1 CORSO AE CAMPANIA ELEMENTI DI ORIENTAMENTO

Transcript

1 Club Alpino Italiano Sez. di Castellammare di Stabia 1 CORSO AE CAMPANIA ELEMENTI DI ORIENTAMENTO A cura di Ciro Di Martino

2 Fondamenti di Cartografia. Ogni punto della superficie terrestre può essere univocamente individuato da una coppia di coordinate: la LATITUDINE, che definisce la distanza angolare del punto dall'equatore, la LONGITUDINE, che definisce la distanza angolare del punto dal meridiano che, per le coordinate geografiche, è quello passante per Greenwich

3 Fondamenti di Cartografia. I meridiani dividono la superficie terrestre in 60 fusi di 6 ciascuno. Il fuso 1 va da 180 a 174. Il fuso 30 da 6 a 0 e così via. L Italia è interessata dai fusi 32, 33 e 34

4 I 6 totali di ampiezza del fuso servono a contenere entro limiti accettabili le inevitabili deformazioni dovute alla forma del globo. In questo modo ogni spicchio risulta delimitato da due meridiani, distanti 3 di longitudine a destra e a sinistra dal meridiano di tangenza. Il fuso si estende in 160 in latitudine (80 a Sud ed 80 a Nord dell equatore). Le calotte polari vengono rappresentate mediante una proiezione detta stereografica polare. Fondamenti di Cartografia.

5 Fondamenti di Cartografia. La superficie terrestre viene ulteriormente suddivisa in 20 fasce, limitate da paralleli, dell ampiezza di 8 di latitudine, ed individuate dalle lettere C D E F G H J K L M N P Q R S T U V W X. Le lettere A e B stanno ad indicare le calotte polari. L Italia cade nelle fasce S e T.

6 Fondamenti di Cartografia. L incrocio di una fascia con un fuso individua una ZONA che, pertanto, ha una estensione in longitudine di 6 ed in latitudine di 8. La ZONA è indicata dal numero del fuso, seguito dalla lettera della fascia. La Campania, ad esempio, si trova nella zona 33T.

7 Fondamenti di Cartografia Le zone vengono ulteriormente suddivise in QUADRANTI di 100 km di lato, che contrariamente alle fasce, ai fusi ed alle zone (delimitate da elementi del reticolato geografico), sono delineati dalle rette del reticolato chilometrico. Vengono individuati da una coppia di lettere, la prima delle quali indica la colonna, la seconda la riga. Per esempio VF.

8 Fondamenti di Cartografia La CARTA TOPOGRAFICA D ITALIA dell IGM VECCHIA si compone di 278 fogli, alla scala di 1: , individuati da un numero d ordine e dal nome dell elemento più importante che vi è rappresentato. Un foglio rappresenta un territorio di 30 in longitudine e 20 in latitudine e delle dimensioni di circa 40 km per 40 km. Avellino, ad esempio, rientra nel foglio n. 185 Salerno. Le Tavolette in scala 1: rappresentano un territorio di 7,5 in longitudine e 5 in latitudine.

9 Fondamenti di Cartografia Ogni foglio viene diviso in 4 QUADRANTI (I, II, III e IV Quadrante). Ogni Quadrante è diviso in 4 TAVOLETTE in scala 1: (I S.O., I N.O., I N.E. e I S.E.; II S.O., ecc.)

10 Lettura delle Carte Escursionistiche LA SCALA NUMERICA Indica quante volte è più grande nella realtà una distanza misurata sulla carta. Scala 1: vuole, quindi, dire che il nostro foglio rappresenta una realtà che è volte più grande; per cui a 1 centimetro sulla carta corrispondono centimetri nella realtà, cioè 250 metri. Poiché la scala è espressa sotto forma di frazione (1:25.000, 1:50.000, 1: ), più grande è il denominatore più piccola è la scala. Pertanto la scala di 1: è più piccola di 1: e più grande di 1:

11 Lettura delle Carte Escursionistiche LA DISTANZA La distanza che si misura sulla carta è la distanza planimetrica, vale a dire la proiezione della distanza reale sul piano orizzontale. Distanza planimetrica e distanza reale coincidono solo quando il terreno è orizzontale e si differenziano tanto più, quanto più questo è in pendenza.

12 Lettura delle Carte Escursionistiche LA SCALA GRAFICA Consiste in un segmento suddiviso in tratti, corrispondenti generalmente ad un chilometro. Il primo tratto a sinistra è a sua volta suddiviso ulteriormente(nella scala 1:25.000, in tratti di 100 e 50 m). La si usa riportandovi la lunghezza da misurare, facendone coincidere l estremo destro con una delle suddivisioni intere, scelta in maniera che l estremo sinistro vada a cadere nella suddivisione di sinistra, finemente graduata.

13 Lettura delle Carte Escursionistiche LE CURVE DI LIVELLO Vengono denominate anche isoipse ed arricchiscono la carta di un numero davvero impressionante di informazioni. Sono delle linee chiuse, tanto più tortuose quanto più irregolare è il rilievo, che uniscono tutti i punti di uguale quota. Possono immaginarsi come l intersezione della superficie topografica con dei piani orizzontali.

14 Lettura delle Carte Escursionistiche LE CURVE DI LIVELLO La differenza di quota fra una curva di livello e la successiva dicesi EQUIDISTANZA. Nelle tavolette IGM l equidistanza è pari ad un millesimo della scala della carta, pertanto nella carta in scala 1: corrisponde a 25 m. L equidistanza viene scelta in maniera che il terreno fra due isoipse possa considerarsi a pendenza costante.

