Intervento Accogliere il minore e sostenere la famiglia: dall affidamento familiare alle comunità residenziali

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Intervento Accogliere il minore e sostenere la famiglia: dall affidamento familiare alle comunità residenziali"

Transcript

1 Intervento Accogliere il minore e sostenere la famiglia: dall affidamento familiare alle comunità residenziali Cristina Rossetti Funzionario Regione Toscana ATTI DEL CICLO DI INCONTRI DI SENSIBILIZZAZIONE

2 manco

3 1. Il diritto del bambino a vivere nella propria famiglia La Convenzione ONU sui diritti del fanciullo, recepita nel nostro ordinamento con la legge 176/1991, afferma il diritto del minore a crescere nella propria famiglia; quando eccezionalmente e nel suo preminente interesse ne sia separato, il minore deve essere comunque inserito in un ambiente familiare idoneo per lo sviluppo armonioso e completo della sua personalità. La legge 4 maggio 1983, n. 184 (Disciplina dell adozione e dell affidamento dei minori) successivamente revisionata e modificata, recita all articolo 1 primo comma che il minore ha diritto di crescere ed essere educato nell ambito della propria famiglia ; al comma 2 che le condizioni di indigenza dei genitori o del genitore esercente la potestà genitoriale non possono essere di ostacolo all esercizio del diritto del minore alla propria famiglia. A tale fine a favore della famiglia sono disposti interventi di sostegno e di aiuto. Nel nuovo quadro normativo italiano che sta segnando il passaggio da un sistema nazionale di protezione sociale a un sistema a carattere regionale, a seguito della recente legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3 (Modifiche del titolo V della parte seconda della Costituzione) la legge 8 novembre 2000, n. 328 (Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali) resta un importante punto di riferimento per le Regioni che hanno legiferato o stanno legiferando in materia, anche rispetto alle azioni a favore dell infanzia e dell adolescenza. Nella legge in questione viene ribadito che: lo Stato, le Regioni, gli enti locali hanno il compito di impegnarsi ad assicurare al cittadino minore di età la protezione e le cure necessarie al suo benessere, in considerazione dei diritti e dei doveri dei suoi genitori, dei suoi tutori o di altre persone che hanno la responsabilità legale e che, nell ambito delle loro competenze, devono sostenere tali diritti attraverso la promozione di idonee politiche di intervento, pur nel rispetto della reciproca autonomia e nei limiti delle risorse disponibili; 117

4 118 i nuclei familiari a rischio devono ricevere un adeguato supporto attraverso prestazioni di accompagnamento e tutela finalizzate a prevenire, nell interesse del bambino, le condizioni di disagio e i fattori di rischio che possano pregiudicare il suo benessere e generare stati di trascuratezza, maltrattamento fino all abbandono, nonché a promuovere condizioni positive affinché il bambino possa crescere ed essere educato nell ambito della propria famiglia. In questo scenario, gli enti locali, in quanto responsabili della funzione di protezione dei minori, devono orientare e sviluppare interventi, azioni e progetti di sostegno e aiuto alla famiglia fin dall insorgere delle prime difficoltà, con l obiettivo di ripristinare le condizioni necessarie affinché la funzione educativa della famiglia venga sostenuta e non pregiudicata in tutti i suoi aspetti di cura, di protezione, di affettività. Le famiglie in difficoltà devono avere l opportunità di usufruire non soltanto dei servizi destinati alla generalità delle famiglie, ma anche di tutte le prestazioni previste per particolari circostanze (consulenze psicopedagogiche, assistenza sociale, socioeducativa, domiciliare, ecc.), devono essere inoltre coinvolte e partecipare al proprio percorso di reinserimento, valorizzando le proprie risorse e quelle del proprio contesto di vita. La sperimentazione di nuove e più incisive forme di aiuto alle famiglie potrà essere utile nel prevenire, per quanto possibile, l allontanamento del minore, nel ridurre i tempi dell affidamento così come previsto dalle normative esistenti in materia. In questo contesto è importante offrire agli operatori dei servizi impegnati nelle attività a favore dei minori, e in particolare a quelli impegnati nelle attività di tutela, la possibilità di verificare le proprie esperienze professionali in rapporto ai cambiamenti introdotti nella normativa e che si manifestano nella situazione sociale, nonché di approfondire le proprie competenze professionali rispetto alle azioni e agli interventi a sostegno delle famiglie in difficoltà, al percorso dell affidamento nelle sue diverse forme e soluzioni, volto all obiettivo della riunificazione familiare.

5 2. Il minore allontanato dalla propria famiglia e accolto in una nuova famiglia o in un servizio residenziale socioeducativo Questo tipo di intervento merita un accurata programmazione; la sua esecuzione è collegata a diversi fattori che influenzano il procedimento. L allontanamento di un minore, che si verifica a causa di un accertata situazione di grave pregiudizio, può concretizzarsi con varie modalità: urgente (con il consenso dei genitori); programmato (senza il consenso dei genitori). Se attuato sulla base di un accordo fra la famiglia naturale e i servizi, l allontanamento si realizza quando il servizio territoriale abbia formulato un ipotesi sulla fattibilità dell affido, quando cioè il minore possa vivere in una famiglia o in una struttura educativa, diversi dal nucleo naturale, senza antitesi tra loro, ma capaci di accogliere il minore con i suoi bisogni, comprendere quelli della famiglia naturale, collaborare per la buona riuscita del suo rientro definitivo in famiglia. Qualsiasi sia la soluzione adottata nell interesse del minore (famiglia o struttura educativa), bisogna prendere in attenta considerazione le modalità con cui si opera verso il minore perché in questo passaggio, che ha comunque un significato emotivo forte, non gli sia richiesto uno sforzo psichico eccessivo, accrescendo la sua condizione di sofferenza. Il contenuto emozionale di tale intervento tocca prima di tutto il bambino, i suoi genitori e parenti, ma anche gli operatori. Gli operatori hanno il difficile compito: di individuare e scegliere il tipo di affidamento, cioè la soluzione più rispondente alle esigenze del minore, ai suoi problemi, alle sue difficoltà (ad esempio, in quali casi risulta più adatto l affidamento eterofamiliare e in quali casi bisogna invece ricorrere alla struttura educativa; quando e come il minore e i genitori sono coinvolti nella scelta); di attuare il progetto di affidamento, che comprende l azione specifica di sostegno finalizzata agli obiettivi del progetto (garantita dagli 119

6 operatori che condividono la responsabilità professionale del caso) e che deve impegnare anche prestazioni, risorse e interventi da reperire sia nel contesto istituzionale sia nel contesto sociale; di concludere il progetto per il rientro del bambino in famiglia. 3. Il minore: da chi può essere accolto e a chi può essere affidato 120 In Italia tutta la materia dell affidamento, la cui acquisizione tra le misure a favore dei minori in difficoltà è relativamente recente, è regolata da normative lontane nel tempo; soltanto l affidamento familiare è stato normato nel 1983 e recentemente aggiornato. Generalmente si parla di affidamento familiare sebbene siano varie le forme di affidamento, che cercherò di analizzare nei loro diversi aspetti. L affidamento di minori a famiglie diverse dalle loro è stato praticato in anni e in periodi precedenti all applicazione di una legge anche se in forme limitate e secondo modalità strettamente legate ai diversi momenti storici, all organizzazione sociale e istituzionale. L affidamento familiare è stato introdotto dalla legge 184/1983 ( Disciplina dell adozione e dell affidamento dei minori ), successivamente modificata dalla legge 149/2001 ( Modifiche alla legge 4 maggio 1983, n. 184, recante Disciplina dell adozione e dell affidamento dei minori, nonché al titolo VIII del libro primo del codice civile ). L affidamento familiare, in base a quanto contenuto nell articolo 2 della legge 184/1983, confermato anche nel testo della legge 149/2001, consiste nell inserimento di un minore, temporaneamente privo di un ambiente familiare idoneo, in una famiglia diversa da quella di origine, in grado di assicurargli il mantenimento, l educazione, l istruzione e le relazioni affettive di cui ha bisogno.

