Regolamento di funzionamento
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- Michele Lupo
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1 DIREZIONE REGIONALE DEI VIGILI DEL FUOCO DEL SOCCORSO PUBBLICO E DELLA DIFESA CIVILE PER LA BASILICATA Regolamento di funzionamento del Comitato Tecnico Regionale di Prevenzione Incendi di cui all art. 22, comma 1, del D.Lgs. n 139 del 8 marzo ex art. 20 del D.P.R. 577/82
2 Comitato Tecnico Regionale di Prevenzione Incendi di cui all art. 22, del D.Lgs. n 139 del 8 marzo 2006 Pagina 2 di 8 Sommario Titolo I Campo di applicazione Premessa... 3 Titolo II : Comitato Tecnico Regionale per la prevenzione incendi (art. 19 lettera e) e art. 20 DPR n. 577 del 29/07/1982) Finalità Definizioni Composizione e funzionamento del CTR Compiti della Direzione Regionale dei Vigili del Fuoco Procedimento di deroga Pareri su richiesta dei Comandi Provinciali VVF riguardanti insediamenti industriali ed attività di tipo complesso... 6
3 Comitato Tecnico Regionale di Prevenzione Incendi di cui all art. 22, del D.Lgs. n 139 del 8 marzo 2006 Pagina 3 di 8 Titolo I Campo di applicazione Premessa Nell ambito della Direzione Regionale dei Vigili del Fuoco per la Basilicata è istituito il Comitato Tecnico Regionale per la prevenzione incendi, quale organo consultivo territoriale sulle questioni riguardanti la prevenzione incendi. Il Comitato svolge in particolare i seguenti compiti : a) su richiesta dei Comandi Provinciali dei Vigili del Fuoco, esprime la valutazione sui progetti e designa gli esperti per l effettuazione delle visite tecniche, nell ambito dei procedimenti di rilascio del certificato di prevenzione incendi riguardanti insediamenti industriali ed attività di tipo complesso; b) esprime parere sulle istanze di deroga all osservanza della normativa di prevenzione incendi, inoltrate in relazione agli insediamenti o impianti le cui attività presentino caratteristiche tali da non consentire il pieno rispetto della normativa stessa.
4 Comitato Tecnico Regionale di Prevenzione Incendi di cui all art. 22, del D.Lgs. n 139 del 8 marzo 2006 Pagina 4 di 8 Titolo II : Comitato Tecnico Regionale per la prevenzione incendi (art. 19 lettera e) e art. 20 DPR n. 577 del 29/07/1982) Finalità Il presente paragrafo disciplina l attività del Direttore Regionale VVF e del Comitato Tecnico Regionale di Prevenzione Incendi per la Basilicata, nella composizione prevista dal D.P.R. n 577 del 29/07/1982 e s.m.i Definizioni Ai fini del presente regolamento si intende per : a) decreto 577 il D.P.R. n 577 del 29/07/1982 Approvazione del regolamento concernente l espletamento dei servizi di prevenzione incendi e di vigilanza antincendi modificato dal decreto legislativo n 139 del 08/03/2006 Riassetto delle disposizioni relative alle funzioni ed ai compiti del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, a norma dell articolo 11 della Legge 29 luglio 2003, n. 229 b) CTR 577 il Comitato Tecnico Regionale di Prevenzione Incendi per la Basilicata di cui all art. 20 del D.P.R. n 577 del 29/07/1982 e s.m.i. c) regolamento 577 il regolamento per il funzionamento del Comitato Tecnico Regionale di prevenzione incendi per la Basilicata di cui all art. 20 del D.P.R. n 577 del 29/07/1982 e s.m.i. d) Direzione VVF la Direzione Regionale dei Vigili del Fuoco. 