VI rapporto dell Osservatorio nazionale sull internazionalizzazione delle scuole e la mobilità studentesca

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1 VI rapporto dell Osservatorio nazionale sull internazionalizzazione delle scuole e la mobilità studentesca 014

2 L Osservatorio Nazionale sull internazionalizzazione delle scuole e la mobilità studentesca è stato creato nel 009 dalla Fondazione Intercultura Onlus per il dialogo tra le culture e gli scambi giovanili internazionali. Si propone di documentare quanto avviene in Italia in questo settore e di stimolare l apertura delle scuole all Europa e al resto del mondo. Collaborano a questo progetto la Direzione Generale per gli Affari Internazionali del Ministero dell Istruzione, Università e Ricerca, l Associazione Nazionale Dirigenti e Alte Professionalità della Scuola. Dal 010 Fondazione Telecom Italia, in linea con la propria missione volta a promuovere il diritto allo studio, alla conoscenza e alla cultura come fattore fondamentale di abilitazione e inclusione sociale, è diventata partner di Fondazione Intercultura Onlus per l Osservatorio. La rilevazione dei dati è affidata a IPSOS e viene ripetuta con frequenza annuale. Nel 009 sono stati intervistati 40 Presidi di diversi istituti secondari superiori presenti sul territorio italiano. Nel 010 è stata realizzata un indagine localizzata in 5 regioni (Lombardia, Toscana, Marche, Molise, Puglia), con interviste ai Presidi di quasi 500 scuole. Nel 011 è stata ripetuta l indagine nazionale sui presidi (40 intervistati), in modo da verificare eventuali cambiamenti a distanza di due anni. Nel 01, per offrire una panoramica completa, l indagine è stata estesa ad altri due segmenti fondamentali: 800 studenti e oltre 400 genitori sono stati intervistati via web per canalizzare la loro percezione sul livello di internazionalità delle loro scuole e per indagare il vissuto e le relazioni dei giovani nei confronti di tutto ciò che è estero. Nel 0 l indagine si è aperta a un confronto internazionale, con interviste a.75 studenti di Francia, Germania, Polonia, Spagna, Svezia. Nel 014 la ricerca indaga i fattori che favoriscono una carriera universitaria e lavorativa di impronta internazionale e che cosa chiedono le università agli studenti e alle scuole italiane per raccogliere la sfida all internazionalità. È basata su 500 interviste a insegnanti delle superiori e docenti universitari. Il rapporto annuale viene presentato mercoledì 1 ottobre presso l Auditorium Gio Ponti di Assolombarda in via Pantano 9, Milano. La manifestazione sarà trasmessa in streaming su repubblica.it

3 VI rapporto sull internazionalizzazione delle Scuole e la Mobilità Studentesca GENERAZIONE INOCCUPATI? NO GRAZIE Insegnanti e Docenti universitari a confronto sul livello di preparazione degli studenti per il mondo del lavoro Maturi? Forse. Così sentenzia l esame di Stato, ma per i docenti universitari i nostri neodiplomati sono in realtà impreparati. La loro preparazione prende un misero 5,5 in pagella, soprattutto perché sono fortemente in difficoltà nel parlare una lingua straniera e nel problem solving. Gli studenti brillanti? Sono uno su quattro tra i neodiplomati, un numero che potrebbe migliorare se solo le scuole investissero nelle competenze trasversali, creando un ambiente didattico che promuova una maggiore voglia di apprendimento/curiosità, l impegno e il sacrificio, lo spirito di adattamento e la flessibilità, un maggiore senso di responsabilità. I benefici di un periodo di studio e di vita all estero? Viene considerata un esperienza formativa che rende gli studenti più autonomi e maturi, utile in qualsiasi momento del percorso di studi, ma ancora molta strada va fatta per il riconoscimento effettivo sia a scuola che all università. Questi i maggiori risultati della ricerca 014 dell Osservatorio nazionale sull internazionalizzazione delle scuole e la mobilità studentesca ( promosso da Fondazione Intercultura e Fondazione Telecom Italia per recepire l opinione di docenti universitari e professori delle scuole superiori sul grado di preparazione degli studenti ad affrontare la carriera universitaria e lavorativa. Roberto Ruffino, Segretario Generale della Fondazione Intercultura onlus: La ricerca mostra che la scuola, e ancor più l università, stanno cominciando a guardare con più attenzione a competenze non strettamente curricolari. Un soggiorno prolungato all estero non produce soltanto competenze interculturali o apertura verso le problematiche del mondo. Produce anche una crescita complessiva della persona in quelle aree definite come i saperi essenziali per entrare nella vita attiva del XXI secolo che si possono così riassumere: imparare a imparare, a progettare, a comunicare, a collaborare e partecipare, ad agire in modo autonomo e responsabile, a risolvere problemi, ad individuare collegamenti e relazioni, ad acquisire ed interpretare l informazione. La maggior parte delle scuole in Europa intende l educazione interculturale come una nuova materia di studio da aggiungere al curriculum. Ma l educazione interculturale non è un accessorio, un nuovo campo di studio da aggiungere a ciò che già sappiamo, una nuova area di apprendimento. È un nuovo modo di essere, che implica ciò che i Greci chiamavano metanoia e cioè una conversione della mente, un nuovo modo di guardare al mondo. Come realizzare questa conversione della mente? Non si impara a nuotare leggendo un manuale. Allo stesso modo non si può capire a fondo la propria cultura se non la si è mai vista dall esterno e non se ne è provata la relatività. L essenza dell esperienza interculturale sta nel togliere una persona dall ambiente familiare e metterla in un ambiente culturalmente diverso: questo la pone in una situazione minoritaria o marginale (rispetto alla cultura del Paese ospitante), in una situazione in cui sono in gioco sia le emozioni sia l intelligenza, mentre cerca di comportarsi in maniera accettabile per l ambiente nuovo. Le differenze mettono in discussione qualsiasi modo tradizionale di pensare e di agire. Scambi studenteschi ed educazione interculturale sono dunque due facce di un unico progetto educativo che possono arricchire le competenze dei nostri giovani ed avvicinarli a quelle richieste che provengono dalle università e dal mondo del lavoro. 3

4 Fondazione Intercultura ONLUS 1. NON GUARDARMI, NON TI SENTO. SCUOLA E UNIVERSITÀ: DUE MONDI SEPARATI E l università dà il 5,5 in pagella alla preparazione offerta dalla scuola superiore Qual è il rapporto tra scuola superiore e università e il livello di dialogo tra queste due realtà che dovrebbero preparare le nuove generazioni di studenti a trovare uno sbocco lavorativo? 74% è la percentuale di docenti universitari che dice di essere molto informata (14%) o abbastanza informata (60%) sul funzionamento e sulle attività della scuola superiore in Italia. Grado di informazione sulla scuola da parte dei docenti universitari Quanto si ritiene informato sul funzionamento e sulle attività della scuola superiore in Italia? Molto informato Abbastanza informato Universita Materie Tecniche Materie Scientif. Materie Umanist. Nord Centro-Sud Uomo Donna Fino a 44 anni anni o più anni Base: Totale campione docenti universitari 9 Come andremo a vedere tra breve, i docenti universitari sono però decisamente critici rispetto agli insegnanti, a partire dal giudizio dato alla preparazione complessiva degli studenti all uscita della scuola superiore, bocciata con un voto medio di 5,5. I prof, sentendosi direttamente chiamati in causa, si attribuiscono un voto pari a 6,4. 4

5 VI rapporto sull internazionalizzazione delle Scuole e la Mobilità Studentesca La preparazione complessiva degli studenti all uscita della scuola superiore/ingresso in università Pensi alla sua esperienza nella scuola/università dove insegna, facendo particolare riferimento agli studenti al termine del ciclo di istruzione superiore/in ingresso all università. Come li giudica rispetto alle seguenti caratteristiche? (voti 1-10) Voto medio 6,4 Voto medio 5,5 Preparazione complessiva Nord Centro* Sud e Isole * Nel campione universitario Centro, Sud e Isole sono mostrati congiuntamente data l esiguità delle basi Base: Totale campione 1 Questa sfasatura è ancora più marcata mettendo in relazione scuola superiore e mondo del lavoro, sempre in merito alla carenza di competenze da parte degli studenti. 1 Anche per questo l Osservatorio sull internazionalizzazione delle scuole e la mobilità studentesca ha deciso di dedicare la ricerca 014 a questi temi, per verificare quanto la nostra scuola secondaria - tuttora ancorata all impostazione della Riforma Gentile del 3 e quindi luogo della cultura disinteressata - sia in grado di fornire agli studenti quelle competenze trasversali che sono ricercate dalle università e ancor più dal mondo del lavoro e quanto le esperienze internazionali influiscano sul loro percorso formativo. Nonostante la nostra scuola rimanga ancora nelle retrovie secondo l ultimo test OCSE-Pisa del 01 (collocandosi al di sotto della media dei 65 paesi esaminati in matematica, lettura e scienze), le interviste realizzate da Ipsos per l Osservatorio confermano quanto i professori delle scuole superiori siano tenacemente ancorati a un idea della scuola dove il programma, ovvero i contenuti disciplinari, è ancora considerato più importante di qualunque altro aspetto. Secondo i docenti, la scuola italiana eccelle nel trasmettere innanzi tutto una buona preparazione di base/cultura generale (lo dice il 34%), soprattutto negli istituti professionali (4%). Emerge comunque, tra gli stessi prof, la consapevolezza che molta strada vada ancora fatta nel trasmettere competenze fondamentali come la capacità di ragionamento ed elaborazione critica (solo l 11% pensa che la scuola italiana lo faccia), l autonomia nello studio e non (10%), l insegnamento delle lingue straniere (9%), l utilizzo dei mezzi informatici (8%). 1 Come emerge dalla ricerca Studio ergo lavoro di McKinsley, sebbene studenti e imprese concordino sull inadeguatezza del livello di preparazione (solo il 43% dei giovani lo ritiene adeguato), gli istituti scolastici non rilevano tale problematica: circa il 70% delle scuole giudica infatti la preparazione fornita agli studenti buona e idonea al loro ingresso nel mondo del lavoro. Sempre secondo lo stesso rapporto, l Italia è un Paese dove sono i giovani under 30 che non studiano e non lavorano (i famosi Neet), dove la probabilità di essere disoccupato per un giovane sotto i 30 anni è 3,5 volte superiore a un italiano di età più adulta, dove su 10 posti di lavoro solo 1 viene occupato da un giovane. 5

6 Fondazione Intercultura ONLUS Secondo i suoi docenti la scuola italiana eccelle nel trasmettere Quali sono secondo Lei le competenze più importanti che la scuola superiore italiana trasmette agli studenti affinché possano essere dei futuri laureati/lavoratori in grado di competere sul mercato del lavoro internazionale? (Spontanea) Buona preparazione di base/cultura generale TOP 10 CITAZIONI () 34 LICEO IST. TECNICO IST. PROFESS.* Capacità di ragionamento ed elaborazione critica Autonomia (nello studio e non) Lingue straniere Utilizzo di strumenti informatici Capacità di adattamento e flessibilità Integrazione positiva in un gruppo/comunità Competenze tecniche/mirate (gen) Matematica e materie scientifiche Capacità di problem solving Base: Totale campione docenti della scuola * ATTENZIONE: Base esigua (59 casi) 0 6

