Progetto Progesis Tra vantaggio e sicurezza Ancona, maggio 2010 S C H E D E D I S O S T E G N O A L L A R I C E R C A A Z I O N E

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1 Progetto Progesis Tra vantaggio e sicurezza Ancona, maggio 2010 S C H E D E D I S O S T E G N O A L L A R I C E R C A A Z I O N E a cura di Graziella Pozzo CONTENUTI SCHEDE Presentazione Scheda 1. La ricerca azione Scheda 2. Il ciclo della ricerca azione Scheda 3. Avviare una ricerca azione Scheda 4. Contratto con gli allievi e azioni che facilitano il monitoraggio dell azione Scheda 5. Strumenti per documentare Scheda 6. La raccolta dei dati Scheda 7. Protocollo di lezione Scheda 8. Scheda di feedback per lo studente Scheda 9. Dare e chiedere feedback Scheda 10. Registrazione episodi significativi o incidenti critici

2 PRESENTAZIONE Il seminario del 24 e 25 maggio 2010 guarda al presente e al futuro e si pone queste finalità: - riflettere su motivazioni e intenzioni che hanno portato i partecipanti a far parte del progetto - formare alle metodiche della ricerca azione e fornire strumenti di sostegno al progetto di miglioramento nell anno fare ipotesi di progetti da svolgere in una specifica classe l anno prossimo. Allo stato attuale, sono già stati rilevati dati relativi a: - prove di evacuazione - visite SOUP CAPI Su questi dati si rifletterà durante il seminario. I materiali del fascicolo sono riferiti agli aspetti e azioni qui di seguito specificate: Scelta di una classe con studenti H in cui si intende condurre la ricerca. Cosa significa lavorare con gli studenti in un ottica di ricerca Cfr. Schede 1, 2: introduzione alla ricerca azione Individuazione di un aspetto dell insegnamento / apprendimento che si intende studiare e che si vuole migliorare per avviare un progetto a settembre Cfr. Scheda 3: come disporsi a lavorare in un ottica di ricerca azione Coinvolgimento degli alunni nella ricerca Cfr. Scheda 4: contratto con gli studenti e creazione di un clima costruttivo Documentazione dell azione durante alcune lezioni: osservazioni in classe, uso di un diario di bordo, di note sul campo, videoregistrazioni, ecc. Cfr. Scheda 5: strumenti per documentare Cfr. Scheda 6: come raccogliere i dati Cfr. Scheda 7: un esempio di Protocollo di lezione Cfr. Scheda 8: come chiedere e dare feedback agli studenti Cfr. Scheda 9: gestione dei dati provenienti dagli studenti Cfr. Scheda 10: come raccogliere dati su episodi significativi o incidenti critici

3 SCHEDA 1 La ricerca azione (RA) La RA è un tipo di ricerca che riguarda problemi pratici di immediato interesse per un gruppo o una comunità. Si svolge all'interno del proprio contesto di lavoro e si serve dei metodi della ricerca qualitativa quali l'osservazione, la registrazione di eventi e di comportamenti. Si fa RA per aumentare la propria consapevolezza di quanto succede nel proprio contesto di lavoro e della propria influenza nell'azione. L obiettivo della RA è migliorare la qualità dell'azione all'interno di una situazione sociale data. Per monitorare il processo dell'azione è importante la raccolta di dati. La raccolta dei dati aiuta a chiarire la natura del problema e indica direzioni possibili di cambiamento. E' importante disporre di dati provenienti da fonti diverse per uno stesso evento per garantire una pluralità di punti di vista. Condurre una RA significa: - analizzare i presupposti e gli assunti sottesi al proprio agire - interrogarsi sulla validità ed efficacia dei contenuti e delle procedure d azione finora applicate - ideare e pianificare procedure alternative e realizzarle - monitorare e valutare i risultati dei nuovi contenuti e dei cambiamenti apportati. Per avviare un progetto di RA occorre preliminarmente avere un idea iniziale, individuare cioè un area che si vuole indagare all'interno del proprio operato. Segue una fase di chiarificazione dell idea dell'idea iniziale attraverso il porsi domande sull'aspetto che si vuole indagare. Seguono quindi le altre fasi ( grafico Scheda 2).