7 Oggi l affidamento familiare viene collocato, da tutti punti di vista, nella gamma degli interventi a sostegno dei minori e delle loro famiglie. La recente normativa riconferma come obiettivo la forma di aiuto e sostegno non soltanto al minore, ma anche alla sua famiglia di origine. La recente normativa esplicita, inoltre, molto chiaramente che il minore può essere affidato a famiglie, a persone singole, a strutture educative; non esplicita in maniera diretta l affidamento familiare a parenti, quando disposto dall autorità amministrativa; estende invece l affidamento familiare alle strutture educative, con le stesse regole e con le stesse modalità dell affidamento a famiglie o a persone singole. Si riporta qui di seguito l articolo della legge, la quale prevede che le disposizioni relative a tutte le regole in materia di affidamento familiare si applicano, in quanto compatibili, anche nel caso di minori inseriti presso una comunità di tipo familiare o un istituto di assistenza pubblico o privato. Di fatto questa normativa ha notevolmente rafforzato il concetto di temporaneità dell affidamento del bambino al servizio residenziale socio-educativo, determinando la durata stessa dell intervento sul minore e sul suo nucleo con un tempo preciso di ventiquattro mesi, entro il quale i servizi devono attuare tutti gli interventi volti al recupero della famiglia di origine. Pertanto il minore, per conto dell autorità amministrativa, può essere affidato: a parenti; a famiglie, preferibilmente con figli minori, o a una persona singola; a una comunità di tipo familiare o, in mancanza, a un istituto di assistenza pubblico o privato che abbia una sede più vicina a quello in cui stabilmente risiede il nucleo familiare di provenienza. Ricordando che Per i minori di età inferiore a sei anni l inserimento non può avvenire in un istituto (L. n. 149/2001). 121 L affidamento familiare può essere disposto dall autorità amministrativa con il consenso dei genitori oppure emesso dal tribunale per i minorenni, in assenza del consenso dei genitori.

8 Credo sia opportuno sottolineare in particolare le caratteristiche dell affidamento consensuale L affidamento con il consenso dei genitori L articolo 4 della legge individua i soggetti disponibili all affidamento distinguendo i casi in cui sia stato o meno manifestato l assenso a tale misura da parte dei genitori o del genitore esercente la potestà o del tutore. L affidamento familiare acquista pieno significato se è una manifestazione della comunità solidale e se viene attuato con il consenso, in quanto assume la forma della solidarietà tra famiglie. I Centri affidi, istituiti in molte parti del territorio nazionale, svolgono una funzione importante se, insieme con gli operatori del territorio: attivano un azione di animazione che coinvolga i cittadini, le famiglie, le realtà associative sulle tematiche della vita familiare e del disagio minorile, per sollecitare la partecipazione alle diverse forme di tutela dei minori; costituiscono un punto di riferimento per la famiglia di origine, che deve essere aiutata a cambiare per riaccogliere in tempi brevi il figlio; verificano il progetto individuale per il minore, allo scopo di puntualizzare e verificare le esperienze da fargli compiere, al fine di assicurargli le condizioni per un normale processo di crescita; sostengono la famiglia affidataria, che ha bisogno di essere aiutata nelle difficoltà che incontra, e che quindi necessita di un supporto esterno per affrontare il complesso e articolato intervento. L affidamento familiare è caratterizzato: dalla presenza della famiglia del minore e dal mantenimento dei rapporti con la famiglia naturale; dall ascolto e partecipazione del minore (il testo riformato prevede l obbligo di sentire non soltanto il minore che ha compiuto gli anni 12, ma anche il minore di età inferiore in considerazione della sua capacità di discernimento);

9 dal consenso della famiglia del minore. Se i genitori o il tutore hanno espresso consenso al progetto di affidamento familiare formulato dal servizio locale, l affidamento è disposto dallo stesso servizio e ratificato dal giudice tutelare. A questo proposito va meglio specificato che il provvedimento deve essere emesso da un organo amministrativo, proprio perché lo scopo dell intervento deve avere il carattere della temporaneità e soprattutto deve essere affiancato da: a) il progetto sul minore, che si trovi in famiglia affidataria o in un servizio residenziale; b) il programma di aiuto alla famiglia del minore, con il fine ultimo di reinserirvi il minore, quando le difficoltà saranno superate. Per questo la recente legge impone che almeno ogni sei mesi venga predisposta la relazione di aggiornamento, contenente notizie sul progetto del minore e sull evoluzione della famiglia del bambino. Alcune questioni di particolare significato: l affido familiare, sebbene inserito fra gli interventi dei servizi territoriali, è nato come espressione della riscoperta della solidarietà da parte della nostra società; oggi questo obiettivo appare essere in forte contraddizione in un momento storico particolarmente complesso come l attuale; l affidamento familiare è un intervento ad alta complessità perché ha come protagonisti diversi attori: il minore, la sua famiglia, la famiglia affidataria, gli operatori dei servizi sociali e sanitari che tra loro interagiscono in maniera costante e spesso non esente da conflittualità; l affido potrebbe essere evitato o contenuto se le famiglie fossero supportate da validi servizi territoriali (aiuti domestici, riabilitativi, educativi, ecc.); gli operatori si trovano di fronte a un intervento complesso per individuare le difficoltà di un nucleo al suo interno, nei rapporti con gli altri componenti familiari e con l ambiente sociale; si muovono spesso sovraccarichi di lavoro, nel più completo isolamento. Il progetto di affidamento, quando attuato, viene seguito poco e soprattutto si tende 123

10 124 a privilegiare più il sostegno alle famiglie affidatarie che il lavoro sulla famiglia di origine; il progetto vede coinvolti gli operatori dei servizi di assistenza sociale, gli operatori specialistici delle aziende e anche altri soggetti (ad esempio le cooperative, nel caso di strutture educative) o altre istituzioni pubbliche (nel caso in cui, ad esempio, la famiglia affidataria risieda in un Comune diverso da quello di residenza del minore); le questioni relative all affidamento familiare, o meglio relative alle politiche per la famiglia, l infanzia e l adolescenza, possono essere adeguatamente affrontate nel contesto articolato del piano di zona; il minore va considerato all interno del proprio contesto e va quindi trovata una forma di intervento articolata. A ogni situazione va data una risposta pensata per quella storia e ogni risposta va sostenuta sia dal servizio pubblico che dalla solidarietà tra famiglie; questa impostazione ha anche un valore sociale. La famiglia affidataria o la struttura non si pongono come operatore bensì si configurano come risorsa forte al fianco della famiglia di origine, realizzano una condivisione di esperienze e una compartecipazione nella storia di due famiglie che camminano insieme per un tratto della loro storia, nell interesse del minore (dalla relazione delle famiglie affidatarie alla Conferenza nazionale sull affidamento, Reggio Calabria, dicembre 1997); nella recente normativa in questo percorso è stato inserito anche l operatore dei servizi territoriali. 3.2 Altre tipologie di affidamento Esistono altre tipologie di affidamento da non confondere con l affidamento familiare. Ne citiamo alcune fra le più significative. affidamento del minore nell ambito del gruppo parentale entro il quarto grado; affidamento pur non essendo parente; affidamento a rischio giuridico; affidamento dei figli nei casi di genitori separati e nei casi di genitori separati in forte conflittualità;

11 affidamento disposto dal giudice; affidamento all ente locale; affidamento internazionale. Fra tutte le forme di affidamento credo sia utile mettere in evidenza l affidamento disposto dal giudice e l affidamento in caso di separazioni conflittuali. Affidamento disposto dal giudice Sull affidamento disposto dal giudice la normativa non appare sufficientemente puntuale tanto è vero che tale norma ha dato adito a differenti orientamenti giurisprudenziali: alcuni autori ritengono che non sia corretto sovrapporre all affidamento familiare previsto dalla legge 184/1983 l affidamento senza vincoli temporali quale provvedimento disposto dal giudice in caso di comportamento pregiudizievole del genitore, ai sensi dell art. 333 c.c.; altri, analizzando la situazione di fatto ed essendo in atto numerosissimi provvedimenti che non riportano il limite temporale dell affidamento, ritengono che questo obiettivo sia difficilmente perseguibile dal momento che le difficoltà della famiglia del bambino non sono facilmente risolvibili in poco tempo oppure perché, in taluni casi, diventano irreversibili. Scrive Alfredo Carlo Moro nel manuale di diritto minorile: un affidamento familiare può essere disposto dal giudice in ipotesi diverse da quelle previste dalla legge sull adozione e l affidamento. Può innanzitutto essere disposto nell ambito delle procedure di ablazione o limitazione della potestà genitoriale (art. 330 e 333 c.c.) [ ]. Il provvedimento, pur essendo revocabile se la situazione si chiarirà, non può che essere a tempo indeterminato e destinato a protrarsi per un periodo non necessariamente breve [ ]. Può poi essere disposto dal tribunale per i minorenni anche nel caso in cui il minore dia manifeste prove di irregolarità della condotta o del carattere e sia conseguentemente opportuno un suo allontanamento dall ambiente familiare [ ]. Siamo come appa- 125

