ANATOMIA APPARATO LOCOMOTORE

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1 ANATOMIA Lo studio dell anatomia umana da un punto vista scientifico risale alla scuola aristotelica. Il termine anatomia deriva dal greco Anathomé (dissezionare). Inizialmente il corpo veniva studiato con la dissezione, tuttavia ciò ha un limite fisico, poiché l occhio umano non può osservare due oggetti differenti a meno di 0,2 mm di distanza. La svolta avvenne nel XVII secolo, con l invenzione del microscopio, che diede il via all anatomia microscopica, si è passato così da 0,2 mm a 0,2 micron. Questo tipo di studio è limitato dal fatto che oltre i 0,2 micron non si poteva andare. Ciò ha portato all invenzione dei microscopi elettronici, che ha incrementato l ingrandimento portando ad osservare le strutture interne delle cellule. I microscopi elettronici sono due: a trasmissione, che immortala immagini bidimensionali; a scansione che permette una ricostruzione tridimensionale della superficie delle cellule. Le metodiche precedenti hanno un limite: vengono effettuate su esseri non viventi; pertanto sono nate nuove tecniche di diagnostica per immagine, come radiografie, tac e lastre. Le cellule formano i tessuti, i quali sono quattro nel corpo umano: epiteliale, connettivo, muscolare e nervoso. Questi tessuti danno vita a degli organi. Più organi costituiscono degli apparati; per apparato si intende un insieme di organi che hanno la presenza di tutti i tessuti e gli apparati sono: locomotore, circolatorio, respiratorio, digerente, urinario, genitale, tegumentario, endocrino, e sistema nervoso (non è considerato apparato perché il tessuto principale che lo costituisce è il tessuto nervoso). L anatomia viene studiata con due metodi: sistematico, che può avere informazioni di tipo microscopico e macroscopico, studia gli apparati in maniera continua, (esempio dal naso al polmone nel respiratorio); topografico, che studia delle regioni specifiche del corpo, che possono essere regioni o cavità. Gli organi sono classificabili in due categorie: cavi, che presentano al loro interno una cavità e sono caratterizzati da una sovrapposizione di tonache, con tonache più interne e più esterne, nettamente differenziate le une dalle altre (nel canale alimentare per esempio una tonaca mucosa, una tonaca sottomucosa e una tonaca muscolare); pieni, caratterizzati da una capsula di tipo connettivale che circonda l organo, da dove possono partire dei setti che si approfondano all organo, costituendo lo stroma (una specie di scheletro), che da supporto a vasi e nervi all interno dell organo; le cellule negli spazi tra i setti dello stroma costituiscono il parenchima, che può essere di diversi tipi di tessuto (epitelio, tessuto linfoide, tessuto muscolare striato e tessuto nervoso). Da un punto di vista topografico bisogna per prima prendere in considerazione la posizione di normalità, ossia in posizione eretta, con gli arti inferiori addotti e i palmi delle mani rivolte avanti. Ci sono tre piani con cui studiare il corpo: piano orizzontale, piano trasversale e piano verticale; vengono quindi tracciate delle linee secondo i piani per studiare il corpo. Da queste linee il corpo può essere suddiviso in due regioni: porzione assile (testa e tronco), che può essere divisa in regioni più piccole, regione della testa, regione del collo, regione del torace, regione dell addome, regione della pelvi e regione perineale; porzione appendicolare (arti inferiori e arti superiori), che può essere suddivisa a sua volta in parti più piccole, sull arto superiore c è spalla, braccio, avanbraccio e mano, sull arto inferiore anca, coscia, gamba e piede. APPARATO LOCOMOTORE COLONNA VERTEBRALE È costituito da ossa, articolazioni e muscoli, e determina la postura e i movimenti nell ambiente, definisce la forma esterna del corpo e accoglie altri organi ed apparati nelle cavità che delimita. Inoltre ha un rapporto

2 biunivoco con il sistema nervoso che ne regola le modificazioni nell ambito dell ambiente esterno e la capacità di spostarsi nell ambiente esterno. L apparato locomotore del tronco è costituito da ossa, articolazioni e muscoli che riguardano la regione del dorso, del collo, del torace e dell addome. Nella regione mediana del dorso vi è una struttura che prende il nome di rachide, ossia un complesso costituito da ossa, articolazione e muscoli, che forma la struttura portante del tronco e che sostiene la testa. La colonna vertebrale è costituita da più segmenti scheletrici detti vertebre; esse sono 33 o 34 e sono posizionate le une sopra le altre e si suddividono in diverse regioni: la regione più alta è occupata dalle 7 vertebre cervicali (indicate con c e un numero in base alla vertebra: c1 la prima, c2 la seconda ecc..); a seguire ci sono le 12 vertebre toraciche (indicate con t e il numero); poi ci sono le 5 vertebre lombari (l1 l5); infine le ossa sacrali, che sono 5 ma unite in un unico osso, e le ossa coccigee 3 o 4 che completano la colonna vertebrale. Se la colonna vertebrale viene osservata da davanti o da dietro la colonna vertebrale appare dritta, se vista di lato si presentano alcune curvature. Queste curvature possono presentare una concavità posteriore (lordosi), che riguarda sia la porzione cervicale, sia la porzione lombare o concavità aperta anteriormente (cifosi). La vertebra tipo è costituita da un corpo di forma cilindrica rivolto anteriormente e da una struttura ad arco rivolta posteriormente; esse danno luogo alla presenza di un foro, detto foro vertebrale, il quale, insieme agli altri fori delle altre vertebre, costituisce un canale che viene occupato da una porzione del sistema nervoso centrale, il midollo spinale. L arco nella parte posteriore può essere diviso in due porzioni: una che connette l arco al corpo, che prende il nume di peduncolo dell arco vertebrale e una porzione laminare (due lamine) che si porta posteriormente; le due lamine si uniscono nella regione posteriore e si continuano con un processo osseo allungato che prende il nome di processo spinoso che è rivolto posteriormente. Nel punto in cui il peduncolo si continua con la lamina ci sono altri processi ossei: due processi osseo che si portano lateralmente detti processi trasversi e un processo osseo che si sviluppa in senso