4 SCHEDA 2 Il ciclo della ricerca azione (adattamento da Elliot J., La ricerca azione: un quadro di riferimento per l autovalutazione nelle scuole in G. Pozzo, L. Zappi, La ricerca-azione. Metodiche, strumenti, casi, Bollati Boringhieri, Torino, 1993) IDEA INIZIALE CHIARIFICAZIONE si tratta di definire l area di ricerca, di individuare un area limitata e gestibile RICOGNIZIONE RIFLESSIONE richiede l osservazione e la raccolta di dati per verificare quanto succede davvero; segue una riflessione su quanto osservato, l esplicitazione degli assunti sottesi, una valutazione in termini di congruenza tra azione e assunti (eventuale cambiamento dell idea iniziale) PIANO GENERALE si pianificano contenuti e azioni volte a migliorare l'azione AZIONE CONTROLLO PROCESSI TRIANGOLAZIONE si realizza il piano si controlla l azione attraverso l osservazione e l'uso di strumenti idonei a documentarla (diario, osservazioni sistematiche, note sul campo, promemoria analitici, ecc.). I dati raccolti non si limiteranno all area ricercata, ma da più fonti per poter essere triangolati VALUTAZIONE CONDIVISIONE RIFLESSIONE si analizzano i dati raccolti e si valutano i risultati, possibilmente in situazione di confronto con persone (amico-critico) che condividano caratteristiche di empatia, rispetto, autenticità (nuova azione)

5 Avviare una ricerca azione* SCHEDA 3 La ricerca-azione è legata al concetto di trasformazione di convinzioni e atteggiamenti, del proprio modo di insegnare, dell ambiente di insegnamento e apprendimento. Le domande che seguono aiutano a focalizzare un aspetto dell insegnamento e apprendimento da investigare Esempi di punti di partenza Vorrei sviluppare la competenza di Vorrei migliorare... Non sono soddisfatto di... Vorrei esplorare meglio le potenzialità di... Esempi di domande per avviare la ricerca Quale problema voglio affrontare? Qual è la mia domanda di ricerca? Come coinvolgo gli allievi nella ricerca? Con chi posso condividere il lavoro e i dati per l interpretazione? Raccolta di dati Tenere presente lo scopo per cui si raccolgono i dati. - scegliere strumenti adatti al focus della ricerca. - riflettere sull uso da fare dei dati raccolti. Durante ogni lezione riferita al progetto nella classe scelta, raccogliere dati riferiti a queste semplici domande: - Cosa hanno fatto gli alunni? - Cosa hanno imparato? - Cosa ho fatto io? - Cosa ho imparato? - Come intendo procedere ora? Controllo in progress L ipotesi di ricerca è chiara? Riesco a mettere in pratica l intervento secondo le aspettative? Se no, che cosa lo impedisce? Osservo segni concreti che la situazione sta migliorando? Che cosa sto imparando da questa ricerca? E necessaria una messa a punto? Quale sarà il prossimo passo? * Adattato da B. Losito, G. Pozzo, La ricerca azione a scuola, Carocci, 2005