12 re evidente in situazioni del tutto diverse da quelle contemplate nella legge 184 [ ] la durata della misura è del tutto diversa da quella legata all affidamento familiare finalizzato a evitare la procedura dell adottabilità (Moro 2000). Anche in questo caso i compiti degli enti locali e degli operatori dei servizi territoriali rimangono invariati: il progetto sul minore e sulla sua famiglia deve essere elaborato e seguito dai servizi. 126 Affidamenti nei casi di separazione conflittuale Sappiamo tutti che la famiglia attuale, che vive in una società alquanto complessa, appare più fragile rispetto all assunzione di modelli di riferimento e alla realizzazione di progettualità, ed è talora travolta da conflitti profondi nei quali c è poco spazio per considerare i diritti dei bambini e i doveri degli adulti nei loro confronti. Fra i fenomeni di criticità che attraversano le famiglie, la separazione in presenza di figli è senz altro un esperienza in aumento nella nostra società; la decisione dell affidamento è spesso fonte di ulteriori problemi. Nel caso poi esista una valutazione di situazione di pregiudizio per la crescita dei figli da parte dell autorità giudiziaria, si possono registrare forti conflitti nella relazione genitori-figli; spesso, d altra parte, la gestione delle conflittualità viene relegata esclusivamente agli enti locali, in particolare per quanto attiene il momento e l organizzazione degli spazi e del personale che deve garantire le visite (o incontri protetti) fra il genitore non affidatario e il figlio/figli. Gli interventi di urgenza Un attenzione particolare, a mio parere, dovrà poi essere data agli interventi di urgenza (pensiamo al fenomeno dei minori stranieri non accompagnati) nei confronti dei quali si applica l art. 403 del codice civile; l articolo in questione stabilisce che quando il minore è moralmente o materialmente abbandonato o è allevato in locali insalubri o pericolosi, oppure da persona per negligenza, immoralità, ignoranza o per altri motivi

13 incapaci di provvedere all educazione di lui, la Pubblica Autorità, a mezzo degli organi di protezione dell infanzia, lo colloca in un luogo sicuro, sino a quando si possa provvedere in modo definitivo alla sua protezione (intendendo per Pubblica Autorità quella amministrativa). Per concludere queste riflessioni, in sintesi, si è cercato di far emergere la problematica della tutela dei minori cercando di delineare delle risposte utili per assicurare agli stessi una maggiore protezione in una società dove è opportuno, nell ottica delle esigibilità dei diritti, fornire risposte qualificate e di ampio respiro in particolar modo quando si tratta di diritti di cittadini minori di età e in situazioni di grave disagio. Ed è importante sottolineare che queste riflessioni sono frutto di un percorso avviato dalla Regione Toscana circa due anni fa, quando l amministrazione si è posta fra l altro l obiettivo di elaborare delle linee guida sull affidamento; tale obiettivo si colloca certo in attuazione della recente normativa che prevede la chiusura degli istituti entro il 31 dicembre 2006, ma richiama soprattutto l attenzione alla tutela dei minori più sfortunati. 127 Riferimenti bibliografici Garavini C.M L affidamento familiare: quale linea di intervento?, in Funzioni di sostegno alle famiglie e alla genitorialità, Firenze, Regione Toscana Istituto degli Innocenti, 2000 Moro A.C Manuale di diritto minorile, Bologna, Zanichelli

14 manco

1. Il minore ha diritto di crescere ed essere educato nell ambito della propria famiglia.

1. Il minore ha diritto di crescere ed essere educato nell ambito della propria famiglia. Nuovo testo della Legge n. 184 del 1983 Diritto del minore ad una famiglia come modificata dalla legge del 28/3/2001 n. 149 TITOLO I Principi generali Art. 1 1. Il minore ha diritto di crescere ed essere

Dettagli

COMUNE DI PACIANO PROVINCIA DI PERUGIA

COMUNE DI PACIANO PROVINCIA DI PERUGIA COMUNE DI PACIANO PROVINCIA DI PERUGIA Cap 06060 P.zza della Repubblica n. 4 P.IVA 00436320543 Tel. 075.830186 e-mail: info@comune.paciano.pg.it fax. 075.830447 REGOLAMENTO COMUNALE DEL SERVIZIO DI AFFIDAMENTO

Dettagli

L affido, il Tribunale per i Minorenni e i Servizi Sociali

L affido, il Tribunale per i Minorenni e i Servizi Sociali L affido in Italia: dalle prime esperienze all attuale normativa giuridica L affido, il Tribunale per i Minorenni e i Servizi Sociali Interventi della dott.ssa Barbara Montisci,, Giudice Onorario del T.M.

Dettagli

(Provincia di Perugia) Zona Sociale n. 4 REGOLAMENTO AFFIDO ETERO-FAMILIARE E SOSTEGNO FAMILIARE

(Provincia di Perugia) Zona Sociale n. 4 REGOLAMENTO AFFIDO ETERO-FAMILIARE E SOSTEGNO FAMILIARE (Provincia di Perugia) Zona Sociale n. 4 REGOLAMENTO AFFIDO ETERO-FAMILIARE E SOSTEGNO FAMILIARE Approvato con Deliberazione di Consiglio Comunale n.35 del 28/09/2011 Art. 1 Oggetto L affido familiare

Dettagli

REGOLAMENTO AFFIDO FAMILIARE

REGOLAMENTO AFFIDO FAMILIARE REGOLAMENTO AFFIDO FAMILIARE Premessa L affidamento etero-familiare consiste nell inserire un minore in un nucleo familiare diverso da quello originario per un tempo determinato. È un esperienza di accoglienza

Dettagli

>> Perché l'affido familiare dei minori. >> Che cos'é l'affido. >> Chi può fare l'affido e come. >> Tipologie dell'affido. >> Le forme dell'affido

>> Perché l'affido familiare dei minori. >> Che cos'é l'affido. >> Chi può fare l'affido e come. >> Tipologie dell'affido. >> Le forme dell'affido >> Perché l'affido familiare dei minori >> Che cos'é l'affido >> Chi può fare l'affido e come >> Tipologie dell'affido >> Le forme dell'affido >> I soggetti dell'affido >> I soggetti dell'affido Il bambino/ragazzo:

Dettagli

REGOLAMENTO PER L AFFIDO FAMILIARE

REGOLAMENTO PER L AFFIDO FAMILIARE REGOLAMENTO PER L AFFIDO FAMILIARE approvato dal Coordinamento Istituzionale con delibera n. 10 del 14/07/2009 PRINCIPI GENERALI Il minore ha diritto di crescere ed essere educato nell ambito della propria

Dettagli

COMUNE DI RIPOSTO Provincia di Catania. Regolamento per l affidamento familiare dei minori

COMUNE DI RIPOSTO Provincia di Catania. Regolamento per l affidamento familiare dei minori COMUNE DI RIPOSTO Provincia di Catania Regolamento per l affidamento familiare dei minori Adottato con deliberazione consiliare n 41 del 16/03/2000 COMUNE DI RIPOSTO Provincia di Catania Regolamento per

Dettagli

DISTRETTO SOCIO - SANITARIO N. 45 AFFIDO FAMILIARE

DISTRETTO SOCIO - SANITARIO N. 45 AFFIDO FAMILIARE DISTRETTO SOCIO - SANITARIO N. 45 1. NUMERO AZIONE 16 2. TITOLO AZIONE AFFIDO FAMILIARE 3. DESCRIZIONE DELLE ATTIVITÀ Descrivere sinteticamente le attività che si intendono realizzare all interno dell

Dettagli

Comune di Comune di Comune di Comune di. San Marco in Lamis San Giovanni Rotondo Rignano Garganico San Nicandro Garganico

Comune di Comune di Comune di Comune di. San Marco in Lamis San Giovanni Rotondo Rignano Garganico San Nicandro Garganico Comune di Comune di Comune di Comune di San Marco in Lamis San Giovanni Rotondo Rignano Garganico San Nicandro Garganico PRESENTAZIONE L art. 1 della legge 149 del 2001 Diritto del minore ad una famiglia

