Arte è Epoche e popoli diversi hanno rappresentato il mondo visibile in modi tanto differenti differenze di stile metodo di analisi.

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1 Arte è Una delle più alte facoltà dell uomo. Epoche e popoli diversi hanno rappresentato il mondo visibile in modi tanto differenti La storia dell arte è una disciplina che studia le differenze di stile e definisce un metodo di analisi.

2 Paleolitico: simbolismo e magia Arte come rito magico Venere-madre terra Venere di Willendorf (A) - circa ac. Aurignaciano Museo di Storia Naturale di Vienna h. 11cm in roccia calcarea ricoperta d'ocra rossa. La testa e le gambe sono di dimensioni ridotte rispetto all addome. I dettagli sono incisi su addome, seno e zona pubica. Questo tipo di rappresentazione simbolica definisce immagini totalmente sproporzionate.

3 Sumeri: simbolismo e fede Ebih-il, sorvegliante del tempio di Ishtar a Mari, con la caratteristica lunga gonna sumera ( Parigi, Louvre). L uomo Sumero riconosce l esistenza di entità suepriori (dei) e ad esse si rivolge con preghiere ed offerte per ottenere prosperità e salute. Alle loro molteplici divinità i Sumeri dedicano gran parte della produzione di sculture (in argilla cotta e in pietra calcarea). Gli dei sono rappresentati con forme umane e con atteggiamento di grande dignità. Altri personaggi sono fedeli(oranti) o re, e appaiono squadrati e massicci. Possiedono enormi occhi in cui sono incastonati lapislazzuli (indicazione della devozione religiosa) e la tradizionale gonna a scaglie (simbolo di sovranità). Non vi è mai alcun tentativo di rappresentare la realtà

4 Sumeri: simbolismo e fede Eannàtum, Il re di lagash, in atteggiamento orante 2500 a.c. Alabastro con lapislazzuli e madreperla. Altezza 30 cm. Houston Menil collection.

5 Sumeri,Babilonesi, Assiri : simbolismo e fede 1- Gudea di lagash, con vaso che zampilla: a.c. calcite, 62 cm. Parigi, M. del Louvre. 2- Dea delle acque zampillanti, 1700 a.c., pietra, 149 cm. Aleppo Archeological Museum 3-Assurnasipal II a.c., pietra calcarea, 106 cm, Londra The British Museum.

6 Egizi: simbolismo e fede Micerino in compagnia della moglie Khamerer- Nebti 2520 a.c. Basalto, altezza 140 cm, Boston Museum of Fine Arts.

7 Il cammino verso l equilibrio formale

8 Greci: simbolismo dell età arcaica Riproduzioni arcaiche degli XOANA, VII secolo a.c., legno cm, statuette in legno conservate al Museo Archeologico di Siracusa Gli originali XOANA erano raffigurazioni di Dei scolpite direttamente sul tronco d albero, del periodo GEOMETRICO, (XII- VIII sec a.c.).

9 Greci: simbolismo dell età arcaica Tutta l arte arcaica, la scultura ed il rilievo, si sviluppa come rappresentazione planimetrica piuttosto che volumetrica.

10 Greci: simbolismo del Kuros arcaico, dorico (VII- VI sec a. C.) Come nell architettura templare, anche nella statuaria non si cerca il molteplice, ma un assoluto simbolico. Partendo dalla realtà fisica dell uomo si vuole rappresentare la divinità che è in lui. Kouros e Kore sono i nomi che identificano l uomo e la donna IDEALI, al culmine delle loro qualità fisiche ed intellettuali.

11 Fratelli Kleobis e Biton a.c. rappresentano due fratelli, figli di una sacerdotessa della dea Hera. Marmo di Paro, altezza 218 cm Delfi, Museo archeologico. La figura umana rappresenta l uomo ideale (modello eterno) come somma delle più alte qualità fisiche e morali Kuros (Kouroi è plurale) è il giovane nudo in posizione stante con braccia lungo i fianchi. Il giovane è l uomo nel pieno del suo splendore fisico e della sua completezza interiore ed è quindi un personaggio simbolico: 1. Proporzioni tozze e linee incise, 2. Posa statica (influenza orientale ed egizia); 3. Forma squadrata e struttura geometrica: forme e dimensioni innaturali (testa, braccia..) Superfici appiattite Equilibrio formale 4. Misterioso sorriso: sorriso arcaico

12 Il modellato delle ginocchia e dell addome è schematico, non realistico, reso mediante incisioni GEOMETRICHE.

13 Greci: simbolismo Kore arcaica, dorica (VII sec a. C.) Kore è una giovane donna vestita con chitone (mantello) in posizione stante Kore con peplo, 540 a.c. circa, marmo, Atene Museo dell Acropoli.

