velocità angolare di precessione, ω è la velocità angolare di rotazione, I il momento principale d inerzia assiale,

Dettagli

INGRANAGGI CILINDRICI E CREMAGLIERE

INGRANAGGI CILINDRICI E CREMAGLIERE INGRANAGGI CILINDRICI E CREMAGLIERE INGRANAGGI CILINDRICI CON MOZZO LATERALE pag. 4 INGRANAGGI CILINDRICI SENZA MOZZO pag. 7 CREMAGLIERE pag. 9 INGRANAGGI CILINDRICI E CREMAGLIERE INGRANAGGI CILINDRICI

Dettagli

Esercitazione di Laboratorio - Leve di 1-2 - 3 genere TITOLO ESERCITAZIONE: VERIFICA DELLE LEGGI DELLE LEVE

Esercitazione di Laboratorio - Leve di 1-2 - 3 genere TITOLO ESERCITAZIONE: VERIFICA DELLE LEGGI DELLE LEVE TITOLO ESERCITAZIONE: VERIFICA DELLE LEGGI DELLE LEVE PREREQUISITI RICHIESTI PER LO SVOLGIMENTO DELL ATTIVITÀ DI LABORATORIO L alunno deve conoscere la definizione di forza, la definizione di momento.

Dettagli

TORNIO PARALLELO. Esercitazioni Pratiche di Tecnologia Meccanica. I. S. S. Serafino Riva Sarnico (BG)

TORNIO PARALLELO. Esercitazioni Pratiche di Tecnologia Meccanica. I. S. S. Serafino Riva Sarnico (BG) di Tecnologia Meccanica TORNIO PARALLELO A cura dei proff. Morotti Giovanni e Santoriello Sergio Tornio parallelo In questa trattazione ci occuperemo diffusamente del tornio parallelo, cioè del tipo di

Dettagli

CALCOLO ELETTRICO DELLE LINEE ELETTRICHE

CALCOLO ELETTRICO DELLE LINEE ELETTRICHE CALCOLO ELETTRICO DELLE LINEE ELETTRICHE Appunti a cura dell Ing. Stefano Usai Tutore del corso di ELETTROTECNICA per meccanici e chimici A. A. 2001/ 2002 e 2002/2003 Calcolo elettrico delle linee elettriche

Dettagli

ESTRATTO ATTUATORE CON VITE SENZA FINE PER TRAIETTORIE NON LINEARI E ALZACRISTALLI REALIZZATO CON IL MEDESIMO

ESTRATTO ATTUATORE CON VITE SENZA FINE PER TRAIETTORIE NON LINEARI E ALZACRISTALLI REALIZZATO CON IL MEDESIMO ESTRATTO ATTUATORE CON VITE SENZA FINE PER TRAIETTORIE NON LINEARI E ALZACRISTALLI REALIZZATO CON IL MEDESIMO vittorio.scialla@strumentiperleaziende.com Attuatore per traiettorie non lineari dotato di

Dettagli

UNIVERSITA DEGLI STUDI DI BRESCIA

UNIVERSITA DEGLI STUDI DI BRESCIA UNIVERSITA DEGLI STUDI DI BRESCIA ESAME DI STATO DI ABILITAZIONE ALL'ESERCIZIO DELLA PROFESSIONE DI INGEGNERE (Lauree di primo livello D.M. 509/99 e D.M. 270/04 e Diploma Universitario) SEZIONE B - Prima

Dettagli

UNIVERSITA DEGLI STUDI DI BERGAMO Facoltà di Ingegneria

UNIVERSITA DEGLI STUDI DI BERGAMO Facoltà di Ingegneria UNIVERSITA DEGLI STUDI DI BERGAMO Facoltà di Ingegneria COSTRUZIONE DI MACCHINE Prof. Sergio Baragetti Allievi del corso di Laurea in Ingegneria Gestionale (VO) Testi delle esercitazioni per l Anno Accademico

Dettagli

La rumorosità degli ingranaggi (Parte 1^)

La rumorosità degli ingranaggi (Parte 1^) La rumorosità degli ingranaggi (Parte 1^) Il problema del rumore generato dalle trasmissioni è diventato sempre più pressante negli ultimi anni, anche a causa della maggiore esigenza di combattere l inquinamento

Dettagli

Appunti sulle funi. Le Funi Carmine Napoli

Appunti sulle funi. Le Funi Carmine Napoli Appunti sulle funi DEFINIZIONE Fune: è un organo flessibile formato da un insieme di fili di acciaio, di forma e dimensioni appropriate, avvolti elicoidalmente in uno o più gruppi concentrici attorno ad

Dettagli

Macchine semplici. Vantaggi maggiori si ottengono col verricello differenziale (punto 5.5.) e col paranco differenziale (punto 5.6).

