I DEFICIT DELLE MDA (Malattia demenza da Alzheimer)

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1 LE DEMENZE Quando eri più giovane ti cingevi la veste da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio, tenderai le mani, e un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi. (Giovanni 21, 18:19) Questo passo del vangelo rappresenta chiaramente la situazione del demente: - la perdita della propria identità e la dipendenza dagli altri. (Introduzione fatta dal Dr. Dr.Antonio Minore Responsabile UVA e Ambulatorio Demenze Unità operativa di Neurologia Ospedale Civico Palermo) CHE COS E LA DEMENZA? Il termine demenza si riferisce a una serie di sintomi riscontrabili in alcune malattie, dove vi sia un deterioramento o perdita di cellule cerebrali. La perdita di cellule cerebrali è un processo naturale dell invecchiamento, ma nelle malattie che conducono alla demenza si verifica ad un ritmo così veloce da impedire al cervello di funzionare regolarmente. I sintomi della demenza sono normalmente determinati da un lento e graduale deterioramento delle capacità funzionali dell individuo, senza possibilità di miglioramento. Il danno cerebrale colpisce le funzioni mentali (memoria, attenzione, concentrazione, linguaggio, pensiero ecc.) e questo si ripercuote sul comportamento. Il termine demenza, tuttavia, non si riferisce soltanto alla demenza di tipo degenerativo; a volte le condizioni del paziente possono migliorare o rimanere stabili per un certo periodo. In una modesta percentuale di casi la demenza è trattabile e potenzialmente reversibile, ma nella stragrande maggioranza è una malattia che conduce alla morte. La maggior parte dei pazienti non muore direttamente a causa della demenza, ma per complicazioni, quali la polmonite. Gli effetti della demenza tendono ad essere meno gravi quando la malattia inizia in una fase molto avanzata della vita. La malattia di Alzheimer è responsabile di oltre la metà dei casi di demenza. Al secondo posto si trova la demenza vascolare, causata da una serie di piccoli ictus (infarti) che riducono l apporto di sangue al cervello. Questi ictus possono essere di modesta entità, ma il loro effetto combinato può compromettere la facoltà di pensare, ragionare, ricordare e comunicare. Tra le numerose altre possibili cause di demenza ricordiamo: - l AIDS; - la malattia di Binswanger; - la malattia di Creutzefeldt Jacob; - la depressione; - la malattia dei corpi di Lewy; - la sindrome di Down; - la sindrome di Gertsmann.- Strassler-Scheinker; - la corea di Huntington; - disturbi metabolici; - il morbo di Parkinson; - il morbo di Pick.

2 Alcuni sottotipi di demenze vascolari sono causate da: - malattia grossi vasi (trombosi carotide); - malattia piccoli vasi (alterazione vasi terminali interni al cervello lagunare o estesa; I DEFICIT DELLE MDA (Malattia demenza da Alzheimer) - Deficit memoria; (1) - Perdita dell orientamento spazio-temporale; - Turbe del linguaggio; - Perdita di concentrazione; - Incapacità a prendere decisioni adeguate; - Incapacità a prendere oggetti; - Incapacità a comunicare; - Dipendenza da altri. (1) La memoria ha due forme principali: MEMORIA BREVE = quella immediata, ho fatto qualcosa e lo ricordo ; MEMORIA LUNGA = ricordo di fatti lontani nel tempo. L aumento delle demenze è rapportabile all aumento demografico e all innalzamento della speranza di vita (invecchiamento prolungato). In Italia è stata stimata una percentuale del 60 75% di demenze sopra i 65 anni. MAGGIORI - Età - Familiarità I FATTORI DI RISCHIO In prevalenza le demenze aumentano dopo gli 80; dopo i 70 si ha una percentuale del 6,5%; Dopo i anni (Alzheimer precoce) è di natura congenita dovuta a mutazioni genetiche. Il rischio di demenze aumenta di 3 7 volte per una famiglia in cui la malattia si è manifestata. Il 5% delle forme congenite, è legato al cromosoma 21 o di Down. La mutazione dei cromosomi 14 e 21 causa la formazione di due sostanze presaline 1 e 2 che portano l enzima a tagliare la proteina in modo errato. Diversi componenti una comunità calabrese trasferitasi in USA, si ammalarono a causa della mutazione dei cromosomi 14 e 21. Provenivano da un paese in cui i casi di demenza erano diffusi. Nonostante il cambio di località e il tenore di vita, la mutazione si era ripresentata. La causa delle mutazione è ancora poco conosciuta. Si pensa a radiazioni, contaminazione da cibo, da emissione di onde magnetiche ecc. MINORI - Basso livello scolarità; - Attività prevalentemente manuale; - Traumi cranici ripetuti; - Mancato controllo ipertensione e ipercolisterolo; - Anestesie generali ripetute. 2

