Forme Di allevamento e tecniche Di Potatura nuovi orientamenti Per Gli impianti Di melo scelta Del materiale ViVaistico

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1 NUOVI ORIENTAMENTI PER GLI IMPIANTI DI MELO SCELTA DEL MATERIALE VIVAISTICO Il continuo miglioramento delle tecniche vivaistiche nella moltiplicazione delle piante da frutto ha portato all ottenimento di piante sempre più disposte ad una entrata in produzione precoce, con conseguente riduzione dei tempi di ammortamento del nuovo impianto. CARATTERISTICHE PREFERENZIALI La parte apicale della pianta deve essere ben lignificata (gemma apicale ferma) Per le varietà standard, i rami anticipati devono avere una lunghezza di almeno 30 cm ed essere inseriti ad un altezza minima da terra di cm. L angolo d inserimento deve essere aperto e il diametro non superiore al 30-40% del fusto Per le varietà appartenenti al gruppo Spur è preferibile che i rami anticipati, se presenti, siano di lunghezza ridotta Apparato radicale sano (assenza di marciumi o tumori), opportunamente proporzionato alla parte aerea, con radici di piccolo diametro e senza ferite dovute all espianto CARATTERISTICHE BASILARI Crescita eretta e lineare Saldatura integra all innesto Assenza di sintomi di disidratazione (raggrinzimento) Assenza di danni meccanici dovuti all estirpazione in vivaio Materiale non derivante da reinnesto di materiale non attecchito Materiale non derivante da stock invenduti nelle campagne precedenti (solo astoni) Materiale vivaistico uniforme Assenza di gravi ferite non cicatrizzate dovute a grandine e animali PRINCIPALI AVVERSITA CHE POSSONO COLPIRE LA PIANTA IN VIVAIO Si consiglia di porre molta attenzione nella scelta del materiale vivaistico, pretendendo che non siano presenti patologie particolari, quali: Nectria galligena agente causale del cancro corticale del melo (colpisce fusto e rametti) Phytophthora cactorum agente causale di marciume del colletto (colpisce il colletto delle piante) Zeuzera pyrina: rodilegno giallo (attacca il fusto e rami) Cossus cossus: rodilegno rosso (attacca il fusto e rami) Tumore batterico dei fruttiferi (colpisce le radici) Cocciniglia di S. Josè (colpisce fusto, rametti e frutti) Sesia (colpisce la parte bassa del fusto in corrispondenza del callo di innesto) DENSITA DELL IMPIANTO I portinnesti di riferimento sono quelli che meglio rappresentano le tipologie di maggiore e minore vigoria e per la loro scelta si rimanda al capitolo varietà e portainnesti consigliati. Nella scelta della distanza d impianto si dovrà tenere conto della fertilità del terreno, dell eventuale situazione di reimpianto, dell esistenza dell impianto di irrigazione localizzata: tali fattori determinano una variazione del (+/-) 10% sulle distanze riportate in tabella. 155

2 Tab. 1: Combinazione varietà, portainnesto e relativo sesto d impianto consigliato VARIETA PORTAINNESTO SESTO D IMPIANTO (m) N piante/ha Gala M 9 4 x Golden Delicious M 9 4 x Fuji M x Red Delicious (Standard) Red Delicious (Spur) M 9 Supporter 4 Pi80* M 26 - MM 106 Supporter 4 Pi80* 4 x x x Braeburn M 9 4 x Ambrosia M 9 4 x FORME DI ALLEVAMENTO E POTATURA DEL MELO CRITERI PER LA SCELTA DELLA FORMA DI ALLEVAMENTO Deve esulare da canoni estetici e da tendenze del momento Essere di facile esecuzione Essere economica Consentire una buona penetrazione della luce Essere predisposta a tutte le operazioni colturali Adattabile all impianto antigrandine La forma che tutt ora meglio risponde, nella nostra realtà, a questi requisiti sopra esposti prende ispirazione dal cosiddetto solaxe ideato dal ricercatore Jean Marie Lespinasse con alcuni adattamenti dettati da esigenze pratiche del nostro territorio e che chiameremo solaxe modificato. Questa forma ben si adatta a tutte le varietà standard (non alle Red delicious Spur e al gruppo Braeburn), l unico suo limite risulta quello di non consentire il passaggio della macchina per il diradamento meccanico per il quale è preferibile orientarsi verso una forma di allevamento in parete, in alternativa, di apportare qualche modifica riducendo ad esempio le branche troppo vigorose verso l interfila. Fig. 1 Forma di allevamento solaxe 156

3 CONCETTI FONDAMENTALI PER LA CONDUZIONE DELLA PIANTA In modo schematico sono di seguito descritti i punti essenziali per il controllo della fruttificazione evidenziati nella figura 1: 1. Favorire una ramificazione alta, evitando le strutture troppo basse, per assicurare un buon sviluppo delle branche fruttifere. Ciò si ottiene eliminando gradualmente i rami bassi iniziando dal momento dell impianto 2. Piegare le branche fruttifere per anticipare l induzione fiorale e favorire il rivestimento di fruttificazioni secondarie. Modulare il numero e l intensità delle piegature in base alla vigoria della pianta. 3. Controllare lo sviluppo dell albero e del suo equilibrio con la piegatura della cima e il mantenimento della totalità della ramificazione 4. Sulle formazioni fruttifere: mantenere un certo numero dei brindilli dorsali con gemma apicale a fiore necessari per il ringiovanimento delle stesse (rinnovi) 5. Controllare la densità dei punti di fruttificazione attraverso l eliminazione di parte delle gemme (extinction) cercando di distribuire in modo equilibrato il carico produttivo e la spinta vegetativa 6. Privilegiare i punti di fruttificazione che si sviluppano nella parte periferica della ramificazione, eliminare gradualmente le formazioni fiorali poste nella parte interna della pianta (conduite centrifuge) mantenendo la complessità della branca RACCOMANDAZIONI ALL IMPIANTO RISPETTARE L ALTEZZA DEL PUNTO D INNESTO Durante la messa a dimora degli astoni, è importante rispettare un altezza minima di cm tra il suolo e il punto d innesto, condizione importante per la futura omogeneità del frutteto (fig. 2). Un punto d innesto troppo basso può favorire nel corso degli anni l affrancamento e il conseguente aumento del vigore vegetativo, gravando sulla qualità della produzione futura. Al contrario un punto d innesto troppo alto può provocare un blocco dell accrescimento della pianta. In caso di reimpianto mantenere il punto d innesto più prossimo al terreno. Fig. 2 Altezza corretta del punto d innesto EPOCA D IMPIANTO E LEGATURE AI FILI DI SOSTEGNO Quando è possibile preferire la messa a dimora delle piante in autunno in modo da consentire un rapido sviluppo delle radici necessarie a sostenere e sostentare la parte epigea della pianta. Si raccomanda di garantire alle piante un adeguato apporto idrico in caso di periodi siccitosi seguenti la realizzazione dell impianto. È importante la legatura delle giovani piante per evitare che il vento le scuota troppo, penalizzando l inizio dell attività delle giovani radici. 157

