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1 AREA EX PACINOTTI, VIA VENEZIA LA SPEZIA Piano di gestione terre Maggio 2012 Gruppo di Lavoro Ing. Franco Rocchi Dott. Chim. Lisa Sberveglieri Ing. Nicola Cozzani Dott. Geol. Marina Cattaneo Dott. Geol. Giuseppe Palla

2 AGENZIA REGIONALE TERRITORIALE PER L EDILIZIA DELLA SPEZIA VIA XXIV MAGGIO N LA SPEZIA A CURA DI:

3 INDICE 1 PREMESSA 2 INQUADRAMENTO GENERALE DEL SITO 3 INQUADRAMENTO NORMATIVO Identificazione del codice CER Avvio dei materiali ad impianti autorizzati in forma semplificata ai sensi dell art. 216 del D.Lgs. 152/ Recupero in semplificata CER Recupero in industria della ceramica e dei laterizi [R5] Recuperi ambientali [R10] Rilevati e sottofondi stradali [R5] Avvio dei materiali ad impianti autorizzati in forma ordinaria ai sensi dell art. 208 del D.Lgs. 152/ Attività di recupero! Attività di smaltimento in impianto finale di discarica! 4 CAMPAGNA DI INDAGINE AMBIENTALE FINALIZZATA ALLA DEFINIZIONE DELLE MODALITA DI GESTIONE DEI MATERIALI DI SCAVO Attività di indagine in sito Determinazioni analitiche di laboratorio Risultati analitici di laboratorio Caratterizzazione chimico-fisica " Classificazione rifiuto # Verifica della recuperabilità $ Verifica dell ammissibilità in discarica % 5 GESTIONE DEI MATERIALI TERRIGENI DI SCAVO Volumetrie e modalità di gestione

4 6 CONCLUSIONI ALLEGATI Allegato 1 certificati analitici di laboratorio

5 1 PREMESSA Il presente documento illustra modalità ed esisti analitici di laboratorio dell ultima campagna di indagini sull area di cantiere in località La Spezia in Via Venezia, svolta al fine di elaborare una procedura tecnicooperativa di gestione dei suoli oggetto delle operazioni di scavo di prossima realizzazione, funzionali al progetto urbanistico di riqualificazione del sito stesso. Ricordiamo che su tale area, ricadente all interno di un comprensorio residenziale nella zona nord della città, era stata attivata la procedura di caratterizzazione ai sensi dell art. 245 del D.Lgs. 152/06 (comunicazione a mezzo di lettera indirizzata agli enti competenti da parte di A.R.T.E. La Spezia in data 14/7/2011) a seguito del ritrovamento, durante le fasi di cantiere per la realizzazione di opere di edilizia residenziale, di una cisterna interrata a circa 1.5 metri di profondità dal piano di campagna. Le indagini ambientali eseguite sul sito, avevano riscontrato, esclusivamente per la matrice suolo e sottosuolo, la presenza di superamenti dei limiti CSC di cui alla Tab. 1, col. A, allegato 5, parte quarta del Titolo V del Decreto Legislativo 152/06 siti ad uso verde pubblico, privato e residenziale. Alla luce di tali risultanze analitiche è stata pertanto elaborata l analisi di rischio sito-specifica, la quale ha restituito assenza di rischio e CSR>Conc. rilevate per cui, ai sensi dell art. 240 del D.Lgs. 152/06 il sito in oggetto è stato dichiarato non contaminato. La Conferenza dei Servizi del 29/11/2012, approvando l analisi di rischio, ha pertanto chiuso il procedimento. In seguito a tali esiti sono pertanto proseguite le attività connesse alla realizzazione del progetto urbanistico di riqualificazione dell area, che prevede la realizzazione di uno stabile ad uso residenziale. Tra le attività prioritarie e preliminari alla fase prettamente costruttiva vi è l attività di ricerca ordigni bellici. In relazione a tale attività e alle successive, è prevista la movimentazione in sito di un certo quantitativo di suolo/sottosuolo e la successiva asportazione e avvio a smaltimento di quota parte di esso. Il presente documento, funzionale alla gestione di tali materiali terrigeni in regime di rifiuto, è stato suddiviso nelle parti seguenti: introduzione/excursus normativo di riferimento descrizione della campagna di campionamento e analisi chimiche finalizzate alla caratterizzazione e classificazione dei materiali terrigeni da smaltire; sintesi dei risultati analitici conseguiti descrizione generale della fasistica realizzativa dell attività di movimentazione materiali terrigeni connessa alla ricerca ordigni bellici

6 descrizione delle modalità di gestione di tali materiali in regime di rifiuto. Il seguito del documento entra nel dettaglio di quanto sopra introdotto.

7 2 INQUADRAMENTO GENERALE DEL SITO L area in oggetto, di proprietà del Comune di La Spezia, è ubicata all interno di un vasto comprensorio residenziale ad alta densità abitativa, ove è presente un fitto reticolato di strade che crea una macroarea rettangolare omogenea a vocazione prevalentemente residenziale e commerciale. Di seguito si riporta la localizzazione del sito: FIGURA 1: localizzazione del sito (fonte: Bing Maps) L area, in origine, era occupata da un precedente palazzo adibito ad istituto scolastico, come è possibile osservare dall immagine seguente.

8 FIGURA 2: veduta ovest dell edificio preesistente La palazzina è stata poi demolita per lasciare spazio al nuovo progetto realizzativo (nuova palazzina ad uso residenziale). Dai calcoli effettuati su CTR della Liguria, il sito ha una dimensione di circa 900 mq ed attualmente si presenta privo di pavimentazione, provvisto di recinzione di cantiere e cancello per l interdizione all accesso. L area confina ad est con un tratto di marciapiede che lo separa da un condominio abitato, a nord con Viale Aldo Ferrari, a ovest con Viale Antonio Gramsci e a sud con Via Alfonso La Marmora. Di seguito si riporta un immagine dell area ex Pacinotti, così come si presenta dall ingresso principale.

