3. INVARIANZA IDRAULICA NELLE TRASFORMAZIONI URBANISTICHE.8
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2 INDICE 1. PREMESSA1 2. VERIFICA PRELIMINARE: ANALISI IDROGRAFICA-BIBLIOGRAFICA-STORICA2 2.1 AREE G 2.1- G 2.2 G AREA D INVARIANZA IDRAULICA NELLE TRASFORMAZIONI URBANISTICHE.8
3 1. PREMESSA I sottoscritti Dott. Geol. Giovanni Mancini e Dott. Geol. Luciano Marucci iscritti all Ordine dei Geologi delle Marche albo A hanno redatto la presente verifica di compatibilità idraulica e di invarianza idraulica relativa alla Variante al PRG in adeguamento al PPAR, ai sensi dell Art. 10 della L.R. n. 22 del 23 novembre 2011, secondo i Criteri, modalità e indicazioni e tecnicooperative per la redazione della verifica di compatibilità idraulica degli strumenti di pianificazione territoriale e per l invarianza idraulica delle trasformazioni territoriali approvati in data 27/01/2014 con Deliberazione della Giunta Regionale n.53. Con la succitata Legge Regionale la Giunta Regionale delle Marche ha introdotto la valutazione di compatibilità idraulica fra le disposizioni relative allo sviluppo di nuovi strumenti urbanistici comunali e sovracomunali da applicare a qualunque intervento che comporti una trasformazione dei luoghi in grado di modificare il regime idraulico. La valutazione di compatibilità idraulica (VCI) deve rilevare che le scelte pianificatorie valutino la pericolosità idraulica presente e potenziale delle aree e le possibili alterazioni del regime idraulico indotto dalle scelte (Titolo II par. 2.1 dei Criteri, modalità e indicazioni tecnico-operative per la redazione della verifica di compatibilità idraulica degli strumenti di pianificazione territoriale). Le fasi di analisi della Verifica di Compatibilità Idraulica sono: a) Verifica Preliminare: analisi idrografica-bibliografica-storica b) Verifica semplificata: analisi idrografica-bibliografica-storica e analisi geomorfologica c) Verifica Completa: analisi idrografica-bibliografica-storica, analisi geomorfologica e analisi idrologica-idraulica di dettaglio. Come stabilito nel par dei succitati criteri, indicazioni e modalità, la Verifica Preliminare è da sviluppare sempre; l esito della Verifica Preliminare indicherà se sottoporre lo strumento di pianificazione ai successivi livelli di analisi. 1
4 2. VERIFICA PRELIMINARE: ANALISI IDROGRAFICA-BIBLIOGRAFICA-STORICA La Verifica Preliminare si basa sull analisi idrografica-bibliografica-storica delle aree per la verifica dell esistenza di eventuali criticità per inondazioni/allagamenti. A tal proposito si ritiene opportuno indicare il valore delle precipitazioni che interessano il territorio comunale di Offida e la loro distribuzione nel tempo. Lo studio condotto dalla Protezione Civile della Regione Marche campo medio della precipitazione annuale e stagionale sulle Marche per il periodo riporta i dati di piovosità media annua relativi al territorio comunale di Offida (misure anni dal 1950 al 1989). I dati di precipitazione espressi in mm relativi sono: 2
5 Le acque meteoriche (P) in parte si infiltrano (I), in funzione della permeabilità dei terreni affioranti, in parte ruscellano (R) secondo le principali direttrici di deflusso andando direttamente ad alimentare il reticolo idrografico superficiale ed in parte evaporano (E) secondo l equazione del bilancio idrico: P = E +R +I Le componenti del bilancio idrico di un bacino sono influenzate da numerosi fattori come la temperatura media della zona, la permeabilità dei terreni, l acclività dei versanti; gli strumenti di pianificazione e le loro varianti devono garantire il mantenimento dell equilibrio del bilancio idrico e del regime idraulico ed