3 La depressione più che un fattore è un sintomo della possibile presenza di MDA. Possono effettuarsi screening (esami) della proteina Tau in base ai quali si può capire il rischio di insorgenza ma non sono molto attendibili. In America è stato effettuato uno studio su un gruppo di suore. Le religiose furono seguite da un Psicologo e da un neurologo. Alla morte, i loro cervelli furono esaminati da patologi estranei a tale studio che diagnosticarono delle lesioni non gravi ma di origine vascolari. FATTORI PROTETTIVI - Buon livello culturale; - Mantenimento di interessi in età avanzata; - Controllo ipertensione e ipercolesterolo; - Controllo terapia estrogenica in menopausa; - Praticare attività fisica regolare; - Dieta ricca di vitamine e antiossidanti. - Uso di antinfiammatori CARATTERISTICHE DELLE MDA Nel cervello possono avvenire due tipi di lesioni: - formazioni di gomitoli neurofibrillari; - placche senili. L ALZHEIMER La malattia di Alzheimer è la più comune causa di demenza, prende il nome da Alois Alzheimer, un neurologo tedesco che nel 1907 ne descrisse per primo i sintomi e gli aspetti neuropatologici (microscopici) come le placche neuritiche e i gomitoli (grovigli) neurofibrillari.. Tra il 50 e il 70% delle persone affette da demenza soffrono di malattia di Alzheimer. Si tratta di un processo degenerativo cerebrale che provoca un declino progressivo e globale delle funzioni intellettive associato ad un deterioramento della personalità e della vita di relazione. Progressivamente l'ammalato perde l'autonomia nell'esecuzione degli atti quotidiani della vita e diventa completamente dipendente dagli altri. Può durare tra gli 8 e i 15 anni. La malattia di Alzheimer colpisce circa il 5 % delle persone con 60 o più anni. I sintomi possono essere: perdita significativa della memoria (amnesia); cambiamenti di comportamento e alterazione della personalità; perdita di iniziativa e di interesse; problemi di linguaggio (afasia); confusione; perdita di orientamento nello spazio e nel tempo; incapacità a riconoscere persone, cose e luoghi (agnosia); incapacità a compiere gli atti quotidiani della vita - lavarsi, vestirsi, mangiare (aprassia); deliri e/o allucinazioni; totale dipendenza da chi assiste. E difficile fornire dati precisi sull incidenza di questa patologia, essa colpisce senza distinzione di nazionalità, di razza di gruppo etnico o di livello sociale; interessa uomini o donne indifferentemente. In generale esistono due sottotipi di demenza di Alzheimer distinti in base all età di insorgenza della malattia: precoce se inizia entro i 65 anni, tardiva dopo i 65 anni. Sulla base di studi condotti in Italia, Giappone, Gran Bretagna e Olanda, si stima che il numero di malati oscilla dal 4,1 % all 8,4% delle persone con più di 65 anni. Oggi in Italia i malati di Alzheimer sono circa mentre negli Stati Uniti sono Si prevede, però, che il loro numero 3

4 raddoppierà nell anno In Europa, dati più completi giungono da uno studio collettivo effettuato nel 1991 che ha selezionato 12 studi di popolazione, condotti in differenti regione europee, in cui la diagnosi di demenza è stata fatta secondo criteri internazionalmente riconosciuti. Età Prevalenza della malattia anni 1,0% anni 1,4% anni 4,1% anni 5,7% anni 13,0% anni 21,6% anni 32,2% Dalla tabella si può facilmente notare che più si va avanti con l età e più l incidenza della malattia aumenta, ma non è dimostrato che questa malattia sia una conseguenza inevitabile della vecchiaia. Attualmente, secondo l OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), si stima che vi siano almeno 29 milioni di soggetti colpiti dalla malattia. Non si conosce una causa della malattia, tuttavia, gli ultimi studi propendono per un origine multifattoriale, vale a dire che viene riconosciuta una concomitanza di cause. In alcune famiglie la malattia ha una chiara ereditarietà dominante, ma si tratta di casi molto rari (circa 1%). In un maggior numero di casi si riscontra una certa