Bio-Ritmo. Lo scopo di INAIL e ARPAL nel mettere a punto. un algoritmo per valutare il rischio biologico
|
|
- Gino Pappalardo
- 8 anni fa
- Visualizzazioni
Transcript
1 un algoritmo per valutare il rischio biologico Un esempio applicativo del metodo realizzato da INAIL e ARPA Liguria chiarisce le modalità per adattare l algoritmo a tutte le attività lavorative di Daniela Sarto e Massimiliano Albertazzi Lo scopo di INAIL e ARPAL nel mettere a punto l algoritmo Bio-Ritmo di cui abbiamo già trattato in precedenza in questa rivista (cfr. Ambiente & Sicurezza sul Lavoro, n., febbraio 00, pagg. 46 e segg.), era principalmente quello di venire incontro alle oggettive difficoltà di datori di lavoro e responsabili della sicurezza nel valutare correttamente il rischio biologico in azienda, soprattutto nei casi di cosiddetta esposizione potenziale ad agenti biologici. Si è voluto rendere il percorso di valutazione il più oggettivo possibile, in un ambito in cui l oggettività del giudizio è resa molto difficoltosa in relazione al fatto che abbiamo a che fare con agenti viventi e quindi variabili e mutevoli nel tempo e nello spazio. Riuscendo ad individuare alcuni punti fondamentali per la gestione del rischio biologico il datore di lavoro, o chi per lui, acquisisce maggior consapevolezza sul rischio, sulla prevenzione e sugli interventi eventualmente necessari nella propria realtà. L algoritmo per la valutazione del rischio biologico è stato pensato per essere universalmente applicabile; tuttavia l applicazione del metodo a tipologie di attività molto differenti tra loro, rende necessaria una fase preliminare di verifica relativa alla appropriatezza delle voci all interno delle categorie, e una loro eventuale contestualizzazione. INAIL Direzione Regionale Liguria CONTARP CONsulenza Tecnica Accertamento Rischi e Prevenzione, Genova Italy ARPAL - Agenzia Regionale per la Protezione dell Ambiente Ligure Direzione Generale - Servizio di Prevenzione Protezione, Genova Italy 4 ambiente & sicurezza sul lavoro 0
2 Attività lavorative differenti: come applicare l algoritmo Bio-Ritmo, questo il nome che abbiamo dato all algoritmo per la valutazione del Rischio Biologico messo a punto da INAIL Liguria e ARPA Liguria, è stato pensato per essere universalmente applicabile. Sia il criterio con cui si è scelto di individuare il Danno sia le sette categorie che compongono i fattori influenti sulla Probabilità, infatti, riguardano aspetti che non possono non essere presi in considerazione in tutte le attività lavorative. Tuttavia l applicazione del metodo a tipologie di attività molto differenti tra loro dal punto di vista della possibile presenza di agenti patogeni rende necessaria una fase preliminare di verifica di appropriatezza delle voci all interno delle categorie, e una loro eventuale contestualizzazione. Pertanto le voci all interno delle categorie sono contestualizzabili e quindi variabili anche nel numero, sempre però prestando attenzione alla realizzazione di tutte le categorie; non è corretto considerare una categoria non applicabile ad una determinata tipologia di lavoro; solo una o più voci possono essere considerate non applicabili. Vediamo di seguito come contestualizzare le voci delle categorie. D = Danno Per quanto riguarda il danno, il metodo fa riferimento al gruppo di appartenenza degli agenti biologici presenti o potenzialmente presenti (secondo la classificazione del D.Lgs. 8/08). Questo valore dovrà sempre far riferimento ad una ricerca bibliografica per settore. P = Probabilità A determinare la probabilità d infezione concorrono sette fattori (denominati C ed Fi), che devono essere analizzati singolarmente ed inseriti nell algoritmo: P= C x [(F-F6)+] /7 Dove: C: Contaminazione presuntiva delle materie utilizzate F: Caratteristiche ambientali, quantità e frequenza delle manipolazioni di campioni, procedure adottate (Buone pratiche), utilizzo di DPI, formazione Un caso particolare è rappresentato dai saggi analitici microbiologici, nei quali si utilizzano agenti biologici noti; ad esempio le colture su piastra petri sono costituite interamente dall agente biologico oggetto del saggio analitico. Il grado di contaminazione della matrice in questo caso è da considerarsi pari a 4. Il caso dell utilizzo deliberato di agenti biologici è l unico nel quale C si può considerare pari a 4. Le categorie prese in considerazione con i fattori F devono essere attentamente analizzate in reazione al tipo di ambiente e di attività che andiamo a valutare. Sarà necessario per esempio individuare i criteri con cui assegnare i punteggi relativi a quantità e frequenza, individuare quali sono le caratteristiche strutturali che un determinato ambiente deve avere, in base a vincoli di legge o a raccomandazioni/suggerimenti di buona tecnica. Dovranno essere differenziate per tipologia di attività le buone pratiche applicabili, così come i DPI ritenuti necessari. Nella Tabelle che seguono, percorriamo le diverse fasi di Individuazione delle fonti di rischio (Sezione A), il Calcolo dei coefficienti (Sezione B) e la Valutazione (Sezione C). Certificato RINA type approved ambiente & sicurezza sul lavoro 0 43