9 FIGURA 3: veduta del cantiere da Via La Marmora

10 3 INQUADRAMENTO NORMATIVO Preliminarmente alla descrizione delle attività di campo e ai risultati funzionali alla gestione del suolo e sottosuolo oggetto del presente lavoro, è opportuno richiamare il quadro legislativo di riferimento. In particolare, di seguito si intende procedere con una panoramica degli scenari di gestione previsti della normativa vigente a seguito delle attività di indagine svolte. A tale proposito occorre ricordare che i materiali oggetto del presente piano sono stati caratterizzati secondo quanto previsto dalla vigente normativa in termini di rifiuti e secondo tale normativa saranno gestiti. Al fine di definire le possibili modalità di gestione di un rifiuto in conformità con la vigente normativa in materia occorre, quindi innanzitutto, individuarne il corretto Codice Europeo dei Rifiuti (CER). Con la Decisione 2000/532/CE del 3 maggio 2000 e successive Decisioni di modifica (2001/118/CE, 2001/119/CE e 2001/573/CE) è stato introdotto il nuovo Catalogo Europeo dei Rifiuti, insieme alle regole per il suo utilizzo, oggi rivisto e riportato nell allegato D alla parte IV del D. Lgs. 152/06). Ogni rifiuto viene quindi identificato da un codice, il Codice Europeo Rifiuti, composto da tre coppie di numeri: a) la prima coppia di numeri identifica il processo da cui il rifiuto deriva (classe); b) la seconda coppia di numeri identifica la lavorazione da cui il rifiuto deriva (sottoclasse); c) la terza coppia di numeri identifica il rifiuto (categoria). Il Codice Europeo dei Rifiuti viene individuato dal Produttore del rifiuto. Un rifiuto può essere identificato sia come non pericoloso, sia come pericoloso ( voce a specchio contrassegnata mediante asterisco * ). In tal caso, esso è classificato come pericoloso solo se le sostanze ivi contenute raggiungono determinate concentrazioni indicate in allegato D alla parte IV titolo V del D. Lgs. 152/06. Per rifiuti caratterizzati da voci specchio, quindi, in base alla pericolosità o meno del materiale e della classificazione in termini di codice europeo di rifiuti, lo stesso può quindi essere gestito secondo differenti modalità. Qualora i materiali a seguito della caratterizzazione rifiuto risultino non pericolosi, gli stessi possono essere avviati ad impianti autorizzati nella forma semplificata o nella forma ordinaria. Per quanto concerne l avvio dei materiali ad impianti autorizzati in forma semplificata ai sensi dell art. 216 del D.Lgs. 152/2006 i criteri per il recupero del rifiuto sono indicati nel D.M. 05/02/1998, così come integrato dal D.M. n. 186/2006. Qualora il materiale sia inviato ad impianti autorizzati in forma ordinaria ai sensi dell art. 208 del D.Lgs. 152/2006 sia per l effettuazione di operazioni di recupero (operazioni identificate con la lettera R di cui

11 all Allegato C, Parte quarta del D.Lgs. 152/2006) sia per operazioni di smaltimento (operazioni identificate con la lettera D di cui all Allegato B, parte quarta del D.Lgs. 152/2006), le eventuali determinazioni analitiche aggiuntive devono essere effettuate in conformità all autorizzazione dell impianto. De seguito un breve inquadramento normativo dei materiali in esame. Identificazione del codice CER Al fine di individuare il corretto codice CER dei rifiuti in esame è stata, innanzitutto, effettuata una classificazione merceologica degli stessi in base alle informazioni stratigrafico-descrittive e fotografiche acquisite in fase di indagine sul sito. Le informazioni acquisite in fase di campo hanno permesso di identificare le seguenti classi: o terre e rocce diverse da quelle di cui alla voce * o * terre e rocce contenenti sostanze pericolose In relazione alla presenza di voci specchio per i codici che individuano i rifiuti in esame, come riportato al capitolo precedente, sono state effettuate determinazioni analitiche volte alla caratterizzazione del rifiuto secondo quanto indicato in allegato D alla parte IV titolo V del D. Lgs. 152/06 (precedente Allegato 1 Direttiva Nazionale 09/04/2002) al fine di valutarne la pericolosità o meno. Le caratterizzazioni svolte e dettagliate nel successivo capitolo dedicato hanno permesso di classificarli non pericolosi, individuando, quindi, il seguente codice CER: terre e rocce diverse da quelle di cui alla voce * Avvio dei materiali ad impianti autorizzati in forma semplificata ai sensi dell art. 216 del D.Lgs. 152/2006 Come detto, i materiali terrigeni non pericolosi, quali quelli in esame, possono essere avviati ad impianti autorizzati in forma semplificata ai sensi dell art. 216 del D. Lgs. 152/2006. Per quanto concerne l avvio dei materiali ad impianti autorizzati in forma semplificata ai sensi dell art. 216 del D.Lgs. 152/2006 i criteri per il recupero del rifiuto sono indicati nel D.M. 05/02/1998, così come integrato dal D.M. n. 186/2006.

12 7.31-bis. In particolare, il materiale classificabile con codice CER può essere gestito ai sensi del punto Di seguito si riporta il dettaglio delle modalità di recupero tale tipologia di CER Recupero in semplificata CER Come detto, il materiale classificabile con codice CER può essere gestito ai sensi del punto bis del D.M. 05/02/1998 e s.m.i., di seguito riportato per esteso: 7.31-bis Tipologia: terre e rocce di scavo bis.1 Provenienza: attività di scavo bis.2 Caratteristiche del rifiuto: materiale inerte vario costituito da terra con presenza di ciotoli, sabbia, ghiaia, trovanti, anche di origine antropica bis.3 Attività di recupero: a) industria della ceramica e dei laterizi [R5]; b) utilizzo per recuperi ambientali (il recupero è subordinato all'esecuzione del test di cessione sul rifiuto tal quale secondo il metodo in allegato 3 al presente decreto) [R10]; c) formazione di rilevati e sottofondi stradali (il recupero e' subordinato all'esecuzione del test di cessione sul rifiuto tal quale secondo il metodo in allegato 3 al presente decreto) [R5] bis.4 Caratteristiche delle materie prime e/o dei prodotti ottenuti: prodotti ceramici nelle forme usualmente commercializzate Recupero in industria della ceramica e dei laterizi [R5] I materiali classificabili con CER possono essere avviati ad industrie di ceramica e laterizi (7.31- bis.3 punto a) senza particolari prescrizioni. Tale via di gestione dei materiali risulta comunque spesso di difficile prosecuzione Recuperi ambientali [R10] I materiali in esame possono, inoltre, essere utilizzati per recuperi ambientali previa verifica di conformità al test di cessione da eseguire sul rifiuto tal quale secondo quanto indicato dall allegato 3 decreto stesso.

