CORSO DI FORMAZIONE. Bisogni educativi speciali e normativa di riferimento per l inclusione ISTITUTO COMPRENSIVO

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1 CORSO DI FORMAZIONE Bisogni educativi speciali e normativa di riferimento per l inclusione ISTITUTO COMPRENSIVO Intervento a cura di Meli Florinda

2 PROGRAMMA DEL CORSO: DEFINIZIONE DI BISOGNO EDUCATIVO SPECIALE. LA D.M. 27/12/2012 C.M. N. 8 DEL 6/03/2013 IL PDP

3 Questa parola (inglese SEN Special Educational Need) compare per la prima volta in Inghilterra nel Rapporto Warnock del 1978 in si cui suggeriva la necessità di integrare nelle scuole normali coloro che venivano indirizzati nelle scuole speciali.

4 Un breve escursus Il concetto di bisogno educativo speciale appare poi nei documenti ufficiali UNESCO nel 1997, nella legislazione del Regno Unito nel 2001 e nei documenti dell Agenzia europea per lo sviluppo dell educazione per i bisogni speciali nel 2003, come tendenza a considerare soggetti con BES anche altre persone in età evolutiva che manifestino difficoltà di apprendimento e di comportamento diverse dalle disabilità.

5 LA CORNICE DELL ICF Dario Ianes nel 2005 sostiene che il bisogno educativo diventa speciale tutte le volte in cui le condizioni fisiche (dotazione biologica/crescita del corpo), i fattori personali (autostima, identità, motivazione) e/o ambientali (relazioni, esperienze, elementi culturali) ostacolano un adeguato funzionamento educativo e apprenditivo dell individuo.

6 DAI BISOGNI EDUCATIVI NORMALI Tutti gli alunni hanno normali bisogni educativi: bisogno di sviluppare competenze (autonomia) bisogno di appartenenza identità bisogno di valorizzazione (autostima) bisogno di accettazione accoglienza bisogno di motivazione

7 AI BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI Un numero sempre più ampio di alunni hanno bisogni educativi speciali. I normali bisogni educativi si arricchiscono di qualcosa di Speciale. BISOGNO DI SPECIALITA Fare le cose che la sua specifica condizione richiede secondo le funzionalità presenti nell alunno in senso educativo-apprenditivo.

8 UN BISOGNO EDUCATIVO NORMALE DIVENTA SPECIALE PER COMPRENDERE UNA SITUAZIONE BES NON CI SERVONO DIAGNOSI CLINICHE, MA OSSERVAZIONI E VALUTAZIONI DELLE REALI INTERAZIONI TRA I FATTORI INDICATI DALL ICF PER CAPIRE SE QUELLO SPECIFICO FUNZIONAMENTO E DAVVERO PROBLEMATICO PER QUEL SOGGETTO. IN QUESTO CASO DOVREMO ATTIVARE UN INTERVENTO SPECIALE CAPACE DI PORTARE IL SOGGETTO AD UNA MIGLIORE SODDISFAZIONE DEI SUOI BISOGNI.

9 OSSERVAZIONE VALUTAZIONE FUNZIONAMENTO PROBLEMATICO ATTIVARE UN INTERVENTO SPECIALE CHE DIA UNA RISPOSTA AI BISOGNI, ATTRAVERSO L INDIVIDUALIZZAZIONE PERSONALIZZAZIONE UNA DIDATTICA INCLUSIVA

10 BES DA CATEGORIA CLINICA A CATEGORIA PEDAGOGICA CHE VALUTA IL FUNZIONAMENTO PROBLEMATICO DELLA PERSONA IN UN OTTICA BIO-PSICO-SOCIALE

11 ICF (2001) ICF è la Classificazione internazionale del funzionamento, delle disabilità e della salute o International Classification of Functioning, Disability and Health, definito all Organizzazione Mondiale della Sanità nel Il modello ICF rappresenta un approccio innovativo al tema dell inclusione scolastica, soprattutto per la profonda attenzione che esso riserva all ambiente socio-culturale in cui la persona vive. Nel caso specifico della scuola, l attenzione è rivolta all analisi dei fattori del contesto scolastico, con particolare riguardo ai «facilitatori» e alle «barriere» che determinano le performance degli alunni con disabilità nelle pratiche di integrazione scolastica. Non ci si deve più basare, quindi, sulle mancanze e sui deficit dell alunno, ma sulle sue potenzialità. Cambia il metodo di lavoro degli insegnanti, nel senso che occorrerà programmare e attuare interventi in stretta sinergia con tutti i soggetti che si occupano dell alunno con disabilità.

