SORVEGLIANZA DELLE MALATTIE INFETTIVE IN LOMBARDIA: ANNO 2014

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1 SORVEGLIANZA DELLE MALATTIE INFETTIVE IN LOMBARDIA: ANNO 2014 Giugno 2015

2 Il presente report aggiorna il quadro della malattie infettive soggette a notifica relativo all anno 2014 e fornisce alcuni approfondimenti relativi a tubercolosi ed infezione da HIV/AIDS. Quadro d insieme Le patologie più frequenti notificate sono le malattie esantematiche infantili, in particolare la varicella (219 casi per abitanti) e la scarlattina (49 casi per abitanti). La mononucleosi negli ultimi 5 anni ha avuto una media di 325 casi/anno con un picco di 391 casi nel Tab. 1. Frequenza di casi notificati di malattie esantematiche per anno (anno ) MONONUCLEOSI INFETTIVA PAROTITE EPIDEMICA PERTOSSE SCARLATTINA VARICELLA Attraverso il perseguimento degli obiettivi contenuti nel Piano Nazionale per l Eliminazione del Morbillo e della Rosolia congenita (PNEMoRc) , tra cui l offerta attiva di vaccinazione, si è assistito ad un netto decremento dei casi di morbillo con 146 segnalazioni nel 2014 di cui 105 casi confermati in laboratorio ed un tasso in Lombardia di 1,5 per residenti (Italia 2014: 2,8 casi per , media Europea: 0,7 casi per ). Secondo i dati di sorveglianza ECDC, l Italia ne 2014 ha presentato il tasso di incidenza più elevato in Europa, seguita da Slovenia (2,5 casi per ) e Repubblica Ceca (2,1 casi per ). Dei 30 Stati membri EU/EEA che conducono sorveglianza sul morbillo, 9 hanno riportato incidenze inferiori a 1 caso per milione di abitanti (soglia target di eliminazione). In termini di frequenza seguono le patologie gastrointestinali: ai primi posti si attestano le salmonellosi non tifoidee (16 X abitanti) e le diarree infettive (45 X abitanti). Le notifiche di listeriosi, in maniera similare al contesto epidemiologico europeo, sono andate aumentando negli ultimi anni con un picco di 70 casi nel 2011; nel 2014 sono stati notificati 53 casi. Dal 2005 si sono verificati meno di 200 casi all anno di epatite A con due picchi epidemici nel 2009 e nel Nel 2014 il numero di casi è tornato a livelli endemici con 148 segnalazioni. 1 Fonte: Istituto Superiore di Sanità, Morbillo e Rosolia news. Rapporto n.11- Dicembre 2014 e Gennaio Fonte: European Centre for Disease Prevention and Control. Measles and rubella monitoring, January 2015 Reporting on January to December 2014 surveillance data and epidemic intelligence data to the end of January 2015.

3 Tassi per abitanti Tab. 2. Frequenza casi di patologie ad interessamento prevalentemente gastrointestinale (anni ) DIARREA INFETTIVA EPATITE A GIARDIASI LISTERIOSI SALMONELLOSI NON TIFOIDEE SHIGELLOSI Le notifiche di salmonellosi, come visibile in figura 1, continuano ad essere in diminuzione coerentemente al quadro europeo 3. Negli ultimi 5 anni le diarree infettive si attestano ad una media di casi l anno, dopo un netto aumento dovuto anche al rafforzamento del sistema di sorveglianza. Figura 1. Trend dei tassi di incidenza per abitanti di salmonellosi e diarree infettive (anni ) DIARREA INFETTIVA INFEZ.,TOSSINFEZIONI E INTOSS. ALIM. SALMONELLOSI NON TIFOIDEE Come mostrato dalla Figura 2, negli ultimi 5 anni gli agenti eziologici che sostengono le diarree infettive notificate sono rappresentati nel 71% dei casi da batteri, nel 27% da virus e nel restante 2% da altri agenti o da agenti non noti. Figura 2. Frequenza diarree infettive per agente eziologico (anni , totale casi = ) 27% 2% 71% BATTERI VIRUS ALTRO 3 Fonte: European Centre for Disease Prevention and Control. Surveillance of seven priority food- and waterborne diseases in the EU/EEA. Stockholm: ECDC; 2015.