Dettagli

********** IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE. - VISTA la L. n. 184 del 04/05/83 Disciplina dell adozione e dell affidamento dei minori ;

********** IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE. - VISTA la L. n. 184 del 04/05/83 Disciplina dell adozione e dell affidamento dei minori ; Consiglio di Amministrazione Deliberazione n. del OGGETTO: RECEPIMENTO DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE N. 79 11035 DEL 17/11/03 Approvazione linee d indirizzo per lo sviluppo di una rete di servizi

Dettagli

REGOLAMENTO COMUNALE AFFIDAMENTO FAMILIARE DEI MINORI Approvato con Delibera C.C. 43/01 ART. 1 ART. 2 ART. 3

REGOLAMENTO COMUNALE AFFIDAMENTO FAMILIARE DEI MINORI Approvato con Delibera C.C. 43/01 ART. 1 ART. 2 ART. 3 REGOLAMENTO COMUNALE AFFIDAMENTO FAMILIARE DEI MINORI Approvato con Delibera C.C. 43/01 ART. 1 L amministrazione comunale attua l affidamento familiare allo scopo di garantire al minore le condizioni migliori

Dettagli

UNA VISIONE DELL ADOZIONE E DELL AFFIDAMENTO

UNA VISIONE DELL ADOZIONE E DELL AFFIDAMENTO UNA VISIONE DELL ADOZIONE E DELL AFFIDAMENTO Benedetta Baquè Psicologa - Psicoterapeuta I BISOGNI DEI BAMBINI E DEI RAGAZZI Ogni bambino ha diritto a crescere in una famiglia, la propria o se questa non

Dettagli

DISTRETTO SOCIO SANITARIO 18 (PATERNO -BELPASSO-RAGALNA-ASL 3)

DISTRETTO SOCIO SANITARIO 18 (PATERNO -BELPASSO-RAGALNA-ASL 3) DISTRETTO SOCIO SANITARIO 18 (PATERNO -BELPASSO-RAGALNA-ASL 3) Allegato alla deliberazione consiliare n. 04 del 7 febbraio 2007 ART. 1 DEFINIZIONE DI AFFIDAMENTO FAMILIARE 1. L affidamento familiare è

Dettagli

Città di Ispica Prov. di Ragusa

Città di Ispica Prov. di Ragusa Città di Ispica Prov. di Ragusa REGOLAMENTO SULL AFFIDO FAMILIARE DI MINORI Art. 1 L amministrazione comunale attua l affidamento familiare allo scopo di garantire al minore le condizioni migliori per

Dettagli

REGOLAMENTO DEL SERVIZIO AFFIDAMENTO FAMILIARE DEL COMUNE DI FIRENZE

REGOLAMENTO DEL SERVIZIO AFFIDAMENTO FAMILIARE DEL COMUNE DI FIRENZE REGOLAMENTO DEL SERVIZIO AFFIDAMENTO FAMILIARE DEL COMUNE DI FIRENZE Premessa normativa Art.1 - Principi generali Art.2 - Tipologia e modalità di affidamento Art.3 - Durata dell affidamento Art.4 - Come

Dettagli

REGOLAMENTO AFFIDO FAMILIARE

REGOLAMENTO AFFIDO FAMILIARE REGOLAMENTO AFFIDO FAMILIARE 2000 Adottato con deliberazione del Consiglio comunale n. 86 del 29 settembre ARTICOLO 1 - RIFERIMENTI LEGISLATIVI L affido è disposto dal Comune, o chi da esso delegato, in

Dettagli

Protocollo d intesa tra Autorità garante per l'infanzia e l adolescenza e Consiglio nazionale dell Ordine degli Assistenti sociali (CNOAS)

Protocollo d intesa tra Autorità garante per l'infanzia e l adolescenza e Consiglio nazionale dell Ordine degli Assistenti sociali (CNOAS) Protocollo d intesa tra Autorità garante per l'infanzia e l adolescenza e Consiglio nazionale dell Ordine degli Assistenti sociali (CNOAS) L'AUTORITÀ GARANTE PER L'INFANZIA E L ADOLESCENZA E IL CONSIGLIO

Dettagli

Centro Polifunzionale di Gavirate. Centro di Accoglienza di Cittiglio. Fondazione FELICITA MORANDI. Associazione IL PASSO onlus

Centro Polifunzionale di Gavirate. Centro di Accoglienza di Cittiglio. Fondazione FELICITA MORANDI. Associazione IL PASSO onlus Centro di Accoglienza di Cittiglio Centro Polifunzionale di Gavirate Fondazione FELICITA MORANDI Associazione IL PASSO onlus Luglio 2012 FONDAZIONE FELICITA MORANDI Servizi e interventi a favore dei minori

Dettagli

Che cosa è l Affidamento?

Che cosa è l Affidamento? Che cosa è l Affidamento? L affidamento,, diversamente dall adozione adozione, è l accoglienza temporanea nella propria casa di un bambino o di un ragazzo. A Torino esiste sin dal 1976,, a livello nazionale

Dettagli

I SERVIZI SOCIO-EDUCATIVI IN PROVINCIA DI TRENTO

I SERVIZI SOCIO-EDUCATIVI IN PROVINCIA DI TRENTO I SERVIZI SOCIO-EDUCATIVI IN PROVINCIA DI TRENTO SERVIZI RESIDENZIALI I SERVIZI DI PRONTA ACCOGLIENZA: IL CENTRO PER L INFANZIA IL CENTRO DI PRONTA ACCOGLIENZA Il Centro per l Infanzia accoglie bambini

Dettagli

C I T T A D I E R I C E PROVINCIA DI TRAPANI

C I T T A D I E R I C E PROVINCIA DI TRAPANI C I T T A D I E R I C E PROVINCIA DI TRAPANI SETTORE VIII SERVIZI SOCIALI, POLITICHE GIOVANILI E SPORT PROGETTO DOPOSCUOLA PINOCCHIO 1 PREMESSA Nell'ambito del programma degli interventi e servizi socio-assistenziali,

Dettagli

Corso di Valutazione Economica dei Progetti e dei Piani. Marta Berni AA. 2006-2007

Corso di Valutazione Economica dei Progetti e dei Piani. Marta Berni AA. 2006-2007 Corso di Valutazione Economica dei Progetti e dei Piani AA. 2006-2007 PIANO e PIANIFICAZIONE 3 Pianificazione È il Processo con il quale un individuo, una impresa, una istituzione, una collettività territoriale

Dettagli

Approvato con deliberazione del C.d.A. n. 1 del 27.02.07

Approvato con deliberazione del C.d.A. n. 1 del 27.02.07 REGOLAMENTO CONSORTILE PER L INSERIMENTO DI MINORI NELLE STRUTTURE RESIDENZIALI Approvato con deliberazione del C.d.A. n. 1 del 27.02.07 1 S O M M A R I O ART. 1 - OGGETTO...3 ART. 2 - FINALITÀ...3 ART.

Dettagli

Distretto Socio Sanitario n. 24

Distretto Socio Sanitario n. 24 Distretto Socio Sanitario n. 24 Centro Affidi Distrettuale Azione n. 9 Piano di Zona 2010-2012 Comuni di: Piazza Armerina Aidone Barrafranca Pietraperzia Cos è il Centro affidi Il Centro Affidi è un servizio

Dettagli

Sostegno e Accompagnamento Educativo

Sostegno e Accompagnamento Educativo Sostegno e Accompagnamento Educativo 1. Definizione La prestazione sostegno e accompagnamento educativo consiste nel fornire sia un supporto e una consulenza ai genitori nello svolgimento della loro funzione

Dettagli

Nel 2005 viene istituito l Albo comunale per censire i volontari

Nel 2005 viene istituito l Albo comunale per censire i volontari L Amministrazione di Sostegno. Il Ruolo del Servizio Sociale. Parto dall esperienza del Servizio Sociale dei 4 Ambiti Distrettuali (S. Vito, Pordenone, Cividale e Tarcento), soffermandomi in particolare

Dettagli

PARTIAMO DA ALCUNE DOMANDE

PARTIAMO DA ALCUNE DOMANDE PARTIAMO DA ALCUNE DOMANDE Esiste l immagine del disabile intellettivo come persona adulta nella mia mente? Quali sono i maggiori ostacoli che i famigliari/ operatori incontrano nella costruzione di un