12 ICF MODELLO BIO-PSICO-SOCIALE Il modello bio-psico-sociale a cui si rifà l ICF individua la disabilità come una situazione particolare: «una condizione che ognuno può sperimentare durante la propria vita». La «condizione di salute» è la risultante dell interazione tra aspetti biomedici e psicologici della persona (funzioni e strutture corporee), aspetti sociali (attività e tipo di partecipazione svolte nella quotidianità) e fattori di contesto (fattori ambientali e personali).

13 ICF

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16 LA DIRETTIVA MINISTERIALE DEL 27/12/2012 La D. M. 27/12/2012 STRUMENTI DI INTERVENTO PER ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI E ORGANIZZAZIONE TERRITORIALE PER L INCLUSIONE SCOLASTICA. E un Decreto ministeriale emanato dal ministro Profumo in cui si delinea e si precisa la strategia inclusiva della scuola italiana.

17 LA DIRETTIVA MINISTERIALE DEL 27/12/2012 Art. 1 BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI (bes) L area dello svantaggio scolastico è molto più ampia di quella riferibile esplicitamente alla presenza di deficit. In ogni classe ci sono alunni che presentano una richiesta di speciale attenzione per una varietà di ragioni: svantaggio sociale e culturale, disturbi specifici di apprendimento e/o disturbi evolutivi specifici, difficoltà derivanti dalla non conoscenza della cultura e della lingua italiana perché appartenenti a culture diverse Quest area dello svantaggio scolastico, che ricomprende problematiche diverse viene indicata come area dei Bisogni Educativi Speciali che comprende tre sotto-categorie: quella della disabilità; quella dei disturbi evolutivi specifici e quella dello svantaggio socio-economico, linguistico, culturale.

18 TRE SOTTO CATEGORIE ALUNNI CON DISABILITA L. 104/92 ALUNNI CON DISTURBI EVOLUTIVI SPECIFICI L. 170/2010 ALUNNI CON SVANTAGGIO SOCIO-ECONOMICO LINGUISTICO CULTURALE

19 BORDLINE COGNITIVO STRANIERI DISTURBI EVOLUTIVI DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO SVANTAGGIO CULTURALE DEFICIT LINGUAGGIO DISABILITA SVANTAGGIO SOCIO-ECONOMICO

20 ALUNNI CON DISABILITA GLI ALUNNI CON DISABILITA VENGONO CERTIFICATI AI SENSI DELLA LEGGE QUADRO 104/92 CHE DA DIRITTO ALL INSEGNANTE DI SOSTEGNO, OGGI INSEGNANTE SPECIALIZZATO. PER GLI ALUNNI CON DISABILITA E NECESSARIO PREDISPORRE UN PIANO EDUCATIVO INDIVIDUALIZZATO (PEI).

21 ALUNNI CON DISTURBI EVOLUTIVI DISTURBI EVOLUTIVI SPECIFICI (ICD-10). I DISTURBI SPECIFICI DELL APPRENDIMENTO (DSA LEGGE 170/2010) DEFICIT DEL LINGUAGGIO DEFICIT DELLA COORDINAZIONE MOTORIA DEFICIT DELL ATTENZIONE/IPERATTIVITA FUNZIONAMENTO INTELLETTIVO LIMITE

22 GLI ALUNNI CON DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO Gli alunni con competenze intellettive nella norma o anche elevate possono incontrare difficoltà a scuola, devono essere aiutati a realizzare pienamente le loro potenzialità. Fra essi, alunni e studenti con DSA (Disturbo Specifico dell Apprendimento) sono stati oggetto di importanti interventi normativi come la Legge 170/2010.

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24 GLI ALUNNI CON DISTURBI SPECIFICI L.170/2010 I DISTURBI SPECIFICI POSSONO PRESENTARSI DA SOLI O IN ASSOCIAZIONE AD ALTRI DISTURBI EVOLUTIVI SPECIFICI: Disturbi specifici di linguaggio. Deficit delle abilità non verbali Disturbo di coordinazione motoria (disprassia) Disturbi dell attenzione. IN QUESTO CASO SI PARLA DI COMORBILITA.