6 SCHEDA 4 Contratto con gli allievi e azioni che facilitano il monitoraggio dell azione in classe e l autovalutazione Preliminarmente, spiegare agli allievi la natura della ricerca che si sta conducendo, sottolineandone la dimensione provinciale ed esplicitare lo scopo (il miglioramento della propria pratica, in particolare della situazione oggetto di indagine). L esplicitazione è importante se tra i dati si prevede il feedback degli alunni. L esplicitazione ha infatti lo scopo di coinvolgere l allievo nella ricerca e di motivarlo a fornire dati significativi e utili. Seguono alcune indicazioni che può essere importante tenere presente, soprattutto quando si lavora in un ottica di ricerca: all inizio di ogni lezione esplicitare l obiettivo e il tratto della competenza sviluppato. Collocare l obiettivo all interno del piano di lavoro per dare un senso di direzione dare compiti legati al tratto di competenza sviluppato; individuare con gli studenti i criteri di valutazione in modo che anche l allievo possa controllare gli esiti chiudere la lezione con una riflessione su quanto svolto nella lezione: Che cosa abbiamo fatto oggi? Che cosa avete imparato? predisporre strumenti per il controllo dei processi e prevedere forme di autovalutazione fare in modo che gli alunni possano esprimere il loro gradimento o le difficoltà incontrate nell esecuzione dei compiti più significativi e complessi, attraverso un feedback informale (uso di foglietti) o di schede ad hoc ( esempi sono le Schede di feedback) coinvolgere gli alunni nella ricerca di soluzioni dei problemi da loro identificati e nella ricerca di forme di autovalutazione.

7 SCHEDA 5 Strumenti di documentazione Perché raccogliere i dati? Per vedere le costanti nelle strutture comportamentali, negli atteggiamenti, nelle concezioni di insegnanti e allievi Per evidenziare dati quantitativi o qualitativi Per permettere un confronto che evidenzi eventuali divari nella percezione delle pratiche didattiche Per sviluppare strategie di azione Quali dati raccogliere? qualitativi quantitativi osservabili non osservabili Dati osservabili Profili di attività Schede di osservazione Registrazioni Dati quantitativi Questionari Documenti Schede di osservazione Registrazioni Videoregistrazioni Profili di attività Diario Appunti e note Fotografie Questionari Interviste Focus group Schede di feedback Documenti Profili di valutazione Diario Appunti e note Check list Dati non osservabili Dati qualitativi Da Losito B., Pozzo G., La ricerca azione, Carocci, Roma, 2005

8 SCHEDA 6 Documentare l azione: la raccolta dei dati Partendo dal presupposto che la RA viene condotta all interno di un area che si riferisce ad un area di competenza linguistica specifica, si elencano qui: a) alcuni tipi di dati e strumenti che può essere utile raccogliere b) istruzioni per la raccolta Quali dati raccogliere e come raccoglierli? Poiché i dati devono essere funzionali al tipo di indagine svolta, le indicazioni sul tipo di dati da raccogliere e sugli strumenti da usare per il monitoraggio si riferiscono al tipo di RA qui prospettata. Dati e strumenti qui indicati non sono da ritenersi esclusivi. Ogni insegnante potrà integrarli con altri: - diario di bordo - note sul campo - profilo di lezione o protocollo di lezione ( Scheda 8) - auto-osservazione, registrazione di lezioni, osservazione di un collega - feedback informale degli alunni, scritto su foglietti alla fine di una lezione - feedback semi-strutturato: l insegnante individua due o tre punti su cui chiedere il feedback Monitorare i processi in maniera sistematica, a intervalli regolari, per notare l andamento del fattore considerato Registrare eventuali incidenti di percorso. Registrare via via i risultati delle attività e delle prove più significative avendo cura di descrivere le performance nei vari aspetti, per osservarne l andamento. Annotare le informazioni derivate dal feedback. E importante che i dati raccolti provengano da punti di vista diversi per evitare il rischio dell autoreferenzialità: i dati dovrebbero cioè essere tra loro correlabili (triangolazione). Per esempio i dati di un protocollo di lezione possono essere correlati con i dati provenienti dalla registrazione della lezione e con i dati provenienti dal feedback degli allievi su quella stessa lezione. Dove raccogliere i dati? Ogni insegnante ha un proprio stile di documentazione. Può tuttavia essere utile confrontare il proprio modo di documentare i dati con altri. Questo è il senso delle indicazioni qui date. Adottare un quadernone ad anelli con fogli A4 e raccogliervi tutta la documentazione relativa alla ricerca. Per facilitare l accesso ai dati raccolti è buona norma corredare ogni documento dei seguenti dati: Data.. Classe.. Ora

9 SCHEDA 7 Protocollo di lezione Nome e cognome Classe Numero di alunni. Data Attività svolte Come hanno lavorato gli alunni? Quali attività hanno funzionato meglio? Quali difficoltà ho notato? Cosa penso che abbiano imparato gli alunni? Come lo so? Come intendo procedere?

