Unificazione nel disegno. Enti di unificazione

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Unificazione nel disegno. Enti di unificazione"

Transcript

1 Unificazione nel disegno Norme per l esecuzione e la lettura dei disegni finalizzate ad una interpretazione univoca conforme alla volontà del progettista. Enti di unificazione ISO: International standard organisation CEN: comitato europeo normazione UNI: ente nazionale italiano di unificazione 1

2 Formati e disposizione degli elementi grafici dei fogli da disegno - UNI EN ISO 5457:2002 (pag.2) 2

3 Formati e disposizione degli elementi grafici dei fogli da disegno - UNI EN ISO 5457:2002 (pag.2-3) 3

4 Riquadro delle iscrizioni - UNI 8187/82 Deve essere posizionato in basso a destra ed avere larghezza massima di 190 mm 4

5 Scale - UNI EN ISO 5455:1998 (pag.3-4) La presente norma stabilisce le scale dimensionali raccomandate e la loro designazione da utilizzare per l esecuzione dei disegni tecnici. la scala prescelta dovrebbe essere sufficientemente grande da permettere una facile e chiara interpretazione delle informazioni rappresentate (Scala = Dimensione disegno / Dimensione reale) 5

6 Principi generali di rappresentazione. Convenzioni di base delle linee - UNI EN ISO :2002 (pag1-4) 6

7 Principi generali di rappresentazione. Convenzioni di base delle linee - UNI EN ISO :2002 (pag4) 4 DIMENSIONI DELLE LINEE La grossezza di tutti i tipi di linea deve essere scelta nella seguente gamma 0,13mm; 0,18mm; 0,25mm; 0,35mm; 0,50mm; 0,70mm; 1,0mm; 1,4mm; 2,0mm 5 TRACCIAMENTO DELLE LINEE Si raccomanda che la distanza minima fra tratti paralleli non sia minore di 0,7mm 7

8 Principi generali di rappresentazione. Linee utilizzate nei disegni di meccanica e di ingegneria industriale UNI EN ISO :2006 (pag3) GROSSEZZA DELLE LINEE E GRUPPI DI LINEE sono, di regola, utilizzate due grossezze delle linee. Il rapporto fra le grossezze dovrebbe essere di 1:2. 8

9 Principi generali di rappresentazione. Linee utilizzate nei disegni di meccanica e di ingegneria industriale UNI EN ISO :2006 (pag2) 9

10 Principi generali di rappresentazione. Linee utilizzate nei disegni di meccanica e di ingegneria industriale UNI EN ISO :2006 (pag2) 10

11 Principi generali di rappresentazione. Linee utilizzate nei disegni di meccanica e di ingegneria industriale UNI EN ISO :2006 (pag2) 11

12 Principi generali di rappresentazione. Linee utilizzate nei disegni di meccanica e di ingegneria industriale UNI EN ISO :2006 (pag4) Prospetto A1 Esempi di applicazione 01.1 Linea continua fine tratteggi linee di misura e di riferimento 12

13 Principi generali di rappresentazione. Linee utilizzate nei disegni di meccanica e di ingegneria industriale UNI EN ISO :2006 (pag7) Prospetto A1 Esempi di applicazione 01.2 Linea continua grossa spigoli in vista contorni in vista 13

14 Principi generali di rappresentazione. Linee utilizzate nei disegni di meccanica e di ingegneria industriale UNI EN ISO :2006 (pag8-9) Prospetto A1 Esempi di applicazione 02.1 Linea a tratti fine spigoli nascosti contorni nascosti 14

15 Principi generali di rappresentazione. Linee utilizzate nei disegni di meccanica e di ingegneria industriale UNI EN ISO :2006 (pag9) Prospetto A1 Esempi di applicazione 04.1 Linea mista fine a punto e tratto lungo assi di simmetria tracce di piani di simmetria 15

16 Principi generali di rappresentazione. Linee utilizzate nei disegni di meccanica e di ingegneria industriale UNI EN ISO :2006 (pag10) Prospetto A1 Esempi di applicazione 04.2 Linea mista grossa a punto e tratto lungo posizione di piani di sezione 16

17 Documentazione tecnica di prodotto. Vocabolario termini relativi ai metodi di proiezione UNI EN ISO :2001 (pag4-5) Assi coordinati ortogonali: assi coordinati intersecantisi al angoli retti. Piani coordinati ortogonali: piani coordinati intersecantisi al angoli retti. Proiezione parallela: metodo di proiezione in cui il centro di proiezione è situato a distanza infinita e tutte le proiettanti sono parallele- Proiezione centrale: metodo di proiezione in cui il centro di proiezione è situato a distanza finita e tutte le proiettanti sono convergenti- Proiezione ortogonale: proiezione parallela in cui tutte le proiettanti intersecano il piano di proiezione ad angolo retto. Proiezione obliqua: proiezione parallela in cui tutte le proiettanti intersecano il piano di proiezione con un angolo diverso da

18 Documentazione tecnica di prodotto. Vocabolario termini relativi ai metodi di proiezione UNI EN ISO :2001 (pag5-7) Proiezione ortografica: proiezioni ortogonali di un oggetto, posizionato normalmente col le sue facce principali parallele ai piani coordinati, su uno o più piani di proiezione coincidenti o paralleli ai piani coordinati. Questi piani di proiezione devono essere convenientemente ruotati sul foglio del disegno., di modo che le viste dell oggetto siano disposte sistematicamente l una rispetto all altra. Rappresentazione assonometrica: Proiezione parallela di un oggetto su di un unico piano di proiezione. Assonometria isometrica: assonometria ortogonale in cui il piano di proiezione è parallelo ad uno dei tre piani coordinati le scale su tutti e tre gli assi sono uguali. Assonometria cavaliera: assonometria obliqua in cui tutte le proiettanti formano angoli uguale con i tre assi coordinati le scale su tutti e tre gli assi sono uguali. Le dimensioni dei contorni sulle facce parallelo al piano di proiezione sono rappresentate nella stessa scala. Per convenzione la proiezione secondo il terzo asse coordinato è ridotta di un fattore 2. 18

19 UNI EN ISO :2001 (pag8) 19

20 UNI EN ISO :2001 (pag8) 20

21 Metodi di proiezione. Rappresentazioni ortografiche UNI EN ISO :2001 (pag4) Per descrivere completamente un oggetto, possono essere necessarie le sei viste nelle direzioni a, b, c, d, e, f, in ordine di priorità

22 Metodi di proiezione. Rappresentazioni ortografiche UNI EN ISO :2001 (pag5-6) Metodo del primo triedro 22

23 Metodi di proiezione. Rappresentazioni ortografiche UNI EN ISO :2001 (pag7-8) Metodo del terzo triedro 23

24 Metodi di proiezione. Rappresentazioni ortografiche UNI EN ISO :2001 (pag9) Metodo delle frecce di riferimento 24

25 Metodi di proiezione. Rappresentazioni assonometriche UNI EN ISO :2001 (pag5-6) Assonometria isometrica nella pratica del disegno la lunghezza dei segmenti unitari sono considerati ux =uy =uz =1 25

26 Metodi di proiezione. Rappresentazioni assonometriche UNI EN ISO :2001 (pag9-10) Assonometria cavaliera la lunghezza dei segmenti unitari ux =uz =1 Sul terzo asse la scala è dimezzata (uy = ½) β = 45 26

27 Metodi di proiezione. Rappresentazioni assonometriche UNI EN ISO :2001 (pag8) Assonometria dimetrica il rapporto delle tre scale è ux :uy :uz = ½:1:1 27

28 Metodi di proiezione. Rappresentazioni assonometriche UNI EN ISO :2001 (pag11) Assonometria planometrica la fig.13 mostra le possibili proiezioni degli assi coordinati le cui scale sono nel rapporto 1:1:1:1 28

29 Principi generali di rappresentazione. Convenzioni fondamentali per le viste UNI EN ISO :2006 (pag1-2) Generalità La vista dell oggetto più ricca di informazioni deve essere utilizzata come vista principale o frontale, tenendo conto, per esempio, della sua posizione di funzionamento, di fabbricazione o di montaggio. Scelta delle viste La scelta delle viste, inclusi tagli e sezioni, deve essere fatta in base ai seguenti principi: limitare i numeri delle viste (compresi tagli e sezioni) al minimo necessario e sufficiente a definire completamente l oggetto senza ambiguità; evitare, per quanto possibile, la rappresentazione di contorni e spigoli nascosti; evitare l inutile ripetizione di dettagli. 29

30 Principi generali di rappresentazione. Convenzioni fondamentali per le viste UNI EN ISO :2006 (pag3) Viste parziali 30

