PROSEGUE LA FASE NEGATIVA PER LA CONGIUNTURA INDUSTRIALE

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1 Indagine sull industria manifatturiera della provincia di Biella A cura dell Ufficio Studi

2 PROSEGUE LA FASE NEGATIVA PER LA CONGIUNTURA INDUSTRIALE La curva della produzione torna a scendere a quota -6.50%; in flessione anche gli ordinativi interni (-3.50%) ed esteri (-1.90%) Lo sviluppo incerto dell economia statunitense sottrae impulso all economia mondiale Lo scenario internazionale La fine del conflitto bellico in Iraq non ha determinato un rientro delle quotazioni del dollaro anzi, gli elementi di debolezza hanno prevalso sulle prospettive di crescita, anticipando lo scivolamento del dollaro nei mercati internazionali con un rapporto di cambio che, si prevede, potrà attestarsi a 1.20 dollari per euro. Lo sviluppo moderato previsto per gli Stati Uniti sottrae un impulso significativo all intera economia mondiale e non fa propendere per una forte ripresa nel breve periodo e le posizioni di squilibrio ancora in essere con riferimento al debito delle famiglie e ai conti con l estero tenderanno a vincolare la crescita economica in tutto l orizzonte di previsione; inoltre l attuale debolezza dell economia statunitense aumenta il timore di deflazione. Il commercio mondiale risentirà delle deboli condizioni della domanda interna nelle principali aree, cosicché non si verranno a determinare nuovi picchi di crescita degli scambi commerciali. Nel primo trimestre del 2003 la crescita tendenziale del Pil è stata pari al 2.1%, superiore a quanto previsto tre mesi fa, nonostante l elevata incertezza che ha caratterizzato il periodo pre-bellico. Si è confermato il rallentamento del ritmo di crescita dei consumi privati che aveva risentito delle peggiorate condizioni nel mercato del lavoro. Gli indicatori relativi ai mesi più recenti hanno segnalato una ripresa del clima di fiducia, ma non così netta da dissolvere i dubbi circa la prossimità della ripresa economica. La situazione rimane, dunque, ancora fragile: i consumi sono deboli, le aspettative non prevedono un recupero nel breve periodo e l attività dell industria manifatturiera è ritenuta nel complesso troppo debole. Gli ancora deboli segnali di consolidamento della ripresa ci portano a confermare una crescita media annua per quest anno non superiore a quanto sperimentato nel Andamento prospettico dei principali paesi Stati Uniti Pil reale (var. %) 2,4 2,2 2,9 2,5 2,5 Inflazione 1,6 2,1 2,6 2,2 2,0 Giappone Pil reale (var. %) 0,3 0,6 1,0 1,2 1 Inflazione -0,9-0,6-0,7-0,1 0,0 Germania Pil reale (var. %) 0,2 0,2 1,2 1,9 2,3 Inflazione 1,3 0,8 0,7 1,7 1,7 Francia Pil reale (var. %) 1,2 0,8 1,9 2,6 2,4 Inflazione 2,0 1,8 1,4 1,8 1,8 Regno Unito Pil reale (var. %) 1,6 1,7 2,2 2,6 2,5 Inflazione 1,3 1,7 2,0 2,4 2,1 Spagna Pil reale (var. %) 2,0 2,0 2,7 2,5 2,5 Inflazione 3,6 3,5 2,7 2,4 2,3 Italia Pil reale (var. %) 0,4 0,7 1,7 2,2 2,1 Inflazione (*) 2,5 2,5 1,6 2,1 2,1 U.E.M. (12 paesi) Pil reale (var. %) 0,8 0,8 1,7 2,3 2,4 Inflazione 2,2 1,9 1,4 1,9 1,9 Fonte: PROMETEIA, Rapporto di previsione, giugno 2003 L ultima revisione dei dati relativi al Pil del primo trimestre 2003 indica una crescita dello 0.1% sul trimestre precedente, con un contributo positivo della domanda interna e un contributo negativo delle esportazioni fortemente diminuite nei confronti degli Usa. La CCIAA di Biella Congiuntura dell industria 2 trimestre