verticale dando luogo ad due regioni pianeggianti che vanno a costituire il processo articolare superiore e il processo articolare inferiore. Al livello del peduncolo (se si osserva la vertebra lateralmente) si notano due incisure: un incisura inferiore molto pronunciata e un incisura superiore meno pronunciata; esse sono fondamentali perché nel momento in cui due vertebre contigue si articolano l incisura inferiore di una vertebra e l incisura superiore della vertebra sottostante vanno a delimitare un foro che permette il passaggio dei nervi che si originano dal midollo spinale ed arrivano alla periferia del corpo. Le vertebre in base alla posizione presentano delle caratteristiche: nelle vertebre cervicali il processo trasverso presenta un foro e il processo spinoso presenta una morfologia di divisione ad Y; ciò è perché il foro nel processo trasverso è occupato dall arteria cervicale che si porta verso la regione superiore del cranio, e nella Y del processo spinoso decorre un legamento; le vertebre cervicali inoltre sono più piccole rispetto alle vertebre sottostanti; le prime due vertebre hanno due nomi specifici, atlante ed epistrofeo; la prima è caratterizzata dalla presenza di un arco posteriore e nella parte anteriore, al posto del corpo che si trova in una vertebra tipo c è un arco, la parte laterale è uguale; il corpo non c è perché durante lo sviluppo esso si è fuso con il corpo della vertebra sottostante; epistrofeo ha infatti un escrescenza ossea (dente) che si stacca dalla superficie superiore del corpo e si va a posizionare in stretto rapporto con l arco anteriore di atlante; queste due vertebre sono fatte in modo tale far ruotare atlante sul dente di epistrofeo, così che la testa possa ruotare facilmente. Le vertebre toraciche si differenziano dalle vertebre cervicali per determinate caratteristiche: sono presenti delle superfici articolari sull apice del processo trasverso e vi è la presenza di due piccole faccette articolari al limite con il peduncolo dell arco vertebrale, esse permettono l articolazione con le coste, andando a

3 determinare la gabbia toracica. Al livello della prima e dell ultima vertebra toracica che ne presentano solo una. Il tratto lombare è caratterizzato da una vertebra con dei processi trasversi di grandi dimensioni, proprio per questo è definito (solo nella vertebra lombare) processo costiforme, esso da l inserzione a strutture muscolari che vanno ad inserirsi nella parte inferiore della colonna vertebrale. Il tratto sacro-coccigeo ha le vertebre fuse tra loro e anteriormente c è la presenza di fori, che corrispondono ai fori che vengono a formarsi tra le incisure al livello del peduncolo dell arco, andando a costituire i fori intervertebrali, che permettono il passaggio dei nervi spinali che si portano verso la periferia; nelle vertebre sacrali i fori sono visibili sia anteriormente che posteriormente; altra caratteristica è la cresta mediana formata dalla fusione dei processi spinosi; inoltre la parte superiore presenta una differenziazione di lato che presenza un estesa superficie articolare detta faccetta auricolare, la quale permette l articolazione con le ossa dell anca che va a costituire il bacino osseo, il punto di ancoraggio della colonna vertebrale sul bacino. Le vertebre presentano due diversi tipi di articolazione, una che si viene ad istaurare tra un corpo e un altro e una che si viene ad istaurare tra i vari processi articolari. L articolazione che si istaura tra corpo e corpo fa parte del gruppo delle sinartrosi, ossia del gruppo di articolazioni che hanno continuità, che in questo caso è dato da un disco cartilagineo che è posizionato tra un corpo e l altro; questo disco intervertebrale cartilagineo è formato da una porzione esterna rigida di tipo fibroso e una porzione centrale che presenta un quantitativo superiore di acqua, che lo rende deformabile grazie al peso che grava su di esso; questa deformabilità permette dei piccoli movimenti di un corpo vertebrale rispetto a un altro, che sommati (i movimenti) gli uni agli altri permettono alla colonna vertebrale una buona motilità. Le articolazioni che si istaurano tra i processi articolari sono nel gruppo delle diartrosi, ossia articolazioni per contiguità, dove le due faccette articolari si avvicinano tra loro e sono mantenute in sito da una capsula legamentosa; per la loro morfologia dove vi sono due superfici articolari di forma pianeggiante, questo tipo di articolazione è detta artodìa che permette dei movimenti su un piano. Le strutture capsulo-legamentose che bloccano e rinforzano le vertebre sono varie: legamenti longitudinali, che sono disposti anteriormente e posteriormente al corpo, sono due ampie e lunghe strisce fibrose che si portano dal sacro fino alle vertebre cervicali; legamenti gialli, sono posizionati al livello della prima porzione dell arco; legamenti intertrasversari che si trovano tra un processo trasverso e un altro; legamenti interspinosi che si trovano tra il processo spinoso di una vertebra e quello di un altra; legamenti sovraspinosi, molto lunghi, posizionato all interno della biforcazione del processo spinoso delle vertebre cervicali. Per quanto riguarda le vertebre atlante ed epistrofeo ci sono altre articolazioni dette atloassiali: mediana, che è data da una struttura complessa in cui c è una faccetta articolare disposta al livello della faccia posteriore dell arco anteriore, si appoggia la faccetta articolare che ci circonda il dente di epistrofeo; questo tipo di articolazione favorisce una rotazione della prima vertebra intorno al fulcro determinato dal dente di epistrofeo, che viene mantenuto in sito da questo robusto legamento trasverso dell atlante che appoggia posteriormente il dente dell epistrofeo stesso; laterali, che sono sovrapponibili per caratteristiche e morfologia alle articolazioni tra le faccette articolari; infine l articolazione che si viene a creare tra la faccetta articolare superiore molto estesa della prima arteria cervicale con le corrispondenti faccette articolari che sono presenti nella faccia anteriore del cranio, al livello della regione inferiore del dosso occipitale, andando a costituire le articolazioni atloccipitali, che permettono la flesso-estensione della testa rispetto alla colonna vertebrale.