4 GESTIONE DEI RAMI ANTICIPATI Devono essere eliminati i rami anticipati troppo bassi (al di sotto del metro) e quelli di vigore uguale o superiore all asse centrale (fig. 3 e 4). In situazioni di elevato vigore (gruppo Fuji), è consigliabile lasciare qualche ramo in più alla base allo scopo di meglio controllare la spinta vegetativa verso l alto. Conservare gli anticipati aventi la stessa età dell astone permette di ottenere una produzione di qualche chilogrammo di mele al 2 anno, ma spesso con la conseguenza di un futuro disequilibrio della pianta. In caso di piante deboli è preferibile eliminare qualche ramo praticando una spuntatura su quelli rimasti ad 1/3 della loro lunghezza. Tenendo conto delle principali varietà coltivate nel nostro areale, le forme di allevamento consigliate si possono ridurre alle seguenti: Forma di allevamento solaxe modificato : asse verticale con piegatura della cima. Sono comprese tutte le varietà di buona vigoria (Gala, Golden Delicious, Red Delicious Standard, Fuji,Braeburn ecc.) Fuso - Asse verticale (Red Delicious Spur) Fig. 3 Astone completo di tutti i rami FORMA DI ALLEVAMENTO SOLAXE MODIFICATO : Golden delicious, Gala, Red delicious standard, Fuji PRIMI DUE ANNI D IMPIANTO Favorire lo sviluppo dell asse centrale e piegare le branche È importante che il primo anno non ci sia una produzione e che il secondo anno la pianta non venga sovraccaricata. Continuare la legatura dell astone ai fili superiori, iniziata già dalle prime fasi d impianto, e conservare le nuove ramificazioni eliminando quelle troppo vigorose o mal inserite. Piegare le ramificazioni al di sotto dell orizzontale, circa 110 rispetto alla verticale, per anticipare l induzione fiorale nella parte apicale del ramo. Su varietà Red Delicious standard (Jeromine in particolare), limitare Fig. 4 Risultato ottenuto con l eliminazione dei rami anticipati bassi rami l angolo di apertura delle branche a 90 ; valori maggiori determinerebbero un completo arresto dell apice con eccessivo sviluppo di rami dorsali. La piegatura deve essere realizzata possibilmente all inizio dell autunno o al più tardi in primavera, alla ripresa vegetativa, su branche che abbiano raggiunto una lunghezza superiore ai 60 cm o meglio quando la loro lunghezza abbia superato la metà della distanza che intercorre tra due piante. Evitare la piegatura delle branche lungo il filare, ma disporle verso l esterno, tra i filari, per favorire una migliore penetrazione della 158

5 luce (fig. 5). Per dare alle branche il giusto angolo di curvatura si consiglia l utilizzo di un filo di ferro di 1,5 mm di diametro e di lunghezza variabile secondo l esigenza oppure di un legaccio degradabile in breve tempo (nastro per pacchi). Di norma si consiglia di non piegare più di 3 o 4 ramificazioni per pianta, poiché la piegatura di tutte le branche penalizzerebbe il volume produttivo dell albero. Ovviamente più la pianta è vigorosa e più branche verranno piegate (fig. 6). Durante il periodo estivo (giugno-luglio) risulta molto efficace l eliminazione di eventuali ricacci vegetativi che si sono formati sul dorso delle branche in corrispondenza delle piegature. Ritardare questa operazione provoca degli squilibri vegetativi alla pianta, mentre l eliminazione in verde dei ricacci favorisce uno sviluppo più equilibrato della ramificazione fruttifera (fig. Fig. 5 Visione dall alto, orientamento delle branche fruttifere Fig. 6 Piegatura delle branche Fig. 7 Eliminazione in estate dei ricacci 7). Gli eventuali ricacci formatisi in posizione laterale alla branca, se non troppo vigorosi, possono essere mantenuti per favorire la formazione di una ramificazione complessa. 3 ANNO DEL FRUTTETO Piegatura delle branche e della cima Si continua con le operazioni di piegatura delle branche più vigorose. La piegatura della cima migliora l equilibrio generale dell albero. Ecco perché quando la cima supera di circa cm l ultimo filo di sostegno, occorre piegarla con un arco ampio, evitando in modo assoluto piegature orizzontali (fig. 8). In alcune varietà non è sempre necessario forzare la piegatura poiché le cime piegano da sole con il peso dei frutti. È sempre importante l eliminazione, durante il periodo estivo, degli eventuali ricacci vegetativi che si sono formati sul dorso delle branche in corrispondenza delle piegature. Fig. 8 Piegatura della cima 159

6 4 ANNO DEL FRUTTETO Piegatura branche e creazione del camino centrale e extinction 1 (d) Continuano le operazioni di piegatura delle branche più vigorose che non fletteranno a sufficienza sotto il peso dei frutti. È sempre importante, per mantenere l equilibrio della pianta, l eliminazione degli eventuali ricacci sul dorso delle branche e della cima. Un elemento molto importante della conduite centrifuge è la luce, fattore indispensabile che garantisce la perennità, l autonomia e la qualità dei punti di fruttificazione. Per questo motivo, durante il riposo vegetativo, si provvederà a creare un camino di luce nella parte centrale della pianta asportando le lamburde dell asse centrale e quelle poste Fig. 9 Camino centrale nei primi cm dal punto d inserzione delle branche con il tronco. Questa operazione, creando una zona senza vegetazione intorno al tronco, permette alla luce di penetrare anche nelle parti più basse ed interne della pianta (fig. 9). 160 Il 4 anno, secondo le varietà e se non ci sono stati problemi durante la formazione delle piante, corrisponde al raggiungimento della piena produzione. L assenza di tagli di ritorno sulla ramificazione porta all invecchiamento delle branche e all aumento nel tempo del numero di punti di fruttificazione (lamburde, brindilli ecc.). In questa fase diventa dunque importante intervenire sulla pianta per regolare il rapporto tra produzione e accrescimento ed evitare di incorrere in fenomeni di alternanza e comunque in produzioni eccessive che penalizzerebbero la qualità dei frutti. Per mantenere un buon equilibrio fisiologico della pianta non verranno effettuati dei tagli di rinnovo sulla ramificazione fruttifera; salvo naturalmente eliminare quelle formazioni fruttifere ormai esaurite e procombenti (fig. 10). Prendendo in considerazione il comportamento naturale delle diverse varietà, s interverrà, invece, con l extinction artificiale che permette di controllare al meglio l accrescimento vegetativo e la densità dei punti di fruttificazione. In poche parole si effettuerà un diradamento degli organi fruttiferi. Quest operazione sarà realizzata manualmente solo sulle branche piegate sotto l orizzontale e ben equilibrate, iniziando con l eliminazione di tutte le lamburde più deboli e sistematicamente di tutte quelle che si sono sviluppate sotto la ramificazione, perché poco esposte alla luce e perché producono frutti di scarsa qualità. Nel caso non si volesse applicare questa 1 Eliminazione artificiale delle lamburde. Potatura praticata direttamente sugli organi fruttiferi. Fig. 10 Esecuzione dell extinction su branca fruttifera Fig. 11 Potatura di diradamento eseguita con forbici

