L IMPORTANZA DEL GIOCO PER IL BAMBINO IN OSPEDALE

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1 L IMPORTANZA DEL GIOCO PER IL BAMBINO IN OSPEDALE

2 Perché il bambino gioca? Il bambino gioca perché prova una sensazione di benessere, lo fa stare bene, gli dà gioia. Per il bambino il gioco è un attività molto seria quanto lo è il lavoro per un adulto, non è un passatempo è la sua attività principale.

3 Quale è il significato che assume il gioco per i bambini? Divertimento Esplorazione del mondo, avventura e scoperta di sé Esercizio delle proprie capacità individuali Occasione di apprendimento Attività liberatoria di tensioni nervose, scarica di emozioni forti come paura, rabbia, ansia, gioia... Abbandono momentaneo della realtà con le sue regole per entrare in un mondo di fantasia nel quale ogni desiderio si può realizzare

4 Un po di teoria Numerosi studi della psicologia infantile, già a partire dagli anni 1940 il gioco svolge un ruolo centrale nel processo di sviluppo infantile. Fin dai primi mesi di vita del neonato il gioco è significativo per lo sviluppo intellettivo del bambino, perché quando gioca sorprende se stesso e nella sorpresa acquisisce nuove modalità per entrare in relazione con il mondo esterno. Nel gioco il bambino sviluppa le proprie potenzialità intellettive, affettive e relazionali..

5 A secondo dell'età, il bambino nel giocare impara ad essere creativo, sperimenta le sue capacità cognitive, scopre se stesso, entra in relazione con i suoi coetanei quindi possiamo dire che IL GIOCO FAVORISCE Lo sviluppo affettivo Lo sviluppo sociale Lo sviluppo cognitivo

6 Lo sviluppo affettivo Si possono individuare cinque tappe: 0-1 anno nei primi mesi di vita il gioco è fondamentalmente fonte di sensazioni piacevoli ed è finalizzato alla ricerca di una serie di sensazioni che gratificano e arricchiscono il SÉ che si sta progressivamente strutturando. Inizialmente il bambino gioca con il proprio corpo o con il corpo della madre che, di fatto, è il primo compagno di giochi, ma tutti gli oggetti che lo circondano attraggono la sua attenzione. I principali giochi sono: agitare le mani, muovere le gambe, accarezzare il proprio corpo e quello della madre, toccare e portare alla bocca tutto ciò che vede. Queste attività si caratterizzano per il carattere esplorativo e ripetitivo delle azioni, che serve al bambino per imparare a distinguere fra il SÉ e il NON-SÉ, per fargli capire dove finisce lui e inizia la madre, percepita come parte di sé.

7 2 anni Con l'inizio del secondo anno il bambino si trova di fronte al problema della SEPARAZIONE DALLA MADRE e le conseguenti ansie d'abbandono. Il gioco può diventare espressione di questi problemi come ha ben evidenziato Freud. Freud osserva che una delle funzioni tipiche del gioco infantile è la riproduzione attiva e ripetuta di esperienze frustranti allo scopo di padroneggiare e superare il trauma, chiama questo fenomeno coazione a ripetere. 3 anni In questa età emergono secondo Freud giochi che rivelano LA DINAMICA EDIPICA che il bambino deve affrontare. I giochi possono essere di guerra o di lotta; compaiono i primi giochi di socializzazione ed il bambino è interessato a giocare con altri compagni, in particolare, prova piacere ad imitare il comportamento degli adulti, gioca ad essere mamma o papà indossando i loro vestiti.

8 4-5 anni In questo periodo i giochi sono espressione delle dinamiche interne che il bambino sta vivendo quali il gioco della bambola, il gioco del dottore, il gioco a nascondino, attraverso questi giochi il bambino può anche drammatizzare una punizione o proibizione subita anni Nell'età della fanciullezza i giochi diventano di gruppo e con regole, questo permette al bambino di sperimentare lo stare con gli altri attraverso giochi strutturati, le regole diventano funzionali ad un miglior svolgimento del gioco.

9 Lo sviluppo cognitivo J. Piaget ( ) mette in correlazione lo sviluppo del gioco con quello mentale, affermando che: il gioco è lo strumento primario per lo studio del processo cognitivo del bambino, è la più spontanea abitudine del pensiero infantile Inoltre il gioco stimola LA MEMORIA, L'ATTENZIONE, LA CONCENTRAZIONE, favorisce lo sviluppo di SCHEMI PERCETTIVI, CAPACITÀ DI CONFRONTO, RELAZIONI. Ed è per questo che una carenza di attività ludica riflette nel bambino gravi carenze anche livello cognitivo.

