LE DETRAZIONI FISCALI DEL 55% PER LA RIQUALIFICAZIONE ENERGETICA DEL PATRIMONIO EDILIZIO ESISTENTE 2012 Mario NOCERA
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2 Decreto del Ministro dell Economia e delle Finanze di concerto con il Ministro dello Sviluppo Economico 19 febbraio 2007 recante titolo Disposizioni in materia di detrazioni per le spese di riqualificazione energetica del patrimonio edilizio esistente, ai sensi dell'articolo 1, comma 349, della legge 27 dicembre 2006, n. 296 come modificato dal D.M. 26 ottobre 2007 e coordinato con il D.M. 7 aprile 2008, con il D.M. 6 agosto 2009 e con il D.L. 6 dicembre 2011 n RELAZIONE AI SENSI DELL ART. 11 LE DETRAZIONI FISCALI DEL 55% PER LA RIQUALIFICAZIONE ENERGETICA DEL PATRIMONIO EDILIZIO ESISTENTE 2012 Mario NOCERA Responsabile gestione database: Roberto GUADAGNI Hanno collaborato alla verifica dei dati Amalia MARTELLI, Alessandro FEDERICI, Gaetano FASANO e Americo CARDERI Il rapporto completo può essere scaricato da: ENEA Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l energia e lo sviluppo economico sostenibile Lungotevere Thaon di Revel, Roma ISBN
3 Rapporto ENEA Anno 2012 LE DETRAZIONI FISCALI DEL 55% PER LA RIQUALIFICAZIONE ENERGETICA DEL PATRIMONIO EDILIZIO ESISTENTE NEL 2012 INDICE INTRODUZIONE... pag 5 Capitolo 1. IL QUADRO GENERALE: RISULTATI NEL pag 7 Capitolo 2. LA DIFFUSIONE SUI TERRITORI REGIONALI... pag 14 Capitolo 3. INTERVENTI DI RIQUALIFICAZIONE GLOBALE (C. 344)... pag 21 Capitolo 4. L INVOLUCRO EDILIZIO (C. 345)... pag 26 Capitolo 5. PANNELLI SOLARI PER ACQUA CALDA SANITARIA (C. 346)... pag 46 Capitolo 6. IMPIANTI DI CLIMATIZZAZIONE INVERNALE (C. 347)... pag 53 Capitolo 7. ANALISI DEL COSTO DEL RISPARMIO ENERGETICO OTTENUTO.... pag 70 Capitolo 8. ANALISI DELLE SERIE STORICHE.... pag 86 Capitolo 9. CONCLUSIONI.... pag 91 Capitolo 10. TABELLE RIASSUNTIVE PERIODO pag 94 APPENDICE - SCHEDE NAZIONALI E LOCALI... pag 101 ITALIA... pag
4 ABRUZZO... pag 113 BASILICATA... pag 122 CALABRIA... pag 131 CAMPANIA... pag 140 EMILIA ROMAGNA... pag 149 FRIULI VENEZIA GIULIA... pag 158 LAZIO... pag 167 LIGURIA... pag 176 LOMBARDIA... pag 185 MARCHE... pag 194 MOLISE... pag 203 PIEMONTE... pag 212 PUGLIA... pag 221 SARDEGNA... pag 230 SICILIA... pag 239 TOSCANA... pag 248 TRENTINO ALTO ADIGE PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO... pag 257 TRENTINO ALTO ADIGE PROVINCIA AUTONOMA DI BOLZANO... pag 266 UMBRIA... pag 275 VALLE D'AOSTA... pag 284 VENETO... pag
5 INTRODUZIONE La legge 27 dicembre 2006 n. 296, integrata e modificata da provvedimenti normativi successivi, ai commi 344, 345, 346 e 347 dell art. 1 ha disposto la possibilità di ottenere detrazioni fiscali del 55% della spesa sostenuta per la realizzazione di interventi di risparmio energetico nel patrimonio immobiliare nazionale esistente. In dettaglio: Comma 344: per la riqualificazione energetica globale dell edificio. Comma 345: per interventi su strutture opache orizzontali, strutture opache verticali e finestre comprensive di infissi. Comma 346: per l installazione di pannelli solari per la produzione di acqua calda. Comma 347: per la sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di caldaie a condensazione o, in alternativa, con pompe di calore ad alta efficienza ovvero con impianti geotermici a bassa entalpia e per interventi di sostituzione di scaldacqua tradizionali con scaldacqua a pompa di calore dedicati alla produzione di acqua calda sanitaria. Una prima proroga a questo sistema si è avuto con la legge 24 dicembre 2007 n. 244 (art. 1 commi 20-24). Con la legge di stabilità 2011 (legge n. 220 del 13/12/10 art. 1 punto 48) viene nuovamente modificato il termine ultimo entro il quale effettuare i lavori, estendendo la possibilità di accedere al beneficio fiscale del 55% anche ai lavori di riqualificazione energetica - globale o parziale effettuati entro il 31 dicembre Una nuova proroga del beneficio fiscale del 55% viene poi assicurata con il decreto legge 6 dicembre 2011 n. 201 (c.d. "Salva Italia") "Disposizioni urgenti per la crescita, l'equità e il consolidamento dei conti pubblici" e con la legge di conversione 22 dicembre L art. 4 del Decreto recita quanto segue: Nell articolo 1, comma 48, della legge 13 dicembre 2010, n. 220 le parole 31 dicembre 2011 sono sostituite dalle seguenti: 31 dicembre Le disposizioni di cui al citato comma 347 si applicano anche alle spese per interventi di sostituzione di scaldacqua tradizionali con scaldacqua a pompa di calore dedicati alla produzione di acqua calda sanitaria. Di fatto, quindi, per l anno fiscale 2012 viene integralmente garantito il quadro normativo in vigore nell anno precedente, con la sola eccezione rappresentata dall ammissione al beneficio fiscale dei sistemi scaldacqua a pompa di calore. Ciò premesso, in estrema sintesi, resta quindi confermato che: l agevolazione consiste in una detrazione