31 Principi generali di rappresentazione. Convenzioni fondamentali per le viste UNI EN ISO :2006 (pag3) Viste parziali 31

32 Principi generali di rappresentazione. Viste nei disegni di meccanica ed ingegneria industriale UNI EN ISO :2006 (pag3) Viste locali 32

33 Principi generali di rappresentazione. Viste nei disegni di meccanica ed ingegneria industriale UNI EN ISO :2006 (pag5) Intersezioni 33

34 Principi generali di rappresentazione. Viste nei disegni di meccanica ed ingegneria industriale UNI EN ISO :2006 (pag6) Estremità d albero quadrate 34

35 Principi generali di rappresentazione. Viste nei disegni di meccanica ed ingegneria industriale UNI EN ISO :2006 (pag6) Viste interrotte 35

36 Principi generali di rappresentazione. Viste nei disegni di meccanica ed ingegneria industriale UNI EN ISO :2006 (pag7) Elementi ripetitivi 36

37 Principi generali di rappresentazione. Viste nei disegni di meccanica ed ingegneria industriale UNI EN ISO :2006 (pag7) Parti mobili 37

38 Principi generali di rappresentazione. Convenzioni fondamentali per tagli e sezioni UNI EN ISO :2006 (pag1-2) Termini e definizioni Piano di sezione: Piano che taglia l oggetto rappresentato. Traccia del piano di sezione: Linea che indica la posizione del piano o dei piani di sezione. Taglio: Sezione che mostra in aggiunta i contorni disposti posteriormente al piano di sezione. Sezione: Rappresentazione che mostra solo i contorni dell oggetto che giacciono su o più piani di sezione. 38

39 Principi generali di rappresentazione. Convenzioni fondamentali per tagli e sezioni UNI EN ISO :2006 (pag2) Generalità Le regole generali per la disposizione delle viste si applicano anche quando si disegnano tagli o sezioni. I tagli e le sezioni devono essere indicati mediante la stessa lettera maiuscola ripetuta due volte, in corrispondenza delle due frecce di riferimento (disegnate con linea continua grossa ), che indicano la direzione di osservazione per il relativo taglio o sezione, alle estremità della traccia del piano di sezione. Una volta designati, il taglio o la sezione possono essere disposti in posizione indipendente da quella della vista da cui è stato tratto il piano di sezione. Le lettere di identificazione devono essere poste immediatamente al di sopra della relativa rappresentazione. 39

40 Principi generali di rappresentazione. Convenzioni fondamentali per tagli e sezioni UNI EN ISO :2006 (pag3) Generalità La posizione del piano di sezione deve essere indicata mediante una linea mista grossa a un tratto e a un punto (traccia del piano di sezione) La lunghezza della traccia deve essere sufficiente da assicurarne la leggibilità (fig.1). 40

41 Principi generali di rappresentazione. Convenzioni fondamentali per tagli e sezioni UNI EN ISO :2006 (pag3) Generalità Se il piano cambia direzione, la traccia del piano deve essere disegnata solo alle estremità della stessa ed in corrispondenza dei cambi di direzione (fig.2). 41

42 Principi generali di rappresentazione. Convenzioni fondamentali per tagli e sezioni UNI EN ISO :2006 (pag4) Sezioni ribaltate in luogo 42

43 Principi generali di rappresentazione. Convenzioni fondamentali per tagli e sezioni UNI EN ISO :2006 (pag4) Tagli/sezioni di oggetti simmetrici 43

44 Principi generali di rappresentazione. Convenzioni fondamentali per tagli e sezioni UNI EN ISO :2006 (pag4) Tagli/sezioni parziali 44

45 Principi generali di rappresentazione. Sezioni nei disegni di ingegneria meccanica e industriale UNI EN ISO :2006 (pag1) Generalità Di regola, nervature, elementi di collegamento, alberi, razze di ruote ed elementi analoghi non devono essere sezionati longitudinalmente e quindi rappresentati in sezione. Le sezioni, come le viste, possono essere rappresentate in posizioni diverse da quelle individuate dalle frecce indicanti la direzione di osservazione. 45

46 Principi generali di rappresentazione. Sezioni nei disegni di ingegneria meccanica e industriale UNI EN ISO :2006 (pag2) Piani di sezione 46

47 Principi generali di rappresentazione. Sezioni nei disegni di ingegneria meccanica e industriale UNI EN ISO :2006 (pag2) Piani di sezione 47

48 Principi generali di rappresentazione. Sezioni nei disegni di ingegneria meccanica e industriale UNI EN ISO :2006 (pag3) Piani di sezione 48

49 Principi generali di rappresentazione. Sezioni nei disegni di ingegneria meccanica e industriale UNI EN ISO :2006 (pag3) Piani di sezione 49

50 Principi generali di rappresentazione. Sezioni nei disegni di ingegneria meccanica e industriale UNI EN ISO :2006 (pag4) Piani di sezione 50

51 Principi generali di rappresentazione. Sezioni nei disegni di ingegneria meccanica e industriale UNI EN ISO :2006 (pag4) Piani di sezione Nei pezzi assialsimmetrici che presentino particolari regolarmente posizionati, ma non posti nel piano di sezione, è possibile, se non ne nascano ambiguità, rappresentare tali particolari ribaltati sul piano di sezione(fig.6). Non occorre aggiungere ulteriori identificazioni. 51

52 Principi generali di rappresentazione. Sezioni nei disegni di ingegneria meccanica e industriale UNI EN ISO :2006 (pag5) Piani di sezione 52

53 Principi generali di rappresentazione. Sezioni nei disegni di ingegneria meccanica e industriale UNI EN ISO :2006 (pag5) Piani di sezione 53

54 Principi generali di rappresentazione. Convezioni generali di rappresentazione delle superfici in sezioni e tagli UNI EN ISO :2006 (pag2) Tratteggio I tratteggi devono essere tracciati con linee continue fini preferibilmente inclinate di 45 rispetto alle linee principali del contorno o ag li assi di simmetria delle sezioni o dei tagli (fig1) 54

55 Principi generali di rappresentazione. Convezioni generali di rappresentazione delle superfici in sezioni e tagli UNI EN ISO :2006 (pag2) Tratteggio Superfici diverse appartenenti allo stesso pezzo devono essere tratteggiete in modo identico. Pezzi diversi adiacenti devono essere individuati mediante tratteggi inclinati o spaziati in modo diverso (fig.2). 55

56 Principi generali di rappresentazione. Convezioni generali di rappresentazione delle superfici in sezioni e tagli UNI EN ISO :2006 (pag2) Tratteggio le sezioni di un pezzo ottenute secondo piani paralleli e rappresentate contigue tra loro sullo stesso piano (fig.3) devono essere rappresentate mediante un tratteggio identico; qualora l esigenza di chiarezza del disegno lo suggerisse, i tratti possono essere sfalsati. 56

57 Principi generali di rappresentazione. Convezioni generali di rappresentazione delle superfici in sezioni e tagli UNI EN ISO :2006 (pag3-5) Tratteggio 57

58 Quotatura - Linee di misura e di riferimento e criteri di indicazione delle quote: UNI 3973/89 (pag. 1) Linee di misura e di riferimento e criteri di indicazione delle quote La linea di misura ha lo scopo di individuare una dimensione dell oggetto definita dal valore numerico della quota. Le linee di misura e di riferimento devono essere eseguite con linee continui fini di (tipo B UNI 3968). Le estremità delle linee di misura devono essere individuate con frecce o tratto obliqui Le linee di riferimento hanno lo scopo di collegare una dimensione dell oggetto con gli estremi della linea di misura. 58

59 Quotatura - Linee di misura e di riferimento e criteri di indicazione delle quote: UNI 3973/89 (pag. 2) Linee di misura e di riferimento e criteri di indicazione delle quote Le frecce terminali possono assumere le configurazioni in fig.; esse sono costituite da tratti formanti tra di loro un angolo compreso fra i 15 e i 90. In sostituzione delle frecce possono essere utilizzati dei tratti brevi inclinati di 45 rispetto alla linea di misura. In uno stesso disegno devono comparire frecce disegnate nello stesso modo. 59

60 Quotatura - Linee di misura e di riferimento e criteri di indicazione delle quote: UNI 3973/89 (pag. 3) Criteri di tracciamento delle linee di misura Le linee di misura non devono coincidere con assi, con linee di contorno e di riferimento. non devono, per quanto possibile, intersecare altre linee del disegno. devono, per quanto possibile, essere tracciate all esterno della figura. devono essere tracciate sufficientemente distanziate tra di loro e dalle linee di contorno. 60

