5. I consumi delle famiglie

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1 5. I consumi delle famiglie Con i primi anni del 2000, la spesa per consumi delle famiglie romane - calcolata in percentuale del reddito disponibile ha mostrato un andamento declinante (fig. 5.1). Componente determinante nella formazione della domanda aggregata, e quindi nella creazione del reddito nazionale, il livello dei consumi delle famiglie residenti risente di una serie di fattori di carattere economico (livello dei prezzi, reddito disponibile, costo opportunità del risparmio, ecc.) e non economico (comportamenti di consumo, stili di vita, processi emulativi, ecc.). Nel valutare il suo andamento, dunque, non è possibile prescindere da considerazioni che abbraccino per quanto possibile tali aspetti. Così sia per Roma che per le altre principali province italiane - è possibile ipotizzare che in una prima fase (fino al 2003) la diminuzione del costo opportunità del risparmio - connessa con il minor rendimento dei titoli di Stato - abbia inciso sulla crescita di inclinazione della curva (in quel periodo la pur notevole crescita degli investimenti azionari non fu comunque in grado di compensare il minor afflusso di risparmio destinato agli investimenti di portafoglio di carattere più tradizionale). Così, è quanto mai probabile che dietro l andamento decrescente della curva tra il 2000 e il 2001 si celi (anche eventualmente a parità di risparmio assoluto) il peggioramento degli indici di Borsa e, dunque, la monetizzazione delle posizioni creditizie accumulate, con relativa crescita del reddito disponibile. Pur con dei livelli assoluti che a Roma e Napoli appaiono strutturalmente superiori rispetto alle province del Nord (Torino, Milano, Bologna), e nonostante delle ovvie differenze puntuali, la tendenza descritta appare comune a tutte le principali province italiane. In tale scenario, comunque, è opportuno sottolineare come negli ultimi tre anni sul territorio romano si siano registrati gli incrementi di consumo tra i più alti (tab. 5.2). Da quanto visto dovrebbe apparire chiaro come, per quanto dal punto di vista della contabilità nazionale sia auspicabile un elevato contributo dei consumi alla formazione del reddito, una crescita dei consumi non possa essere letta in maniera univoca come un innalzamento della qualità della vita dei cittadini. Nel triennio la crescita dei consumi è stata condizionata in modo più che proporzionale da un incremento della spesa per consumi di generi alimentari rispetto a quella destinata a beni durevoli (tab. 5.3): un evidenza confermata in Italia (dove la crescita percentuale dei consumi in generi alimentari tra il 2001 e il 2003 è stata pari al 9,7% e quella in generi non alimentari pari a +5,4%), in ogni singola macroripartizione e nella gran parte delle regioni (Lazio compreso anche se con un evidenza meno marcata della media: +20,7% la spesa per beni alimentari, +20,1% la rimanente). Conoscere come il tasso di inflazione del periodo abbia inciso in misura maggiore proprio sulle voci di spesa alimentare non fa altro che contribuire ad un analisi critica di statistiche che, nel caso in esame, tendono a rappresentare il peggioramento delle condizioni di vita di ampie fasce della popolazione (le meno abbienti, quelle nei cui bilanci familiari incide in misura prevalente la spesa in beni di prima necessità). (tab. 5.4) Ovviamente le dinamiche di breve-medio periodo, per quanto virulente, non riescono ad incidere più di tanto su tendenze che possono essere comprese esclusivamente se inquadrate entro paradigmi di carattere socio-comportamentale di lunga deriva. In questo senso, la lettura della dotazione di beni durevoli delle famiglie residenti nel Lazio, a Roma e nella sua provincia configura - con dei picchi spesso verificati nella capitale - il venire avanti, nei comportamenti collettivi, di un benessere che tende a trovare configurazione definitiva nella modernità (tab. 5.5). Rimane comunque, e non va certo sottovalutato, finanche nella determinazione delle linee di politica economica nazionale e locale, il ruolo dei consumi interni nella formazione del Prodotto Interno Lordo (tabb ), soprattutto in una fase storica in cui la capacità di competizione internazionale del Paese tende a ristagnare in maniera preoccupante. 49

