Esperienze di gestione della vegetazione forestale lungo le fasce fluviali

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1 Intervento presentato il giorno 06/11/2018 al Esperienze di gestione della vegetazione forestale lungo le fasce fluviali Integrazione tra servizi ecosistemici a cura di Pier Giorgio TERZUOLO e Andrea EBONE

2 Da dove siamo partiti

3 Questioni aperte per la gestione delle fasce fluviali Pluralità di soggetti con competenze pianificatorie e gestionali e quadro normativo complesso, spesso applicato in modo non univoco, rendono difficile una gestione efficace e organica. Proprietà: presenza di molte aree, boscate e non, demaniali affidate alla Regione, talora gestite da privati anche senza concessione; in alcuni casi i corsi d acqua oggi scorrono al di fuori del demanio catastale. Manutenzione idraulica: talora effettuata senza pianificazione e sull onda emotiva di eventi alluvionali, si rivela spesso inutile o dannosa. Qualità delle acque: necessità di raggiungere i livelli qualitativi fissati dalle direttive europee per gli ecosistemi fluviali, dove la pianificazione è un elemento cruciale. Rete ecologica e Aree tutelate: i fiumi di pianura sono le autostrade della connettività ecologica, con importanti nodi ad elevata biodiversità da conservare e migliorare (in Piemonte 27 siti Natura 2000 fluviali). Specie esotiche invasive: favorite dalla dinamica fluviale che incide periodicamente sui popolamenti, condizionano fortemente la gestione forestale.

4 IPLA e Regione Piemonte per la vegetazione riparia Sperimentazione selvicolturale e formazione operatori: Tecnici; Funzionari pubblici; Ditte forestali e squadre regionali. Manualistica di buone pratiche: Indirizzi per la gestione dei boschi ripari; Monitoraggio opere ingegneria naturalistica; Gestione dei boschi di protezione diretta; Guide selvicolturali. Pianificazione: Piani forestali territoriali e piano paesaggistico regionale; Indagine forestale e patrimoniale per l intera rete fluviale soggetta al PAI; Piani forestali o di Gestione di 12 Aree Protette e siti della rete Natura 2000; Piani di gestione della vegetazione riparia per 5 grandi affluenti del Po. Grazie anche a progetti Interreg (Foreste di protezione diretta, Foreste e disturbi naturali, Eau concert I e II).

5 Uno sguardo sui corsi d acqua PAI in Piemonte Fasce PAI, Demanio acque, comuni 35 corpi idrici, superficie circa ha fasciati, di cui ha boscati. Pertinenze demaniali (d. idrico, acque e greti attuali, altre superfici demaniali): ha. Superfici di proprietà pubblica ha circa (demanio e comuni): Boschi circa ha (28% della superficie forestale fasce PAI); Aree agricole (coltivi e prati-pascoli): ha; Arboricoltura da legno (pioppeti clonali, altre specie): ha. Proprietà fondiarie fasce PAI Comunale 3% Demaniale 9% Provinciale 0,01% Regionale 0,1% Privata 88%

6 Quali boschi lungo i fiumi

7 Il demanio idrico e il demanio di fatto

8 Definizione degli obiettivi del piano di gestione Sicurezza idraulica Tutela degli ecosistemi e del paesaggio Esigenze portatori di interesse Caratteristiche ambientali PIANO DI GESTIONE Riduzione del rischio di esondazione ed erosione Conservazione e miglioramento degli ambienti naturali Fruizione pubblica e produzione legno sostenibili

9 I capisaldi da tenere presenti La gestione attiva della vegetazione riparia ha lo scopo principale di massimizzarne il naturale effetto protettivo e ridurne gli effetti destabilizzanti. La conservazione della biodiversità è subordinata alla sicurezza dell uomo. Il selvicoltore opera a partire dagli studi idraulici, per accelerare o rallentare i deflussi ed evitare la fluitazione in massa degli alberi in presenza di ostacoli. Con la gestione della vegetazione non si ottiene la messa in sicurezza delle aree di pertinenza dei corpi idrici da qualsiasi tipo di evento.

10 Orientamenti per i Saliceti e Pioppeti Localizzazione: ampi greti ciottolosi e sabbiosi, dalla pianura al piano montano. Composizione specifica: pioppo nero, pioppo bianco e/o salice bianco, salici arbustivi. Assetto-struttura: fustaia coetanea per grandi gruppi, ceduo semplice. Problematiche: rapidi sviluppo e senescenza, perdita facoltà pollonifera, esotiche invasive. PRIMA DOPO Obiettivi Mantenere le sponde salde; Evitare la fluitazione di popolamenti senescenti e di necromassa potenziali ostacoli idraulici; Conservare la biodiversità (habitat prioritario 91E0). Interventi Taglio selettivo delle piante instabili sulle sponde in erosione; Ringiovanimento dei popolamenti per mentenerli vitali e flessibili: tagli a buche a cicli di anni; ceduazioni ogni 5-10 anni; Rinfoltimento con astoni di salicacee dei popolamenti deperiti; Contenimento delle specie esotiche invasive.

11 Orientamenti per i Querceti golenali Localizzazione: fasce fluviali, fondivalle collinari e pedemontani. Composizione specifica: farnia, frassino maggiore, robinia, olmi campestre e ciliato, pioppo bianco, pioppo nero, acero campestre; sporadici tiglio cordato, carpino bianco, cerro, roverella. Assetto-struttura: fustaia irregolare, governo misto. Problematiche: deperimento per stress idro-termici, difficoltà di rinnovazione delle querce, esotiche invasive. Obiettivi Laminare le piene straordinarie; Conservare la biodiversità (habitat 91F0 e fauna d interesse); Evitare le fasi di senescenza. Interventi Taglio selettivo degli alberi deperenti, in condizioni precarie di stabilità o di maggiori dimensioni sulle sponde in erosione; Taglio a scelta colturale, anche per gruppi, sui popolamenti adulti (età anni) o abbinato alla ceduazione nel governo misto, preservando i portaseme stabili, in particolare di farnia; Periodicità variabile in funzione della fertilità e del contesto idraulico (10-25 anni); Contenimento della robinia con diradamento-taglio di avviamento incidendo entro 1/3 della massa.

12 Il governo misto Perché: Combina ceduazione e taglio a scelta colturale in equilibrio dinamico che valorizza le diverse specie e modalità di rinnovazione rigenerazione; Consente la gestione flessibile di superfici irregolari e frammentate; Mantiene diversi prodotti e servizi ecosistemici (paesaggio, protezione del suolo, biodiversità, fruizione pubblica). Come: Gestione per gruppi e singoli alberi, articolati sul piano orizzontale, non solo a 2 strati verticali; Rilascio di copertura adeguata: Se eccessiva si perde il ceduo aduggiato; Se scarsa le riserve isolate deperiscono, la robinia e le esotiche invasive dilagano.

13 Grazie per l attenzione Pier Giorgio TERZUOLO Andrea EBONE terzuolo@ipla.org ebone@ipla.org

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