10 Secondo Piaget si possono individuare tre stadi di sviluppo del comportamento ludico: giochi di esercizio prevalgono nel primo anno di vita, nella fase cosiddetta "senso-motoria": il bambino, attraverso l'afferrare, il dondolare, il portare alla bocca gli oggetti, l'aprire e chiudere le mani o gli occhi, impara a controllare i movimenti e a coordinare i gesti. giochi simbolici caratterizzano il periodo che va dai due ai sei anni di vita. Si collocano nella fase detta "rappresentativa", in cui il bambino acquisisce la capacità di rappresentare tramite gesti o oggetti una situazione non attuale. Si sviluppa la capacità di IMMAGINAZIONE e di IMITAZIONE. Il simbolismo che emerge da queste attività permette di riprodurre esperienze viste ma non ancora direttamente sperimentate. giochi con regole emergono nel periodo dai sette agli undici anni, nella fase detta SOCIALE, in cui il bambino comincia a vivere il rapporto con gli altri. Questa fase è caratterizzata da una maggiore aderenza alla realtà, il bambino, sperimentando la vita di gruppo, si trova di fronte a determinate "regole" che è tenuto a rispettare. La comparsa delle regole determinano la fine del gioco infantile propriamente detto e inaugurano una fase di crescita, altamente educativa, in cui viene stimolato l'autocontrollo del bambino, la sua capacità di concentrazione, di memoria

11 Lo sviluppo sociale il gioco passa attraverso vari stadi gioco solitario: tipico dei bambini entro l anno di vita che non si pongono in una condizione di reciprocità con gli altri. Non c'è interazione sociale. gioco parallelo: si verifica tra il primo e il terzo anno di vita, i bambini si aiutano reciprocamente ma si tratta essenzialmente ancora di un gioco individuale. gioco sociale: tipico dei bambini intorno ai quattro-cinque anni, età in cui comincia la fase scolastica. Il gioco diventa più strutturato, con regole e c'è l'interazione sociale. Nelle famiglie numerose può verificarsi anticipatamente.

12 Il gioco può essere chiassoso confusionario tranquillo monotono ripetitivo

13 MA è sempre un dialogo sperimentale che il bambino ha con l ambiente un suo modo di comunicare

14 Freud dice E chiaro che i bambini ripetono nel gioco tutto quello che nella vita reale ha suscitato in loro una forte impressione. Il carattere spiacevole di un esperienza non la rende sempre invisibile per il gioco. Se il medico ha guardato in gola al bambino o se quest ultimo ha subito un piccolo intervento, si può esser certi che questa esperienza sarà il tema del prossimo gioco. In questo caso passando dalla passività dell esperienza all attività del giocare, il bambino fa subire l esperienza ad un compagno di gioco. Questo gioco d immaginazione rende possibile la proiezione non solo dei desideri ma anche dei conflitti e degli eventi spiacevoli allo scopo di poterli controllare

15 ATTRAVERSO IL GIOCO IL BAMBINO SENTE DI SUPERARE PAURE, PREOCCUPAZIONI E NEL CONTEMPO INVIA MESSAGGI ALL ADULTO ECCO PERCHÉ GIOCARE CON IL BAMBINO SIGNIFICA AVERE LA POSSIBILITÀ DI CAPIRLO MEGLIO, DI AVVICINARSI AL SUO MONDO

16 COSA SUCCEDE QUANDO IL BAMBINO VIENE RICOVERATO IN OSPEDALE?

17 L esperienza di sentirsi malato può indurre nel bambino un concetto negativo di sé stesso. Il bambino pensa: non sono più capace di fare quello che facevo prima, ho bisogno di essere aiutato quindi non valgo più niente. Tanto più grave sarà la malattia o tanto più lunga la degenza in ospedale, tanto più questi concetti negativi si rafforzeranno.

18 Diventa importantissimo offrire a questi bambini appropriate possibilità di gioco e far sì che esperienze positive si sostituiscano ai sentimenti negativi

19 Il gioco aiuta il bambino Dirotta l ansia legata alla malattia Gli dà la possibilità di recuperare la sua dimensione sana in un ambiente che ne sottolinea quella malata Crea le condizioni che gli permettono di utilizzare anche in ospedale la sua capacità creativa gli permette di scaricare energie e sentimenti in modo accettabile e piacevole perché la caratteristica predominante del gioco è la piacevolezza e il piacere stimola, sostiene e intensifica l attività ludica del bambino che usa il gioco per compensare sofferenze e frustrazioni lo aiuta a socializzare con i coetanei il genitore A volte lo stress e l ansia causati dall ospedalizzazione possono interferire nel normale processo di comunicazione tra genitori-bambino. Partecipare insieme ad una stessa attività di gioco, oltre che rilassante e piacevole, può aiutare a dimenticare momentaneamente il ricovero e a creare momenti di dialogo su un terreno comune Il genitore vedendo il proprio figlio giocare non lo percepisce più solo come un bambino con un problema medico, ma come un individuo che nonostante la malattia continua a ridere, cantare, giocare e fare tutte quelle cose che aveva sempre fatto prima.