7 procedura si potrà praticare una potatura di diradamento con le forbici escludendo però quelle pneumatiche (fig. 11). CASI PARTICOLARI JEROMINE (Red Delicious Standard) Il comportamento di questa varietà, al momento la più diffusa fra le Red Delicious Standard, può essere assimilato a quello di Gala e Golden, pertanto valgono le indicazioni fornite per questi gruppi varietali. Tuttavia tenendo conto della maggior sensibilità di questa varietà alla butteratura amara si raccomanda di limitare l eccessiva pulizia di formazioni fruttifere come invece avviene per le altre varietà. Si sconsiglia inoltre di effettuare piegature dei rami troppo accentuate che condurrebbero al loro esaurimento. Sulle piante più vigorose sulle quali si dovranno asportare delle branche mal inserite o in numero eccessivo è consigliabile eliminarle mediante lo strappo (fig. 12), questa operazione va però evitata su piante deboli onde evitare eccessivi indebolimenti. Per quanto riguarda la gestione della cima continuare nella piegatura della stessa con lo scopo di mantenere l equilibrio generale della pianta. Fig. 12 Risultato ottenuto con l eliminazione di una grossa branca mediante la tecnica dello strappo Fig. 13a Raccorciamento su brindillo (prima) Fig. 13b Raccorciamento su brindillo (dopo) GRUPPO FUJI La gestione delle varietà appartenenti a questo gruppo è del tutto riconducibile a quanto riportato al paragrafo dedicato alla forma solaxe modificato. Vi sono poi una serie di accorgimenti che permettono di meglio gestire l eccesso di vigoria caratterizzante questa cultivar, quali ad esempio: Al momento dell impianto mantenere il più possibile il portainnesto al di sopra del piano di campagna Mantenimento di branche un po più vigorose nella parte bassa della pianta per limitarne il portamento acropeto Gestione oculata del carico produttivo in fase di allevamento: nelle piante con vigoria scarsa, oltre al primo anno, eliminare altresì la produzione del secondo al fine di favorire la formazione di punti a frutto su legno di età diverse Concentrare le operazioni di potatura in prossimità della fioritura al fine di riconoscere facilmente le gemme fiorali e modulare di conseguenza l intensità e le modalità degli interventi di taglio Mantenere il più possibile la complessità delle branche evitando tagli di ritorno che provo- 161

8 162 FORME DI ALLEVAMENTO E TECNICHE DI POTATURA cherebbero riscoppi vegetativi importanti (fig. 14a 14b) E possibile, anzi raccomandabile, applicare il diradamento meccanico al fine di regolare il carico produttivo a partire dalla fase della fioritura. Eventuali raccorciamenti e tagli di semplificazione vanno eseguiti nel periodo estivo In caso d impianti molto vigorosi è consigliabile eseguire il taglio radicale a giugno. AMBROSIA* Nella fase di allevamento valgono le indicazioni riportate sopra per il solaxe modificato (fig. 15a 15 b). Nella fase di produzione è fondamentale favorire l esposizione dei frutti alla luce eliminando eventuali rami ombreggianti, risulta quindi necessario: procedere con la formazione del camino centrale distanziare opportunamente le branche di almeno cm una dall altra. Nel corso della potatura secca, in presenza di frutteti con un buon equilibrio vegeto produttivo, è possibile eseguire tagli di ritorno su legno di due o più anni in prossimità di una lamburda. Tale operazione è da evitare nel caso d impianti molto vigorosi dove si consiglia di mantenere le branche lunghe; in quest ultimo caso, eventuali raccorciamenti sono da effettuarsi nel mese di giugno quando la risposta della pianta, in piena vegetazione, risulta controllata. Le operazioni di potatura verde sono da eseguirsi entro il mese di Fig. 14a Gestione di ramo produttivo (prima) Fig. 15a Gestione di ramo produttivo (prima) giugno onde evitare eventuali danni da colpo di sole. Fig. 14a Gestione di ramo produttivo (dopo) Fig. 15a Gestione di ramo produttivo (dopo) GRUPPO BRAEBURN Nella fase di allevamento, la procedura consigliata per il gruppo Gala e Golden può ritenersi valida anche per questo gruppo mentre la potatura di produzione dovrà essere attuata tenendo conto della elevata potenzialità produttiva anche sui rami di un anno. Per tale motivo la potatura di produzione dovrà essere attuata effettuando raccorciamenti su ramo di due anni su una gemma a fiore. Su piante in piena produzione si dovranno effettuare accorciamenti anche sui rami dell anno al fine di ridurre l elevato potenziale produttivo. In alternativa, nel caso si volesse effettuare la pra-