15 Lettura delle Carte Escursionistiche. Ove ciò non si verifichi, si ricorre ad altre curve, chiamate AUSILIARIE e disegnate a tratti, la cui equidistanza è generalmente 1/5 di quella delle normali isoipse (per la carta al è quindi di 5 m). Sulle carte al dell IGM, ogni 4 isoipse, ce n è una disegnata con tratto più grosso e scuro (le isoipse sono in colore bistro, ovvero grigio), che prende il nome di DIRETTRICE o PRINCIPALE. Ogni direttrice ha un valore altimetrico che è un multiplo intero di 100, ed il dislivello con la successiva è di 100 m. Le isoipse con linee più sottili tra due principali sono dette anche SECONDARIE. 15

16 Lettura delle carte Curve di livello Escursionistiche Dall andamento delle isoipse possiamo riconoscere anche gli impluvi o compluvi o canaloni (zone di ruscellamento) e i displuvi (spartiacque) o dorsali o creste 16

17 Lettura delle Carte Escursionistiche. Curve di livello 17

18 Lettura delle Carte Escursionistiche Curve di livello 18

19 Lettura delle Carte Escursionistiche. Curve di livello 19

20 Lettura delle Carte Escursionistiche Curve di livello 20

21 Lettura delle Carte Escursionistiche Curve di livello 21

22 TRIANGOLAZIONE Che cosa è?: Come dice la parola è la determinazione di un triangolo, nel caso nostro: il triangolo dell indeterminatezza A cosa serve?: riconoscendo alcuni punti in montagna serve a determinare il punto da cui si osservano questi punti. Se, per esempio, vogliamo determinare il punto in cui ci troviamo, Nel nostro caso i punti riconoscibili sono le cime di Poggio Boschietello, M.Esca e M.Bufoni dobbiamo osservare almeno tre punti riconoscibili con angolo tra di loro non superiore a

23 TRIANGOLAZIONE Calcoliamo l azimut di M.Boschitello nella realtà puntando la freccia di direzione verso la cima e facendo combaciare N della ghiera con l ago magnetico: 315 Senza più muovere la ghiera, portiamo la bussola sulla carta, mettiamo le linee della bussola parallele al reticolato chilometrico, e, partendo dalla cima di Poggio Boschitello, tracciamo una 23 linea.

24 TRIANGOLAZIONE Ripetiamo la stessa cosa per la cima di M.Esca: 14 Riportiamo i 14 sulla carta tracciando la riga come in figura. 24

25 TRIANGOLAZIONE Ripetiamo la stessa cosa per la cima di M.Bufoni: 76 Riportiamo i 76 sulla carta tracciando la riga come in figura. 25

26 TRIANGOLAZIONE A questo punto possiamo affermare che ci troviamo all interno del triangolo dell indeterminatezza. Più preciso è il calcolo degli azimut più piccolo è il triangolo e più preciso sarà il calcolo della nostra posizione. 26

27 Tracciato di rotta e Profilo Altimetrico TRACCIATO DI ROTTA E la suddivisione del percorso in tratti sufficienti a calcolare gli azimut da tenere affinchè si possa seguirne le indicazioni 27

28 ALTITUDINE DEL PUNTO INIZIALE DEL TRATTO DISLIVELLO PROGRESSIVO DISLIVELLO PARZIALE DISTANZA PROGRESSIVA DISTANZA PLANIMETRICA PARZIALE AZIMUT RITORNO RECIPROCO AZIMUT TRATTO Profilo Altimetrico TABELLA DI ORIENTAMENTO m 800 m 16 m 16 m 1084 m m 1000 m 10 m 26 m 1090 m m 1200 m 0 m 26 m 1100 m m 1340 m 45 m 71 m 1080 m m 1590 m 0 m 71 m 1125 m m 2000 m 29 m 100 m 1110 m m 2100 m 20 m 120 m 1130 m m 2600 m 0 m 120 m 1150 m m 2720 m 25 m 145 m 1100 m m 2870 m 0 m 145 m 1125 m m 3020 m 0 m 145 m 1125 m m 3270 m 0 m 145 m 1125 m m 3670 m 70 m 215 m 1118 m m 4080 m 0 m 215 m 1188 m m 4300 m 0 m 215 m 1130 m m 4500 m 0 m 215 m 1100 m m TRACCIATO DI ROTTA Per ogni tratto di segmento si calcolano i singoli azimut, la distanza da percorrere per ogni tratto e i dislivelli, si forma cioè una TABELLA DI ORIENTAMENTO da cui si disegna il PROFILO ALTIMETRICO 28

29 Per tracciare il PROFILO ALTIMETRICO si utilizzano i dati delle distanze sulle ascisse e le quote sulle ordinate. Non è possibile avere le stesse scale tra distanze e quote!!! 29

30 Le coordinate chilometriche del punto sono: 33T E N nel sistema di riferimento European 1950 E così in questa successione vanno rilevate!!!!!! Per trovare le coordinate chilometriche di un punto bisogna considerare il reticolato chilometrico. La nostra zona è la 33T ed il punto si trova oltre 8 km ad est del centro della zona (508) e oltre 4517 km a nord dell equatore (4517). La scala è 1: perché il reticolato chilometrico ha i lati di 10 cm (se non vi trovate è perché l immagine non è in scala). Si misurano i mm tra il meridiano prossimo ad ovest del punto: 40 mm, in scala 400 m. Si misurano i mm dal parallelo prossimo a sud del punto: 80 mm, in scala m.