CAPITOLO 2 L ACCORDO DI PROGRAMMA PER L USO CONDIVISO DELLA RISORSA IDRICA

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3 21 L ACCORDO DI PROGRAMMA PER L USO CONDIVISO DELLA RISORSA IDRICA Obiettivi e finalità Il 5 agosto 1999 la Regione Basilicata, la Regione Puglia, il Ministero dei Lavori Pubblici (ora Infrastrutture), hanno sottoscritto un Accordo di Programma (AdP) finalizzato alla regolamentazione dei processi di pianificazione e gestione delle risorse idriche condivise tra le regioni Basilicata e Puglia. Tale Accordo rappresenta in Italia la prima e ad oggi unica forma di federalismo solidale per l uso della risorsa idrica. Stipulato ai sensi della ex legge n. 36 del 1994 (Legge Galli) avente ad oggetto Disposizioni in materia di risorse idriche, prevede che, ai fini della pianificazione dell utilizzo delle risorse idriche, laddove il fabbisogno comporti o possa comportare il trasferimento di acqua tra regioni diverse e ciò travalichi i comprensori di riferimento dei bacini idrografici, le regioni interessate possano promuovere specifici Accordi di Programma. Finalità generale dell Accordo è, quindi, il superamento, mediante la concertazione tra le Regioni interessate, delle problematiche e dei conflitti legati alle differenti disponibilità e fabbisogni idrici dei territori oggetto dello stesso, riconoscendo l importanza dell acqua quale elemento indispensabile alla vita e allo sviluppo economico che dev essere utilizzato in modo solidale e consapevole. A questo scopo le Regioni sono impegnate a perseguire una serie di obiettivi che, principalmente, sono riconducibili essenzialmente: - a determinare il bilancio idrico condiviso tra le Regioni Puglia e Basilicata, compatibilmente con l esigenza di assicurare le erogazioni idriche necessarie allo sviluppo sostenibile delle Regioni proiettato all anno L Accordo di Programma definisce il bilancio idrico condiviso come somma dei bilanci idrici della Regione Basilicata e della Regione Puglia. Il bilancio idrico su scala di bacino di competenza dell Autorità di Bacino della Basilicata è vigente dal 2005, è in corso di definizione quello relativo ai bacini pugliesi;

4 22 Parte I - a definire le opere interconnesse di comune interesse delle due Regioni destinate all approvvigionamento primario. Con l Accordo di Programma esse si impegnano: - ad individuare d intesa le priorità di intervento nel settore della distribuzione d acqua ad uso plurimo, il quadro delle infrastrutture idrauliche da realizzare o da completare; a concorrere al pieno funzionamento delle opere esistenti; - a mettere in atto di strumenti di coordinamento permanenti, volti a sviluppare le azioni di programmazione, pianificazione e monitoraggio; - ad individuare linee concordate tra i soggetti sottoscrittori dell Accordo di Programma per l evoluzione della configurazione dei soggetti che si occupavano dell approvvigionamento idrico al momento della sottoscrizione dell Accordo, prevedendo la creazione di tre nuove società per azioni: due per la gestione del servizio idrico in ciascuna regione (allo stato attuale Acquedotto Pugliese SpA è il gestore del Servizio Idrico Integrato per la Regione Puglia e Acquedotto Lucano SPA è il gestore del S.I.I. per la regione Basilicata) ed uno per la gestione del sistema idrico primario comune (la Regione Basilicata ha costituito nel 2002 una società per azioni denominata Acqua s.p.a., cui non sono ancora state trasferite le competenze sulla gestione degli invasi regionali ancora oggi gestiti dall Ente per lo Sviluppo dell Irrigazione e la Trasformazione Fondiaria in Puglia, Lucania e Irpinia e da alcuni consorzi di bonifica operanti sul territorio); - a definire criteri ed indirizzi omogenei circa i fabbisogni irrigui, industriali ed idropotabili su cui attestare una valutazione il più possibile oggettiva delle necessità regionali; - a determinare i costi di produzione dell acqua all ingrosso mediante l individuazione di procedure e metodi condivisi per stabilire la tariffa di riferimento del servizio di approvvigionamento primario ad uso plurimo, che consenta, altresì, interventi di riequilibrio territoriale a favore dei territori e delle comunità che sostengono il peso dell approvvigionamento idrico per effetto della sottrazione di consistenti porzioni di territorio utilizzate per lo stoccaggio ed il vettoriamento delle acque; - ad avviare azioni di recupero, riuso e risparmio idrico nei diversi usi della risorsa; - a tutelare e salvaguardare gli acquiferi delle fasce joniche lucane e salentine rispetto ai fenomeni di arretramento costiero e di salinizzazione delle falde; - ad individuare le misure e gli interventi necessari a consentire la piena utilizzazione degli impianti di accumulo ed adduzione esistenti oltre che a completare gli schemi idrici di riferimento; - a verificare la fattibilità di nuovi apporti di risorse idriche e conseguenti trasferimenti;