4 Le normali curvature sono diverse in base all età: in un infante c è una grossa curva a concavità anteriore, mentre nell adulto vi sono due concavità anteriori e due concavità posteriori alternate, poiché è la migliore morfologia per sopportare la posizione eretta. Nel suo insieme la colonna vertebrale può dare vita ad una flesso-estensione molto ampia: vi è una flessione ventale di circa 80 e un estensione dorsale che sommata da circa 100 ; c è anche una rotazione di circa 90. Ciò che determina il mantenimento della postura e il movimento della colonna vertebrale sono i muscoli del rachide definiti in tre gruppi: muscoli posteriori, detti anche delle docce vertebrali, essi vanno ad occupare lo spazio tra i processi spinosi e i processi trasversi; sono i muscoli erettori della colonna vertebrale che mantengono la normale morfologia con la doppia curvatura e la stazione eretta del corpo; possono essere distinti in muscoli profondi, molto brevi che si portano da una vertebra all altra, muscoli intermedi, leggermente più lunghi che si portano da i processi trasversi di origine ai processi trasversi che si trovano superiormente però a distanza di 2/4 vertebre, e muscoli superficiali, lunghi, che decorrono dalla parte inferiore del sacro fino a raggiungere la parte superiore del libello cervicale, e vanno ad inserirsi al livello dell osso occipitale. Muscoli anteriori, meno importanti, che controllano i movimenti della colonna vertebrale. Importanti sono i muscoli anteriori della regione del collo, si portano dalla regione superiore della gabbia toracica, a raggiungere la parte inferiore del cranio; tra queste strutture di trova l osso ioide, che fa da punto di ancoraggio per muscoli che partono dalla parte superiore del torace fino ad esso e da esso alla base cranica; i muscoli anteriori sono divisi in due categorie: muscoli sopraioidei e sottoioidei, essi hanno la funzione di muovere la testa e la mandibola, nonché di delimitare anteriormente uno spazio all interno del collo che verrà attraversato da organi per raggiungere le grandi cavità all interno del torace e dell addome. CRANIO La testa può essere divisa in due regione nettamente separate: superoposteriore, che prende il nome di neurocranio e una anteroinferiore che prende il nome di splancnocranio. Esse sono suddivisibili attraverso una linea che parte dalla radice del naso, segue il margine superiore delle cavità orbitarie, per portarsi sulla parete laterale della cavità orbitaria stessa e da qui scende obliquamente verso l orecchio portandosi in basso verso il processo mastoideo seguendo la linea che trova inferiormente. Lo splancnocranio (detto così perché presenta l apertura verso l esterno di organi splancnici, come apparato digerente, respiratorio, e il bulbo oculare) presente delle ampie cavità: superiormente le cavità orbitarie, nella parte intermedia le cavità nasali e inferiormente la cavità boccale. La porzione del neurocranio appare come una struttura ampia e vuota che contiene uno spazio molto sviluppato all interno del quale è contenuto l encefalo. Partendo dalla parte anteriore andando verso la posteriore: osso frontale, osso impari etmoide, osso impari sfenoide, osso impari occipitale (sono ossa impari perché si trovano lungo la linea mediana), alle ossa impari sono connesse le ossa pari che chiudono il neurocranio, cioè osso parietale e osso temporale. L osso frontale presenta una superficie liscia che costituisce la porzione anteriore del neurocranio, si articola lateralmente con le ossa parietali, inferiormente con l osso sfenoide e la parte inferiore costituisce la parte superiore delle cavità orbitarie e la parte superiore delle cavità nasali dello splancnocranio. L osso impari etmoide è costituito da due lamine, una verticale e una orizzontale, alle quali si vanno ad unire due corpi estesi. La lamina verticale presenta una porzione superiore detta crista galli, che si porta

5 all interno della cavità del neurocranio, questa cresta incrocia la lamina trasversale, la quale presenta un aspetto aperto da molti piccoli forellini, andando a costituire una lamina cribrosa, che corrisponde alla volta delle cavità nasali, ed inferiormente ad essa lo scheletro è ricoperto dalla mucosa olfattoria, dove sono presenti delle cellule recettoriali (olfattorie), le quali lasciano partire una parte della cellula che, attraverso il fori della lamina cribrosa, arriva all interno del neurocranio dove prende rapporto con altre cellule neuronali che costituiscono il nervo olfattivo che trasporta le informazioni al livello dell encefalo. La lamina perpendicolare andrà a costituire una parte della lamina che costituisce il setto nasale mediano di tipo scheletrico; le due masse laterali dell osso etmoide evidenziano come una regione liscia va a costituire parte di una regione mediana della cavità orbitaria, mentre gran parte delle masse laterali presentano una delle cavità che rappresentano i seni paranasali che sono connessi alle cavità nasali. A seguire l osso impari sfenoide, che presenta una forma complessa: un corpo centrale di forma di parallelepipedo, dalla quale si stacca una serie di processi laterali superiormente a costituire le piccole ali e inferiormente a costituire le grandi ali; dalla parte inferiore si staccano delle lamine perpendicolari che prendono il nome di lamine pterigoidee. L osso sfenoide ha rapporti lateralmente con l asso parietale, antero-lateralmente con l osso frontale, posteriormente con l osso temporale e con le lamine pterigoidee va a costituire la parte posteriore delle cavità nasali. Da ricordare sulla faccia superiore la presenza al livello del corpo della sfenoide di un incisura detta sella turcica, che contiene al proprio interno la ghiandola ipofisaria; le piccole ali nel punto in cui si vanno a congiungere con il corpo delimitano il foro ottico che permette la connessione con la cavità orbitaria. Tra le piccole e le grandi ali si viene a formare una fessura che permette la connessione con la cavità orbitaria, la fessura orbitaria superiore, le grandi ali invece costituiscono la base della fossa cranica media; al livello delle grandi ali ci sono diversi fori che permetto il passaggio dal neurocranio all esterno di strutture vascolo-nervose che hanno necessità di attraversare la base cranica. L osso occipitale è caratterizzato dalla presenza di un foro, detto forame magno, che è delimitato lateralmente da due superfici laterali, dette condili occipitali; essi prendono rapporto con le analoghe superfici articolari presenti al livello della prima struttura del rachide cervicale, che permette uno scivolamento avanti e indietro della testa, mentre il forame magno costituisce il punto di passaggio del sistema nervoso centrale che si continua con il midollo spinale. Sulla superficie esterna dell osso occipitale sono presenti diverse creste ossee, che costituiscono una sorta di struttura a croce, che diventa particolarmente evidente e costituisce la protuberanza occipitale esterna che è facilmente palpabile all esterno, ed è il punto dove le linee tratteggiate sulla superficie esterna della testa si incontrano. L osso parietale è un osso piatto, che presente alcune infossature e che contrae rapporti con osso frontale, osso temporale e osso senoide. L osso temporale è posizionato nella parte laterale basilare del neurocranio, presenta una regione zigomatica anteriormente, una regione mastoidea lateralmente, una regione esterna timpanica, una regione stiloidea inferiormente, infine una porzione interna detta piramidale. La piramide temporale presenta delle cavità che contengono gli organi dell orecchio medio e interno. Queste ossa del neurocranio presentano tre regioni che vanno costituire ciò che sono le tre fosse craniche, una ragione anteriore che va da dalla faccia posteriore del frontale fino al margine posteriore delle piccole ali dello sfenoide, una fossa cranica media, rappresentata dalle grandi ali dello sfenoide fino all apice della piramide del temporale e una fossa cranica posteriore, che si trova dietro la piramide temporale, comprende il forame magno dell occipitale e termina con la parte posteriore dell osso occipitale.

