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1 ore Sala Consiliare del Comune di Bellano

2 IL PERCORSO Valutazione del Piano di Zona 2009/2011 Definizione regole di partecipazione del Terzo Settore Definizione della nuova governance Definizione delle risorse Definizione delle priorità di intervento Quali interventi garantire? In che forma/modalità/entità? Quali altre ipotesi di lavoro formulare?

3 LA NUOVA GOVERNANCE PROVINCIA COMUNITA MONTANA ASSEMBLEA DISTRETTUALE DEI SINDACI ESECUTIVO DISTRETTUALE PROFIT LOCALE LIVELLO POLITICO ISTITUZIONALE AZIENDA SANITARIA LOCALE TERZO SETTORE FORUM UFFICIO DI PIANO LIVELLO TECNICO COORDINAM. ASSISTENTI SOCIALI COMUNI STRUTTURA OPERATIVA FORUM TAVOLI DI TAVOLI DI TAVOLI DI PROGETTUALITA ORGANIZZATA PROGETTUALITA ORGANIZZATA PROGETTUALITA ORGANIZZATA LIVELLO PORTATORI DI INTERESSI COMUNITA LOCALE

4 Le esigenze della nuova PROGRAMMAZIONE Superare la suddivisione in aree tematiche Favorire un ottica di integrazione Lavorare su un doppio livello: CONSOLIDAMENTO di interventi, anche con consistenti revisioni dell esistente INNOVAZIONE SPERIMENTAZIONE di nuove modalità di risposta con la prospettiva di definire alcuni livelli essenziali di prestazione e la loro sostenibilità. La ricomposizione deve poi tenere conto di un duplice livello: Provinciale (interdistrettuale) Territoriale (distrettuale) Un pompelmo è un limone che ha avuto un opportunità e l ha sfruttata (Oscar Wilde)

5 Prevenzione del ricorso a strutture residenziali per la gestione di bisogni sociosanitari Livello provinciale: Interventi di sostegno alla domiciliarità (anziani): pronto intervento/sollievo, progetto tutoring, interventi di sistema sul mercato dei care giverretribuiti (assistenti familiari). Sviluppo della rete delle strutture diurne (disabili): CDD e CSE (Decreto 7211). Telefonia sociale. Livello territoriale: Interventi di sostegno alla domiciliarità (anziani e disabili): SAD, SADH, buono anziani, integrazione degli interventi socio-sanitari (CeAD) e Pronto Intervento Disabili. Consolidamento e sviluppo di strutture diurne: CDD, CSE e C.D.I.

6 Sostegno e inclusione sociale delle persone fragili e/o a rischio di emarginazione Livello provinciale: Interventi sociali psichiatria Servizio inserimento lavorativo fasce deboli. Interventi a sostegno di donne vittime di violenza. Interventi di inclusione sociale ( ex detenuti). Servizi di prima accoglienza emarginazione grave (Via dell Isola). Rete housing sociale (seconda accoglienza) Progetto Rifugiati e richiedenti asilo (SPRAR) e profughi. Servizio di assistenza educativa scolastica per alunni disabili di 1 e 2 livello. Piano di prevenzione nell ambito delle dipendenze. Livello territoriale: Accessibilità, ampliamento e miglioramento dell offerta formativa per disabili gravi e medio-gravi (scuola potenziata, CSE, trasporto). Sostegno all inclusione sociale delle persone immigrate (formazione linguistica, progetti scuola (adesione a bandi della Fondazione della provincia di Lecco, formazione per le badanti (in raccordo con il registro provinciale badanti). Sostegno all inclusione sociale a favore di persone sottoposte a provvedimenti dell autorità giudiziaria, (adesione a progetti di inclusione sociale adulti e minori ) Servizio di assistenza educativa scolastica per alunni disabili. Fondo di comunità

7 FONDO DI COMUNITA PROGETTAZIONE E ORGANIZZAZIONE DELLA RACCOLTA FONDI PER LA COSTITUZIONE DIUN FONDO DICOMUNITA 1. La Consultazione di Comunità FORUM Per dialogare sui bisogni, aspettative e suggerimenti del nuovo piano di Zona. 2. La Regione suggerisce agli amministratori di diventare attori della programmazione come IMPRENDITORI DI RETE Strumento di notevole efficacia per promuovere iniziative e per avviare campagne di sensibilizzazione del territorio. 3. Raccolta fondi, partendo dalla definizione di fund raising fornita da Massimo Coen Cagli un attività di strategia di reperimento di risorse finanziarie e di altro genere volta a garantire la sostenibilità di una organizzazione nel tempo e a promuovere il suo sviluppo costante affermando la verità sociale della organizzazione stessa verso una molteplicità di interlocutori. MISSION: sviluppare il senso di responsabilità sociale di Comunità.

