LA MEDIAZIONE SOCIOCULTURALE NEI PERCORSI DI AFFIDAMENTO OMOCULTURALE A PARMA. Bologna, 24 maggio 2012 Comune di Parma
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- Domenico Pasquali
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1 LA MEDIAZIONE SOCIOCULTURALE NEI PERCORSI DI AFFIDAMENTO OMOCULTURALE A PARMA Bologna, 24 maggio 2012 Comune di Parma
2 Il progetto di Affido Famigliare Omoculturale nasce nel 2000, col rientro al comune della gestione diretta delle funzioni sociali relative all area minori, prima delegate all asl Da quel momento inizia una ridefinizione complessiva degli interventi E delle modalità di approccio alle tematiche sociali, tra le quali il fenomeno dei MSNA sul territorio Fino A quel momento l unica forma di accoglienza era stata la comunità educativa, prima di individuare nella risorsa famiglia il punto di partenza per una nuova cultura dell accoglienza
3 Le Ragioni Che Stanno Alla Base Di Tale Progetto Sono Fondamentalmente 4
4 1. La comunità educativa nasce principalmente per far fronte A problematiche relative alla genitorialità 2. L inserimento in comunità da diritto ad un permesso di soggiorno per minore età E regolarizza solo temporaneamente la condizione del minore. 3. La maggior parte dei minori stranieri giungevano a parma perché in città erano presenti amici o parenti. Tale rete doveva essere coinvolta e responsabilizzata nell accoglienza del minore 4. L economicità dell intervento
5 Famiglia Risorsa Nell affidamento omoculturale la famiglia affidataria ha la stessa provenienza E la stessa cultura del minore, si rivela contenitore educativo E culturale particolarmente adeguato Il minore è spesso sostenuto dalla rete della famiglia affidataria anche dopo la maggiore età La famiglia affidataria risulta spesso essere un veicolo per ulteriori affidamenti
6 Procedura Di Affido Omoculturale
7 Nella procedura di affido famigliare omoculturale È fondamentale il raccordo tra il servizio MSNA E gli altri soggetti istituzionali: Tribunale, Centro per le famiglie, Questura Il servizio richiede al giudice tutelare l apertura di tutela in capo al comune La potenziale famiglia affidataria effettua un breve percorso di informazione, formazione e valutazione col centro per la famiglie Il servizio, col consenso del tutore e sentito il minore e la famiglia, dispone l affidamento, reso poi esecutivo con decreto del giudice tutelare la Questura col decreto di affido rilascia il primo permesso di soggiorno per affidamento
8 Alcuni dati Negli ultimi anni c è stata una significativa diminuzione degli affidi omoculturali 2009 (33) 2010 (25) 2011 (15) 2012 (4 ) ad oggi su 33 casi in carico, ci sono 25 tutele dirette Ciò è dovuto principalmente a: Indicazioni dell amministrazione per ridurre i costi Calo degli arrivi nel nostro paese
9 Il servizio MSNA del Comune di Parma È costituito da un équipe multi professionale composta da un coordinatore, un educatore professionale E due mediatori culturali
10 A chi si rivolge l operato di mediazione nel progetto MSNA I - All equipe (coordinatore, educatori) Fornendo un supporto per la comprensione della cultura della famiglia immigrata (bisogni,usanze,mentalità,stili di vita); Facilitando E aiutando il servizio E il minore nella comunicazione durante il primo colloquio; Elaborando, condividendo E monitorando tutte le fasi del progetto individuale per ogni minore; Aiutando l educatore A condividere con la famiglia E il minore il percorso educativo;
11 II Ai minori e alle famiglie affidatarie Dando un supporto nella conoscenza delle risorse presenti nel territorio, non solo quelle che riguardano il minore ma a tutta la famiglia; Aiutando nella comprensione e la condivisione del progetto; Sostenendo la relazione tra l educatore, la famiglia e il minore là dove possono nascere dei conflitti; Dando informazioni, in lingua madre, sulla normativa in materia d immigrazione; Spiegando al minore le regole della comunità di accoglienza dove viene collocato in attesa di un affidamento.