5 L Accordo di Programma per l uso condiviso della risorsa idrica 23 - a definire le procedure a priorità condivise dalle Regioni per far fronte ai periodi di crisi idrica sia ricorrenti sia eccezionali; - a predisporre, da parte delle Regioni, piani e ad individuare le misure per il risparmio idrico, quali: interventi di sistemazioni delle reti idriche e degli impianti, ad opera di ciascuna regione per la parte di competenza; interventi per la riduzione delle perdite e loro verifica; iniziative per la razionalizzazione ed ammodernamento dei sistemi irrigui; adozione di piani di irrigazione compatibili con la capacità d uso dei suoli, con l effettiva priorità di utilizzazione delle risorse idriche disponibili localmente, con le esigenze del mercato agricolo; verifica delle utilizzazioni industriali in atto e programmate e introduzione di sistemi di riciclo e riuso; installazione di contatori per la quantificazione degli usi di ogni singola utenza Contenuti innovativi dell AdP L AdP ha trovato fondamento nel quadro normativo nazionale vigente in materia di risorse idriche all epoca della sottoscrizione (R.D. 1775/1933, L. 183/89, L. 36/94, D.Lgs. 152/99), nonché nel sistema di ripartizioni di competenze in materia di risorse idriche introdotto dal Decreto legislativo 112/98, che delegava alle Regioni ed agli enti locali le funzioni amministrative inerenti la gestione dei beni del demanio idrico (artt. 86 e 89). L AdP risulta particolarmente innovativo in quanto anticipa e sperimenta alcuni elementi cardine della Direttiva Comunitaria 2000/60, approvata successivamente alla data di sottoscrizione dell Accordo, che ha istituito un quadro di riferimento per l azione comunitaria in materia di acque, fissando i principi generali per l organizzazione e la gestione delle risorse idriche negli Stati Membri. L Accordo infatti: - si fonda sul principio, affermato a livello nazionale e comunitario, che la politica ambientale in materia di acque deve incentrarsi sulle acque nella forma in cui esse naturalmente attraversano i bacini idrografici per sfociare al mare, tenendo conto delle naturali interazioni delle acque superficiali e sotterranee. Ne discende che tutte le misure adottate per realizzare gli obiettivi ambientali, di protezione ed impiego sostenibile della risorsa idrica, siano coordinate tra loro e che le loro ripercussioni siano gestite e controllate all interno di ciascun bacino idrografico; - applica il concetto di valutazione economica dell acqua ai fini del recupero dei costi del servizio, del recupero di risorse finanziarie per far fronte alle problematiche ambientali connesse alla realizzazione di sistemi di infrastrutture idriche; - fonda le attività di pianificazione e gestione delle risorse idriche condivise sulla conoscenza, anch essa condivisa, del sistema fisico, sulla ricerca e sperimentazione di metodi condivisi per la valutazione del