2.2 Composizione e funzionamento del CTR Il CTR, ha la propria sede presso la Direzione Regionale dei Vigili del Fuoco per la Basilicata ed è composto dai seguenti membri : 1. il Direttore Regionale VVF della Basilicata con funzione di Presidente 2. il Comandante Provinciale VVF di Potenza 3. il Comandante Provinciale VVF di Matera 4. un Funzionario Tecnico VVF della Regione 5. un Ispettore del Lavoro designato dalla Direzione Regionale del Lavoro 6. un Rappresentate dell Ordine degli Ingegneri della Provincia di Potenza 7. un Segretario, designato dal Direttore Regionale, dipendente della Direzione VVF Per l esame delle questioni connesse a competenze delle Regioni, può essere chiamato a far parte del CTR un Esperto Tecnico designato dalla Regione. In aggiunta a ciascun componente titolare è nominato anche un membro supplente. Il CTR può avvalersi a titolo consultivo, per particolari problemi, di tecnici aventi specifiche competenze. Il CTR dovrà essere convocato in linea di massima almeno 5 (cinque) giorni lavorativi prima della seduta, definendo il relativo ordine del giorno. Le riunioni del Comitato sono presiedute dal Direttore Regionale VV.F. o, in caso di suo impedimento, dal Dirigente dei Vigili del Fuoco indicato come sostituto nel decreto ministeriale di composizione dello stesso Comitato.
5 Comitato Tecnico Regionale di Prevenzione Incendi di cui all art. 22, del D.Lgs. n 139 del 8 marzo 2006 Pagina 5 di 8 I componenti che, regolarmente convocati, non possano partecipare alla seduta del CTR, sono tenuti a darne tempestiva comunicazione al supplente e per conoscenza alla Direzione VVF. 2.3 Compiti della Direzione Regionale dei Vigili del Fuoco Nell ambito della Direzione Regionale dei Vigili del Fuoco per la Basilicata è istituito il Comitato Tecnico Regionale per la Prevenzione Incendi, quale organo consultivo territoriale, di cui si avvale il Direttore Regionale, sulle questioni riguardanti la prevenzione incendi. In particolare il Direttore Regionale sentito il CTR, si pronuncia : a) sulle istanze di deroga all osservanza della normativa di prevenzione incendi inoltrate tramite i Comandi Provinciali VVF, riguardanti gli insediamenti o impianti le cui attività presentino caratteristiche tali da non consentire pieno il rispetto della normativa stessa; b) su richiesta dei Comandi Provinciali VVF, sulla valutazione di progetti e sulla designazione di esperti per l effettuazione delle visite tecniche, nell ambito dei procedimenti di rilascio del certificato di prevenzione incendi riguardanti insediamenti industriali ed attività di tipo complesso. Il Direttore Regionale, quale Presidente del CTR, si avvale della Segreteria Tecnica dello stesso CTR istituita presso la Direzione Regionale dei Vigili del Fuoco per la Basilicata, per lo svolgimento dei seguenti compiti : a) riceve gli atti e gestisce la corrispondenza, ivi compresa la protocollazione; b) provvede all istituzione dell archivio degli stabilimenti i cui gestori sono soggetti all obbligo di presentazione della notifica, curando, altresì, l archiviazione di tutti gli atti connessi agli stessi stabilimenti ed aggiorna il sistema informatico per la parte anagrafica; c) raccoglie i verbali del CTR, le norme e le disposizioni in modo da tenerli a disposizione dei membri del CTR per la consultazione; d) provvede ad una prima verifica della completezza formale degli atti pervenuti e, se del caso, comunica al richiedente le carenze evidenziate; e) per ciascun procedimento di cui ai successivi punti e : 1) nomina ed incarica con nota scritta, un funzionario della Direzione VVF per lo svolgimento dell istruttoria della pratica, prima di portarla in CTR; 2) provvede ad inserire la pratica dell istruttoria avviata all ordine del giorno del primo CTR utile per darne comunicazione ai componenti; f) convoca le sedute del CTR, per le deliberazioni e per i procedimenti che, sulla base della documentazione agli atti della Direzione VVF, risultano pronti per l esame. In allegato alla convocazione saranno riportati i procedimenti all ordine del giorno; g) trasmette agli interessati, gli atti dei provvedimenti conclusivi o le deliberazioni delle istruttorie; h) designa, qualora ritenuto opportuno, ai sensi dell art. 14 del D.P.R. n. 577 e in seno al CTR, gli esperti della Commissione incaricata di effettuare accertamenti per gli insediamenti industriali e gli impianti di tipo complesso ed a tecnologia avanzata.