dall imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF) ovvero dall imposta sul reddito delle società (IRES) in ragione delle spese sostenute per interventi di riqualificazione energetica; tale agevolazione, anche per l anno fiscale 2012, deve essere ripartita in dieci rate annuali di pari importo; il valore massimo detraibile è variabile in funzione della tipologia di comma attivato ed in ogni caso risulta compreso tra e ; le principali indicazioni procedurali e della normativa in materia sono contenute nel c.d. Decreto Edifici (D.M. 19 febbraio 2007 e s.m.i.); sotto il profilo delle prestazioni tecniche da rispettare per poter accedere al beneficio fiscale, i valori limite a cui fare riferimento sono definiti nel Decreto Ministeriale recante data 11 Marzo 2008 (per ciò che concerne gli interventi di riqualificazione globale ai sensi del comma 344) e dal successivo DM (per ciò che concerne gli interventi sull involucro edilizio e gli interventi di installazione di generatori a biomasse). Relativamente all attività di formazione e monitoraggio che dal 2007 l ENEA svolge in questo specifico settore: continua ad essere gestito l ormai storico sito informativo alla pagina è stato attivato un sito specifico per la compilazione e l invio telematico della documentazione relativa agli interventi conclusi nel 2012 disponibile all indirizzo 5 5
6 In ottemperanza a quanto previsto dall art. 11 del su citato decreto edifici, annualmente viene elaborata una valutazione sinottica dei risultati ottenuti, con lo scopo di permettere una lettura in chiave tecnico-economica degli indicatori maggiormente significativi. Da un punto di vista metodologico, anche per questo volume dal titolo Le Detrazioni Fiscali del 55% per la Riqualificazione Energetica del patrimonio Edilizio Esistente nel 2012 è importante specificare che: i risultati ottenuti fanno riferimento unicamente alla documentazione tecnica inviata per via telematica attraverso il sito viene pertanto trascurato il contributo delle pratiche inviate ad ENEA per via cartacea (in quanto marginale sotto il profilo numerico); la redazione di questo documento non è associata alla veridicità e all attendibilità dei contenuti tecnici delle pratiche trasmesse, non essendo stato concesso all ENEA il ruolo di validazione diretta delle pratiche inviate, motivo per cui, sulla base dell esperienza precedentemente maturata, si è ritenuta opportuna un operazione preliminare di cernita e filtraggio del campione statistico disponibile; alla luce delle semplificazioni procedurali di cui alla L. 99 del , l operazione di filtro di cui sopra è risultata indispensabile. 6 6
7 CAPITOLO 1. IL QUADRO GENERALE: RISULTATI NEL 2012 Da un analisi quantitativa sugli interventi di riqualificazione energetica per i quali si è fatta domanda di detrazione fiscale del 55% attraverso il sito (fig. 1.1) risulta che: la maggior parte delle pratiche ricevute da ENEA riguarda la sostituzione degli infissi (64%), ossia oltre interventi su un totale di circa pratiche; quasi pratiche, pari al 25% del totale, coinvolgono la sostituzione dell impianto di climatizzazione invernale; quasi pratiche, ossia il 9% rispetto al totale, prevede l installazione di pannelli solari per la produzione di acqua calda sanitaria; circa il 2% di tutte le pratiche inviate riguarda la coibentazione di strutture opache verticali e orizzontali (circa interventi); Ciò premesso, giusto evidenziare che rispetto al passato, la distribuzione percentuale sopra riportata mostra: nonostante la riduzione in valore assoluto rispetto ai valori massimi registrati nel 2010, una ulteriore crescita del valore percentuale degli interventi sugli infissi (da 48% nel 2009 a 64% nel 2012); una progressiva diminuzione degli interventi di installazione di solare termico (percentualmente da 15% nel 2009 a 9% del 2012); un dimezzamento del dato percentuale degli interventi sull involucro edilizio (da 6% del 2009 a 3% del 2012). Onde evitare che i dati percentuali appena indicati possano risultare fuorvianti, è necessario specificare anche il peso in termini assoluti delle superfici di involucro oggetto di riqualificazione energetica per l anno 2012: mq relativamente alle strutture opache verticali; mq relativamente alle strutture opache orizzontali; mq relativamente alle sostituzioni di infissi. FIG. 1.1 DISTRIBUZIONE DEL NUMERO DELLE RICHIESTE DI DETRAZIONE 2012 PER TIPOLOGIA DI INTERVENTO Da quanto sopra, se ne deduce piuttosto chiaramente che anche per gli interventi sull involucro edilizio opaco si possa parlare di un mercato fervido e di un discreto successo nell applicazione degli incentivi introdotti dalla L.296/06: tali interventi sono infatti concentrati in un numero nettamente inferiore rispetto a quanto si osserva nel caso delle 7 7
