COLLEGIO DI ROMA. Membro designato dalla Banca d'italia. (RM) NERVI Membro designato da Associazione rappresentativa degli intermediari

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1 COLLEGIO DI ROMA composto dai signori: (RM) MASSERA (RM) MELI (RM) RECINTO Presidente Membro designato dalla Banca d'italia Membro designato dalla Banca d'italia (RM) NERVI Membro designato da Associazione rappresentativa degli intermediari (RM) PROSPERETTI Membro designato da Associazione rappresentativa dei clienti Relatore LAURA PROSPERETTI Nella seduta del 11/04/2017 dopo aver esaminato: - il ricorso e la documentazione allegata - le controdeduzioni dell intermediario e la relativa documentazione - la relazione della Segreteria tecnica FATTO Il ricorso ha ad oggetto la richiesta di rimborso dell importo di un assegno di traenza contraffatto. In data 11 agosto 2014, la società ricorrente faceva emettere dall intermediario B un assegno di traenza, dell importo di 3.075,31, a favore di un proprio fornitore, e provvedeva ad inviarlo al beneficiario a mezzo posta. Successivamente al mancato ricevimento dell assegno da parte del beneficiario, la ricorrente, a seguito dell espletamento di opportune verifiche, giungeva a conoscenza del fatto che l assegno in questione era stato alterato ed incassato da un soggetto diverso dal beneficiario, che lo aveva riscosso presso l intermediario A. In virtù di ciò, la ricorrente procedeva nuovamente ad effettuare il pagamento nei confronti del fornitore e presentava contestuale reclamo con cui diffidava le due resistenti a restituire l importo dell assegno indebitamente pagato, comprensivo degli interessi e delle spese legali. La resistente A, banca negoziatrice dell assegno, espone di aver ricevuto da parte della ricorrente in data 7 settembre 2016 un atto di diffida a retrocedere l importo di 3.075,31, conseguentemente al pagamento di un assegno bancario della resistente B, che sarebbe stato effettuato a soggetto diverso dal beneficiario. A seguito dei dovuti accertamenti, la Pag. 2/6

2 resistente A respingeva la richiesta di rimborso, in quanto il pagamento risultava effettuato a un cliente della banca stessa, previa adozione di tutte le usuali cautele e in assenza di alterazioni del titolo rilevabili utilizzando il grado di diligenza richiesto dalla natura dell incarico. Dal canto suo, la resistente B, banca emittente dell assegno, afferma che la scelta della ricorrente di spedire l assegno a mezzo del servizio postale denota la volontà della stessa di assumersi il rischio di un eventuale alterazione dello stesso. Per di più, dal momento che l assegno in questione è stato negoziato secondo la procedura di check truncation, la banca emittente non avrebbe avuto la possibilità di esaminare il titolo, così come di controllare la firma del beneficiario, soggetto a lei sconosciuto. Nelle proprie conclusioni, la ricorrente chiede, in via preliminare, l esibizione dell originale dell assegno oggetto del ricorso e, in via principale, di accertare la responsabilità delle resistenti e condannare le stesse al rimborso della somma di 3.075,3, con interessi dalla data del pagamento indebito (19 agosto 2014) e con rimborso delle spese della procedura pari a 20,00. La resistente A, al contrario, chiede che il ricorso sia rigettato per insussistenza di responsabilità in capo alla stessa e, in via subordinata, che sia accertato il concorso di colpa della banca emittente e della ricorrente con le relative conseguenze in ordine alla quantificazione del danno risarcibile. Infine, la resistente B chiede che il ricorso venga respinto, in quanto infondato. DIRITTO La controversia attiene alla responsabilità delle banche negoziatrice ed emittente in relazione all incasso di un assegno di traenza contraffatto. Sui caratteri distintivi dell assegno di traenza e l applicabilità all assegno di traenza delle norme sull assegno bancario si sono espresse le Sezioni Unite della Cassazione, con sentenza n /2007, affermando che il cosiddetto assegno di traenza è quello che una banca autorizza taluno a sottoscrivere - appunto per traenza - sulla banca stessa inviandogli a tal fine un modulo di assegno appositamente predisposto con previsione di pagamento in favore del traente medesimo o di altro eventuale soggetto indicato come beneficiario. La predisposizione e l'invio dell'assegno al previsto traente presuppongono, evidentemente, l'esistenza presso la banca di una provvista (non importa se fornita all'origine dalla banca stessa o da terzi) di cui il traente potrà disporre in favore proprio o di altro eventuale beneficiario indicato come prenditore del titolo. Le peculiarità di tali titoli ed il fatto che [ ] essi possono di fatto assolvere ad una funzione corrispondente a quella del bonifico a mezzo banca, non toglie che essi siano riconducibili al genus dell'assegno bancario, avendone tutte le caratteristiche, ivi compresa sia la naturale attitudine ad esser trasferito mediante girata, sia la possibilità di limitare siffatta attitudine mediante l'apposizione sul titolo della clausola d'intrasferibilità. [ ] Alla circolazione ed al pagamento di un assegno siffatto, munito di clausola di non trasferibilità, è dunque applicabile la disciplina stabilita dal legislatore in materia di assegno bancario non trasferibile.. La responsabilità della banca che paghi un assegno non trasferibile a persona diversa dal beneficiario è disciplinata dall art. 43, comma 2, del Regio Decreto 1736/1933 (la c.d. Legge Assegni), che stabilisce che [c]olui che paga un assegno non trasferibile a persona diversa dal prenditore o dal banchiere giratario per l'incasso, risponde del pagamento, dove l espressione colui che paga un assegno va non solo alla banca trattaria ma anche Pag. 3/6