Macchine semplici. Vantaggi maggiori si ottengono col verricello differenziale (punto 5.5.) e col paranco differenziale (punto 5.6). Macchine semplici Premessa Lo studio delle macchine semplici si può considerare come una fase propedeutica allo studio delle macchine composte, poiché il comportamento di molti degli organi che compongono

Dettagli

FUNZIOAMENTO il principio di funzionamento dello spaccalegna a vite denota le seguenti forze:

FUNZIOAMENTO il principio di funzionamento dello spaccalegna a vite denota le seguenti forze: Studio ingegneristico per il funzionamento della vite spaccalegna si presenta uno studio dello spaccalegna a vite, considerando che questo materiale è puramente SPERIMENTALE e atto ad un attività di ricerca

Dettagli

14.4 Pompe centrifughe

14.4 Pompe centrifughe 14.4 Pompe centrifughe Le pompe centrifughe sono molto diffuse in quanto offrono una notevole resistenza all usura, elevato numero di giri e quindi facile accoppiamento diretto con i motori elettrici,

Dettagli

COPPIE CONICHE PER TRASMISSIONI TRA ASSI ORTOGONALI

COPPIE CONICHE PER TRASMISSIONI TRA ASSI ORTOGONALI DICHIARAZIONE DI INTENTI Il progetto modifica dell attuale assortimento di coppie coniche, sviluppato con l intento di unificare l esecuzione di questo prodotto e di ridurre il numero delle posizioni di

Dettagli

in caso di carico dinamico: Velocità di rotazione critica n amm

in caso di carico dinamico: Velocità di rotazione critica n amm Qui di seguito vengono riportate le basi di calcolo, che permettono una progettazione sicura e collaudata di una vite a ricircolo di sfere, iondo da poterne ottimizzare la scelta. Informazioni più dettagliate,

Dettagli

Dispositivo di conversione di energia elettrica per aerogeneratori composto da componenti commerciali.

Dispositivo di conversione di energia elettrica per aerogeneratori composto da componenti commerciali. Sede legale: Viale Vittorio Veneto 60, 59100 Prato P.IVA /CF 02110810971 Sede operativa: Via del Mandorlo 30, 59100 Prato tel. (+39) 0574 550493 fax (+39) 0574 577854 Web: www.aria-srl.it Email: info@aria-srl.it

Dettagli

Indice: TAELLE DI AVVOLGIMENTO... 10 AVVOLGIMENTO RETTANGOLARE EMBRICATO TIPO A... 11 AVVOLGIMENTO FRONTALE EMBRICATO TIPO A... 11

Indice: TAELLE DI AVVOLGIMENTO... 10 AVVOLGIMENTO RETTANGOLARE EMBRICATO TIPO A... 11 AVVOLGIMENTO FRONTALE EMBRICATO TIPO A... 11 Progettazione di un motore asincrono trifase con rotore a gabbia semplice Indice: MISURAZIONI EFFETTUATE SULLO STATORE... 2 FORMA DELLE CAVE E DEI DENTI DELLO STATORE:... 2 IN BASE AL TIPO DI CAVA E DI

Dettagli

DISEGNO TECNICO INDUSTRIALE

DISEGNO TECNICO INDUSTRIALE DISEGNO TECNICO INDUSTRIALE COSTRUZIONI GEOMETRICHE Anno Accademico 2014-2015 Le Costruzioni Geometriche Nello studio del disegno tecnico, inteso come linguaggio grafico comune fra i tecnici per la progettazione

Dettagli

RELAZIONE RISPOSTA A DOMANDA N. 2. Generalità. Fondazioni. Caratteristiche del terreno

RELAZIONE RISPOSTA A DOMANDA N. 2. Generalità. Fondazioni. Caratteristiche del terreno RISPOSTA A DOMANDA N. 2 RELAZIONE Generalità La presente relazione illustra gli aspetti geotecnici e delle fondazioni relativi alle strutture delle seguenti opere: EDIFICIO SERVIZI BUNKER PROTEXIMETRICO

Dettagli

Le molle. Costruzione di Macchine 2 Prof. Stefano Beretta Chiara Colombo

Le molle. Costruzione di Macchine 2 Prof. Stefano Beretta Chiara Colombo Le molle Costruzione di Macchine 2 Prof. Stefano Beretta Chiara Colombo Le molle 2 Le molle sono elementi in grado di deformarsi elasticamente, assorbendo energia. Applicazioni caratteristiche: accumulatore

Dettagli

Esercitazione 5 Dinamica del punto materiale

Esercitazione 5 Dinamica del punto materiale Problema 1 Un corpo puntiforme di massa m = 1.0 kg viene lanciato lungo la superficie di un cuneo avente un inclinazione θ = 40 rispetto all orizzontale e altezza h = 80 cm. Il corpo viene lanciato dal