6 Comitato Tecnico Regionale di Prevenzione Incendi di cui all art. 22, del D.Lgs. n 139 del 8 marzo 2006 Pagina 6 di Procedimento di deroga Il procedimento di deroga è regolato dal D.P.R. n 37 del 12 gennaio 1998 e dalla Circolare del Ministero dell Interno n 9 del 5 maggio Pareri su richiesta dei Comandi Provinciali VVF riguardanti insediamenti industriali ed attività di tipo complesso Per gli insediamenti industriali di tipo complesso ed a tecnologia avanzata e le installazioni o gli impianti di particolare rilevanza o che presentino, per le tecnologie adottate, alti livelli di rischio, il Comando Provinciale VVF può richiedere tramite il Direttore Regionale un parere di merito al CTR. Tra le attività di cui sopra, sicuramente sono ricompresse quelle a rischio di incidente rilevante soggette al D.Lgs. 334/99 e s.m.i. ma non alla presentazione del Rapporto di Sicurezza ai sensi dell art. 8 del stesso decreto. In tale situazione rientrano tutte quelle attività soggette agli artt. 6 e 7 del D.Lgs 334/99 e s.m.i. e all art. 5 comma 2 dello stesso decreto. Art. D.Lgs 334/99 e s.m.i Tipologia ATTIVITA Adempimenti DLgs 334 Stabilimenti in cui sono presenti Notifica sostanze, miscele e preparati Sistema di Gestione della Sicurezza pericolosi elencati nella colonna 1 Documento sulla politica di dell allegato I al D.Lgs. 334/99 e s.m.i. prevenzione degli incidenti rilevanti Art. 6-7 in quantità uguali o superiori alla Piano di emergenza interno colonna 2 ma inferiori alla colonna 3 Informare, formare, addestrare ed sempre dello stesso allegato equipaggiare coloro che lavorano in sito come previsto dal D.M. Art 5 comma 2 Stabilimenti indicati nell allegato A del D.Lgs. 334/99 e s.m.i. in cui sono presenti sostanze pericolose in quantità inferiori a quelle indicate nella colonna 2 dell allegato I dello stesso decreto Adottare misure idonee a prevenire gli incidenti rilevanti ed a limitarne le conseguenze per l uomo e per l ambiente Individuare i rischi da incidenti rilevanti, integrando la valutazione fatta ai sensi del D.Lgs 81/08 e s.m.i. Adottare appropriate misure di sicurezza Informare, formare, addestrare ed equipaggiare coloro che lavorano in sito come previsto dal D.M Gli stabilimenti non indicati nell allegato A che detengono sostanze, miscele e preparati pericolosi elencati nella colonna I dell allegato I del D.Lgs. 334/99 e s.m.i. in quantità inferiori a quelle indicate nella colonna 2 dell allegato I del medesimo decreto non sono soggetti a nessun adempimento di cui al D.Lgs. 334/99 e s.m.i. Per tutti gli stabilimenti o attività di tipo complesso ricompresi nell allegato al D.M ed in particolare per quelli ricadenti in 334, ripercorrendo le indicazioni fornite dalla Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica Area Rischi Industriali con le note prot. n. DCPST/A4/RS/900 del 01/03/2006 e prot. n. DCPST/A4/RS/1008 del 15/04/2008, il Comando Provinciale VVF interessato