6 24 Parte I bilancio idrico, dei fabbisogni per i diversi usi, per la definizione della tariffa dell acqua all ingrosso mediante il coinvolgimento delle università regionali operanti sul territorio. In tal modo si è dato inizio ad un sistema di confronto, di scambio e di integrazione delle conoscenze tra regioni dell Italia meridionale e si è venuta a creare una sinergia di azione tra i soggetti responsabili del governo del territorio e delle sue risorse e i centri di ricerca e le università presenti sul territorio. La positività di tale aspetto è duplice: da una parte le università e i centri di ricerca locali hanno la possibilità di rendere applicativi i risultati delle loro ricerche sul territorio, creando nel contempo figure professionali specializzate nei problemi inerenti la gestione delle risorse idriche; dall altro le strutture di governo del territorio possono rendere i sistemi di pianificazione e gestione territoriali compatibili con le realtà fisiche ed ambientali. Elemento di forza dell Accordo di Programma è inoltre l individuazione dell Autorità di Governo, organo responsabile dell attuazione della concertazione tra le Regioni e lo Stato allo scopo di pervenire ad una scelta condivisa dei sistemi di pianificazione e gestione della risorsa idrica, assicurando in tal modo l individuazione di sistemi d uso delle risorse idriche compatibili e condivisi con le caratteristiche dell ambiente ed in linea con le necessità di sviluppo socio-economico dei territori interessati. L azione di concertazione tra le Regioni che avviene in seno all Autorità di Governo ha avuto risvolti positivi soprattutto rispetto alla pianificazione degli interventi riguardanti il sistema di infrastrutture idrauliche, in particolare nel corso di periodi di crisi idrica (gestione dell emergenza idrica in Basilicata e Puglia nel periodo ). Altro elemento di forza dell AdP è la riorganizzazione degli Enti competenti in materia di pianificazione e gestione delle risorse idriche (Autorità di Bacino e Gestori) coerentemente con i principi della Direttiva 2000/60, giungendo ad una semplificazione di tali sistemi e rendendo maggiormente efficiente ed efficace la loro attività sul territorio. In ottemperanza agli impegni presi nell Accordo le due Regioni hanno istituito rispettivamente l Autorità di Bacino della Basilicata (Legge Regionale n. 2/2001) e l Autorità di Bacino della Puglia (Legge Regionale n. 19/2002), anticipando il sistema di individuazione dei distretti idrografici introdotti dalla Direttiva CE 2000/60, attribuendo ad ognuna delle nuove Autorità ambiti territoriali derivanti dall accorpamento di più bacini idrografici, omogenei per caratteristiche fisiche, ambientali e socioeconomiche, compatibilmente con l assetto del sistema delle infrastrutture idrauliche. La riorganizzazione dei Soggetti gestori del sistema di approvvigionamento idrico conseguente all AdP ha portato, inoltre, alla creazione di due distinte società per la gestione del Servizio Idrico Integrato (AATO) che operano nei rispettivi ambiti territoriali di competenza (coincidenti con i confini regionali), consentendo in tal modo il superamento della frammentazione gestionale preesistente.

7 L Accordo di Programma per l uso condiviso della risorsa idrica Il sistema idrico oggetto dell Accordo La necessità di far fronte alla domanda ed ai fabbisogni idrici non solo della Regione Basilicata ma anche della Regione Puglia e l esigenza di assicurare la disponibilità d acqua nei periodi siccitosi, ha portato allo sviluppo, nell ambito del territorio della regione Basilicata, di sistemi idrici complessi sia per le caratteristiche tecniche delle strutture e delle opere che li caratterizzano, sia perché essi comportano ingenti trasferimenti di risorse tra regioni contermini e realtà fisiche differenti. A tal fine sono state realizzate importanti opere di sbarramento di corsi d acqua ed invasi artificiali destinati all accumulo di risorse idriche da destinare al soddisfacimento dei fabbisogni idrici delle differenti categorie di utenze delle Regioni Basilicata e Puglia. Tale sistema di infrastrutture idrauliche, oggetto dell AdP, è costituito dai seguenti schemi idrici: Schema Jonico-Sinni e Schema Basento-Bradano, con fonti di approvvigionamento localizzate all interno del territorio della Regione Basilicata e ricadenti nel territorio di competenza dell Autorità di Bacino della Basilicata; Schema Ofanto, con fonti di approvvigionamento localizzate sia in territorio lucano che pugliese. Ad oggi le attività Comitato di Coordinamento dell AdP hanno interessato prevalentemente lo schema Jonico-Sinni, alimentato in primis dagli invasi di Monte Cotugno e dal Pertusillo. Tali invasi producono i maggiori quantitativi di risorsa idrica per l uso delle due Regioni. I grafici 1, 2 e 3 contenuti nell allegato sono relativi alle erogazioni complessive effettuate nell anno 2006 dagli invasi di Monte Cotugno e Pertusillo. Gli stessi grafici riportano anche le erogazioni distinte per regioni. Si fà notare che l anno 2006 preso a riferimento rappresenta l andamento medio annuo delle situazioni a regime che non contemplano situazioni di crisi idrica. In aggiunta agli schemi idrici del Sinni e dell Agri, la programmazione per l uso della risorsa idrica ha interessato anche il Bacino del Bradano sul quale insistono le dighe di San Giuliano e del Basentello, utilizzate per l irrigazione di vasti comprensori agricoli lucani e pugliesi (tav. 1, 2 e 3) Struttura di coordinamento e gestione L Accordo di Programma, all art. 5, individua nell Autorità di Governo il soggetto preposto al coordinamento ed alla gestione dell accordo stesso. Si tratta di un organo costituito dai Presidenti delle Regioni Basilicata e Puglia, che lo presiedono con turni di cadenza annuale, da un rappresentante dell attuale Ministero delle Infrastrutture e dai Segretari Generali delle Autorità di Bacino rispettivamente di Basilicata e Puglia, che vi partecipano senza diritto di voto. Le Autorità di Bacino svolgono anche funzioni di strutture tecniche di supporto.