3 conseguenza più evidente del calo della domanda estera è nella produzione industriale, in diffusa diminuzione in tutti i principali settori. E chiaro che queste condizioni non consentono aumenti ai consumi reali delle famiglie. Il crollo delle vendite evidenzia la continua diminuzione dei prezzi sia al consumo che all ingrosso con un 3.3% di crescita della deflazione. Nel breve periodo le gravi difficoltà dell economia giapponese sono destinate a perdurare anche in relazione al tasso di cambio del dollaro in costante cedimento. Il recupero delle quotazioni dell euro nei mercati internazionali influisce sempre più sulla dinamica degli scambi commerciali sottraendo spinte espansive alla già debole crescita dell area. Nel primo trimestre del 2003 il Pil è rimasto sostanzialmente stabile con un incremento dello 0.8% rispetto al dicembre Gli effetti negativi sulla crescita economica del rafforzamento dell euro sono rilevabili nella maggior parte dei Paesi dell area euro, come si vedrà tra breve. Per i mesi più recenti gli indicatori qualitativi, sia in riferimento alle famiglie che alle imprese, non hanno segnalato un recupero del clima di fiducia: quello delle famiglie è rimasto su valori minimi e quello delle imprese si è deteriorato con un peggioramento degli ordini dall estero e una sostanziale stabilità di quelli interni. E peggiorata ulteriormente la situazione nel mercato del lavoro: il tasso di disoccupazione ad aprile-maggio è stato infatti pari all 8.8%, in peggioramento rispetto alla media del 2002 (8.4%). La debolezza del contesto internazionale e la perdita di competitività conseguente alla riacquistata forza dell euro tenderanno a contenere la crescita dell Uem al di sotto dell 1% anche quest anno. Ancora una volta la Germania si conferma l economia più debole dei paesi europei. I dati relativi al primo trimestre hanno confermato la stagnazione con una contrazione del Pil dello 0.2% sul trimestre precedente. Non sono emersi segnali di ripresa dagli indicatori qualitativi: il clima di fiducia delle famiglie e delle imprese ha continuato a peggiorare. In previsione la Germania, tra le grandi economie dell Uem, risentirà maggiormente delle fluttuazioni dell euro nei mercati internazionali. Il Pil francese nel primo trimestre è cresciuto dello 0.3%: il risultato è stato determinato dalla buona tenuta della domanda interna, mentre le esportazioni hanno registrato un contributo negativo in linea con l andamento dei mercati internazionali. Ancora stagnante il mercato del lavoro con il tasso di disoccupazione in aumento al 9.1%. In sintesi i dati rivelano per la Francia un momento di congiuntura ancora debole con una situazione destinata a durare per tutto l anno in corso. Nuovamente in rallentamento i dati congiunturali del primo trimestre per il Regno Unito, ma ancora apprezzabili se confrontati con quelli dell Uem. Rimane positivo l andamento della domanda interna anche se in decelerazione, per contro il ciclo degli investimenti è ancora stagnante. Occupazione ed inflazione risultano stabili nel primo trimestre, ci si attende per il 2003 una crescita del Pil pari all 1.7%. La Spagna cresce a ritmo costante: la variazione del Pil è stata dello 0.5% grazie soprattutto alla crescita della domanda interna, sostenuta dalla ripresa dei consumi privati e dal notevole impulso degli investimenti industriali, tale da permettere un inversione della tendenza negativa in atto ormai da oltre due anni. L apprezzamento dell euro, in assenza di pressioni inflazionistiche derivanti dal prezzo del petrolio, ha contribuito a rallentare l inflazione. CCIAA di Biella Congiuntura dell industria 2 trimestre