4 In particolare le diarree infettive ad eziologia batterica sono causate nel 78% dei casi da Clostridium difficile, nel 19% da Campylobacter spp e nel restante 3% da altri batteri (Figura 3). Più nello specifico, nel 2014 sono stati registrati casi di Clostridium difficile con un tasso di 23,9 x abitanti, dato stabile negli ultimi 5 anni. Nel 2014 i casi di diarrea sostenuti da Campylobacter sono stati 713 e hanno colpito maggiormente i bambini al di sotto dei 4 anni. Figura 3. Frequenza diarree infettive batteriche per agente eziologico negli (anni , casi= ) 19% 3% 78% Clostridium difficile Campylobacter spp altro Per quanto riguarda le diarree infettive di origine virale, la Figura 4 mostra come nel 88% dei casi si tratti di Rotavirus, nel 7% di Adenovirus e nel 5% di altri virus (0,05% rappresentata da altri virus). Le diarree virali notificate nel 2014 sono prevalentemente a carico dei bambini: si verificano al di sotto dei 9 anni il 71% delle diarree infettive da Norovirus, il 93% da Rotavirus e il 96% da Adenovirus. Figura 4. Frequenza diarree infettive virali per agente eziologico (anni , casi= 5.991) 7% 5% 88% ROTAVIRUS ADENOVIRUS NOROVIRUS [NORWALKVIRUS] La fascia più colpita da diarrea da rotavirus risulta essere quella degli 0-4 anni con casi e un tasso di 230 x abitanti nel 2014 (Tabella 3) e in particolare l infezione è più frequente nei bambini di 1 e 2 anni, con rispettivamente 387 e 339 casi (Figura 5).

5 Tab. 3. Numero di casi e tasso di diarree da Rotavirus per fasce d età (anno 2014) Figura 5. Casi di diarree da Rotavirus nella fascia d età 0-4 anni (anno 2014) Fasce d età (anni) Casi (n) Casi (%) Tasso (x ) % % % % 3 > % % <1 anno 1 anno 2 anni 3 anni 4 anni Dall analisi dei focolai di diarree infettive viene confermato che Clostridium difficile e Rotavirus rappresentano gli agenti patogeni più frequenti (rispettivamente responsabili del 55% e 25% dei focolai di diarree infettive, Figura 6), su un totale di 51 focolai verificatisi nel I soggetti esposti sono stati in media 14 per focolaio, con un range da 2 a 50. La maggior parte dei focolai sono insorti in ospedale (55%) e in famiglia (29%, Figura 10). Figura 6. Frequenza di focolai di diarree infettive per agente eziologico nel 2014 (totale casi = 51) Figura 7. Frequenza di focolai di diarree infettive per comunità coinvolte nel 2014 (totale casi = 51) 9% 8% 2% Comunità alloggio 24% 57% Casa di riposo Scuola/Asilo Famiglia CLOSTRIDIUM DIFFICILE CAMPYLOBACTER NOROVIRUS ROTAVIRUS NON NOTO Ospedale Tra le malattie di interesse cutaneo, le dermatofitosi sono infezioni causate da dermatofiti dei generi Trichophyton, Epidermophyton e Microsporum, funghi in grado di parassitare strutture ricche di materiale cheratinico, come gli annessi cutanei (capelli, peli e unghie) e lo strato corneo della cute. I dermatofiti sono ubiquitari e molto diffusi anche in Italia. Il trend delle dermatofitosi si mantiene costante negli ultimi 5 anni con 432 casi nel Le forme cliniche sono classificate in base al sito anatomico o alla struttura infettata: tinea capitis (capelli, sopracciglia, ciglia), tinea barbae (barba), tinea corporis (zone glabre della pelle), tinea cruris (inguine), tinea pedis (piede), tinea unguium (onicomicosi) 4. Sul totale dei casi notificati in 4 Mondello F. Funghi patogeni per l uomo: generalità e prospettive. Roma: Istituto Superiore di Sanità; (Rapporti ISTISAN 08/10).