predisposizione genetica, che si traduce in anomalie dei cromosomi 21 e 14 legate alla forma più rara della malattia, cioè quella a esordio precoce, ma la maggior parte dei malati non ha geni che causano direttamente l Alzheimer, bensì una conformazione genetica che li rende più suscettibili alle cause ambientali. Le cause della malattia di Alzheimer potrebbero comunque essere attribuite ad atrofia cerebrale dovuta ad alterazioni istologiche: placche senili e degenerazione neurofibrillare. Unità essenziale del tessuto nervoso è il neurone costituito dalla cellula nervosa e dai suoi prolungamenti: i dentriti ed il neurite, o cilindrasse, che prende anche il nome di fibra nervosa. I vari neuroni sono in rapporto tra loro attraverso i loro prolungamenti: a questo collegamento si dà il nome di sinapsi, ed è attraverso la sinapsi che avviene la trasmissione degli stimoli e degli impulsi nervosi. Lo stimolo purchè raggiunga un intensità sufficiente (detto valore soglia) produce modificazioni chimiche ed elettriche che dal punto preciso in cui lo stimolo agisce si prolungano lungo tutta la fibra nervosa. Va infatti tenuto presente che, in condizioni di riposo, una fibra nervosa è esternamente carica di elettricità positiva ed internamente carica di elettricità negativa. Questa differente carica elettrica tra l interno e l esterno della fibra nervosa è determinata dalla capacità della membrana della fibra di separare gli Ioni (elementi chimici dotati di carica elettrica) a seconda della carica tra l interno e l esterno. La differenza di cariche elettriche prende il nome di polarizzazione. L azione di uno stimolo provoca un inversione delle cariche elettriche (impulso nervoso) nel punto stimolato, per cui le cariche negative risultano esterne e quelle positive interne. In queste condizioni la membrana si dice polarizzata. Il punto stimolato inoltre trasmette l impulso al punto vicino e questo al successivo, e così via per tutta la lunghezza della fibra nervosa. Man mano che l impulso si sposta lungo la fibra nervosa, i tratti precedenti ritornano allo stato di riposo (polarizzati) e sono pronti a ricevere eventualmente un altro impulso. Giunto al termine della fibra nervosa, l impulso deve trasmettersi dal neurone stimolato a quello successivo cui è collegato attraverso la sinapsi. Perché questo avvenga a livello della sinapsi vengono liberate particolari sostanze chimiche dette mediatori chimici che permettono la trasmissione dell impulso al neurone successivo. Quando l impulso arriva in questa area le sostanze, emesse si diffondono nello spazio esistente tra le due cellule e vengono raccolti dalla cellula successiva, nella quale provocano un onda di depolarizzazione, cioè la variazione nella distribuzione delle cariche elettriche. In questo modo il segnale passa da una cellula all altra. 4

5 L alterazione della cellula nervosa avviene sia all interno che all esterno. All interno delle cellule nervose, si ha la presenza di una proteina chiamata Tau. che circola dentro microtubuli, e costituisce il collante che tiene insieme tutto il sistema. Le molecole di Tau si legano strettamente ai lati dei microtubuli rafforzandoli, ma quando interviene l Alzheimer, le molecole di Tau si staccano dai microtubuli formando grovigli; contemporaneamente i microtubuli si disgregano, collassano, i neuriti si accorciano e il neurone muore. Le placche senili si formano esternamente alla cellula per un accumulo della proteina insolubile che causa la degradazione della molecola APP. La proteina APP (Amyloid Precursor Protein), precursore della proteina amiloide, è una glicoproteina prodotta da neuroni sani che attraversa la membrana cellulare ed è espressa soprattutto nel cervello, La proteina taufosforata per essere metabolizzata è resa solubile da enzimi chiamati alfa, beta e gamma secretasi- che la tagliano in punti ben precisi. Se il taglio degli enzimi avviene in posti diversi, la proteina diventa insolubile. L accumulo di proteine insolubili detti fibrille si uniscono insieme a formare placche che causano la perdita delle sinapsi e la morte dei neuroni facendo insorgere le MDA. Si può effettuare un esame del liquido (proteina 1433) prelevato con una puntura lombare per una diagnosi precoce e iniziare una terapia efficace per migliorare la