Introduzione. Economie di scala e commercio internazionale. Economia Internazionale Corso di Laurea in Internazionalizzazione delle Imprese

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1 Economia Internazionale Corso di Laurea in Internazionalizzazione delle Imprese Lezione del 15/3/2005 Davide Castellani Introduzione Le teorie di Ricardo ed HO spiegano il commercio internaizonale sulla base delle differenze tra Paesi tecnologiche (Ricardo) fattoriali (HO) Oggi vedremo che anche Paesi simili possono trovare conveniente commerciare, se esistono economie di scala Interne all impresa Esterne all impresa (ma interne al settore) Economie di scala e commercio internazionale Economie di scala (o rendimenti crescenti). La produzione è tanto più efficiente, quanto maggiore è la scala di produzione il livello di produzione aumenta in misura più che proporzionale rispetto all aumento nell impiego di tutti i fattori i costi medi (costi per unità) decrescono all aumentare delle dimensioni di mercato.

2 Economie di scala Tabella 6-1: relazione tra input e output Economie di scala e commercio internazionale A e B possono produrre 10 unità usando 15h di lavoro ciascuna - 20 unità 30 h di lavoro Concentrando la produzione in A si potrebbe produrre 20 unità con 25 h di lavoro (maggiore efficienza) 10 h vanno sottratte ad altre produzioni in A (che vengono concentrate in B) Effetto del : consentire varietà ed efficienza) Economie di scala e struttura di mercato Le economie di scala possono essere: Esterne Il costo unitario dipende dalle dimensioni del settore, ma non necessariamente da quelle delle singole imprese. Un settore consiste tipicamente di tante piccole imprese ed è perfettamente concorrenziale. Interne Il costo unitario dipende dalle dimensioni della singola impresa, ma non necessariamente da quelle del settore nel suo complesso. La struttura di mercato è mente concorrenziale e le imprese grandi hanno un vantaggio di costo sulle imprese piccole. Entrambi i tipi di economie di scala sono cause importanti di.

3 Economie di scala e concorrenza Concorrenza Le imprese sono consapevoli di poter influenzare il prezzo dei loro prodotti. per vendere di più devono ridurre prezzo ( price setter vs. price taker ) Fronteggiano una curva di domanda inclinata negativamente (ovvero non orizzontale come in c.p.) Ricavo marginale? Prezzo Il ricavo extra che un impresa guadagna dalla vendita di un unità addizionale è inferiore al prezzo Per vendere un unità addizionale di prodotto un impresa deve ridurre il prezzo di tutte le unità vendute già in precedenza (non solo dell unità al margine). La curva del ricavo marginale (MR) sta sempre al di sotto della curva di domanda, D. La teoria della concorrenza Assumiamo che la curva di domanda di fronte all impresa sia lineare: Q = A BP (6-1) Il ricavo marginale MR in questo caso è pari a: MR = P Q/B (6-2) Costi medi e marginali Il costo medio (AC) è il costo totale diviso per la quantità prodotta. Il costo marginale (MC) è il costo sostenuto dall impresa per produrre un unità addizionale. La teoria della concorrenza AC è decrescente se MC<AC Supponiamo che i costi, C, di un impresa assumano la forma : C = F + cq (6-3) Questa è una funzione di costo lineare. Il costo fisso in una funzione di costo lineare determina l emergere di economie di scala, in quanto all aumentare delle dimensioni dell impresa si riduce il costo fisso unitario. Il costo medio dell impresa è dato da: AC = C/Q = F/Q + c (6-4)

4 La teoria della concorrenza Figura 6-2: costi medi versus costi marginali Costi per unità Costi medi Costi marginali Output La teoria della concorrenza Figura 6-1: fissazione del prezzo e decisioni di produzione del monopolista Costo, C, e prezzo, P Profitti del monopolista P M AC AC MR MC D Q M Quantità, Q Economie di scala e concorrenza Le forme di mercato con concorrenza : Monopolio Oligopolio Concorrenza monopolistica