12 III Alla rete di servizi del territorio Attorno a questo progetto è stata individuata una rete di servizi; Assistenza sanitaria ; Scuola d obbligo; Corsi professionali; Centro per l impiego Centri di aggregazione per giovani Questura Dando a questi servizi informazioni sugli aspetti culturali e sui percorsi fatti dai minori nei paesi d origine, facilitando la comunicazione e la comprensione.
13 Il mediatore nel primo colloquio Accoglie E rassicura il minore; Spiega E da informazioni in lingua madre riguardo la sua situazione; Informa in merito alle sue possibilità nel nostro territorio; Contatta la famiglia d origine, se si ritiene necessario; Chiede al minore E alla famiglia informazioni legate la presenza di famigliari O amici presenti sul territorio italiano; Attenzione al non verbale; Percepire progetto migratorio.
14 Il mediatore culturale e la rete sul territorio Il mediatore culturale aiuta la persona immigrata a ricostruire la rete facilitando: Il contatto con le associazioni di connazionali; L inserimento e la relazione in una rete informale di famiglie; La conoscenza e la relazione tra I minori stessi; Il contatto tra la famiglia affidataria, il minore e la famiglia d origine; La conoscenza delle risorse del territorio.
15 Chi sono le famiglie affidatarie Prevalentemente parenti o amici di famiglia del minore; Nucleo famigliare ricongiunto; Buon livello d integrazione; Cultura della famiglia allargata (vivono in maniera molto naturale la presenza in famiglia del minore che non è figlio loro); Appartenenti alla generazione che ha vissuto la dittatura (Albania, diversamente dai miniori).
16 Paesi di provenienza dei minori attualmente in carico Albania; 14 Marocco; 6 Tunisia; 3 Nigeria; 2 Costa d Avorio; 1 Ghana; 1 Moldavia; 1 Kosovo; 1 Ucraina; 1 Santo Domingo: 1 America latina (Colombia; Equador ); 2
17 Chi sono i minori albanesi Provenienza: prevalentemente dal centro dell albania, zone rurale (luz I madh E I vogel,kavaje,kruje, diber); Età: anni; Obbligo scolastico assolto; Emigrazione per motivi economici; Iniziano l esperienza di emigrazione prevalentemente con il consenso della famiglia; Da viaggi lunghi E costosi A ingressi facilitati dalla liberalizzazione dell ingresso per turismo Giungono A parma con parenti che li attendono al confine O viaggiano con loro; Hanno un immagine idealizzata dell immigrazione.
18 Minori in comunità e ruolo del mediatore Alcune caratteristiche dei minori: Età; Provenienza; Cultura; Scolarizzazione avuta nel proprio paese; Tipologia di rete famigliare e/o amicale di riferimento. Motivi che provocano problematiche: Cibo (ad esempio per i musulmani); Richieste continue di capi di abbigliamento; L ansia di non avere soldi da mandare ai genitori; Gestione della libertà e rispetto delle regole; Insistenza sui tempi per ottenere il permesso di soggiorno. Ruolo del mediatore: Aiutare a individuare possibili soluzioni ai conflitti Chiedere massima collaborazione e rispetto del luogo, come condizione indispensabile all avviamento del loro progetto.
19 Chi sono I minori del Marocco Giungono in Italia presso nuclei familiari già formati E integrati; Provengono quasi tutti dalla stessa zona del Marocco (Beni Mellal E provincia); Diversamente dagli anni precedenti, arrivano in Italia in età sempre più giovane (10 12 anni); Seguono con molta facilità E con successo il progetto di affidoomoculturale godendo di solide reti familiari; Al raggiungimento della maggiore età rimangono in famiglia fino all autodeterminazione.
20 Chi sono I minori della Tunisia Giungono in Italia quasi maggiorenni ( 17 anni); Giungono in Italia presso amici o vicini di casa in Tunisia; Chi li ospita è spesso senza lavoro, e senza un alloggio proprio (vive insieme ad altre persone); Non avendo una rete solida attorno, questi minori rischiano di essere deviati rispetto al loro progetto migratorio iniziale; Fanno fatica a seguire le tappe del progetto per un autodeterminazione alla maggiore età; Al raggiungimento della maggiore età, solitamente, abbandonano la famiglia affidataria.
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