qualità di vita del malato e dei familiari. Per questo esame esistono pochi ricercatori e i laboratori si trovano da Roma in su. Si può fare una importante distinzione tra le forme di Alzheimer sporadiche e quelle familiari: - le forme sporadiche sono la maggioranza (circa il 75% dei casi); sporadico significa che la malattia colpisce un solo membro di una famiglia. Tutti i casi di Alzheimer che non presentano familiarità vengono considerati come sporadici; - le forme familiari (il restante 25% dei casi) costituiscono i casi in cui sono invece colpite più persone all interno della stessa famiglia. Le forme familiari si possono a loro volta suddividere in: - forme tardive familiari (AD2): queste forme si diagnosticano nelle famiglie con più casi di malattia che si manifestano dopo i 65 anni; - forme precoci familiari (AD1, AD3, AD4): queste forme si diagnosticano nelle famiglie con più casi di malattia che si manifestano prima dei 65 anni. I sottotipi (AD1,AD3, AD4) si possono distinguere solo con un test genetico. A tutt oggi non esiste alcun farmaco in grado di prevenire o guarire la malattia di Alzheimer. I farmaci più recenti sono in grado di alleviare alcuni sintomi quali l agitazione, l ansia, la depressione, le allucinazioni, la confusione e l insonnia. Sfortunatamente questi medicinali tendono ad essere efficaci per un numero limitato di pazienti e per un periodo limitato di tempo, inoltre possono causare effetti collaterali indesiderati. Si consiglia quindi di limitarne l uso ai casi di tale necessità. Nei malati di Alzheimer si sono riscontrati livelli ridotti di acetilcolina, un neurotrasmettitore (sostanza chimica responsanbile della trasmissione di messaggi da una cellula all altra) che gioca un ruolo nei processi di memoria. Di recente sono stati introdotti farmaci in grado di inibire l enzima responsabile della acetilcolina. Questi farmaci migliorano la memoria, la concentrazione e le capacità di svolgere le normali attività della vita quotidiana in taluni pazienti. Si è inoltre osservato che hanno la capacità di rallentare temporaneamente la progressione dei sintomi. Sono allo studio dei vaccini attualmente testati sugli animali. TEST NEUROPSICOLOGICI ED ESAMI DI LABORATORIO Il malato viene sottoposto ad una visita neuropsicologica per valutare eventuali problemi di memoria, linguaggio, organizzazione, attenzione. Spesso viene utilizzato un esame chiamato Mini- Mental State Examination (MMSE), che consiste nel sottoporre il paziente a domande del tipo Che giorno è oggi? - In che città ci troviamo? - Come si chiama questo? (mostrando un 5

6 orologio). Un altra parte del test consiste nel far eseguire una serie di operazioni in base a semplici istruzioni. - Esame del sangue e delle urine per escludere l esistenza di altre malattie che potrebbero spiegare la demenza, o di patologie che potrebbero aggravare una preesistente malattia di demenza. Per osservare l encefalo per arrivare ad una diagnosi di possibile o probabile malattia: - RM - Risonanza Magnetica Consente di ottenere un immagine della struttura del cervello estremamente particolareggiata. - TAC - Tomografia Assiale Computerizzata Misura lo spessore di una parte del cervello che, nei pazienti affetti da Alzheimer si assottiglia rapidamente. - SPECT - Tomografia Computerizzata mediante emissione di fotone singolo Può essere eseguita per misurare il flusso del sangue al cervello; si è riscontrato che tale flusso è ridotto nei malati di Alzheimer, per effetto di una diminuita attività delle cellule nervose - PET - Tomografia a emissione di positroni - Può evidenziare cambiamenti nel modo di funzionare del cervello del malato di Alzheimer. L uso di questa tecnica è limitato ai centri di ricerca. IL TRATTAMENTO SANITARIO OBBLIGATORIO Il malato di Alzheimer, come qualsiasi altro cittadino, non può essere sottoposto a trattamento medico senza il proprio consenso, e ciò anche se sia divenuto incapace. Solo se vi siano alterazioni psichiche tali da richiedere interventi urgenti, il rifiuto del malato di venire ricoverato e l impossibilità di cure extraospedaliere è previsto il cosiddetto TSO trattamento sanitario obbligatorio per il tempo strettamente necessario e previa autorizzazione del giudice. In presenza di questi tre fattori il medico curante può disporre