6 Nello splancnocranio c è, l osso mascellare, un osso pari, che si articola lateralmente con l osso zigomatico, superiormente e medialmente di articola con le ossa nasale e con l osso mascellare contro il laterale, il quale è fuso nella parte anteriore mediana, e presenta una parte anteriore che va a costituire nella parte mediana il pavimento delle cavità nasali, la porzione scheletrica del palato duro; ai margini del palato duro vi è una cresta al livello della quale è presente l articolazione con l arcata dentaria superiore, quindi a partire dalla regione mediana anteriore ci sono i denti, che sono due incisivi, canino, due premolari e tre molari; nella parte laterale c è il tratto di connessione con il processo zigomatico e superiormente c è una superficie liscia che costituisce la parte basale delle cavità orbitali, mentre medialmente costituisce l ingresso delle cavità nasali. Più posteriormente ci sono due ossa pari più piccole: osso lacrimale, che chiude la cavità orbitaria, e su di esso è adagiata la ghiandola lacrimale, mentre le ossa nasali costituiscono la radice ossea del naso che connette la parte superiore delle due ossa mascellari tra di loro, costituendo il tetto delle cavità nasali. Le ossa zigomatiche sono rappresentate da una struttura ossea che assume una forma ad L, presentando una lamina orizzontale e una lamina perpendicolare, la prima completa la cavità orbitaria nella parte inferoanteriore e laterale; la superficie laterale liscia prende rapporto con anteriormente con il mascellare e posteriormente con il processo zigomatico del temporale e va completare con l osso palatino va a completare il palato duro (posteriormente). La mandibola è un osso impari costituito da due porzioni, una porzione che costituisce il corpo e due lamine laterali; nel suo insieme è rappresentata una forma di U rovesciata, con lamine posteriori che si portano verso l alto; la parte anteriore del corpo superiormente presenta le cavità alveolare dove si articolano i denti dell arcata inferiore; la parte che costituisce la regione laminare posteriore presente due zone caratteristiche, una zona a forma di spina, ossia il processo coronoideo anteriore, e posteriormente il processo condiloideo che presenta una superficie articolare ricoperta da cartilagine articolare. Il condilo della mandibola si articola con la superficie articolare dell osso temporale a costituire l unica articolazione mobile del cranio, ossia l articolazione temporo-mandibolare. La maggior parte delle articolazioni nel cranio sono delle sinartrosi, ossia articolazioni in cui è venuta la completa ossificazione del tessuto connettivo interposto. L unica articolazione che è mobile è la temporomandibolare, le cui superfici articolari presentano una conformazione estremamente diversa, quella del condilo è sferica quella del condilo e pianeggiante quella dell osso temporale. Ciò fa si che si interpone una struttura che prende il nome di menisco, e rende molto mobile la mandibola; ciò è fondamentale durante gli atti masticatori, che sono regolati da una serie di muscoli annessi alla testa. I muscoli del cranio posso essere divisi in: muscoli mimici, e muscoli masticatori. Tra i secondi ci sono: il temporale, che si trova aderente all osso omonimo, massetere, che si porta dall arcata zigomatica verso l angolo della mandibola; ci sono anche due muscoli pterigoidei, che sono all interno della mandibola, uno interno e uno esterno, posizionati nella parte inferiore dell osso sfenoide, essi si portano verso l angolo interno della mandibola o verso la capsula e il disco articolare dell articolazione temporo-mandibolare all esterno. La contrazione di questi muscoli determina un sollevamento e abbassamento della mandibola (interno) o lo spostamento laterale della mandibola. I muscoli mimici sono presenti principalmente nella parte anteriore dello splancnocranio e si estendono poco sulla superficie laterale della testa; essi hanno come caratteristica di avere un inserzione ossea, che dal lato opposto l inserzione distale avviene al livello dello strato profondo della cute o al livello di su altri muscolo mimici, ciò permettono una mimica facciale necessaria per rapportarsi con gli altri. Svolgono

7 anche funzione di protezione di strutture contenute nello splancnocranio, ad esempio il muscolo dell occhio chiude le palpebre, o il muscolo delle labbra impedisce l ingresso all interno della cavità boccale. APPARATO CIRCOLATORIO È costituito da una serie di strutture cave di forma tubulare (i vasi), all interno delle quali scorre una quantità di fluido definita che viene spinto dal cuore. C è un apparato circolatorio sanguifero e un apparato circolatorio linfatico: il primo è caratterizzato da cuore e dalla presenza di una serie di vasi all interno dei quali scorre il sangue, ossia arterie, capillari e vene; il secondo è caratterizzato da una serie di vasi linfatici e organi linfoidi che trasportano la linfa, ossia un certo quantitativo di liquido che non riesce ad essere recuperato una volta che è avvenuto lo scambio di sostanze dal torrente sanguifero; attraverso i vasi linfatici questo fluido entra negli organi linfoidi (milza, timo e linfonodi) per poi ritornare nel torrente circolatorio. Dal cuore si originano dei vasi, i quali si portano verso la periferia, che prendono il nome di arterie, mentre i vasi che dalla periferia tornano al cuore prendono il nome di vene. Le arterie perifericamente di dividono in più vasi e riducono le dimensioni per facilitare la diffusione del sangue. Le vene da ramificate diventano di meno e più grandi fino a raggiungere il cuore per portargli tutte le sostanze di rifiuto. C è una circolazione polmonare e una circolazione sistemica. La pompa cardiaca è divisa in due metà, e nella circolazione polmonare la pompa destra spinge il sangue all interno dell arteria polmonare, arrivando ai polmoni, dove acquisisce l ossigeno, per poi ritornare verso il cuore attraverso le vene polmonari. La circolazione sistemica ha origine dalla metà sinistra del cuore, il sangue ossigenato viene spinto all interno dell aorta e tramite le sue diramazioni raggiunge tutte le porzioni del corpo. Il cuore è contenuto all interno della cavità toracica, che parte dal processo spinoso della settima vertebra cervicale ed arriva