6 Lombardia nel biennio (totale 927 casi), il 38% era rappresentato da tinea corporis, il 32% da forme miste o non specificate, il 16% da tinea capitis, il 2% da altre forme. Nel restante 12% dei casi non era riportata la forma clinica. L 87% delle segnalazioni di dermatofitosi ha riguardato cittadini italiani e il 58% bambini sotto i dieci anni di età. I casi si riducono progressivamente all aumentare della fascia d età. Il 39% delle forme era sostenuto da Microsporum spp, il 23% da Trichophyton spp e il 2% da Epidermophyton spp. L agente eziologico non è stato identificato nel 36% dei casi. La notifiche per scabbia sono diminuite nell ultimo decennio per arrivare ad una media di casi/anno (periodo di riferimento ). L andamento relativo alle patologie rilevanti in termini di gravità clinica, quali AIDS, epatite B e C, meningiti e malattie invasive batteriche è illustrato in Tabella 4. Tab. 4. Frequenza di casi notificati per anno (anni ) AIDS EPATITE B EPATITE C LEGIONELLOSI MALATTIA INVASIVA MENINGOCOCCICA MALATTIA INVASIVA PNEUMOCOCCICA MENINGITI BATTERICHE MENINGO-ENCEFALITE VIRALE Le malattie invasive pneumococciche hanno registrato in Lombardia un trend in aumento rappresentato da 363 casi nel 2014 con un tasso di 3,6 X abitanti versus 1,64 x a livello nazionale 5 nel 2013, e le malattie invasive meningococciche si attestano a 31 casi nel 2014, dato assimilabile all ultimo triennio. Nel 2013 le nuove diagnosi di HIV segnalate in Lombardia sono state 931, di cui 853 a carico di soggetti residenti con un tasso d incidenza del 10,5 per abitanti (incidenza nuove diagnosi HIV in Italia 6,5 nuovi casi per residenti). Il trend dei casi di AIDS è in costante diminuzione media di 244 casi/anno (periodo ). Ulteriori informazioni sono disponibili nell approfondimento presente al termine del report. Tra le meningo-encefaliti di origine virale, in Lombardia nell anno 2014 sono stati confermati 13 casi autoctoni da West Nile Virus, di cui 5 soggetti residenti nella provincia di Pavia, 3 in quella di Cremona, 2 a Lodi e Mantova e 1 in quella di Brescia; dal punto di vista temporale 4 casi si sono verificati in Agosto e 9 in Settembre. Il 69% dei casi aveva un età maggiore di 65 anni e 10 su 13 erano di sesso maschile. Un paziente tra i casi segnalati, maschio di anni di 86 anni è deceduto. Gli approfondimenti relativi ai risultati della sorveglianza di tipo veterinario e sui donatori sono consultabili sul report dedicato. 5 Fonte: Istituto Superiore di Sanità, Dati di sorveglianza delle malattie batteriche invasive aggiornati al 23 marzo 2015.