13 Nel caso di recuperi ambientali, secondo quanto indicato all art. 5 del D.M. 05/02/1998 e s.m.i., infine il contenuto dei contaminanti sia conforme a quanto previsto dalla legislazione vigente in materia di messa in sicurezza, bonifica e ripristino ambientale dei siti inquinati, in funzione della specifica destinazione d'uso del sito. Ciò significa che, in base alla destinazione d uso del sito presso il quale i rifiuti possono essere recuperati, le concentrazioni dei contaminanti nella matrice determinate secondo le metodiche di cui all allegato 2 alla parte IV titolo V del D. Lgs. 152/06, devono risultare inferiori alla colonna A (siti ad uso verde pubblico, privato e residenziale) o colonna B (siti ad uso commerciale ed industriale) della tabella 1 dell allegato 5 al succitato decreto. Poiché generalmente i recuperi ambientali vengono effettuati in aree parco o comunque aree da assimilare ad una destinazione d uso assimilabile al verde, in relazione agli esiti analitici conseguiti nelle campagne di indagine ambientale già svolte e nella nuova campagna descritta nel capitolo successivo, tale opzione non risulta perseguibile Rilevati e sottofondi stradali [R5] I materiali in esame possono, infine, essere utilizzati per la formazione di rilevati e sottofondi stradali, previa conformità al test di cessione da eseguire sul rifiuto tal quale secondo quanto indicato dall allegato 3 decreto stesso. Anche in questo caso, il recupero dei materiali è subordinato alla verifica di conformità alle CSC di cui alla tabella 1 dell allegato 5 alla parte IV titolo V del D. Lgs. 152/06 per la specifica destinazione d uso. I rilevati e sottofondi stradali sono generalmente assimilabili a siti ad uso commerciale e quindi occorre rispettare le CSC di cui alla colonna B della tabella succitata. In relazione agli esiti analitici conseguiti nelle campagne di indagine ambientale già svolte e nella nuova campagna descritta nel capitolo successivo, tale opzione non risulta perseguibile per gran parte dei materiali terrigeni presenti in sito (in partic. lotti A1 e A2). Risulta perseguibile esclusivamente per il lotto A3 (vedi cap. successivo). Avvio dei materiali ad impianti autorizzati in forma ordinaria ai sensi dell art. 208 del D.Lgs. 152/2006 Qualora il materiale non soddisfi i criteri per essere recuperato in forma semplificata, il destino finale degli stessi deve essere individuato in impianti autorizzati in forma ordinaria ai sensi dell art. 208 del D.Lgs. 152/2006 sia per l effettuazione di operazioni di recupero (operazioni identificate con la lettera R di cui all Allegato C, Parte quarta del D.Lgs. 152/2006) sia per operazioni di smaltimento (operazioni identificate con la lettera D di cui all Allegato B, parte quarta del D.Lgs. 152/2006).

14 3.3.1 Attività di recupero Al fine di poter avviare i materiali in impianti di recupero autorizzati in forma ordinaria ai sensi dell articolo 208 del D. Lgs. 152/06 occorre, in primo luogo, individuare gli impianti che per tipologia autorizzativa ed ubicazione possono accettare i materiali in esame ed in secondo luogo verificare che le caratteristiche chimiche, fisiche e merceologiche rispettino le specifiche autorizzazioni dell impianto Attività di smaltimento in impianto finale di discarica Nel caso in cui il destino finale dei materiali sia individuato in un impianto di discarica, i criteri da seguire per la verifica di conformità al conferimento dei materiali sono dettati dal Decreto Ministeriale del 03/08/2005. In particolare, il decreto definisce i criteri in base ai quali i rifiuti sono ammessi nelle diverse categorie di discarica. Al fine di determinare l'ammissibilità dei rifiuti in ciascuna categoria di discarica, così come definite dall'art. 4 del decreto legislativo 13 gennaio 2003, n. 36, il produttore dei rifiuti è tenuto ad effettuare la caratterizzazione di base di ciascuna tipologia di rifiuti conferiti in discarica. Successivamente devono essere effettuate le verifiche di conformità ai criteri di ammissibilità nelle diverse tipologie di discariche mediante l esecuzione del test di cessione in acqua deionizzata di cui all'allegato 3 del succitato decreto al fine di determinare la concentrazione sull eluato. Negli impianti di discarica per rifiuti inerti possono essere smaltiti una serie di rifiuti, indicati in tabella 1 del decreto stesso, senza dover essere sottoposti ad accertamento analitico, in quanto ritenuti già conformi ai criteri di accettabilità nella definita tipologia di discarica. Possono, inoltre, essere conferiti i rifiuti inerti che a seguito della caratterizzazione di base soddisfano alcuni determinati requisiti di seguito indicati: 1. sottoposti a test di cessione di cui all'allegato 3, presentano un eluato conforme alle concentrazioni fissate nella tabella 2 del decreto 2. non contengono contaminanti organici in concentrazioni superiori a quelle indicate nella tabella 3 del decreto 3. non contengono le sostanze previste dalla tabella 1, allegato 1 al decreto del Ministro dell'ambiente 25 ottobre 1999, n. 471 (crf. tabella 1 dell allegato 5 alla parte IV titolo V del D. Lgs. 152/06), in concentrazioni superiori alle concentrazioni limite per i siti ad uso commerciale ed industriale, ad esclusione dei PCB, come definiti dal decreto legislativo 22 maggio 1999, n. 209, per i quali il limite e' fissato 1 mg/kg.

15 Negli impianti di discarica per rifiuti non pericolosi possono essere smaltiti i rifiuti urbani di cui all'art. 2, comma 1, lettera b), del decreto legislativo 13 gennaio 2003, n. 36, classificati come non pericolosi nel capitolo 20 dell'elenco europeo dei rifiuti, le frazioni non pericolose dei rifiuti domestici raccolti separatamente e i rifiuti non pericolosi assimilati per qualità e quantità ai rifiuti urbani. Inoltre, nelle discariche per rifiuti non pericolosi possono essere smaltiti i rifiuti non pericolosi che hanno una concentrazione di sostanza secca non inferiore al 25% e che, sottoposti a test di cessione di cui all'allegato 3, presentano un eluato conforme alle concentrazioni fissate in tabella 5.

16 4 CAMPAGNA DI INDAGINE AMBIENTALE FINALIZZATA ALLA DEFINIZIONE DELLE MODALITA DI GESTIONE DEI MATERIALI DI SCAVO Tenendo conto delle opzioni di gestione definite all interno della normativa vigente e dettagliate nel capitolo precedente, è stata condotta una specifica campagna di indagini ambientali al fine di poter caratterizzare chimicamente e classificare i materiali terrigeni oggetto di scavo. Nel presente capitolo vengono illustrate le procedure operative di campo, le determinazioni analitiche di laboratorio nonché gli esiti analitici conseguiti, in relazione ai quali è stato poi possibile valutarne la più opportuna gestione. Attività di indagine in sito In data 1/3/2012 è stata effettuata la campagna di indagini di campo volte al prelievo di campioni rappresentativi dei materiali terrigeni oggetto di scavo. La campagna ha visto, in particolare, la suddivisione dell area ex Pacinotti in 3 lotti di egual superficie, su ognuno dei quali (pari a circa 300 mq) sono state realizzate una serie di trincee finalizzate al prelievo di campioni rappresentativi sia dell intervallo di scavo previsto da progetto sia del lotto di afferenza, e quindi a copertura esaustiva di ciascun lotto. Di seguito si riporta la sequenza operativa adottata: suddivisione dell area in 3 lotti omogenei; per ciascun lotto, realizzazione di n.3 trincee, spinte fino alla profondità di circa 2.50 mt da piano di campagna, per un totale di n.9 trincee; da ognuna delle trincee, prelievo di n.1 campione dell intero orizzonte attraversato dalla macchina operatrice (n.3 campioni per ogni lotto, per un totale di n 9 campioni): il campionamento è avvenuto direttamente dai cumuli estratti, appositamente collocati nei pressi dello scavo, e ha previsto l omogeneizzazione di differenti aliquote provenienti da più punti del cumulo; dai n.3 campioni prelevati da ciascun lotto, formazione di n.1 campione medio coacervo, rappresentativo quindi dei materiali terrigeni presenti sul lotto stesso; questa metodologia ha generato un totale di n.3 campioni medi coacervi (n.1 campione medio per lotto); conservazione dei campioni in sacchetti in pvc, barattoli in vetro e vials in relazione alle varie tipologie di determinazioni analitiche previste, in conformità alla normativa specifica in materia; trasporto in contenitori refrigerati entro tempi brevi al laboratorio di analisi.