61 Quotatura - Linee di misura e di riferimento e criteri di indicazione delle quote: UNI 3973/89 (pag. 3) Criteri di tracciamento delle linee di misura L intersezione delle linee di misura con quelle di riferimento deve essere, per quanto possibile, evitata; devono quindi essere disposte le linee di misura minori vicine alla rappresentazione e quelle maggiori progressivamente più lontane. Le linee di misura si devono disporre parallelamente alla dimensione alla quale si riferiscono. Nel caso di angoli e di archi, le linee di misura devono essere degli archi 61

62 Quotatura - Linee di misura e di riferimento e criteri di indicazione delle quote: UNI 3973/89 (pag. 3-4) Criteri di tracciamento delle linee di misura Linee di costruzione concorrenti devono essere prolungate leggermente al di là del loro punto di intersezione. 62

63 Quotatura - Linee di misura e di riferimento e criteri di indicazione delle quote: UNI 3973/89 (pag. 4) Criteri di tracciamento delle linee di misura Le linee di misura devono essere, di regola, perpendicolari alle linee di riferimento: queste ultime devono sopravanzare leggermente le linee di misura. Eccezionalmente si può ricorrere a linee di riferimento inclinate. 63

64 Quotatura - Linee di misura e di riferimento e criteri di indicazione delle quote: UNI 3973/89 (pag. 4-5) Criteri di tracciamento delle linee di misura Le linee di misura devono riferirsi esclusivamente a dimensioni che nel pezzo risultano parallele al piano del disegno e quindi non relative a dimensioni di parti viste di scorcio. Le linee di misura devono essere tracciate interamente, anche se riferite ad elementi rappresentati con interruzioni. Criteri di tracciamento delle linee di riferimento Le linee di riferimento, per quanto possibile, non devono intersecare altre linee del disegno e linee di misura. Come linee di riferimento è possibile utilizzare assi linee di contorno o il loro prolungamento (vedi fig. paragrafo precedente). 64

65 Quotatura - Linee di misura e di riferimento e criteri di indicazione delle quote: UNI 3973/89 (pag. 5) Criteri di scrittura delle quote Le quote devono essere scritte in corrispondenza della linea di misura, con caratteri conformi alla UNI7559 e di dimensioni sufficienti per una buona leggibilità Le quote non devono essere sovrapposte alle linee del disegno. Le quote devono essere disposte secondo i due criteri A e B di seguito elencati; in uno stesso disegno è preferibile usare un solo criterio. Criterio A Criterio A: le cifre devono essere disposte parallelamente alle linee di misura, al di sopra e staccate da esse. I valori devono essere letti dalla base o dal lato destro del disegno 65

66 Quotatura - Linee di misura e di riferimento e criteri di indicazione delle quote: UNI 3973/89 (pag. 5-6) Criterio A: A I valori scritti su linee di misura oblique devono essere orientati come in figura. Criterio A Criterio A: I valori angolari possono essere disposti come in figura. 66

67 Quotatura - Linee di misura e di riferimento e criteri di indicazione delle quote: UNI 3973/89 (pag. 6) Criterio B: B I valori devono essere letti solo dalla base del disegno. le linee di misura verticali e oblique devono essere interrotte nella loro parte mediana per l inserimento della quota Criterio A Criterio A: I valori angolari possono essere disposti come in figura. 67

68 Sistemi di quotatura: UNI 3974/89 (pag. 1) Quotatura in serie (o in catena) ogni quota viene definita rispetto alla quota contigua. è da adottare allorchè hanno importanza preminente le singole misure tra elementi contigui e quando l accumulo degli scostamenti non compromette la funzionalità dell oggetto. 68

69 Sistemi di quotatura: UNI 3974/89 (pag. 2) Quotatura in parallelo Quando più quote aventi uguale direzione hanno un unica origine di riferimento, si deve usare la quotatura in parallelo (vedi fig.). Questo sistema evita la possibilità di accumulo di errori costruttivi ed è particolarmente indicato nei casi in cui la tracciatura, l esecuzione e il controllo dei pezzi vengano eseguiti con macchine a coordinate o comunque con macchine o strumenti a spostamento progressivo. 69

70 Sistemi di quotatura: UNI 3974/89 (pag. 2) Quotatura in parallelo Le linee di misura sono tra loro parallele ed è sufficientemente per la scritturazione dei valori numerici necessario distanziarle 70

71 Sistemi di quotatura: UNI 3974/89 (pag. 3) Quotatura a quote sovrapposte E una quotatura in parallelo semplificata in quanto viene usata una unica linea di misura e l elemento origine assume la quota 0. può essere applicata quando manca lo spazio per la quotatura in parallelo In taluni casi può essere conveniente utilizzare la quotatura a quote sovrapposte in due direzioni. 71

72 Sistemi di quotatura: UNI 3974/89 (pag. 4) Quotatura combinata Quando sia necessario ricorrere a più elementi di riferimento si possono usare contemporaneamente i sistemi di quotatura in serie ed in parallelo. La quotatura combinata può soddisfare tutte le esigenze di disegno costruttivo 72

73 Sistemi di quotatura: UNI 3974/89 (pag. 4) Quotatura in coordinate cartesiane In alternativa al sistema di quotatura a quote sovrapposte, può essere conveniente raggruppare le quote in apposita tabella del disegno. 73

74 Sistemi di quotatura: UNI 3974/89 (pag. 5) Quotatura in coordinate polari La fig. mostra un esempio di quotatura in coordinate polari 74

75 Convenzioni particolari di quotatura: UNI 3975/89 (pag. 1-2) La presente norma definisce le convenzioni con le quali i principi generali della quotatura secondo UNI 3973, UNI 3974 e UNI 4820 si applicano a casi particolari. Angoli Archi Corde 75

76 Convenzioni particolari di quotatura: UNI 3975/89 (pag. 2) Diametri Le quote di diametri, devono essere generalmente precedute dal simbolo ø Ciò non è necessario nel caso in cui appaia già con sufficiente chiarezza che la quota in oggetto si riferisce ad un diametro. Con riferimento alla fig. non si devono tracciare più di due linee di misura relative a diametri passanti per uno stesso centro 76

77 Convenzioni particolari di quotatura: UNI 3975/89 (pag. 2-3) Raggi Le quote devono essere precedute da simbolo R Parti sferiche sono quotate mediante il diametro o il raggio, preceduti rispettivamente dai simboli Sø o SR. 77

78 Convenzioni particolari di quotatura: UNI 3975/89 (pag. 3) Quadri La quota relativa al lato di parti a sezione quadrata devono essere precedute dal simbolo Ciò non è necessario se il disegno evidenzia chiaramente che si tratta di un quadro. 78

79 Convenzioni particolari di quotatura: UNI 3975/89 (pag. 3) Smussi Gli smussi devono essere quotati mediante l altezza della superficie smussata ed il semiangolo al vertice. Quando il semiangolo al vertice è di 45, la quotatu ra viene semplificata come in figura. 79

80 Convenzioni particolari di quotatura: UNI 3975/89 (pag. 4) Elementi ripetuti Quando in un disegno compaiono elementi ripetuti equidistanti, o regolarmente disposti, per semplicità possono essere usate indicazioni come nelle figure che seguono: 80

81 Convenzioni particolari di quotatura: UNI 3975/89 (pag. 5) Elementi ripetuti Qualora elementi diversi si trovino sullo stesso disegno, si possono usare lettere di richiamo. Filettature Le filettature si quotano con riferimento al diametro esterno. 81

82 Convenzioni particolari di quotatura: UNI 3975/89 (pag. 6) Disegni di insieme le quote devono essere raggruppate, per quanto possibile, in modo da facilitare la relativa lettura; per esempio: le linee di misura delle parti interne distinte da quelle esterne. 82

83 Convenzioni particolari di quotatura: UNI 3975/89 (pag. 6-7) Curvatura di profili I profili possono essere individuati mediante: Centri e raggi di curvatura Coordinate di un determinato numero di punti 83

84 Convenzioni particolari di quotatura: UNI 3975/89 (pag. 7) Quotatura di parti simmetriche Nelle viste e nelle sezioni disegnate solo fino all asse, le linee di misura devono sorpassare di poco l asse. Nel caso di oggetti di grandi dimensioni,, le linee di misura stesse possono essere disposte come in figura. 84

85 Convenzioni particolari di quotatura: UNI 3975/89 (pag. 7) Quotatura di di dimensioni non in scala Le quote delle parti che non sono disegnate in scala devono essere sottolineate. 85