14 Greci: simbolismo Kouros arcaico, attico (VI sec a. C.) Scultura ATTICA E molto simile allo stile dorico. Attico deriva da Atene, polis che a partire dal VI secolo acquisisce una funzione dominante. Le principali caratteristiche della scultura sono solidità e potenza : non si ricerca la somiglianza con la realtà naturale, ma si tenta di rappresentare severità e calma sovrannaturali. Chlaina, la veste tipica che aderisce e sottolinea la muscolatura: aderisce al corpo senza nasconderlo. Predilezione per figura maschile: Moschophoros a.c. È un Kouros che porta un vitellino sulle spalle.

15 Greci: simbolismo del Kuros arcaico, ionico (VI sec a. C.) Maggiore raffinatezza del modellato e uso di proporzioni dolci e slanciate. Passaggi chiaroscurali più tenui rispetto allo schematismo dorico ed attico: 1. Capo piccolo 2. Modellatura morbida e snella 3. Carattere aggraziato 4. Modellazione del viso: volto privo di barba 5. Sorriso enigmatico ANTICIPAZIONE DELL EQUILIBRIO FORMALE DELLA STATUARIA CLASSICA

16 Greci: simbolismo del Kore arcaica, ionica(vi sec a. C.) Hera di Samo (isola ionica) a.c, 1, 92 m Parigi, Museo del Louvre) indossa mantello di lana sopra il chitone. La figura è cilindrica e rastremata verso il basso: ricorda una colonna per la forma e per le fitte scanalature della veste. Forte geometrismo evidente nel modo in cui la veste si adagia a terra, derivante dagli Xoana lignei. Torso della regina Nefertiti 1345 a.c., quarzite rossa, altezza 29,5 cm Parigi Museo del Louvre. Effetto del panneggio bagnato

17 Il sorriso arcaico è sorriso enigmatico La Gioconda di Leonardo Da Vinci circa, olio su tavola, dimensioni cm Museo del Louvre, Parigi Moschophoros a.c. (stile attico) Il SORRISO non è espressione di un momento psicologico o di uno stato d animo, ma simbolo di superiorità : IMPERTURBABILE SERENITA DELLA PERFEZIONE

18 Greci: gli inizi dell età classica, lo stile SEVERO (VI sec a. C.) Kritios, Efebo, 480 a.c. Marmo, Atene, Museo dell Acropoli. 1. Scomparsa del sorriso arcaico, 2. Differenti proporzioni rispetto alla scultura arcaica/dorica: la testa è più piccola e non schiacciata o appiattita e il volto è tondeggiante; 3. L acconciatura (a treccia) diventa più morbida; 4. La massa muscolare è più armonica e realistica (confronto con le linee incise delle sculture arcaiche) 5. Organismo più complesso non più STATICO ma atteggiamento vitale

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20 Greci: lo stile SEVERO e il bronzo (V sec a. C.) Scompare il sorriso arcaico, alla ricerca di una maggiore compostezza ideale. E inoltre evidente la ricerca di movimento. Si tenta di l atto di un movimento: rappresentare azione e movimento nell immobilità della rappresentazione. Tecnica a cera persa. Esistono due metodi. 1-Modo diretto : consiste nel creare un modello di cera e utilizzarlo per farne uno stampo di argilla. Praticando due fori sullo stampo, uno in alto e uno in basso si fa uscire la cera scaldandola e si versa del bronzo fuso al suo posto. 2-Modo indiretto Il modello di cera è realizzato su di un altro in creta o argilla in modo che la statua finale sia vuota all'interno (o meglio, contenga solamente argilla per limitare il peso e la quantità di metallo usata) Auriga di Delfi, Bronzo, 475 a.c., 180 cm (realizzata per celebrare la vittoria nella corsa dei carri)

21 La cera persa (V sec a. C.)

22 Greci: lo stile SEVERO e il bronzo (V sec a. C.) Opere originali in bronzo. Il primo di di Ageladas il giovane (maestro di Fidia, Mirone, Policleto), il secondo di Alcamene il vecchio. La posizione stante ed equilibrio creato dalle gambe tesa e flessa e tra il braccio sinistro alzato e quello destro abbassato, e il leggero movimento della testa, sono da considerarsi elementi di riferimento per Policleto. La raffinatezza del modellato e la precisione anatomica rivelano il livello raggiunto dalla statuaria nell età preclassica. Bronzi di Riace, Bronzo, 450 a.c., 198/197 cm Reggio Calabria, Museo Nazionale.