25 ALUNNI CON DISTURBI EVOLUTIVI SPECIFICI Rientra in questa categoria il DISTURBO DELL ATTENZIONE E IPERATTIVITA (ADHD). Spesso questo disturbo si può trovare associato ad un DSA o ad altre problematiche, ha una causa neurobiologica e genera difficoltà di pianificazione, di apprendimento e di socializzazione. (disturbo presente nell 1% della popolazione scolastica). Il disturbo dell ADHD è spesso in *comorbilità con: Disturbo oppositivo-provocatorio; Disturbo della condotta in adolescenza; Disturbi specifici dell apprendimento; Disturbi dell ansia; Disturbi dell umore. *compresenza di più disturbi in una stessa persona

26 ALUNNI CON DISTURBI EVOLUTIVI SPECIFICI ALUNNI CON DEFICIT DA DISTURBO DELL ATTENZIONE E DELL IPERATTIVITA (ADHD) 1.3 CASO DI GRAVITA MINORE GRAVITA LEGGE 104/92 ASSEGNAZIONE INSEGNANTE SOSTEGNO Anche per la comorbilità con altre patologie Non è prevista una certificazione di disabilità INSERIMENTO NEI BES APPLICAZIONE DELLE MISURE DISPENSATIVE E COMPENSATIVE L. 170/2010

27 FUNZIONAMENTO INTELLETTIVO LIMITE 1.4 GLI ALUNNI CON FUNZIONAMENTO LIMITE SE NON RIENTRANO NELLA LEGGE 104/92 RIENTRANO NELLA SOTTO-CATEGORIA DEI DISTURBI EVOLUTIVI SPECIFICI. SI TRATTA DI BAMBINI O RAGAZZI CON UN Q.I. GLOBALE CHE VA DA 70 A 85 E NON PRESENTA ELEMENTI DI SPECIFICITA. PER ALCUNI DI LORO IL RITARDO E LEGATO A FATTORI NEUROBIOLOGICI ED E FREQUENTEMENTE IN COMORBILITA CON ALTRI DISTURBI. INTERVENTI EDUCATIVI E DIDATTICI ADEGUATI CONSENTONO A TALI ALUNNI DI FARE UN PERCORSO SCOLASTICO ADEGUATO.

28 VALUTARE IL RITARDO COGNITIVO DESCRIZIONE DEI Q.I. DELLA WISCH-III (SOPRA 6 ANNI). Q.I. Classificazione 130 e + Eccezionalmente alto Alto Medio alto Funzionamento intellettivo limite Ritardo cognitivo Medio Medio-basso Basso 69 e al di sotto Eccezionalmente basso

29 ALUNNI CON SVANTAGGIO SOCIO- ECONOMICO, LINGUISTICO E CULTURALE Gli alunni con svantaggio linguistico sono quegli alunni che sperimentano difficoltà derivanti dalla non conoscenza della lingua italiana come gli alunni di origine straniera di recente immigrazione e, in specie, coloro che sono entrati nel sistema scolastico nell ultimo anno.

30 CARATTERISTICHE DEI BES QUESTE DIFFICOLTÀ POSSONO ESSERE: GLOBALI E PERVASIVE (AUTISMO) SPECIFICHE (DISLESSIA, DISCALCULIA, DISGRAFIA) SETTORIALI (DISTURBI DEL LINGUAGGIO, DISTURBI PSICOLOGICI D ANSIA) GRAVI O LEGGERE PERMANENTI, TRANSITORIE E REVERSIBILI

31 ADOZIONE DI STRATEGIE DI INTERVENTO PER I BES 1.5 si evidenzia la necessità di elaborare un percorso individualizzato e personalizzato per alunni e studenti con bisogni educativi speciali, anche attraverso la redazione di UN PIANO DIDATTICO INDIVIDUALIZZATO individuale o anche riferibile a tutti i bambini con BES, ma articolato che serva come strumento di lavoro in itinere per gli insegnanti ed abbia la funzione di documentare alle famiglie le strategie di intervento programmate

32 ADOZIONE DI STRATEGIE DI INTERVENTO PER I BES 1.5 Le scuole con determinazione assunte dai Consigli di classe, risultanti dall esame della documentazione clinica presentata dalle famiglie e sulla base di considerazioni di carattere psicopedagogico e didattico possono avvalersi per tutti gli alunni con BES degli strumenti compensativi e delle misure dispensative previste dalla legge 170/2010.