7 VI rapporto sull internazionalizzazione delle Scuole e la Mobilità Studentesca. SCUOLA E UNIVERSITÀ ALLA RICERCA DELLE COMPETENZE TRASVERSALI I nostri studenti delle superiori sono smanettoni e amiconi, ma poco autonomi e responsabili. Lingue straniere, queste sconosciute La ricerca 014 dell Osservatorio evidenzia che la strada da percorrere per aprire le nostre scuole sia ancora molto lunga, a partire dall interiorizzazione di che cosa effettivamente siano le competenze trasversali e di come un esperienza internazionale possa aiutare a svilupparle. Se infatti l 81% dei prof delle superiori afferma di conoscerle (il 43% di questi solo a livello superficiale), solo il 57% dei docenti universitari si ritiene informato (e di questi solo il % le conosce bene). Conoscenza delle competenze trasversali L'Unione Europea ha definito le competenze trasversali (anche dette competenze chiave/di cittadinanza/di apprendimento permanente) che le scuole devono garantire ai propri studenti durante il percorso di studi. Lei quanto si ritiene informato? Sì, le conosco bene Sì, ma le conosco superficialmente Ne ho sentito parlare, ma non so bene di cosa si tratti No, non ne avevo mai sentito parlare 38 81% % La conoscenza è maggiore tra i professori di discipline umanistiche (71% conosce bene o abbastanza), al Sud (66%),e tra i più giovani (68% degli under 44) Base: Totale campione 7

8 Fondazione Intercultura ONLUS Ecco perché, dopo l abilità nell utilizzo degli strumenti informatici (che campeggia al primo posto con voti da 8 a 10 dati dal 4% dei prof e dal 6% dei docenti universitari) entrambe le categorie individuano chiaramente, tra le competenze più evidenti e soddisfacenti dello studente tipo, alcune caratteristiche prettamente comportamentali: la capacità di relazionarsi con altre culture (valutata con voti da 8 a 10 dal 31% e dal 1% degli intervistati, probabilmente grazie anche alla crescente presenza in classe di adolescenti di nazionalità diverse) e, con votazioni già più basse, la capacità di lavorare in gruppo (7% e 11%). La mancanza più grave risulta l incapacità di comunicare in lingua straniera (danno un voto da 1 a 5 il 39% dei prof e ben il 61% dei docenti universitari) ed è interessante notare come negli anni ci sia stata una significativa evoluzione delle competenze informatiche degli studenti, che invece non si è registrata nel campo delle lingue straniere, pur non mancando le opportunità. Altrettanto gravemente viene valutata la scarsa capacità di problem solving (insufficienza netta data rispettivamente dal 40% e dal 58%). Gli studenti sono giudicati inoltre carenti rispetto a senso di responsabilità, capacità di ragionamento e critica e autonomia. Le competenze dello «studente tipo» all uscita della scuola superiore/ingresso in università Pensi alla sua esperienza nella scuola/università dove insegna, facendo particolare riferimento agli studenti al termine del ciclo di istruzione superiore/in ingresso all università. Come li giudica rispetto alle seguenti caratteristiche? (voti 1-10) Abilità nell'utilizzo di strumenti informatici Capacità di relazionarsi/integrarsi con altre culture Capacità di lavorare in gruppo Rispetto per gli altri Autonomia raggiunta negli studi Senso di responsabilità Capacità di ragionamento e critica Capacità di comunicare in lingua straniera Capacità di problem solving Capacità di inserirsi nel contesto universitario n.d Base: Totale campione 14 8

9 VI rapporto sull internazionalizzazione delle Scuole e la Mobilità Studentesca Sia gli insegnanti delle superiori sia i docenti universitari risultano quindi concordi nell individuare un profilo dello studente tipo che ha competenze riconosciute ma anche significative carenze. In particolare risulta evidente come l area di sofferenza maggiore sia quella delle competenze di stampo analitico-cognitivo, la cui assenza è il risultato all impianto didattico della scuola a cui si è fatto cenno prima. Il profilo dello «studente tipo» mette d accordo i docenti Pensi ora alla sua esperienza nella scuola/università dove insegna, facendo particolare riferimento agli studenti al termine del ciclo di istruzione superiore/in ingresso all università. Come li giudica rispetto alle seguenti caratteristiche? (voti 1-10) % voti 8-10 COMPETENZE TRASVERSALMENTE RICONOSCIUTE 5 0 Capacità di relazionarsi/integrarsi con altre culture Abilità nell'utilizzo di strumenti informatici 15 Rispetto per gli altri % media assegnata dai DOCENTI UNIVERSITARI Capacità di lavorare in gruppo 10 Capacità di ragionamento e critica Senso di responsabilità Autonomia 5 Capacità di comunicare CARENZE Capacità di problem in lingua straniera TRASVERSALMENTE RICONOSCIUTE solving % media assegnata dai DOCENTI delle SCUOLE Base: Totale campione 15 9

10 Fondazione Intercultura ONLUS 3. LE NUOVE TECNOLOGIE AL SERVIZIO DEGLI STUDENTI Internet: uno strumento a sostegno dello studio Ma attenzione all effetto Wikipedia A proposito di nuove tecnologie applicate alla scuola, sicuramente internet e i computer sono artefici di una mini rivoluzione. Oggi la scuola, nonostante i numerosi problemi strutturali ed economici, è giudicata abbastanza tecnologica dai professori (voto medio, 6,5) e dai docenti universitari (voto medio: 7,4) anche se, per il 54% di questi ultimi, gli atenei italiani sono meno tecnologici rispetto a quelli di altri Paesi europei. La tecnologia a scuola e in università Complessivamente quanto ritiene tecnologica la sua scuola/università? (Voti 1-10) 6,5 6,4 6,9 6,0 6,7 6,9 6, Licei Ist. Tecnici Ist. Profess.* Nord Centro Sud 7,4 7,7 7,6 6,9 8,1 6,8 Dip. Tecnici Dip. Scientif. Dip. Umanist. Nord Centro-Sud Il 54% degli accademici dichiara che gli atenei italiani sono comunque meno tecnologici rispetto ai principali Paesi europei. Base: Totale campione 59 Internet nello specifico viene considerato dalla maggioranza dei docenti universitari uno strumento potenzialmente in grado di supportare gli studenti nello studio, soprattutto come fonte di informazione. D altra parte la metà dei docenti ritiene anche che gli studenti non ne facciano un uso corretto, non sfruttando le potenzialità insite nello strumento e accontentandosi di un risultato superficiale. L effetto più evidente della presenza della tecnologia nella vita degli studenti è proprio la maggiore predisposizione ad informarsi e ad aggiornarsi - probabilmente grazie alla maggiore facilità di accesso alle informazioni - (voto da 8 a 10 da parte del 30% dei prof e del 33% dei docenti universitari) e a ragionare in termini globali, stanti i limiti prima indicati relativi al corretto utilizzo dello strumento. Alcune perplessità emergono invece rispetto alla sua capacità di stimolare il confronto critico (40% di valutazioni negative da parte degli insegnanti e 47% da parte dei docenti universitari). Complessivamente Internet appare quindi come un potente strumento di informazione, che offre la possibilità di una condivisione globale, ma sta poi al singolo saperne sfruttare le potenzialità e coglierne i benefici. 10

11 VI rapporto sull internazionalizzazione delle Scuole e la Mobilità Studentesca Gli effetti della tecnologia sull approccio allo studio Come è cambiato l approccio allo studio grazie all introduzione di internet e dei nuovi strumenti digitali? (Spontanea) Supporto nel reperimento / scambio di informazioni 53 C è maggiore disponibilità di informazioni/materiale 8 E più facile reperire informazioni/materiale 3 E più veloce reperire informazioni/materiale E più facile comunicare/scambiarsi informazioni e materiale 6 64% Diminuzione della fatica / impegno 35 Si privilegia una conoscenza superficiale/manca l approfondimento 18 Non si sviluppano capacità mnemoniche/abitudine a concentrarsi 15 CI si abitua al copia-incolla, a dare risposte preconfezionate 9 Bassa qualità delle informazioni reperite 18 Gli studenti non sanno selezionare criticamente/valutare le informazioni Le informazioni reperite sono spesso scorrette/non attendibili 6 49% Solo il 3% dei professori ritiene che la tecnologia non abbia cambiato molto l approccio allo studio delle nuove generazioni Base: Totale campione docenti universitari 61 11

12 Fondazione Intercultura ONLUS Le potenzialità di internet sembrano invece correttamente sfruttate dai docenti: il 74% dei prof e il 94% degli accademici lo utilizza per la propria attività didattica, i primi soprattutto per raccogliere materiale didattico, i secondi principalmente come strumento di comunicazione. Internet a supporto dell attività didattica Lei abitualmente fa ricorso ad internet nella sua attività didattica? FA ABITUALMENTE RICORSO A INTERNET (NET) COME MATERIALE DIDATTICO (subnet) lavagna interattiva (L.I.M) 44 link a contenuti multimediali 3 41 esercitazioni online 3 3 ricerche 1 COME STRUMENTO DI COMUNICAZIONE (subnet) materiale spesso condiviso online/via lezioni/seminari in streaming n.d. 1 per ricevimenti/comunicazioni n.d. 74 Base: Totale campione 58 1

13 VI rapporto sull internazionalizzazione delle Scuole e la Mobilità Studentesca 4. LO STUDENTE DI SUCCESSO? CURIOSO, IMPEGNATO, AUTONOMO, POLIGLOTTA Quali sono le caratteristiche dello studente brillante, imprescindibili per affrontare un percorso di successo all università e nel lavoro? Dalla ricerca emerge chiaramente che deve esserci un giusto mix tra tratti caratteriali, competenze trasversali e una adeguata preparazione scolastica. Secondo i docenti universitari, tra i tratti caratteriali, prioritarie devono essere la voglia di approfondire e la curiosità (9%), accompagnate da un atteggiamento di impegno e sacrificio (6%); tra le competenze trasversali, non devono mancare capacità di ragionamento e di elaborazione critica (30%) e autonomia (3%); alla base di tutto, una buona preparazione scolastica (%) e la conoscenza delle lingue straniere (7%). Il profilo d immagine degli studenti brillanti Quali sono le caratteristiche di questi studenti «brillanti»? In che cosa eccellono? (Spontanea) TRATTI CARATTERIALI/ PERSONALITA (net) 65 Voglia di approfondire/curiosità Impegno/sacrificio Intelligenza Passione Spirito diniziativa/intraprendenza Desiderio di emergere Creatività Altro (autostima,lealtà,umiltà..) COMPETENZE TRASVERSALI (net) 6 Capacità di ragionamento ed elaborazione critica Autonomia (nello studio e non) Interazione positiva in un gruppo/comunità Capacità di relazione ed integrazione con culture diverse Capacità di problem solving Capacità di lavorare in gruppo Capacità di adattamento e flessibilità Senso di responsabilità CONTENUTI/ CONOSCENZE (net) 5 Buona preparazione di base/cultura generale Lingue straniere Italiano e materie umanistiche Matematica e materie scientifiche Utilizzo di strumenti informatici Competenze tecniche/mirate (gen) Conoscenza del mondo/altri paesi Possesso da parte di uno studente tipo: Alto Basso Base: Totale campione docenti universitari Abbiamo visto precedentemente che alcune di queste caratteristiche sono deficitarie nel profilo dello studente tipo ; nonostante ciò, non è da trascurare il fatto che siano i docenti universitari per primi a definire un quarto dei neodiplomati brillanti (il 5%), mentre lo stesso dato risulta più basso (solo uno su 5, il 0%) secondo i professori. Tale differenza è in parte spiegata dal fatto che all università accedono solo gli studenti più preparati o che comunque sono motivati nel proseguire gli studi.

