Autismo e disabilità a scuola: come conoscerlo e come intervenire
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1 Autismo e disabilità a scuola: come conoscerlo e come intervenire (terza parte) Paola Bellandi paobell1960@gmail.com 5 MARZO 2015 A. LUNARDI -BRESCIA-
2 L alunno con disturbi relazionali e della comunicazione Il problema fondamentale La sindrome che provoca le maggiori compromissioni è quella autistica: per cause non ancora del tutto chiarite (si escludono ormai quelle psicologiche legate al rapporto tra madre e bambino, ci si orienta verso cause biologiche o genetiche) il soggetto si presenta in una situazione di sostanziale isolamento rispetto agli altri e all ambiente Possibili conseguenze - a livello sociale, mancanza di consapevolezza dei sentimenti altrui, ridotta capacità di imitazione, assenza di gioco sociale - difficoltà nella comunicazione verbale (linguaggio stereotipato, ecolalie, inversione dei pronomi personali io/tu ) e in quella non verbale (sorriso, contatto oculare), - attività immaginativa scarsa, difficoltà di generalizzazione e astrazione, stereotipie nei movimenti e nell uso di oggetti, reazioni emotive serie in caso di cambiamenti di routine o di ambiente (comportamenti problema)
3 Punti di attenzione nella progettazione dell intervento didattico L ambiente spazio attentamente strutturato per l intervento individualizzato, aula con arredi, oggetti didattici, posti nei banchi con disposizione costante, spazi con funzioni chiare e ben diversificate (attività scolastica, gioco, mensa ecc.) segnalate con cartelli/disegni esplicativi I sussidi e gli ausili grossa attenzione va prestata alla comunicazione, con ausili adatti alle diverse caratteristiche di ogni bambino: i sistemi di comunicazione alternativa, dove necessari, vanno costruiti sulle esigenze, i ritmi, i gusti del singolo, con l aiuto dei genitori che utilizzano anche a casa lo stesso sistema
4 L azione didattica (principi generali) Vi sono varie scuole di pensiero (comunicazione aumentativa, comunicazione facilitata, metodo TEACCH, ABA); si evidenziano comunque alcune costanti: - necessità di una figura stabile di riferimento (docente di sostegno, docente curricolare se possibile, assistente per la comunicazione) che possa fare da mediatore con la realtà circostante - conoscenza approfondita dell alunno e dei suoi punti di forza - alternanza di attività individuali e di attività con la classe, utilizzando il più possibile strategie collaborative in cui l alunno disabile relazioni preferibilmente con i compagni piuttosto che con figure adulte (piccoli gruppi, tutoraggio)
5 - con un percorso graduale, richiesta sempre più ferma di rispetto delle regole - scansione il più possibile prevedibile, costante e regolare dei tempi previsti per le varie attività (anche momenti di riposo), con marcatori riconoscibili del passaggio da un attività all altra (cartelli, riti, comportamenti collettivi) - utilizzo il più possibile di un linguaggio semplice e chiaro amplificato con ausili visivi (gestualità, disegni, fotografie ) - programmazione dell acquisizione di abilità di autonomia e di gestione della socialità, oltre che cognitive - spiegazione ai compagni delle caratteristiche della comunicazione dell alunno disabile e delle possibili spiegazioni di suoi comportamenti strani (paura per qualcosa, tentativo di comunicare vedi il bellissimo testo: Calimero e l amico speciale, di G. e M. Ippolito e M. Gambatesa, Ed. Pagot, Milano, 1999)
6 Le risorse specifiche attivabili A Milano Consulenza, ausili, materiali, formazione Centro Benedetta D Intino per la Comunicazione Aumentativa Alternativa CAA, via Sercognani 17 - Milano, tel , sito web: ANGSA, Associazione nazionale Genitori Soggetti Autistici, sede di Milano: Via Copernico , Milano, sito web: Sul web
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