33 INDIVUDUALIZZARE PERSONALIZZARE LA LEGGE 170/2010 La Legge 170/2010 dispone che le istituzioni scolastiche garantiscano «l uso di una didattica individualizzata e personalizzata, con forme efficaci e flessibili di lavoro scolastico adottando una metodologia e una strategia educativa adeguate». L azione formativa individualizzata pone obiettivi comuni per tutti i componenti del gruppo-classe, ma è concepita adattando le metodologie in funzione delle caratteristiche individuali dei discenti. L azione formativa personalizzata ha, in più, l obiettivo di dare a ciascun alunno l opportunità di sviluppare al meglio le proprie potenzialità e, quindi, può porsi obiettivi diversi per ciascun discente, in quanto legata a quella specifica e unica persona.

34 LA LEGGE 170/2010 La medesima legge richiama, a tal proposito, le istituzioni scolastiche, all obbligo di garantire l introduzione di strumenti compensativi, compresi i mezzi di apprendimento alternativi e le tecnologie informatiche, nonché misure dispensative da alcune prestazioni non essenziali ai fini della qualità dei concetti da apprendere. Gli alunni con diagnosi DSA hanno diritto per legge a fruire di questi provvedimenti compensativi e dispensativi all interno di una didattica più flessibile.

35 MISURE COMPENSATIVE LEGGE 170/2010 STRUMENTI COMPENSATIVI Permettono di compensare la debolezza funzionale derivante dal disturbo specifico dell apprendimento, facilitando all alunno l esecuzione di compiti automatici compromessi. ESEMPI: Mappe concettuali Tabella dei mesi, dell alfabeto e dei vari caratteri, delle misure, delle formule geometriche,tavola pitagorica Calcolatrice/registratore Sintesi vocale Computer con programmi di video scrittura con correttore ortografico L informatica si pone come strumento per eccellenza nel consentire allo studente con DSA di compensare le sue difficoltà strumentali di lettura e scrittura.

36 STRUMENTI COMPENSATIVI

37 MISURE DISPENSATIVE LEGGE 170/2010 MISURE DISPENSATIVE: L obiettivo delle misure dispensative è quello di aiutare a ridurre gli effetti del disturbo, fornendo una modalità di esecuzione del compito più adatta alle sue caratteristiche. L alunno viene dispensato da alcune prestazioni. ESEMPI, DISPENSA DA: Lettura ad alta voce Scrittura veloce e sotto dettatura Studio mnemonico delle tabelline Studio della lingua straniera scritta ALTRESI SONO PREVISTI: Uso del vocabolari Programmazione di tempi più lunghi per le prove scritte e lo studio a casa Organizzazione delle interrogazioni Valutazione delle prove tenendo conto più del contenuto che della forma Fornire l allievo la lettura ad alta voce da parte di un tutor durante le verifiche Leggere all allievo le consegne degli esercizi Evitare di far prendere appunti Integrare libri di testo con appunti su supporto digitalizzato Evitare la copiatura da lavagna Ridurre la richiesta di compiti per casa Evitare di richiedere lo studio mnemonico e nozionistico in genere, tenendo presente che vi è una notevole difficoltà nel ricordare nomi, termini e definizioni

38 ORGANIZZAZIONE TERRITORIALE PER L OTTIMALE REALIZZAZIONE DELL INCLUSIONE SCOLASTICA I CENTRI TERRITORIALI DI SUPPORTO (CTS) sono stati istituiti dagli Uffici Scolastici Regionali in accordo con il MIUR mediante il progetto Nuove tecnologie e disabilità. I Centri sono collocati presso scuole polo e la loro sede coincide con quella dell Istituzione scolastica che gli accoglie. I GLH a livello di singola scuola o a livello di rete o distrettuali; I CENTRI TERRITORIALI PER L INCLUSIONE (CTI) a livello di distretto socio-sanitario Il CTS a livello provinciale