8 sostituzioni di infissi; di contro, risultano ovviamente caratterizzati da valori di superficie per singolo intervento più alte. FIG. 1.2 CARATTERIZZAZIONE DELLA TIPOLOGIA DEI SOGGETTI BENEFICIARI (ANNO 2012) FIG. 1.3 DISTRIBUZIONE DEGLI IMMOBILI PER EPOCA DI COSTRUZIONE (ANNO 2012) Dalla lettura quantitativa dei dati illustrati in fig. 1.2 emerge chiaramente come i soggetti richiedenti i benefici fiscali siano per la maggior parte persone fisiche (95%) e che anche per il 2012 possa essere considerata ridotta la 8 8
9 diffusione tra persone giuridiche (6%). Nei valori percentuali si ha una conferma dei dati registrati per il precedente triennio fiscale. Infatti, percentualmente: nel 2008: 95% persone fisiche e 5% persone giuridiche; nel 2009: 94% persone fisiche; 6% persone giuridiche; nel 2010: 94% persone fisiche; 6% persone giuridiche; nel 2011: 94% persone fisiche; 6% persone giuridiche; nel 2012: 95% persone fisiche; 5% persone giuridiche. FIG. 1.4 CARATTERIZZAZIONE DIMENSIONALE DEGLI IMMOBILI (ANNO 2012) Per quanto concerne l epoca di costruzione degli edifici oggetto di intervento, il diagramma in fig. 1.3 evidenzia nuovamente che la maggiore diffusione si ha per immobili realizzati nel periodo compreso fra gli anni (in cui si concentra il 46% del parco immobiliare riqualificato). Rispetto a quanto rilevato nel passato, da un punto di vista percentuale la distribuzione può essere riletta in linea con gli anni Il valore massimo, sempre relativo alle costruzioni realizzate tra il 1961 e il 1982, ha registrato infatti i seguenti valori: dal 38% dell anno 2007; al 43% del 2008; al 47% del 2009; al 45% nel 2010; al 45% nel 2011; al 46% nel Relativamente invece alla classificazione dimensionale degli immobili oggetto di richiesta di detrazione fiscale, si desume dal grafico in fig. 1.4 che: la maggior parte di essi (ossia circa, pari al 92% del totale) abbia una superficie minore di 250 m 2 ; il 6 % riguarda immobili con una superficie compresa tra i 250 m 2 e i 750 m 2 ; il restante 2% degli interventi si riferisce ad immobili con superficie superiore ai 750 m
10 In questo caso è da sottolineare come una tendenza consolidata la maggiore diffusione degli interventi di riqualificazione energetica in unità immobiliari di minore superficie utile. Nel confronto con i valori riscontrati nel passato, si registra una conferma del dato percentuale nel tempo anche per questa categoria. In dettaglio: 67% nel 2007; 68% nel 2008; 91% nel 2009; 91% nel 2010; 91% nel 2011; 92% nel Di contro, diminuiscono progressivamente gli interventi effettuati su immobili di taglia maggiore, in modo particolare nella fascia fissata sopra i 750 m 2, con un valore che dal 20% del 2007 si riduce al 2% del FIG. 1.5 RAPPORTO TRA INVESTIMENTI UNITARI SOSTENUTI E RISPARMIO UNITARIO OTTENUTO, IN FUNZIONE DELLA DIMENSIONE DEGLI IMMOBILI IN MQ (ANNO 2012) In netta controtendenza rispetto ai valori di distribuzione, si evince dal grafico in fig, 1.5 come la maggiore efficacia (in termini di risparmio energetico prodotto a parità di invesitmento sostenuto) sia da attribuire agli interventi effettuati su immobili di maggiore superficie: da quanto viene dichiarato nelle pratiche inviate nell anno 2012, ad interventi effettuati in immobili di superficie ridotta è lecito attribuire un valore specifico di risparmio energetico medio più basso rispetto ad immobili di superficie maggiore. Questo aspetto rappresenta una conferma rispetto a quanto osservato nel recente passato. Altro elemento confermato dai dati 2012: dalla fig. 1.6 si osserva esplicitamente come anche per il 2012 così come nel passato - i soggetti richiedenti il beneficio fiscale del 55% nella stragrande maggioranza dei casi abbiano effettuato lavori su immobili di tipo residenziale. Anche in questo caso, il valore percentuale rappresenta una sostanziale conferma dei dati percentuali e ovviamente non assoluti - rilevati negli anni precedenti. Entrando poi in merito alla tipologia edilizia degli immobili oggetto di intervento nel 2012 (fig. 1.7), si evince che: quasi la metà degli interventi (38%) riguarda edifici di tipo isolato; il 23% interessa immobili di piccola taglia (edifici bassi fino a tre piani); 10 10
11 circa il 33% (quasi pratiche totali) è stato effettuato in edifici di taglia medio-grande; soltanto interventi totali (pari a circa 1% del totale) sono localizzati in edifici di tipo industriale. FIG. 1.6 DISTRIBUZIONE DEGLI IMMOBILI PER DESTINAZIONE D USO (ANNO 2012) FIG. 1.7 DISTRIBUZIONE DEGLI IMMOBILI PER TIPOLOGIA EDILIZIA A fronte della distribuzione su riportata, i contenuti del grafico mostrato dalla successiva fig. 1.8 evidenziano però come la maggiore convenienza economica del risparmio energetico sia invece da attribuire proprio agli interventi effettuati su immobili di tipo industriale. In termini di puro risparmio energetico prodotto e sulla base delle 11 11