86 Definizioni e principi di quotatura : UNI 4820/89 (pag. 1) Definizioni Disegno tecnico: E una rappresentazione grafica di un oggetto in un suo stato di utilizzazione e contiene le indicazioni relative alla sua funzione o utilizzazione. Oggetto: E tutto ciò che presenta forme atte ad assolvere determinate esigenze, Elemento: E una parte caratteristica di un oggetto, quale una superficie piana,, una filettatura, un contorno. Elemento funzionale: E un elemento essenziale nel funzionamento dell oggetto al quale appartiene. Quotatura: E l insieme delle quote e di tutte le informazioni grafiche ed alfanumeriche necessarie a definire quantitativamente gli elementi e il loro posizionamento. Quota: E l insieme della linea di misura con gli opportuni riferimenti e del valore numerico che definisce quantitativamente una dimensione nel disegno. Essa deve essere espressa in una ben definita unità di misura la quale generalmente è il millimetro. 86

87 Definizioni e principi di quotatura : UNI 4820/89 (pag. 2) Definizioni Quota funzionale: E una quota essenziale alla funzione di un oggetto. Quota non funzionale: E una quota non essenziale alla funzione di un oggetto. Quota ausiliaria: E indicata a solo titolo informativo. Essa è deducibile dalla combinazione di altre quote,, fornite nel disegno. Le quote ausiliarie devono essere indicate tra parentesi. 87

88 Definizioni e principi di quotatura : UNI 4820/89 (pag. 2) Principi generali Tutte le indicazioni quantitative devono essere scritte direttamente sul disegno. Le quote di un disegno devono essere, di regola, espresse nella stessa unità di misura. Non si deve dedurre una quota funzionale da altre quote, né rilevare dal disegno una quota mediante la scala dimensionale. Le quote devono essere disposte sulle viste o sulle sezioni che rappresentano il più chiaramente possibile l elemento da quotare. Ciascun elemento non deve essere quotato più di una volta sul disegno. Non devono essere indicate più quote di quanto non sia necessario per la definizione completa dell elemento. 88

89 Filettature e parti filettate. Convenzioni generali UNI EN ISO :1998 (pag.4-5) Di regola, per convenzione, la rappresentazione delle filettature e delle parti filettate viene semplificate in tutti i tipi di disegni tecnici Viste e sezioni di filettature La cresta del filetto deve essere rappresentata con linea continua grossa ed il fondo con linea continua fine La distanza fra le linee dovrebbe approssimarsi il più possibile alla profondità del filetto; in ogni caso non deve essere minore dei due valori seguenti: due volte la grossezza della linea più grossa, oppure 0,7 mm. Vista frontale delle filettature il fondo del filetto deve essere rappresentato da un arco di circonferenza a linea continua fine di lunghezza approssimativamente uguale a tre quarti della circonferenza, preferibilmente interrotto nel quadrante superiore destro. Filettatura non in vista Qualora sia necessario mostrare filettature non in vista, le creste e i fondi drvono essere rappresentati da linee a tratti fine Tratteggio delle sezioni di parti filettate il tratteggio deve essere esteso fino alla linea che rappresenta la linea del filetto 89

90 Filettature e parti filettate. Convenzioni generali UNI EN ISO :1998 (pag.5-6) 90

91 Filettature e parti filettate. Convenzioni generali UNI EN ISO :1998 (pag.4-5) Accoppiamenti filettati le filettature esterne nascondono sempre le filettature interne (madreviti). 91

92 Filettature e parti filettate. Convenzioni generali UNI EN ISO :1998 (pag.4-5) Quotatura 92

La quotatura costituisce il complesso delle informazioni in un disegno che precisano le dimensioni di un oggetto o di un componente meccanico

La quotatura costituisce il complesso delle informazioni in un disegno che precisano le dimensioni di un oggetto o di un componente meccanico La quotatura costituisce il complesso delle informazioni in un disegno che precisano le dimensioni di un oggetto o di un componente meccanico 1 La quotatura è ottenuta con i seguenti elementi La linea

Dettagli

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA Facoltà di Ingegneria sede di Vicenza A.A. 2007/08

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA Facoltà di Ingegneria sede di Vicenza A.A. 2007/08 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA Facoltà di Ingegneria sede di Vicenza A.A. 2007/08 Corso di Disegno Tecnico Industriale per il Corso di Laurea triennale in Ingegneria Meccanica e in Ingegneria Meccatronica

Dettagli

QUOTATURA. Introduzione

QUOTATURA. Introduzione QUOTATURA 182 Introduzione Per quotatura si intende l insieme delle norme che permettono l indicazione esplicita delle dimensioni(lineari ed angolari) dell oggetto rappresentato. Poiché a ciascun disegno

Dettagli

6 Generalità Quando un pezzo presenta fori o cavità, il disegno può risultare di difficile comprensione a causa della presenza di numerose linee tratteggiate. 7 Generalità Sezionando ( tagliando ) con

Dettagli

PROIEZIONI ORTOGONALI

PROIEZIONI ORTOGONALI PROIEZIONI ORTOGONALI 104 Il metodo della doppia proiezione ortogonale Il metodo attualmente conosciuto come metodo delle proiezioni ortogonali (o proiezioni ortografiche) inizialmente nacque come metodo

Dettagli

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA Facoltà di Ingegneria sede di Vicenza A.A. 2007/08

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA Facoltà di Ingegneria sede di Vicenza A.A. 2007/08 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA Facoltà di Ingegneria sede di Vicenza A.A. 2007/08 Corso di Disegno Tecnico Industriale per il Corso di Laurea triennale in Ingegneria Meccanica e in Ingegneria Meccatronica

Dettagli

Norme. Norme. Università degli Studi di Brescia DIMI

Norme. Norme. Università degli Studi di Brescia DIMI - UNI Disegno Tecnico 1 Normazione e unificazione Norma: Regola che fissa le condizioni di esecuzione di un oggetto o di elaborazione di un prodotto di cui si vogliano UNIFICARE l impiego od assicurarne

Dettagli

Principi generali di normativa per il Disegno Tecnico e introduzione alle Proiezioni Ortogonali

Principi generali di normativa per il Disegno Tecnico e introduzione alle Proiezioni Ortogonali UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA Facoltà di Ingegneria A.A. 2009/10 Corso di Disegno Tecnico Industriale per i Corsi di Laurea triennale in Ingegneria Meccanica e in Ingegneria dell Energia Docente: Gianmaria

Dettagli

QUOTATURA DISEGNO TECNICO

QUOTATURA DISEGNO TECNICO QUOTATURA DISEGNO TECNICO La quotatura costituisce il complesso delle informazioni in un disegno che precisano le dimensioni di un oggetto o di un componente meccanico. La quotatura deve quindi definire

Dettagli

indicazione delle quote: UNI 3973/89 (pag. 1)

indicazione delle quote: UNI 3973/89 (pag. 1) Quotatura - Linee di misura e di riferimento e criteri di indicazione delle quote: UNI 3973/89 (pag. 1) Linee di misura e di riferimento e criteri di indicazione delle quote La linea di misura ha lo scopo

Dettagli

SEZIONI. Introduzione

SEZIONI. Introduzione SEIONI 128 Introduzione Sezionare un solido significa tagliarlo secondo una superficie ideale in modo da mostrare il volume interno del solido stesso. Nella maggior parte dei casi l elemento secante è

Dettagli

Proiezioni Ortogonali Scopo del Disegno e del Disegno Tecnico Disegno: Rappresentare su un piano bidimensionale (ad esempio un foglio di carta) un oggetto nella realtà tridimensionale. Non è richiesta

Dettagli

Quotatura (UNI ISO 129-1)

Quotatura (UNI ISO 129-1) SCHED DI GGIRNMENT Quotatura (UNI IS 129-1) MENCLTUR Quotatura è l'insieme delle quote e delle informazioni alfanumeriche necessarie a determinare le dimensioni di un oggetto in tutti i suoi elementi.