9 tica dell extinction su questo gruppo varietale, si dovrà operare esclusivamente da inizio fioritura quando cioè sia ben definito il reale potenziale produttivo, diversamente si rischierà di lasciare un numero di gemme a fiore troppo elevato, in considerazione della difficoltà nel disporre di prodotti efficaci per il diradamento chimico. FUSO: GRUPPO RED DELICIOUS SPUR FASE DI ALLEVAMENTO In questa fase si devono eliminare le branche troppo vigorose che potrebbero concorrere con l asse centrale della pianta e nel caso limite portarlo ad esaurimento. I rami anticipati non devono essere raccorciati e le piegature limitate al minimo al fine di evitare un esaurimento della parte apicale degli stessi. La cima non deve essere soggetta né a tagli di ritorno né a piegatura nel rispetto del portamento basipeto di questo gruppo. In caso di piante molto deboli con eccessiva presenza di gemme a fiore è indispensabile praticare un energica loro asportazione mediante extinction. FASE DI PRODUZIONE Continuare il controllo e l eventuale asportazione di branche troppo vigorose sia alla base della pianta (fig. 16a 16b) ma in particolare di quelle concorrenti con la cima. In presenza di branche che non manifestano ancora segni di esaurimento è proponibile non intervenire lasciandole integre ma semplificandone il carico di gemme praticando anche in questo caso l extinction. Appena però le branche presentano segni di invecchiamento con formazione delle cosiddette zampe di gallo è possibile intervenire con accorciamenti (fig. 17a 17b). Questi tagli devono essere effettuati sempre in corrispondenza di lamburde e mai su brindilli i quali se stimolati diventerebbero troppo vigorosi. Quando ci si trova di fronte a branche che sono state accorciate e dalle quali si sono sviluppati ricacci vigorosi si deve procedere con una piegatura in modo da limitare la vigoria e favorire l emissione di nuove gemme a fiore sul ricaccio. Per quanto riguarda la gestione della cima, tenendo sempre conto dell andamento basipeto di questo gruppo, si deve agire effettuando dei tagli di semplificazione tralasciando le operazioni di piegatura. Fig. 16a Eliminazione di branche basali troppo vigorose (prima) Fig. 17a Semplificazione di un ramo a zampe di gallo (prima) Fig. 16b Eliminazione di branche basali troppo vigorose (dopo) Fig. 17b Semplificazione di un ramo a zampe di gallo (dopo) 163

10 Fig. 18a Pianta da potare (Red Delicious spur) Fig. 18b Pianta correttamente potata CARATTERISTICHE DELL IMPIANTO Tab. 2: portainnesti e sesti d impianto consigliati LA POTATURA NEL SISTEMA DI ALLEVAMENTO BIASSE DEL MELO Negli ultimi anni gli impianti realizzati con astoni bi-cauli preformati (Bibaum ) sono risultati in deciso aumento. Si tratta di un innovazione vivaistica che permette di ottenere una forma in parete la cui gestione, in particolare per la fase di produzione pare essere molto semplificata. Dato il periodo relativamente breve d introduzione nel nostro areale, non oltre a quattro anni, è al momento impossibile fornire indicazioni nel lungo periodo sulla validità di questa nuova forma di allevamento: tuttavia, le osservazioni di questi primi anni, ci consentono di delineare i seguenti punti fondamentali. Distanza fra le piante (m) Distanza tra le file (m) N piante/ha Red Spur e Standard Gala Fuji PORTAINNESTI CONSIGLIATI Per tutte le varietà standard si consiglia di utilizzare i cloni del Gruppo M9. Per le spur l MM 106 e M 26 NAK-T per la Jeromine. FASE DI ALLEVAMENTO 1. devono essere eliminati i rami troppo vigorosi i quali ostacolerebbero eccessivamente lo sviluppo dell asse e, nei casi estremi, ne determinerebbero il suo esaurimento: indicativamente vanno asportati quelli con calibro uguale o superiore del 50 % a quello dell astone 2. la cima non deve essere spuntata ma lasciata libera di crescere fino al raggiungimento dell ultimo filo 3. man mano che la pianta cresce è necessario procedere con una legatura progressiva dei 2 assi ai fili di sostegno 4. non è necessaria la legatura dei rami in quanto quelli lasciati sono di piccolo calibro. 164

11 FASE DI PRODUZIONE 1. come nella fase di allevamento annualmente vanno eliminate le branche più grosse (fig. 19a 19b) in modo da favorire i brindilli presenti sull asse i quali permettono di mantenere una forma in parete e garantire la produzione migliore. I tagli non devono essere eseguiti rasi ma è necessario mantenere uno sperone dal quale si svilupperà successivamente un nuovo getto di sostituzione a quello eliminato (fig. 20). Fig. 20 Sviluppo di un ramo produttivo a seguito dell eliminazione totale di una branca lasciando uno sperone Fig. 19a Eliminazione di branche vigorose (prima) Fig. 19b Eliminazione di branche vigorose (dopo) 2. I rami produttivi in via di esaurimento vanno raccorciati di 1/3 della loro lunghezza effettuando un taglio su una gemma a fiore (fig. 21a 21b): così facendo si rinvigorisce l intera branca, evitandone l esaurimento, e si mantiene inalterata la produttività della branca. Fig. 21a Gestione di un ramo produttivo (prima) Fig. 21b Gestione di un ramo produttivo (dopo) Fig. 22 Eliminazione di rami assurgenti 3. eventuali succhioni assurgenti presenti su branche di media vigoria vanno opportunamente eliminati (fig. 22). 4. in situazione di scarsa vigoria è consigliabile procedere all eliminazione delle gemme (exctinction) che consente un irrobustimento dei rami esauriti e il mantenimento di una soddisfacente pezzatura dei frutti. 5. quando la pianta ha raggiunto l ultimo filo, per evitare l eventuale inserimento dell apice della pianta stessa nella rete antigrandine, procedere con una cimatura estiva (metà giugno) a 20 cm sotto la rete stessa (fig. 23). 165

12 ERRORI DA EVITARE Una scorretta gestione della pianta durante i primi anni di allevamento può causare la formazione di branche troppo vigorose le quali, da un lato andrebbero a sottrarre linfa al resto della pianta e dall altro ostacolerebbero la penetrazione della luce ai rami sottostanti, con la conseguenza di uno squilibrio generale della pianta che si manifesta con la mancanza di nuovi rami da utilizzare per sostituire quelli che andranno in esaurimento. Sia in allevamento sia nella fase di produzione sono da evitare raccorciamenti eccessivi (fig. 24) su branche vigorose in quanto causerebbero, a ripresa vegetativa avvenuta, l emissione di getti vigorosi non produttivi; in questi casi è opportuno procedere all eliminazione dell intera branca come consigliato in precedenza. Fig. 23 Corretta gestione della cima Fig. 24 Gestione errata di branche vigorose Tab 2: Pro e contro relativamente alla forma di allevamento biasse PREGI limiti non sono necessarie legature nella fase di allevamento la vigoria delle piante risulta più contenuta rispetto alla forma di allevamento ad un solo asse. Di conseguenza si ottiene: una miglior accessibilità nel meleto una riduzione dei tempi necessari per le operazioni di potatura una migliore distribuzione dei prodotti nel corso dell esecuzione dei trattamenti data la ripartizione della vigoria delle piante nei 2 assi tale forma di allevamento risulta particolarmente interessante per alcune varietà quali quelle appartenenti al gruppo Fuji, notoriamente più vigorose. la colorazione dei frutti risulta favorita dalla migliore esposizione alla luce risulta una forma idonea per l esecuzione del diradamento meccanico nella fase di allevamento la produzione complessiva risulta essere maggiore rispetto alla forma tradizionale. si ha una riduzione del numero degli stacchi nel corso delle operazioni di raccolta: già al primo passaggio risulta possibile asportare più del 60 % della produzione presente il costo da sostenere per la realizzazione di un nuovo meleto risulta superiore di circa il 20 % rispetto al classico impianto ad un solo asse, dato il maggior costo degli astoni bicauli. Anche se in parte compensata dalla minore densità d impianto. Risulta inoltre necessario aumentare il numero di fili di ferro al fine di garantire un corretto sviluppo rettilineo degli assi il diradamento, in particolare quello chimico, gioca un ruolo fondamentale! Infatti, se il carico risulta troppo elevato si rischia di provocare il rapido esaurimento delle branche fruttifere. Si tenga presente che generalmente l effetto del diradamento chimico risulta essere più accentuato. in terreni poveri o in caso di reimpianti le piante dovranno essere particolarmente seguite in quanto più esposte a rischio di deperimento su alcune varietà bicolori è stata osservata un incidenza maggiore di danni da colpo di sole in quanto maggiore è l esposizione dei frutti. 166