12 dichiarazioni fornite ad ENEA dai beneficiari, a parità di investimento sostenuto dal beneficiario si registrano risultati significativamente superiori per edifici industriali rispetto ad edifici di tipo residenziale. Questa controtendenza rispetto alla distribuzione rappresenta, anche per l anno 2012, un elemento di particolare interesse. FIG. 1.8 RAPPORTO TRA INVESTIMENTI UNITARI SOSTENUTI E RISPARMIO UNITARIO OTTENUTO, IN FUNZIONE DELLA TIPOLOGIA EDILIZIA DEGLI IMMOBILI OGGETTO DI INTERVENTO (ANNO 2012) FIG. 1.9 DISTRIBUZIONE DEGLI IMMOBILI PER TIPOLOGIA DI IMPIANTO TERMICO (CON RIFERIMENTO AI SOLI DATI CONTENUTI NELL ALLEGATO A- ATTESTATO DI QUALIFICAZIONE ENERGETICA) 12 12
13 FIG DISTRIBUZIONE DEGLI IMPIANTI TERMICI PER TIPOLOGIA DI COMBUSTIBILE (CON RIFERIMENTO AI SOLI DATI CONTENUTI NELL ALLEGATO A- ATTESTATO DI QUALIFICAZIONE ENERGETICA) Ciò detto, prima di affrontare le considerazioni relative alle caratteristiche tecniche di impianto termico oggetto dei successivi grafici 1.9 e 1.10 è doveroso indicare che: la riduzione del carico documentale da inviare ad ENEA prevista dalla L. 99 del ha reso meno significativa sia in valore assoluto sia rispetto al passato qualsiasi considerazione tecnica sulla distribuzione del campione statistico; i diagrammi su citati sono riferiti unicamente alle pratiche per le quali è stato inviato ad ENEA anche l attestato di qualificazione energetica (c.d. Allegato A), ossia circa il 2% del totale. Relativamente alla distribuzione della tipologia di impianto di climatizzazione invernale istallato nelle unità immobiliari, sottolineando che nei valori percentuali si ottiene una quasi assoluta corrispondenza rispetto ai dati dell anno 2011, possiamo limitarci ad evidenziare che: la maggiore percentuale degli interventi (83%) riguarda edifici con impianto termico di tipo autonomo; solo il restante 13% interessa immobili con impianto centralizzato; soltanto il 3% del totale dichiara l installazione di un sistema di contabilizzazione del calore. Per ciò che concerne specificamente la tipologia di combustibile utilizzato dai generatori termici delle unità immobiliari oggetto di intervento, i dati in fig confermano che la maggior parte degli impianti è alimentato con gas metano e che, di contro, possano essere considerate trascurabili le percentuali associate ad altre forme di combustibile. Alla luce delle limitazioni sulla qualità dei dati tecnici disponibili, risulta possibile unicamente verificare la congruità di questi dati in termini percentuali e non assoluti rispetto agli anni precedenti. Se ne deduce: la conferma del valore dei generatori alimentati con sistemi a gas metano (73% nel 2008, 73% nel 2009, 69% nel 2010, 69% nel 2011, 70% nel 2012); la lenta crescita della quota percentuale associata al mercato delle biomasse (2,7% nel 2007, 4% nel 2008, 4% nel 2009, 13% nel 2010, 12% nel 2011, 13% nel 2012)
14 CAPITOLO 2. LA DIFFUSIONE SUI TERRITORI REGIONALI. I dati aggregati relativi alle pratiche dell anno fiscale sinteticamente - evidenziano quanto segue: pratiche totali; investimenti complessivi superiori a milioni di euro; valore complessivo degli importi portati in detrazione quasi milioni di euro; risparmio energetico complessivo in energia primaria Gwh/anno circa; CO 2 non emessa in atmosfera pari a circa 268 kt/anno. Nonostante la riduzione in valore assoluto del numero di pratiche complessivamente inviate nel 2012 rispetto ai valori massimi registrati nel corso del 2010, si conferma ampia la diffusione di questo sistema incentivante sul territorio nazionale seppur con grandi differenze tra le singole regioni. In questo capitolo verranno proprio analizzate le specificità rilevate tra i risultati dichiarati nelle 20 regioni italiane. La distribuzione del numero complessivo di pratiche effettuate sul territorio nazionale distinte per ambito regionale (fig. 2.1) rivela: una nuova conferma della quota attribuibile alla Regione Lombardia (che con il 22% conferma il valore percentuale del 2011); una larga diffusione degli interventi effettuati nelle Regioni Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna (circa 38% complessivo); come il restante 40% delle pratiche effettuate si distribuisca sostanzialmente in linea con quanto avvenuto nel corso degli anni precedenti. FIG. 2.1 CONFRONTO RELATIVO AL NUMERO DI DOCUMENTAZIONI INVIATE NEL 2010 PER SINGOLA REGIONE Sottolineando che il valore complessivo nazionale di risparmio energetico in energia primaria dichiarato per l anno 2012 è pari a GWh/anno (dato in calo di oltre il 35% rispetto al massimo di GWh/anno del 2010), ricordando anche che il valore nazionale di anidride carbonica non emessa in atmosfera per la campagna 2012 è pari a circa 268 kt/anno di CO 2, in termini di distribuzione sul territorio dei risultati assoluti le fig. 2.2 e 2.3 evidenziano come: 14 14