3 SEZIONE A Individuazione delle fonti di rischio Al fine di esplicitare il meccanismo con cui è corretto modificare alcune voci delle categorie che compongono il metodo, di seguito presentiamo un esempio applicativo, relativo a una attività nota a tutti e semplice dal punto di vista del rischio biologico: un ufficio amministrativo con sportello aperto al pubblico. La Tabella riassume le diverse sorgenti di rischio rispetto alle mansioni di Segreteria e Sportello. Tabella. Individuazione delle fonti di rischio Sorgenti di rischio biologico Segreteria Mansioni Sportello Impianto condizionamento x x Presenza di pubblico Superfici permeabili x x x SEZIONE B Calcolo dei coefficienti Nella sezione B individuiamo il Calcolo del coefficiente che descrive il danno D, dei Coefficienti che descrivono la probabilità (C ed F). Calcolo del coefficiente che descrive il danno (D) Nella Tabella forniamo un esempio (non esaustivo) di ricerca bibliografica relativa al settore, con riferimento alle sorgenti di rischio biologico. Il valore di D che si può attribuire alle attività di ufficio è ; la presenza e la possibilità di infezione da parte di microorganismi di gruppo 3** si può considerare del tutto improbabile, e soprattutto la presenza del doppio asterisco indica che sono sufficienti le misure di contenimento per agenti di gruppo. Tabella. Agenti biologici potenzialmente presenti nell attività di ufficio Impianto di condizionamento GRUPPO Via di trasmissione PATOLOGIA BATTERI Legionella spp aerea Legionellosi/febbre di Pontiac Presenza di Pubblico GRUPPO Via di trasmissione PATOLOGIA VIRUS Rhinovirus aerea Raffreddore Virus influenzali aerea Influenza BATTERI Stafilococchi (solo S. aureus) aerea Batteri gram negativi o 3** Superfici permeabili (moquette, tappezzeria, imbottiti, ) Aerea, parenterale, alimentare, contatto Infezioni (soprattutto cutanee) Varie GRUPPO Via di trasmissione PATOLOGIA FUNGHI Alternaria alternata // aerea allergia Aspergillus (Aspergillus fumigatus) BATTERI Stafilococchi (solo S. aureus) ALLERGENI Acari // Aerea Contatto diretto/ indiretto - Ingestione Aspergillosi Infezioni (soprattutto cutanee) Funghi allergenici (Aspergillus fumigatus) Contatto Aerea Manifestazioni allergiche 44 ambiente & sicurezza sul lavoro 0
4 Calcolo dei coefficienti che descrivono la probabilità (C ed F) Per C si intende la Contaminazione presunta che può essere Molto bassa=, Bassa=, Media =3, Alta=4. Nel caso di Acqua-Impianto di condizionamento, Pubblico e Arredi, il valore C=. Per F si intendono i Fattori relativi all organizzazione del lavoro e si distingue: F = quantità di sostanza a rischio biologico con cui l operatore può venire a contatto F = frequenza delle operazioni che espongono l operatore a potenziale rischio biologico F3 = caratteristiche strutturali F4 = buone pratiche F5 = DPI specifici per rischio biologico F6 = Formazione. Calcolo del fattore F Il fattore F si riferisce alla quantità di sostanza a potenziale rischio biologico con cui l operatore può venire a contatto I criteri di classificazione devono essere decisi in base all esperienza e alla conoscenza del luogo di lavoro. Un esempio è di seguito riportato. Per quanto riguarda il Pubblico, ovvero il numero di persone al giorno, la classificazione può essere: Bassa per un pubblico da a 0 persone Media per un pubblico da a 50 Alta per un pubblico superiore a 50 persone. Per gli Arredi: se non è prevista alcuna attività particolare che coinvolga gli arredi (es. manutenzione), indicare bassa. Per l impianto di condizionamento: per le persone addette alle attività amministrative non è prevista alcuna attività particolare che coinvolga gli impianti, in quanto essi non devono effettuare operazioni ad es. di manutenzione, ma possono essere esposti ai rischi dell impianto solo in quanto sono presenti nell ambiente in cui è immessa l aria proveniente dall impianto stesso. Il contatto con la possibile fonte di pericolo è quindi da ritenersi basso. QUANTITÀ CLASSIFICAZIONE F Arredi Impianto condizionamento Bassa 0 Pubblico Media Alta Calcolo del fattore F Il fattore F si riferisce alla frequenza delle operazioni che espongono l operatore a potenziale rischio biologico. I Criteri di classificazione sono tali per cui ad una Frequenza mensile corrisponde una classificazione Bassa, ad una Frequenza settimanale corrisponde una classificazione Media ed ad una Frequenza Giornaliera corrisponde una classificazione Alta. Gli addetti di un ufficio sono a contatto tutti i giorni con il pubblico, con gli arredi e con l aria proveniente dall impianto, per cui è corretto inserire il valore più altro per tutte le sorgenti di pericolo. Se ad esempio si trattasse di una attività in cui lo sportello è aperto al pubblico solo una volta alla settimana allora la frequenza da considerare sarebbe media per quanto riguarda il fattore pubblico e sempre alta per gli altri due fattori di rischio. FREQUENZA CLASSIFICAZIONE F Pubblico Arredi Impianto Condizionamento Calcolo del fattore F3 Bassa 0 Media Alta Il fattore F3 si riferisce alle caratteristiche strutturali presenti. Sono state individuate le caratteristiche strutturali applicabili alla realtà di ambienti tipi uffici; 46 ambiente & sicurezza sul lavoro 0
5 poiché le due tipologie di locali dell esempio (aperti al pubblico e non) sono assimilabili, sarà sufficiente compilare una sola tabella. Nei casi in cui le diverse mansioni operano in ambienti strutturalmente diversi, è necessario compilare una tabella per ciascun ambiente. Le caratteristiche strutturali considerate sono: Presenza dell impianto di condizionamento: presente Affollamento nella norma (rapporto volume/n. persone 3 ): presente Arredi lavabili, non porosi o non assorbenti: presente Microclima adeguato: non presente Barriera fisica (vetro ecc): non presente. Ne deriva che la percentuale di caratteristiche applicabili presenti è pari a 3 su 5, ovvero il 60%. Il calcolo del valore F3 è quindi 0,5. È possibile inoltre anche considerare un livello massimo di affollamento ed uno medio, in modo da valutare l influenza di questa voce sul rischio biologico. BUONE PRASSI, NORME IGIENICHE, ISTRUZIONI OPERATIVE Esistenti e diffuse a tutto il personale esposto Esistenti ma formazione non effettuata Calcolo del fattore F5 Il fattore F5 si riferisce ai Dispositivi di protezione individuale a disposizione dei lavoratori. In caso non siano valutati necessari DPI per l attività specifica la caratteristica si considera soddisfatta (00%). Normalmente, per le attività di ufficio non sono previsti DPI. F4 0 parzialmente Non esistenti non DPI Tutto il personale è dotato e utilizza correttamente tutti i DPI necessari (=00%) F5 0 CARATTERISTICHE STRUTTURALI F3 00% voci applicabili presenti Adeguate 0 Almeno /3 voci applicabili presenti (>=66%) Parzialmente adeguate < /3 voci applicabili presenti (66%) Non adeguate Non tutto il personale