20 IL GIOCO IN OSPEDALE DEVE ESSERE COINVOLGENTE, catturare l attenzione e la curiosità. PERSONALIZZATO, individuare le preferenze di ogni bambino, altrimenti si rischia di farlo annoiare. INDIVIDUALIZZATO, il gioco deve tener conto dell età e quindi delle capacità di ogni bambino. Il gioco troppo difficile per le sue capacità potrebbe generare sentimenti di sconfitta. Il piccolo potrebbe attribuire il non essere capace a una menomazione dovuta alla malattia, rendendo più difficile l accettare la nuova realtà in cui si trova. SOCIALIZZANTE, il volontario deve essere cosciente che il bambino mediante il gioco socializza, si crea un ambiente ideale, trasmette messaggi circa il suo stato d animo. E importante favorire i giochi di gruppo, il bambino ha bisogno di stare insieme e di giocare con altri bambini ricoverati per avere un senso di continuità con la sua vita al di fuori dell ospedale, e troverà conforto nel vedere che non solo lui è malato. Si deve vigilare senza intervenire, interessarsi a quello che fanno, ma lasciare libero sfogo alla loro fantasia. Il volontario deve essere capace di incentivare, non fare al posto del bambino. Se un bimbo si trova in difficoltà deve aiutarlo a superare l ostacolo in prima persona partecipando al suo gioco.

21 IL GIOCO È COSÌ IMPORTANTE CHE DEVE ESSERE INCORAGGIATO CON MATERIALI E AMBIENTI APPROPRIATI

22 I giocattoli Durante il primo anno di vita giocare è il modo con cui i piccoli conoscono l ambiente non sono necessari giocattoli costosi o elaborati bastano oggetti semplici che stuzzichino la naturale fantasia del bambino. I giocattoli devono essere per il bambino il mezzo per soddisfare l esigenza di creare, di conoscere, di imitare, di imparare a stare con gli altri.

23 Molto importante è la MUSICA E giocare a FARE FINTA DI perché sono tra i giochi che stimolano maggiormente la loro esigenza creativa nonché lo sviluppo della loro fantasia

24 Verso i 3-4 anni il gioco rappresenta un esercizio fondamentale non solo nella strutturazione della personalità e della propria IDENTITÀ PERSONALE ma anche nel costruire una propria IDENTITÀ SOCIALE, per cui è fondamentale all interno delle relazioni TRA PARI Il gioco diventa un mezzo per creare nuove interazioni e imparare a gestirle.

25 AMBIENTE Deve comunicare al bambino che può realmente giocare L ambiente deve essere accogliente, allegro, vivace, stimolante e coinvolgente. Un reparto freddo ed anonimo, con muri bianchi, assenza di colori, provoca nel paziente una sensazione che aggrava la sua condizione psicologica. E difficile vedere l ambiente con gli occhi di un bambino, ma da ricerche accurate risulta che i bambini ricordano i luoghi e le sensazioni più che le persone, e sono quindi più sensibili all ambiente che li circonda, ai colori, ai suoni, alle luci e ai materiali.

26 Compiti del volontario Accogliere il bambino in sala giochi Ridare interesse al bambino attraverso il gioco, il disegno, le attività di socializzazione adatte alla sua età Offrire sostegno al genitore, farlo partecipare ai giochi dei bambini, tranquillizzarli e favorire il colloquio con i medici Garantire al bambino una presenza rassicurante in assenza della mamma o di altri famigliari Rendere più accogliente il reparto di pediatria con decorazioni e arredi colorati

27 Il gioco non è una ricetta magica per assicurarsi il benessere di tutti i bambini ricoverati in ospedale, tuttavia aiuta a riempire le ore di solitudine e ad evitare che i pensieri e le emozioni dei bambini siano concentrati solo sulle sofferenze fisiche e gli permette di continuare le normali attività ed è quindi un legame con le abitudini di casa, costituisce una continuazione della vita antecedente il ricovero.