Dettagli

Regolamento. Questo Servizio adotta il seguente regolamento:

Regolamento. Questo Servizio adotta il seguente regolamento: Regolamento L affidamento familiare aiuta i bambini ed i ragazzi a diventare grandi, nutrendo il loro bisogno di affetto e di relazione con figure adulte che si prendano cura di loro, al fine di diventare

Dettagli

REGOLAMENTO PER LA PROMOZIONE DELLA SOLIDARIETA INTERNAZIONALE E DEI DIRITTI UMANI. Art. 1 Finalità

REGOLAMENTO PER LA PROMOZIONE DELLA SOLIDARIETA INTERNAZIONALE E DEI DIRITTI UMANI. Art. 1 Finalità REGOLAMENTO PER LA PROMOZIONE DELLA SOLIDARIETA INTERNAZIONALE E DEI DIRITTI UMANI Art. 1 Finalità La Provincia di Genova, in attuazione di quanto previsto dal proprio Statuto, promuove la cultura della

Dettagli

La Convenzione sui diritti dell infanzia

La Convenzione sui diritti dell infanzia NOME... COGNOME... CLASSE... DATA... La Convenzione sui diritti dell infanzia La Convenzione sui diritti dell infanzia è stata approvata dall Assemblea generale delle Nazioni unite (ONU) il 20 novembre

Dettagli

154 31.3.2010 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 13 DELIBERAZIONE 22 marzo 2010, n. 363

154 31.3.2010 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 13 DELIBERAZIONE 22 marzo 2010, n. 363 154 31.3.2010 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 13 DELIBERAZIONE 22 marzo 2010, n. 363 Protocollo d intesa Costituzione di un Centro regio nale per la promozione e lo sviluppo dell auto

Dettagli

LE FAMIGLIE DI NASCITA

LE FAMIGLIE DI NASCITA Torino 20.03.2014 LE FAMIGLIE DI NASCITA Carla Montangero educatrice professionale Servizio educativo del Progetto Neonati Comune di Torino COSA DICE LA LEGGE, CORNICE NORMATIVA LEGGE 184/83 modificata

Dettagli

S i s t e m a d i v a l u t a z i o n e d e l l e p r e s t a z i o n i d e i d i p e n d e n t i

S i s t e m a d i v a l u t a z i o n e d e l l e p r e s t a z i o n i d e i d i p e n d e n t i S i s t e m a d i v a l u t a z i o n e d e l l e p r e s t a z i o n i d e i d i p e n d e n t i P r o d o t t o d a A l b e r t o P a o l i n i G r o s s e t o P a r c h e g g i s r l V e n g o n o p

Dettagli

COMUNE DI PARMA REGOLAMENTO COMUNALE PER L AFFIDAMENTO FAMILIARE DI MINORI

COMUNE DI PARMA REGOLAMENTO COMUNALE PER L AFFIDAMENTO FAMILIARE DI MINORI COMUNE DI PARMA REGOLAMENTO COMUNALE PER L AFFIDAMENTO FAMILIARE DI MINORI Approvato con deliberazione del Commissario Straordinario n. 47/8 in data 26/01/2012 1 ART. 1 Premessa Il presente regolamento

Dettagli

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 INDICE GESTIONE DELLE RISORSE Messa a disposizione delle risorse Competenza, consapevolezza, addestramento Infrastrutture Ambiente di lavoro MANUALE DELLA QUALITÀ Pag.

Dettagli

REGOLAMENTO COMUNALE PER IL SERVIZIO DI TRASPORTO SOCIALE

REGOLAMENTO COMUNALE PER IL SERVIZIO DI TRASPORTO SOCIALE REGOLAMENTO COMUNALE PER IL SERVIZIO DI TRASPORTO SOCIALE Art. 1 (Istituzione del servizio) Il Comune di Fossalto promuove il benessere dei propri cittadini, con il fine di inserire ed integrare socialmente

Dettagli

REGOLAMENTO DEL SERVIZIO DI AFFIDAMENTO FAMILIARE

REGOLAMENTO DEL SERVIZIO DI AFFIDAMENTO FAMILIARE REGOLAMENTO DEL SERVIZIO DI AFFIDAMENTO FAMILIARE ART. 1 OGGETTO DEL REGOLAMENTO E PRINCIPI GENERALI L affidamento familiare, rappresenta uno strumento prioritario di aiuto al minore e alla sua famiglia,

Dettagli

COMUNE DI CUTROFIANO Provincia di Lecce REGOLAMENTO COMUNALE DELL AFFIDAMENTO FAMILIARE DI MINORI

COMUNE DI CUTROFIANO Provincia di Lecce REGOLAMENTO COMUNALE DELL AFFIDAMENTO FAMILIARE DI MINORI COMUNE DI CUTROFIANO Provincia di Lecce (Settore Amministrativo) REGOLAMENTO COMUNALE DELL AFFIDAMENTO FAMILIARE DI MINORI Vista la legge nazionale 184/83 che, agli artt. 1,2,3,4 e 5, disciplinando l affidamento

Dettagli

UNA FAMIGLIA X UNA FAMIGLIA trasformare una buona prassi in una buona politica

UNA FAMIGLIA X UNA FAMIGLIA trasformare una buona prassi in una buona politica UNA FAMIGLIA X UNA FAMIGLIA trasformare una buona prassi in una buona politica Roma, 17/01/2013 Fondazione PAIDEIA onlus www.fondazionepaideia.it; info@fondazionepaideia.it Verso una nuova forma di affido

Dettagli

Un esperienza Servizio di Assistenza Domiciliare ai Minori creare legami per innescare

Un esperienza Servizio di Assistenza Domiciliare ai Minori creare legami per innescare Un esperienza Servizio di Assistenza Domiciliare ai Minori creare legami per innescare A cura di Dr.ssa BOVE Daniela Laura Cooperativa Sociale AMANI Comune di Brindisi Roma, 18 Gennaio 2010 cambiamenti

Dettagli

D.G.R.n.94-4335 del 13.11.2006

D.G.R.n.94-4335 del 13.11.2006 D.G.R.n.94-4335 del 13.11.2006 Approvazione criteri per l assegnazione contributi ai Soggetti gestori delle funzioni socioassistenziali per le attività delle Equipe Adozioni e per la promozione dell affidamento

Dettagli

Regolamento. L affido è istituito e regolamentato dalla Legge N.184/83, dalla Legge N.149/01 e dalla D.G.R 79-11035 del 17.11.2003.

Regolamento. L affido è istituito e regolamentato dalla Legge N.184/83, dalla Legge N.149/01 e dalla D.G.R 79-11035 del 17.11.2003. Regolamento Premessa L affidamento familiare aiuta i bambini ed i ragazzi a diventare grandi, nutrendo il loro bisogno di affetto e di relazione con figure adulte che si prendano cura di loro, al fine

Dettagli

LE LEGGI CHE DISCIPLINANO L ADOZIONE E L AFFIDO FAMILIARE

LE LEGGI CHE DISCIPLINANO L ADOZIONE E L AFFIDO FAMILIARE LE LEGGI CHE DISCIPLINANO L ADOZIONE E L AFFIDO FAMILIARE Legge 184/83 E la prima normativa specifica che disciplina l adozione e l affidamento dei minori. Legge 28 marzo 2001 n.149 Disciplina dell adozione

Dettagli

COMUNE DI CASTELLAR (Provincia di Cuneo) PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA TRIENNIO 2014/2016.

COMUNE DI CASTELLAR (Provincia di Cuneo) PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA TRIENNIO 2014/2016. COMUNE DI CASTELLAR (Provincia di Cuneo) PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA TRIENNIO 2014/2016. Indice: Premessa 1. FONTI NORMATIVE 2. STRUMENTI 3. DATI DA PUBBLICARE 4. INIZIATIVE DI

Dettagli

CARTA DEI SERVIZI CENTRO SERVIZIO AFFIDO E ADOZIONI TERRITORIALE -SAAT

CARTA DEI SERVIZI CENTRO SERVIZIO AFFIDO E ADOZIONI TERRITORIALE -SAAT CARTA DEI SERVIZI CENTRO SERVIZIO AFFIDO E ADOZIONI TERRITORIALE -SAAT Pag.1 Pag.2 Sommario COS È IL SERVIZIO AFFIDO E ADOZIONI TERRITORIALE SAAT... 3 DESTINATARI DEL SERVIZIO... 3 I SERVIZI OFFERTI...