Dettagli

ESERCITAZIONE Scrittura di un programma CNC per la fresatura di un componente dato

ESERCITAZIONE Scrittura di un programma CNC per la fresatura di un componente dato ESERCITAZIONE Scrittura di un programma CNC per la fresatura di un componente dato Nella presente esercitazione si redige il programma CNC per la fresatura del pezzo illustrato nelle Figure 1 e 2. Figura

Dettagli

IL TRASFORMATORE Prof. S. Giannitto Il trasformatore è una macchina in grado di operare solo in corrente alternata, perché sfrutta i principi dell'elettromagnetismo legati ai flussi variabili. Il trasformatore

Dettagli

GEOMETRIA DELLE MASSE

GEOMETRIA DELLE MASSE 1 DISPENSA N 2 GEOMETRIA DELLE MASSE Si prende in considerazione un sistema piano, ossia giacente nel pian x-y. Un insieme di masse posizionato nel piano X-Y, rappresentato da punti individuati dalle loro

Dettagli

Energia e Lavoro. In pratica, si determina la dipendenza dallo spazio invece che dal tempo

Energia e Lavoro. In pratica, si determina la dipendenza dallo spazio invece che dal tempo Energia e Lavoro Finora abbiamo descritto il moto dei corpi (puntiformi) usando le leggi di Newton, tramite le forze; abbiamo scritto l equazione del moto, determinato spostamento e velocità in funzione

Dettagli

APPLICATION SHEET Luglio

APPLICATION SHEET Luglio Indice 1. Descrizione dell applicazione 2. Applicazione - Dati 3. Selezione del prodotto e dimensionamento 4. Soluzione Motovario 1. Descrizione dell applicazione Gli schermi per campi da cricket fanno

Dettagli

ANALISI E VERIFICA DI UN RIDUTTORE AERONAUTICO PER AUMENTARNE LA POTENZA TRASMISSIBILE

ANALISI E VERIFICA DI UN RIDUTTORE AERONAUTICO PER AUMENTARNE LA POTENZA TRASMISSIBILE Università degli Studi di Bologna FACOLTA DI INGEGNERIA Corso di Laurea in Ingegneria Meccanica Laboratorio di disegno CAD ANALISI E VERIFICA DI UN RIDUTTORE AERONAUTICO PER AUMENTARNE LA POTENZA TRASMISSIBILE

Dettagli

Minicorso Regole di Disegno Meccanico

Minicorso Regole di Disegno Meccanico Parte 3 Minicorso Regole di Disegno Meccanico di Andrea Saviano Tolleranze dimensionali di lavorazione Accoppiamenti mobili, stabili e incerti Giochi e interferenze Posizione della zona di tolleranza e

Dettagli

Lavorazioni al TORNIO PARALLELO

Lavorazioni al TORNIO PARALLELO Istituto Istituto Istruzione Superiore G. Boris Giuliano" Via Carducci, 13-94015 Piazza Armerina (En) Corso di Tecnologie Meccaniche e Applicazioni Anno scolastico 2015-2016 Lavorazioni al TORNIO PARALLELO

Dettagli

Classificazione delle pompe. Pompe rotative volumetriche POMPE ROTATIVE. POMPE VOLUMETRICHE si dividono in... VOLUMETRICHE

Classificazione delle pompe. Pompe rotative volumetriche POMPE ROTATIVE. POMPE VOLUMETRICHE si dividono in... VOLUMETRICHE Classificazione delle pompe Pompe rotative volumetriche POMPE VOLUMETRICHE si dividono in... POMPE ROTATIVE VOLUMETRICHE Pompe rotative volumetriche Principio di funzionamento Le pompe rotative sono caratterizzate

Dettagli

ALLEGATO II Dispositivi di attacco

ALLEGATO II Dispositivi di attacco ALLEGATO II Dispositivi di attacco. : il testo compreso fra i precedenti simboli si riferisce all aggiornamento di Maggio 2011 Nel presente allegato sono riportate le possibili conformazioni dei dispositivi

Dettagli

Politecnico di Bari I Facoltà di Ingegneria Corso di Laurea Specialistica in Ingegneria Meccanica ENERGIA EOLICA

Politecnico di Bari I Facoltà di Ingegneria Corso di Laurea Specialistica in Ingegneria Meccanica ENERGIA EOLICA Politecnico di Bari I Facoltà di Ingegneria Corso di Laurea Specialistica in Ingegneria Meccanica ENERGIA EOLICA turbine eoliche ad asse verticale VAWT A.A. 2008/09 Energie Alternative Prof.B.Fortunato