13 Fig. 25 Ambrosia doppio asse al primo anno prima della potatura Fig. 26 Ambrosia doppio asse al primo anno dopo la potatura 167

14 NUOVI ORIENTAMENTI PER GLI IMPIANTI DI PERO CARATTERISTICHE PEDOLOGICHE IDONEE ALL IMPIANTO DEL PERO Al momento della progettazione di un impianto di pero risulta necessario valutare con molta attenzione le caratteristiche chimico - fisiche del terreno. Infatti, a differenza del melo, non tutti i terreni sono idonei ad accogliere questa specie e pertanto si rischia d incorrere, già a partire dai primi anni, a una serie di problemi che condurranno al deperimento di numerose piante. Tra le caratteristiche fisiche la tessitura gioca un ruolo determinante: infatti, è necessario avere a disposizione suoli di medio impasto, evitando quelli troppo compatti o eccessivamente ricchi di scheletro. Un contenuto di almeno % si sostanza organica rappresenta la premessa per assicurare un buon sviluppo delle giovani piante. FORME DI ALLEVAMENTO E POTATURA DEL PERO Il pero è una specie acrotona; produce molti succhioni e rami verticali. Le forme che meglio si addicono sono: Palmetta Fusetto Doppio asse PALMETTA Nella forma moderna di palmetta semilibera (fig.1), dopo aver impostato il primo palco di branche, l asse non viene più raccorciato lasciando che si rivesta di una serie di branchette laterali non troppo vigorose che verranno periodicamente rinnovate eccetto quelle che formeranno i palchi permanenti. La classica forma in parete va oggi interpretata per limitare al minimo la potatura di allevamento e quindi la fase improduttiva. Per impianti a palmetta si consiglia di utilizzare astoni di altezza non superiore a 110 cm i cui rami anticipati saranno raccorciati all impianto. Per assicurare la formazione del primo palco di branche principali è conveniente raccorciare l asse centrale all altezza di cm. Sesto d impianto: m x m Fig. 1 Forma di allevamento a palmetta 168 FUSETTO In questa forma di allevamento (fig. 2) la struttura principale è costituita da un asse centrale sul quale sono inserite 4-6 branche laterali inclinate di circa gradi distanziate tra di loro di cm. Per anticipare l entrata in produzione e facilitare la formazione della pianta è consigliabile utilizzare astoni ben ramificati con 6 rami laterali o più aventi un angolo d inserzione aperto, lignificati e di sufficiente sviluppo (25-50 cm) i quali saranno speronati all impianto, Fig. 2 Forma di allevamento a fusetto

15 eccetto quelli a inserzione stretta e vigorosi che saranno aperti con tutti gli altri nel mese di maggio onde evitare l emissione di ricacci dorsali. Sesto d impianto: m x m Utilizzando astoni ben preparati la potatura del fusetto nei primi anni è limitata al minimo e la pianta può iniziare precocemente a differenziare gemme a fiore. DOPPIO ASSE Questa forma di allevamento, come per il melo, è stata ideata per meglio controllare la vigoria delle piante attraverso la ripartizione della spinta vegetativa su 2 assi e per anticipare l entrata in produzione. Gli astoni sul mercato sono già preparati e vengono commercializzati sotto il marchio registrato di bibaum (fig. 3). Sesto d impianto: x m POTATURA DI ALLEVAMENTO REGOLE GENERALI Già dai primi anni è importante privilegiare le formazioni alla base per mantenere anche nel futuro un buon rivestimento: si raccomanda di evitare tagli rasi al tronco (salvo non si desideri l emissione di nuovi germogli) lasciando sempre degli speroni (tagli a becco di luccio (fig. 4)) mantenendo un opportuna distanza di 50 cm fra un ramo e l altro. Nella parte alta non eseguire tagli a becco di luccio! Si riportano di seguito alcune indicazioni dei principali interventi da eseguire per i diversi sistemi d impianto. PALMETTA Per la realizzazione della palmetta non è indispensabile utilizzare astoni ramificati (fig. 5). Con astoni di tipo standard conviene speronare i rami idonei alla formazione della struttura. Per uniformare la partenza delle piante è necessario raccorciare l asse centrale all altezza di cm al fine di assicurare uno sviluppo uniforme della pianta e la corretta formazione del primo palco di branche. (fig. 6). Al 2 e 3 anno si consiglia di allevare l asse centrale a tutta cima senza più alcuna ribattitura. Fig. 5 La forma di allevamento a palmetta in un giovane pereto Fig. 3 Forma di allevamento a biasse Fig. 4 Taglio a becco di luccio (Foto Fondazione Navarra) Fig. 6 Ribattitura dell astone a cm 169