idrogeologico della zona. 2.1 AREE G 2.1 G 2.2 G 2.3 Le aree oggetto di studio sono ubicate a sud del centro abitato di Offida, in corrispondenza dei rilievi collinari sviluppati in sinistra orografica del T. Lama, orientati in direzione circa E-W e separati da fossi ed impluvi alimentatori in sinistra orografica del Torrente stesso. Area G2.3 Aree G Stralcio Foglio 1 : Ascoli Piceno Quadrante 133 IV Le aree G 2.1 e G 2.2 si estendono a ridosso delle strade vicinali Pisciarello e Vecchia, in corrispondenza della zona di cresta di un rilievo collinare; l area G 2.1, occupa una superficie di circa 1,3 Ha, si sviluppa in corrispondenza della zona di cresta e lungo il pendio esposto a NW, l area G 2.2, occupa una superficie di circa 1,5 Ha, occupando la fascia di cresta ed i versanti estesi a nord ed a sud. Tali aree si sviluppano a quote topografiche comprese tra 257 e 230 m. s.l.m. circa. 3
6 (vedi Estratto CTR e Carta Geomorfologica) L area G 2.3, si estende dalla zona di cresta lungo il pendio e la vallecola ubicati a Sud alla quota topografica compresa tra 254 m. e 236 m. s.l.m. circa, in località casa Castellotti, su una superficie di 2,5 ha. Tali aree appartengono ai versanti orientali della valle del T. Lama che scorre ad ovest delle aree in esame in direzione circa N-S alla quota di circa 180 m. s.l.m., alla distanza minima di circa 400 m. dalle aree G2.1-G2.2. (vedi Stralcio cartografia 1:25.000) I terreni di base che costituiscono il bed-rock litoide della zona studiata sono rappresentati dalle argille grigie stratificate con livelli sabbiosi del Pleistocene (Peliti Laminate). Tali litotipi In corrispondenza della zona di cresta del rilievo collinare sono costituiti da peliti sabbiose stratificate della formazione torbiditica pleistocenica, pressoche affioranti, sovrastanti le peliti laminate di base. I terreni stratificati di base sono sostituiti in copertura da depositi limoso argillosi con scheletro e lenti sabbiosi di origine eluvio-colluviale con spessore variabile, generalmente crescente verso valle. La fascia di cresta, infatti, è caratterizzata da giacitura superficiale della formazione pelitica; le coperture argilloso limose eluviali evidenziano spessori ridotti, minori di 2.50 m. I tratti di pendio prossimi alla fascia di cresta presentano coperture eluvio-colluviali con spessore compreso tra 2.00 e 6.00 m.. Verso valle, in prossimità delle incisioni dei fossi, gli spessori delle coperture limo argillose e detritiche raggiungono i 7 8 m circa. Le condizioni di equilibrio dell area in esame sono buone, assicurate nel tempo dallo spessore ridotto delle coperture e dalla morfologia regolare e poco acclive. superficiale e modeste deformazioni corticali che interessano solo parzialmente le aree in variante. Il versante NW, comprendente l area G2.1, presenta pendenze di circa il 18%, il versante meridionale, comprendente il tratto S dell area G2.2, presenta valori medi di acclività di circa il 20%. Il fosso che incide a Sud il pendio comprendente l area G2.1, nel tratto considerato, non appare in fase di erosione e forma infatti, una valle piuttosto ampia e poco incisa; pertanto non condiziona i buoni equilibri del tratto di versante esaminato. In zona, infatti, non si rilevano segni di squilibri profondi e/o superficiali in atto o potenziali. Solo in corrispondenza dei tratti di pendio a maggior pendenza si segnalano fenomeni di ruscellamento superficiale ad opera delle acque meteoriche e modesti allentamenti superficiali in 4