7 Comitato Tecnico Regionale di Prevenzione Incendi di cui all art. 22, del D.Lgs. n 139 del 8 marzo 2006 Pagina 7 di 8 può, qualora lo ritenga opportuno, richiedere una istruttoria al CTR sotto l aspetto della prevenzione incendi e degli incidenti rilevanti, qualora soggetto al D.Lgs. 334/99 e s.m.i.. A) ATTIVITÀ RICADENTI NELL ALLEGATO AL D.M MA NON SOGGETTE AGLI ARTT. 6 E 7 DEL D.LGS 334/99 E S.M.I. Il Comando Provinciale VVF, nel procedere per quanto di competenza, esaminerà l istanza e con proprio parere motivato, la trasmetterà alla Direzione Regionale VVF allegando n. 1 copia della documentazione tecnica. Il Direttore Regionale, convocherà il CTR, e in tale sede dopo che il Comando VVF avrà illustrato le risultanze sul progetto, si pronuncerà sugli aspetti antincendi dandone comunicazione al solo Comando. Comando VVF trasmette alla Direzione la richiesta con relativo parere Il Direttore Regionale convoca il CTR577 Il CTR577 esprime un parere B) La Direzione Regionale trasmette il parere al Comando VVF ATTIVITÀ RICADENTI NELL ALLEGATO AL D.M E SOGGETTE AGLI ARTT. 6 E 7 DEL D.LGS 334/99 E S.M.I. Il Comando Provinciale VVF, nel procedere per quanto di competenza, esaminerà l istanza oltre che dal punto di vista della normativa di prevenzione incendi generale anche per gli aspetti e gli obblighi previsti dalla normativa in materia di incidenti rilevanti di cui al D.Lgs. 334/99 e s.m.i. con particolare riguardo : alla valutazione dei rischi di incidenti rilevanti all analisi e all adozione delle appropriate misure di sicurezza all informazione, formazione, addestramento ed equipaggiamento dei lavoratori in sito. all aggiornamento e verifica della notifica, nel caso sia stata già comunicata, all aggiornamento eventuale del documento che definisce la politica di prevenzione degli incidenti rilevanti, e della scheda di informazione per cittadini e lavoratori.
8 Comitato Tecnico Regionale di Prevenzione Incendi di cui all art. 22, del D.Lgs. n 139 del 8 marzo 2006 Pagina 8 di 8 Successivamente l istanza, con motivato parere del Comando VF, sarà trasmessa alla Direzione Regionale VVF allegando n. 1 copia della documentazione tecnica. Il Direttore Regionale convocherà il CTR e in tale sede, dopo che il Comando VVF avrà illustrato le risultanze sul progetto, il CTR si pronuncerà sugli aspetti antincendi ed in materia di rischi di incidenti rilevanti. Il Direttore Regionale né darà comunicazione al solo Comando. Comando VVF trasmette alla Direzione la richiesta con relativo parere Il Direttore Regionale convoca il CTR577 Il CTR577 esprime un parere La Direzione Regionale trasmette il parere al Comando VVF Nel caso di modifiche non comportanti aggravio del preesistente livello di rischio il Comando Provinciale VVF, procederà per quanto di competenza a : a) verificare la dichiarazione secondo le indicazioni del D.M.A. 09/08/2000; b) verificare l ottemperanza degli obblighi previsti dalla normativa in materia di rischi di incidenti rilevanti; c) esaminare il progetto di prevenzione incendi; Successivamente l istanza con motivato parere del Comando VF sarà trasmessa alla Direzione Regionale VVF allegando n. 1 copia della documentazione tecnica. Il Direttore Regionale convocherà il CTR che in tale sede, dopo che il Comando VVF avrà illustrato le risultanze sul progetto, si pronuncerà sugli aspetti antincendi ed in materia di rischi di incidenti rilevanti. Il Direttore regionale né darà comunicazione al solo Comando.
C I T T À D I P O T E N Z A
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