16 FUSETTO Per la corretta impostazione di questa forma di allevamento è necessario eliminare i rami laterali troppo sviluppati (diametro maggiore di 1:2 rispetto al centrale), quelli con angolo d inserzione stretto e quelli concorrenti della cima (fig. 7). Durante la fase di allevamento (dal II anno) è fondamentale mantenere sempre la cima della pianta leggera, eliminando eventuali rami laterali troppo vigorosi. I rami prescelti a formare le branche basali del fusetto possono essere raccorciati a cm dall apice per stimolarne la crescita (fig. 8). DOPPIO ASSE Innanzi tutto, procedere con l eliminazione di eventuali rami in posizione di concorrenza con uno dei due assi. Nel caso di piante che presentano una disformità tra i due assi si consiglia di raccorciare il più debole per stimolarne la crescita e favorire il ristabilimento dell equilibrio (fig. 9). Se nella parte bassa della pianta è presente qualche ramo laterale troppo vigoroso (diametro maggiore di 1/3 rispetto all asse) procedere alla sua rimozione (fig. 10). Per stimolare la crescita dei rami laterali può essere utile eseguire un loro raccorciamento a cm dall apice. Si ricorda che, sia in allevamento sia nella fase di produzione, risulta molto importante procedere alla pulizia della parte interna degli assi al fine di non avere branche produttive nella zona d ombra. Fig. 7 Eliminazione di un ramo concorrente con la cima Fig. 8 Raccorciamento dei rami prescelti al fine di stimolarne la crescita Fig. 9 Raccorciamento dell asse più debole Fig. 10 Eliminazione di rami troppo vigorosi 170

17 POTATURA DI PRODUZIONE: CRITERI GENERALI Di fondamentale importanza, come già detto nella potatura di allevamento, è il mantenimento dello sviluppo basipeto delle piante cercando di lasciare le branche fruttifere richiamandole nella zona basale. E buona norma mantenere degli speroni nella zona medio bassa della pianta per favorire il rinnovo vegetativo. Questa pratica non è invece consigliata nella zona apicale della pianta dove i tagli saranno rasi al tronco onde evitare la formazione del così detto cappello. Nel pero, la produzione migliore si ottiene su rami di 3 e 4 anni. Questi rami, se ben gestiti attraverso un opportuno diradamento delle gemme in eccesso, producono frutta di qualità, non vanno in alternanza e permettono di mantenere il giusto rapporto tra produzione e rinnovo vegetativo. PER FAVORIRE LEGNO GIOVANE LA POTATURA DEL PERO SEGUE UNO SCHEMA BEN PRECISO Ramo di 1 anno I rami di un anno, di norma, sono improduttivi sulle varietà tardive. Essi differiscono nel comportamento fisiologico dal tipo di gemma apicale. Infatti, se quest ultima è a fiore al 2 anno produrrà fiori/frutti nella parte più basale del ramo, diversamente, se è a legno, produrrà fiori/frutti nella parte più distale. Rami di un anno verticali, esili e lunghi anche 2 metri vanno eliminati. Risulta invece necessario conservare integri quelli di misura e diametro appropriati ( cm) in quanto al 2 anno si curveranno, sotto il peso della stessa vegetazione, e si rivestiranno di lamburde fruttifere. Se necessario, si può operare un leggero diradamento di questi rametti privilegiando quelli più prossimi al tronco. Ramo di 2 anni Le lamburde di rivestimento sono, di norma, in eccesso; è necessario perciò accorciare il ramo (con un ritorno su una lamburda o brindillo) per avere una produzione di buona pezzatura. Il raccorciamento va fatto lasciando un numero di gemme opportunamente proporzionate al calibro del ramo. Le lamburde più prossime al taglio daranno frutti di ottima qualità mentre si differenzieranno a fiore quelle più prossime all inserzione del ramo, queste daranno frutti l anno successivo (fig ). Fig. 11 Taglio di raccorciamento su lamburda Fig. 12 Risultato in estate del taglio su lamburda Ramo di 3 anni Questi rami (che in pratica sono branchette) hanno prodotto le lamburde vicine al taglio effettuato il secondo anno, mentre si sono differenziate lamburde a fiore nella parte più prossima all inserzione: sulle branchette più deboli provvedere ad un taglio di ritorno per favorire il rinnovo vegetativo. 171

18 Ramo di 4 anni La produzione di qualità si sposta sui prolungamenti più giovani, che si troveranno sempre più distanti dal tronco: è quindi necessaria l asportazione del ramo lasciando uno sperone per il rinnovo. Su piante invecchiate, che presentano molte zampe di gallo è necessario procedere ad un drastico loro diradamento, eliminandone anche l 80 % o semplificandole. REGOLE DI POTATURA Da quanto detto si possono ricavare schematicamente le seguenti regole: più il ramo è vecchio più i tagli devono essere drastici: il ramo di 1 anno si lascia intero il ramo di 2 anni va cimato su una gemma a fiore il ramo di 3 anni va raccorciato in maniera più drastica lasciando un rinnovo dal quarto anno si dovrà stimolare la branca o con l extinction o con una speronatura. mantenere la vegetazione (e la produzione) più vicina al tronco: rami troppo lunghi creano zone d ombra in cui non si sviluppano buoni frutti. Con i tagli di ritorno è necessario privilegiare porzioni di ramo che portino rametti di 1 anno prossimi al tronco e lamburde nella parte distale. In mancanza di rametti prossimali si può speronare un ramo di 3 4 anni molto vicino al tronco per assicurare un buon rinnovo. evitare la formazione del cappello nella parte apicale nel caso di formazioni più esaurite si dovrà praticare una potatura più energica. Alcuni rami portano decine di fiori (soprattutto su Abate) che difficilmente possono allegare, per una buona produzione è necessario proporzionare il numero di gemme al calibro del ramo (3 5 gemme per un ramo debole, 8 10 per un ramo vigoroso) Spesso sul pero non tutte le gemme sono fertili, conviene allora aspettare che le gemme siano gonfie prima di potare. Si può così capire se lasciare il ramo più o meno lungo, specialmente sulla varietà William. POTATURA DI PRODUZIONE SULLE PRINCIPALI VARIETÀ DI PERO ALLEVATE IN PIEMONTE ABATE (esige un rinnovo di media intensità) A fronte di una fioritura abbondante sono noti i problemi legati all allegagione dei frutticini di questa cultivar. Risulta necessario perciò eliminare più del 50 % delle gemme miste raccorciando tutti i rami di 2-3 anni, con ritorni e speronature che lascino solo 3 4 lamburde. Si diradano drasticamente le zampe di gallo o si semplificano onde evitare produzioni di scarsa qualità. La pianta tende a spogliarsi nella parte bassa per cui si consiglia di non esitare a richiami su rami dell anno. CONFERENCE (esige un rinnovo di media intensità) Produce soprattutto su legno di 3 anni. E fertilissima ma ha problemi di pezzatura, bisogna lasciare poche gemme asportandone 1/3 di quelle presenti. E necessario un diradamento manuale dopo allegagione. 172