7 corrispondenza del tratto di versante esteso a valle (nord) della strada vicinale Pisciarello. Tali fenomeni corticali, non interessano le aree di intervento. La morfologia generale dell area in variante G 2.3 è caratterizzata da un rialzo collinare che da Sud Est degrada in maniera moderatemente acclive verso Nord Ovest; in cresta le coperture argilloso limose eluviali evidenziano spessori ridotti, compresi tra 1 e 2.00 m. I tratti di pendio prossimi alla fascia di cresta presentano coperture eluvio-colluviali con spessore compreso tra 2.00 e 5.00 m. Verso valle, in prossimità delle incisioni dei fossi, gli spessori delle coperture limo argillose e detritiche possono superare talvolta i 5.00 m. circa. Le condizioni di equilibrio dell area in esame sono buone, sia in relazione dello spessore ridotto delle coperture che della morfologia regolare e poco acclive. L impluvio che limita a Nord l area considerata, non appare in fase di erosione e forma una valle piuttosto ampia e poco incisa, in buon equilibrio. In zona, infatti, non sono stati rilevate morfologie che denotino movimenti gravitativi in atto e/o quiescenti, profondi e/o superficiali. Il piano Assetto Idrogeologico del Fiume Tronto (PAI) infatti non individua in prossimità delle aree in variante zone in frana o a rischio esondazione. Aree G Area G2.3 Stralcio PAI Fiume Tronto Data la situazione idrogeologica descritta, l area in esame non è interessata da vulnerabilita idrogeologica ed idraulica; gli interventi edificatori previsti non incrementano, pertanto, il rischio idraulico della zona. 5
8 Inoltre, le aree di variante G e2.3 sono poste a quote topografiche e distanze dai corsi d acqua tali da non essere sicuramente interessate da fenomeni di inondazione/allagamento del reticolo idrografico e dalle dinamiche fluviali; pertanto la verifica di compatibilità idraulica risulta soddisfatta dalla presente Verifica Preliminare. (vedi criteri e modalità adottati con deliberazione Giunta Regionale del 27/01/2014 par ) 2.2 AREA D2 L area di variante D2 è ubicata in localita Borgo Miriam, sottostrada rispetto alla S.P. Castoranese, immediatamente al di sotto della zona di cresta del rilievo collinare argillososabbioso che sovrasta la valle del T. Fiobbo. Area D2 Stralcio Foglio 1 : Ascoli Piceno Quadrante 133 I Tale area si estende alla quota topografica media di circa 282 m. s.l.m., su una superficie complessiva di 1 ha circa (10886 mq) di cui circa 1200 mq già occupata da fabbricati con destinazione produttiva. L area di intervento ricade in prossimità della fascia di cresta di un versante pelitico-sabbioso delimitato da pendii che mostrano tracce di ruscellamento superficiale determinate dell azione erosiva esercitata dalle acque superficiali sui materiali più corticali, in funzione dei valori di acclività lungo i versanti. 6
9 Il corso d acqua principale, collettore naturale delle acque di versante è il Torrente Fiobbo che scorre ai piedi del pendio, alla distanza media di circa 1000 m. dall area D2, alla quota topografica di circa 100 m. s.l.m.. (Vedi stralcio Cartografia, scala 1 : ) I terreni di base che costituiscono l area in oggetto appartengono alla formazione delle argille sabbiose grigie azzurre sovraconsolidate del Pleistocene inf. La pendenza media del versante è di 18% circa e, fino alla fascia sottostante l area di variante e le aree edificate, risulta in buon equilibrio; la zona a valle della fascia di versante comprendente la strada provinciale e le aree edificate, e interessata da deformazioni plastiche che coinvolgono i terreni di copertura lungo il pendio di raccordo con il T. Fiobbo. L area D2 in oggetto, ha un andamento regolare e sub pianeggiante, ed una morfologia in buon equilibrio, modificata solo dagli insediamenti produttivi esistenti. Questi, infatti, sono in buone condizioni statiche ed il tratto di pendio che li comprende non presenta segni di deformazioni delle coltri di copertura. L area in oggetto interessa una porzione di territorio caratterizzata dall assenza di elementi rilevanti di pericolosità geologica. Tale fascia, infatti, confina con un dissesto idrogeologico a rischio medio R2 e con pericolosita geologica elevata H3, cartografata dal PAI. I fenomeni gravitativi suddetti, non interessano l area in variante, ubicata in corrispondenza della fascia stabile di monte. Area D2 Stralcio PAI Fiume Tronto 7