39 IL GLI Per rispondere alle problematiche relative a tutti gli alunni con BES è stato istituito il gruppo GLI Gruppo di Lavoro per l Inclusione. Tale gruppo è composto da tutte le risorse specifiche della scuola (insegnanti sostegno, AEC, docenti di coordinamento e/o con formazione specifica, genitori, esperti esterni, minimo un referente per ogni settore di ordine di scuola) coordinate dal Dirigente Scolastico. FUNZIONI DEL GLI Rilevazione e mappatura degli alunni BES presenti nella scuola Confronto con il territorio Focus/confronto sui casi con supporto ai colleghi sulle strategie/metodologie Rilevazione e monitoraggio del livello di inclusività della scuola Raccolta e coordinamento delle proposte Elaborazione di una proposta di Piano Annuale per l Inclusività riferito a tutti gli alunni BES da redigere al termine di ogni anno scolastico (entro giugno) All inizio di ogni anno il gruppo propone al Collegio Docenti una programmazione degli obiettivi e delle attività del PAI. Al termine dell anno il Collegio Docenti procede alla verifica dei risultati raggiunti.

40 IN SINTESI La DIRETTIVA MINISTERIALE estende in modo definitivo a tutti gli studenti in difficoltà il diritto alla personalizzazione dell apprendimento, anche attraverso il diritto ad usufruire di misure dispensative e strumenti compensativi, nella prospettiva di una presa in carico complessiva ed inclusiva di tutti gli alunni.

41 La normativa precisa che la personalizzazione per i BES non ha lo scopo di favorire improprie facilitazioni ma di rimuovere quanto ostacola i percorsi di apprendimento, e questo non genera un livellamento degli apprendimenti ma una modulazione degli stessi sulle potenzialità di ciascuno, nell ottica di una scuola più inclusiva.

42 LA CIRCOLARE MINISTERIALE N. 8 DEL 6/03/2013 LA C.M. DEL 6 MARZO 2013 RECANTE AD OGGETTO: STRUMENTI DI INTERVENTO PER ALUNNI CON BISOGNI SPECIALI E ORGANIZZAZIONE TERRITORIALE PER L INCLUSIONE SCOALSTICA. INDICAZIONI OPERATIVE. Ha il compito di delineare e precisare la strategia inclusiva della scuola italiana al fine di realizzare appieno il diritto all apprendimento per tutti gli alunni e gli studenti in situazione di difficoltà.

43 LA CIRCOLARE MINISTERIALE N. 8 DEL 6/03/2013 La direttiva estende a tutti gli studenti in difficoltà il diritto alla personalizzazione dell apprendimento, richiamandosi espressamente ai principi enunciati dalla legge 53/2003.

44 LA CIRCOLARE MINISTERIALE N. 8 DEL 6/03/2013 Fermo restando l obbligo delle certificazioni per l esercizio dei diritti conseguenti alle situazioni di disabilità e di DSA, è compito doveroso dei consigli di classe o dei teams dei docenti, nelle scuole primarie, indicare in quali altri casi sia opportuna e necessaria l adozione di una personalizzazione della didattica ed eventualmente di misure compensative o dispensative

45 LA CIRCOLARE MINISTERIALE N. 8 DEL 6/03/2013 ALUNNI CON DISABILITÀ LEGGE 104/92 PEI ALUNNI CON DISTURBI SPECIFICI DELL APPRENDIMENTO (DSA) ALUNNI CON DISTURBI EVOLUTIVI, DELL APPRENDIMENTO, CON SVANTAGGIO SOCIO- ECONOMICO, LINGUISTICO E CULTURALE LEGGE 170/2010 D.M. 27/12/2012 C.M. 6/03/2013 PDP TEAM DOCENTI SCUOLA PRIMARIA CONSIGLI DI CLASSE SCUOLA SECONDARIA Attraverso una deliberazione

46 LA CIRCOLARE MINISTERIALE N. 8 DEL 6/03/2013 ALUNNI CON DISTURBI EVOLUTIVI, DELL APPRENDIMENTO, CON SVANTAGGIO SOCIO-ECONOMICO, LINGUISTICO E CULTURALE DOVRANNO ESSERE INDIVIDUATI SULLA BASE DI ELEMENTI OGGETTIVI OVVERO BEN FONDATE CONSIDERAZIONI PSICOPEDAGOGICHE E DIDATTICHE

47 AREA DELLO SVANTAGGIO SOCIO-ECONOMICO, LINGUISTICO E CULTURALE La circolare precisa che gli interventi per coloro che sperimentano difficoltà derivanti dalla non conoscenza della lingua italiana dovranno essere messi in atto per il tempo strettamente necessario. Pertanto le misure dispensative avranno carattere transitorio e attinente ad aspetti didattici, privilegiando dunque le strategie educative e didattiche attraverso percorsi personalizzati, più che strumenti compensativi e misure dispensative.