Dettagli

Insegnamento di Fondamenti di Infrastrutture viarie

Insegnamento di Fondamenti di Infrastrutture viarie Insegnamento di Fondamenti di Infrastrutture viarie Territorio ed infrastrutture di trasporto La meccanica della locomozione: questioni generali Il fenomeno dell aderenza e l equazione generale del moto

Dettagli

Campo d'impiego Struttura Cambio utensile/pallet Caratteristiche tecniche

Campo d'impiego Struttura Cambio utensile/pallet Caratteristiche tecniche Campo d'impiego Struttura Cambio utensile/pallet Caratteristiche tecniche Meccaniche Arrigo Pecchioli Via di Scandicci 221-50143 Firenze (Italy) - Tel. (+39) 055 70 07 1 - Fax (+39) 055 700 623 e-mail:

Dettagli

Insegnamento di Fondamenti di Infrastrutture viarie

Insegnamento di Fondamenti di Infrastrutture viarie Insegnamento di Fondamenti di Infrastrutture viarie Territorio ed infrastrutture di trasporto La meccanica della locomozione: questioni generali Il fenomeno dell aderenza e l equazione Dall equazione alle

Dettagli

www.rodacciai.it PROVA DI TRAZIONE L 0 = 5.65 S 0 PROVE MECCANICHE

www.rodacciai.it PROVA DI TRAZIONE L 0 = 5.65 S 0 PROVE MECCANICHE PROVA DI TRAZIONE La prova, eseguita a temperatura ambiente o più raramente a temperature superiori o inferiori, consiste nel sottoporre una provetta a rottura per mezzo di uno sforzo di trazione generato

Dettagli

Regole della mano destra.

Regole della mano destra. Regole della mano destra. Macchina in continua con una spira e collettore. Macchina in continua con due spire e collettore. Macchina in continua: schematizzazione di indotto. Macchina in continua. Schematizzazione

Dettagli

TORNI PARALLELI PESANTI mod. 1A670, 1A670-12,5

TORNI PARALLELI PESANTI mod. 1A670, 1A670-12,5 TORNI PARALLELI PESANTI mod. 1A670, 1A670-12,5 M.I.R.M.U. - Via Baldinucci, 40 20158 Milano - Tel 02.39320593 Fax 02.39322954 info @mirmu.it 1 Le macchine sono destinate ad eseguire le operazioni di sgrossatura

Dettagli

ESAME DI STATO DI LICEO SCIENTIFICO CORSO SPERIMENTALE P.N.I. 2004

ESAME DI STATO DI LICEO SCIENTIFICO CORSO SPERIMENTALE P.N.I. 2004 ESAME DI STAT DI LICE SCIENTIFIC CRS SPERIMENTALE P.N.I. 004 Il candidato risolva uno dei due problemi e 5 dei 0 quesiti in cui si articola il questionario. PRBLEMA Sia la curva d equazione: ke ove k e

Dettagli

Analisi e diagramma di Pareto

Analisi e diagramma di Pareto Analisi e diagramma di Pareto L'analisi di Pareto è una metodologia statistica utilizzata per individuare i problemi più rilevanti nella situazione in esame e quindi le priorità di intervento. L'obiettivo

Dettagli

Usando il pendolo reversibile di Kater

Usando il pendolo reversibile di Kater Usando il pendolo reversibile di Kater Scopo dell esperienza è la misurazione dell accelerazione di gravità g attraverso il periodo di oscillazione di un pendolo reversibile L accelerazione di gravità

Dettagli

TRASMISSIONE MECCANICA In un azionamento elettrico un motore aziona un carico meccanico.

TRASMISSIONE MECCANICA In un azionamento elettrico un motore aziona un carico meccanico. Trasmissione meccanica rof. apuzzimati Mario - ITIS Magistri umacini - omo TASMISSIONE MEANIA In un azionamento elettrico un motore aziona un carico meccanico. apita molto spesso che il carico meccanico

Dettagli

ENERGIA. Energia e Lavoro Potenza Energia cinetica Energia potenziale Principio di conservazione dell energia meccanica

ENERGIA. Energia e Lavoro Potenza Energia cinetica Energia potenziale Principio di conservazione dell energia meccanica 1 ENERGIA Energia e Lavoro Potenza Energia cinetica Energia potenziale Principio di conservazione dell energia meccanica 2 Energia L energia è ciò che ci permette all uomo di compiere uno sforzo o meglio

Dettagli

Proponente: GIOSUE FEOLA TEL. 3401014152 E-Mail: giosuefeola@libero.it

Proponente: GIOSUE FEOLA TEL. 3401014152 E-Mail: giosuefeola@libero.it Titolo del progetto: STERILIZZATORE ULTRA-FLASH Proponente: GIOSUE FEOLA TEL. 3401014152 E-Mail: giosuefeola@libero.it GENERALITA L idea è quella di realizzare uno sterilizzatore per latte, di nuova concezione,

Dettagli