7 Rispetto alle altre Arbovirosi il quadro epidemiologico evidenzia che nel 2014 si sono verificati 14 casi importati di Dengue e 8 casi importati di Chikungunya. Negli ultimi anni si è rilevato un trend in aumento dei casi di importazione, soprattutto da Paesi che sono ad alta endemia di Dengue, quali il Sud-est asiatico e l America del Sud (Brasile). Il tetano ha colpito 16 soggetti nel 2014 con età media 70 anni. Come modalità di esposizione venivano riportate ferite in 12 casi e giardinaggio in 1 caso. In un quarto dei casi non era nota la modalità di esposizione. 3 casi risultavano vaccinati, mentre 12 non lo erano; di 1 caso non era noto lo stato vaccinale. Le patologie per le quali non sono stati registrati casi nel 2014 sono: colera, difterite, epatiti virali non specificate, epatite D, filariosi, leishmaniosi cutanea, tifo esantematico, tularemia. Sono stati riportati meno di 25 casi di: botulismo, rabbia, trichinosi, lebbra, brucellosi, infezione erpetica, leishmaniosi viscerale, malattia da CMV, epatite E, rickettsiosi, leptospirosi, rosolia, encefalopatia spongiforme trasmissibile, malattia di Lyme, shigellosi, amebiasi, febbre tifoide Malattie infettive nelle diverse età I tassi per le patologie infettive più comuni nei diversi gruppi d età sono riportati in tabella 5. Nei bambini e giovani adulti le principali patologie sono di tipo esantematico e gastroenterico: varicella e scarlattina si attestano ai primi posti sotto i 5 anni, in bambini e giovani adulti. Nei soggetti dai 25 ai 44 anni, sebbene i tassi siano drasticamente inferiori ai soggetti più giovani, le prime cause infettive sono ancora varicella e scabbia, cui si aggiunge la tubercolosi. Nel 2014 si è assistito invece ad una netta riduzione dei casi di morbillo rispetto alla fase epidemica dell anno precedente, con tassi 5 volte inferiori. Negli adulti dai 45 ai 64 anni i tassi si riducono ulteriormente: le principali patologie che colpiscono questi soggetti sono diarree infettive, scabbia e legionellosi. La tubercolosi si attesa al sesto posto per frequenza, mentre nel 2013 rappresentava la seconda malattia infettiva più comune. I tassi di malattie infettive tornano a livelli rilevanti nei soggetti ultrasessantacinquenni, con ai primi posti diarree infettive, salmonellosi e legionellosi.

8 Tab. 5 Tassi per patologie infettive nelle classi di età Classe d età Tassi età specifici Tassi età specifici x x Bambini sotto i 5 anni Bambini sotto i 5 anni Varicella 3238 Varicella 3014 Scarlattina 1128 Scarlattina 739 Diarrea infettiva 230 Diarrea infettiva 315 Salmonellosi non tifoidee 124 Salmonellosi non tifoidee 112 Scabbia 31 Scabbia 36 Bambini e giovani adulti (5-24 anni) Bambini e giovani adulti (5-24 anni) Varicella 397 Varicella 354 Scarlattina 130 Scarlattina 73 Salmonellosi non tifoidee 21 Salmonellosi non tifoidee 26 Scabbia 20 Diarrea infettive 24 Diarrea infettive 20 Scabbia 24 Adulti (25-44 anni) Adulti (25-44 anni) Varicella 34 Varicella 35 Morbillo 14 Scabbia 15 Scabbia 13 Tubercolosi 11 Tubercolosi 11 Sifilide 7 Sifilide 9 Blenorragia 7 Adulti (45-64 anni) Adulti (45-64 anni) Diarrea infettiva 9 Diarrea infettiva 13 Tubercolosi 6 Scabbia 9 Varicella 6 Legionellosi 8 Scabbia 6 Salmonellosi non tifoidee 7 Legionellosi 5 Varicella 7 Adulti anziani (>=65 anni) Adulti anziani (>=65 anni) Diarrea infettiva 104 Diarrea infettiva 99 Salmonellosi non tifoidee 18 Salmonellosi non tifoidee 15 Legionellosi 11 Legionellosi 12 Malattia invasiva pneumococcica 8 Malattia invasiva pneumococcica Tubercolosi 7 Tubercolosi 7 10

9 Da 85 Numero casi Tubercolosi La tubercolosi in Lombardia ha un trend lievemente in diminuzione con un numero di notifiche in media di circa casi/anno per un tasso di 7,4 X abitanti che colloca la Lombardia in liena con i dati nazionali ovvero con i Paesi a bassa endemia 6. Nell anno 2014 sono stati notificati 823 nuovi casi di tubercolosi (Figura 8). Figura 8. Trend dei casi di tubercolosi notificati per sesso e anno (anni ) TOTALE F M La distribuzione per età evidenzia che le fasce più colpite sono i giovani adulti e adulti di sesso maschile. Figura 9. Numero di casi di TB notificati nel 2014, suddivisi per sesso e fasce d età: F M Fonte: European Centre for Disease Prevention and Control/WHO Regional Office for Europe. Tuberculosis surveillance and monitoring in Europe 2015.