14 Fondazione Intercultura ONLUS Gli studenti «brillanti» all uscita della scuola superiore/ingresso in università Faccia ora riferimento alle classi del IV-V anno/agli studenti in ingresso all università a cui insegna. Quanti ne definirebbe brillanti e ritiene che avranno successo nel futuro? % media di studenti brillanti Licei Ist. Tecnici Ist. Profess.* Nord Centro Sud Dip. Tecnici Dip. Scientif. Dip. Umanist. Nord Centro-Sud Base: Totale campione * ATTENZIONE: Base esigua (59 casi) 18 14

15 VI rapporto sull internazionalizzazione delle Scuole e la Mobilità Studentesca 5. LA RICETTA DEI DOCENTI UNIVERSITARI PER LA SCUOLA ITALIANA Valutazione complessiva della scuola sotto la sufficienza, anche a detta degli stessi professori (voto 5,6) Rispetto a una serie di caratteristiche e in particolare alla sua capacità di formare cittadini del mondo, la media dei voti dati alla scuola da docenti universitari e dagli stessi insegnanti non raggiunge la sufficienza: 5,6 è il voto medio che si danno gli insegnanti, ancora più basso quello degli accademici: 5,1. In particolare, secondo i docenti universitari, la scuola deve imparare a non guardarsi l ombelico e deve quindi migliorare nell apertura a collaborazioni estere (49%), nel predisporsi al cambiamento (58%), nonché nella capacità di formare studenti istruiti (35%) e nell insegnamento tout court (7%). Valutazioni sulla scuola italiana in generale Potrebbe indicare la sua opinione sulla scuola secondaria di II grado in Italia, rispetto alle seguenti caratteristiche? (voti 1-10) Giudizio medio: 5,6 Giudizio medio: 5,1 Qualità dell'insegnamento Capacità di formare studenti istruiti Accoglienza/valorizzazione di studenti stranieri n.d. Insegnamento delle lingue straniere n.d. Capacità di formare cittadini europei Sostegno a programmi di mobilità n.d. Partecipazione a programmi internazionali n.d. Apertura a collaborazioni estere Predisposizione al cambiamento Conoscenza delle lingue dei docenti NON di lingue n.d. vs. qualità media delle scuole europee Base: Totale campione 3 15

16 Fondazione Intercultura ONLUS Conoscenza dell inglese da parte dei docenti in Italia Lei direbbe che presso l'istituto/facoltà in cui insegna Tutti o quasi tutti i docenti sono in grado di comunicare in lingua inglese La buona parte dei docenti è in grado di comunicare in lingua inglese Una piccola parte dei docenti è in grado di comunicare in lingua inglese Nessuno o quasi nessuno dei docenti è in grado di comunicare in lingua inglese Licei Ist. Tecnici Ist. Profess.* Dip. Tecnici Dip. Scientifici Dip. Umanistici (NON linguistici)* * ATTENZIONE: Base esigua (<60 casi) Base: Totale campione 4 Autovalutazione sulla conoscenza dell inglese Come definirebbe la sua conoscenza della lingua inglese? Molto buona Buona Discreta Bassa Licei Ist. Tecnici Ist. Profess.* Dip. Tecnici Dip. Scientifici Dip. Umanistici (NON linguistici)* HANNO INSEGNATO ALL'ESTERO HANNO PARTECIPATO AD UN PROGETTO DI MOBILITA DURANTE LE SUPERIORI: 4% in USA...Francia...Germania UK...Spagna L 87% dei professori che hanno insegnato all estero (a prescindere dalla destinazione) sa l inglese bene/molto bene. Base: Totale campione * ATTENZIONE: Base esigua (<60 casi) 5 16

17 VI rapporto sull internazionalizzazione delle Scuole e la Mobilità Studentesca Su quali aree deve dunque intervenire la scuola superiore italiana per sfornare un numero maggiore di studenti brillanti? Una scuola che vuole essere al passo con i sistemi scolastici più avanzati e innovativi non può prescindere, in prima istanza, dal programmare uno scambio di buone pratiche. Intervistati in merito dall Osservatorio, i docenti universitari più avvezzi al confronto internazionale rispetto ai colleghi delle superiori consigliano di dare maggiore attenzione alle lingue straniere (5%) e di introdurre, nel solco dell impostazione anglosassone, una maggiore attività pratica, tramite ricerche sul campo, laboratori, tirocini (8%). Per il % è da incentivare la mobilità sia individuale che di gruppo mentre per il 7% bisogna rimettere al centro alcuni valori etici: la disciplina, il rigore, la meritocrazia. Questo cambiamento, sempre secondo gli accademici, dovrebbe essere realizzato valorizzando gli aspetti vincenti del nostro sistema scolastico, a partire dalla qualità dei programmi di studio umanistici (%) e dalla capacità di approfondimento culturale (10%). Italia vs. Europa: lo scambio di best practice C'è qualcosa che secondo lei la scuola secondaria di II grado in Italia dovrebbe importare dal modello delle scuole europee per diventare più internazionale? (Spontanea) Cosa esporterebbe invece della scuola superiore italiana all'estero? (Spontanea) Didattica 41 Contenuti 6 di cui maggiore attenzione alle lingue straniere 5 Metodi 18 Maggiore pratica: attività sul campo, laboratori, tirocini 8 Maggiore flessibilità: orari, materie, interdisciplinarietà 4 Maggiori attività extracurriculari: sport, musica.. 3 Maggiori attività di gruppo/attitudine al team working Attività di problem solving 1 Mobilità (scambi culturali, studio all estero ) Valori (disciplina, rigore, meritocrazia ) 7 7% 65% Didattica 46 Contenuti 43 Programmi di studio umanistici/classici Approfondimento culturale 10 Preparazione di base 8 Programmi di studio/materie insegnate (gen) 9 Metodi (di insegnamento/apprendimento) 5 Valori (accoglienza, supporto, creatività ) 11 3% Dip. tecnici 15% Dip. umanistici Base: docenti universitari informati sulla scuola 6 17

18 Fondazione Intercultura ONLUS LA FORMAZIONE INTERNAZIONALE DEI DOCENTI: UN DOVERE PIÙ CHE UN OBIETTIVO Le indicazioni dei docenti universitari riflettono le indicazioni della Commissione Europea per promuovere le competenze chiave: apprendimento permanente e mobilità. Si pensi, ad esempio, al Programma d azione comunitaria nel campo dell apprendimento permanente (Lifelong Learning Programme), il cui obiettivo principale è quello di contribuire, attraverso l apprendimento permanente, allo sviluppo della Comunità Europea quale società avanzata basata sulla conoscenza, da realizzare attraverso la promozione degli scambi, della cooperazione e della mobilità tra i sistemi d istruzione e formazione. È chiaro che il cambiamento della scuola nel senso di un adeguamento alle strategie europee passa anche attraverso la formazione degli stessi docenti e la loro internazionalizzazione 1. Un auspicio di difficile attuazione nel nostro sistema scolastico, come dimostra anche quest ultima rilevazione dell Osservatorio, secondo cui solo il 17% dei prof delle superiori, secondo gli stessi intervistati, è in grado di comunicare in inglese (la percentuale aumenta molto se passiamo in ambito universitario dove, secondo i docenti intervistati, il 74% possiede un buon livello di inglese). 1 Ibidem Nella rilevazione 01 dell Osservatorio, il campione di studenti intervistato dava un voto pari 5,4 al livello di conoscenza delle lingue straniere ai docenti non di lingua e nella rilevazione del 011 tale conoscenza era ritenuta carente dal 74% degli stessi docenti intervistati. 18

19 VI rapporto sull internazionalizzazione delle Scuole e la Mobilità Studentesca 6. L UNIVERSITÀ BOCCIA IL GRADO DI INTERNAZIONALIZZAZIONE DELLA SCUOLA: VOTO 3,6 Il peccato originale è non saper riconoscere le competenze specifiche dell esperienza all estero. Interrogati sul livello di internazionalità degli studenti in ingresso all università - quindi sul loro coinvolgimento in un processo di internazionalizzazione durante il ciclo di studi superiori i professori universitari non hanno dubbi: il 6% dà un voto da 1 a 5 e il 68% afferma che la scuola italiana è meno internazionalizzante dell università. Il livello di internazionalità della scuola secondo i docenti universitari Quanto ritiene che gli studenti in ingresso all'università oggi siano stati coinvolti in un processo di internazionalizzazione durante le scuole secondarie di II grado? (Voti 1-10) VOTO MEDIO: 3,6 VOTO MEDIO secondo i docenti della scuola: 6,1 Internazionalità della scuola superiore vs. università Più dell'università 10 Più o meno allo stesso modo 16 Un po' meno dell'università Molto meno dell'università 6 4 Meno internazionalizzante dell università: 68% Non so 6 Base: Totale campione docenti universitari 30 Di diverso avviso i professori, che danno una sufficienza risicata (6,1) al livello di internazionalizzazione della scuola e un buon 7,1 al proprio lavoro in questo campo.

20 Fondazione Intercultura ONLUS Il livello di internazionalità della scuola secondo i docenti delle superiori Complessivamente, come giudica il livello di internazionalità della sua scuola, inteso come l'impegno che mette nell'aprire i suoi studenti all'internazionalizzazione? (Voti 1-10) MEDIA ,1 Licei ,1 Ist. Tecnici ,0 Ist. Profess.* ,1 Nord ,1 Centro ,3 Sud ,0 VOTO MEDIO attribuito a loro stessi: 7,1 Base: Totale campione docenti della scuola * ATTENZIONE: Base esigua (59 casi) 9 Autopercezione di internazionalità dei docenti della scuola Complessivamente, come giudica il suo livello di internazionalità, inteso come l'impegno che mette nell'aprire i suoi studenti all'internazionalizzazione? (Voti 1-10) MEDIA ,1 Licei , Ist. Tecnici , Ist. Profess.* ,7 Nord , Centro , Sud ,0 Base: Totale campione docenti della scuola * ATTENZIONE: Base esigua (59 casi) 8 Interrogati su quali siano gli ingredienti per una scuola aperta all internazionalizzazione, i professori delle superiori individuano due macroaree d azione: incentivare l apprendimento delle lingue (83%) e la mobilità studentesca (73%). 0