17 Le operazioni di scavo sono state effettuate mediante l ausilio di escavatore a benna rovescia. Il materiale escavato è stato depositato al limite dello scavo al fine di poter essere visionato, fotografato e campionato in sicurezza. Le procedure operative di prelievo dai cumuli si sono svolte secondo la metodologia seguente: per ognuna delle trincee, prelievo di un minimo di n. 5 aliquote in più punti sparsi del cumulo deposto accanto allo scavo; deposizione del materiale prelevato su apposito telo in polietilene e omogeneizzazione del campione; formazione di un campione rappresentativo su cui effettuare le determinazioni analitiche di laboratorio previste; alloggiamento barattolo di vetro con tappo a vite (per caratterizzazione chimico-fisica) e sacchetto in plastica (per classificazione rifiuto e test accettabilità in discarica), opportunamente etichettati e siglati per la riconoscibilità; pulizia degli attrezzi utilizzando stracci puliti al termine di ogni campionamento; formazione di n.1 campione medio coacervo per ognuno dei lotti, per un totale di n.3 campioni. Al termine delle operazioni di campionamento, il materiale è stato riposizionato all interno dei rispettivi scavi cercando per quanto possibile di rispettare la sequenza stratigrafica originaria. Di seguito si riporta lo stralcio planimetrico con l ubicazione delle trincee eseguite:

18 FIGURA 4: localizzazione spaziale delle trincee realizzate all interno del sito in oggetto Nel paragrafo seguente vengono descritte le determinazioni analitiche effettuate sui campioni prelevati, comprensive dei risultati ottenuti.

19 Determinazioni analitiche di laboratorio Su ognuno dei n.3 campioni medi coacervi prelevati sul sito mediante la procedura illustrata nel paragrafo precedente, sono state effettuate le seguenti determinazioni analitiche: caratterizzazione chimico-fisica ai sensi del D.Lgs. 152/06, in verifica della conformità ai valori CSC di cui alla Col. B Tab.1 All.5 alla Parte Quarta del Titolo V; classificazione rifiuto ai sensi del D.Lgs. 152/06 (in recepimento del DN 9/4/2002); verifica dell ammissibilità in discarica ai sensi del DM 3/8/2005 così come modificato dal DM 27/9/2010; su n.1 campione (da lotto A3), verifica dei criteri di recuperabilità ai sensi del DM 186/2006. Di seguito si riportano le tabelle relative alle determinazioni analitiche di laboratorio effettuate sui campioni prelevati, comprensive delle metodiche analitiche utilizzate: Nome Metodica analitica Arsenico EPA 3051A + EPA 6020A Cadmio EPA 3051A + EPA 6020A Cromo totale EPA 3051A + EPA 6020A Cromo (VI) EPA 3060A EPA Mercurio EPA 3051A + EPA 6020A Nichel EPA 3051A + EPA 6020A Piombo EPA 3051A + EPA 6020A Rame EPA 3051A + EPA 6020A Zinco EPA 3051A + EPA 6020A Benzo (a) antracene EPA 3545A + EPA 3640A EPA 8270D Benzo (a) pirene EPA 3545A + EPA 3640A EPA 8270D Benzo (b) fluorantene EPA 3545A + EPA 3640A EPA 8270D Benzo (k) fluorantene EPA 3545A + EPA 3640A EPA 8270D Benzo (g, h,i) perilene EPA 3545A + EPA 3640A EPA 8270D Crisene EPA 3545A + EPA 3640A EPA 8270D Dibenzo (a,e) pirene EPA 3545A + EPA 3640A EPA 8270D Dibenzo (a,l) pirene EPA 3545A + EPA 3640A EPA 8270D Dibenzo (a,i) pirene EPA 3545A + EPA 3640A EPA 8270D Dibenzo (a,h) pirene EPA 3545A + EPA 3640A EPA 8270D Dibenzo (a, h) antracene EPA 3545A + EPA 3640A EPA 8270D Indenopirene EPA 3545A + EPA 3640A EPA 8270D Pirene EPA 3545A + EPA 3640A EPA 8270D Sommatoria IPA (da 25 a 37) All 5 Tab 1 DLgs 152/06 (Calcolo) EPA 3545A + EPA 3640A EPA 8270D Idrocarburi C<12 EPA 5021A EPA 8015C Idrocarburi C>12 EPA 3545A + EPA 3620C + EPA 8015C

20 Nome Frazione granulometrica < 2 mm Frazione granul. > 2 mm e < 2 cm Metodica analitica DM 13/09/1999 SO n 185 GU n /10/1999 Met II.1 DM 13/09/1999 SO n 185 GU n /10/1999 Met II.1 TABELLA 1: caratterizzazione chimico-fisica - elenco analiti da ricercare e relative metodiche Nome Metodo ph CNR IRSA 1 Q 64 Vol Residuo secco a 105 C UNI EN 14346: Carbonio organico totale (TOC) UNI EN 13137:2002 Antimonio UNI EN 13657: EPA 6020A Arsenico UNI EN 13657: EPA 6020A Bario UNI EN 13657: EPA 6020A Berillio UNI EN 13657: EPA 6020A Boro UNI EN 13657: EPA 6020A Cadmio UNI EN 13657: EPA 6020A Cobalto UNI EN 13657: EPA 6020A Cromo totale UNI EN 13657: EPA 6020A Cromo (VI) EPA 3060A EPA 7196A 1992 Mercurio UNI EN 13657: EPA 6020A Molibdeno UNI EN 13657: EPA 6020A Nichel UNI EN 13657: EPA 6020A Piombo UNI EN 13657: EPA 6020A Rame UNI EN 13657: EPA 6020A Selenio UNI EN 13657: EPA 6020A Stagno UNI EN 13657: EPA 6020A Tallio UNI EN 13657: EPA 6020A Tellurio UNI EN 13657: EPA 6020A Vanadio UNI EN 13657: EPA 6020A Zinco UNI EN 13657: EPA 6020A Benzene EPA 5021A EPA 8260C ,3 - Butadiene EPA 5021A EPA 8260C 2006 Dipentene EPA 5021A EPA 8260C 2006 Isopropil benzene EPA 5021A EPA 8260C 2006 Solventi organici (da Calcolo) EPA 5021A EPA 8260C 2006 Solventi organici alogenati (da Calcolo) EPA 5021A EPA 8260C 2006 Idrocarburi C<12 EPA 5021A EPA 8015C Idrocarburi C10-C40 UNI EN 14039:2005 EPA 3545A + EPA 3640A EPA 8082A PCB, PCT EPA 3545A + EPA 3640A EPA 8270D Acenaftene EPA 3545A + EPA 3640A EPA 8270D Antracene EPA 3545A + EPA 3640A EPA 8270D Benzo (a) antracene EPA 3545A + EPA 3640A EPA 8270D Benzo (a) pirene