5 La teoria della concorrenza Oligopolio Molte grandi imprese in grado di influenzare i prezzi. Interazioni strategiche tra oligopolisti: la strategie di una impresa influenza le scelte dei concorrenti Concorrenza monopolistica Beni differenziati (monopolisti con domanda più elastica) Ogni impresa considera come dati i prezzi praticati dalle rivali. Le due assunzioni hanno lo scopo di aggirare il problema dell interdipendenza Concorrenza monopolistica Assunzioni del modello Libertà di entrata n imprese che producono beni differenziati (ognuna con una domanda inclinata negativamente) Funzione di domanda e funzione di costo sono identiche per tutte le imprese Le imprese vendono di più quanto minore è il prezzo che esse stesse praticano quanto maggiore è la domanda complessiva di settore quanto maggiore è il prezzo praticato dalle rivali quanto minore è il numero di imprese presenti nel settore Concorrenza monopolistica Una funzione di domanda con queste proprietà è Q = S [1/n b (P P*)] (6-5) in cui: Q rappresenta le vendite dell impresa S rappresenta le vendite totali di settore n è il numero di imprese presenti nel settore b è un termine costante che rappresenta la sensibilità delle vendite di un impresa al prezzo da essa praticata P è il prezzo praticato dall impresa stessa P* è il prezzo medio praticato dalle imprese rivali

6 Concorrenza monopolistica Equilibrio di mercato (n e P) 1. deriviamo la relazione di dipendenza tra numero di imprese e costo medio dell impresa rappresentativa. 2. deriviamo la relazione di dipendenza tra numero d imprese e prezzo praticato da ogni impresa 3. deriviamo il numero d imprese di equilibrio (ed il prezzo medio praticato). Concorrenza monopolistica Numero di imprese e costo medio Data la simmetria, P = P*, l equazione (6-5) implica che Q = S/n all aumentare di n si riduce la dimensione di impresa (a parità di dimensione del mercato) Quindi il costo medio dipende dalle dimensioni di mercato e dal numero d imprese nel settore: AC = F/Q + c = n F/S + c (6-6) Maggiore è il numero d imprese, maggiore è il costo medio (curva CC) Concorrenza monopolistica Il numero di imprese ed il prezzo Nel modello di concorrenza monopolistica, si assume che le imprese considerino il prezzo praticato dalle rivali come dato. Se ogni impresa tratta P come dato, possiamo riscrivere la curva di domanda (6-5) nella forma: Q = (S/n + S b P*) S b P (6-7)

7 Concorrenza monopolistica Imprese che massimizzano i profitti fissano il ricavo marginale pari al loro costo marginale, c. Ciò determina una relazione negativa tra prezzo e numero di imprese presenti sul mercato, data dalla curva PP: P = c + 1/(b n) (6-10) Maggiore è il numero di imprese presenti nel settore, minore è il prezzo praticato da ogni singola impresa (curva PP). Concorrenza monopolistica Figura 6-3: l equilibrio in un mercato di concorrenza monopolistica Costo C, e prezzo, P AC 3 P 1 P 2, AC 2 AC 1 E CC P 3 PP n 1 n 2 n 3 Numero di imprese, n Concorrenza monopolistica Numero di imprese di equilibrio La curva decrescente PP mostra che maggiore è il numero di imprese, minore è il prezzo praticato dalla singola impresa. Maggiore è il numero di imprese, più intensa è la concorrenza subita dalla singola impresa. La curva crescente CC mostra che maggiore è il numero di imprese, maggiore è il costo medio di ogni impresa. Se aumenta il numero di imprese, ogni impresa vende meno per cui non è in grado di ridurre molto i suoi costi medi.

8 Figura 6-4: effetti di ampliamento del mercato Costo, C, e prezzo, P CC 1 P 1 1 CC 2 P 2 2 PP n 1 n Numero di 2 imprese, n Il determina un aumento della dimensione del mercato, quindi porta a: un prezzo medio inferiore, grazie alle economie di scala la disponibilità di una maggiore varietà di beni a causa della differenziazione di prodotto importazioni ed esportazioni all interno dello stesso settore (commercio intra-industriale) Esempio: supponiamo che le automobili siano prodotte in condizioni di concorrenza monopolistica. Assumiamo: b = 1/ F = $ c = $ ci sono due paesi (A e B) che presentano gli stessi costi nella produzione di automobili le vendite annuali di automobili sono in A e 1,6 milioni in B.