10 SCHEDA 8 Chiedere/dare feedback agli allievi. Condizioni e istruzioni per l uso dei dati. Chiedere agli allievi il feedback sul gradimento di una data attività, sulle difficoltà incontrate, sui processi attivati, può essere uno strumento informale ed economico utile all insegnante, sia per raccogliere dati per la valutazione in itinere del percorso didattico seguito, sia per mettere in atto strategie individualizzate di insegnamento, a partire da quanto gli allievi percepiscono come difficoltà. Tuttavia, si hanno garanzie che l allievo risponda con un feedback onesto e leale solo se si sarà precedentemente lavorato per ottenere un contesto di lavoro dominato da un clima collaborativo e di reciproca fiducia. Tale clima viene creato all inizio, con la stipulazione di un contratto chiaro e condiviso. Successivamente il contratto viene mantenuto giorno per giorno soprattutto attraverso una coerenza di comportamenti nelle azioni quotidiane. Fatta questa premessa, seguono alcune indicazioni tentative sulla procedura da seguire se si vuole che il feedback richiesto sia produttivo. Comunicare agli allievi lo scopo per cui si intende raccogliere il feedback. Chiedere il feedback sulle attività svolte Evitare di orientare il feedback sulla persona. Chiedere un feedback generale di gradimento su un attività svolta, o un feedback mirato alle difficoltà incontrate, quando si vuole esplorare l impatto di una data tecnica, i processi attivati da un dato compito, ecc. Nei primi tempi (prima che l insegnante si sia conquistato la fiducia sul campo) può essere sensato chiedere un feedback anonimo. Quando si sia instaurato un clima di fiducia reciproca e sarà chiara all alunno l intenzione facilitante e di aiuto, far presente che se il feedback firmato rende possibile dare un supporto individualizzato tenendo conto dei problemi, strategie preferite, ecc. Raccogliere i dati e metterli in una busta indicando classe, data ed eventualmente breve profilo della lezione svolta, tipo di attività, consegna. La contestualizzazione dei dati è fondamentale se si pensa di riprendere i dati in momenti successivi. Leggere attentamente il feedback, il più presto possibile, dopo averlo ricevuto. Osservare la cura messa nel rispondere (anche questo è un indizio di motivazione e impegno!) e segnare con un evidenziatore le cose che subito colpiscono. Successivamente si potranno evidenziare altre informazioni utili scegliendo un colore diverso per ogni categoria: per es., gradimento, ansia, stili cognitivi, strategie di apprendimento... La lezione successiva, non ignorare ma rispecchiare quanto gli allievi hanno scritto, evidenziando le cose più sorprendenti, quelle che sono state più utili... Non utilizzare mai il feedback in maniera negativa. Durante le lezioni successive, attivare strategie d attenzione tenendo comportamenti che siano leggibili chiaramente come risposta a quanto letto, per esempio, modificando il compito per un dato alunno, intervistando informalmente un altro allievo per capire meglio le strategie da adottare o per coinvolgerlo e impegnarlo su alcuni obiettivi da decidere insieme.

11 SCHEDA 9 Raccolta di dati su uno specifico compito Scheda di feedback per lo studente (scuola elementare e media) Data.. Classe Ora Lezione su La parte che più mi ha interessato è. Perché... La parte che non mi è piaciuta è perché... Mi sembra di aver imparato. Non ho capito bene / Non so fare bene La prossima volta avrei bisogno di.

12 Scheda 10 Registrazione di un episodio significativo Classe Data Ora Situazione generale in cui si inserisce l osservazione e persone coinvolte: Episodio: Informazioni aggiuntive: Registrazione di incidenti critici Data Classe Ora Attività Descrizione dell incidente: Persone coinvolte: Lettura e interpretazione basata sui dati di osservazione:

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