Dettagli

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA Facoltà di Ingegneria sede di Vicenza A.A. 2007/08

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA Facoltà di Ingegneria sede di Vicenza A.A. 2007/08 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA Facoltà di Ingegneria sede di Vicenza Corso di Disegno Tecnico Industriale per il Corso di Laurea triennale in Ingegneria Meccanica e in Ingegneria Meccatronica Tolleranze

Dettagli

Il DISEGNO TECNICO è un linguaggio convenzionale che ha la funzione di trasferire e diffondere informazioni

Il DISEGNO TECNICO è un linguaggio convenzionale che ha la funzione di trasferire e diffondere informazioni Il DISEGNO TECNICO è un linguaggio convenzionale che ha la funzione di trasferire e diffondere informazioni Il DISEGNO TECNICO è un linguaggio convenzionale che ha la funzione di trasferire e diffondere

Dettagli

DISEGNO DI MACCHINE APPUNTI DELLE LEZIONI

DISEGNO DI MACCHINE APPUNTI DELLE LEZIONI DISEGNO DI MACCHINE APPUNTI DELLE LEZIONI Lezione 3: Proiezioni Ortogonali con il metodo europeo Francesca Campana Le proiezioni ortogonali Le proiezioni ortogonali descrivono bi-dimensionalmente un oggetto

Dettagli

Fig. 2. Proiezioni ortogonali di un parallelepipedo su piani esterni alla figura

Fig. 2. Proiezioni ortogonali di un parallelepipedo su piani esterni alla figura 3. LE PROIEZIONI ORTOGONALI Le proiezioni ortogonali sono originate dallo scopo di proiettare su un piano (il foglio della rappresentazione) un oggetto posto nello spazio, che conservi le stesse caratteristiche

Dettagli

NORMATIVA PER IL DISEGNO TECNICO

NORMATIVA PER IL DISEGNO TECNICO NORMATIVA PER IL DISEGNO TECNICO NORMAZIONE ED UNIFICAZIONE. Il Disegno tecnico è regolato da norme. Una norma è un documento, elaborato con il consenso degli interessati ed approvato da un organismo ufficialmente

Dettagli

Minicorso Regole di Disegno Meccanico

Minicorso Regole di Disegno Meccanico Parte 3 Minicorso Regole di Disegno Meccanico di Andrea Saviano Tolleranze dimensionali di lavorazione Accoppiamenti mobili, stabili e incerti Giochi e interferenze Posizione della zona di tolleranza e

Dettagli

Introduzione al Disegno Tecnico Metodi di Rappresentazione

Introduzione al Disegno Tecnico Metodi di Rappresentazione Knowledge Aided Engineering Manufacturing and Related Technologies DISEGNO TECNICO INDUSTRIALE Introduzione al Disegno Tecnico Metodi di Rappresentazione Prof. Caterina Rizzi Dipartimento di Ingegneria

Dettagli

ALLEGATO II Dispositivi di attacco

ALLEGATO II Dispositivi di attacco ALLEGATO II Dispositivi di attacco. : il testo compreso fra i precedenti simboli si riferisce all aggiornamento di Maggio 2011 Nel presente allegato sono riportate le possibili conformazioni dei dispositivi

Dettagli

Eurocodici Strutturali

Eurocodici Strutturali Eurocodici Strutturali 5 Capitolo Strutture in acciaio Rappresentazione saldature Unificazione viti/bulloni Indicazioni pratiche collegamenti bullonati Rappresentazione bullonature Caratteristiche dimensionali

Dettagli

LE SCALE DI RAPPRESENTAZIONE

LE SCALE DI RAPPRESENTAZIONE IL SUPPORTO La CARTA DA DISEGNO è raggruppabile in due tipi fondamentali: - carta opaca o bianca - carta trasparente o da lucido, usata per disegni a china. GLI STRUMENTI Il gruppo di linee da usare per

Dettagli

Esercizi complementari al corso di DISEGNO TECNICO INDUSTRIALE (MECL, AUTL, MATL), a.a. 2005/06.

Esercizi complementari al corso di DISEGNO TECNICO INDUSTRIALE (MECL, AUTL, MATL), a.a. 2005/06. UNIVERSITÀ DI BRESCIA - FACOLTA DI INGEGNERIA DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA MECCANICA Gabriele Baronio, Valerio Villa. Esercizi complementari al corso di (MECL, AUTL, MATL), a.a. 2005/06. La presente raccolta

Dettagli

Fig. 23. Viste assonometriche di un cubo

Fig. 23. Viste assonometriche di un cubo 4. L ASSONOMETRIA Marco Cardini L'assonometria, come metodo grafico di rappresentazione degli oggetti nello spazio tridimensionale, viene descritta da MONGE nel trattato di "GEOMETRIE DESCRIPTIVE" edito

Dettagli

ISTITUTO TECNICO DEI TRASPORTI E LOGISTICA NAUTICO SAN GIORGIO. Programma di TECNOLOGIE E TECNICHE DI RAPPRESENTAZIONE GRAFICA a.s.

ISTITUTO TECNICO DEI TRASPORTI E LOGISTICA NAUTICO SAN GIORGIO. Programma di TECNOLOGIE E TECNICHE DI RAPPRESENTAZIONE GRAFICA a.s. ISTITUTO TECNICO DEI TRASPORTI E LOGISTICA NAUTICO SAN GIORGIO classe 1C Materiali, strumenti e convenzioni generali per il disegno tecnico con metodi tradizionali e computerizzati. Squadratura del foglio

Dettagli

RETTE, PIANI, SFERE, CIRCONFERENZE

RETTE, PIANI, SFERE, CIRCONFERENZE RETTE, PIANI, SFERE, CIRCONFERENZE 1. Esercizi Esercizio 1. Dati i punti A(1, 0, 1) e B(, 1, 1) trovare (1) la loro distanza; () il punto medio del segmento AB; (3) la retta AB sia in forma parametrica,

Dettagli

Prof. Silvio Reato Valcavasia Ricerche. Il piano cartesiano

Prof. Silvio Reato Valcavasia Ricerche. Il piano cartesiano Il piano cartesiano Per la rappresentazione di grafici su di un piano si utilizza un sistema di riferimento cartesiano. Su questo piano si rappresentano due rette orientate (con delle frecce all estremità

Dettagli

Trasformazioni Geometriche 1 Roberto Petroni, 2011

Trasformazioni Geometriche 1 Roberto Petroni, 2011 1 Trasformazioni Geometriche 1 Roberto etroni, 2011 Trasformazioni Geometriche sul piano euclideo 1) Introduzione Def: si dice trasformazione geometrica una corrispondenza biunivoca che associa ad ogni

Dettagli

Sezioni e Norme di rappresentazione

Sezioni e Norme di rappresentazione Knowledge ided Engineering Manufacturing and Related Technologies DISEGNO TECNICO INDUSTRILE Sezioni e Norme di rappresentazione Ing. Daniele Regazzoni Dipartimento di Ingegneria 1... nella lezione precedente

Dettagli

la restituzione prospettica da singolo fotogramma

la restituzione prospettica da singolo fotogramma la restituzione prospettica da singolo fotogramma arch. francesco guerini francesco.guerini@gmail.com politecnico di Milano, Facoltà di Architettura e Società Laboratorio di Rappresentazione 1 Prof. Andrea

Dettagli

Elementi di Disegno Tecnico A

Elementi di Disegno Tecnico A docente: Giuseppe Modica A.A. 2007-2008 Elementi di Disegno Tecnico A Corsi di Disegno tecnico e Strumenti di analisi del territorio Laboratorio di progettazione e Disegno tecnico computerizzato 1 Disegno

Dettagli

Misure di base su una carta. Calcoli di distanze

Misure di base su una carta. Calcoli di distanze Misure di base su una carta Calcoli di distanze Per calcolare la distanza tra due punti su una carta disegnata si opera nel modo seguente: 1. Occorre identificare la scala della carta o ricorrendo alle

Dettagli

PARTICOLARI COSTRUTTIVI MURATURA ARMATA POROTON

PARTICOLARI COSTRUTTIVI MURATURA ARMATA POROTON PARTICOLARI COSTRUTTIVI MURATURA ARMATA POROTON La muratura armata rappresenta un sistema costruttivo relativamente nuovo ed ancora non molto conosciuto e le richieste di chiarimenti sulle modalità di

Dettagli

4. Proiezioni del piano e dello spazio

4. Proiezioni del piano e dello spazio 4. Proiezioni del piano e dello spazio La visualizzazione di oggetti tridimensionali richiede di ottenere una vista piana dell'oggetto. Questo avviene mediante una sequenza di operazioni. Innanzitutto,

Dettagli

Sistema di diagnosi CAR TEST

Sistema di diagnosi CAR TEST Data: 30/09/09 1 di 7 Sistema di diagnosi CAR TEST Il sistema di diagnosi CAR TEST venne convenientemente utilizzato per: - verificare che la scocca di un veicolo sia dimensionalmente conforme ai disegni

Dettagli

RUGOSITÀ. Introduzione

RUGOSITÀ. Introduzione RUGOSITÀ 299 Introduzione Le superfici degli oggetti reali sono di solito affette da irregolarità microgeometriche. Tali irregolarità possono essere casuali (tipico nei pezzi prodotti per fusione), ovvero

Dettagli

Grandezze scalari e vettoriali

Grandezze scalari e vettoriali Grandezze scalari e vettoriali Esempio vettore spostamento: Esistono due tipi di grandezze fisiche. a) Grandezze scalari specificate da un valore numerico (positivo negativo o nullo) e (nel caso di grandezze

Dettagli

DALLE CARTE ALLE SEZIONI GEOLOGICHE

DALLE CARTE ALLE SEZIONI GEOLOGICHE DALLE CARTE ALLE SEZIONI GEOLOGICHE PROFILO TOPOGRAFICO Il profilo topografico, detto anche profilo altimetrico, è l intersezione di un piano verticale con la superficie topografica. Si tratta quindi di

Dettagli

DOMINIO E LIMITI. Esercizio 3 Studiare gli insiemi di livello della funzione f, nei seguenti casi: 1) f(x,y) = y2 x 2 + y 2.