19 WILLIAM (non esige un grande rinnovo) Non ha problemi di allegagione ma produce poche gemme a fiore. A differenza della maggior parte delle varietà, che producono essenzialmente su lamburde essa dà frutti anche su rami dell anno. Potatura più tardiva (verso fioritura) in modo da poter riconoscere agevolmente le gemme a frutto. Si tende a lasciare i rami lunghi in quanto la produzione è principalmente sulle gemme apicali senza però esagerare per non spostare tutta la produzione all esterno. KAISER (non esige un grande rinnovo) Potatura molto sporca: tagli di ritorno lunghi e diradamento branchette, mantenendo un buon numero di rami per il rinnovo. TAGLIO RADICALE PER IL CONTROLLO DELLA VIGORIA Questa pratica agronomica al momento risulta ancora in fase di messa a punto in quanto i risultati non sono sempre costanti. Dalle esperienze emiliane, che prevedono l esecuzione a fine febbraio marzo, è emerso che in alcuni casi si sono avuti buoni effetti con un ottimo contenimento della vigoria, in altri, si è arrivati addirittura al totale arresto dello sviluppo vegetativo delle piante con notevoli disagi anche produttivi anche negli anni successivi. 173

20 NUOVI ORIENTAMENTI PER GLI IMPIANTI DI PESCO SCELTA DEL MATERIALE VIVAISTICO LE POSSIBILITÀ CHE SI PRESENTANO PER L ESECUZIONE DI UN IMPIANTO SONO LE SEGUENTI: Gemma dormiente Pianta innestata in vivaio e successivamente trapiantata: è abbastanza economica, ma si possono verificare degli insuccessi sia per le fallanze fisiologiche degli innesti, sia per la mancanza di tempestività che si può verificare dalla fase di estirpo dal vivaio alla messa a dimora in campo a gemma già mossa. Periodo di messa a dimora consigliato: autunno al fine di garantire un miglior attecchimento Astone È il sistema che più si va diffondendo sia per la praticità che per la veloce entrata in produzione, pur essendo questo il più costoso. In genere si tratta di astoni di 1 anno, ma non mancano i casi di piante innestate a primavera e quindi di 7-8 mesi i così detti astoncini che presentano caratteristiche migliori. Vaso Utilizzato per impianti eseguiti in stagione avanzata (maggio). In questo caso si richiede una buona cura delle piante con particolare attenzione al trasporto, inoltre è indispensabile disporre di un impianto d irrigazione localizzata per impedire il collassamento delle piante. Fondamentale risulta la legatura della pianta ad un tutore quale una canna di bamboo a più altezze al fine di garantire una crescita corretta della freccia. FORME DI ALLEVAMENTO IN PIEMONTE ASSE COLONNARE Materiale di partenza: preferibilmente piante in vaso per la miglior disposizione dei rami anticipati, ma possono andare bene anche astoni e piante a gemma dormiente. Fig. 1 La forma ad Y longitudinale 174 Rappresenta un evoluzione del fusetto dove la distanza tra le piante era di 2,5 m. Con l asse colonnare si riduce la distanza a circa 1,5 m 1,60 m a seconda delle varietà. In questo modo la parte alta della pianta è mantenuta più aderente all asse senza perdere in Fig. 2a Asse colonare che presenta branche eccessivamente vigorose Fig. 2b Risultato della potatura con eliminazione delle formazioni vigorose

21 produttività mentre le branche basali risultano più corte e aperte. Nella parte inferiore la produzione avviene su branchette fruttifere inseri te direttamente sulle branche. Dalle recenti osservazioni si ritiene importante formare, già dal primo anno, 2-3 piccole sottobranche nella parte basale della pianta, mediante legature o torsioni di rami anticipati. Questo accorgimento ha lo scopo di formare da subito branche fruttifere perenni e di limitare la vigoria della specie che porta ad avere un rapido esaurimento delle formazioni fruttifere più vicine al suolo. Altresì importante è l eliminazione delle branche più vigorose, già a partire Fig. 3 Corretta gestione della cima con taglio di semplificazione dal primo anno d impianto, ed in particolare quelle poste nella parte alta della pianta, la cui presenza determinerebbe l ombreggiamento e quindi la morte dei rami posti nella parte inferiore (fig. 2a, 2b). L altezza definitiva si aggira su 3,5 m e si ottiene con un taglio di ritorno eseguito dalla fine del IV anno, comunque sempre sul legno di 2 anni (fig. 3); nel caso di alberi molto vigorosi il taglio può essere anticipato ad allegagione avvenuta (fine mag gio). FORME A DUE ASSI (Y longitudinale ad U con assi verticali) Materiale di partenza: preferibilmente da gemma dormiente; si parte da una sola gemma il cui germoglio viene in seguito cimato praticando una pinzatura (effetto Cydia molesta) in modo da favorire lo sviluppo di due gemme sottostanti che daranno origine alle due branche future. L utilizzo di entrambe le gemme innestate, in genere, determina un non uniforme sviluppo delle due branche. Nonostante questa difformità di vigoria tra i due assi non emergono particolari difficoltà di gestione e di produttività. Infatti, sia la Y sia la U ad oggi risultano le forme di allevamento più equilibrate la cui gestione risulta facilitata grazie alla costante presenza di branche fruttifere produttive nella parte più bassa della pianta, meno soggetta al fenomeno dell ombreggiamento che caratterizza, in molti casi, la forma di allevamento ad un solo asse. Inoltre, anche la gestione della cima risulta più agevole in quanto, grazie alla ripartizione della vigoria nei 2 assi, si riduce la possibilità di formazione del cappello, osservabile su varietà più vigorose allevate ad asse colonnare. Fig. 4 La forma ad U L impostazione della forma ad U ad assi verticali è in generale quella della Y longitudinale; si differenzia però per l andamento verticale e non obliquo delle due colonne (fig. 4). I pregi di questa forma sono la miglior intercettazione luminosa e il miglior utilizzo dello spazio disponibile per ciascun asse. Come difetto si ricorda l esecuzione un po complessa nei primi due anni d impianto, compensata però da un alleggerimento delle operazioni negli anni successivi. 175