48 AREA DELLO SVANTAGGIO SOCIO-ECONOMICO, LINGUISTICO E CULTURALE Ai sensi dell art. 5 del DPR n. 89/2009, le due ore di insegnamento della seconda lingua comunitaria nella scuola secondaria di primo grado possono essere utilizzate anche per potenziare l insegnamento della lingua italiana per gli alunni stranieri non in possesso delle necessarie conoscenze e competenze nella medesima lingua italiana, nel rispetto dell autonomia delle istituzioni scolastiche.

49 IL PDP Lo strumento privilegiato è rappresentato dal percorso individualizzato e personalizzato, redatto in un Piano Didattico Personalizzato (PDP), che tutti i docenti del consiglio di classe sono chiamati ad elaborare. Il PDP è un documento, uno strumento di lavoro con la funzione di definire, monitorare e documentare le strategie di intervento più idonee per ogni singolo alunno.

50 Corresponsabilita educativa e didattica SIGNIFICA CHE L INSEGNANTE SOSTEGNO + GLI INSEGNANTI CURRICOLARI ELABORANO IL PDP COLLEGIALE CORRESPONSABILE PARTECIPATO

51 Il pdp PDP DELIBERATO DAL CONSIGLIO DI CLASSE O TEAM DOCENTI FIRMATO DAL DIRIGENTE SCOLASTICO DAI DOCENTI DALLA FAMIGLIA IN MANCANZA DI CERTIFICAZIONI CLINICHE, IL CONSIGLIO DI CLASSE O TEAM DOCENTI MOTIVERANNO LE DECISIONI ASSUNTE SU BASE PEDAGOGICO-DIDATTICA AL FINE DI EVITARE CONTENZIOSO

52 IL PAI Il PAI E IL PIANO ANNUALE PER L INCLUSIVITA. È RIFERITO A TUTTI GLI ALUNNI BES, DA REDIGERE AL TERMINE DI OGNI ANNO SCOLASTICO ENTRO IL MESE DI GIUGNO. IL PIANO DEVE ESSERE DISCUSSO E DELIBERATO DAL COLLEGIO DEI DOCENTI E IVIATO AI COMPETENTI UFFICI ANCHE PER LA RICHIESTA DELL ORGANICO DI SOSTEGNO.

53 IN CONCLUSIONE PUNTI DI FORZA Il riconoscimento della complessità esistente all interno delle classi e la decertificazione che offre maggiori libertà di azione. La presa in carico di tutti i bambini valorizzando le differenze in una scuola inclusiva. La valorizzazione di una didattica inclusiva rispetto ad una didattica speciale.

54 IN CONCLUSIONE PUNTI DI DEBOLEZZA Parlare ancora di BES senza tener in nessun conto le indicazioni dell UNESCO che raccomanda di sostituire BES con EDUCAZIONE PER TUTTI in modo da focalizzare l attenzione non sui bisogni ma sui diritti di UGUAGLIANZA E CITTADINANZA che devono essere garantiti a tutti L ICF si focalizza sull importanza del contesto che deve essere facilitante e non sul rilevamento dei bisogni specifici del bambino. L assenza di un supporto economico, organizzativo, formativo (mancano i fondi, non è prevista una riduzione del numero degli alunni in presenza dei BES, non è previsto l insegnante di sostegno e la formazione per i BES)

55 IN CONCLUSIONE Nei casi di ADHD la Direttiva Ministeriale sancisce una deresponsabilizzazione delle Istituzioni rendendo unico responsabile dell azione educativa e formativa la scuola che deve individuare i casi e farsi carico di questi da tutti i punti di vista. Mancanza di formazione adeguata che consenta a tutti gli insegnanti di fare delle valutazioni di carattere PSICOPEDAGOGICO E DIDATTICO. Nei bes rientrano tutti gli alunni che sfuggono alla certificazione. Quali rischi?

56 GRAZIE A TUTTI PER L ATTENZIONE. Vi lascio con una frase di Einstein Non esistono grandi scoperte, ne un reale progresso, finché sulla terra esiste un bambino infelice. Albert Einstein

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