DOMINIO E LIMITI. Esercizio 3 Studiare gli insiemi di livello della funzione f, nei seguenti casi: 1) f(x,y) = y2 x 2 + y 2. FUNZIONI DI DUE VARIABILI 1 DOMINIO E LIMITI Domini e disequazioni in due variabili. Insiemi di livello. Elementi di topologia (insiemi aperti, chiusi, limitati, convessi, connessi per archi; punti di

Dettagli

Rappresentazione delle saldature

Rappresentazione delle saldature TIPI DI GIUNTI SALDATI (UNI 1307-2a parte) Si definisce giunto saldato la zona in cui avviene il collegamento dei pezzi mediante saldatura. Le superfici minori dei pezzi, vicine e interessate alla saldatura,

Dettagli

LE FUNZIONI A DUE VARIABILI

LE FUNZIONI A DUE VARIABILI Capitolo I LE FUNZIONI A DUE VARIABILI In questo primo capitolo introduciamo alcune definizioni di base delle funzioni reali a due variabili reali. Nel seguito R denoterà l insieme dei numeri reali mentre

Dettagli

LIVELLO STUDENT S1. S2. S3. S4. S5. S6.

LIVELLO STUDENT S1. S2. S3. S4. S5.  S6. LIVELLO STUDENT S1. (5 punti ) La figura mostra due quadrati uguali che hanno in comune esattamente un vertice. È possibile precisare la misura dell'angolo ABC? S2. (7 punti ) Negli usuali fogli (rettangolari)

Dettagli

DISEGNO TECNICO INDUSTRIALE

DISEGNO TECNICO INDUSTRIALE DISEGNO TECNICO INDUSTRIALE COSTRUZIONI GEOMETRICHE Anno Accademico 2014-2015 Le Costruzioni Geometriche Nello studio del disegno tecnico, inteso come linguaggio grafico comune fra i tecnici per la progettazione

Dettagli

Introduzione al 3D con Autocad

Introduzione al 3D con Autocad 2 Introduzione al 3D con Autocad Coso di CAD B condotto da Daniela Sidari a.a. 2012/2013 19.02.2013 Modellazione geometrica 3D wireframe superfici solidi Si distinguono tre tecniche principali di modellazione:

Dettagli

Disegno Tecnico Industriale

Disegno Tecnico Industriale Corso di A.A. 2014-2015 Ing. Alessandro Carandina Durata e prove d esame Durata complessiva: 48 h 6CFU Lezioni teoriche in aula 6 lunedì (14.00 16.30) Esercitazioni di disegno nell aula studio della biblioteca

Dettagli

Corso di Disegno di Macchine + Abilità Informatiche. Test di autovalutazione 14 marzo 2012 / A

Corso di Disegno di Macchine + Abilità Informatiche. Test di autovalutazione 14 marzo 2012 / A Test di autovalutazione 14 marzo 2012 / A 1) Quali, tra le seguenti coppie, è composta da forme duali? a. Il piano punteggiato e la stella di piani; b. la retta punteggiata e lo spazio punteggiato; c.

Dettagli

Creare primitive solide

Creare primitive solide Creare primitive solide I solidi sono caratterizzati dal fatto di avere una massa oltre alle superfici e agli spigoli. Rappresentano l intero volume dell oggetto. Caratteristiche Il solido viene creato:

Dettagli

La spirale iperbolica: Fu descritta per la prima volta da Pierre Varignon (1654-1722). L equazione, espressa in coordinate polari, è del tipo:

La spirale iperbolica: Fu descritta per la prima volta da Pierre Varignon (1654-1722). L equazione, espressa in coordinate polari, è del tipo: Esistono delle forme geometriche che sono in grado, per complessi fattori psicologici non del tutto chiariti, di comunicarci un senso d equilibrio, di gradimento e di benessere. Tra queste analizzeremo

Dettagli

ESERCITAZIONE Scrittura di un programma CNC per la fresatura di un componente dato

ESERCITAZIONE Scrittura di un programma CNC per la fresatura di un componente dato ESERCITAZIONE Scrittura di un programma CNC per la fresatura di un componente dato Nella presente esercitazione si redige il programma CNC per la fresatura del pezzo illustrato nelle Figure 1 e 2. Figura

Dettagli

IMPOSTAZIONE DELLE TAVOLE GRAFICHE

IMPOSTAZIONE DELLE TAVOLE GRAFICHE IMPOSTAZIONE DELLE TAVOLE GRAFICHE Esercizio di divisione dello spazio, costruzioni grafiche elementari, scritturazioni e uso del colore. IL E I SUOI FORMATI Formati e disposizioni degli elementi grafici

Dettagli

CORSO DI FONDAMENTI DI DISEGNO TECNICO LEZIONE 2 PROIEZIONI ORTOGONALI

CORSO DI FONDAMENTI DI DISEGNO TECNICO LEZIONE 2 PROIEZIONI ORTOGONALI PERCORSI ABILITANTI SPECIALI (PAS) - A.A. 2013-2014 UNIVERSITÀ DI PISA DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA CIVILE E INDUSTRIALE (DICI) CORSO DI FONDAMENTI DI DISEGNO TECNICO LEZIONE 2 PROIEZIONI ORTOGONALI 1 CENNI

Dettagli

15 febbraio 2010 - Soluzione esame di geometria - 12 crediti Ingegneria gestionale - a.a. 2009-2010 COGNOME... NOME... N. MATRICOLA...

15 febbraio 2010 - Soluzione esame di geometria - 12 crediti Ingegneria gestionale - a.a. 2009-2010 COGNOME... NOME... N. MATRICOLA... 15 febbraio 010 - Soluzione esame di geometria - 1 crediti Ingegneria gestionale - a.a. 009-010 COGNOME.......................... NOME.......................... N. MATRICOLA............. La prova dura

Dettagli

Unità Didattica 3 ESERCITAZIONE IL PLASTICO. Unità Didattica 1 CURVE DI LIVELLO. Unità Didattica 2 PROFILO ALTIMETRICO

Unità Didattica 3 ESERCITAZIONE IL PLASTICO. Unità Didattica 1 CURVE DI LIVELLO. Unità Didattica 2 PROFILO ALTIMETRICO ARGOMENTO INTERDISCIPLINARE: TECNOLOGIA-SCIENZE-GEOGRAFIA Unità Didattica 1 CURVE DI LIVELLO Unità Didattica 2 PROFILO ALTIMETRICO................................. Unità Didattica 3 ESERCITAZIONE IL PLASTICO

Dettagli

Prodotti Siderurgici. 12. SISTEMI DI GIUNZIONE Unioni saldate, unioni bullonate

Prodotti Siderurgici. 12. SISTEMI DI GIUNZIONE Unioni saldate, unioni bullonate Prodotti Siderurgici 12. SISTEMI DI GIUNZIONE Unioni saldate, unioni bullonate Premessa Il presente documento vuole fornire indicazioni semplici e concrete per i collegamenti nelle costruzioni metalliche,

Dettagli

classe 4 MECCANICI SERALE

classe 4 MECCANICI SERALE TORNIO CNC classe 4 MECCANICI SERALE 1 PARTE COSTRUZIONE DI UN PROGRAMMA TORNIO CNC Il programma di lavorazione deve essere immesso con un formato accettabile dal CNC. Tale formato deve comprendere tutti

Dettagli

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA Facoltà di Ingegneria sede di Vicenza A.A. 2007/08

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA Facoltà di Ingegneria sede di Vicenza A.A. 2007/08 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA Facoltà di Ingegneria sede di Vicenza A.A. 2007/08 Corso di Disegno Tecnico Industriale per il Corso di Laurea triennale in Ingegneria Meccanica e in Ingegneria Meccatronica

Dettagli

Corso di Automazione industriale

Corso di Automazione industriale Corso di Automazione industriale Lezione 11 Macchine utensili e controllo numerico Programmazione CNC Università degli Studi di Bergamo, Automazione Industriale, A.A. 2015/2016, A. L. Cologni 1 Introduzione