10 L area di variante D2 è posta a quota topografica e distanza dal corso d acqua principale (T. Fiobbo) tali da non essere sicuramente interessata da fenomeni di inondazione/allagamento del reticolo idrografico e dalle dinamiche fluviali; pertanto la Verifica di Compatibilità Idraulica risulta soddisfatta dalla presente Verifica preliminare. (vedi criteri e modalità adottati con deliberazione Giunta Regionale del 27/01/2014 par ) Inoltre, data la situazione idrogeologica sopra descritta, la zona in oggetto non è interessata da vulnerabilita idrogeologica ed idraulica; gli interventi edificatori previsti non incrementano, pertanto, il rischio idraulico della zona. 3. INVARIANZA IDRAULICA NELLE TRASFORMAZIONI URBANISTICHE (art. 10 L.R. 22 novembre 2011 Criteri e modalità Deliberazione Giunta Regionale 27/01/2014 Titolo III) Il principio dell invarianza idraulica introdotto dalla L.R. 22 novembre 2011 stabilisce che la variazione di destinazione d uso di un area non deve provocare un aggravio della portata di piena o una variazione sostanziale dei tempi di corrivazione al corpo idrico che riceve i deflussi superficiali originati dalla stessa. In linea generale le misure da applicare sono diversificate in funzione della consistenza della trasformazione secondo la seguente tabella: Le aree oggetto della presente variante urbanistica hanno estensione compresa tra 1 e 2,5 ha; pertanto, rientrano tutte nella classe di intervento significativa impermeabilizzazione potenziale. 8
11 Tuttavia, la normativa vigente (criteri e modalità Deliberazione Giunta Regionale 27 gennaio par. 3.4) stabilisce che in sede di redazione degli strumenti di pianificazione territoriale, vanno considerate le misure relative all invarianza idraulica, ancorchè la loro definizione ed attuazione possa essere rimandata a fasi successive. La misura del volume minimo d invaso da prescrivere in aree sottoposte a una quota di trasformazione I (% dell area che viene trasformata) e in cui viene lasciata inalterata una quota P (tale che I+P = 100%) è data dalla seguente relazione: Dove w 0 = 50 mc/ha, Φ = coefficiente di deflusso dopo la trasformazione, Φ 0 = coefficiente di deflusso prima della trasformazione, I e P espressi come funzione dell area trasformata e n = Nel caso in esame, trattandosi di variante al PRG, il valore di I non risulta definito, pertanto, non è possibile giungere alla valutazione quantitativa del minimo invaso; tale valutazione sarà realizzata contestualmente ai Piani Attuativi, unitamente alla progettazione esecutiva degli interventi utili a garantire il mantenimento dell invarianza idraulica. (Criteri e modalità Deliberazione Giunta Regionale 27 gennaio par. 3.4) I valori dei coefficienti deflusso disponibili in letteratura e normalmente adottati per il calcolo dell invarianza idraulica sono i seguenti: 9