Dettagli

PROGETTO CITTADINANZA E COSTITUZIONE

PROGETTO CITTADINANZA E COSTITUZIONE PROGETTO CITTADINANZA E COSTITUZIONE SICUREZZA E RISPETTO DELLE REGOLE FINALITA e OBIETTIVI DEL PROGETTO Le direttive comunitarie in tema di salute e sicurezza sul luogo di lavoro sottolineano la necessità

Dettagli

COMUNE DI ANCONA REGOLAMENTO TEMPO PER LE FAMIGLIE

COMUNE DI ANCONA REGOLAMENTO TEMPO PER LE FAMIGLIE COMUNE DI ANCONA REGOLAMENTO TEMPO PER LE FAMIGLIE Delibera Consiglio Comunale n. 51 del 10.06.2015 1 REGOLAMENTO TEMPO PER LE FAMIGLIE ART. 1 DEFINIZIONE Il Tempo per le famiglie rientra nella tipologia

Dettagli

CAMERA DEI DEPUTATI PROPOSTA DI LEGGE. d iniziativa del deputato DE POLI

CAMERA DEI DEPUTATI PROPOSTA DI LEGGE. d iniziativa del deputato DE POLI Atti Parlamentari 1 Camera dei Deputati CAMERA DEI DEPUTATI N. 349 PROPOSTA DI LEGGE d iniziativa del deputato DE POLI Istituzione del Garante nazionale dei diritti dell infanzia e dell adolescenza Presentata

Dettagli

PROGETTO SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE INTERVENTI PER LA PRESA IN CARICO E IL TRATTAMENTO DI MINORI VITTIME DI ABUSO NELL AREA VASTA FIRENZE

PROGETTO SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE INTERVENTI PER LA PRESA IN CARICO E IL TRATTAMENTO DI MINORI VITTIME DI ABUSO NELL AREA VASTA FIRENZE Allegato B PROGETTO SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE INTERVENTI PER LA PRESA IN CARICO E IL TRATTAMENTO DI MINORI VITTIME DI ABUSO NELL AREA VASTA FIRENZE PREMESSA Negli ultimi anni l attenzione al disagio in generale,

Dettagli

ALLEGATO H VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE INDIVIDUALE DEI DIPENDENTI COMUNE DI CINISI Prov. Palermo

ALLEGATO H VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE INDIVIDUALE DEI DIPENDENTI COMUNE DI CINISI Prov. Palermo SCHEDA di 3 II Fattore di Valutazione: Comportamenti professionali e organizzativi e competenze Anno Settore Servizio Dipendente Categoria Profilo professionale Responsabilità assegnate DECLARATORIA DELLA

Dettagli

REGOLAMENTO DELLA CONSULTA DEL VOLONTARIATO E DELL ASSOCIAZIONISMO

REGOLAMENTO DELLA CONSULTA DEL VOLONTARIATO E DELL ASSOCIAZIONISMO REGOLAMENTO DELLA CONSULTA DEL VOLONTARIATO E DELL ASSOCIAZIONISMO Approvato con deliberazione di Consiglio Comunale n. 36 del 04.05.2006 Indice ART. 1 - OBIETTIVI...2 ART. 2 - FUNZIONI DELLA CONSULTA...2

Dettagli

CIRCOLO RICREATIVO AZIENDALE LAVORATORI DI POSTE ITALIANE. CRALPoste CODICE DI COMPORTAMENTO

CIRCOLO RICREATIVO AZIENDALE LAVORATORI DI POSTE ITALIANE. CRALPoste CODICE DI COMPORTAMENTO CIRCOLO RICREATIVO AZIENDALE LAVORATORI DI POSTE ITALIANE CRALPoste CODICE DI COMPORTAMENTO Roma, 31 Marzo 2005 INDICE Premessa pag. 3 Destinatari ed Ambito di applicazione pag. 4 Principi generali pag.

Dettagli

SENATO DELLA REPUBBLICA XIV LEGISLATURA

SENATO DELLA REPUBBLICA XIV LEGISLATURA SENATO DELLA REPUBBLICA XIV LEGISLATURA N. 3338 DISEGNO DI LEGGE d iniziativa dei senatori BISCARDINI, CASILLO, CREMA, LABELLARTE e MARINI COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 10 MARZO 2005 Modifiche alla legge

Dettagli

PIEMONTE. D.G.R. n. 76 688 del 1/8/2005

PIEMONTE. D.G.R. n. 76 688 del 1/8/2005 PIEMONTE D.G.R. n. 76 688 del 1/8/2005 Oggetto: Programmazione della rete scolastica nella Regione Piemonte - anni scolastici 2005/06-2006/07 art. 138 del D.lgs 112/98. Indicazioni programmatiche inerenti

Dettagli

REGOLAMENTO SUL TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI

REGOLAMENTO SUL TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI COMUNE DI VIANO PROVINCIA DI REGGIO EMILIA REGOLAMENTO SUL TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI Approvato con deliberazione di G.C. n. 73 del 28.11.2000 INDICE TITOLO 1 ART. 1 ART. 2 ART. 3 ART. 4 ART. 5 ART.

Dettagli

COS E L AFFIDAMENTO FAMILIARE

COS E L AFFIDAMENTO FAMILIARE COS E L AFFIDAMENTO FAMILIARE L affidamento familiare è un intervento temporaneo d aiuto e di sostegno ad un minore che proviene da una famiglia in difficoltà. Attraverso l affidamento, il bambino incontra

Dettagli

REGOLAMENTO PER PRESTAZIONI DI ASSISTENZA DOMICILIARE, TRASPORTO SOCIALE E TELESOCCORSO

REGOLAMENTO PER PRESTAZIONI DI ASSISTENZA DOMICILIARE, TRASPORTO SOCIALE E TELESOCCORSO REGOLAMENTO PER PRESTAZIONI DI ASSISTENZA DOMICILIARE, TRASPORTO SOCIALE E TELESOCCORSO Approvato con delibera di Consiglio Comunale n. 443 del 11/12/1989. Art. 1 Oggetto del servizio Il presente Regolamento

Dettagli

REGOLAMENTO PER L EROGAZIONE DEL SERVIZIO DI RISTORAZIONE SCOLASTICA

REGOLAMENTO PER L EROGAZIONE DEL SERVIZIO DI RISTORAZIONE SCOLASTICA COMUNE DI MARCIGNAGO Prov. Pavia REGOLAMENTO PER L EROGAZIONE DEL SERVIZIO DI RISTORAZIONE SCOLASTICA Approvato con delibera del Consiglio Comunale n. 7 del 13.03.2006 INDICE ART.1 OGGETTO DEL REGOLAMENTO

Dettagli

Deliberazione legislativa n. 87/2014 2. Art. 1 Finalità

Deliberazione legislativa n. 87/2014 2. Art. 1 Finalità Deliberazione legislativa n. 87/2014 2 Art. 1 Finalità 1. La Regione Emilia-Romagna riconosce e promuove, nell ambito delle politiche del welfare, la cura familiare e la solidarietà come beni sociali,

Dettagli

CAMERA DEI DEPUTATI PROPOSTA DI LEGGE LAFFRANCO, BIANCONI

CAMERA DEI DEPUTATI PROPOSTA DI LEGGE LAFFRANCO, BIANCONI Atti Parlamentari 1 Camera dei Deputati CAMERA DEI DEPUTATI N. 572 PROPOSTA DI LEGGE D INIZIATIVA DEI DEPUTATI LAFFRANCO, BIANCONI Disciplina della professione di educatore di asilo nido e istituzione

Dettagli

Approfondimenti e-book: I laboratori come strategia didattica autore: Antonia Melchiorre

Approfondimenti e-book: I laboratori come strategia didattica autore: Antonia Melchiorre Approfondimenti e-book: I laboratori come strategia didattica autore: Antonia Melchiorre Breve excursus delle risoluzioni giuridiche introdotte per garantire il diritto al Successo formativo nella scuola

Dettagli

Conclusioni del Garante europeo per la protezione dei dati innanzi al Tribunale dell Unione Europea Caso T-343/13 Lussemburgo, 24 Marzo 2015