10 Numero casi Figura 10. Numero di casi di TB notificati nel 2014, suddivisi per nazionalità e fasce d età ITALIA PRATICHE PRIVE DI NAZIONALITA' STRANIERI Nel 2014 la diagnosi di tubercolosi in soggetti stranieri ha rappresentato il 54,8% dei casi. I casi tra gli stranieri hanno coinvolto soprattutto giovani adulti e adulti provenienti da Paesi ad alta endemia tubercolare e nei soggetti di nazionalità italiana hanno colpito anche soggetti minori di <15 anni di età ed ultrasessantenni (figura 10). I casi notificati, suddivisi per area geografica di origine, nel quinquennio sono illustrati in figura 11 con dettaglio in tabella 6. Figura 11. Numero casi notificati per area geografica e paese, (anni ) Europa Asia America Africa 37% 22% 19% 22% Tab. 6 Paesi più rappresentati(anni ) Paesi N % ROMANIA ,1 PERU' ,0 FILIPPINE 127 9,9 PAKISTAN 87 6,7 SENEGAL 84 6,5 MAROCCO 81 6,3 ECUADOR 52 4,0 CINA 44 3,4 INDIA 41 3,2 In Lombardia i tassi di incidenza più elevati nel 2014 si sono registrati nelle città di Milano (11.9 casi per abitanti), Bergamo (8.1 per abitanti) e Brescia (7.7 per abitanti). Da segnalare tuttavia che tali valori sono in riduzione rispetto al 2009 e nettamente inferiori se paragonati a quelli di altre metropoli europee in Paesi a bassa endemia, quali Londra (44.4 per abitanti) o Barcellona (27.0 per abitanti) 7. 7 de Vries G, Aldridge RW, Caylà JA, Haas WH, Sandgren A, van Hest NA, Abubakar I, the Tuberculosis in European Union Big Cities Working Group. Epidemiology of tuberculosis in big cities of the European Union and European Economic Area countries. Euro Surveill. 2014;19(9):pii=20726.

11 Nel 2014 le tubercolosi con localizzazione polmonare hanno rappresentato il 71% del totale dei casi notificati, quelle extra-polmonari il 27% e il 2% sono forme disseminate. Nella maggior parte delle forme disseminate è presente il coinvolgimento delle vie respiratorie. Figura 12. Distribuzione dei casi di tubercolosi per presentazione clinica. 27% 2% 71% Polmonare Extrapolmonare Disseminata

12 HIV e AIDS I dati illustrati, relativi alle nuove infezioni da HIV e dei casi di AIDS al 31 Dicembre 2013, provengono dalle notifiche di malattie infettive della Regione Lombardia (MAINF) e del Centro Operativo AIDS (COA). Le nuove diagnosi sono state 931, di cui 853 in soggetti residenti, pari a circa un quarto delle nuove diagnosi a livello nazionale (Figura 13). La Lombardia è risultata una delle tre regioni a maggiore incidenza (9,2 per abitanti) accanto a Lazio e Piemonte, come mostrato in Figura 14, mentre la media nazionale si attesta intorno a 6 nuove diagnosi di infezione da HIV ogni abitanti. Figura 13. Nuove diagnosi di infezione da HIV e incidenza per abitanti in Lombardia ( ). (Fonte: dati COA 2014) Figura 14. Incidenza delle nuove diagnosi di infezione da HIV (per abitanti) per regione di residenza nel (Fonte: dati COA 2014) Analizzando il periodo in base alla provincia di residenza, la maggior parte delle nuove infezioni è stata registrata nella provincia di Milano, seguita in ordine di frequenza, sebbene in misura nettamente minore, dalle province di Brescia e Bergamo (Figura 15). L incidenza più elevata è stata osservata in provincia di Milano, seguita da quelle di Sondrio, Brescia e Bergamo (Figura 16).