il trattamento sanitario obbligatorio costringendo il paziente al ricovero e alle terapie mediche e farmacologiche. Il medico accertata l esistenza delle tre condizioni riferite, redige una proposta di TSO e la invia tempestivamente al sindaco,che a sua volta deve trasmettere immediatamente la richiesta al giudice tutelare per la convalida. Il TSO non può proseguire oltre sette giorni, salvo espressa richiesta di prolungamento da parte del medico. Riabilitazione cognitiva Terapia di riorientamento della realtà Terapia di reminescenza Terapia occupazionale Musicoterapica Psicoterapia. Offrire informazioni continue Far rivivere situazioni importanti TERAPIE NON FARMACOLOGICHE 6

7 Tenere impegnati nella manualità Ricordi musicali. I TEST NEUROPSICOLOGICI COGNITIVI MMSE ADAS MDB COMPORTAMENTALI NPI DISABILITA FUNZIONALE - ADL - IADL STADIAZIONE CLINICA GDS (*) (*) esame importante per la pensione e l accompagnamento PER I FAMILIARI Informazione sui diversi aspetti della malattia Conoscenza migliore uso delle risorse terapeutiche ed assistenziali disponibili Sostegno psicologico individuale o di gruppo Contatto con associazioni familiari. Buona intesa famiglia medico- ammalato creando un alleanza terapeutica strategica Tendere il più possibile al mantenimento del paziente nel proprio ambiente Curare igiene e pulizia della persona e cambio biancheria Rispetto ritmo vita del malato, evitare eccessiva passività, curare alimentazione e mobilizzazione. Stimolare maggiore autonomia Cercare e creare collaborazione con i familiari. I BISOGNI DI CHI SI PRENDE CURA DEL MALATO Assistere un malato di demenza può esaurire fisicamente e mentalmente. Oltre all assistenza da fornire durante il giorno, è probabile che non si riesca a dormire a sufficienza specialmente se il malato soffre di insonnia e ciò mette a dura prova l organismo di chi si fa carico dell assistenza (in inglese è definito cherchiver = conduttore). Inoltre poiché l assistenza e un attività che assorbe molto, il cherchiver si può trovare sempre più isolati dagli amici e persino trascorrere qualche momento per sé stesso finirà per sembrare un lusso. Possono quindi nascere sentimenti contradditori nei confronti della persona che si assiste senza poter sfogare con qualcuno. Un tale sforzo riduce le difese immunitarie, procura uno stato di stress e anche di depressione. E necessario che il cherchiver pensi anche a sé non per egoismo, ma per garantire attraverso la propria salute e benessere personale una buona qualità dell assistenza. Tanto più il cherchiver è ansioso, nervoso, depresso, tanto più trasmetterà tali condizioni al malato aggravandone la situazione. COME AFFRONTARE L ASSISTENZA E BADARE A SE STESSI: - Riconoscere i propri limiti e porsi obiettivi realistici Valutare bene cosa si è grado di fare e di non fare per raggiungere obiettivi sostenibili per determinati periodi, rivalutando la situazione progressivamente. - Non trascurare i campanelli d allarme: 7

8 Se si alza la voce inutilmente con il malato non è motivo di preoccupazione eccessiva, se si verifica però troppo spesso, è un inizio di difficoltà e bisogna porre rimedio prima che la situazione degeneri. Se si inizia a commettere atti di violenza, queste sono probabilmente dirette al comportamento del malato e non contro di lui. Anche se il malato di demenza non può controllare il proprio comportamento, può scatenare negli altri reazioni incontrollate. E estremamente importante valutare quello che è successo come indicatore della tremenda pressione cui si è sottoposti e cercare subito qualche forma di aiuto. Ricordare che se il cherchiver è ansioso o non sta bene il malato deve essere ricoverato. L aspettativa di vita del cherchiver si riduce per lo stress e la solitudine nell aiuto. ASSISTENZA AL PAZIENTE DEMENTE - Cercare le informazioni che possono servire: Non sentirsi mai intimidite davanti a chi può fornire aiuto e consigli ma esprimersi chiaramente su quanto si desidera conoscere. Anche se al momento non si ha bisogno di alcun servizio è bene essere informati per tempo. - Fare in modo di avere più tempo per se stessi e non lasciarsi tubare dalle critiche: E assolutamente indispensabile ritagliare un po di tempo per se stessi, almeno un giorno e una notte alla settimana chiedendo aiuto a parenti