21 VI rapporto sull internazionalizzazione delle Scuole e la Mobilità Studentesca Gli ingredienti per una scuola aperta all internazionalizzazione Secondo Lei, una scuola che voglia definirsi 'aperta all'internazionalizzazione' (max 3 risposte) INCENTIVA L'APPRENDIMENTO DELLE LINGUE 83 Ospita studenti stranieri, stimolandone l'integrazione 37 Ha insegnanti madrelingua per i corsi di lingue 31 Ha docenti NON di lingue che sappiano bene una lingua Attiva molteplici corsi di lingua (anche extra-europee) Ha a disposizione libri/film/giornali in lingua originale Offre corsi di lingue (anche obbligatori) per i docenti 8 INCENTIVA LA MOBILITA' 73 Aderisce a progetti di mobilità per gli studenti 49 Organizza viaggi d'istruzione e vacanze studio all'estero 6 Aderisce a progetti di mobilità per i docenti 0 ATTIVA 'CONNESSIONI' INTERNAZIONALI 60 Collabora abitualmente/ha progetti con scuole estere 46 Sfrutta internet/tecnologie per aggiornarsi e 'connettersi' 1 Sicuramente, durante un Base: soggiorno Totale campione di docenti studio della scuola all estero di lunga durata, si può acquisire 31 un buon livello di comunicazione in una lingua straniera, ma anche sviluppare altre competenze trasversali. Il 63% dei professori delle scuole superiori intervistati afferma di essere completamente favorevole a queste esperienze e quindi le consiglierebbe ai propri studenti, mentre il 35% si limiterebbe a specificarne vantaggi e svantaggi. Atteggiamento personale dei docenti della scuola verso la mobilità studentesca Lei che cosa ha consigliato/consiglierebbe ad uno studente che vuole intraprendere questa esperienza all'estero? Sono completamente favorevole, consiglierei di andare Specificherei vantaggi e svantaggi della scelta Sono completamente contrario, consiglierei di non andare Non me la sentirei di dare un consiglio così importante Materie Umanist Materie Scientif Materie Tecniche Lingue Straniere* 78 Base: Totale campione docenti della scuola * ATTENZIONE: Base esigua (37 casi) 37 1

22 Fondazione Intercultura ONLUS Ciò che ancora manca è una valutazione chiara e complessiva dell esperienza di mobilità. L elaborazione delle competenze in Italia si distanzia da quella europea. Quest ultima nasce da esigenze economiche ed è finalizzata all accrescimento dell occupabilità personale e della produttività collettiva. In Italia invece si sviluppa in prevalenza in ambito scolastico ed è più attenta ai processi di apprendimento e alle finalità educative 1. In particolare la mancanza di chiarezza si riscontra sul riconoscimento della mobilità individuale, spesso lasciato alla discrezione dei singoli docenti. Anche nelle risposte date dai professori universitari emerge una situazione ambivalente, non istituzionalizzata. Secondo il 33% i programmi di mobilità individuale sono riconosciuti dall università tramite il riconoscimento di crediti in generale (14%) o specificatamente per l esame di lingua (10%) o al momento dell ammissione (9%). Per il 36% non c è alcun riconoscimento e quasi uno su tre (31%) non sa che cosa rispondere. Alla domanda su come riterrebbero opportuno riconoscere queste esperienze, il dato più preoccupante è che per uno su tre (33%) non dovrebbero essere riconosciute affatto. C è invece chi ritiene che il riconoscimento vada applicato all esame di lingua (7%), più in generale riconoscendo dei crediti (1%) o al momento dell ammissione (16%). Riconoscimento dei programmi di mobilità individuale all università Non sa 31% Allo stato attuale RICONOSCIUTI 33% Soprattutto Dip. Umanistici (39%) Riconoscimento all'ammissione 9% Riconoscimento con CREDITI 14% Riterrebbero opportuno NESSUN RICONOSCIMENTO 33% RICONOSCERE 67% Riconoscimento all'ammissione 16% Soprattutto Dip. Scientifici (78%) Riconoscimento con CREDITI 1% Riconoscimento per l'esame DI LINGUA 10% NESSUN RICONOSCIMENTO 36% 46% Dip. scientifici Altro riconoscimento 3% Riconoscimento per l'esame DI LINGUA 7% Base: Totale campione docenti universitari 38 Comunque la maggior parte dei docenti ritiene che l esperienza di studio all estero sia fruttuosa in qualsiasi momento del percorso formativo. In particolare, chi ritiene utile che venga svolta durante le scuole superiori, sostiene che i programmi di mobilità contribuiscano a sviluppare lo spirito internazionale (68%), siano parte fondamentale del percorso di crescita e formazione nel rendere i ragazzi autonomi e maturi (40%) e migliorino le capacità relazionali e il rispetto delle diversità (9%). 1 Per approfondimenti, si veda Carla Roverselli e Anselmo R.Paolone Competenze Trasversali, Biblioteca della Fondazione Intercultura luglio 0

23 VI rapporto sull internazionalizzazione delle Scuole e la Mobilità Studentesca Periodo migliore per fare l esperienza all estero Secondo Lei qual è il periodo migliore per fare l esperienza all estero? In qualsiasi momento 38 Sud 43% 47 Durante le scuole superiori 9 Centro 36% 7 Dip. Umanistici 59% Durante i primi anni di università Durante gli ultimi anni di università 6 10 Nord 16% 9 0 Nord 6% Dip. Tecnici 36% (vs. 9%) Al termine dell'università, per corsi di specializzazione/master/dottorato 8 Sarebbe meglio in estate e non durante i corsi di studio 9 Ist. Profess. 14% 3 Mai, è meglio studiare in Italia 1 1 Base: Totale campione 39 Utilità dell esperienza all estero durante le superiori Perché ritiene l'esperienza utile, in particolare durante le scuole superiori? (Spontanea) Sviluppa lo spirito internazionale 68 Permette la conoscenza di altre culture 46 Favorisce l'apprendimento delle lingue 36 Li abitua a sentirsi cittadini del mondo/europei 11 E parte del percorso di crescita e formazione 40 È un esperienza formativa 0 Favorisce l'autonomia e l indipendenza 17 Aiuta a crescere e maturare Migliora le capacità relazionali e il rispetto delle diversità 9 Favorisce l'apertura mentale 1 Insegna a rapportarsi con persone diverse 8 Favorisce la tolleranza, l accoglienza, l inclusione 3 5% tra chi ha una buona conoscenza della mobilità studentesca Altre citazioni minori 5 Non sa/non indica 6 Base: docenti universitari che ritengono utile l'esperienza, in qualsiasi momento o in particolare durante le scuole superiori 36 3

24 Fondazione Intercultura ONLUS 7. COMPETENZE TRASVERSALI: UN CREDITO IMPRESCINDIBILE PER I TEST D INGRESSO ALL UNIVERSITÀ Quanto sono effettivamente valutate dai test d ingresso all università le competenze trasversali, magari sviluppate grazie a un esperienza di mobilità? Solo il % dei docenti universitari considera i test efficaci per misurare la preparazione necessaria ad affrontare il corso di studi scelto e per valutare le competenze trasversali (ritenute fondamentali per un percorso di successo). La percentuale sale fino al 5% tra i docenti dei dipartimenti tecnici, mentre scende all 8% tra coloro che insegnano nei dipartimenti umanistici. I professori, al di là del 17% che considera i test di ingresso pienamente efficaci, si dividono equamente tra chi li giudica utili solo per rilevare la preparazione dello studente e chi invece li ritiene poco o per nulla efficaci. La capacità dei test d ingresso nel valutare le competenze trasversali Secondo Lei, i test d'ingresso all università/per la facoltà dove insegna sono efficaci solo nell'ottica di selezionare i migliori studenti rispetto alla preparazione specifica per affrontare il percorso di studi scelto o rilevano anche le altre competenze trasversali (cioè le capacità necessarie per trasformare la conoscenza in comportamento: capacità di comunicazione, di organizzazione del proprio lavoro...)? I test sono efficaci per misurare preparazione e competenze trasversali dello studente I test sono efficaci solo nel rilevare la preparazione dello studente I test sono complessivamente poco/per nulla efficaci Non saprei/non ci sono test per nella mia facoltà Dip. Tecnici Dip. Scientifici Dip. Umanistici Base: Totale campione 55 4

25 VI rapporto sull internazionalizzazione delle Scuole e la Mobilità Studentesca Tornando al tema del riconoscimento della mobilità individuale, secondo i prof delle scuole superiori tali esperienze - da vivere in qualsiasi momento del percorso di studi (38%) o proprio durante le superiori (9%) - sviluppano soprattutto, oltre alla dimestichezza con una lingua straniera, la capacità di relazionarsi con altre culture, di adattarsi e di essere flessibili e responsabili: sono insomma esperienze formative a tutto tondo che rendono più autonomi e maturi. Competenze acquisite grazie alla partecipazione a progetti di mobilità Al di là della maggiore padronanza della lingua straniera, quali competenze e abilità sviluppa uno studente delle scuole superiori dopo aver trascorso l'anno scolastico o parte di esso all'estero? Capacità di relazionarsi con persone di culture diverse Autonomia Capacità di adattamento e flessibilità 49 Senso di responsabilità Maggiore sicurezza delle proprie capacità 6 4 Capacità di prendere decisioni e affrontare sit. critiche Senso critico 10 Secondo i professori universitari, Abitudine a informarsi (anche i quotidiani) 9 l esperienza internazionale durante le scuole superiori, oltre alla lingua, Predisposizione alla collaborazione Perseveranza nel perseguimento dei propri obiettivi 9 8 sviluppa soprattutto la conoscenza di altre culture ed insegna quindi a rapportarsi ad esse; è un esperienza formativa a 360 che rende più autonomi e maturi. Possesso da parte di uno studente tipo: Non sa 3 Alto Basso Base: Totale campione docenti della scuola 41 5

26 Fondazione Intercultura ONLUS 8. CONCLUSIONI In conclusione, una scuola che vuole formare studenti brillanti non può prescindere dall inserimento nel percorso di formazione di esperienze in grado di far acquisire capacità relazionali e cognitive. In quest ottica, incrociando i dati rilevati nelle interviste, un esperienza internazionale sembra essere in grado di contribuire in maniera determinante all acquisizione delle competenze fondamentali per il successo degli studenti, ad oggi ritenute deficitarie dai docenti universitari. Il contributo della partecipazione a progetti di mobilità nella mappa di priorità per formare «studenti brillanti» 35 MIGLIORAMENTO CONSOLIDAMENTO ASSE VERTICALE: Caratteristiche degli studenti «brillanti» Voglia di approfondire/curiosità Impegno/sacrificio Intelligenza Passione Integrazione con altre culture Problem solving Interazione sociale positiva Lingue straniere Ragionamento ed elaborazione critica Autonomia Adattamento/ flessibilità ASSE ORIZZONTALE: Competenze che la scuola eccelle nel trasmettere Preparazione di base /cultura generale 5 Intraprendenza Desiderio di Team working emergere Materie Contenuti e scientifiche attività tecniche Creatività Senso di responsabilità Strumenti informatici Materie umanistiche 0 Conoscenza di altri paesi CONTROLLO VALORIZZAZIONE Come già notato infatti, quando ai docenti viene chiesto di individuare i tratti dello studente brillante, vengono sottolineate in particolare caratteristiche che sono meno presenti negli studenti e che 4 Base: Totale campione sono anche quelle dove la scuola è meno efficace: autonomia, capacità di gestire situazioni problematiche, curiosità. Tutti tratti che raccontano un percorso di crescita volto alla consapevolezza di sé e del mondo, con una forte spinta alla scoperta e alla conoscenza. In altri termini, si tratta di quelle competenze che non si imparano (solo) in classe o sui libri, ed è proprio questo aspetto che le rende più difficili da acquisire. Gli studenti italiani tutto sommato se la cavano per ciò che riguarda l apprendimento formale, un po meno con le situazioni in cui ci si mette in gioco, anche emotivamente. Sono caratteristiche che la scuola non sembra in grado di insegnare, (anche perché per tutti questi aspetti non si può prescindere dal ruolo educativo della famiglia) e che si riscontrano in misura maggiore, a detta degli stessi insegnanti e docenti universitari, nei ragazzi che rientrano dai programmi di mobilità all estero. 6