12 A titolo indicativo sono state calcolate le portate massime defluenti allo STATO ATTUALE su ciascuna area in trasformazione, adottando il Metodo razionale per la stima della portata, ipotizzando un Tr di 50 e 200 anni. AREA G 2.1 Dati morfometrici dell area TEMPO DI CORRIVAZIONE (Formula di Giandotti) S = kmq (superficie area) L = km (lunghezza asta principale) Hm = 240 m. s.l.m. H0 =230 m. s.l.m = 0.25 (ore) PORTATA DI MASSIMA PIENA (Metodo razionale) Qc = portata al colmo (mc/sec) c = 0.20 coeff. di deflusso stato attuale ht = precipitazione massima in mm al tempo t50 e t200 S = superficie bacino (kmq) Tc = 0.25 tempo di corrivazione (ore) = fattore che tiene conto delle unità di misura RISULTATI Tempo di ritorno (Tr) h (t) Qc (mc/sec) 50 anni h=48.87*t^ = mm mc/sec = 91 l/sec 200 anni h= 61.06*t^0.311 = mm mc/sec = 114 l/sec 10
13 AREA G2.2 (area nord) Dati morfometrici dell area TEMPO DI CORRIVAZIONE (Formula di Giandotti) S = kmq (superficie lotto) L = km (lunghezza asta principale) Hm = 246 m. s.l.m. H0 =243 m. s.l.m = 0.35 (ore) PORTATA DI MASSIMA PIENA (Metodo razionale) Qc = portata al colmo (mc/sec) c = 0.2 coeff. di deflusso (area verde) ht = precipitazione massima in mm al tempo t50 e t200 S = superficie bacino (kmq) Tc = 0.35 tempo di corrivazione (ore) = fattore che tiene conto delle unità di misura RISULTATI Tempo di ritorno (Tr) h (t) Qc (mc/sec) 50 anni h=48.87*t^ = mm mc/sec = 36 l/sec 200 anni h= 61.06*t^0.311 = mm mc/sec = 45 l/sec 11
14 AREA G2.2 (area sud) Dati morfometrici dell area TEMPO DI CORRIVAZIONE (Formula di Giandotti) S = kmq (superficie lotto) L = km (lunghezza asta principale) Hm = 236 m. s.l.m. H0 =226 m. s.l.m = 0.21 (ore) PORTATA DI MASSIMA PIENA (Metodo razionale) Qc = portata al colmo (mc/sec) c = 0.2 coeff. di deflusso (area verde) ht = precipitazione massima in mm al tempo t50 e t200 S = superficie bacino (kmq) Tc = 0.21 tempo di corrivazione (ore) = fattore che tiene conto delle unità di misura RISULTATI Tempo di ritorno (Tr) h (t) Qc (mc/sec) 50 anni h=48.87*t^ = mm mc/sec = 66 l/sec 200 anni h= 61.06*t^0.311 = mm mc/sec = 84 l/sec 12
15 AREA G2.3 Dati morfometrici dell area TEMPO DI CORRIVAZIONE (Formula di Giandotti) S = kmq (superficie lotto) L = km (lunghezza asta principale) Hm = 245 m. s.l.m. H0 =235 m. s.l.m = 0.36 (ore) PORTATA DI MASSIMA PIENA (Metodo razionale) Qc = portata al colmo (mc/sec) c = 0.2 coeff. di deflusso (area verde) ht = precipitazione massima in mm al tempo t50 e t200 S = superficie bacino (kmq) Tc = 0.36 tempo di corrivazione (ore) = fattore che tiene conto delle unità di misura RISULTATI Tempo di ritorno (Tr) h (t) Qc (mc/sec) 50 anni h=48.87*t^ = mm mc/sec = 139 l/sec 200 anni h= 61.06*t^0.311 = mm mc/sec = 175 l/sec 13
16 AREA D2 Dati morfometrici dell area TEMPO DI CORRIVAZIONE (Formula di Giandotti) S = kmq (superficie lotto) L = km (lunghezza asta principale) Hm = 282 m. s.l.m. H0 = 272 m. s.l.m = 0.21 (ore) PORTATA DI MASSIMA PIENA (Metodo razionale) Qc = portata al colmo (mc/sec) c = 0.27 coeff. di deflusso stato attuale c = 0.9 coeff. di deflusso area edificata (mq 1200) c = 0.2 coeff. di deflusso area verde (mq 9686) ht = precipitazione massima in mm al tempo t50 e t200 S = superficie bacino (kmq) Tc = 0.21 tempo di corrivazione (ore) = fattore che tiene conto delle unità di misura RISULTATI Tempo di ritorno (Tr) h (t) Qc (mc/sec) 50 anni h=48.87*t^ = mm mc/sec = 116 l/sec 200 anni h= 61.06*t^0.311 = mm mc/sec = 146 l/sec In fase di progettazione esecutiva degli interventi (piano attuativi) occorrerà effettuare la valutazione esatta dei volumi minimi di invaso su ciascuna area utilizzando la formula sopra indicata, considerando i nuovi coefficienti di deflusso in funzione dell impermeabilizzazione delle aree. Il Geologo dott. Giovanni Mancini Il Geologo Dott. Luciano Marucci 14
Relazione di compatibilità Idraulica Art.10 L.R. 23 Novembre Osservazioni n. 11 e n. 40
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