8 26 Parte I L Autorità di Governo svolge una funzione di importanza rilevante: promuove e coordina tutte le politiche di intervento finalizzate alla ottimizzazione del sistema di condivisione delle risorse idriche tra la Basilicata e la Puglia, assicurando la partecipazione della collettività al governo della risorsa. Attraverso strumenti permanenti di pianificazione, programmazione e monitoraggio e sulla base dei fabbisogni documentati compatibili con le disponibilità effettive essa adotta, coordina, gestisce e controlla tutte le misure utili a realizzare sia gli obiettivi di protezione ed impiego sostenibile della risorsa idrica sia quelli di carattere ambientale. In particolare l Autorità di Governo: - adotta il bilancio idrico delle risorse condivise; - si esprime sulle quantità di risorsa idrica da utilizzare e gli usi a cui destinarle, sulla loro allocazione territoriale, sugli obiettivi gestionali e infrastrutturali da conseguire, sulla determinazione e le modalità di riscossione della tariffa all ingrosso, sulle azioni di riequilibrio tra bacini produttori e aree riceventi, sui riversamenti tariffari per gli interventi di difesa del suolo e di tutela delle risorse idriche. L Autorità di Governo si configura, quindi, come organo a composizione mista in cui, pur esplicandosi le azioni concorrenti dello Stato e delle Regioni nella gestione delle risorse idriche, le stesse vengono mediate e coordinate. Sotto questo aspetto, come ricordato in precedenza, l AdP anticipa uno dei principi cardine della Direttiva CE 2000/60: la necessità di coordinamento tra i differenti livelli di governo del territorio. Nelle more della costituzione dell Autorità di Governo, l AdP ha previsto l istituzione di un Comitato di Coordinamento (di seguito Comitato), avente la medesima composizione. Il Comitato ha recentemente avviato le procedure, previste dallo stesso AdP, per l effettiva costituzione e funzionamento dell Autorità di Governo. Il Comitato, presieduto dalla Regione Basilicata, insediatosi subito dopo la sottoscrizione dell Accordo di Programma (5 agosto 1999) diventa immediatamente operativo, assumendo un ruolo strategico nel coordinamento della gestione delle risorse idriche condivise e nell attuazione di misure e interventi per un uso razionale e condiviso della risorsa, a partire dalla fine dell anno 2001, con la dichiarazione dello stato di emergenza idrica in Puglia e Basilicata. Nello svolgimento della sua attività, in seguito alla costituzione dell Autorità di Bacino della Basilicata e della Puglia, avvenuta rispettivamente nell anno 2001 e 2002, il Comitato si è avvalso del supporto delle strutture tecniche delle due Autorità (i cui Segretari Generali compongono la Segreteria Tecnica del Comitato), nonché della Struttura Operativa della SOGESID S.p.A. con sede a Matera, incaricata delle attività di supporto per l attuazione dell AdP.

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