27 VI rapporto sull internazionalizzazione delle Scuole e la Mobilità Studentesca L apprendimento delle lingue, la capacità di adattamento/flessibilità, il problem solving e l integrazione con altre culture dovrebbero essere insegnamenti prioritari in una scuola più moderna, in grado di soddisfare le aspettative delle Università e del mondo del lavoro. Fondamentale in questo percorso la capacità di stabilire un passaggio continuo di informazioni e competenze tra la scuola e l università, un obiettivo auspicato dalla larga maggioranza degli intervistati. Lo stato dell arte vede invece soprattutto l esistenza di relazioni limitate ai corsi di orientamento per la scelta della facoltà universitaria, open day, visite agli atenei, mentre sono ancora residuali i progetti di collaborazione tra scuole e università e le occasioni di incontro e dibattito. La presenza di canali di comunicazione tra scuola e università Pensi alle relazioni in essere oggi tra la sua scuola/università e le università/la scuola secondaria di secondo grado. Lei direbbe che ci sono dei canali di comunicazione aperti? 18% 1% 6% 9 % 17% 6% 37 3% 31% 5% 44% Chi attesta la presenza di canali aperti cita soprattutto (70% circa di entrambi i target) attività rivolte agli studenti per la scelta universitaria (corsi di orientamento, open day e visite alle università ). Solo residualmente si citano progetti di collaborazione tra scuola e università o occasioni di incontro e dibattito con professori universitari/ex studenti. Base: Totale campione 54 7

28 INDICE DI INTERNAZIONALIZZAZIONE AGGIORNAMENTO 014

29 VI rapporto sull internazionalizzazione delle Scuole e la Mobilità Studentesca NON C E CRISI NEL PERCORSO DI INTERNAZIONALIZZAZIONE DELLE SCUOLE ITALIANE Boom degli studenti all estero con un programma individuale: in tre anni + 55% Indice di internazionalizzazione medio delle scuole italiane da 37 a 41 punti Nel studenti delle scuole superiori si sono recati all estero con un programma di studio di lunga durata 1, con un aumento del 55% rispetto solo a 3 anni fa adolescenti di tutto il mondo hanno scelto l Italia per trascorrere alcuni mesi di scuola della propria formazione didattica e culturale (+14% dal 011). Più di due terzi degli istituti superiori italiani (68%) aderiscono a un progetto internazionale (nel 011 erano uno su due). In breve, finalmente un passo in avanti sulla scala dell indice di internazionalizzazione che misura l apertura delle nostre scuole al confronto con l estero, rimasto stagnante dal 009 a 37 punti e che invece nel 014 raggiunge quota 41. Questo passo apparentemente piccolo rappresenta invece una grande evoluzione per la nostra scuola nel cammino verso la creazione di un sistema educativo capace di rendere più internazionali le nuove generazioni, in modo da porle allo stesso livello degli altri paesi europei. In un Paese dove giovani under 30 non studiano e non lavorano (i famosi Neet), dove la probabilità di essere disoccupato per un giovane sotto i 30 anni è 3,5 volte superiore rispetto a un italiano di età superiore, dove su 10 posti di lavoro solo 1 viene occupato da un giovane 3, l Osservatorio sull internazionalizzazione delle scuole e la mobilità studentesca ( promosso dalle Fondazioni Intercultura e Telecom Italia, giunto al suo 6 anno, registra per la prima volta un miglioramento, a conferma della volontà delle diverse parti studenti, genitori, docenti, dirigenza scolastica di individuare strategie concrete per favorire l internazionalizzazione. Roberto Ruffino, Segretario Generale Fondazione Intercultura Onlus: E confortante vedere finalmente un balzo significativo del numero dei progetti internazionali sviluppati dalle nostre scuole. Soprattutto nel campo della mobilità studentesca individuale osserviamo veramente una nuova tendenza: questi programmi che per decenni sono stati considerati un fenomeno marginale, ora iniziano a coinvolgere un numero significativo di studenti, con l essenziale appoggio delle istituzioni scolastiche. Un andamento che nei prossimi anni è destinato a crescere ancora. Il problema che si pone ora, comune in tutti gli Stati europei, è quello di decidere come valutare le competenze acquisite dagli studenti di ritorno da un anno scolastico all estero. Troppo spesso non si cerca di capire quello che un adolescente ha appreso in più e di diverso frequentando 1 Si fa riferimento a periodi di almeno un trimestre. L indice di internazionalizzazione fornisce un indicazione del livello di internazionalità delle scuole intervistate, che si basa sulla loro capacità e volontà di partecipare a progetti di portata internazionale, oltre che di investire all interno della propria scuola in attività che incentivino le relazioni con altre scuole estere o che implementino progetti rivolti a migliorare la conoscenza della cultura e delle lingue straniere. Le variabili utilizzate per la costruzione dell indice sono le seguenti: Numero di lingue straniere insegnate presso l istituto Insegnamento linguistico extra-curriculare Attivazione insegnamento CLIL in qualche materia Adesione ai progetti europei/internazionali nel corso dell anno scolastico Adesione ai progetti europei/internazionali in passato Realizzazione di scambi di classe Partecipazione a gemellaggi con scuole straniere Adesione a progetti di solidarietà con scuole di Paesi in via di Sviluppo Gli studenti hanno svolto stage di studio all estero Hanno studenti che frequentano un anno/semestre/trimestre scolastico all estero Accolgono studenti stranieri che frequentano un anno/semestre/trimestre scolastico presso l istituto Presenza di studenti appartenenti a gruppi linguistici diversi Numero di classi coinvolte sui diversi progetti Partecipazione attiva del corpo docenti ai progetti che riguardano gli studenti Partecipazione del corpo docenti ad incontri con docenti stranieri Organizzazione di corsi/lezioni di educazione alla cittadinanza Auto valutazione del grado di internazionalizzazione della scuola 3 fonte: dati McKinsey&Company, Studio Ergo Lavoro 9

30 Fondazione Intercultura ONLUS un altra scuola, ma ci si ostina a giudicare ciò che non ha svolto del programma ministeriale. È fondamentale che la valutazione si estenda al campo delle competenze interculturali acquisite e, in questo senso, sarà sempre più forte l esigenza di strumenti di formazione verso i dirigenti scolastici e il corpo docenti. Perché questo obiettivo non resti una chimera, l Osservatorio nazionale sull internazionalizzazione delle scuole e la mobilità studentesca, creato dalla Fondazione Intercultura Onlus, con il sostegno di Fondazione Telecom Italia, vuole continuare a porre la questione al centro dell attenzione e, attraverso il sito mette a disposizione dati, strumenti e iniziative di formazione utili alle scuole e agli operatori del settore. Un impulso determinante nel recepimento dell importanza delle esperienze internazionali è arrivato il 10 aprile 0 dal MIUR (Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca) con la nota intitolata Linee di indirizzo sulla mobilità studentesca internazionale individuale, volta a facilitare le scuole nell organizzazione di attività finalizzate a sostenere sia gli studenti italiani partecipanti a soggiorni di studio e formazione all estero sia gli studenti stranieri ospiti dell istituto. La norma: sottolinea che le esperienze di studio e formazione all estero degli studenti vengono considerate parte integrante dei percorsi di formazione e istruzione; chiede alle scuole di facilitare le esperienze di scambi, concordare un piano di apprendimento centrato sullo studente e stabilire un contratto formativo, riammettere i ragazzi alla classe successiva al loro rientro (non sottoporlo ad esami di idoneità previsti per casistiche diverse dagli scambi), valutandolo in base alle conoscenze disciplinari (sviluppate in Italia e all estero), ma soprattutto allo sviluppo di nuove competenze, capacità trasversali e atteggiamenti sviluppati con apprendimenti formali, non formali e informali; chiede alle scuole di identificare solo i contenuti fondamentali necessari per svolgere serenamente l anno successivo e permettere allo studente di vivere l esperienza di full immersion nella scuola estera. La normativa scolastica italiana insomma sostiene almeno formalmente le esperienze di studio all estero e regolamenta il riconoscimento degli studi effettuati ai fini della riammissione nella scuola italiana. Ma quanta strada va ancora percorsa per rendere le attività internazionali un fenomeno radicato nella cultura, come in altri paesi? 1 1 La ricerca 0 dell Osservatorio mostra che il 97% degli studenti in Germania, l 89% in Spagna, l 88% in Polonia, l 81% in Francia e il 79% in Svezia attestavano che la propria scuola sviluppava iniziative di apertura verso l estero. 30

31 VI rapporto sull internazionalizzazione delle Scuole e la Mobilità Studentesca 1. INTERNAZIONALIZZAZIONE DELLE SCUOLE: SIAMO A META DEL GUADO NEL 5% DEI CASI I 431 Presidi delle scuole secondarie di secondo grado 1 intervistati da Ipsos per la rilevazione 014 dell Osservatorio confermano che l aria sta effettivamente cambiando: per il 60% degli intervistati il grado di apertura all estero della propria scuola, rispetto a due/tre anni fa, è aumentato. Il sentiment è particolarmente radicato tra i Presidi dei Licei (65%), mentre è più debole tra quelli delle scuole professionali (54%) e soprattutto del Nord Ovest (53%). Aumento dell apertura vs. l estero della scuola italiana D41b. Rispetto a due/tre anni fa, lei ritiene che il grado di apertura all'estero della sua scuola sia Notevolmente maggiore Maggiore Rimasto la stesso Minore Non so/sono qui da poco TOTALE % Licei Istituti Tecnici Scuole professionali IIS Nord Ovest Nord Est Centro Sud + Isole Tra i docenti è il 47% ad attestare una maggiore apertura (solo il 5% ha notato un peggioramento) Base: Totale Campione 64 Tuttavia il voto medio con cui i Presidi giudicano il livello di internazionalità della propria scuola si ferma alla sufficienza piena (6,6. Nel 011 era 6,3) con picchi nel Nord Est (voto medio 7,0). 1 Ipsos ha realizzato 431 interviste rappresentative dell universo degli studenti per area geografica e tipologia di scuola (dati Miur) Hanno risposto dirigenti scolastici di: Licei (scientifico, classico, artistico, altri), istituti tecnici, istituti professionali, Istituti di Istruzione Superiore. 31