15 circa il 70% del totale sia concentrato in sole quattro regioni (vale a dire: Lombardia, Piemonte, Emilia- Romagna e Veneto), del tutto in linea con quanto avvenuto nel passato; altrettanto in linea con il passato, il dato cumulato associato ai benefici totali di risparmio energetico e anidride carbonica non emessa dichiarati nelle prime dieci regioni è pari al 91% del totale; può essere considerato marginale rispetto al totale il peso dei risultati ottenuti nelle ultime dieci regioni (9% del valore nazionale); solo il 2% del risparmio energetico e di CO 2 non emessa può considerarsi localizzato nelle ultime 4 regioni (vale a dire: Molise, Basilicata, Calabria e Valle D Aosta). A questa prima valutazione, necessita far seguire una lettura dei risultati in funzione del numero degli abitanti. In questo senso, può leggersi più chiaramente quale sia stata l efficacia effettiva soprattutto in termini ambientali del sistema di incentivazione fiscale conosciuto come 55%. Nelle fig. 2.4 e 2.5 si nota con iniziale stupore come i benefici maggiori non coincidano con la maggiore concentrazione dei risultati assoluti, risultati appena descritti. In dettaglio: nella valutazione pro-capite, il maggior beneficio (in termini sia di risparmio energetico sia di CO 2 non emessa in atmosfera) è da attribuire al Piemonte; buoni i risultati conseguiti diffusamente in area alpina ed in particolare in una regione che in termini assoluti giocava un ruolo marginale, la Valle D Aosta; sostanzialmente confermata l efficacia ridotta dei risultati dell area meridionale anche nella valutazione per singolo abitante. FIG. 2.2 CONFRONTO RELATIVO AL VALORE DICHIARATO DI RISPARMIO ENERGETICO ASSOCIATO AD OGNI REGIONE NEL VALORI ESPRESSI IN GWh/ANNO 15 15
16 FIG. 2.3 CONFRONTO RELATIVO AL VALORE DICHIARATO DI BENEFICI AMBIENTALI (CO 2 NON EMESSA IN ATMOSFERA) ASSOCIATO AD OGNI REGIONE NEL VALORI ESPRESSI IN Kt/ANNO DI CO 2 FIG. 2.4 RISPARMIO ENERGETICO PER L ANNO 2010 IN FUNZIONE DEL NUMERO DI RESIDENTI. CONFRONTO DEI DATI REGIONALI. VALORI ESPRESSI IN KWh/ANNO 16 16
17 FIG. 2.5 BENEFICIO AMBIENTALE (CO 2 NON EMESSA IN ATMOSFERA) PER L ANNO 2010 IN FUNZIONE DEL NUMERO DI RESIDENTI. CONFRONTO DEI DATI REGIONALI. VALORI ESPRESSI IN Kg/ANNO DI CO 2 In netta analogia, sotto il profilo macroeconomico, confrontando la distribuzione degli investimenti sul territorio in valore assoluto (fig. 2.6) e per singolo residente in regione (fig. 2.7) si evince che: il valore complessivo degli investimenti è pari a M (in calo di oltre il 35% rispetto al valore massimo di M registrato nel 2010); di questi, oltre il 26% è concentrato nella sola regione Lombardia e circa il 63% nelle solite prime quattro regioni (Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia- Romagna); in nessuna realtà regionale si osserva un aumento del valore degli investimenti nel 2012; nella distribuzione pro-capite, la regione Trentino-Alto Adige veste un ruolo di primissimo piano. FIG. 2.6 DISTRIBUZIONE REGIONALE DEGLI INVESTIMENTI COMPLESSIVAMENTE SOSTENUTI IN AMBITO REGIONALE NEL
18 FIG. 2.7 DISTRIBUZIONE REGIONALE DEGLI INVESTIMENTI NORMALIZZATI SUL NUMERO DI ABITANTI NEL 2012 FIG.2.8 ANALISI DELLE VARIAZIONI REGIONALI DEL COSTO MEDIO DEGLI INTERVENTI DEL 2012 La variabilità finora evidenziata necessita di una lettura specifica anche sotto il profilo del: costo medio regionale per intervento di riqualificazione energetica effettuato (fig.2.8); costo dell investimento medio in funzione della potenziale disponibilità a spendere (fig.2.9). Vista la variabilità del parametro costo in funzione di diverse componenti (di natura economica, tecnologica e costruttiva) non sorprendono i contenuti della fig. 2.8, sostanzialmente in linea con quanto rilevato nel recente passato. Si evidenzia pertanto come: il valore medio per l anno 2012 risulta pari a circa /intervento (- 7% rispetto al dato 2011); il valore massimo si registra nelle regioni Valle D Aosta e Trentino-Alto Adige (circa /intervento); il valore minimo nella regione Sardegna (circa /intervento)
19 FIG.2.9 ANALISI DEL COSTO MEDIO DEGLI INTERVENTI IN FUNZIONE DELLA PRESUNTA CAPACITÀ DI SPESA DEI BENEFICIARI (REDDITO DISPONIBILE PER ABITANTE FONTE: ISTAT 2012) FIG.2.10 ANALISI DELL INCIDENZA DELLE DETRAZIONI DEL 55%: INTERVENTI EFFETTUATI IN FUNZIONE DELLA POPOLAZIONE RESIDENTE Nell ipotesi che l efficacia della misura di incentivazione del 55% possa essere rappresentata anche dalla propensione alla spesa del cittadino, si è costruito in fig. 2.9 un diagramma di confronto tra quanto registrato nelle diverse realtà regionali. Per propensione alla spesa si è assunto il rapporto tra il costo medio dell investimento sostenuto nell anno 2012 e il reddito medio disponibile per singolo abitante (dato ISTAT 2011). Se ne deducono interessanti conclusioni: 19 19