2 Fig Spesa per consumi finali delle famiglie in percentuale del reddito disponibile nelle principali province italiane, anni Valori a prezzi correnti. 94,0 92,0 90,0 88,0 86,0 84,0 82,0 80, * 2004* Roma Torino Milano Bologna Napoli * Stime Fonte: elaborazione su dati Prometeia, 2005 Tab Spesa per consumi finali delle famiglie nelle province di Roma, Torino, Milano, Bologna e Napoli. Dati annuali a prezzi correnti (milioni di ), anni Anni Roma Torino Milano Bologna Napoli * * * Stime Fonte: elaborazioni Prometeia su dati Istat, 2005 Tab Spesa per consumi finali delle famiglie nelle province di Roma, Torino, Milano, Bologna e Napoli. Variazioni % rispetto all anno precedente, anni Anni Roma Torino Milano Bologna Napoli ,0 5,8 6,4 4,5 3, ,6 7,0 7,6 4,5 4, ,1 6,3 6,1 4,4 6, ,3 3,4 3,7 5,3 4, ,7 5,9 5,7 8,1 5, ,4 3,2 2,9 3,6 3,1 2002* 4,3 3,2 3,0 4,1 3,6 2003* 3,7 3,7 3,5 3,9 4,4 2004* 3,4 3,2 3,7 3,5 3,4 * Stime Fonte: elaborazione su dati Prometeia,

3 Tab Spesa per consumi di generi alimentari (più bevande) e di generi non alimentari. Spesa media mensile familiare, anni (v.a. in euro) Generi alimentari Generi non alimentari Piemonte Val d Aosta Lombardia Trentino Alto Adige Veneto Friuli Venezia Giulia Liguria Emilia Romagna Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna Nord Centro Sud e Isole Italia Fonte: Istat, Indagine sui Consumi delle famiglie, luglio

4 Tab Spesa per consumi di generi alimentari (più bevande) e di generi non alimentari. Variazioni percentuali 2001/2003 della spesa media mensile familiare, anni Area Generi alimentari Generi non alimentari Totale Var. % 2001/2003 Var. % 2001/2003 Var. % 2001/2003 Piemonte 8,6 5,6 6,1 Val d Aosta 21,0-2,1 1,4 Lombardia 7,0 7,5 7,4 Trentino Alto Adige 3,3 1,7 1,9 Veneto 14,9-5,3-2,3 Friuli Venezia Giulia 6,8 0,2 1,2 Liguria 11,8 5,5 6,8 Emilia Romagna 6,0-2,3-1,0 Toscana 0,9 9,9 8,2 Umbria 27,3 1,4 6,0 Marche 12,7 4,9 6,4 Lazio 20,7 20,1 20,2 Abruzzo 6,2 2,5 3,3 Molise 10,0 6,6 7,3 Campania 9,4 2,1 3,9 Puglia 16,1 12,6 13,4 Basilicata 12,0 1,5 3,7 Calabria 9,0 4,3 5,4 Sicilia 3,4 1,1 1,6 Sardegna 13,2 18,9 17,7 Nord 8,9 2,5 3,6 Centro 13,3 12,9 13,0 Sud e Isole 9,4 5,6 6,5 Italia 9,7 5,4 6,2 Fonte: elaborazioni su Istat, Indagine sui Consumi delle famiglie, luglio