21 Nome Acenaftilene Benzo (b) fluorantene Benzo (e) pirene Benzo (k) fluorantene Benzo (g, h,i) perilene Benzo (j) fluorantene Dibenzo (a, h) antracene Crisene Fenantrene Fluorantene Fluorene Indeno (1,2,3 - c, d) pirene Naftalene Pirene Aldrin Clordano Clordecone DDT Dieldrin Endrin Eptacloro Esabromodifenile Esaclorobenzene Mirex Pentaclorobenzene Toxafene alfa - esaclorocicloesano beta - esaclorocicloesano Metodo EPA 3545A + EPA 3640A EPA 8270D EPA 3545A + EPA 3640A EPA 8270D EPA 3545A + EPA 3640A EPA 8270D EPA 3545A + EPA 3640A EPA 8270D EPA 3545A + EPA 3640A EPA 8270D EPA 3545A + EPA 3640A EPA 8270D EPA 3545A + EPA 3640A EPA 8270D EPA 3545A + EPA 3640A EPA 8270D EPA 3545A + EPA 3640A EPA 8270D EPA 3545A + EPA 3640A EPA 8270D EPA 3545A + EPA 3640A EPA 8270D EPA 3545A + EPA 3640A EPA 8270D EPA 3545A + EPA 3640A EPA 8270D EPA 3545A + EPA 3640A EPA 8270D EPA 3545A + EPA 3640A EPA 8270D EPA 3545A + EPA 3640A EPA 8270D EPA 3545A + EPA 3640A EPA 8081B EPA 3545A + EPA 3640A EPA 8270D EPA 3545A + EPA 3640A EPA 8270D EPA 3545A + EPA 3640A EPA 8270D EPA 3545A + EPA 3640A EPA 8270D EPA 3545A + EPA 3640A EPA 8081B EPA 3545A + EPA 3640A EPA 8270D EPA 3545A + EPA 3640A EPA 8270D EPA 3545A + EPA 3640A EPA 8270D EPA 3545A + EPA 3640A EPA 8081B EPA 3545A + EPA 3640A EPA 8270D EPA 3545A + EPA 3640A EPA 8270D

22 Nome Metodo EPA 3545A + EPA 3640A EPA 8270D gamma - esaclorocicloesano (Lindano) EPA 3545A + EPA 3640A EPA 8270D Fenolo EPA 3545A + EPA 3640A EPA 8270D 2 - Clorofenolo EPA 3545A + EPA 3640A EPA 8270D 2,4 - Diclorofenolo EPA 3545A + EPA 3640A EPA 8270D 2,4,6 - Triclorofenolo EPA 3545A + EPA 3640A EPA 8270D Pentaclorofenolo EPA 3545A + EPA 3640A EPA 8270D Fenoli EPA 8280B + DM 27/09/2010 GU N 281 Somm. PCDD, PCDF conversione T.E. 01/12/2010 Amianto (ricerca qualitativa) DM 06/09/1994 GU n /12/1994 All 3 Amianto (ricerca qualitativa) DM 06/09/1994 GU n /12/1994 All 1 metodiche TABELLA 2: classificazione rifiuto - elenco analiti da ricercare sui n.3 campioni di materiali terrigeni di scavo e relative Nome Metodo Arsenico T.C. in acqua deionizzata UNI EN : EPA 6020A Bario T.C. in acqua deionizzata UNI EN : EPA 6020A Cadmio T.C. in acqua deionizzata UNI EN : EPA 6020A Cromo tot. T.C. in acqua deionizzata UNI EN : EPA 6020A Rame T.C. in acqua deionizzata UNI EN : EPA 6020A Mercurio T.C. in acqua deionizzata UNI EN : EPA 6020A Molibdeno T.C. in acqua deionizzata UNI EN : EPA 6020A Nichel T.C. in acqua deionizzata UNI EN : EPA 6020A Piombo T.C. in acqua deionizzata UNI EN : EPA 6020A Antimonio T.C. in acqua deionizzata UNI EN : EPA 6020A Selenio T.C. in acqua deionizzata UNI EN : EPA 6020A Zinco T.C. in acqua deionizzata UNI EN : EPA 6020A Cloruri T.C. in acqua deionizzata UNI EN : UNI EN ISO :2009 Fluoruri T.C. in acqua deionizzata UNI EN : UNI EN ISO :2009 Solfati T.C. in acqua deionizzata UNI EN : UNI EN ISO :2009 DOC (carbonio organico disciolto) T.C. in acqua deion. UNI EN : UNI EN 1484:1999 TDS (solidi disciolti totali) T.C. in acqua deionizzata UNI EN : UNI EN 12880:2002 TABELLA 3: accettabilità in discarica - elenco analiti da ricercare sui n.3 campioni di materiali terrigeni di scavo (eluato da test di cessione) e relative metodiche

23 Parametro Nitrati T.C. in acqua deionizzata Fluoruri T.C. in acqua deionizzata Solfati T.C. in acqua deionizzata Cloruri T.C. in acqua deionizzata Cianuri T.C. in acqua deionizzata Bario T.C. in acqua deionizzata Rame T.C. in acqua deionizzata Zinco T.C. in acqua deionizzata Berillio T.C. in acqua deionizzata Cobalto T.C. in acqua deionizzata Nichel T.C. in acqua deionizzata Vanadio T.C. in acqua deionizzata Arsenico T.C. in acqua deionizzata Cadmio T.C. in acqua deionizzata Cromo totale T.C. in acqua deionizzata Piombo T.C. in acqua deionizzata Selenio T.C. in acqua deionizzata Mercurio T.C. in acqua deionizzata Amianto (RICERCA QUANTITATIVA) T.C. in acqua deionizzata Richiesta chimica di ossigeno (COD) T.C. in acqua deionizzata ph T.C. in acqua deionizzata Metodica analitica DM 05/02/1998 GU SO n 88 16/04/1998 All 3 + UNI EN : APAT CNR IRSA 4020 Man DM 05/02/1998 GU SO n 88 16/04/1998 All 3 + UNI EN : APAT CNR IRSA 4020 Man DM 05/02/1998 GU SO n 88 16/04/1998 All 3 + UNI EN : APAT CNR IRSA 4020 Man DM 05/02/1998 GU SO n 88 16/04/1998 All 3 + UNI E N : APAT CNR IRSA 4020 Man DM 05/02/1998 GU SO n 88 16/04/1998 All 3 + UNI EN : APAT CNR IRSA 4070 Man DM 05/02/1998 GU SO n 88 16/04/1998 All 3 + UNI E N : EPA 6020A DM 05/02/1998 GU SO n 88 16/04/1998 All 3 + UNI E N : EPA 6020A DM 05/02/1998 GU SO n 88 16/04/1998 All 3 + UNI EN : EPA 6020A DM 05/02/1998 GU SO n 88 16/04/1998 All 3 + UNI E N : EPA 6020A DM 05/02/1998 GU SO n 88 16/04/1998 All 3 + UNI E N : EPA 6020A DM 05/02/1998 GU SO n 88 16/04/1998 All 3 + UNI E N : EPA 6020A DM 05/02/1998 GU SO n 88 16/04/1998 All 3 + UNI EN : EPA 6020A DM 05/02/1998 GU SO n 88 16/04/1998 All 3 + UNI E N : EPA 6020A DM 05/02/1998 GU SO n 88 16/04/1998 All 3 + UNI E N : EPA 6020A DM 05/02/1998 GU SO n 88 16/04/1998 All 3 + UNI E N : EPA 6020A DM 05/02/1998 GU SO n 88 16/04/1998 All 3 + UNI E N : EPA 6020A DM 05/02/1998 GU SO n 88 16/04/1998 All 3 + UNI EN : EPA 6020A DM 05/02/1998 GU SO n 88 16/04/1998 All 3 + UNI E N : EPA 6020A DM 05/02/1998 GU SO n 88 16/04/1998 All 3 + UNI EN : DM 06/09/1994 GU n /12/1994 A ll 2 DM 05/02/1998 GU SO n 88 16/04/1998 All 3 + UNI E N : ISO 15705:2002 DM 05/02/1998 GU SO n 88 16/04/1998 All 3 + UNI E N : APAT CNR IRSA 2060 Man TABELLA 4: verifica della recuperabilità - elenco analiti da ricercare sui n.1 campione di materiali terrigeni di scavo (eluato da test di cessione) e relative metodiche