fino al margine inferiore dell arcata costale. Ciò che divide la cavità toracica dalla zona addominale è il diaframma; il cuore occupa la regione centrale della cavità toracica e si trova nella parte inferiore e quella anteriore. Specificamente all interno della cavità toracica si trovano tre spazi: due spazi molto ampi che sono occupati dai polmoni e dalle pleure (spazi pleuropolmonari), e uno spazio mediano centrale detto mediastino, dove si trovano una serie di organi splancnici tra cui il cuore, che ne occupa parte anteriore e inferiore. Il cuore è a diretto contatto con la parete posteriore della gabbia toracica, è appoggiato al livello del muscolo diaframma ed è circondato da una struttura di colore bianco. Il cuore ha morfologia frontale e bidimensionale di forma triangolare, con una parte appuntita che guarda in basse verso sinistra, una parte più pianeggiante rivolta superiormente e verso destra. La struttura biancastra che circonda il cuore è il pericardio, una specie di sacco che ha una parete fibrosa esternamente molto resistente (pericardio fibroso) e una interna sierosa (pericardio sieroso). La parte più esterna attraverso strutture legamentose è collegata a componenti muscolari (inferiormente) o ossee (anteriormente) ancorando il cuore in una posizione e impedendo che questo possa muoversi durante gli spostamenti del corpo. La componente sierosa è costituita da un foglietto viscerale, che aderisce intimamente al cuore, detto epicardio, e un foglietto parietale, che riveste la parete interna del pericardio fibroso. Il pericardio sieroso è costantemente lubrificato permettendo lo scivolamento del cuore all interno del pericardio e quindi un adeguata attività contrattile. Nel cuore si possono riconoscere due facce: una faccia anteriore, detta sternocostale, per i rapporti stretti che contrae con lo sterno e con la parte mediana delle coste, e una faccia postero-inferiore o

8 diaframmatica, che poggia sul muscolo diaframma. Il cuore tridimensionalmente presenta una forma simile a un cono leggermente schiacciato anteriormente; si riconoscono due margini, un margine sinistro di forma ottusa e un margine destro di forma acuta, una base (sopra) e un apice (sotto), tra le quali si traccia un asse, detta asse anatomica del cuore, per studiarlo. Sia la faccia anteriore che la faccia posteriore presentano dei solchi: c è un solco di andamento trasversale, detto solco coronario, poiché circonda il cuore come una sorta di corona, sia sulla faccia anteriore che su quella posteriore; altri due solchi che decorrono perpendicolarmente rispetto al solco coronario e che si portano verso dal solco coronario sia sulla faccia anteriore che su quella posteriore verso l apice, cioè i solchi interventricolari (perché sono presso i ventricoli). Il setto che divide internamente i due ventricoli è invece detto solco interventricolare anteriore e solco interventricolare posteriore (in base alla faccia dove si trova). Al livello della base del cuore, sulla faccia anteriore vi è la presenza di grossi vasi che corrispondono, da destra a sinistra, alla vena cava superiore, all origine dell arteria aorta e all origine dell arteria polmonare. Sulla faccia posteriore si riconoscono le stesse strutture più altre, da destra: lo sbocco della vena cava superiore, l aorta, l arteria polmonare, che si divide in due rami per arrivare ai polmoni, poi lo sbocco della vena cava inferiore e la presenza delle vene polmonari che trasportano il sangue dal polmone verso l atrio di sinistra. Per quanto riguarda la faccia anteriore e posteriore della regione ventricolare vi è la presenza di strutture vascolari che decorrono all interno del tessuto adiposo lungo il solco interventricolare e lungo il solco coronario. Queste strutture sono i rami arteriosi e i rami venosi che si portano ad irrorare il cuore; quindi vi sono due arterie coronarie, arteria coronaria destra e arteria coronaria sinistra, esse irrorano il muscolo cardiaco e originano dall arteria aorta: l arteria coronaria destra si immette nel solco coronario, si porta verso destra, raggiunge il margine destro (acuto), ad arriva fino al punto di incontro del solco interventricolare posteriore, dove si piega ad U e forma il ramo interventricolare posteriore; durante questo percorso l arteria coronaria destra da dei rami per la regione atriale di destra e per la regione ventricolare di destra, da un importante ramo marginale sul margine acuto e continua a dare dei rami per la parte latero-posteriore di destra. L arteria coronaria sinistra si origina anch essa dall aorta, e decorre al didietro del tronco aortico; esce poi lateralmente al tronco arterioso polmonare, dove si divide in due rami: uno che decorre lungo il solco interventricolare anteriore, e un ramo circonflesso che si pone all interno del solco coronario, raggiungendo il punto in cui il solco coronario incontra il solco interventricolare posteriore. Queste arterie sono delle arterie terminali: non scambiano tra di loro il sangue, ciò significa che i collaterali che andranno ad irrorare delle singole porzioni di muscolo cardiache saranno le uniche a portare nutrimento in quella zona di muscolo cardiaco. Internamente il cuore presenta delle cavità atriali e ventricolari; si dividono atrio di destra, atrio di sinistra, ventricolo di destra, ventricolo di sinistra, ed hanno un particolare rapporto tra loro: l atrio di destra comunica con il ventricolo destro per mezzo dell ostio atrio-ventricolare destro, l atrio sinistro comunica col ventricolo sinistra con l ostio atrio-ventricolare sinistro; i due ventricoli sono separati da setti, che impediscono il passaggio di sangue dalla metà destra alla metà sinistra. Il cuore presenta delle pareti muscolari di diametro diverso: nel ventricolo destro la parete muscolare è sottile, nel ventricolo sinistro è più spessa, quanto il setto che divide i ventricoli; il motivo della differenza di diametro muscolare è dovuta alle due differenti circolazioni (grande e piccola), ossia dalla metà sinistra (quella più spessa) partirà la grande circolazione (o circolazione sistemica), quindi il sangue verrà spinto lontano dal cuore e dalla metà destra (sottile) partirà la piccola circolazione (o circolazione polmonare), in cui il sangue viene spinto in zona vicine ai polmoni.