32 Fondazione Intercultura ONLUS Il livello percepito di internazionalizzazione della propria scuola 014 vs 011 D41 Complessivamente, come giudica il livello di internazionalità della sua scuola? Utilizzi un punteggio da 1 a 10, dove 1 vuol dire molto basso e 10 vuol dire molto elevato. Voto medio scala ,6 6,4 6,4 6,6 6,3 6,3 5,8 5,8 6,8 6,7 TOTALE Licei Istituti Tecnici Scuole professionali IIS ,5 7,0 6,5 6,5 6,7 6,3 6,4 6 Nord Ovest Nord Est Centro Sud + Isole Base: Totale Campione 68 Nonostante il giudizio non ancora eccellente, i dati raccolti ed elaborati da Ipsos confermano questa sensazione di miglioramento. L incrocio delle risposte che attestano l effettiva capacità e volontà delle scuole di partecipare a progetti di portata internazionale e di investire nelle relazioni con scuole estere o che migliorino la conoscenza della cultura e delle lingue straniere, portano ad un valore da 0 a 100 dell INDICE DI INTERNAZIONALIZZAZIONE. Dopo anni di immobilità (nelle ricerche 009 e 011 si era fermi a quota 37 punti), quest anno l indice sale a 41 punti, con punte negli Istituti di Istruzione Superiore (45 punti) e nei Licei (4). Bene anche gli istituti tecnici che passano dai 33 punti del 011 ai 38 del 014. Meno performanti le scuole professionali che rimangono a quota 35 punti. Terra di frontiera e di scambio tra popoli e culture, il Nord Est arriva quasi a metà del guado, con 49 punti (nel 011 erano 44), il Nord Ovest sale da 38 a 43, contraddicendo in qualche modo il sentiment un po più negativo dei Presidi di quest area. Il Centro Italia rimane fermo a quota 40, come 3 anni fa, mentre apprezzabile il passo in avanti di 5 punti del Sud e delle Isole, che però rimangono ancora al di sotto della media nazionale con 37 punti. 3

33 VI rapporto sull internazionalizzazione delle Scuole e la Mobilità Studentesca L indice di internazionalizzazione Indice medio (L indice può assumere valori da 0 a 100) TOTALE Licei Istituti Tecnici Scuole professionali IIS Nord Ovest Nord Est Centro Sud+Isole Base: Totale Campione 66 La prova del nove dell aumento dell impegno della scuola italiana a favore dell internazionalizzazione arriva quando i dati dell indice vengono spacchettati per capire dove stanno le punte d eccellenza. Il 30% delle scuole registra un indice superiore a 50 punti (nel 011 era il 3). Parallelamente, ed è un dato molto importante, diminuiscono le scuole con punteggi inferiori a 5 punti: sono il 1% rispetto al 8% di 3 anni fa. Insomma si sta delineando una cartina dell Italia più omogenea e non più a macchia di leopardo, dove le attività non sono più prevalentemente demandate al iniziativa dei singoli ma a una volontà strutturata e codificata. 33

34 Fondazione Intercultura ONLUS. SMACCHIAMO IL LEOPARDO! SCUOLE SU 3 ATTIVANO PROGETTI INTERNAZIONALI La conferma che le attività di internazionalizzazione non sono più appannaggio solo di alcuni volonterosi arriva dalla percentuale di scuole che aderisce a questi progetti, in forte crescita: se fino a 3 anni fa erano la metà (50%), ora sono il 68%. Un aumento che è avvenuto proprio nell arco di questi tre anni, visto che il 61% delle scuole dice di aver aderito quest anno e in passato. Ulteriore conferma viene dal fatto che solo il % degli istituti superiori non ha mai aderito ad alcun progetto (era il 36% nel 011). Va tuttavia sottolineato che non è l intera scuola a partecipare ai progetti internazionali, ma solamente un numero limitato di classi, in media 8,1 per scuola, corrispondente al % del totale (vedi chart 7 nelle pagine seguenti). L adesione della scuola a progetti internazionali % 50% Hanno aderito nel 014 e negli anni precedenti: 61% Hanno aderito nel 011 e negli anni precedenti: 41% Hanno aderito nel 014 ma non in passato: 7% Hanno aderito nel 011 ma non in passato : 9% Hanno aderito in passato ma non nel 014: % Hanno aderito in passato ma non nel 011 : 14% Base: Totale Campione Base: Totale Campione 70 LICEI (E ISS) E NORD EST I CAPOFILA DELL INTERNAZIONALIZZAZIONE L atteggiamento più internazionale non riguarda tutte le tipologie di scuole. Se infatti a realizzare attività sono il 7% dei Licei e degli IIS, gli istituti tecnici vengono coinvolti per il 66% e le scuole professionali ancor meno, il 56% (ma coinvolgono un numero maggiore di classi, 9,0 in media). Bene anche in questo caso le scuole del Nord Est: il 76% attiva progetti internazionali, mentre il resto del Paese oscilla tra il 65% e il 68%. Le scuole del Centro sanno invece coinvolgere un numero maggiore di classi: 9,1 rispetto alle 7,6 del Sud e Isole, alle 7,7 del Nord Ovest, alle 8,5 del Nord Est. 34

35 VI rapporto sull internazionalizzazione delle Scuole e la Mobilità Studentesca L adesione della scuola a progetti internazionali 014 TOTALE % Licei Istituti Tecnici Scuole professionali IIS Nord Ovest Nord Est Centro Sud + Isole Base: Totale Campione Base: Totale Campione 71 L adesione della scuola a progetti internazionali NELL ANNO IN CORSO % di adesione ad ALMENO UN PROGETTO N medio* di classi coinvolte nel 014 (% media sul totale classi di una scuola) TOTALE Licei Istituti Tecnici Scuole professionali IIS 8,1 classi 7,3 7,7 9,0 8,7 % 1% 3% 6% % *per scuola, nelle scuole che partecipano Nord Ovest Nord Est Centro Sud + Isole 7,7 classi 8,5 9,1 7,6 % 3% 6% 1% Base: Totale Campione 7 I progetti Comenius sono quelli più attivati ed in continuo aumento: rappresnetano il 67% della attività (58% nel 011), soprattutto la mobilità degli insegnanti (8%) e degli studenti (6). In crescita i progetti Etwinning e quelli multilaterali (entrambi registrano un buon 15%, dal 9% di 3 anni fa). Il 65% delle scuole attiva anche altri progetti di mobilità non Comenius, soprattutto scambi di classe (33%). 35

36 Fondazione Intercultura ONLUS L adesione della scuola a progetti internazionali NELL ANNO IN CORSO NESSUN PROGETTO ALMENO UN PROGETTO Base: Totale Campione Progetto Comenius Progetto Comenius - Mobilità degli individui - insegnanti 8 4 Progetto Comenius - Mobilità degli individui - studenti 6 7 Progetto Comenius - Sviluppo di partenariati 16 Progetto Comenius - ETwinning 15 9 Progetto Comenius - Progetti multilaterali 15 9 Progetto Comenius - Reti multilaterali 5 3 Progetto Leonardo 6 10 Altri progetti Comenius (Erasmus/Erasmus Plus..) 6 1 Altri progetti di mobilità 65 5 Scambio tra classi (diversi dalle precedenti) 33 8 Altri progetti di mobilità non nell'ambito di Comenius - STUDENTI 5 14 Progetti di mobilità internazionale finanziati dalla Regione 16 7 Altri Progetti LLP (Lifelong Learning Programme) 1 7 Altri progetti di mobilità non nell'ambito di Comenius - INSEGNANTI 8 8 Altre attività 8 14 Soggiorni di studio/stage all'estero (non nell'ambito di Comenius) 3 Label lingue 1 Soggiorni di studio organizzati con Intercultura - Base: hanno aderito ad almeno un progetto nell anno 73 36

37 VI rapporto sull internazionalizzazione delle Scuole e la Mobilità Studentesca 3. PIGRIZIA DEGLI STUDENTI E POCHI FINANZIAMENTI I DUE FATTORI DISINCENTIVANTI Se, come abbiamo scritto prima, non c è crisi nell internazionalizzazione della scuola, è altrettanto vero che la crisi economica si sente eccome. A detta dei Presidi, le due principali motivazioni della non partecipazione ai progetti internazionali sono la scarsa adesione da parte degli studenti (4%) 1 e l impossibilità di ottenere finanziamenti (3%). Meno influenti invece la scarsa adesione da parte degli insegnanti (16%) e le resistenze dei genitori (14%). Le motivazioni di NON adesione ai progetti internazionali D36 Lei ha detto che la scuola della quale è Preside non ha aderito quest anno ad alcun progetto internazionale. Quali sono i principali motivi legati a questa scelta? Scarsa adesione da parte degli studenti 4 Impossibilità di ottenere dei finanziamenti 3 Scarsa adesione da parte degli insegnanti 16 Procedure complicate per partecipare Non è mai stato proposto Resistenze da parte delle famiglie degli studenti 14 Finalità dei programmi inadeguati vs. profilo dell'istituto 6 Problematiche organizzative 6 Insufficienza di informazioni sui programmi 3 Esperienze passate non proficue 1 Base: Scuole che non hanno aderito ad alcun progetto nell anno in corso 75 1 Le cose non stanno proprio così se la parola viene data ai ragazzi. Secondo le ricerche 01-0 dell Osservatorio, è alta la percentuale, anche tra gli studenti italiani in scuole che partecipano ad attività internazionali, di chi ritiene che questi progetti siano ancora troppo pochi: lo dice il 68%; molti di più dei francesi (49%), degli spagnoli (43%), dei tedeschi (39%), dei polacchi (37%) e degli svedesi (9%). 37

38 Fondazione Intercultura ONLUS 4. MOBILITÀ DI GRUPPO: PIU DIFFUSA (1 scuola su 3), MA MENO PENETRANTE (4 classi coinvolte) Uno degli strumenti maggiormente utilizzati per coinvolgere un ampio numero di studenti in attività internazionali è l organizzazione dello scambio di classe. In breve, si tratta di uno scambio reciproco tra classi di due paesi diversi che si svolge in due fasi, normalmente della durata di due settimane ciascuna. Un esperienza talvolta frenata da problemi economici o da qualche diffidenza da parte del corpo docente, ma che nella maggior parte dei casi viene vissuta come il primo passo di un percorso di apertura all internazionalità. Per questo, nelle rilevazioni passate dell Osservatorio, veniva promossa a pieni voti: 8,7 la valutazione dei presidi e 8,4 quella degli insegnanti (dati 011). Nella rilevazione del 014 vediamo che è salita al 35% la percentuale delle scuole che realizza uno scambio di classe (nel 011 era il 30%), con ruolo trainante sempre dei Licei (45%) e delle scuole del Nord Est (48%). La realizzazione di scambi di classe / di gruppo D0 Pensando agli scambi di classe, all interno della sua scuola durante l anno scolastico in corso, sono stati realizzati o verranno realizzati degli scambi di classe con scuole straniere e quindi se la sua scuola ha accolto/accoglierà intere classi per un breve periodo (minimo settimane)? % 30% Base: Totale Campione Base: Totale Campione 78 38

39 VI rapporto sull internazionalizzazione delle Scuole e la Mobilità Studentesca Realizzazione di scambi di classe / di gruppo 014 TOTALE % Licei Istituti Tecnici Scuole professionali IIS Nord Ovest Nord Est Centro Sud + Isole Base: Totale Campione Base: Totale Campione Le classi coinvolte negli scambi di classe/gruppo 79 al netto dei Non Indica 9 + classi 8% 1 classe 7% 5-8 classi % Numero medio di classi coinvolte 3-4 classi 0% classi 6% TOTALE Licei Istituti Tecnici Scuole professionali 4 classi 3 classi 3 classi 5 classi IIS 4 classi Nord Ovest 3 classi Nord Est 4 classi Centro 3 classi Sud + Isole 4 classi Base: Hanno fatto / faranno Scambi di classe Tuttavia non va sottovalutato il dato che vede una media di sole 4 classi coinvolte. In molti casi (il 7%) il progetto viene addirittura attivato per una sola classe. Insomma, la mobilità di gruppo è più diffusa ma meno penetrante rispetto a quella individuale: siamo nella fase della sperimentazione e si dovrà fare molta strada perché queste iniziative vadano a regime, coinvolgendo un numero sempre maggiore di studenti. 39