22 Considerando che tale forma di allevamento riduce di circa il 50% della vigoria del singolo astone, si consiglia di valutare attentamente la varietà ed il portainnesto adeguato prima dell esecuzione del frutteto: varietà troppo deboli su portainnesti altrettanto meno vigorosi porterebbero ad un insuccesso dell intero impianto (Es. Alitop su Ishtara, Amiga su Ishtara, ecc) Punti fondamentali: Apertura delle due branche con fissaggio al I filo a 80 cm. Eliminazione di eventuali sotto branche troppo vigorose. Legatura della colonna al secondo filo, allo scopo di dare un andamento verticale e sostegno all asse ancora debole. FORME CONSIGLIATE E RELATIVI SESTI D IMPIANTI All atto della programmazione dell impianto è necessario tenere conto della giusta combinazione portinnesto/varietà e della fertilità del terreno, pertanto la scelta della forma di allevamento da adottare sarà in funzione di tali caratteristiche. Tab. 1: Combinazione vigoria - forma di allevamento PIANTE VIGOROSE E ASSURGENTI (Big Top, Diamond Ray, Nectareine, Nectariane Magique, Vista Rich, Summer Rich) Forma a candelabro, o in terreni meno fertili, quella ad U o Ipsilon (Y) PIANTE MEDIAMENTE VIGOROSE (Alitop, Gea, Orion, Sweet Red, Rome Star) PIANTE DEBOLI (Amiga, Nectaross) Forma ad U o Y in terreni meno fertili ad asse colonnare Asse colonnare Tab. 2: Forme di allevamento attualmente consigliate per il pesco Forma di allevamento Distanza fra piante (m) Distanza fra file (m) N piante/ha Asse colonnare 1,5 1,6 4,30 4, U 2 2,20 4 4, Y 2 2,20 4 4, Candelabro 2, , E prevista in ogni caso la messa in opera di impalcature di sostegno, ridotte peraltro a 1 palo ogni 20 m e alla stesura di 2 o 3 fili metallici. Ciò comporta un aggravio dei costi iniziali di impianto, ampiamente compensati però dal successivo contenimento dei costi di gestione. L adozione dell impalcatura si rende necessaria in quanto il precoce raggiungimento della forma definitiva fa sì che la pianta non sia in grado da sola di reggere il peso della produzione dei primi anni. Si sottolinea infine l importanza della potatura verde, che con l adozione di queste forme diventa una pratica essenziale, per favorire l equilibrio vegetativo tra le parti della chioma ed evitare l impoverimento eccessivo della parte inferiore della pianta.

23 LA POTATURA DEL PESCO Il pesco è una specie con portamento produttivo molto diverso dal melo (il pesco produce unicamente sul legno di 1 anno) e pertanto i principi di potatura adottati ed ormai affermati nel melo non possono venire trasferiti in blocco su questa specie anche perché ciascuna varietà, o meglio ogni gruppo varietale, presenta una sua tipologia di fruttificazione. PUNTI FONDAMENTALI PER LA POTATURA La forma di allevamento La forma adottata deve essere conseguente alla combinazione varietà/portainnesto e quindi alla vigoria della pianta Tipologia varietale Come già è stato accennato, nel pesco, per ottenere una produzione adeguata sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo, è fondamentale rispettare le caratteristiche produttive di ciascuna varietà le quali, per semplificazione sono state suddivise per gruppi (vedi tab. 2) Operazioni in verde I passaggi in verde sono fondamentali, ed il primo deve essere eseguito nella prima metà di giugno asportando anche manualmente i succhioni dorsali sorti in seguito ai tagli invernali. In epoca ancora precoce, generalmente entro la metà di luglio, si dovrà ricorrere alle torsioni di quelle branche basali assurgenti che intendiamo mantenere (fig. 5): va da sé che nel caso vi siano in alternativa rami migliori di minor calibro è preferibile mantenerli ed asportare i più vigorosi. L ultimo passaggio di potatura verde è infine rappresentato da quello di post raccolta di cui si è detto poco sopra. Fig. 5 Torsione estiva di un ramo vigoroso CORRETTA IMPOSTAZIONE DELLA PIANTA NELLA FASE DI ALLEVAMENTO Come noto, la selezione dei rami sin dalla fase dell impianto risulta di fondamentale importanza. Indipendentemente dalla forma di allevamento scelta devono essere eliminati senza indugio i rami con angolo d inserzione troppo stretto e quelli troppo vigorosi (come già detto precedentemente), in particolare nella parte alta della pianta: quest ultima operazione è fondamentale se si vogliono evitare situazioni future di ombreggiamento con conseguente impoverimento della zona inferiore della pianta. Nelle forme a due assi (Y, U) deve essere mantenuto un certo numero di rami con diametro inferiore alla metà di quello del fusto i quali diventeranno le future sottobranche. Per meglio regolare il loro sviluppo si eviti il ricorso a distanziatori (troppo onerosi) mentre risulta molto efficace e di veloce esecuzione la pratica della torsione (mese di giugno) che porterà ad una attenuazione della loro vigoria. La torsione va effettuata su branche di piccolo diametro (facilmente modellabili), diversamente, se si tenterà di eseguire questa pratica su diametri grossi non si otterranno risultati interessanti. LA POTATURA DI PRODUZIONE NEI PRINCIPALI GRUPPI VARIETALI Il comportamento produttivo del pesco dipende dalla varietà considerata, così pure, la pezzatura dei frutti e la potenzialità produttiva differiscono fra le diverse varietà. Detto ciò, allo scopo di semplificare questo aspetto si sono riunite le varietà in 3 gruppi distinti: Gruppo Rich, Gruppo Rome 177

24 Star e Nettarine. Di seguito sono illustrati i passaggi fondamentali da realizzare in campo: Gruppo Rich (vedere tab. 3) Come indicato nella tabella 3 le diverse cultivar che rientrano in questo gruppo devono essere gestite con una potatura corta con la quale si vanno a selezionare i rami misti lunghi ( cm). L obiettivo è quello di mantenere il più possibile la produzione aderente all asse centrale della pianta (fig. 6a - 6b). Fig. 6a Esempio di potatura corta (Prima) Fig. 6b Esempio di potatura corta (Dopo) Gruppo Rome Star (vedere tab. 3) Si tratta di una potatura meno energica rispetto alla precedente la quale si basa sul mantenimento di 2 3 rami misti medi (30 50 cm) presenti su branchette di 2 anni. Come nel gruppo precedente devono essere eliminati tutti i brindilli e mazzetti di maggio presenti (fig. 7a - 7b). Fig. 7a Esempio di potatura di media intensità (Prima) Fig. 7b Esempio di potatura di media intensità (Dopo) Nettarine (vedere tab. 3-4) In questo gruppo sono comprese quasi tutte le varietà di nettarine coltivate nel nostro areale pur con alcuni distinguo riportati nel paragrafo Casi particolari. Nella potatura di produzione delle nettarine vanno priviligiati i rami misti corti (brindilli) inseriti su branchette di 2 anni chiamate abitualmente cravatte. Quest ultime vanno richiamate con opportuni tagli di ritorno e con uno 178

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