ne è dotato, oppure non li utilizza (00%< n 50%), oppure non è stato fornito anche uno solo dei DPI Il personale dotato dei DPI idonei è <50% oppure non sono stati forniti DPI parzialmente non Calcolo del fattore F4 Calcolo del fattore F6 Il fattore F4 si riferisce alle buone prassi, alle norme igieniche e alle istruzioni operative adottate. Individuare quali compiti tra quelli svolti nell attività valutata, rivestono importanza per la corretta gestione del rischio biologico tali da richiedere una procedura dedicata, che deve essere formalizzata e conosciuta dal personale che la deve attuare. Il caso dell attività di ufficio è estremamente semplificato, e si ritiene che una corretta pulizia dei locali e degli impianti di condizionamento, oltre che una valida gestione dei rifiuti, possa essere sufficiente. Sono da includersi in questa sezione anche le procedure dirette a eventuale personale di ditte in appalto. Il fattore F6 si riferisce infine all attività formativa erogata al personale dipendente. FORMAZIONE Tutto il personale esposto a rischio biologico ha ricevuto la formazione e informazione specifica Solo parte del personale ha ricevuto la formazione e informazione specifica (<00%esposti 50%) Tra il personale esposto a rischio biologico solo 50% ha ricevuto la formazione e informazione specifica F6 0 parzialmente non 3 fare riferimento alla normativa vigente per gli ambienti di lavoro. ambiente & sicurezza sul lavoro 0 47
6 SEZIONE C Valutazione Nell esempio riportato di seguito, il metodo permette di discriminare tra le mansioni (segreteria) e (sportello) quella a rischio leggermente maggiore, pur rimanendo, come atteso nell esempio considerato, entrambe nella fascia di rischio molto basso. Tabella 3. Valutazione del livello di rischio biologico per singola mansione MANSIONE SEGRETERIA SPORTELLO DANNO C F 0 F F3 F4 F5 0 0 F6 0 0 PROBABILITA 7 RISCHIO.4 PROBABILITÀ 4 ALTA 3 MEDIA BASSA MOLTO BASSA 0,5 ESTREM. BASSA MOLTO BASSO BASSO Gli attuali sviluppi di Bio-Ritmo 3 MEDIO DANNO 4 ALTO Come noto l algoritmo è nato per rispondere a esigenze di corretta gestione del rischio biologico per gli operatori dei laboratori sia chimici sia biologici di ARPAL. È stato quindi adottato da ARPA Liguria per la propria valutazione del rischio biologico ed esteso agli operatori del territorio. Più recentemente è stato adottato come percorso metodologico proposto dal tavolo tecnico per il rischio biologico per le Agenzie Ambientali a livello nazionale. È inoltre in fase di realizzazione uno studio per la valutazione del rischio biologico negli ambulatori prime cure dell INAIL che prevede l applicazione dell algoritmo e successive campagne di campionamento microbiologico negli ambienti oggetto della valutazione. Alla ricerca partecipa l INAIL - CONTARP Liguria, CONTARP Centrale e altre 4 CONTARP Regionali - in collaborazione con ARPA Liguria. Ad oggi non è stato pubblicato, né reso disponibile, né tanto meno commercializzato dagli autori alcun software basato sull algoritmo. 48 ambiente & sicurezza sul lavoro 0
COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI)
COMUNE DI RAVENNA Il sistema di valutazione delle posizioni del personale dirigente GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI) Ravenna, Settembre 2004 SCHEMA DI SINTESI PER LA
DettagliPO 01 Rev. 0. Azienda S.p.A.
INDICE 1 GENERALITA... 2 2 RESPONSABILITA... 2 3 MODALITA DI GESTIONE DELLA... 2 3.1 DEI NEOASSUNTI... 3 3.2 MANSIONI SPECIFICHE... 4 3.3 PREPOSTI... 4 3.4 ALTRI INTERVENTI FORMATIVI... 4 3.5 DOCUMENTAZIONE
DettagliCONCETTI E DEFINIZIONI
Contenuti del DVR CONCETTI E DEFINIZIONI Valutazione globale e documentata di tutti i rischi per la salute e sicurezza dei lavoratori presenti nell ambito dell organizzazione in cui essi prestano la propria
DettagliMANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6
MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 INDICE GESTIONE DELLE RISORSE Messa a disposizione delle risorse Competenza, consapevolezza, addestramento Infrastrutture Ambiente di lavoro MANUALE DELLA QUALITÀ Pag.
DettagliUfficio di Segreteria LL.PP. e Ufficio Servizi Cimiteriali
COMUNE DI MIRA Provincia di Venezia PIAZZA IX MARTIRI, 3 - C.A.P. 30034 TEL. 041-5628211 (centralino) FAX 041-422023 C.F. 00368570271 Indirizzo Internet: www.comune.mira.ve.it - E-mail: info@comune.mira.ve.it
DettagliS C H E M A D I O F F E R T A T E C N I C A
S C H E M A D I O F F E R T A T E C N I C A ALLEGATO 2 AL BANDO DI GARA D APPALTO RELATIVA AD UN CONTRATTO ANNUALE PER IL SERVIZIO DI PULIZIA PRESSO LE SEDI DELL ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI BRERA CIG n.
DettagliCosa deve fare il SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE COMPITI
Rappresenta lo spazio organizzativo che all interno dell impresa agricola deve occuparsi della gestione della sicurezza. Il responsabile del SPP viene nominato dal datore di lavoro tra i propri dipendenti
DettagliAutorità Nazionale Anticorruzione e per la valutazione e la trasparenza delle amministrazioni pubbliche
Autorità Nazionale Anticorruzione e per la valutazione e la trasparenza delle amministrazioni pubbliche Metodologia dell attività di vigilanza e controllo dell Autorità in relazione agli obblighi di pubblicazione
DettagliLa manutenzione come elemento di garanzia della sicurezza di macchine e impianti
La manutenzione come elemento di garanzia della sicurezza di macchine e impianti Alessandro Mazzeranghi, Rossano Rossetti MECQ S.r.l. Quanto è importante la manutenzione negli ambienti di lavoro? E cosa
DettagliLa valutazione del rischio chimico
La valutazione del rischio chimico Introduzione Per sua stessa definizione, l agente chimico è una sostanza o un preparato di natura chimica. L agente chimico può presentarsi sotto forma di gas, vapore,
DettagliLA REALTA PIEMONTESE
LA REALTA PIEMONTESE Annalisa Lantermo S.Pre.S.A.L. TO1 Convegno Nazionale DIAGNOSI DELLA INFEZIONE TUBERCOLARE LATENTE: LUCI E OMBRE Torino, 20-21 settembre 2012 CAMPO DI APPLICAZIONE D.Lgs. 81/08 (art.