24 Il paragrafo seguente illustra i risultati analitici conseguiti.

25 Risultati analitici di laboratorio Nel seguente paragrafo riportiamo la sintesi riepilogativa dei risultati analitici di laboratorio conseguiti (cfr. allegato 1, contenente i certificati analitici di laboratorio), suddivisi per tipologia di determinazione analitica, comprensiva di commento ai risultati ottenuti Caratterizzazione chimico-fisica Di seguito riportiamo la tabella di sintesi degli esiti analitici ottenuti, confrontati con i limiti di cui alla col.b tab.1 all. 5 alla parte quarta del titolo V del D.Lgs. 152/06: Codice rdp 03519/ / /2012 Data Prelievo 1/3/2012 1/3/2012 1/3/2012 Descrizione campione medio di campione medio di campione medio di terreno area terreno area terreno area A1 A2 A3 Nome Unità Lim. CSC Arsenico mg/kg Cadmio mg/kg Cromo totale mg/kg Cromo (VI) mg/kg Mercurio mg/kg Nichel mg/kg Piombo mg/kg Rame mg/kg Zinco mg/kg Benzo (a) antracene mg/kg Benzo (a) pirene mg/kg Benzo (b) fluorantene mg/kg Benzo (k) fluorantene mg/kg Benzo (g, h,i) perilene mg/kg Crisene mg/kg Dibenzo (a,e) pirene mg/kg Dibenzo (a,l) pirene mg/kg 10 < 0.01 < 0.01 < 0.01 Dibenzo (a,i) pirene mg/kg Dibenzo (a,h) pirene mg/kg Dibenzo (a, h) antracene mg/kg Indenopirene mg/kg Pirene mg/kg Sommatoria IPA (da 25 a 37) All 5 Tab 1 DLgs 152/06 (Calcolo) mg/kg Idrocarburi C<12 mg/kg 250 < 1 < 1 < 1 Idrocarburi C>12 mg/kg Frazione granulometrica < 2 mm %p/p Frazione granul. > 2 mm e < 2 cm %p/p TABELLA 5: caratterizzazione chimico-fisica risultati analitici conseguiti

26 I risultati sopra esposti mostrano che i campioni medi coacervi provenienti dall area A1 e A2 risultano non conformi ai limiti CSC di cui alla Col. B Tab.1 All.5 alla parte quarta del titolo V del D.Lgs. 152/06 (terreni ad uso commerciale/industriale) per alcuni metalli. Gli esiti conseguiti sul campione medio coacervo proveniente dall area A3 ha mostrato invece conformità ai suddetti valori CSC. In base a tali esiti, su tutti e 3 i campioni è stata eseguita la verifica di accettabilità in discarica ai sensi del DM 27/9/2010. In aggiunta a ciò, a seguito della conformità del campione A3 ai limiti CSC per uso commerciale/industriale di cui sopra, su di esso è stata inoltre prevista l effettuazione del test per la recuperabilità ai sensi del DM 186/2006. Tali determinazioni sono riportate nei paragrafi seguenti Classificazione rifiuto Di seguito riportiamo la tabella di sintesi degli esiti analitici ottenuti sulla classificazione rifiuto ai sensi del D.Lgs. 152/06: Codice rdp 04016/ / /2012 Data Prelievo 01/03/ /03/ /03/2012 Descrizione Campione di Rifiuto A1 Campione di Rifiuto A2 Campione di Rifiuto A3 Parametro Unità ph Residuo secco a 105 C %p/p Carbonio organico totale (TOC) mg/kg Antimonio mg/kg 11 < 5 < 5 Arsenico mg/kg Bario mg/kg Berillio mg/kg < 2 < 5 < 5 Boro mg/kg 27 < 10 < 10 Cadmio mg/kg < 2 < 5 < 5 Cobalto mg/kg Cromo totale mg/kg Cromo (VI) mg/kg < 5 < 5 < 5 Mercurio mg/kg Molibdeno mg/kg < 5 < 5 < 5 Nichel mg/kg Piombo mg/kg

27 Codice rdp 04016/ / /2012 Data Prelievo 01/03/ /03/ /03/2012 Descrizione Campione di Rifiuto A1 Campione di Rifiuto A2 Campione di Rifiuto A3 Parametro Unità Rame mg/kg Selenio mg/kg 1.1 < 5 < 5 Stagno mg/kg Tallio mg/kg < 5 < 5 < 5 Tellurio mg/kg < 5 < 5 < 5 Vanadio mg/kg Zinco mg/kg Benzene mg/kg < 0,5 < 0,5 < 0,5 1,3 - Butadiene mg/kg < 5 < 5 < 5 Dipentene mg/kg < 0,5 < 0,5 < 0,5 Isopropil benzene mg/kg < 0,5 < 0,5 < 0,5 Solventi organici (da Calcolo) mg/kg < 20 < 20 < 20 Solventi organici alogenati (da Calcolo) mg/kg < 5 < 5 < 5 Idrocarburi C<12 mg/kg < 1 < 1 < 1 Idrocarburi C10-C40 mg/kg PCB, PCT mg/kg < 1 < 1 < 1 Acenaftene mg/kg < 0,5 < 0,5 < 0,5 Antracene mg/kg < 0,5 < 0,5 < 0,5 Benzo (a) antracene mg/kg Benzo (a) pirene mg/kg Acenaftilene mg/kg < 0,5 < 0,5 < 0,5 Benzo (b) fluorantene mg/kg Benzo (e) pirene mg/kg Benzo (k) fluorantene mg/kg 0.9 < 0,5 < 0,5 Benzo (g, h,i) perilene mg/kg 1.2 < 0,5 < 0,5 Benzo (j) fluorantene mg/kg 0.9 < 0,5 < 0,5 Dibenzo (a, h) antracene mg/kg < 0,5 < 0,5 < 0,5 Crisene mg/kg Fenantrene mg/kg Fluorantene mg/kg Fluorene mg/kg < 0,5 < 0,5 < 0,5 Indeno (1,2,3 - c, d) pirene mg/kg 1 < 0,5 < 0,5 Naftalene mg/kg < 0,5 < 0,5 < 0,5 Pirene mg/kg Aldrin mg/kg < 0,5 < 0,5 < 0,5 Clordano mg/kg < 0,5 < 0,5 < 0,5 Clordecone mg/kg < 0,5 < 0,5 < 0,5 DDT mg/kg < 0,5 < 0,5 < 0,5 Dieldrin mg/kg < 0,5 < 0,5 < 0,5 Endrin mg/kg < 0,5 < 0,5 < 0,5 Eptacloro mg/kg < 0,5 < 0,5 < 0,5 Esabromodifenile mg/kg < 0,5 < 0,5 < 0,5