Conclusioni del Garante europeo per la protezione dei dati innanzi al Tribunale dell Unione Europea Caso T-343/13 Lussemburgo, 24 Marzo 2015 Conclusioni del Garante europeo per la protezione dei dati innanzi al Tribunale dell Unione Europea Caso T-343/13 Lussemburgo, 24 Marzo 2015 Signori Giudici del Tribunale, Nelle conclusioni di questa mattina,

Dettagli

Consultori familiari

Consultori familiari Consultori familiari Le prestazioni del consultorio corsi di accompagnamento alla nascita rivolti ad entrambi i genitori assistenza a domicilio a mamma e neonato dopo il parto (Servizio di Dimissione protetta):

Dettagli

La rappresentazione delle giovani generazioni in Toscana: dati e indicatori. Anna Maria Bertazzoni Direttore generale, Istituto degli Innocenti

La rappresentazione delle giovani generazioni in Toscana: dati e indicatori. Anna Maria Bertazzoni Direttore generale, Istituto degli Innocenti La rappresentazione delle giovani generazioni in Toscana: dati e indicatori Anna Maria Bertazzoni Direttore generale, Istituto degli Innocenti Dati e indicatori sulla condizione dell infanzia e dell adolescenza

Dettagli

Regolamento Servizio Assistenza Domiciliare Minori Premessa

Regolamento Servizio Assistenza Domiciliare Minori Premessa Regolamento Servizio Assistenza Domiciliare Minori Premessa A seguito della stesura del protocollo operativo, approvato dal Direttivo della Comunità Montana Valle Seriana Superiore con Delibera n. 27 del

Dettagli

Relazione attività esercizio 2012

Relazione attività esercizio 2012 Relazione attività esercizio 2012 maggio 2013 Il Sentiero di Morena fonda le sue radici nella storia pluriennale di un gruppo di fami-glie della provincia di Ascoli Piceno che praticano direttamente o

Dettagli

REGOLAMENTO DELLE ASSUNZIONI ALER MILANO

REGOLAMENTO DELLE ASSUNZIONI ALER MILANO REGOLAMENTO DELLE ASSUNZIONI ALER MILANO Ind Pagina 1 di 7 Indice Art. 1 Oggetto...3 Art. 2 Esclusioni...3 Art. 3 Documenti di riferimento...3 Art. 4 Finalità...4 Art. 5 Programmazione delle attività di

Dettagli

Erice è. con i diversamente abili: un percorso che continua PROGETTO DI INCLUSIONE SOCIO-LAVORATIVA PER I SOGGETTI DIVERSAMENTE ABILI

Erice è. con i diversamente abili: un percorso che continua PROGETTO DI INCLUSIONE SOCIO-LAVORATIVA PER I SOGGETTI DIVERSAMENTE ABILI Erice è. con i diversamente abili: un percorso che continua PROGETTO DI INCLUSIONE SOCIO-LAVORATIVA PER I SOGGETTI DIVERSAMENTE ABILI PREMESSA L art. 3, II comma della Costituzione Italiana recita: è compito

Dettagli

IL COMITATO DEI SINDACI

IL COMITATO DEI SINDACI IL COMITATO DEI SINDACI VISTO il documento istruttorio allegato, nel quale si propone di approvare lo schema di accordo di programma con l Az. USL n. 2 di Urbino per l attivazione della Equipe adozione

Dettagli

CRITERI PER L ACCESSO AI PRESTITI SULL ONORE

CRITERI PER L ACCESSO AI PRESTITI SULL ONORE 42 CRITERI PER L ACCESSO AI PRESTITI SULL ONORE ADOTTATO DAL CONSIGLIO COMUNALE CON DELIBERAZIONE N. 220/I0093427 P.G. NELLA SEDUTA DEL 20/12/2004 A RIFERIMENTI NORMATIVI L. 285/1997, art. 4 La L. 285/1997

Dettagli

Centro affidi e Centro adozioni: esperienze e prospettive

Centro affidi e Centro adozioni: esperienze e prospettive Nuove forme per l accoglienza familiare Firenze, 6 marzo 2013 Centro affidi e Centro adozioni: esperienze e prospettive Dott.ssa Sandra Di Rocco Responsabile P.O. Interventi per Minori e Famiglia del Comune

Dettagli

PROGETTO: TEATRO FORUM

PROGETTO: TEATRO FORUM 24 5 PROGETTO: TEATRO FORUM (per Oratori sensibili) Che cos è Il Teatro forum è un metodo e percorso formativo utilizzato spesso in situazioni di disagio socio-culturale e si propone come strumento per

Dettagli

RUOLO CENTRALE DEL DS NELL ACCOGLIENZA DEGLI ALUNNI DISABILI COME SENSIBILIZZARE E RESPONSABILIZZARE I DIRIGENTI

RUOLO CENTRALE DEL DS NELL ACCOGLIENZA DEGLI ALUNNI DISABILI COME SENSIBILIZZARE E RESPONSABILIZZARE I DIRIGENTI INTEGRAZIONE, ORIENTAMENTO E BUONE PRASSI RUOLO CENTRALE DEL DS NELL ACCOGLIENZA DEGLI ALUNNI DISABILI COME SENSIBILIZZARE E RESPONSABILIZZARE I DIRIGENTI L iscrizione degli alunni con certificazione L.104

Dettagli

Progetto educativo per bambini 2014 I NUOVI MEZZI EDUCATIVI I MASS-MEDIA: CONOSCIAMO BENE IL LORO OPERARE NELLA NOSTRA SOCIETA?

Progetto educativo per bambini 2014 I NUOVI MEZZI EDUCATIVI I MASS-MEDIA: CONOSCIAMO BENE IL LORO OPERARE NELLA NOSTRA SOCIETA? Progetto educativo per bambini 2014 I NUOVI MEZZI EDUCATIVI I MASS-MEDIA: CONOSCIAMO BENE IL LORO OPERARE NELLA NOSTRA SOCIETA? Sac. Don Magloire Nkounga Dott. D Ambrosio Giuseppina 1 Quando ci possono

Dettagli

Chi è il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza RLS

Chi è il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza RLS Chi è il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza RLS Definizione di RLS (Art 2, comma 1, lettera i) del D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81) persona eletta o designata per rappresentare i lavoratori per

Dettagli

CODICE DI FAMIGLIA E DI TUTELA

CODICE DI FAMIGLIA E DI TUTELA CODICE DI FAMIGLIA E DI TUTELA Prima della firma della Convenzione de L Aja sulla protezione dei minori e sulla cooperazione in materia di adozione internazionale (1995), in Polonia l adozione era regolata

Dettagli

Area Infanzia, Adolescenti, Giovani, Famiglia. Assistenza domiciliare socio-educativa per minori LIVEAS

Area Infanzia, Adolescenti, Giovani, Famiglia. Assistenza domiciliare socio-educativa per minori LIVEAS Area Infanzia, Adolescenti, Giovani, Famiglia Num. Scheda 1 TITOLO AZIONE o o Assistenza domiciliare socio-educativa per minori LIVEAS OBIETTIVI Scopo dell intervento è promuovere un processo di cambiamento

Dettagli

Legge 8 ottobre 2010, n. 170

Legge 8 ottobre 2010, n. 170 Legge 8 ottobre 2010, n. 170 Legge 8 ottobre 2010, n. 170 (in G.U. n. 244 del 18 ottobre 2010) Nuove norme in materia di disturbi specifici d apprendimento in ambito scolastico Art. 1. (Riconoscimento

Dettagli

Il modello veneto di Bilancio Sociale Avis

Il modello veneto di Bilancio Sociale Avis Il modello veneto di Bilancio Sociale Avis Le organizzazioni di volontariato ritengono essenziale la legalità e la trasparenza in tutta la loro attività e particolarmente nella raccolta e nell uso corretto

Dettagli

Trentino Mobilità s.p.a. REGOLAMENTO PER LA SELEZIONE DEL PERSONALE E PER IL CONFERIMENTO DI INCARICHI

Trentino Mobilità s.p.a. REGOLAMENTO PER LA SELEZIONE DEL PERSONALE E PER IL CONFERIMENTO DI INCARICHI Trentino Mobilità s.p.a. REGOLAMENTO PER LA SELEZIONE DEL PERSONALE E PER IL CONFERIMENTO DI INCARICHI Approvato dal Consiglio di Amministrazione in data 21 dicembre 2012 In vigore dal 22 dicembre 2012