8 Prevenzione del disagio familiare giovanile Livello provinciale: Interventi di tutela del minore in famiglia: servizio affidi. Assistenti Sociali e Tutela Penale minorile Interventi sostitutivi del nucleo familiare: pronto intervento; servizi per minori stranieri non accompagnati. Livello territoriale: Interventi di sostegno alle responsabilità educative della famiglia e della scuola (prevenzione di I livello): ADM, Interventi di tutela del minore in famiglia (prevenzione di II livello): Servizio Tutela, servizi di spazio neutro, comunità leggere, affido familiare, ADM, Buono Affido Interventi sostitutivi del nucleo familiare: comunità educative Progetto Doposcuola

9 Sostegno alle difficoltà economiche delle famiglie Livello provinciale: Sostegno al lavoro e al reddito delle famiglie; Interventi per l accoglienza e per l accesso al mercato delle abitazioni; Interventi di conciliazione famiglialavoro; Sviluppo delle politiche migratorie. Livello territoriale: Sviluppo di forme di supporto al collocamento nel mercato del lavoro; Sviluppo di forme di supporto nell accesso al mercato delle abitazioni; Interventi di sostegno nell emergenza economica; Recupero linguistico/ facilitazione linguistica e scolastica per la popolazione straniera.

10 L Integrazione SOCIO-SANITARIA Livello provinciale: Livello territoriale: Integrazione dei servizi socio-sanitari (CeAD, Portale Più, Consultori, ); Facilitare l accesso ai servizi; Il sostegno alla domiciliarità delle persone fragili; Gli interventi di sostegno alla famiglia e ai minori. Diffusione della funzione di segretariato sociale; Potenziamento del ruolo della gestione associata dei servizi; Integrazione dei servizi socio-sanitari / accesso ai servizi; Buono Anziani Buono Disabili Voucher SAD Pronto Intervento Anziani Progetto Tutoring Sviluppo rete dei servizi di trasporti.

11 L Integrazione SOCIO-SANITARIA Livello provinciale: Le politiche per la disabilità; Le persone con problemi di dipendenza; La salute mentale ( OCSM, Gruppo territorialità). Accreditamento Unità d Offerta Livello territoriale: Sviluppo del CeAD Ambito di Bellano; Sviluppo delle progettualità in ambito giovanile e famigliare; Attività di segretariato sociale; Pronto Intervento; Contributo economico tirocinio per inserimento lavorativo; Assistenza educativa domiciliare; Contribuzione quota sociale residenzialità leggera.

12 Interventi di conciliazione FAMIGLIA - LAVORO Livello provinciale: Tavolo territoriale della conciliazione Livello territoriale: Razionalizzazione e coordinamento misure in atto (piano nidi, buono affidi ); Raccordo e coordinamento territoriale delle strutture interessate intorno ai temi della flessibilità e fruibilità; Interlocuzione con il mondo imprenditoriale e con i sindacati; Sviluppo di forme di collaborazione con le aziende del territorio.

13 Sviluppo delle politiche giovanili Livello provinciale: Ipotesi di progetto di livello provinciale Livello territoriale: Sviluppo di una rete di ricettori territoriali, anche attraverso progettualità già sperimentate.

14 Innovazione e sperimentazione D.G.R.16 Novembre 2011 Un welfare della sostenibilità e della conoscenza Linee di indirizzo per la programmazione sociale a livello locale Promozione e sostegno di sperimentazioni locali in coerenza con la programmazione regionale che si caratterizzino per gli obiettivi di: -sviluppare reti per il welfare locale; -generare risorse in grado di rendere sostenibile il progetto oltre il periodo di finanziamento; -sviluppare conoscenza condivisibile con altri ambiti territoriali che possa creare volano di innovazione nel territorio lombardo.