Dettagli

Disegno Tecnico Aerospaziale L (A-L) Disegno Tecnico Industriale L (A-L) Anno Accademico 2007/2008

Disegno Tecnico Aerospaziale L (A-L) Disegno Tecnico Industriale L (A-L) Anno Accademico 2007/2008 Alma Mater Studiorum Università di Bologna Seconda Facoltà di Ingegneria con Sede a Cesena Disegno Tecnico Aerospaziale L (A-L) Disegno Tecnico Industriale L (A-L) Anno Accademico 2007/2008 Docente: Tutor:

Dettagli

Universita degli Studi di Roma Tor Vergata Facolta di Ingegneria Elettronica

Universita degli Studi di Roma Tor Vergata Facolta di Ingegneria Elettronica Universita degli Studi di Roma Tor Vergata Facolta di Ingegneria Elettronica Terzo Appello del corso di Geometria e Algebra II Parte - Docente F. Flamini, Roma, 7/09/2007 SVOLGIMENTO COMPITO III APPELLO

Dettagli

Università degli Studi della Calabria. Collegamenti smontabili non filettati

Università degli Studi della Calabria. Collegamenti smontabili non filettati Collegamenti smontabili non filettati Collegamenti albero-mozzo ELEMENTI ESIGENZE Anelli Scanalati Chiavette Linguette Spine elastici a Impedimento alla rotazione si si si si Impedimento alla traslazione

Dettagli

B. Vogliamo determinare l equazione della retta

B. Vogliamo determinare l equazione della retta Risoluzione quesiti ordinamento Quesito N.1 Indicata con α la misura dell angolo CAB, si ha che: 1 Area ( ABC ) = AC AB sinα = 3 sinα π 3 sinα = 3 sinα = 1 α = Il triangolo è quindi retto in A. La misura

Dettagli

APPUNTI DI MATEMATICA GEOMETRIA \ GEOMETRIA EUCLIDEA \ GEOMETRIA DEL PIANO (1)

APPUNTI DI MATEMATICA GEOMETRIA \ GEOMETRIA EUCLIDEA \ GEOMETRIA DEL PIANO (1) GEOMETRIA \ GEOMETRIA EUCLIDEA \ GEOMETRIA DEL PIANO (1) Un ente (geometrico) è un oggetto studiato dalla geometria. Per descrivere gli enti vengono utilizzate delle definizioni. Una definizione è una

Dettagli

Processo di rendering

Processo di rendering Processo di rendering Trasformazioni di vista Trasformazioni di vista Il processo di visione in tre dimensioni Le trasformazioni di proiezione 2 Rendering nello spazio 2D Il processo di rendering (visualizzazione)

Dettagli

Per studio di funzione intendiamo un insieme di procedure che hanno lo scopo di analizzare le proprietà di una funzione f ( x) R R

Per studio di funzione intendiamo un insieme di procedure che hanno lo scopo di analizzare le proprietà di una funzione f ( x) R R Studio di funzione Per studio di funzione intendiamo un insieme di procedure che hanno lo scopo di analizzare le proprietà di una funzione f ( x) R R : allo scopo di determinarne le caratteristiche principali.

Dettagli

LEZIONI N 24 E 25 UNIONI SALDATE

LEZIONI N 24 E 25 UNIONI SALDATE LEZIONI N 24 E 25 UNIONI SALDATE Le saldature si realizzano prevalentemente con il metodo dell arco elettrico, utilizzando elettrodi rivestiti, che forniscono il materiale di apporto. Il collegamento è

Dettagli

RUOTE DENTATE. Introduzione

RUOTE DENTATE. Introduzione RUOTE DENTATE 362 Introduzione Le ruote dentate costituiscono un sistema affidabile per la trasmissione del moto tra assi paralleli, incidenti e sghembi. La trasmissione avviene per spinta dei denti della

Dettagli

r.berardi NOTE E SCHEDE OPERATIVE PER APPRENDERE LE PROIEZIONI ORTOGONALI

r.berardi NOTE E SCHEDE OPERATIVE PER APPRENDERE LE PROIEZIONI ORTOGONALI r.berardi NOTE E SCHEDE OPERATIVE PER APPRENDERE LE PROIEZIONI ORTOGONALI 1. Proiezioni Assonometriche e ortogonali 2. Teoria delle proiezioni ortogonali Pag. 1 Pag. 2. 3. SCHEDE OPERATIVE SULLE PROIEZIONI

Dettagli

Filettature. Prof. Caterina Rizzi Dipartimento di Ingegneria. FACOLTA DI INGEGNERIA Caterina Rizzi UNIVERSITA DEGLI STUDI DI BERGAMO

Filettature. Prof. Caterina Rizzi Dipartimento di Ingegneria. FACOLTA DI INGEGNERIA Caterina Rizzi UNIVERSITA DEGLI STUDI DI BERGAMO Knowledge Aided Engineering Manufacturing and Related Technologies DISEGNO TECNICO INDUSTRIALE Filettature Prof. Caterina Rizzi Dipartimento di Ingegneria 1... in questa lezione Filettature Concetti generali

Dettagli

Parte Seconda. Geometria

Parte Seconda. Geometria Parte Seconda Geometria Geometria piana 99 CAPITOLO I GEOMETRIA PIANA Geometria: scienza che studia le proprietà delle figure geometriche piane e solide, cioè la forma, l estensione e la posizione dei

Dettagli

ESAME DI STATO DI LICEO SCIENTIFICO CORSO SPERIMENTALE P.N.I. 2004

ESAME DI STATO DI LICEO SCIENTIFICO CORSO SPERIMENTALE P.N.I. 2004 ESAME DI STAT DI LICE SCIENTIFIC CRS SPERIMENTALE P.N.I. 004 Il candidato risolva uno dei due problemi e 5 dei 0 quesiti in cui si articola il questionario. PRBLEMA Sia la curva d equazione: ke ove k e

Dettagli

Rette e piani con le matrici e i determinanti

Rette e piani con le matrici e i determinanti CAPITOLO Rette e piani con le matrici e i determinanti Esercizio.. Stabilire se i punti A(, ), B(, ) e C(, ) sono allineati. Esercizio.. Stabilire se i punti A(,,), B(,,), C(,, ) e D(4,,0) sono complanari.

Dettagli

Ruote Dentate. Ing. Alessandro Carandina A.A. 2014/2015. Disegno Tecnico Industriale per Ingegneria Meccanica

Ruote Dentate. Ing. Alessandro Carandina A.A. 2014/2015. Disegno Tecnico Industriale per Ingegneria Meccanica Ruote Dentate Ing. Alessandro Carandina A.A. 2014/2015 Disegno Tecnico Industriale per Ingegneria Meccanica Introduzione TRASMISSIONE DEL MOTO DA UN ASSE AD UN ALTRO 2 CINGHIA SINCRONA Assi paralleli Alberi

Dettagli

GEOMETRIA DELLE MASSE

GEOMETRIA DELLE MASSE 1 DISPENSA N 2 GEOMETRIA DELLE MASSE Si prende in considerazione un sistema piano, ossia giacente nel pian x-y. Un insieme di masse posizionato nel piano X-Y, rappresentato da punti individuati dalle loro

Dettagli

2.2.4 Distanze di sicurezza UNI EN ISO 13857:2008, UNI EN 349:1994

2.2.4 Distanze di sicurezza UNI EN ISO 13857:2008, UNI EN 349:1994 2.2.4 Distanze di sicurezza UNI EN ISO 13857:2008, UNI EN 349:1994 2.2.4.1 Descrizione L uso delle distanze di sicurezza rappresenta un modo per garantire l integrità fisica dei lavoratori in presenza

Dettagli

Laboratorio di Rappresentazione e Modellazione dell Architettura

Laboratorio di Rappresentazione e Modellazione dell Architettura Laboratorio di Rappresentazione e Modellazione dell Architettura Seconda Università di Napoli Facoltà di Architettura Corso di Laurea in Architettura Laboratorio di Rappresentazione e Modellazione dell

Dettagli

AutoCAD 3D. Lavorare nello spazio 3D

AutoCAD 3D. Lavorare nello spazio 3D AutoCAD 3D Lavorare nello spazio 3D Differenze tra 2D e 3 D La modalità 3D include una direzione in più: la profondità (oltre l altezza e la larghezza) Diversi modi di osservazione Maggiore concentrazione

Dettagli

LA RETTA. Retta per l'origine, rette orizzontali e verticali

LA RETTA. Retta per l'origine, rette orizzontali e verticali Retta per l'origine, rette orizzontali e verticali LA RETTA Abbiamo visto che l'equazione generica di una retta è del tipo Y = mx + q, dove m ne rappresenta la pendenza e q il punto in cui la retta incrocia

Dettagli

Ingegneria Elettrica (sede di Caltanissetta) INSEGNAMENTO. Disegno assistito da calcolatore TIPO DI ATTIVITÀ

Ingegneria Elettrica (sede di Caltanissetta) INSEGNAMENTO. Disegno assistito da calcolatore TIPO DI ATTIVITÀ FACOLTÀ Ingegneria ANNO ACCADEMICO 2012/2013 CORSO DI LAUREA Ingegneria Elettrica (sede di Caltanissetta) INSEGNAMENTO Disegno assistito da calcolatore TIPO DI ATTIVITÀ Di base AMBITO DISCIPLINARE Ingegneria

Dettagli

Esempi di funzione. Scheda Tre

Esempi di funzione. Scheda Tre Scheda Tre Funzioni Consideriamo una legge f che associa ad un elemento di un insieme X al più un elemento di un insieme Y; diciamo che f è una funzione, X è l insieme di partenza e X l insieme di arrivo.