9 Gli atri presentano una parete liscia, ad eccezione delle due propaggini che si portano verso la faccia anteriore che prendono il nome di auricole; esse presentano delle piccole regioni muscolari che tendono a propagarsi verso l interno, andando a costituire i muscoli pettinati. La muscolatura dei ventricoli da vita a dei rilievi con una morfologia assai diversa da quella degli atri; i rilievi danno vita alle trabecole carnee che possono essere classificate in tre categorie: trabecole carnee di I tipo, o papillari, che sono rappresentate dalle introflessioni all interno della cavità ventricolare della muscolatura, che presenta una base aderente alla parete e un apice che si porta all interno della cavità ventricolare; trabecola carnea di II tipo, che costituisce un sorta ponte, con due punti ancorati alla parete stessa; trabecole carnee di III tipo, dei semplici rilievi. I muscoli papillari sono i più interessanti, poiché dall apice di questi muscoli si staccano delle strutture tendinee a forma di corda, dette corde tendinee, che si portano a raggiungere le due valvole atrioventricolari. Le valvole atrioventricolari sono gli apparati valvolari che modulano il passaggio dalla cavità atriale alla cavità ventricolare. Queste hanno una caratteristica diversa tra metà destra e sinistra: nella metà destra si ha la presenza di tre cuspidi triangolari (pertanto è detta tricuspide), nella metà sinistra c è la presenza di due cuspidi (detta mitrale o bicuspide). Queste regolano il passaggio di sangue e si aprono quando il sangue viene spinto dalla cavità atriale a quella ventricolare; una volta che il sangue è arrivato nel ventricolo comincia la contrazione del ventricolo e queste valvole si chiudono senza la possibilità di ribaltarsi in modo tale che il sangue non torni indietro. Questo è dovuto alla presenza di corde tendinee che tirano verso il basso le cuspidi. Il sangue dalla cavità ventricolare viene poi spinto nelle grosse arterie che originano dal ventricolo di destra e dal ventricolo di sinistra. Vi sono altre valvole anche tra i ventricoli e le grosse arterie: queste valvole, dette semilunari, nel momento in cui il sangue viene sospinto all interno del vaso si schiacciano e permettono il deflusso di sangue all interno del vaso. Una volta terminata la contrazione ventricolare il sangue tenderebbe a tornare indietro, ma il sangue va ad incontrare la parte inferiore delle valvole semilunari che è a forma di tasca facendo entrare in contatto le cuspidi delle valvole semilunari tra loro, bloccando il reflusso di sangue all interno della cavità ventricolare. Le strutture di tipo valvolare sono ancorate ad una zona intermedia tra atrio e ventricolo, dove vengono ancorati gli osti atrioventricolari e gli osti di tipo arterioso; questa struttura, di tipo connettivale, costituisce inoltre una sorta si scheletro centrale a cui la muscolatura cardiaca può aderire e quindi permettere una corretta distribuzione delle fibre che grazie alla loro disposizione garantiranno una contrazione adeguata alla funzione che il cuore svolge. Il cuore è un organo cavo ed è quindi costituito da una serie di tonache: la tonaca più interna è l endocardio, un sottilissimo strato di cellule piatte che favoriscono lo scivolamento di liquidi all interno della cavità, il quale si continua con le cellule endoteliali dei vasi, per poi arrivare a una struttura muscolare intermedia detta miocardio, e l ultima tonaca è costituita da uno strato connettivale esterno, l epicardio. Il miocardio presenta delle caratteristiche peculiari: morfologicamente ricorda la struttura del muscolo striato che è a contrazione volontaria, ma nel caso del cuore la contrazione è autonoma. Il cuore si contrae in maniera autonoma perché una parte di questo tessuto si specializza e da vita al sistema specifico di conduzione: consiste in un piccolo quantitativo di cellule muscolari che hanno sviluppato una capacità di depolarizzazione, la quale ha un inizio al livello di un piccolo agglomerato di cellule posizionate al livello dello sbocco della vena cava superiore; questo gruppo di cellule prende il nome di nodo senoatriale (o peacemaker), e da vita alla depolarizzazione che poi verrà trasportata in tutto il cuore, attraverso dei fasci di fibre di tessuto muscolare specifico di conduzione detti internodali; essi, di solito in numero di tre, decorrono sulla parete dell atrio, e raggiungono un altro agglomerato di cellule,

10 detto struttura nodale o nodo atrioventricolare (o fascio di His) per la posizione in cui si trova, cioè alla base dell atrio destro al limite con il setto interatriale; da qui il nodo atrioventricolare permette l origine di un altro fascio di fibre, che da prima si immette all interno della struttura fibrosa del setto interventricolare, cioè il fascio di His, nel momento in cui incontra la massa miocardica muscolare che costituisce il setto interventricolare si divide in due branche, che decorrono una sulla parete destra e una sulla parete sinistra del setto, fino a raggiungere la punta del cuore; da qui questi fasci di fibre si dividono in fini strutture che raggiungono tutte le singole cellule del miocardio dando vita alla rete subendoteliale delle fibre del Purkinje; la depolarizzazione segue il percorso appena spiegato: origina dal nodo senoatriale, trasferisce la depolarizzazione delle cellule alle cavità atriali permettendone la contrazione, raggiunge il nodo atrioventricolare dove subisce un breve rallentamento in modo tale che le fibre che costituiscono la parete atriale si siano già contratte e da qui la depolarizzazione raggiunge velocemente la punta del cuore, da dove si vanno a stimolare le cellule miocardiche. I vasi sanguiferi sono divisi in arterie (sangue verso periferia), vene (sangue verso