28 Codice rdp 04016/ / /2012 Data Prelievo 01/03/ /03/ /03/2012 Descrizione Campione di Rifiuto A1 Campione di Rifiuto A2 Campione di Rifiuto A3 Parametro Unità Esaclorobenzene mg/kg < 0,5 < 0,5 < 0,5 Mirex mg/kg < 0,5 < 0,5 < 0,5 Pentaclorobenzene mg/kg < 0,5 < 0,5 < 0,5 Toxafene mg/kg < 0,5 < 0,5 < 0,5 alfa - esaclorocicloesano mg/kg < 0,5 < 0,5 < 0,5 beta - esaclorocicloesano mg/kg < 0,5 < 0,5 < 0,5 gamma - esaclorocicloesano (Lindano) mg/kg < 0,5 < 0,5 < 0,5 Fenolo mg/kg < 1 < 1 < Clorofenolo mg/kg < 1 < 1 < 1 2,4 - Diclorofenolo mg/kg < 1 < 1 < 1 2,4,6 - Triclorofenolo mg/kg < 1 < 1 < 1 Pentaclorofenolo mg/kg < 1 < 1 < 1 Fenoli mg/kg < 5 < 5 < 5 Somm. PCDD, PCDF conversione T.E. Amianto (ricerca qualitativa) Amianto (ricerca qualitativa) mg WHO- TEQ/kg Pres. Ass. Assente Assente Assente pres./ ass. Assente Assente Assente TABELLA 6: classificazione rifiuto risultati analitici conseguiti Dalle analisi di cui sopra si evince che i materiali terrigeni sottoposti a determinazioni di classificazione sono classificabili come rifiuti speciali non pericolosi Verifica della recuperabilità Di seguito riportiamo la tabella di sintesi degli esiti analitici ottenuti sul test di recuperabilità dei materiali ai sensi del DM 186/2006, effettuato sul campione denominato A3 (così come descritto nei paragrafi precedenti):

29 Numero 04022/2012 Data Prelievo 01/03/2012 Descrizione Campione di Rifiuto A3 - Cocide CER Nome Unità Lim. Min Lim. Max Nitrati T.C. in acqua deionizzata mg/l 50 8,0 Fluoruri T.C. in acqua deionizzata mg/l 1,5 0,17 Solfati T.C. in acqua deionizzata mg/l Cloruri T.C. in acqua deionizzata mg/l 100 3,0 Cianuri T.C. in acqua deionizzata mg/l 50 < 0,02 Bario T.C. in acqua deionizzata mg/l 1 0,018 Rame T.C. in acqua deionizzata mg/l 0,05 < 0,005 Zinco T.C. in acqua deionizzata mg/l 3 < 0,03 Berillio T.C. in acqua deionizzata µg/l 10 < 1 Cobalto T.C. in acqua deionizzata µg/l 250 < 5 Nichel T.C. in acqua deionizzata µg/l 10 < 1 Vanadio T.C. in acqua deionizzata µg/l 250 1,2 Arsenico T.C. in acqua deionizzata µg/l 50 1,9 Cadmio T.C. in acqua deionizzata µg/l 5 < 0,5 Cromo totale T.C. in acqua deionizzata µg/l 50 < 5 Piombo T.C. in acqua deionizzata µg/l 50 < 1 Selenio T.C. in acqua deionizzata µg/l 10 < 1 Mercurio T.C. in acqua deionizzata µg/l 1 < 0,1 Amianto (RICERCA QUANTITATIVA) T.C. in acqua deion. mg/l 30 < 10 Richiesta chimica di ossigeno (COD) T.C. in acqua deion. mg/l 30 5,5 ph T.C. in acqua deionizzata 5,5 12 8,7 TABELLA 7: test di recuperabilità sul campione A3 risultati analitici conseguiti risultati analitici conseguiti su eluato da test di cessione I risultati analitici mostrano come il campione A3 rispetti i limiti dettati dal DM 186/ Verifica dell ammissibilità in discarica Di seguito riportiamo la tabella di sintesi degli esiti analitici ottenuti sui campioni processati ai fini della verifica dell ammissibilità in discarica ai sensi del DM 27/9/2010:

30 Numero 04017/ / /2012 Data Prelievo 01/03/ /03/ /03/2012 Descrizione Campione di Campione di Campione di Rifiuto A1 - Rifiuto A2 - Rifiuto A3 - Cocide CER Cocide CER Cocide CER Parametro Unità Lim. Max Arsenico T.C. in acqua deionizzata mg/l 0,2 < 0,005 0,014 < 0,005 Arsenico T.C. in acqua deionizzata mg/l 0,2 0,0027 0,014 0,0019 Bario T.C. in acqua deionizzata mg/l 10 0,017 0,018 0,018 Bario T.C. in acqua deionizzata mg/l 10 0,017 0,018 0,018 Cadmio T.C. in acqua deionizzata mg/l 0,1 < 0,002 < 0,002 < 0,002 Cadmio T.C. in acqua deionizzata mg/l 0,1 < 0,002 < 0,002 < 0,002 Cromo tot. T.C. in acqua deionizzata mg/l 1 < 0,01 < 0,01 < 0,01 Cromo tot. T.C. in acqua deionizzata mg/l 1 < 0,01 < 0,01 < 0,01 Rame T.C. in acqua deionizzata mg/l 5 < 0,05 < 0,05 < 0,05 Rame T.C. in acqua deionizzata mg/l 5 < 0,05 < 0,05 < 0,05 Molibdeno T.C. in acqua deionizzata mg/l 1 < 0,05 < 0,05 < 0,05 Molibdeno T.C. in acqua deionizzata mg/l 1 < 0,05 < 0,05 < 0,05 Nichel T.C. in acqua deionizzata mg/l 1 < 0,01 < 0,01 < 0,01 Nichel T.C. in acqua deionizzata mg/l 1 < 0,01 < 0,01 < 0,01 Piombo T.C. in acqua deionizzata mg/l 1 < 0,05 < 0,05 < 0,05 Piombo T.C. in acqua deionizzata mg/l 1 < 0,05 < 0,05 < 0,05 Antimonio T.C. in acqua deionizzata mg/l 0,07 < 0,001 < 0,001 < 0,001 Antimonio T.C. in acqua deionizzata mg/l 0,07 < 0,001 < 0,001 < 0,001 Selenio T.C. in acqua deionizzata mg/l 0,05 < 0,001 < 0,001 < 0,001 Selenio T.C. in acqua deionizzata mg/l 0,05 < 0,001 < 0,001 < 0,001 Zinco T.C. in acqua deionizzata mg/l 5 < 0,03 < 0,03 < 0,03 Zinco T.C. in acqua deionizzata mg/l 5 < 0,03 < 0,03 < 0,03 DOC (carbonio organico disciolto) T.C. in acqua deion. mg/l ,22 9,64 11,18 TDS (solidi disciolti totali) T.C. in acqua deionizzata mg/l TDS (solidi disciolti totali) T.C. in acqua deionizzata mg/l Mercurio T.C. in acqua deionizzata mg/l 0,02 < 0,0005 < 0,0005 < 0,0005 Cloruri T.C. in acqua deionizzata mg/l ,8 4,8 3,0 Fluoruri T.C. in acqua deionizzata mg/l 15 0,18 0,13 0,18 Solfati T.C. in acqua deionizzata mg/l TABELLA 8: verifica dell ammissibilità in discarica per rifiuti non pericolosi risultati analitici conseguiti su eluato da test di cessione Come visibile dalla tabella soprastante, i 3 campioni processati risultano conformi ai limiti di cui al DM 27/9/2010 per i rifiuti speciali non pericolosi.