20 l intervento di riqualificazione energetica medio ha un costo minimo inferiore al 50% della disponibilità annua del nucleo familiare; indipendentemente dalla tipologia di intervento effettuato, e con la sola eccezione del caso della Regione Campania, i lavori per i quali si è richiesto beneficio fiscale non raggiungono un valore superiore al 70% della disponibilità economica del beneficiario. Ricordando che il comportamento del beneficiario medio e la conseguente distribuzione degli interventi sul territorio non possa che essere significativamente diversificata in funzione delle singole realtà regionali, un ulteriore indicatore dell efficacia della Campagna del 55% per l anno 2012 è la verifica del numero di pratiche inviate rispetto al numero complessivo di residenti nei differenti ambiti regionali. Dal grafico in fig. 2.10, quindi, si deduce che: prescindendo da una qualsiasi caratterizzazione della tipologia di interventi e dei costi, una maggiore predisposizione ad effettuare interventi di riqualificazione energetica si è registrata nelle regioni a clima freddo (in primis Piemonte e Trentino-Alto Adige) rispetto alle regioni a clima caldo (Campania, Calabria e Sicilia). conseguentemente alla riduzione in numero degli interventi effettuati sul territorio, si osserva una diffusa diminuzione dei valori percentuali registrati in ogni singola realtà regionale rispetto a quanto evidenziato nell ultimo biennio
21 CAPITOLO 3. INTERVENTI DI RIQUALIFICAZIONE GLOBALE (C. 344) Al comma 344 era affidato già dal c.d. Decreto Edifici nella sua versione originaria del 2007 il compito di attivare l agevolazione degli interventi di riqualificazione globale, ossia tecnicamente più complessi che riguardassero il miglioramento delle prestazioni energetiche dell intero sistema edificio-impianto. Questa tipologia di intervento è l unica per la quale la Normativa non predispone: specifiche indicazioni sulle tipologie di interventi agevolabili; particolari valori limite prestazionali per i componenti utilizzati. Di contro, la Normativa richiede il rispetto di valori minimi in termini di prestazioni energetiche del sistema edificioimpianto, da garantire per l intero edificio. Dalle documentazioni giunte nel 2012 ad ENEA attraverso il sito risulta che: poco più di interventi sono stati effettuati sul territorio nazionale ai sensi del comma 344 (in netto calo rispetto agli anni passati); il risparmio complessivo da attribuire ad essi è fissato a circa 29 GWh/anno in energia primaria (a fronte di 35 GWh/anno del 2011), con un valore medio di risparmio per intervento che si mantiene sostanzialmente invariato attorno a 24 MWh/anno; conseguentemente a quanto sopra, risulta in diminuzione anche il beneficio ambientale in termini di tonnellate/anno di CO 2 non emessa in atmosfera (da t/a CO 2 nel 2010 a t/a CO 2 nel 2011 a meno di t/a CO 2 nel 2012); da un punto di vista economico, nel 2012 a questi interventi di riqualificazione globale sono associati investimenti pari a circa 76 milioni di euro, con una riduzione di circa il 15% rispetto al dato rilevato nel corso dell anno precedente (90 milioni di euro nel 2011). Da quanto sopra risulta evidente la forte contrazione in numero di questa specifica tipologia di intervento. Questo elemento merita di essere evidenziato con attenzione, essendo questa la tipologia per la quale è lecito attendersi il maggior beneficio unitario in termini di risparmio energetico prodotto (pur non essendo stata predisposta una specificità tecnica dell intervento da rispettare in senso prescrittivo ). Pur tuttavia, l esiguità del campione statistico intrinseca nella complessità stessa di questa tipologia di intervento - rende arduo avanzare qualsiasi approfondimento tecnico dei risultati ottenuti. Seppur limitato il numero degli interventi complessivamente effettuati, meritano un approfondimento gli interventi di sostituzione del generatore termico con caldaie a biomasse, lavori questi da effettuarsi necessariamente ai sensi del su citato comma 344. Da quanto in nostro possesso è possibile dedurre: distribuzione quantitativa degli interventi sul territorio nazionale; risparmio energetico in valore assoluto e in rapporto ai gradi giorno - associato agli interventi; investimenti collegati agli interventi in termini di costo medio; costo del risparmio energetico; indicazioni sulla penetrazione della tecnologia sul territorio. Da un punto di vista della distribuzione regionale degli interventi, si osserva nello specifico grafico delle distribuzioni in fig. 3.1 che: il 18% circa degli interventi di sostituzione di impianto termico con generatore a biomasse è stato effettuato nella regione Lazio (dato percentuale confermato rispetto al 2011); rispetto al passato si confermano discreti risultati anche in Veneto e Piemonte (21% del totale); marginale il contributo delle aree meridionali, tutte con numeri esigui di interventi per regione. In tema specifico di risparmi medi conseguiti con questa tipologia di intervento, il grafico in fig. 3.2 mostra poi come i benefici medi specifici siano da attribuire prevalentemente agli interventi effettuati nelle regioni a clima prevalentemente rigido. In dettaglio, si può identificare chiaramente che: i valori massimi, più che doppi rispetto al valore medio nazionale di 16 MWh/anno, si registrino in Trentino- Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia e Val D Aosta; 21 21