13 Figura 15. Numero di nuovi casi di infezione da HIV per provincia di residenza nel Figura 16. Incidenza per abitanti di nuovi casi di infezione da HIV per provincia di residenza nel Si conferma il trend in aumento dell età mediana al momento della diagnosi di infezione da HIV: 38 anni per i maschi e 35 per le femmine nel 2013, in linea con il dato nazionale. Le nuove infezioni nel 2013 hanno riguardato maggiormente soggetti di sesso maschile appartenenti, in ordine di frequenza decrescente, alle classi d età 35-44, e Nelle stesse fasce di età si è concentrata la maggior parte dei casi verificatesi nel sesso femminile (Figura 17) Figura 17. Distribuzione per sesso e classe d età dei nuovi casi di infezione da HIV in Lombardia nel 2013.

14 Le nuove infezioni nel periodo hanno riguardato nel 18% dei casi soggetti stranieri, pari al 33% del totale delle donne infette ed al 14% degli uomini infetti con un trend in diminuzione, sebbene i tassi di incidenza nella popolazione straniera residente risultino ancora quattro volte superiori rispetto alla popolazione italiana (Figura 18). La maggior quote dei soggetti stranieri (circa il 51 %) con infezione da HIV erano di nazionalità brasiliana, ivoriana, nigeriana, peruviana, rumena, ghanese, ecuadoregna e marocchina. Figura 18. Incidenza delle nuove diagnosi di infezione da HIV (per residenti) per nazionalità e regione di residenza nel (Fonte: dati COA 2014) In Lombardia, la principale modalità di trasmissione nel 2013 è stata quella omosessuale maschile (MSM, men who have sex with men), responsabile del 40,4% dei casi, seguita in ordine di frequenza dalla modalità eterosessuale (33,8%) e dall uso di droghe per via endovenosa (6,1%); rimane sconosciuta la via di trasmissione nel 18,7% dei casi. La stessa distribuzione delle modalità di trasmissione si è osservata a livello nazionale. Nell 83% dei casi osservati nel sesso femminile la modalità di trasmissione è risultata eterosessuale, nel 12% non determinata e nel 5% legata ad uso di droghe per via endovenosa. Nel sesso maschile il 55% dei casi era imputabile a rapporti omosessuali, il 34% a rapporti eterosessuali, il 7% non determinato e il 4% ad uso di droghe per via endovenosa. Considerando la conta di CD4 al momento della diagnosi negli anni , in media essa si attestava intorno a 287 CD4. Il dato non era disponibile per il 42% dei soggetti. Tra i a disposizione, il 55% dei pazienti presentava conte inferiori ai 350 CD4 (late presenter) e di questi più della metà (67%) era in stadio clinico avanzato (CD4 <200), coincidente con diagnosi di AIDS secondo i criteri CDC. Come atteso, il 64% dei pazienti con conte inferiori ai 200 CD4 presentava una viremia elevata (> copie/ml) al momento della diagnosi e l 80% era di età compresa tra i 35 e i 64 anni. Al momento della diagnosi il 54% delle infezioni si presentava in uno stadio clinico asintomatico, dato in lieve flessione negli ultimi come mostrato in Tabella 7.