31 5 GESTIONE DEI MATERIALI TERRIGENI DI SCAVO In rapporto all inquadramento normativo riportato al precedente capitolo e ai risultati analitici conseguiti a seguito della campagna di indagini svolta, di seguito si riportano le modalità di gestione individuate per i materiali terrigeni in esame. Ricordiamo, solo per completezza, che la campagna di indagine svolta, così come le considerazioni fin ora discusse, hanno tenuto conto di quanto indicato all interno del verbale della CdS del 29/11/2011: "[...] le terre derivanti dagli scavi edili dovranno essere trattate come rifiuto, per la porzione caratterizzata da inquinanti con concentrazione superiore alla colonna B, mentre per le altre terre potrà valutarsi la possibilità di recupero con le procedure dell'art. 186 del D. Lgs. 152/06, salvo l'obbligo di mantenere separati e tracciabili i due flussi [...]". Volumetrie e modalità di gestione Come già anticipato, e in accordo con quanto contenuto nel verbale di Conferenza dei Servizi succitato, i materiali terrigeni saranno gestiti ai sensi della normativa vigente in materia di rifiuti. I risultati conseguiti a seguito della campagna di indagine ambientale eseguita nel febbraio-marzo 2012 all interno dell area ex Pacinotti di via Venezia hanno permesso di qualificare i materiali presenti con il codice CER terre e rocce diverse da quelle di cui alla voce *. In particolare, le lavorazioni preliminari previste sull area, come da progetto urbanistico, prevederanno l attività di ricerca ordigni bellici. Tale attività prevede la movimentazione di parte dei materiali terrigeni presenti sul sito, quota parte dei quali verranno riutilizzati direttamente in sito, mentre la restante quota parte dovrà essere avviata a conferimento presso impianto/i esterni ai sensi della normativa vigente in materia di rifiuti. In relazione alla logistica di cantiere, alla posizione e alle caratteristiche specifiche del sito, nonché agli spazi disponibili in rapporto alle lavorazioni necessarie, è stata prevista la suddivisione del sito in 3 lotti omogenei (secondo la stessa metodologia di formazione dei campioni descritta nel capitolo precedente) di intervento, prevedendo n. 3 step cronologici di intervento. accennata: Nella pagina seguente viene riportato stralcio planimetrico descrivente la fasistica realizzativa qui

32 FIGURA 5: stralcio planimetrico descrittivo della fasistica realizzativa degli scavi per la ricerca ordigni bellici.

33 In relazione alle movimentazioni sopra illustrate, è previsto il conferimento presso impianti esterni di un volume di materiali terrigeni pari a circa 800 tonnellate. In particolare, visti gli esiti analitici di cui al capitolo precedente, si possono individuare le seguenti possibilità di gestione: 1. lotto A1: Conferimento presso impianti autorizzati in procedura ordinaria ai sensi dell art. 208 del D.Lgs. 152/06 (recupero o smaltimento); 2. lotto A2: Conferimento presso impianti autorizzati in procedura ordinaria ai sensi dell art. 208 del D.Lgs. 152/06 (recupero o smaltimento); 3. lotto A3: Conferimento presso impianti autorizzati in procedura semplificata ai sensi dell art. 216 del D.Lgs. 152/06. In alternativa, conferimento presso impianti autorizzati in procedura ordinaria ai sensi dell art. 208 del D.Lgs. 152/06.

34 6 CONCLUSIONI In base ai risultati ottenuti dalle campagne di indagini svolte e sopra dettagliati, in accordo con la normativa vigente e con le indicazioni ricevute dagli enti competenti in sede Conferenza dei Servizi del 29/11/2011, i materiali terrigeni oggetto di asportazione e allontanamento dall area ex Pacinotti di via Venezia verranno gestiti secondo la normativa in materia di rifiuti, con codice CER terre e rocce diverse da quelle di cui alla voce *. Secondo le lavorazioni previste all interno del progetto urbanistico, il conferimento presso impianti esterni riguarderà un volume di materiali terrigeni pari a circa 800 tonnellate. La campagna di indagini ambientali e di laboratorio eseguite sui campioni di materiali terrigeni prelevati hanno visto l esecuzione delle seguenti determinazioni: caratterizzazione chimico-fisica ai sensi del D.Lgs. 152/06, in verifica della conformità ai valori CSC di cui alla Col. B Tab.1 All.5 alla Parte Quarta del Titolo V; classificazione rifiuto ai sensi del D.Lgs. 152/06 (in recepimento del DN 9/4/2002); verifica dell ammissibilità in discarica ai sensi del DM 3/8/2005 così come modificato dal DM 27/9/2010; su n.1 campione (da lotto A3), verifica dei criteri di recuperabilità ai sensi del DM 186/2006. Gli esiti analitici conseguiti hanno permesso di individuare i seguenti scenari di gestione: 4. lotto A1: Conferimento presso impianti autorizzati in procedura ordinaria ai sensi dell art. 208 del D.Lgs. 152/06 (recupero o smaltimento); 5. lotto A2: Conferimento presso impianti autorizzati in procedura ordinaria ai sensi dell art. 208 del D.Lgs. 152/06 (recupero o smaltimento); 6. lotto A3: Conferimento presso impianti autorizzati in procedura semplificata ai sensi dell art. 216 del D.Lgs. 152/06. In alternativa, conferimento presso impianti autorizzati in procedura ordinaria ai sensi dell art. 208 del D.Lgs. 152/06.

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