40 Fondazione Intercultura ONLUS 5. MOBILITÀ INDIVIDUALE: UN ESERCITO DI STUDENTI (+55% dal 011) +55% in 3 anni: è il vertiginoso aumento del numero di giovani coraggiosi che decidono di effettuare un periodo di studio di lunga durata all estero. Secondo le stime calcolate da Ipsos 1 sono a fronte dei del 011. La parte del leone la fanno i ragazzi che scelgono di trascorrere l intero anno scolastico fuori dall Italia (4.100), anche se va registrato il significativo aumento nei programmi più brevi, soprattutto il trimestre (che passa da 300 a unità) e il semestre (da a 1.700). Studenti italiani all estero per Anno scolastico Semestre Trimestre TOTALE STUDENTI IN USCITA % ( ) ( ) 9 Certo, si tratta ancora di una nicchia, considerando l entità di questi numeri rispetto alla popolazione scolastica delle classi terze e quarte che solitamente sono le più coinvolte. Il trend di crescita tuttavia è significativo, dopo decenni in cui il fenomeno ha riguardato davvero pochissimi studenti. I dati vengono confermati dalla percezione dei Presidi che affermano, nel 46% dei casi (30% nel 011), che almeno un loro studente ha frequentato un lungo periodo di studio all estero nell ultimo anno scolastico: il 38% per l intero anno, il % per il semestre, il % per il trimestre. La fanno da padrone i Licei (nel 76% è partito almeno un ragazzo) e gli IIS (53%), mentre sono basse le percentuali degli istituti tecnici (7%) e delle scuole professionali (14%). Forte anche lo sbilanciamento geografico: coinvolto il 57% e il 55% delle scuole nel Nord Est e nel Nord Ovest, il 49% al Centro e il 38% al Sud e Isole. 1 Il calcolo delle stime si è basato principalmente sui dati campionari rilasciati dai Presidi relativi a tutti i programmi: annuale, semestrale, trimestrale e viene effettuato secondo due diverse modalità: Utilizzando come unità le classi e quindi estendendo la numerosità degli studenti che aderiscono ai programmi di mobilità per classe all universo delle classi delle scuole attive nei programmi; Utilizzando come unità le scuole, e quindi estendendo la numerosità degli studenti che aderiscono ai programmi di mobilità per scuola all universo delle scuole attive nei programmi. La media dei due calcoli è stata poi confrontata e corretta con i dati degli studenti in ingresso e in uscita forniti da Intercultura e dalle altre agenzie che hanno collaborato all indagine 40

41 VI rapporto sull internazionalizzazione delle Scuole e la Mobilità Studentesca Gli studenti in uscita per programmi di mobilità individuale D1 Nell anno scolastico in corso (0/14), quanti studenti della vostra scuola sono andati all estero a frequentare l intero anno scolastico in una scuola di un Paese straniero? E quanti invece hanno frequentato un solo semestre all estero? E un solo trimestre? NESSUNO 54 NESSUNO 70 ALMENO UNO 46 ALMENO UNO Anno Semestre Trimestre Anno Semestre Trimestre Base: Totale campione 8 Gli studenti in uscita per programmi di mobilità individuale D1 Nell anno scolastico in corso (0/14), studenti della vostra scuola sono andati all estero a frequentare l intero anno scolastico in una scuola di un Paese straniero? E invece qualcuno ha frequentato un solo semestre all estero? E un solo trimestre? TOTALE Anno Semestre Trimestre 38 Almeno uno (NET) 46% Licei Istituti Tecnici Scuole professionali 5 14 IIS Nord Ovest Nord Est Centro Sud + Isole Base: Totale Campione 83 41

42 10% 9% 7% 3% 3% 3% 3% 3% 3% 3% 3% 3% % % % 1% 1% Fondazione Intercultura ONLUS L ANNO ALL ESTERO? NON SOLO USA Sempre attraverso delle stime Ipsos ha cercato di indicare anche la ripartizione delle destinazioni. I più richiesti sono sempre i Paesi anglofoni: 33% Usa e Canada (in leggero calo rispetto al 011), % Regno Unito e Irlanda (+%) e 11% Australia e Nuova Zelanda (invariato). Non mancano però le sorprese, come il forte aumento registrato dall insieme dei Paesi scandinavi, passati dal 5% delle stime 011 all 11% di quest anno. Tra le altre destinazioni, si affacciano anche i Paesi dell America latina (5%), quelli asiatici, Cina in primis (3%) e quelli dell Est Europa (3%). Si registra inoltre un aumento rispetto al 011 della partecipazione delle ragazze rispetto ai ragazzi: sono il 64% contro il 36% (nel 011 erano il 55% vs il 45%). Possibile distribuzione degli studenti in uscita per destinazione 30% USA Canada Regno Unito - Irlanda 11 Paesi Scandinavi 11 5 Australia Nuova Zelanda Germania 7 10 Francia 5 5 Asia-Russia 6 7 Altri % 5% Usa UK Australia Germania Francia Centro-Sud America Norvegia Cina Canada Irlanda Alt. Oriente Finlandia Spagna Svezia Est Europa Danimarca Nuova Zelanda Belgio/Olanda Svizzera/Austria Portogallo Gli studenti in uscita - Maschi vs. Femmine 30 D1b Qual è la percentuale di maschi e di femmine tra gli studenti che hanno aderito a questi scambi scolastici? Maschi 36 Maschi 45 Femmine 64 Femmine 55 «Le studentesse italiane delle scuole superiori esprimono maggior interesse e apertura verso l estero rispetto ai loro coetanei maschi. Affrontano lo studio delle lingue e le iniziative scolastiche internazionali convinte che in futuro possano offrire loro maggiori opportunità di successo.» (Indagine 01 studenti italiani) 4 Base: Hanno studenti partiti per programmi di mobilità individuale 84

43 VI rapporto sull internazionalizzazione delle Scuole e la Mobilità Studentesca INTERCULTURA, UN MONDO A PARTE: I BRICS INSIDIANO IL MONDO ANGLOSASSONE Più che una tendenza, è una conferma. Negli ultimi dieci anni i dati di Intercultura, l operatore più grande del settore nei programmi di scambio individuali, mostra l inesorabile avanzata di Paesi che solo fino a poco tempo fa sarebbero stati considerati improponibili da studenti, genitori e insegnanti. Per l anno scolastico , considerando tutti i programmi, quindi anche quelli più brevi di un trimestre, su quasi partenti il,9% ha scelto i Paesi dell America latina e il,% l Asia. Tutto un altro mondo rispetto alla fotografia di chi partiva nell anno 000, sempre con Intercultura. 43

44 Fondazione Intercultura ONLUS MOBILITÀ INDIVIDUALE: UN ESPERIENZA DA 8 IN PAGELLA Elemento catalizzatore per lo sviluppo delle competenze trasversali e per la crescita dello studente, l esperienza di studio all estero è giudicata positivamente dai Presidi. Il voto medio dato all esperienza è di 8,3 con punte di 8,6 nelle scuole professionali, quelle che movimentano un numero minore di ragazzi ma che, alla prova dei fatti, evidentemente riconoscono la bontà di questi programmi. È allineata su questa stessa media l opinione dei dirigenti scolastici delle diverse zone d Italia: dall 8,5 di quelli del Nord Est all 8,4 di quelli del Sud e Isole. La valutazione complessiva dell esperienza D30 Come giudica l efficacia di questi scambi individuali per aprire gli studenti al mondo? Per esprimere il suo giudizio utilizzi un punteggio da 1 a 10, dove 1 vuol dire molto basso e 10 vuol dire molto elevato. TOTALE Licei Istituti Tecnici Scuole professionali IIS Voto 8-10 Voto 6-7 Voto 1-5 Non sa Voto medio 8,3 8,1 8,4 8,6 8,4 Nord Ovest , Nord Est ,5 Centro ,3 Sud + Isole ,4 Hanno studenti all'estero ,3 Base: Totale Campione 87 MA LA METÀ DEI DOCENTI ANCORA SUBISCE LA SCELTA DELLA SCUOLA Eppure, l esperienza all estero rimane una nota dolente per gli insegnanti. A detta dei Presidi, il corpo docente appare ancora diviso in due tra chi è a favore e chi proprio non si scalda all idea di permettere ai propri ragazzi di non seguire il programma di studi. Il 49% degli insegnanti, secondo i dirigenti scolastici, ancor oggi subisce la scelta della scuola (nel 011 era il 53%) a fronte di un 4% di coloro che partecipano attivamente all organizzazione, sono favorevoli e proattivi (3 anni fa erano il 37%). Tra i più indecisi i prof delle scuole professionali: il 59% subisce questi programmi e rimane anche un 8% di docenti, dicono i Presidi, che cerca proprio di dissuadere gli studenti dalla partecipazione ai programmi di mobilità individuale. 44

45 VI rapporto sull internazionalizzazione delle Scuole e la Mobilità Studentesca Atteggiamento dei docenti vs. programmi di mobilità (di gruppo/classe o individuali) Partecipano attivamente all organizzazione, sono favorevoli e proattivi Subiscono la scelta della scuola Cercano di dissuadere gli studenti dalla partecipazione Non sa/non indica Base: partecipano a scambi di classe o hanno studenti all estero 88 Atteggiamento dei docenti vs. programmi di mobilità (di gruppo/classe o individuali) Partecipano attivamente all organizzazione, sono favorevoli e proattivi Subiscono la scelta della scuola Cercano di dissuadere gli studenti dalla partecipazione Non sa/non indica TOTALE Licei Istituti Tecnici Scuole professionali IIS Nord Ovest Nord Est Centro Sud + Isole Base: partecipano a scambi di classe o hanno uno studente all estero 89 45

46 Fondazione Intercultura ONLUS 6.LO STUDENTE STRANIERO IN CLASSE: UN ESPERIENZA INTERCULTURALE DA NON PERDERE È più facile sentir parlare di studenti italiani che fanno esperienza all estero piuttosto che degli adolescenti stranieri che scelgono il nostro Paese per trascorrervi un anno di scuola. Eppure, la loro presenza in classe è essa stessa un esperienza interculturale che consente di confrontarsi con una cultura diversa dalla nostra, nonché un ottima occasione per riflettere sulla nostra identità nazionale. Secondo le stime di Ipsos sono ben 3.00 gli adolescenti stranieri in ingresso in Italia per un anno scolastico, sei o tre mesi, in aumento rispetto a 3 anni fa (+14%). Studenti stranieri in Italia per Anno scolastico Semestre Trimestre TOTALE STUDENTI IN INGRESSO % ( ) ( ) 14 In altre parole, almeno un ragazzo per scuola, a detta di un Preside su 4. (4%, di cui 63% femmine e 37% maschi). Gli studenti stranieri prediligono l impostazione a più ampio respiro garantita dai Licei (38%) e dagli IIS (31%) rispetto a quella più tecnica o specializzata degli istituti tecnici (11%) o delle scuole professionali (7%). O, volendo interpretare i dati da un altro punto di vista, sono i licei a essere più preparati ad ospitare questi ragazzi rispetto alle scuole tecniche. Non è infatti semplice integrare gli studenti stranieri in modo attivo e produttivo, soprattutto quando le differenze sono notevoli, dalla iniziale scarsa conoscenza della lingua italiana al diverso livello di preparazione sulle varie materie. Ma questo è proprio il valore aggiunto che deriva dall accogliere un ragazzo straniero e che nasce dal confronto con sistemi culturali e valoriali differenti. 46