DettagliContributo di INAIL alla diffusione dell adozione di un SGSL. INAIL-DR Toscana-CONTARP
1 Contributo di INAIL alla diffusione dell adozione di un SGSL INAIL-DR Toscana-CONTARP Contributo di INAIL alla diffusione dell adozione di un SGSL 2 Sistemi di gestione della sicurezza Un Sistema di
Dettagli5 - CORSO PER RAPPRESENTANTI DEI LAVORATORI PERLA SICUREZZA TERRITORIALE (RLST)
5 - CORSO PER RAPPRESENTANTI DEI LAVORATORI PERLA SICUREZZA TERRITORIALE (RLST) Analisi della situazione Il ruolo del Rappresentate dei Lavoratori per la Sicurezza territoriale è disciplinato dall articolo
DettagliLA GESTIONE DEL RISCHIO LEGIONELLA PER I LAVORATORI D.Lgs. 81/08. Ausl Cesena - Servizio PSAL 1
LA GESTIONE DEL RISCHIO LEGIONELLA PER I LAVORATORI D.Lgs. 81/08 Ausl Cesena - Servizio PSAL 1 D.Lgs. 81/08 Testo unico sulla salute e sicurezza sul lavoro Titolo I: Principi comuni Titolo II: Luoghi di
DettagliINDICAZIONI OPERATIVE PER VALUTARE E PROMUOVERE L ORGANIZZAZIONE AZIENDALE DELLA SICUREZZA
INDICAZIONI OPERATIVE PER VALUTARE E PROMUOVERE L ORGANIZZAZIONE AZIENDALE DELLA SICUREZZA Con il presente documento si precisano le modalità di intervento da adottare da parte degli Spisal per valutare
DettagliDocumento in attesa di approvazione definitiva Nota per la Commissione Consultiva Permanente
Commissione Consultiva Permanente Comitato n. 4 Modelli di Organizzazione e di Gestione (MOG) Documento in attesa di approvazione definitiva Nota per la Commissione Consultiva Permanente Prima di procedere
DettagliDOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO BIOLOGICO
DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO BIOLOGICO Azienda Sede BLUCAR COMUNE DI SALERNO Indirizzo: Via Diaz 18 Datore di lavoro Rossi Paolo Responsabile Servizio Prevenzione e Protezione De Santis Francesca
DettagliNota interpretativa. La definizione delle imprese di dimensione minori ai fini dell applicazione dei principi di revisione internazionali
Nota interpretativa La definizione delle imprese di dimensione minori ai fini dell applicazione dei principi di revisione internazionali Febbraio 2012 1 Mandato 2008-2012 Area di delega Consigliere Delegato
DettagliSICUREZZA DEL PERSONALE SCOLASTICO
LA FORMAZIONE SULLA SICUREZZA DEL PERSONALE SCOLASTICO Il D.lvo 81/2008 e le novità introdotte dagli Accordi Stato-Regione del 21 dicembre 2011 Accordo Stato- Regioni Attuazione delle disposizioni del
DettagliDocumento approvato dal Consiglio Direttivo dell ANVUR nella seduta del 15/5/2013
Documento approvato dal Consiglio Direttivo dell ANVUR nella seduta del 15/5/2013-1. Premessa Con la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale n. 104 del 06/05/2013 del DM 45/2013 Regolamento recante modalità
DettagliCORSO DI FORMAZIONE PER ASPP - RSPP
T E C N O S F E R A sas Management Innovation & Business solutions ConsorzioInteruniversitarioRegionalePugliese CENTRO DI ATENEO DI SERVIZI PER LA QUALITÀ CORSO DI FORMAZIONE PER ASPP - RSPP Premessa Il
DettagliSeminario su D.Lgs.81/08
Seminario su D.Lgs.81/08 La Valutazione del Rischio Per individuare le Misure di Prevenzione e Protezione a tutela della Salute e Sicurezza dei lavoratori Piacenza, 17/11/2010 Anna Bosi Dipartimento Sanità
DettagliAllegato A al CCNL 2006/2009 comparto Ministeri
Allegato A al CCNL 2006/2009 comparto Ministeri AREA FUNZIONALE PRIMA ( ex A1 e A1S ) Appartengono a questa Area funzionale i lavoratori che svolgono attività ausiliarie, ovvero lavoratori che svolgono
DettagliPrevenzione e protezione incendi nelle attività industriali
Prevenzione e protezione incendi nelle attività industriali Scopo della prevenzione incendi è il conseguimento della sicurezza contro gli incendi mediante la determinazione degli strumenti idonei ad ottenere:
DettagliI SISTEMI DI GESTIONE DELLA SICUREZZA
I SISTEMI DI GESTIONE DELLA SICUREZZA ing. Davide Musiani Modena- Mercoledì 8 Ottobre 2008 L art. 30 del D.Lgs 81/08 suggerisce due modelli organizzativi e di controllo considerati idonei ad avere efficacia
DettagliFIDEURO MEDIAZIONE CREDITIZIA S.R.L.
1 FIDEURO MEDIAZIONE CREDITIZIA S.R.L. MANUALE DELLE PROCEDURE INTERNE PARTE GENERALE 2 INDICE 1. Informazioni sulla Società ed attività autorizzate 3 2. Autore del manuale delle procedure interne 3 3.
DettagliDECRETO LEGISLATIVO 81/2008 NOZIONI DI BASE
DECRETO LEGISLATIVO 81/2008 NOZIONI DI BASE D.Lgs.81 - Introduzione D.Lgs.81 - Introduzione TITOLO I: PRINCIPI COMUNI CAPO I DISPOSIZIONI GENERALI Art. 1: Finalità; Art. 2: Definizioni; Art. 3: Campo di
Dettagli2. GUIDA ALLA PREDISPOSIZIONE DEL DOSSIER DELLE EVIDENZE DA ESPERIENZA
2. GUIDA ALLA PREDISPOSIZIONE DEL DOSSIER DELLE EVIDENZE DA ESPERIENZA 2.1. INTRODUZIONE Il Sistema Regionale di Formalizzazione e Certificazione delle competenze (SRFC) dell Emilia Romagna prevede 1 che
DettagliSVILUPPO, CERTIFICAZIONE E MIGLIORAMENTO DEL SISTEMA DI GESTIONE PER LA SICUREZZA SECONDO LA NORMA BS OHSAS 18001:2007
Progettazione ed erogazione di servizi di consulenza e formazione M&IT Consulting s.r.l. Via Longhi 14/a 40128 Bologna tel. 051 6313773 - fax. 051 4154298 www.mitconsulting.it info@mitconsulting.it SVILUPPO,
DettagliGli accordi definiscono la durata, i contenuti e le modalità della formazione da svolgere.