il cuore) e capillari (scambi nutritizi). I vasi sono strutturati in tonaca interna o intima, tonaca media, e tonaca esterna o avventizia. Grazie al diametro le arterie si dividono in: arterie di grande calibro, con il diametro che raggiunge ai 6 mm, di medio calibro, quando il diametro raggiunge i 0,1 mm, e di piccolo calibro, quando il diametro raggiunge circa 20 micron. Le arterie di grande calibro sono arterie elastiche, perché al loro interno si trovano una quantità notevole di tessuto elastico, mentre le arterie di medio e piccolo calibro hanno tessuto non elastico; ciò significa che la grande arteria è capace di, attraverso una dilatazione generata dalla forte pressione che subisce, accogliere il sangue che viene sospinto nella prima parte; questa elasticità delle grandi arterie è anche importante perché nel momento in cui finisce la spinta ventricolare grazie alla chiusura delle valvole permette di spingere il sangue. Nelle arterie di medio e piccolo calibro è invece necessario controllare attraverso la muscolatura liscia, situato al livello della tonaca media di queste arterie in base elle esigenze dell organismo. Anche le vene possono essere classificate in vene di piccolo, medio e grande calibro. L unica differenza strutturale che si trova rispetto alle arterie è che le vene della parte inferiore del corpo presentano degli apparati valvolari di forma semilunare simili a quelli che sono situati alle origini delle grosse arterie. Le principali arterie sono l arteria polmonare e l aorta. L aorta è l arteria più importante e può essere suddivisa in più porzioni: la prima origina dal ventricolo di sinistra e si porta verso l alto e proprio per questa direzione si chiama arteria ascendente, dopo di che subisce una flessione posteriore andando a costituire un arco con cavità inferiore, il quale decorre al di sopra del bronco sinistro, e si porta verso il basso, e questa porzione prende il nome di arteria discendente toracica, perché contenuta all interno della cavità toracica, supererà il muscolo diaframma discendendo nella cavità addominale, andando a costituire il tratto discendente addominale. Dall aorta ascendente i vasi che originano sono le coronarie; nel tratto di forma ricurva partono una serie di collaterali che vanno ad irrorare testa, collo e arti superiori; dall aorta discendente toracica partono altri collaterali divisi in collaterali parietali, che irrorano la parete del torace, e vasi viscerali, che irrorano gli organi all interno della cavità toracica; anche dal tratto discendente addominale si hanno rami parietali e rami viscerali, questi ultimi suddivisi in: rami viscerali impari che originano dalla regione anteriore dell aorta addominale, cioè tripode celiaco, subito al di sotto del diaframma, arteria mesenterica superiore, arteria mesenterica inferiore, dal tripode celiaco si ha l irrorazione del fegato, dello stomaco e della milza, dalle mesenteriche l intestino tenue e il colon; rami viscerali pari, cioè arterie renali e arterie genitali; l aorta addominali termina con una biforcazione con le due arterie iliache.

11 I principali rami arteriosi che irrorano la testa si originano dall arco dell aorta, che sono tre, sono rappresentati da un unico tronco detto tronco brachiocefalico, che si divide in due, cioè da una parte in un arteria succlavia di destra (che si porta verso destra) e un arteria carotide comune di destra, a seguire c è la carotide comune di sinistra e l arteria succlavia sinistra. La succlavia si porta verso l arto superiore, la carotide comune verso la testa; quest ultima si divide in due grossi rami, una carotide esterna, che vascolarizza la superficie esterna del cranio e una carotide interna che vascolarizza l interno del cranio. C è un altra arteria che sale verso il cranio, ossia l arteria vertebrale, che si stacca dall arteria succlavia, decorrendo tra i processi trasversi delle vertebre e portandosi all interno della scatola cranica, al fine di vascolarizzare la strutture nervose che si trovano all interno del neurocranio. L arto superiore riceve il sangue dall arteria succlavia; nel braccio ci sono: l arteria ascellare che è posizionata sotto l ascella, l arteria brachiale, che è a contatto con l omero, la quale si divide in due rami collaterali che si portano verso l avambraccio seguendo radio e ulna, ossia arteria radiale e arteria ulnare, per poi ramificarsi a dare vita a una rete all interno della mano. L arto inferiore riceve il sangue dall aorta addominale, la quale diventa arteria iliaca, che si porta verso lo coscia prima e verso la gamba poi, dando vita all arteria femorale anteriormente al ginocchio e arteria poplitea posteriormente al ginocchio, la quale si divide nei rami terminali che sono arteria tibiale anteriore e arteria tibiale posteriore. Ci sono due sistemi venosi: un sistema venoso superiore (o sopradiaframmatico), che viene ad essere accolto in una grossa struttura vascolare venosa, ossia la vena cava superiore, che raccoglie sangue dalla testa, dagli arti superiori e dagli organi della cavità toracica; un sistema venoso inferiore, che raccoglie sangue agli arti inferiori, dagli organi della parete addominale; il sistema venoso inferiore è accolto dalla vena cava inferiore. A differenza delle arterie, che decorrono profondamente, le vene possono trovarsi sia in profondità, sia in superficie, al di sotto del tessuto connettivo. La vena cava superiore è un tronco che origina dalla confluenza di due grosse vene: la vena brachiocefalica di sinistra e la vena brachiocefalica di destra, le quali a loro volta originano dalla giugulare e dalla vena succlavia (da ogni parte). Collegata alla testa c è la vena giugulare interna, molto grande, che raccoglie il sangue che raggiunge l encefalo e la vena