o amici spiegando, a chi non capisce, la pressione devastante cui si è sottoposti. Esiste inoltre la possibilità di ricorrere ai servizi pubblici come i centri di assistenza diurna, i ricoveri temporanei, i ricoveri in un istituto di lunga degenza. Possono aiutare anche i volontari e i membri di organizzazioni religiose. L Associazione Alzheimer pptrà fornire consigli più particolareggiati sulla disponibilità dei servizi in zona. E bene che il malato si abitui ad essere assistito da persone diverse fin dai primi momenti della malattia anche se all inizio può opporsi. Se qualche familiare o amico critica la forma di assistenza fornita, questo può avvenire perché spettatori di un dato momento o perché non riescono a capire le difficoltà date dall assistenza. E bene non abbattersi. Se quanto posto in atto è positivo, è giusto continuare così. Si può cercare di far capire la situazione a chi critica coinvolgendoli, ove possibile, nell assistenza. - Cercare contatti umani per rompere il proprio isolamento: Se si riesce a ritagliare un po di tempo libero, non lasciarsi sopraffare dal desiderio di dormire e di non far nulla, bensì utilizzare l occasione per uscire, respirare aria nuova e vedere qualcosa di diverso, incontrare gente che non si vede da tempo, parlare e pensare a qualcosa che non sia la malattia, fare un po di ginnastica o di sport. Se il malato è il coniuge col quale si è uscito sempre in coppia, non c è motivo di evitare le visite, la demenza non è una malattia di cui vergognarsi. Chi ci riceve, se avvisati in tempo sulla malattia, non dovrebbe avere alcun problema. Esistono anche dei ristoranti con zone tranquille dove portare il malato assistendolo nelle difficoltà che potrebbero insorgere. - Imparare a gestire lo stress e a rilassarsi: E importante gestire lo stress con alcuni metodi come il training autogeno, lo yoga, il pensiero positivo e altri metodi di rilassamento. Anche sorridere cercando di vedere il lato comico della situazione. COME AFFRONTARE L ASSISTENZA NEGLI ULTIMI STADI DELLA MALATTIA: - Chiamare il medico se il malato ha un aspetto sofferente o se si ha qualche dubbio sulle sue condizioni di salute; 8

9 - Stabilire il tipo di assistenza necessario in relazione ai problemi che si presenteranno con maggior probabilità: mobilità, alimentazione, idratazione, incontinenza, comfort; - Trovare un aiuto per l assistenza; - Rassicurare il malato, anche solo accarezzandolo dolcemente, parlare con calma e a bassa voce. COME AFFRONTARE IL PROBLEMA DEL RICOVERO: - Discutere l argomento con largo anticipo, sia con il malato sia con gli altri familiari; - Non fare promesse che non si è in grado di mantenere sulla durata del ricovero. - Esaminare per tempo le varie alternative; - Aiutare il malato e prepararlo ad affrontare il trasferimento in istituto; - Fargli visita con regolarità una volta ricoverato; - Cercare di controllare le proprie emozioni. Nella scelta dei ricovero valutare lo stato emozionale degli altri ricoverati; se il personale provvede immediatamente per i casi di incontinenza; se la privacy e le abitudini del malato sono rispettate; il comportamento del personale nei confronti del malato; cosa offre la struttura (è raggiungibile facilmente, com è l arredamento e la disposizione degli spazi interni: stanze, bagni ecc. Com è la qualità del cibo; gli orari di visita ecc COME AFFRONTARE LA MORTE ED IL LUTTO: - Riconoscere e accettare i propri sentimenti ed essere preparati a vivere emozioni diverse; - Rimanere in contatto con la famiglia, con i vecchi amici e possibilmente con altre persone che hanno avuto un esperienza analoga e che possono aiutare a sopportare il dolore e la tensione; - Chiedere aiuto al medico in caso di malesseri o di depressione; - Parlare, eventualmente, con un religioso di fiducia. CONDUTTORE DELLA MALATTIA = cherchiver Scambio informazioni Se il cherchiver è ansioso o non sta bene il malato deve essere ricoverato. L aspettativa di vita del cherchiver si riduce per lo stress e la solitudine nell aiuto. ASSISTENZA AL PAZIENTE DEMENTE IL PAZIENTE DEMENTE Dr.Antonio Minore Responsabile UVA e Ambulatorio Demenze Unità operativa di Neurologia Ospedale Civico Palermo Novembre 2012 I Responsabili Culturali Avulss Palermo 9

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