3 alla diversa banca cui l assegno sia stato girato per l'incasso (in tal senso, da ultimo, Cass /2016). L interpretazione dell art. 43, comma 2, della Legge Assegni è stata oggetto di recente un ordinanza di rimessione alle Sezioni Unite della Corte di Cassazione (Cass. 17/05/2017, n ), dal momento che sulla portata di tale disposizione coesistono due orientamenti contrapposti. Il primo orientamento nega efficacia liberatoria al pagamento a favore del legittimato apparente a prescindere dal grado di diligenza posta in essere dalla banca. L art. 43, comma 2, della Legge Assegni, nel disciplinare la responsabilità della banca per il pagamento di un assegno non trasferibile a persona diversa dal beneficiario, derogherebbe sia alla disciplina generale del pagamento dei titoli di credito di cui all'art. 1992, comma 2, c.c. (che prevede la liberazione del debitore che senza dolo o colpa grave adempie la prestazione nei confronti del possessore anche se questi non è il titolare del diritto), sia al disposto di cui all'art c.c. (che prevede l efficacia liberatoria del pagamento effettuato dal debitore di buona fede in favore del creditore apparente). Secondo tale interpretazione, che parte dall assunto che la finalità attribuita dalla legge alla clausola "non trasferibile" sia quella di conferire al prenditore un assoluta sicurezza del pagamento dell assegno, la banca girataria per l incasso non sarebbe liberata dalla propria obbligazione finché non paghi nuovamente al prenditore esattamente individuato l'importo dell'assegno, a prescindere dalla sussistenza dell elemento della colpa nell errore sull identificazione di quest ultimo (si veda, ex multis, Cass. 4381/2017). Il secondo orientamento considera partitamente il profilo della legittimazione cartolare, a cui fa riferimento l art. 43 della Legge Assegni, da quello dell identificazione del prenditore, concludendo che il pagamento in favore di chi non sia legittimato sia privo di effetto liberatorio per chi lo esegue "soltanto se non ha usato la dovuta diligenza nell'identificazione del presentatore dell'assegno", secondo il canone della diligenza professionale previsto dall art del codice civile, in quanto la disposizione non comporterebbe una deroga ai principi generali in tema di identificazione del presentatore dei titoli a legittimazione nominale (si veda, ex multis, Cass. 9888/1997 e Cass. 1377/2016). Nel caso di specie, è l identificazione a monte del legittimo beneficiario del titolo ad aver indotto in errore la banca negoziatrice circa la legittimazione cartolare della persona presentatasi per l incasso. Il titolo in questione, prodotto dalla banca negoziatrice, riporta, infatti, la firma autografa di un soggetto terzo, non corrispondente al legittimo beneficiario, in quanto la contraffazione è evidentemente avvenuta a monte, attraverso l alterazione del nominativo del beneficiario indicato sul titolo. La banca negoziatrice non si è dunque avveduta del fatto che il soggetto presentatosi per l incasso fosse diverso dal legittimo prenditore del titolo. In linea con il secondo degli orientamenti della Suprema Corte sopra richiamati, il Collegio ritiene che la questione determinante ai fini della soluzione della presente controversia attiene, dunque, alla riconoscibilità o meno, mediante l utilizzo della diligenza qualificata richiesta ad un intermediario, della alterità soggettiva tra il firmatario per traenza e il legittimo beneficiario dell assegno, ossia alla riconoscibilità della alterazione del nominativo stampato sul titolo dell assegno. In conformità con la posizione già fatta propria da questo Arbitro in tema di responsabilità della banca in ordine alla negoziazione di titoli alterati o contraffatti (v. Collegio di Roma, Pag. 4/6