Dettagli

Progetto. Educazione alla salute e psicologia scolastica

Progetto. Educazione alla salute e psicologia scolastica Progetto Educazione alla salute e psicologia scolastica Il progetto di psicologia scolastica denominato Lo sportello delle domande viene attuato nella nostra scuola da sei anni. L educazione è certamente

Dettagli

Protocollo d Intesa. tra

Protocollo d Intesa. tra Allegato 1 delib. As n. 2_2015 Protocollo d Intesa tra l Associazione ONLUS La vita oltre lo specchio, il Comune di Pisa, la Società della Salute di Pisa e l Azienda USL 5 di Pisa. PREMESSO - che nel Gennaio

Dettagli

Norma. Laura Landi - avvocato

Norma. Laura Landi - avvocato Laura Landi Norma legge 4 maggio 1983, n. 184 Disciplina dell adozione e dell affidamento dei minori Modificata da Legge 28 marzo 2001, n. 149 Diritto del minore ad una famiglia Laura Landi - avvocato

Dettagli

***************************************

*************************************** CONVENZIONE TRA IL COMUNE DI CREMONA E L ISTITUTO FIGLIE DEL SACRO CUORE DI GESU DI CREMONA PER LA GESTIONE DELL ASILO NIDO SACRO CUORE DI VIA G. DA CREMONA N. 19 IN CREMONA PER L ANNO SCOLASTICO 2014/2015.

Dettagli

PROVINCIA DI MATERA. Regolamento per il funzionamento. dell Ufficio Relazioni con il Pubblico della Provincia di Matera

PROVINCIA DI MATERA. Regolamento per il funzionamento. dell Ufficio Relazioni con il Pubblico della Provincia di Matera PROVINCIA DI MATERA Regolamento per il funzionamento dell Ufficio Relazioni con il Pubblico della Provincia di Matera SOMMARIO Art. 1 Principi generali Art. 2 Finalità e funzioni dell Ufficio Relazioni

Dettagli

Progetto Diocesano TALITA KUM CARITAS DIOCESANA CALTAGIRONE CALTAGIRONE 4 OTTOBRE 2013 SEMINARIO ESTIVO H. 18,30

Progetto Diocesano TALITA KUM CARITAS DIOCESANA CALTAGIRONE CALTAGIRONE 4 OTTOBRE 2013 SEMINARIO ESTIVO H. 18,30 Progetto Diocesano TALITA KUM CARITAS DIOCESANA CALTAGIRONE CALTAGIRONE 4 OTTOBRE 2013 SEMINARIO ESTIVO H. 18,30 Da dove siamo partiti La Diocesi e la Caritas hanno cercato sempre più di configurarsi come

Dettagli

DECRETO DEL DIRIGENTE DEL SERVIZIO POLITICHE SOCIALI E SPORT N. 144/SPO DEL 14/10/2014

DECRETO DEL DIRIGENTE DEL SERVIZIO POLITICHE SOCIALI E SPORT N. 144/SPO DEL 14/10/2014 1 DECRETO DEL DIRIGENTE DEL SERVIZIO POLITICHE SOCIALI E SPORT N. 144/SPO DEL 14/10/2014 Oggetto: DGR 1107/2014 Criteri e modalità per l assegnazione di contributi a favore degli Ambiti Territoriali Sociali

Dettagli

PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E INTEGRITA ANNO 2014 2015 2016 -

PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E INTEGRITA ANNO 2014 2015 2016 - PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E INTEGRITA ANNO 2014 2015 2016-1 1. Introduzione: organizzazione e funzioni del Comune. Con l approvazione del presente Programma Triennale della Trasparenza e dell

Dettagli

Regolamento dei soggiorni residenziali per vacanza rivolti a bambini e ragazzi fino a 18 anni ex art. 11 della LR 14 aprile 1999, n. 22.

Regolamento dei soggiorni residenziali per vacanza rivolti a bambini e ragazzi fino a 18 anni ex art. 11 della LR 14 aprile 1999, n. 22. COMUNE DI GAVORRANO Provincia di Grosseto Regolamento dei soggiorni residenziali per vacanza rivolti a bambini e ragazzi fino a 18 anni ex art. 11 della LR 14 aprile 1999, n. 22. TITOLO I - Oggetto Art.

Dettagli

AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE DI BASILICATA SEDE

AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE DI BASILICATA SEDE Consiglio Regionale della Basilicata - Gruppo LB / FRATELLI D ITALIA ALLEANZA NAZIONALE AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE DI BASILICATA SEDE PROPOSTA DI LEGGE ISTITUZIONE DEL SERVIZIO REGIONALE PER

Dettagli

CONVENZIONE DI COOPERAZIONE TRA PREMESSO

CONVENZIONE DI COOPERAZIONE TRA PREMESSO CONVENZIONE DI COOPERAZIONE TRA LA REGIONE AUTONOMA FRIULI VENEZIA GIULIA (di seguito denominata Regione) nella persona dell Assessore regionale al lavoro, università e ricerca Alessia Rosolen, domiciliata

Dettagli

REGOLAMENTO SERVIZIO DI ASSISTENZA DOMICILIARE ANZIANI

REGOLAMENTO SERVIZIO DI ASSISTENZA DOMICILIARE ANZIANI ENTE D AMBITO SOCIALE N. 34 VESTINA REGOLAMENTO SERVIZIO DI ASSISTENZA DOMICILIARE ANZIANI 1 Articolo 1 DEFINIZIONI 1. Ai fini del presente regolamento per Piano Sociale di zona si intende quel provvedimento

Dettagli

REGOLAMENTO DISTRETTUALE SULL AFFIDO FAMILIARE DI MINORI

REGOLAMENTO DISTRETTUALE SULL AFFIDO FAMILIARE DI MINORI REGOLAMENTO DISTRETTUALE SULL AFFIDO FAMILIARE DI MINORI REGOLAMENTO DISTRETTUALE SULL AFFIDO FAMILIARE DI MINORI TITOLO I Finalità e soggetti Art.1 Normativa L affidamento familiare per minori è regolato

Dettagli

4. Essere informati sui rischi e le misure necessarie per ridurli o eliminarli;

4. Essere informati sui rischi e le misure necessarie per ridurli o eliminarli; Lezione 3 Le attribuzioni del Rappresentante dei Lavoratori per la sicurezza Il diritto alla salute Abbiamo già sottolineato che il beneficiario ultimo del testo unico è la figura del lavoratore. La cui

Dettagli

Comune di San Martino Buon Albergo

Comune di San Martino Buon Albergo Comune di San Martino Buon Albergo Provincia di Verona - C.A.P. 37036 SISTEMA DI VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI DIRIGENZIALI Approvato dalla Giunta Comunale il 31.07.2012 INDICE PREMESSA A) LA VALUTAZIONE

Dettagli

FAMIGLIE AL CENTRO: Dott. Paola Mosa Roma 24 maggio 2013

FAMIGLIE AL CENTRO: Dott. Paola Mosa Roma 24 maggio 2013 FAMIGLIE AL CENTRO: funzioni di ascolto, orientamento e accompagnamento sociale delle famiglie all interno dei gruppi associati dei Medici di Medicina Generale Dott. Paola Mosa Roma 24 maggio 2013 Il contesto

Dettagli

Quando l affidamento familiare è sinedie: criticità e potenzialità

Quando l affidamento familiare è sinedie: criticità e potenzialità Percorso formativo all interno del Progetto di sperimentazione delle Linee di Indirizzo per l Affidamento Familiare. Quando l affidamento familiare è sinedie: criticità e potenzialità Marco Chistolini

Dettagli

GRUPPI DI INCONTRO per GENITORI

GRUPPI DI INCONTRO per GENITORI Nell ambito delle attività previste dal servizio di Counseling Filosofico e di sostegno alla genitorialità organizzate dal nostro Istituto, si propone l avvio di un nuovo progetto per l organizzazione

Dettagli

Percorso di attivazione della procedura sanitaria

Percorso di attivazione della procedura sanitaria PROTOCOLLO OPERATIVO SPERIMENTALE PER ACCERTAMENTI SANITARI PER MINORI DA AFFIDARE A FAMIGLIE O A SERVIZI RESIDENZIALI (in temporanea sostituzione del protocollo regionale approvato con Delibera n 489

Dettagli