23 Greci: colore e le Bugie bianche Al il Museo del Mediterraneo di Stoccolma - dal 9 ottobre 2010 al 30 gennaio 2011 è stata allestita una mostra sul colore della scultura greca. A sinistra la scultura ridipinta dell'arciere Trojano, detto "Paris" o Paride, proveniente da un fregio frontonale del Tempio di Aphaia - la dea "non oscura" - sull'isola greca di Egina, il cui originale è databile al V sec ac.

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25 Greci: verso il classico..: il movimento (V sec a. C.) Mirone (Scultore) fa convergere la sua ricerca sul Movimento anziché sulla stasi: evita la composizione simmetrica che per gli arcaici era rappresentazione del bello. Il soggetto è colto nel momento di massima tensione. La posizione suggerisce l intera sequenza. Raggiungimento della rappresentazione di uno specifico RITMO per mezzo della curva formata dalle braccia e della spezzata formata da braccio, tronco, coscia e polpaccio. Il discobolo (lanciatore del disco) di Mirone a.c.

26 Il gruppo scultoreo rappresenta delle tensioni: c è una gamba distesa che prosegue l inclinazione del busto di Marsia, mentre la portante è flessa, e la testa è rivolta verso il basso. Questa dinamicità si contrappone alla staticità di Athena Mirone, Athena e Marsia, copia romana di originale greco del 450 ac

27 Greci: il classico e Policleto di Argo (V sec a. C.) Policleto, a.c. Nell innovare la scultura Policleto parte dall osservazione della natura, dallo studio della natura e dell anatomia del corpo umano e non da un insieme di dati e regole. Così definisce un modello ideale: il canone. Questo modello ideale la sintesi di una serie di misurazioni di uomini reali: si tratta di proporzioni (rapporti numerici tra le differenti parti del corpo) possibili, rintracciabili in NATURA. Policleto scrive il CANONE cui corrisponderà la sua massima opera scultore: IL DORIFORO (450 a.c.)

28 Policleto di Argo (V sec a. C.) Policleto, a.c. L atleta o divinità o eroe, è colto durante il movimento: è rappresentato gravitante sulla gamba destra che per questo è detta portante. L altra gamba è flessa e spinta molto indietro. Così il bacino è sollevato dalla parta della gamba portante mentre la spalla si abbassa, inclinando leggermente il busto di lato. Così le braccia, la destra è in riposo e la sinistra si flette a reggere la lancia. Le parti in tensione sono quelle che compiono l azione e si contrappongono a quelle in riposo secondo uno specifico schema: una corrispondenza incrociata detta CHIASMO (ritmo compositivo).

29 Le opere di Policleto sono perdute, ma le sue elaborazioni teoriche e le realizzazioni artistiche sono note attraverso le copie romane che testimoniano anche la fama che, tali opere ebbero presso gli antichi. Doriforo 450 a.c. Copia romana in marmo, altezza 212. Napoli, Museo archeologico. Diadumeno 420 a.c. Copia romana in marmo, altezza 186 cm.. Atene, museo Nazionale.

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31 Greci: il periodo ellenistico e lo stile intimista (IV sec a. C.) L artista inizia a contemplare malinconicamente la propria vita, rivolgendo l attenzione non più ai grandi ideali, ma alla propria interiorità e alle piccole situazioni quotidiane..rappresentate dai sentimenti. Così anche gli dei non sono più le grandi divinità distanti, ma coloro che rappresentano ed interpretano i sentimenti dell uomo. Per la prima volta lo scultore Prassitele, rappresenta una dea nuda: prima del bagno rituale, appoggiata con un panneggio ad un anfora. Atteggiamento di stupore di chi apparentemente è sorpreso: la dea tenta di coprirsi le parti intime.. Prassitele (scultore) Afrodite di Cnidia a.c., Copia romana in marmo altezza 215 cm, Città del Vaticano.

32 Greci: il periodo ellenistico e lo stile intimista (IV sec a. C.) L autore vuole rappresentare una divinità che impersonifica una delle tre forme del sentimento amoroso: La mancanza ed il languore verso l amore lontano. La posa è abbandonata il busto completamente poggiato sul sostegno, il viso rivolto verso l alto e gli occhi infossati Prassitele (scultore) Pothos, di Skopas a.c., Copia romana in marmo altezza 180 cm.

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34 1- La Venere di Milo è una delle più celebri statue greche, marmo (h. 202 cm), priva di braccia e del basamento originale, conservata al Louvre. Sulla base di un'iscrizione riportata su tale basamento si ritiene che si tratti di un'opera di Alessandro di Antioca 2- attribuita a Pitocrito, databile al a.c. circa e oggi conservata nel Museo del Louvre