4 L andamento delle principali aree emergenti nel corso del primo trimestre del 2003 è stato generalmente in calo rispetto ai risultati positivi del 2002; da un lato la congiuntura internazionale negativa, dall altro la Sars hanno condizionato la crescita dei Paesi asiatici. I diversi Paesi hanno poi risentito in maniera differente delle incertezze legate all imminenza della guerra all Iraq e all aumento del prezzo del petrolio, con un elemento comune rintracciabile negli investimenti, la cui debolezza rimane legata all ampia capacità produttiva disponibile. La Cina mostra un andamento sostanzialmente indipendente, con una fortissima crescita a inizio anno (oltre il 10%) grazie ad un notevole incremento dei consumi. I Paesi dell est europeo attraversano anch essi un fase congiunturale di crescita anche se mostrano problemi di armonizzazione fiscale in relazione agli adempimenti per l entrata nell Unione Europea nel Tra i Paesi dell est la Russia sembra l unico Paese in forte accelerazione, favorito dall andamento dei prezzi del petrolio che hanno sostenuto un buon incremento degli investimenti. Le maggiori economie dell America latina, Brasile e Argentina, sembrano aver superato il punto di minimo del ciclo economico e avviarsi verso una, se pur lenta, ripresa. Lo scenario nazionale Apprezzamento dell euro e ripresa del ciclo economico internazionale determineranno l evoluzione dell economia italiana dopo un primo trimestre caratterizzato dal Pil in flessione dello 0.1% a causa della caduta dela domanda di beni di investimento e delle esportazioni. Nel corso della primavera, l attenuarsi delle tensioni internazionali non sembra sia stato ancora in grado di ridurre la cautela nelle decisioni di spesa delle imprese e delle famiglie, cosicché anche nel secondo trimestre la crescita potrebbe risultare estremamente contenuta (+0.1% sul precedente). Le attese di un avvio più deciso della ripresa sono affidate, in un contesto di politiche economiche espansive, all andamento dell economia internazionale e, in particolare a quella degli Usa, innanzitutto per l impatto sulla fiducia degli operatori e, poi, per l impulso sul commercio internazionale. Anche nel nostro Paese la ripresa tenderebbe a rafforzarsi dal prossimo anno, quando la crescita del Pil potrebbe raggiungere 1.7%; sarebbe ancora una volta la domanda interna a trainare la crescita, mentre il contributo delle esportazioni nette rimarrebbe negativo. La domanda interna beneficerà dell espansione delle politiche economiche, di quella monetaria in primo luogo, ma anche di quella fiscale. La ripresa ciclica, e con essa quella della produttività, e l apprezzamento dell euro allontanano il problema dell inflazione, nonostante le tensioni sul prezzo del pretrolio e sui beni agricoli ne abbiano bloccato il rallentamento più del previsto, arrivando a fine trimestre al 2.7%. Per quanto riguarda la domanda interna nel primo trimestre si è registrata una marcata flessione della domanda di beni di investimento (un punto percentuale) e delle esportazioni (-0.6%). Il secondo trimestre non è stato caratterizzato da un miglioramento dei ritmi di crescita, sebbene in tale periodo l attività produttiva nel settore industriale ha riportato un leggero incremento. Il clima di fiducia dei consumatori e delle imprese nei mesi più recenti è peggiorato: non vi sono indicazioni di ripresa degli ordini sia interni che esteri. Anche per i consumi delle famiglie si può parlare di stagnazione per la prima parte dell anno, solo nella seconda si prevede una graduale ripresa legata, come già ricordato, alla normalizzazione del quadro internazionale, con riflessi sui mercati finanziari e sul clima di fiducia. Più sostenuta la crescita nel triennio , secondo le più autorevoli previsioni. CCIAA di Biella Congiuntura dell industria 2 trimestre

5 Lo scenario biellese Chiuso uno degli anni peggiori dell ultimo decennio per l imprenditorialità biellese, il 2003 si è aperto con un trimestre che ha visto il valore della variazione della produzione tendenziale al 2.25%, in recupero rispetto al 4 trimestre 2002 (-6.76%), ma pur sempre negativo, seppure con qualche spiraglio di miglioramento. Si delinea, dopo il primo trimestre che aveva visto una ripresa degli ordinativi, un nuovo periodo di calo sia per il mercato interno (-3.50%) che per quello estero (-1.90%). Il periodo di produzione assicurato dal portafoglio ordini continua a permanere basso attestandosi, in media, in poco più di un mese mentre il grado di utilizzazione degli impianti è peggiorato quasi del 15%, passando da circa l 83% al 71.34%. Le giacenze dei prodotti destinati alla vendita risultano nel trimestre normali per l 80% degli intervistati; l approvvigionamento delle materie prime è giudicato difficile solo dall 8% degli intervistati. Prosegue, in questa prima parte dell anno, la tendenza al rialzo dei costi, risultati complessivamente in crescita - rispetto al precedente trimestre - del +0.10% (costi manodopera +0.58%, materiali impiegati -0.30%, altri costi +0.20%); nello stesso intervallo temporale si è rilevata una diminuzione dei prezzi (-0.50%). Anche l occupazione sta subendo le conseguenze di questa perdurante crisi: gli intervistati denunciano un calo del 3% dei propri organici (occorre precisare che il dato riguarda addetti appartenenti al campione). Il quadro economico emerso dall indagine congiunturale sull industria manifatturiera biellese evidenzia come le difficoltà si siano fatte sentire da tutte le classi dimensionali delle aziende seppur con intensità differente. In questo secondo trimestre dell anno le principali sofferenze sono state registrate nei seguenti settori della filiera: Finissaggio (-26.50%), Industrie Meccaniche (-7.68%), Tessili vari (-5.92%), Filature (-5.56%), Tessiture (-2.20%); mentre nel periodo in esame solo l ambito delle Industrie Varie ha migliorato i propri livelli produttivi (+0.48%). Il sito infinito della Camera di Commercio di Biella SCARICA DAL SITO WEB GLI STUDI ECONOMICI DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI BIELLA (percorso: home Studi e pubblicazioni Archivio delle pubblicazioni congiunturali) CCIAA di Biella Congiuntura dell industria 2 trimestre