22 i valori minimi, anche inferiori a 8 MWh/anno per intervento, in Campania, Calabria, Abruzzo e Molise. FIG. 3.1 DISTRIBUZIONE REGIONALE DEGLI INTERVENTI DI SOSTITUZIONE IMPIANTO TERMICO CON CALDAIE A BIOMASSE. I VALORI QUANTITATIVI SONO RIFERITI AL TOTALE INVIATE NEL 2012 FIGURA 3.2 SOSTITUZIONE DI IMPIANTI TERMICI CON CALDAIE A BIOMASSE. RISPARMIO REALIZZATO CON L INTERVENTO MEDIO EFFETTUATO NEL 2012 (KWh/ANNO) Normalizzando tali valori rispetto al fattore clima (ossia rapportando il risultato ai gradi giorno medi della regione), seppur con il limite del numero esiguo, si ottengono indicazioni ancora più significative sull efficacia effettiva di questa tecnologia. A parità di condizioni (come indicato in fig.3.3), l efficacia degli interventi risulterebbe così modificata: i valori massimi (superiore a 25 MWh/anno) si registrerebbero in Friuli-Venezia Giulia e nelle Marche; gli interventi meno efficaci sarebbero localizzati (inferiori a 6 MWh/anno) in Abruzzo e Molise
23 FIG. 3.3 SOSTITUZIONE DI IMPIANTI TERMICI CON CALDAIE A BIOMASSE. RISPARMIO REALIZZATO CON L INTERVENTO MEDIO EFFETTUATO NEL DATO NORMALIZZATO IN FUNZIONE DEI GRADI GIORNO REGIONALI. (kwh/anno) FIG. 3.4 SOSTITUZIONE DI IMPIANTI TERMICI CON CALDAIE A BIOMASSE. COSTO MEDIO DELL INTERVENTO EFFETTUATO NEL
24 FIG.3.5 SOSTITUZIONE DI IMPIANTI TERMICI CON CALDAIE A BIOMASSE. COSTO MEDIO DI UN MWh RISPARMIATO A SEGUITO DEGLI INTERVENTI EFFETTUATI NEL 2012 FIG.3.6 INDICE DI PENETRAZIONE DELLA TECNOLOGIA: NUMERO DI CALDAIE A BIOMASSE SOSTITUITE NEL 2012 IN RAPPORTO AGLI ABITANTI E AL FATTORE CLIMA La forte disomogeneità su base regionale evidenziata finora si riflette anche nell analisi del costo medio specifico dichiarato per singolo intervento, oggetto della successiva fig A tal proposito: 24 24
25 i valori massimi, decisamente superiori alla media nazionale di /intervento sono registrati in Valle D Aosta e Liguria (superiori a ); i valori minimi, inferiori a /intervento in Sicilia e Molise. In riferimento al grafico in fig. 3.5, il costo effettivo del risparmio energetico dichiarato per interventi di questo tipo non può che evidenziare anch esso una significativa variabilità: in chiave di pura convenienza economica, nel 2012 sostituire l impianto di climatizzazione invernale con un generatore a biomasse in aree come Sicilia, Friuli-Venezia Giulia e Lazio (in cui cioè il costo del MWh risparmiato a seguito dell intervento di riqualificazione energetica si attesta su costi decisamente inferiori alla media nazionale di circa 115 ) è risultato evidentemente più vantaggioso rispetto alle regioni Molise (in cui lo stesso costo medio raggiunge in maniera anomala e presumibilmente a causa del numero statisticamente esiguo di interventi il valore di oltre ) o anche in Valle D Aosta e Liguria (oltre 400 per MWh). Infine, nei limiti dell esiguità del campione numerico analizzato, il grafico in fig. 3.6 mostra come nel 2012 questa specifica tecnologia si sia diffusa sul territorio regionale. A parità di popolazione e di condizioni climatiche (ossia normalizzando la distribuzione sul numero di gradi giorno medi regionali) le indicazioni che se ne traggono sono che: confermando i ruoli dell anno 2011, la maggiore penetrazione nel mercato si possa attribuire alle regioni: Sardegna, Trentino-Alto Adige, Umbria e Lazio; i minori risultati siano localizzati ed anche in questo caso si tratta di una conferma rispetto all anno precedente - in regione Lombardia; la forbice esistente tra il dato maggiore e minore è pari ad un fattore 1:
26 CAPITOLO 4. L INVOLUCRO EDILIZIO (C. 345) Analogamente a quanto previsto nel passato, gli interventi effettuati ai sensi del comma 345 dell art. 1 della L.296/06 e s.m.i. sono relativi a: involucro edilizio riguardanti strutture opache verticali; sostituzione di finestre comprensive di infissi; sistemi di copertura e solai; a condizione che tali componenti: delimitino il volume riscaldato verso l esterno o verso vani non riscaldati; rispettino i valori limite di trasmittanza termica U (W/m 2 K) prescritti dal DM Ciò premesso, il numero delle pratiche ricevute nel 2012 pur rispettando la distribuzione percentuale riscontrata nel biennio (fig. 4.1) quantitativamente ha fatto segnare una forte contrazione nel numero delle pratiche effettuate. Da evidenziare come, anche nel 2012, la tipologia di riqualificazione energetica più diffusa sul territorio sia stata la sostituzione degli infissi (96% rispetto al valore complessivo di interventi sull involucro edilizio). Doveroso sottolineare nuovamente, a tale proposito, che tali