4 decisione n. 60/2017; Collegio di Milano decisione n. 5446/2016), il Collegio ritiene che la diligenza del buon banchiere debba sì comprendere un esame non superficiale della regolarità del titolo, ma in ogni caso a vista, con la conseguenza che la responsabilità della banca andrebbe affermata solo nel caso in cui questa abbia pagato un assegno alterato o contraffatto e tale alterazione o contraffazione sia rilevabile ictu oculi, mentre andrebbe esclusa nel caso in cui, da un diligente esame a vista del titolo, non fosse possibile rilevare l alterazione e/o contraffazione del titolo presentato per la negoziazione. Sul punto, la resistente A ha sostenuto che l assegno che le era stato recapitato si mostrava non alterato e la contraffazione non risultava accertabile ictu oculi. Dalla copia degli atti si rileva che il nome del beneficiario appare scritto in modo lievemente diverso rispetto agli altri estremi stampati, tuttavia, considerato che l assegno era stato emesso da una banca diversa dalla banca negoziatrice e che l unica possibile difformità rispetto al modello di assegno della banca emittente consiste nel diverso carattere utilizzato per stampare il nome del beneficiario, il Collegio ritiene che non sussistano i presupposti sopra indicati per affermare la responsabilità dell intermediario A. Relativamente alla responsabilità della resistente B, emittente dell assegno, essa ha eccepito l impossibilità di riscontrare la contraffazione, dal momento che l assegno è stato negoziato mediante la procedura di check truncation ed è pertanto rimasto nella disponibilità della resistente A. Nonostante quanto sostenuto dalla resistente B, i Collegi ABF hanno in più occasioni affermato il carattere negoziale della procedura di check truncation che, se da una parte determina vantaggi per gli intermediari in termini di economicità e speditezza delle procedure, per altro verso comporta maggiori rischi in sede di pagamento, che non possono ricadere sul cliente. Per di più, anche in assenza della disponibilità fisica del titolo, si deve ritenere che la resistente B fosse comunque in grado, al momento del pagamento dell assegno, di verificare la mancata corrispondenza tra il nominativo ivi indicato e il beneficiario risultante dalla propria documentazione contabile. Deve quindi accertarsi la responsabilità dell intermediario B per il pagamento dell assegno a persona diversa dal legittimo prenditore, ex art. 43, comma 2, della Legge Assegni e art c.c. Tuttavia, ai fini di quantificare la responsabilità dell intermediario B, si deve tenere conto del fatto che l assegno contraffatto è stato spedito dalla società ricorrente al proprio fornitore a mezzo posta ordinaria (non essendo stata data evidenza dell uso di posta raccomandata o assicurata). Tale circostanza rivela una condotta superficiale e disattenta della parte ricorrente che, considerato l oggetto della spedizione, avrebbe dovuto porre in essere tutti i mezzi a sua disposizione per garantire la sicurezza della stessa, utilizzando, quindi, un metodo di spedizione più sicuro. D altronde, l adozione di un comportamento diligente è richiesto anche al cliente il quale deve adempiere ai propri obblighi ispirandosi ai principi di correttezza e diligenza. Nel caso in esame, il Collegio ritiene che la condotta della ricorrente abbia contribuito alla causazione del danno dalla stessa sofferto. Pertanto, ai sensi del disposto dell art c.c., la responsabilità circa gli assegni contraffatti deve essere ripartita tra la società ricorrente e l intermediario B, ponendo a carico della società ricorrente il 30% dell ammontare del danno e a carico dell intermediario B il restante 70%. PER QUESTI MOTIVI Pag. 5/6

5 Il Collegio dispone che l intermediario B corrisponda alla parte ricorrente la somma di euro 2.152,71, oltre interessi legali dalla data del reclamo al saldo. Respinge il ricorso nei confronti dell intermediario A. Dispone, inoltre, ai sensi della vigente normativa, che l intermediario B corrisponda alla Banca d Italia la somma di Euro 200,00 (duecento/00) quale contributo alle spese della procedura e alla parte ricorrente quella di Euro 20,00 (venti/00) quale rimborso della somma versata alla presentazione del ricorso. IL PRESIDENTE firma 1 Pag. 6/6