Dettagli

www.rodacciai.it PROVA DI TRAZIONE L 0 = 5.65 S 0 PROVE MECCANICHE

www.rodacciai.it PROVA DI TRAZIONE L 0 = 5.65 S 0 PROVE MECCANICHE PROVA DI TRAZIONE La prova, eseguita a temperatura ambiente o più raramente a temperature superiori o inferiori, consiste nel sottoporre una provetta a rottura per mezzo di uno sforzo di trazione generato

Dettagli

Inserimento di distanze e di angoli nella carta di Gauss

Inserimento di distanze e di angoli nella carta di Gauss Inserimento di distanze e di angoli nella carta di Gauss Corso di laurea in Ingegneria per l Ambiente e il Territorio a.a. 2006-2007 Inserimento della distanza reale misurata nella carta di Gauss (passaggio

Dettagli

Elementi di Geometria. Lezione 03

Elementi di Geometria. Lezione 03 Elementi di Geometria Lezione 03 I triangoli I triangoli sono i poligoni con tre lati e tre angoli. Nelle rappresentazioni grafiche (Figura 32) i vertici di un triangolo sono normalmente contrassegnati

Dettagli

Il disegno dei materiali

Il disegno dei materiali materiali per l architettura TDM 4 Il disegno dei materiali Il disegno tecnico è quel particolare tipo di disegno in grado di rappresentare un oggetto attraverso i metodi di rappresentazione di trasferire

Dettagli

Capitolo 11. Il disegno in 3D

Capitolo 11. Il disegno in 3D Capitolo 11 Il disegno in 3D o 11.1 Uso delle coordinate nello spazio o 11.2 Creazione di oggetti in 3D o 11.3 Uso dei piani di disegno in 3D (UCS) o 11.4 Creazione delle finestre di vista o 11.5 Definizione

Dettagli

IL SISTEMA CARTOGRAFICO NAZIONALE

IL SISTEMA CARTOGRAFICO NAZIONALE IL SISTEMA CARTOGRAFICO NAZIONALE La Il paragrafo è intitolato La Carta di Gauss poiché, delle infinite formule che si possono adottare per mettere in corrispondenza i punti dell'ellissoide con quelli

Dettagli

GIROSCOPIO. Scopo dell esperienza: Teoria fisica. Verificare la relazione: ω p = bmg/iω

GIROSCOPIO. Scopo dell esperienza: Teoria fisica. Verificare la relazione: ω p = bmg/iω GIROSCOPIO Scopo dell esperienza: Verificare la relazione: ω p = bmg/iω dove ω p è la velocità angolare di precessione, ω è la velocità angolare di rotazione, I il momento principale d inerzia assiale,

Dettagli

TAVOLA 1 ORGANIZZAZIONE DELLO SPAZIO. Esercizio di divisione dello spazio, costruzioni grafiche elementari, scritturazioni e uso del colore.

TAVOLA 1 ORGANIZZAZIONE DELLO SPAZIO. Esercizio di divisione dello spazio, costruzioni grafiche elementari, scritturazioni e uso del colore. TAVOLA 1 ORGANIZZAZIONE DELLO SPAZIO Esercizio di divisione dello spazio, costruzioni grafiche elementari, scritturazioni e uso del colore. IL E I SUOI FORMATI Formati e disposizioni degli elementi grafici

Dettagli

0. Piano cartesiano 1

0. Piano cartesiano 1 0. Piano cartesiano Per piano cartesiano si intende un piano dotato di due assi (che per ragioni pratiche possiamo scegliere ortogonali). Il punto in comune ai due assi è detto origine, e funziona da origine

Dettagli

100 DOMANDE PER L'ESAME ORALE DI DISEGNO DI MACCHINE

100 DOMANDE PER L'ESAME ORALE DI DISEGNO DI MACCHINE 100 DOMANDE PER L'ESAME ORALE DI DISEGNO DI MACCHINE Queste domande sono state tratte dai registri delle sessioni d'esame orale degli scorsi anni. L'esame orale, di regola, viene svolto ponendo tre domande:

Dettagli

MATEMATICA DEL DISCRETO elementi di teoria dei grafi. anno acc. 2009/2010

MATEMATICA DEL DISCRETO elementi di teoria dei grafi. anno acc. 2009/2010 elementi di teoria dei grafi anno acc. 2009/2010 Grafi semplici Un grafo semplice G è una coppia ordinata (V(G), L(G)), ove V(G) è un insieme finito e non vuoto di elementi detti vertici o nodi di G, mentre

Dettagli

LE SEZIONI TRASVERSALI

LE SEZIONI TRASVERSALI LE SEZIONI TRASVERSALI Rappresentano l intersezione del corpo stradale e del terreno con un piano verticale e normale all asse stradale. Vengono eseguite in corrispondenza di ciascun picchetto d asse.

Dettagli

Lo spessimetro ( a cura di Elena Pizzinini)

Lo spessimetro ( a cura di Elena Pizzinini) Lo spessimetro ( a cura di Elena Pizzinini) 1) Che cos è? Lo spessivetro è uno strumento (brevettato dalla ditta Saint Gobain) dal funzionamento piuttosto semplice che permette di misurare lo spessore

Dettagli

IL CALIBRO A CORSOIO

IL CALIBRO A CORSOIO di Tecnologia Meccanica IL CALIBRO A CORSOIO A cura dei proff. Morotti Giovanni e Santoriello Sergio IL CALIBRO A CORSOIO Il calibro a corsoio è lo strumento di misura lineare più impiegato in officina.

Dettagli

Proiezioni Grafica 3d

Proiezioni Grafica 3d Proiezioni Grafica 3d Giancarlo RINALDO rinaldo@dipmat.unime.it Dipartimento di Matematica Università di Messina ProiezioniGrafica 3d p. 1 Introduzione Il processo di visualizzazione in 3D è intrinsecamente

Dettagli

Vertici opposti. Fig. C6.1 Definizioni relative ai quadrilateri.

Vertici opposti. Fig. C6.1 Definizioni relative ai quadrilateri. 6. Quadrilateri 6.1 efinizioni Un poligono di 4 lati è detto quadrilatero. I lati di un quadrilatero che hanno un vertice in comune sono detti consecutivi. I lati di un quadrilatero non consecutivi tra

Dettagli

CAPITOLO VII USO DELLA CARTA TOPOGRAFICA

CAPITOLO VII USO DELLA CARTA TOPOGRAFICA CAPITOLO VII USO DELLA CARTA TOPOGRAFICA LA CARTA TOPOGRAFICA 88. La carta topografica è una rappresentazione grafica di una parte più o meno ampia della superficie terrestre in una determinata scala.

Dettagli

La quotatura è ottenuta con i seguenti elementi

La quotatura è ottenuta con i seguenti elementi LA QUOTATURA Per descrivere un oggetto occorre indicare oltre alla forma, le dimensioni. Le norme per l esecuzione della quotatura sono codificate nella UNI 3973 e UNI 3974. 1 La quotatura costituisce

Dettagli

Punti notevoli di un triangolo

Punti notevoli di un triangolo Punti notevoli dei triangoli (UbiLearning). - 1 Punti notevoli di un triangolo Particolarmente importanti in un triangolo sono i punti dove s intersecano specifici segmenti, rette o semirette (Encyclopedia

Dettagli

1 il coordinatore prof. Gaetano Fiore

1 il coordinatore prof. Gaetano Fiore Tecnologie e tecniche di rappresentazione grafica A. S. 2015/2016 ISTITUTO TECNICO GRAFICA E COMUNICAZIONE CLASSE 2 UNITA FORMATIVA 1 GLI OGGETTI E LA LORO FORMA Insegnante: Rota Margherita - ITP: Chilelli

Dettagli