Torino, 24 gennaio 2012 Oggetto: Accordo Stato Regioni per la formazione dei lavoratori ai sensi dell articolo 37, comma 2, del decreto legislativo 9 aprile 2008, n*81 NOTA INFORMATIVA Dopo quasi tre anni
DettagliSINTESI SUGLI OBBLIGHI FORMATIVI IN AMBITO DI SICUREZZA
SINTESI SUGLI OBBLIGHI FORMATIVI IN AMBITO DI SICUREZZA ACCORDI STATOREGIONI SULLA FORMAZIONE IN MATERIA DI SICUREZZA rep. 221 (lavoratori, preposti, dirigenti) e 223 (DdL=Rspp) del 21.12.2011 pubblicati
DettagliBANDO DEL 19 NOVEMBRE 2015 per la presentazione di proposte per l ammissione e la selezione dei Centri di Raccolta beneficiari del Programma
per l erogazione di contributi per il potenziamento e Quali sono i possibili motivi che possono determinare l esclusione della domanda di ammissione presentata per il Bando? I possibili motivi che possono
DettagliValutazione dei Rischi. Normativa e documenti di riferimento. Definizioni (UNI EN ISO 12100)
Definizione e individuazione dei fattori di rischio, individuazione delle misure di prevenzione e protezione, riunione periodica Rev. 1 del 28/11/2012 ARISSA Maggio 2015 2 Normativa e documenti di riferimento
DettagliLA FORMAZIONE DEGLI ADDETTI AI LAVORI ELETTRICI E LA NORMA CEI 11-27 (III EDIZIONE): APPROFONDIMENTI
LA FORMAZIONE DEGLI ADDETTI AI LAVORI ELETTRICI E LA NORMA CEI 11-27 (III EDIZIONE): APPROFONDIMENTI A cura di Ing. Mauro Rossato, Ing. Cesare Campello Vega Engineering OGGETTO E SCOPO DELLA NORMA CEI
DettagliREGIONE VENETO AZIENDA UNITÀ LOCALE SOCIO-SANITARIA n. 1 BELLUNO ~~~~~~~~~~~~~~~~
REGIONE VENETO AZIENDA UNITÀ LOCALE SOCIO-SANITARIA n. 1 BELLUNO ~~~~~~~~~~~~~~~~ Deliberazione n. 763 del 07/08/2014 DELIBERAZIONE DEL DIRETTORE GENERALE Oggetto: Indizione avviso pubblico per il conferimento
DettagliElementi essenziali dei corsi di formazione in materia di salute e sicurezza
Elementi essenziali dei corsi di formazione in materia di salute e sicurezza La normativa italiana in materia di salute e sicurezza sul lavoro è il risultato di una serie di interventi, succedutisi in
DettagliIF FELSILAB INNOVAZIONE E FORMAZIONE ORGANISMO DI FORMAZIONE ACCREDITATO DALLA REGIONE EMILIA ROMAGNA COD. 7095
FORMAZIONE OBBLIGATORIA DEI LAVORATORI, PREPOSTI, DIRIGENTI E DATORI DI LAVORO RSPP La Conferenza permanente per i rapporti Stato-Regioni e le provincie autonome di Trento e Bolzano, con l Accordo siglato
DettagliRichiesta-Approvazione-Consegna Dispositivi di Protezione Individuale
Richiesta-Approvazione-Consegna Il presente documento in formato cartaceo privo del timbro in colore COPIA CONTROLLATA n è da ritenersi non valido come documento di riferimento. Il documento originale
DettagliCORSO DI FORMAZIONE PER L'ACCESSO AI LABORATORI DELL'ATENEO COMPILAZIONE SCHEDA DI ACCESSO
SERVIZIO FORMAZIONE E SVILUPPO R. U. CORSO DI FORMAZIONE PER L'ACCESSO AI LABORATORI DELL'ATENEO Guida per i frequentatori dei laboratori Per ogni frequentatore che deve accedere ai laboratori di Ateneo
Dettagli4. Essere informati sui rischi e le misure necessarie per ridurli o eliminarli;
Lezione 3 Le attribuzioni del Rappresentante dei Lavoratori per la sicurezza Il diritto alla salute Abbiamo già sottolineato che il beneficiario ultimo del testo unico è la figura del lavoratore. La cui
DettagliNecessità della formazione efficace delle figure professionali nel campo della sicurezza negli ambienti di lavoro
Necessità della formazione efficace delle figure professionali nel campo della sicurezza negli ambienti di lavoro Mario ALVINO Formazione efficace : perché? è una misura di sicurezza, infatti svolge una
DettagliSISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA CUSTOMER S SATISFACTION E DELLA PERFORMANCE ORGANIZZATIVA
SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA CUSTOMER S SATISFACTION E DELLA PERFORMANCE ORGANIZZATIVA Sommario I principi di riferimento... 2 Misurazione dei risultati delle strutture ante D.L. n. 78/2010...
DettagliFormat per la progettazione (di un unità formativa di xx ore per apprendere per competenze)
Format per la progettazione (di un unità formativa di xx ore per apprendere per competenze) 1. Gli esiti dell apprendimento: selezione delle competenze e prestazioni oggetto di un unità formativa e costruzione
DettagliFORMAZIONE A COSTO ZERO PER FAR CRESCERE LA SICUREZZA PER LE IMPRESE DI TUTTI I SETTORI
PROGRAMMA CORSI: FORMAZIONE A COSTO ZERO PER FAR CRESCERE LA SICUREZZA PER LE IMPRESE DI TUTTI I SETTORI CORSO DI FORMAZIONE OBBLIGATORIA E AGGIORNAMENTO PER PREPOSTI E PER DIRIGENTI Art. 37 D. Lgs. 81/08
DettagliCorso di Formazione per Gestori Impianti Sportivi
Corso di Formazione per Gestori Impianti Sportivi La sicurezza sui luoghi di lavoro Il testo unico sulla salute e sicurezza sul lavoro Ing. Luca Magnelli Firenze 19 ottobre 2010 D.Lgs. 9 Aprile 2008 n.