15 Innovazione e sperimentazione INNOVAZIONE: Interventi di sostegno alla domiciliarità (anziani e disabili): SAD, integrazione degli interventi socio-sanitari (CeAD). Consolidamento e sviluppo di strutture diurne: CDD, CSE e CDI. Accessibilità, ampliamento e miglioramento dell offerta formativa per disabili gravi e medio-gravi(scuola potenziata, formazione secondaria, trasporto). SPERIMENTAZIONE: PROGETTI Sviluppo di forme di collaborazione (tra Ambiti Montani): l Affido familiare parentale Servizi di sostegno al minore e alla famiglia d origine ( sull esempio delle progettualità già in atto ) Inserimento lavorativo : - Progetto formazione/ qualificazione lavoratrici nel settore della cura alla persona ; -ipotesi di costituzione di Cooperativa di tipo B nel territorio della Valsassina. Progetto scuola (presentazione del progetto sul bando della Fondazione della provincia di Lecco). Sviluppo di una nuova forma di gestione associata dei servizi: la Fondazione di partecipazione Possibili gruppi di PROGETTO

16 Sperimentazione: la Fondazione di partecipazione Sperimentazione di un nuovo modello territoriale di gestione dei servizi sociali come risposta integrata ai diversi bisogni individuali L accordo di programma pone, tra le priorità progettuali, l individuazione di una forma giuridica e gestionale dei servizi sociali che possa garantire la massima efficienza, efficacia ed economicità. Il Piano di Zona è una organizzazione virtuale Accordo di programma - Ente Capofila Comuni FONDAZIONE DI PARTECIPAZIONE

17 Sperimentazione: la Fondazione di partecipazione Che cos è? E un istituto giuridico di diritto privato che costituisce il nuovo modello italiano di gestione di iniziative nel campo non profit in genere E un istituto senza scopo di lucro al quale si può aderire apportando denaro, beni materiali o immateriali, professionalità o servizi I fondatori possono essere Enti Pubblici, privati, aziende ed enti finanziatori E possibile avere adesioni successive all atto costitutivo in qualità di partecipanti I partecipanti si riuniscono in organi collegiali: CDA, Collegio dei Partecipanti.

18 Sperimentazione: la Fondazione di partecipazione SCOPO Promozione e realizzazione della gestione associata degli interventi e dei servizi sociali tramite un sistema a rete che garantisca la massima efficienza, efficacia ed economicità, tenuto conto della centralità del cittadino come portatore di bisogni ma anche come risorsa per lo sviluppo della rete di servizi secondo i principi di sussidiarietà e solidarietà sociale dell importanza della realtà dell associazionismo, del privato sociale, del volontariato, del terzo settore in genere

19 Sperimentazione: la Fondazione di partecipazione IPOTESI PARTECIPANTI ALLA FONDAZIONE IN BASE ALLO STATUTO TIPOLOGIA Fondatori di diritto Promotori istituzionali di diritto Fondatori Promotori istituzionali Sostenitori Volontari DESCRIZIONE 32 Comuni Ambito Regione Lombardia, Provincia di Lecco, Università,CCIAA AAPP, Persone fisiche e giuridiche pubbliche e private, enti e istituzioni Organizzazioni di volontariato e persone fisiche Altri soggetti? CONTRIBUTO Costituiscono il fondo di dotazione Apportano competenze scientifiche e tecniche Incrementano il fondo di dotazione Incrementano il fondo di dotazione Apportano attività, servizi consulenze professionali Apportano attività, servizi consulenze professionali occasionali Apportano attività volontaria e gratuita

20 Sperimentazione: la Fondazione di partecipazione FLUSSI DI GESTIONE RISORSE FNPS, FSR RISORSE COMUNI CONTRIBUTO UTENTI ALTRI FINANZIAMENTI (%) (%) (%) (%) FONDAZIONE USCITE PER EROGAZIONE DEI SERVIZI

21 Sperimentazione: la Fondazione di partecipazione CRITICITA RIFLESSIONI FINALI OPPORTUNITA La novità della struttura organizzativa richiede un cambio di pensiero riferito alle modalità di gestione dei servizi pubblici, non facile. La difficoltà a reperire capitali privati. I costi di avvio possono rappresentano un freno per gli amministratori locali. I vincoli dell ente pubblico condizionano ancora le FdP, ad esempio i cambi degli assetti politici a seguito di elezioni Favorisce la definizione di regole uniformi da parte dei Comuni rispetto ai criteri d accesso, alle modalità di fruizione, alla partecipazione alla spesa da parte del cittadino. La contribuzione dei privati allo scopo di pubblica utilità favorisce il miglioramento del livello qualitativo dei servizi. Le esperienze in atto evidenziano la creazione di economie di scala. La rappresentatività locale nell Ambito viene rafforzata. Permette una stabilizzazione del personale e una struttura organizzativa di tipo privatistico che si può meglio adattare alle mutate esigenze della programmazione dei servizi. Presenta un regime fiscale agevolato. Non è soggetta al Patto di stabilità e al codice dei contratti pubblici. Favorisce la Coprogettazione con i soggetti del Terzo Settore.

22 Grazie per la vostra attenzione Ufficio di Piano BELLANO

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