5 Tab Dotazione di beni durevoli delle famiglie residenti nel Lazio e nella provincia di Roma (comune e resto della provincia), anno 2003 (%) Tipo di bene Comune di Roma Provincia di Roma Resto della provincia di Roma Regione Lazio Lavastoviglie 49,3 38,0 42,5 Lavatrice 98,7 98,0 98,0 Condizionatore d'aria 20,7 12,7 16,3 Vasca / doccia idromassaggio 13,3 9,3 11,9 Prima autovettura 87,3 92,7 89,5 Seconda autovettura 37,3 50,0 45,7 Ciclomotore / motocicletta / scooter 20,0 24,7 25,7 Primo televisore 95,3 97,3 96,6 Secondo televisore 54,7 62,7 61,3 Videoregistratore 74,7 78,7 75,5 Personal computer 63,3 60,0 58,7 Antenna satellitare 22,7 29,3 26,7 Consolle per videogiochi (es. Playstation) 24,7 24,0 24,1 Telefono cellulare 86,0 90,7 87,3 Televisore a schermo piatto 4,0 3,3 3,7 Abbonamento Pay TV 16,7 24,7 20,5 Collegamento Internet 50,7 47,3 45,7 Lettore DVD 27,3 20,7 22,8 Il totale dei valori è superiore a 100 perché erano possibili più risposte Fonte: elaborazione su dati indagine Censis-Findomestic, Consumi e stili di vita a Roma e nel Lazio,

6 Tab Conto economico delle risorse e degli impieghi (alcune voci). Dati trimestrali a prezzi costanti, destagionalizzati e corretti per il diverso numero di giornate lavorative. Variazioni percentuali sul trimestre precedente, anni Periodo Prodotto interno lordo Consumi finali nazionali (spesa delle famiglie) Esportazioni di beni e servizi fob ,2 2,8 9, ,7 0,8 1, ,4 0,4-3, ,4 1,4-1, ,0 1,0 3,2 03 I trim. -0,2 0,0-2,1 II trim. -0,2 0,3-2,9 III trim. 0,4 0,7 5,2 IV trim. 0,0-0,5-1,2 04 I trim. 0,5 1,0-1,7 II trim. 0,4-0,3 4,0 III trim. 0,4 0,0 4,4 IV trim. -0,4 0,4-4,5 05 I trim. -0,5 0,1-4,7 II trim 0,7 0,6-5,5 Fonte: elaborazioni su dati Istat, Conti economici trimestrali, settembre 2005 Fig Conto economico delle risorse e degli impieghi (alcune voci). Dati trimestrali destagionalizzati e corretti per il diverso numero di giorni lavorativi. Variazioni percentuali sul trimestre precedente, anni PIL Spesa delle famiglie Esportazioni I trim 03 II trim 03 III trim 03 IV trim 04 I trim 04 II trim 04 III trim 04 IV trim 05 I trim 05 II trim Fonte: elaborazioni su dati Istat, Conti economici trimestrali, settembre

7 Tab Conto economico delle risorse e degli impieghi. Dati annuali e trimestrali. Valori a prezzi costanti (milioni di euro lire 1995), dati destagionalizzati e corretti per il diverso numero di giornate lavorative, anni Anni Prodotto interno lordo Importazioni di beni e servizi fob Totale Consumi finali nazionali Spesa delle famiglie Spesa della P.A. e ISP Investimenti fissi lordi Variaz. scorte e ogg. di val. Esportazioni di beni e servizi fob I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II Fonte: elaborazioni su dati Istat, Conti economici trimestrali, settembre 2005 Tab Vendite del commercio fisso al dettaglio a prezzi correnti per settore merceologico. Numeri indice (2000=100), anni Anni Alimentari Non alimentari Totale ,9 101,9 102, ,1 103,4 105, ,1 103,6 107, ,1 102,9 106,9 Fonte: elaborazione su Istat, Vendite del commercio fisso al dettaglio,

8 Fig Vendite del commercio fisso al dettaglio a prezzi correnti per settore merceologico. Numeri indice (2000=100), anni Vendite alimentari Vendite non alimentari Totale Fonte: elaborazione su Istat, Vendite del commercio fisso al dettaglio,

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