6 Indagine congiunturale sull industria manifatturiera della provincia di Biella 2 trimestre 2003 Grafico 1. Distribuzione del campione Meccaniche Industrie varie Tessili vari Filature lanifici Finissaggi Settore Tabella 1. Andamento produzione / ordini Andamento della produzione rispetto allo stesso trimestre anno precedente Andamento degli ordini rispetto al trimestre precedente dall'interno dall'estero FILATURE* -5,56% -0,50% -3,20% TESSITURE -2,20% -6,70% -4,00% FINISSAGGI -26,50% -14,00% -1,30% TESSILI VARI -5,92% -3,70% +9,30% MECCANICHE -7,68% -2,50% +0,40% INDUSTRIE VARIE +0,48% -10,30% +0,00% TOTALE -6,50% -3,50% -1,90% *N.B. Preparazione e filatura delle fibre tessili (compresa sgrassatura, cardatura, pettinatura ecc.) Grafico 2. Andamento della produzione variazioni percentuali tendenziali annue serie storica % 6% 4% 2% 0% -2% -4% -6% -8% -6,5% -2,25% CCIAA di Biella 6

7 Indagine congiunturale sull industria manifatturiera della provincia di Biella 2 trimestre 2003 Tabella 2. Grado di utilizzo degli impianti Settore GRADO DI UTILIZZO DEGLI IMPIANTI 1 trimestre trimestre 2003 Variazione % FILATURE* 84,22% 72,42% -14,01% TESSITURE 92,52% 86,00% -7,05% FINISSAGGI 72,20% 59,58% -17,48% TESSILI VARI 72,06% 57,87% -19,69% MECCANICHE 81,69% 53,75% -34,20% INDUSTRIE VARIE 78,22% 73,88% -5,55% TOTALE 83,16% 71,34% -14,21% *N.B. Preparazione e filatura delle fibre tessili (compresa sgrassatura, cardatura, pettinatura ecc.) Grafico 3. Grado di utilizzo degli impianti TOTALE INDUSTRIE VARIE MECCANICHE TESSILI VARI FINISSAGGI TESSITURE FILATURE* 0,00% 20,00% 40,00% 60,00% 80,00% 100,00% CCIAA di Biella 7

8 Indagine congiunturale sull industria manifatturiera della provincia di Biella 2 trimestre 2003 Tabella 3. Andamento costi / prezzi Settore COSTI rispetto al trimestre precedente Manodopera Materiali Altri costi TOT COSTI PREZZI rispetto al trimestre precedente FILATURE* +0,90% -0,60% +0,33% +0,10% -0,10% TESSITURE +0,20% -0,20% +0,10% +0,00% +0,00% FINISSAGGI +0,30% +0,10% +0,90% +1,50% +0,30% TESSILI VARI +0,40% +0,40% +0,60% +0,90% +0,00% MECCANICHE +1,00% +1,00% +0,00% +0,30% -3,30% INDUSTRIE VARIE +0,00% +1,40% +0,00% -1,60% -1,70% TOTALE +0,58% -0,30% +0,20% +0,10% -0,50% *N.B. Preparazione e filatura delle fibre tessili (compresa sgrassatura, cardatura, pettinatura ecc.) Grafico 4. Andamento costi / prezzi +2,00% +1,00% +0,00% -1,00% -2,00% -3,00% -4,00% Filature Tessiture Finissaggi Tessili vari Meccaniche Industrie varie Totale Costi Prezzi CCIAA di Biella 8