giugulare esterna, più piccola, che raccoglie sangue venoso dalla parte esterna della testa; quest ultima sbocca direttamente nella vena succlavia, prima che questa si unisca con la vena giugulare interna. Nell arto superiore ci sono diverse vene superficiali, che sono utili per i prelievi di sangue; ci sono diverse vene superficiali che partono dalla mano fino ad arrivare alla radice del braccio, e le due vene principali dell arto superiore sono: vena basilica, che raggiunge la regione del gomito per poi portarsi in profondità, e la vena cefalica, che si porta esternamente sopra al bicipite per poi andare in profondità al livello della spalla. La vena cava inferiore raccoglie il sangue da tutta la regione sottodiaframmatica; viene costituita alla confluenza delle due vene iliache, che raccolgono il sangue dall arto inferiore, poi c è la vena iliaca interna che raccoglie il sangue dalla parte inferiore della cavità addominale, le vene renali e le vene genitali. Il drenaggio di gran parte degli organi splancnici presenti all interno della cavità addominale avviene attraverso un altro sistema, detto sistema della vena porta: essa attraversa il fegato, che fa da filtro, e poi si re-immette all interno della vena cava superiore, completando il drenaggio della zona sottodiaframmatica. Nell arto inferiore c è un sistema detto delle vene safene: c è una vena safena piccola che si porta posteriormente alla gamba per confluire nella vena poplitea, che si trova nella piega del ginocchio, e la

12 grande safena che decorre medialmente per diventare profonda nella regione inguinale per poi portarsi al livello della vena femorale. Le vene safene sono note per determinate patologie, data la loro morfologia: presentando delle strutture valvolari che aiutano il sangue a raggiungere il cuore mediante contrazione muscolare; l aumentare di volume del tessuto muscolare all interno della vena causa riduce il volume interno delle vene, la pressione sale, le valvole semilunari si chiudono, quelle superiori si aprono e il sangue passa; la patologie interviene nel momento in cui le vene perdono la funzionalità delle valvole semilunari, così il sangue rimane in basso determinando un rigonfiamento evidente superficialmente. APPARATO RESPIRATORIO L apparato respiratorio è diviso in due compartimenti: le vie aerifere, che trasportano l aria dall ambiente esterno all interno del nostro corpo, suddivise in superiori, ossia naso, rinofaringe e laringe, e inferiori, cioè trachea e bronchi; anche la cavità boccale è una componente importante delle vie aerifere (superiori), perché ha funzione di modulare i suoni di vocalizzazione; il secondo compartimento è costituito dai polmoni. Il naso è una struttura di forma piramidale, con un apice che raggiunge lo spazio tra le due cavità orbitarie e una base che è rivolta inferiormente, dove sono presenti le narici, dove avviene il passaggio di aria. Il naso è costituito prevalentemente da cartilagine. Le cavità nasali sono situate all interno dello splancnocranio e sono caratterizzate da una struttura ossea che ne costituisce gran parte della parete mediale, la quale divide le due cavità nasali in due metà quasi speculari; la parete laterale di ciascuna delle cavità nasali è data da strutture ossee, dove vi sono l osso mascellare in basso, completato nella sua parte superoanteriore dal naso, posteriormente l osso palatino; verso la regione mediana della cavità nasale si portano delle escrescenze ossee, che costituiscono i cornetti nasali, divisi in tre gruppi, un cornetto nasale superiore, uno medio e uno inferiore, i quali rendono la parete laterale molto più anfrattuosa rispetto alla parete mediale. Esse vengono ricoperte da una mucosa che rende più omogenea la superficie interna delle cavità nasali; la parete mediale appare liscia, mentre la parete laterale presente delle formazioni che una volta ricoperte dalla mucosa vanno a costituire i turbinati superiore, medio e inferiore. Da un punto di vista topografico le cavità nasali possono essere distinte in due porzioni: una porzione che corrisponde all ingresso delle cavità nasali, che si porta dalle narici fino ad arrivare un piccolo solco detto limen nasi, andando a costituire un area che viene definita vestibolo del naso; l altra porzione è costituita della cavità nasale propriamente detta. La differenza tra esse è di tipo strutturale: al livello del vestibolo del naso si trova una struttura simile a quella dell epidermide, dove nella parte iniziale si trovano dei follicoli piliferi dai quali nascono dei peli che prendono il nome di vibrisse, le quali costituiscono una rete in grado di filtrare le grosse impurità disperse nell aria che durante l atto respiratorio potrebbero essere trasportate all interno del naso; tutto ciò costituisce il primo sistema che modifica le caratteristiche fisiochimiche dell aria dove avvengono gli scambi. La cavità nasale propriamente detta presenta le due porzioni mediale e laterale, una porzione superiore e stretta e una porzione inferiore e larga; posteriormente le cavità nasale comunicano con la successiva struttura che segue nell atto respiratorio (rinofaringe), attraverso una regione detta coana. Sezionando i cornetti delle cavità nasali si nota la presenza di alcuni fori, ossia delle aperture di piccoli canali che mettono in contatto la cavità nasale con altre cavità che sono posizionate nello splancnocranio; queste cavità prendono il nome di seni paranasali; essi sono localizzati a livello frontale al livello dello sfenoide, dell etmoide e al livello del mascellare. Attraverso quei fori comunicano con la cavità nasale. Queste cavità svolgono un ruolo importante nella modificazione dei suoni che vengono generati dalla

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