DettagliCapitolato per la selezione di una cooperativa sociale di tipo b per la realizzazione di attività relative all ambito disabilità e protezione civile
Capitolato per la selezione di una cooperativa sociale di tipo b per la realizzazione di attività relative all ambito disabilità e protezione civile Obiettivi specifici Per il generale, si individuano
DettagliAlessandro Greppi Via dei Mille 27 23876 Monticello B.za (LC) www.issgreppi.gov.it
PROGETTO FORMATIVO INDIVIDUALE PER TIROCINIO ESTIVO DI ORIENTAMENTO a.s. 2015/2016 (Convenzione n. del ) TIROCINANTE Nome e cognome Nato a Data di nascita Codice Fiscale Residenza Domicilio (solo se diverso
Dettagli2. Requisiti della formazione rivolta agli OSA e agli alimentaristi
FORMAZIONE DEGLI ALIMENTARISTI E DEGLI OPERATORI DEL SETTORE ALIMENTARE (OSA) AI SENSI DELLA D.G.R. LIGURIA 29/06/2012 N. 793 1. Introduzione Un efficace formazione e un adeguato addestramento del personale
DettagliVALUTAZIONE DEI RISULTATI CONSEGUITI DAL PERSONALE DI CAT. EP - ANNO 2014 INDIVIDUAZIONE DEGLI OBIETTIVI PER IL 2015 NOME E COGNOME DEL DIPENDENTE
VALUTAZIONE DEI RISULTATI CONSEGUITI DAL PERSONALE DI CAT. EP - ANNO 2014 INDIVIDUAZIONE DEGLI OBIETTIVI PER IL 2015 NOME E COGNOME DEL DIPENDENTE STRUTTURA DI APPARTENENZA FIRMA E TIMBRO DEL RESPONSABILE
DettagliLinee guida per la rilevazione sistematica della customer satisfaction tramite emoticons
Allegato 1 Linee guida per la rilevazione sistematica della customer satisfaction tramite emoticons 1. Premessa La rilevazione della customer satisfaction è utilizzata da molte amministrazioni per misurare
DettagliSISTEMA DI GESTIONE INTEGRATO Valutazione dei rischi
1. DISTRIBUZIONE A tutti i membri dell organizzazione ING. TOMMASO 2. SCOPO Lo scopo di questa procedura è di descrivere i criteri, le modalità operative e le responsabilità per: effettuare la valutazione
DettagliOperatori Socio Sanitari risorsa e opportunità per il miglioramento della qualità e dell assistenza. Attribuzione o delega?
Operatori Socio Sanitari risorsa e opportunità per il miglioramento della qualità e dell assistenza. Attribuzione o delega? Pordenone, Marzo 2014 Dott.ssa Catia Cassin Delega In ambito gestionale per delega
DettagliRisultati dell indagine per la rilevazione del grado di soddisfazione del Centro Diurno Disabili del Comune di Calolziocorte
Risultati dell indagine per la rilevazione del grado di soddisfazione del Centro Diurno Disabili del Comune di Calolziocorte 01 A cura di Àncora Servizi Premessa metodologica Àncora Servizi, in collaborazione
DettagliFORMAZIONE DEI LAVORATORI. Prevenzione e sicurezza sul lavoro. Formazione dei lavoratori. www.megaitaliamedia.com 1/5. parte generale.
FORMAZIONE DEI LAVORATORI Durata: 5 54 Slide 1 di 14 Prevenzione e sicurezza sul lavoro FORMAZIONE DEI LAVORATORI parte generale D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81, art. 37 Slide 2 di 14 14% dei lavoratori =
DettagliCOMUNE DI SOLBIATE ARNO
SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DEL PERSONALE DIPENDENTE Approvato con deliberazione della Giunta Comunale n. 98 del 14.11.2013 1 GLI ELEMENTI DEL SISTEMA DI VALUTAZIONE Oggetto della valutazione:obiettivi
DettagliMETODOLOGIA PER ANALIZZARE IL LIVELLO DI RISCHIO CORRUZIONE
ALLEGATO A METODOLOGIA PER ANALIZZARE IL LIVELLO DI RISCHIO CORRUZIONE L analisi del rischio è un processo di comprensione della natura del rischio e di determinazione del livello di rischio (UNI ISO 3100).
DettagliREGOLAMENTO PER IL RECLUTAMENTO E LA SELEZIONE DEL PERSONALE
6/02/20 REGOLAMENTO PER IL RECLUTAMENTO Con delibera del Consiglio di Amministrazione del 2/0/200, Mondo Acqua S.p.A. adotta il presente regolamento per il reclutamento e la selezione del personale da
DettagliEsposizione ad agenti biologici
Esposizione ad agenti biologici Il Titolo X corrisponde al Titolo VIII del D.Lgs. 626/94 di attuazione della direttiva 90/679/CEE, relativa alla protezione di lavoratori contro i rischi derivanti dall
DettagliMODULO TECNICO PROFESSIONALE COMPARTO: RISTORAZIONE- PUBBLICI SERVIZI PRODUZIONE E VENDITA ALIMENTI
ORE: 60 MODULO TECNICO PROFESSIONALE COMPARTO: RISTORAZIONE- PUBBLICI SERVIZI PRODUZIONE E VENDITA ALIMENTI AREA PROFESSIONALE: DISTRIBUZIONE PASTI Modulo formativo/u.f. 1: ORIENTAMENTO 1. Esplorare il
DettagliCARTA DEI SERVIZI. Premessa:
CARTA DEI SERVIZI Premessa: La Carta dei Servizi è uno strumento utile al cittadino per essere informato sulle caratteristiche del servizio offerto, sulla organizzazione degli uffici comunali, sugli standards
DettagliCommissione Consultiva Permanente ex Art. 6 DLgs 81/08. Il documento del Comitato n. 4 Modelli di Organizzazione e di Gestione (MOG)
Commissione Consultiva Permanente ex Art. 6 DLgs 81/08 Il documento del Comitato n. 4 Modelli di Organizzazione e di Gestione (MOG) Ivo Dagazzini Rappresentante delle Regioni per la Regione Veneto Direttore
DettagliIL MINISTRO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI di concerto con IL MINISTRO DELLA SALUTE
Decreto del Ministero dell interno 4 febbraio 2011 Definizione dei criteri per il rilascio delle autorizzazioni di cui all art. 82, comma 2, del D.Lgs. 09/04/2008, n. 81, e successive modifiche ed integrazioni.
DettagliDurata 6 ore OBIETTIVI DESTINATARI. ARTICOLAZIONE DEL CORSO Il corso e learning è articolato in tre moduli.