15 Tabella 7. Stadio clinico al momento della diagnosi di infezione da HIV (anni ). STADIO CLINICO A1 22% 23% 21% 21% A2 28% 30% 27% 22% A3 10% 11% 11% 10% B1 1% 0% 0% 0% B2 1% 1% 2% 3% B3 5% 5% 6% 5% C1 0% 0% 1% 1% C2 3% 1% 2% 2% C3 16% 14% 16% 17% ND 14% 17% 14% 19% Le motivazioni più frequenti per l esecuzione del test sono risultate: comportamenti a rischio (33%), controlli (45%), sintomatologia/ricovero (6%), gravidanza (3%), riscontro sieropositività del partner (3%), uso abituale di sostanze o altra motivazione (10%). La Lombardia si posiziona al terzo posto dopo Veneto e Liguria per incidenza di AIDS (Figura 10). Nel 2013 sono stati registrati 284 casi di AIDS. Il trend di incidenza è in costante riduzione negli ultimi anni, in linea con quanto accade a livello nazionale (Figure 19 e 20). Figura 19. Incidenza di AIDS per abitanti, per regione di residenza, nel (Fonte: dati COA 2014)

16 Figura 20. Incidenza dei casi di AIDS per residenti per anno di diagnosi in Lombardia dal 2003 al 2013 (dati non corretti per ritardo di notifica). (Fonte: dati COA 2014) Analogamente a quanto osservato per la diagnosi di infezione da HIV, è in costante aumento anche l età mediana al momento della diagnosi di AIDS sia a livello regionale (48 anni per i maschi, 47 per le femmine) che a livello nazionale (45 anni per i maschi, 44 per le femmine). L 82% dei casi di AIDS in Lombardia presenta una conta di CD4 <200. Le patologie opportunistiche più frequentemente riscontrate al momento della diagnosi sono state Polmonite da P. carinii, candidosi esofagea e malattia sistemica da CMV (Tabella 8). La distribuzione delle tre principali patologie opportunistiche in base alla fattore di rischio per AIDS nel biennio è illustrata in Figura 21 ed è sostanzialmente sovrapponibile al dato nazionale con alcune variazioni imputabili alla ridotta numerosità di casi considerati. Tabella 8. Patologie opportunistiche diagnostiche di AIDS in ordine di frequenza nel Tipo Diagnosi N % Polmonite da P. carinii Candidosi esofagea Cytomegalovirus, sistemica Tubercolosi Wasting syndrome da HIV Encefalopatia da HIV Linfoma immunoblastico Toxoplasmosi cerebrale PML Sarcoma di Kaposi Micobatteriosi disseminata extrapolmonare da M.avium e M.kansasii

17 Figura 21. Distribuzione delle tre più frequenti patologie indicative di AIDS, per modalità di trasmissione ( ) Cytomegalovirus, malattia sistemica Candidosi esofagea Polmonite da P. carinii ETEROSESSUALE Cytomegalovirus, malattia sistemica Candidosi esofagea Polmonite da P. carinii OMOSESSUALE Encefalopatia da HIV Polmonite da P. carinii Candidosi esofagea TOSSICODIPENDENTE Negli anni 2012 e 2013 solo il 20% circa dei pazienti aveva effettuato terapia antiretrovirale prima della diagnosi di AIDS(Figura 22). La maggior parte dei soggetti trattati assumeva un regime di triplice terapia. Figura 22. Uso di terapie antiretrovirali pre-aids in Lombardia segnalato nelle notifiche di AIDS ( ). 100% 80% 60% 40% NON NOTO NO SI 20% 0% Il numero di pazienti trattati con terapia antiretrovirale è aumentato da nel 2008 a nel 2013, distribuiti su 17 strutture ospedaliere di Malattie Infettive che seguono, tranne in un caso, più di 400 pazienti ciascuna. Il 53% di tali strutture hanno in carico più di pazienti. 8 8 Fonte: Analisi dell andamento della spesa dei farmaci ospedalieri antiretrovirali Classe H J05A (file f) in Regione Lombardia, a cura del CREMS (Centro di Ricerca in Economia e Management in Sanità e nel Sociale) dell Università Carlo Cattaneo - LIUC

18 Sorveglianza delle malattie infettive in Lombardia Report 2015 Redazione a cura di: UO Governo della Prevenzione e tutela sanitaria Struttura Tutela della persona, Promozione della Salute e Igiene degli alimenti DG Salute Regione Lombardia Fonte Dati: Mainf Regione Lombardia

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