9 Figura 6-5: equilibrio nel mercato delle automobili Figura 6-5: continua Figura 6-5: continua

10 Tabella 6-2: esempio ipotetico dei vantaggi dall integrazione dei mercati Economie di scala e vantaggi comparati Chi produce cosa nel mercato integrato? n = n B + n A Assunzioni: ci sono due paesi: A (relativamente abbondante in capitale) e B esistono due settori: manufatti (settore intensivo di capitale e cibo nessun paese è in grado di produrre autonomamente l intera gamma di beni manufatti a causa della presenza di economie di scala Figura 6-6: il in assenza di rendimenti crescenti A (abbondante in capitale) Manufatti Cibo B (abbondante in lavoro)

11 Se quello dei manufatti fosse un settore di concorrenza monopolistica, allora: non è conveniente che A produca tutte le n varietà (perchè non sfrutterebbe le economie di scala) n A < n - B produce alcune varietà - I consumatori di A preferiranno alcune varietà prodotte in B commercio intra-industriale (scambio di manufatti contro manufatti) bilaterale tra A e B commercio inter-industriale (A esporta manufatti e importa beni alimentari) Figura 6-7: il con rendimenti crescenti e concorrenza monopolistica A (abbondante in capitale) Manufatti Cibo Commercio inter-industriale B (abbondante in lavoro) Commercio intra-industriale Commercio inter-industriale vs. intraindustriale: 1. il commercio inter-industriale riflette i vantaggi comparati, 2. il commercio intra-industriale riflette le preferenze dei consumatori ed è la conseguenza delle economie di scala 3. la struttura del commercio intra-industriale non è prevedibile, mentre quella del commercio inter-industriale è determinata dalle differenze tra paesi 4. l importanza relativa di commercio intra- e inter-industriale dipende da quanto sono simili i paesi

12 La rilevanza del commercio intra-industriale Circa un quarto del commercio mondiale è di tipo intra-industriale. Il commercio intra-industriale gioca un ruolo particolarmente importante nel commercio di beni manufatti tra paesi industrializzati, che rappresenta la componente predominante del commercio mondiale. Tabella 6-3: indici del commercio intra-industriale per alcuni settori degli Stati Uniti, 1993 Chimica inorganica 0,99 Macchine generatrici d energia 0,97 Meccanica elettrica 0,96 Chimica organica 0,91 Prodotti medicinali e farmaceutici 0,86 Macchine per l ufficio 0,81 Telecomunicazioni 0,69 Veicoli su strada 0,65 Ferro e acciaio 0,43 Abbigliamento e accessori 0,27 Calzature 0,00 Tabella 6-4: indici del commercio intra-industriale per alcuni macro-settori e aree geografiche della Unione Europea 1999 Stati Giappone NIEs ASEAN6 America Africa Uniti Latina Beni manufatti Beni intensivi di capitale Beni intensivi di lavoro Beni intensivi di minerali Beni intensivi di agric Note: l indicatore è stato calcolato a partire da una disaggregazione settoriale pari alle 3 cifre della classificazione SITC. NIEs = Newly Industrializing Economies (Hong Kong, Singapore, South Korea, Taiwan) ASEAN6 = sei paesi dell Association of South-East Asian Nations (Brunei, Indonesia, Malaysia, Philippines, Singapore, Thailand). Fonte: NAPES

13 Perché il commercio intra-industriale è rilevante Il commercio intra-industriale consente ai paesi di avvantaggiarsi di mercati più vasti. I vantaggi del commercio intra-industriale sono rilevanti quando le economie di scala sono intense e i prodotti altamente differenziati. Per esempio, beni manufatti sofisticati. Sommario Il può derivare dalla presenza di economie di scala interne Il in presenza di economie di scala deve essere analizzata mediante modelli di concorrenza La concorrenza monopolistica spiega il commercio intraindustriale Il commercio intra-industriale avvantaggia i consumatori mediante la disponibilità di una gamma più ampia di prodotti e ad un prezzo inferiore. Il commercio intra-industriale non è prevedibile e avviene tra Paesi simili

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