Corsi di formazione e informazione in materia di sicurezza destinati alle varie figure aziendali C012 Corso di aggiornamento destinato ai preposti Art. 37 comma 7 del D.Lgs 81/2008 e s.m.i. Accordo Stato
Dettaglivisto il trattato che istituisce la Comunità europea, in particolare l articolo 93, vista la proposta della Commissione,
IL CONSIGLIO DELL UNIONE EUROPEA, visto il trattato che istituisce la Comunità europea, in particolare l articolo 93, vista la proposta della Commissione, (2) Per assicurare la corretta applicazione dell
DettagliMIFID Markets in Financial Instruments Directive
MIFID Markets in Financial Instruments Directive Il 1 1 Novembre 2007 è stata recepita anche in Italia, attraverso il Decreto Legislativo del 17 Settembre 2007 n.164n.164,, la Direttiva Comunitaria denominata
Dettaglib) attività divulgativa delle politiche di qualità dell ateneo nei confronti degli studenti;
Allegato n. 2 Linee Guida per la redazione della Relazione Annuale della Commissione Paritetica Docenti- Studenti Le Commissioni Didattiche Paritetiche, così come specificato nel Documento di Autovalutazione,
DettagliSettori di attività economica
ELABORAZIONE DEI DATI QUALITATIVI Chiara Lamuraglia 1. Premessa Al fine di ottenere informazioni di carattere qualitativo che consentissero di interpretare e leggere in modo più approfondito i dati statistici,
DettagliPROCEDURE STANDARDIZZATE PER LA VALUTAZIONE DEI RISCHI DELLE PMI
N.30 PDF Numero 10 PDF - anno 2012 DIRETTORE RINO PAVANELLO Rivista Ambiente e Lavoro 2012 PDF Manuale Tecnico-giuridico di In-formazione e Documentazione per RSPP, RLS, Giuristi, Operatori, Tecnici e
DettagliRISCHIO BIOLOGICO Definizioni
RISCHIO BIOLOGICO Definizioni Titolo VIII D.L.gs. 626/94 Art. 74 (definizioni): Agente biologico: qualsiasi microorganismo, coltura cellulare ed endoparassita che potrebbe provocare: INFEZIONI, ALLERGIE,
DettagliRapporto dal Questionari Insegnanti
Rapporto dal Questionari Insegnanti SCUOLA CHIC81400N N. Docenti che hanno compilato il questionario: 60 Anno Scolastico 2014/15 Le Aree Indagate Il Questionario Insegnanti ha l obiettivo di rilevare la
DettagliFisco & Contabilità La guida pratica contabile
Fisco & Contabilità La guida pratica contabile N. 08 26.02.2014 Enti non profit: le scritture contabili Categoria: Associazioni Sottocategoria: Varie Gli enti non commerciali rappresentano un fenomeno
DettagliOBIETTIVO LEGIONELLA: PROGETTAZIONE DEGLI IMPIANTI, STRATEGIE DI MANUTENZIONE, DI CONTROLLO E DI BONIFICA
OBIETTIVO LEGIONELLA: PROGETTAZIONE DEGLI IMPIANTI, STRATEGIE DI MANUTENZIONE, DI CONTROLLO E DI BONIFICA Mercoledì 13 novembre 2013 Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma RISCHIO LEGIONELLA AUTOCONTROLLO
DettagliPremessa. Di seguito le nostre principali aree aree di intervento
Premessa Ad Meliora è anche Sicurezza. Ci rivolgiamo principalmente ad aziende operanti nel settore del terziario erogando: corsi di adempimento normativo: in funzione della tipologia di azienda e dei
DettagliIL SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE
IL SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE Come indicato nel Piano Annuale della Performance (P.A.P.), predisposto a partire dall anno 2015, l Azienda annualmente esplicita gli obiettivi,
DettagliMACROSETTORE RISTORAZIONE, ALIMENTAZIONE E DISTRIBUZIONE
MACROSETTORE RISTORAZIONE, ALIMENTAZIONE E DISTRIBUZIONE 1 LIVELLO BASE (prima annualità) 2 Competenze relazionali - Esprimersi in lingua italiana in forma corretta ed adeguata rispetto al contesto di
DettagliISTITUTO COMPRENSIVO DI LENO
ISTITUTO COMPRENSIVO DI LENO ANNO 2014 PROGRAMMA INTERVENTI PER LA SICUREZZA IN AZIENDA OGGETTO: D. LGS. 81/08 E S.M.I. SALUTE E SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO. L impostazione del programma aziendale per
DettagliRegolamento del Settore Attività Giovanile. Approvato dal Consiglio Federale Del 13 aprile 2013 con delibera n. 124
Regolamento del Settore Attività Giovanile Approvato dal Consiglio Federale Del 13 aprile 2013 con delibera n. 124 TITOLO I - DISPOSIZIONI GENERALI art. 1 - L Attività Giovanile 1- Per organizzare e coordinare
DettagliManuale della qualità. Procedure. Istruzioni operative
Unione Industriale 19 di 94 4.2 SISTEMA QUALITÀ 4.2.1 Generalità Un Sistema qualità è costituito dalla struttura organizzata, dalle responsabilità definite, dalle procedure, dai procedimenti di lavoro
DettagliAlla c.a. Sindaco/Presidente Segretario Generale Dirigente competente
Alla c.a. Sindaco/Presidente Segretario Generale Dirigente competente Controllo di Gestione e Misurazione delle Performance: l integrazione delle competenze, la valorizzazione delle differenze e la tecnologia
DettagliCasa di Riposo Monumento ai Caduti in Guerra Comune di SAN DONA DI PIAVE (VE)
Casa di Riposo Monumento ai Caduti in Guerra Comune di SAN DONA DI PIAVE (VE) SCHEDA DI VALUTAZIONE ANNO VALUTATO: Cognome... Nome... Profilo professionale:... VALUTATORE: Cognome... Nome... Sistema di
DettagliCitySoftware SEGRETERIA DELIBERE DETERMINE ALBO PRETORIO. Info-Mark srl
CitySoftware SEGRETERIA DELIBERE DETERMINE ALBO PRETORIO Info-Mark srl Via Rivoli, 5/1 16128 GENOVA Tel. 010/591145 Fax 010/591164 Sito internet: www.info-mark.it e-mail Info-Mark@Info-Mark.it Gli Atti
DettagliGESTIONE DELLE ATTIVITÀ DI SOSTEGNO DEGLI ALUNNI IN SITUAZIONE DI HANDICAP