47 VI rapporto sull internazionalizzazione delle Scuole e la Mobilità Studentesca Gli studenti stranieri ospitati per programmi di mobilità individuale D3 Sempre nell anno scolastico in corso (0/14), quanti studenti stranieri state ospitando temporaneamente nella vostra scuola, con un programma di mobilità studentesca individuale annuale? E quanti per un semestre? E per un solo trimestre? NESSUNO 76 NESSUNO 80 ALMENO UNO 4 ALMENO UNO Anno Semestre Trimestre Anno Semestre Trimestre Base: Totale campione 91 Gli studenti stranieri ospitati per programmi di mobilità individuale D3 Sempre nell anno scolastico in corso (0/14), quanti studenti stranieri state ospitando temporaneamente nella vostra scuola, con un programma di mobilità studentesca individuale annuale? E quanti per un semestre? E per un solo trimestre? Anno Semestre Trimestre TOTALE Almeno uno (NET) 4% Licei Istituti Tecnici Scuole professionali IIS Nord Ovest Nord Est Centro Sud + Isole Base: Totale Campione Base: Totale Campione 9 47

48 Fondazione Intercultura ONLUS 7. SCUOLA POLIGLOTTA: IL 43% DEGLI ISTITUTI INSEGNA 3 LINGUE STRANIERE La scuola italiana che si tratti di insegnanti o studenti viene spesso accusata di non essere al passo dell Europa per quanto riguarda il livello di conoscenza di almeno una lingua straniera. Nella rilevazione 01 dell Osservatorio, il campione di studenti intervistato dava un voto pari 5,4 al livello di conoscenza delle lingue straniere dei docenti non di lingua e nella rilevazione del 011 tale conoscenza era ritenuta carente dal 74% degli stessi docenti intervistati. Per quanto riguarda gli studenti, secondo la ricerca del 01, il 35% afferma di conoscere bene l inglese e un ulteriore 45% dice di conoscerlo comunque discretamente. Il 43% delle scuole italiane ha all attivo l insegnamento di almeno tre lingue straniere (nel 011 era il 39%), ma la maggior parte degli studenti ne apprende una sola, ad eccezione dei ragazzi dei licei linguistici e degli istituti tecnici con indirizzo linguistico che ne studiano due o tre. Nella totalità dei casi viene insegnato l inglese, segue il francese (57%) e si afferma al terzo posto lo spagnolo (37%). Il tedesco è presente nel 33% delle scuole. Qualche timido passo in avanti si registra anche per quanto riguarda l insegnamento extracurriculare di lingue straniere aggiuntive: viene offerto dal 14% delle scuole (nel 011 era il 1%). In questo caso fa capolino anche l insegnamento di lingue meno consuete, come il cinese (3%), il russo (%) e l arabo (1%). L insegnamento linguistico a scuola CURRICULARE Tre lingue o più Due lingue Una lingua EXTRA CURRICULARE Sì No 35% 14% 014 % 43% 86% % 011 1% 4% 39% 88% Base: Totale Campione Base: Totale Campione 97 CINESE, RUSSO E ARABO: ITALIA FANALINO DI CODA IN EUROPA A fronte del lieve aumento dell insegnamento delle lingue extracurriculari, è interessante richiamare i dati dell indagine 0 dell Osservatorio, quando gli intervistati furono un gruppo di circa studenti di 6 diversi Paesi europei. Anche in quel caso, l inglese risultava la lingua più studiata, seguita da francese e spagnolo (in Polonia emerge molto il tedesco, vista la vicinanza geografica e culturale, 69%). Nel campo delle lingue extra-curriculari e in particolare per russo, arabo e cinese si registrano differenze a volte imbarazzanti, con percentuali variabili e punte del 3% in Polonia e Spagna. 48

49 VI rapporto sull internazionalizzazione delle Scuole e la Mobilità Studentesca Lingue straniere CURRICULARI e EXTRA-CURRICULARI considerando l'intero ciclo scolastico, dal primo anno della scuola superiore Curriculari ITALIA FRANCIA GERMANIA POLONIA SPAGNA SVEZIA Inglese 99% 99% 95% 99% 97% 96% Francese 33% - 48% 10% 5% 17% Spagnolo 1% 60% % 5% - 30% Tedesco 9% 4% - 69% 7% 0% Italiano - 1% 6% 3% 6% 4% Russo - % 8% 11% 3% 3% Arabo - % 1% - 3% 4% Cinese - 3% 3% - 3% 4% N medio 1,5 1,9 1,8 1,8 Extra Curriculari Base: Totale campione ITALIA FRANCIA GERMANIA POLONIA SPAGNA SVEZIA Almeno 1 17% 1% 37% 37% 43% 36% Inglese 6% 7% 8% 1% 1% 9% Francese 7% - 14% 4% 17% 11% Spagnolo 5% % 16% % - 14% Tedesco 3% 4% - 1% 4% % Italiano - 6% % % 4% 8% Russo 3% 4% 11% 3% 3% 7% Arabo 3% 8% 15% 18% % 8% Cinese 3% 4% 14% % % 8% 7 IMPRATICHIRSI A PENSARE IN LINGUA STRANIERA: PIÙ CLIL PER TUTTI Un discorso a parte va riservato all insegnamento di una materia in lingua straniera, il cosiddetto CLIL (Content and language integrated learning) che proprio dall anno scolastico sarà obbligatorio per l ultimo anno dei licei e degli istituti tecnici. La ricerca dell Osservatorio conferma effettivamente un aumento del CLIL: dal 3% delle scuole nel 011 al 35%, soprattutto nei licei (38%) e negli IIS (50%). Rimane però forte il divario tra Nord e Sud: se infatti nel Nord Est il Clil è applicato nel 48% delle scuole, nel Sud e nelle Isole la percentuale scende al 9%. L insegnamento di tipo CLIL D7 In qualche materia è stato attivato l'insegnamento di tipo CLIL (Content and Language Integrated Learning)? 014 No 65% Licei Istituti Tecnici Istituti Professionali IIS Sì 35% Nord Ovest Nord Est Centro Sud + Isole No 77% Sì 3% Licei Istituti Tecnici Istituti Professionali IIS Nord Ovest Nord Est Centro Sud + Isole Base: Totale Campione 98 49

50 Fondazione Intercultura ONLUS 8. A SCUOLA DI INTERNAZIONALITÀ: SI PARTE CON L EDUCAZIONE ALLA CITTADINAN- ZA L educazione alla cittadinanza in Italia è regolata dalla Circolare Ministeriale n 86 del e dalla legge n.169 del Due gli obiettivi principali di questo insegnamento: da un lato formare alle competenze sociali e civiche raccomandate dall Unione Europea nel 006 e dal altro porsi come risposta della scuola in un panorama da più contesti tratteggiato come emergenziale per una manifesta deriva educativa, ovvero come riaffermazione del rispetto della persona umana senza discriminazioni, del senso civico, della responsabilità individuale e collettiva, dei valori di liberà, di giustizia, di bene comune che affondano le radici nella nostra Costituzione 1. Ne è ben cosciente il 71% delle scuole che prevede corsi e lezioni di educazione alla cittadinanza europea all interno o all esterno del normale corso di studi. Una percentuale in significativo aumento visto che nel 011 era il 6%. Anche in questo caso ci sono disomogeneità: le scuole più attive sono gli IIS (77%), meno gli istituti professionali (56%). Interessante il dato degli istituti tecnici che superano i licei: 73% vs 70%. Le regioni più attive quelle del Nord (Est 79%, Ovest 75%). L educazione alla cittadinanza europea D40 La scuola organizza dei corsi/lezioni di educazione alla cittadinanza europea, all interno o all esterno del normale programma di studi? 014 No 9% Licei Istituti Tecnici Istituti Professionali IIS Sì 71% Nord Ovest Nord Est Centro Sud + Isole No 38% Licei Istituti Tecnici Istituti Professionali IIS Sì 6% Nord Ovest Nord Est Centro Sud + Isole Base: Totale Campione 99 Andando ad osservare altre attività internazionali che le scuole possono organizzare si può notare che quasi tutte sono cresciute negli ultimi tre anni. Gli studenti di due terzi delle scuole hanno partecipato a stage di studio all estero, un vero e proprio balzo rispetto al 011 quando questa attività coinvolgeva solo metà degli istituti. Da sottolineare la crescita degli stage organizzati dalla scuola stessa più di quelli organizzati da soggetti esterni (+16% vs. +10%). Rispetto al 011 aumentano i gemellaggi con scuole straniere (41%, +5%). Stabile invece la quota di scuole aderenti a progetti di solidarietà per sostenere i legami con scuole di Paesi in via di sviluppo, ferma al 1%. 1 Carla Roverselli e Anselmo Paolone, Competenze Trasversali, Biblioteca della Fondazione Intercultura, 0 50

51 VI rapporto sull internazionalizzazione delle Scuole e la Mobilità Studentesca 9.GLI INSEGNANTI INTANTO RIMANGONO IMMOBILI In diminuzione gli scambi reali e virtuali tra docenti: dal 37% del 011 al 33% di oggi Il cambiamento della scuola non può prescindere dalla formazione dei docenti, anche attraverso la loro internazionalizzazione, tra l altro auspicata e finanziata dall Unione Europea, ma non di facile applicazione nel nostro sistema scolastico. Secondo il parere dei Presidi, se nel 011 era il 37% delle scuole a organizzare incontri (reali e virtuali) tra docenti italiani ed esteri per confrontarsi sui metodi d insegnamento, oggi la percentuale è scesa al 33%. Soprattutto i viaggi d istruzione all estero e gli incontri diretti tra insegnanti italiani e stranieri sono in diminuzione (dal 33% di 3 anni fa al 7% di oggi), probabilmente complice la crisi economica e i tagli al sistema scolastico. Il dialogo tra docenti italiani ed esteri al netto dei Non Indica D35 All interno della sua scuola sono stati organizzati degli incontri tra docenti italiani e docenti delle scuole estere per confrontarsi sui metodi di insegnamento? (RISPOSTA MULTIPLA) 014 SI 33% 011 SI 37% Sì, con incontri diretti sul luogo 7 Sì, con incontri diretti sul luogo 33 Sì, attraverso discussioni on-line 10 Sì, attraverso discussioni on-line Sì, attraverso conference call 3 Sì, attraverso conference call No, ma ci stiamo pensando 46 No, ma ci stiamo pensando 11 No 1 No 5 Base: Totale Campione 10 51

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