ISTITUTO COMPRENSIVO E. CURTI GEMONIO Pagina 1 di 6 GESTIONE DELLE ATTIVITÀ DI SOSTEGNO DEGLI ALUNNI IN SITUAZIONE DI HANDICAP Entro i termini e i criteri previsti dalla legge, sulla base del numero di
DettagliL ORGANIZZAZIONE DELLA SICUREZZA NELLE REALTA DELLE COOPERATIVE SOCIALI
L ORGANIZZAZIONE DELLA SICUREZZA NELLE REALTA DELLE COOPERATIVE SOCIALI 1 INDICE Agenzia Formativa Certificata DAS UK 1. Premesse pag. 3 2. Obiettivi dell indagine pag. 4 3. Metodologia pag. 5 4. Alcuni
DettagliAi gentili Clienti Loro sedi
Ai gentili Clienti Loro sedi Oggetto: L ASSOGGETTABILITÀ AD IRAP DI PROFESSIONISTI, AGENTI DI COMMERCIO, PROMOTORI FINANZIARI E PICCOLI IMPRENDITORI SCELTE NELLA PROSSIMA DICHIARAZIONE DEI REDDITI Con
DettagliA cura di Giorgio Mezzasalma
GUIDA METODOLOGICA PER IL MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEL PIANO DI COMUNICAZIONE E INFORMAZIONE FSE P.O.R. 2007-2013 E DEI RELATIVI PIANI OPERATIVI DI COMUNICAZIONE ANNUALI A cura di Giorgio Mezzasalma
DettagliProvincia di Sondrio I S T R U Z I O N I
Provincia di Sondrio PIANO PROVINCIALE PER L'INSERIMENTO MIRATO AL LAVORO DEI DISABILI DISPOSITIVO FORMAZIONE E TUTORAGGIO INTERNI ALL AZIENDA I S T R U Z I O N I Il dispositivo Formazione e tutoraggio
DettagliANNO SCOLASTICO 2014-2015
ANNO SCOLASTICO 2014-2015 INDIRIZZO AMM.NE, FINANZA E MARKETING MATERIA: CLASSE: DOCENTE: ECONOMIA AZIENDALE 3^ C VALENTINA CASTELLI PRESENTAZIONE DELLA CLASSE ED ANALISI DELLA SITUAZIONE DI PARTENZA Conosco
Dettagli7.2 Indagine di Customer Satisfaction
7.2 Indagine di Customer Satisfaction Il campione L indagine è stata condotta su un campione a più stadi di 795 clienti TIEMME SpA (errore di campionamento +/ 2%) rappresentativo della popolazione obiettivo,
DettagliSistemi di certificazione e accreditamento
Sistemi di certificazione e accreditamento Beniamino Cenci Goga L accreditamento riduce i rischi delle imprese e dei clienti poiché garantisce che gli organismi accreditati sono in grado di portare a termine
DettagliLAVORO INFANTILE PEORSI Toscana Energia S.p.A. COD. PROCEDURA P 70/1 DECORRENZA 30/11/2010 PAG. 1 DI 7 LAVORO INFANTILE
COD. PROCEDURA P 70/1 DECORRENZA 30/11/2010 PAG. 1 DI 7 LAVORO INFANTILE COD. PROCEDURA P 70/1 DECORRENZA 30/11/2010 PAG. 2 DI 7 FRUIBILITA DEL DOCUMENTO Il presente documento è disponibile nel portale
DettagliB2-2. Gestione delle sostanze pericolose a scuola. CORSO DI FORMAZIONE RESPONSABILI E ADDETTI SPP EX D.Lgs. 195/03. MODULO B Unità didattica
SiRVeSS Sistema di Riferimento Veneto per la Sicurezza nelle Scuole Gestione delle sostanze pericolose a scuola MODULO B Unità didattica B2-2 CORSO DI FORMAZIONE RESPONSABILI E ADDETTI SPP EX D.Lgs. 195/03
Dettagli1. DISTRIBUZIONE Direzione, RSPP, RLS, preposti 2. SCOPO
Acquedotto Langhe e Alpi Cuneesi SpA Sede legale in Cuneo, Corso Nizza 9 acquedotto.langhe@acquambiente.it www.acquambiente.it SGSL Procedura Monitoraggio salute e del 16/09/09 1. DISTRIBUZIONE, RSPP,
DettagliGESTIONE DEL RISCHIO NEI DISPOSITIVI MEDICI: DALLA CLASSIFICAZIONE ALLA COMMERCIALIZZAZIONE
1 GESTIONE DEL RISCHIO NEI DISPOSITIVI MEDICI: DALLA CLASSIFICAZIONE ALLA COMMERCIALIZZAZIONE Ing. Enrico Perfler Eudax s.r.l. Milano, 23 Gennaio 2014 Indice 2 Il concetto di rischio nei dispositivi medici
DettagliDOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI
DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI (art. 4, comma 2 del D.Lgs 626/1994, secondo la procedura standardizzata del D.M. 05.12.1996) 1. L AZIENDA 1.1 ANAGRAFICA AZIENDALE Ragione sociale Sede legale Indirizzo
DettagliChe differenza c è tra una richiesta XML ed una domanda XML? (pag. 4)
FAQ INVIO DOMANDE CIGO CON FLUSSO XML Cosa serve per inviare una domanda CIGO con il flusso XML? (pag. 2) Come si prepara una domanda in formato XML? (pag. 3) Che differenza c è tra una richiesta XML ed
DettagliMANUALE DELLA QUALITA Revisione: Sezione 4 SISTEMA DI GESTIONE PER LA QUALITA
Pagina: 1 di 5 SISTEMA DI GESTIONE PER LA QUALITA 4.0 SCOPO DELLA SEZIONE Illustrare la struttura del Sistema di Gestione Qualità SGQ dell Istituto. Per gli aspetti di dettaglio, la Procedura di riferimento
DettagliOGGETTO: Modalità di svolgimento in piazza Pomposa di un mercato dei produttori agricoli biologici. IL SINDACO
Comune di Modena Politiche Economiche, Società Partecipate e Sportello Unico L Assessore 22 settembre 2005 Prot. Gen. 2005/125195 IE 11299 OGGETTO: Modalità di svolgimento in piazza Pomposa di un mercato
DettagliREALIZZAZIONE DI UN SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA SUL LAVORO: CASTELLO DI CARTE O CASSETTA DEGLI ATTREZZI PER UNA GESTIONE EFFICACE?
13 Salone della qualità e sicurezza sul lavoro REALIZZAZIONE DI UN SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA SUL LAVORO: CASTELLO DI CARTE O CASSETTA DEGLI ATTREZZI PER UNA GESTIONE EFFICACE? Dott. Ing. Massimo
DettagliPROCEDURA. Gestione del processo di radioprotezione per personale esterno all AOU Careggi esposto a radiazioni ionizzanti SOMMARIO 1. SCOPO...
SOMMARIO 1. SCOPO... 2 2. CAMPO DI APPLICAZIONE... 2 3. RIFERIMENTI... 2 4. DEFINIZIONI ED ABBREVIAZIONI... 3 5. RESPONSABILITÀ... 3 6. MODALITÀ OPERATIVE... 4 6.1. VALUTAZIONE DELLA RICHIESTA... 4 6.2.
DettagliAzienda Sanitaria Firenze
Azienda Sanitaria Firenze I Sistemi di Gestione della Salute e Sicurezza nei Luoghi di Lavoro in relazione al D.Lgs. 231/01 DALLA VERIFICA DELL APPLICAZIONE FORMALE ALLA VALUTAZIONE DELL EFFICACIA DEL
Dettagli