percentuali possano risultare fuorvianti laddove non accompagnate dai dati sulle superfici di involucro effettivamente riqualificate nel corso dell anno 2012: mq relativamente alle strutture opache verticali; mq relativamente alle strutture opache orizzontali; mq relativamente alle sostituzioni di infissi. FIG. 4.1 DISTRIBUZIONE DEGLI INTERVENTI EFFETTUATI SULL INVOLUCRO Relativamente alle c.d. strutture orizzontali, ribadendo che il numero delle pratiche inviate è statisticamente meno significativo rispetto ad altre tipologie di lavori, è opportuno sottolineare quanto espresso dal grafico presentato in fig. 4.2: percentualmente si conferma il dato della regione Lombardia (21% nel 2008, il 25% nel 2009, 22% nel 2010, 23% nel 2011); il 15% la Regione Emilia-Romagna (15% del 2008, 12% nel 2009, 17% nel 2010, 16% nel 2011) il 14% in Veneto (17% nel 2008, 15% nel 2009, il 14% nel 2010, 13% nel 2011) 26 26
27 l 11% in Piemonte (13% nel 2008, 14% nel 2009, il 12% nel 2010, 12% nel 2011). In linea con quanto avvenuto nel quadriennio , il totale da attribuire alle prime quattro regioni supera la soglia percentuale del 60%. Ulteriore conferma: si mantiene trascurabile la percentuale degli interventi di riqualificazione energetica di strutture orizzontali effettuate nelle regioni dell area centro-meridionale. In termini di risparmio medio ottenuto, i dati in nostro possesso per l anno 2012 (fig. 4.3) con un valore medio nazionale pari a circa 26 MWh/anno in linea con quanto evidenziato nel recente passato - evidenziano performance migliori in: Emilia-Romagna (quasi 37 MWh/anno) Lombardia (oltre 35 MWh/anno); Piemonte (quasi 32 MWh/anno). Al contrario, i valori minimi si riscontrano in : Liguria (circa 7 MWh/anno) Basilicata (poco più di 6 MWh/anno). Normalizzando tali valori rispetto al fattore clima (ossia rapportando il risultato ottenuto ai gradi giorno medi della regione), si ottengono indicazioni ancora più significative sul potenziale di risparmio energetico di questa specifica tipologia di intervento. A parità di condizioni climatiche, quindi, la fig.4.4 mostra: il valore massimo in termini di efficacia degli interventi (superiore a 33 MWh/anno) si conferma in Emilia- Romagna e a seguire in Molise (quasi 30 MWh/anno); il valore minimo si conferma in Basilicata (circa 7 MWh/anno). In termini di costi medi regionali, poi, dalla fig. 4.5 si evidenzia chiaramente quanto siano forti le differenze all interno del panorama nazionale. Tenendo ben presente che queste sono attribuibili in parte a diversi fattori tecnici (tra cui: dimensione dell intervento, complessità tecnica, variabilità delle tecniche costruttive e - non in ultimo - eventuali presenze di micro-economie locali), giusto evidenziare che: il costo medio nazionale si aggira attorno a per intervento (in aumento rispetto sia al 2010 sia al 2011); il valore massimo si registra in Trentino-Alto Adige (oltre ); il minimo in Basilicata (circa ). Da quanto sopra, ne deriva che il costo effettivo del risparmio energetico ottenuto da questa specifica tipologia di intervento sia piuttosto variabile in funzione della localizzazione dell intervento stesso. Dal successivo grafico in fig. 4.6 si possono trarre conseguenze in termini di pura convenienza economica, in dettaglio: ottenere un MWh di risparmio energetico con questa tipologia di intervento è costato mediamente 128 per l anno 2012 (dato in leggerissimo calo rispetto al 2011); i valori massimi si confermano nelle due isole (con valori anche oltre i 300 /MWh); i valori minimi in Emilia-Romagna e Molise (costo inferiore ai 100 /MWh). Inoltre, il grafico in fig. 4.7 mostra come nel 2012 questa specifica tecnologia si sia diffusa sui vari territori regionali. A parità di popolazione e di condizioni climatiche (ossia normalizzando il numero di interventi sul numero di gradi giorno medi regionali), si osserva che: rispetto al 2011, la maggiore penetrazione nel mercato si conferma nelle regioni Liguria, Emilia-Romagna, e Trentino-Alto Adige (seppure non nello stesso ordine); risultati poco convincenti si riscontrano nelle regioni Puglia, Campania e Basilicata; la forbice esistente tra il dato maggiore e minore è pari ad un fattore 1:16, dato più alto rispetto al Approfondendo l analisi tecnica relativa a questa tipologia di intervento, nei limiti dell esiguità del campione numerico analizzato, giusto evidenziare: il totale della superficie installata per regione (fig. 4.8); la superficie dell intervento medio (fig. 4.9); 27 27
28 i valori di risparmio per mq di intervento così come sono stati dichiarati dai beneficiari nel corso dell anno 2012 (fig. 4.10) FIG. 4.2 DISTRIBUZIONE PER REGIONE DEGLI INTERVENTI DI COIBENTAZIONE SU STRUTTURE OPACHE ORIZZONTALI FIG.4.3 DISTRIBUZIONE PER REGIONE DEL RISPARMIO MEDIO ANNUO A SEGUITO DI INTERVENTI SU STRUTTURE OPACHE ORIZZONTALI. VALORI ESPRESSI IN KWh/ANNO 28 28
29 FIG.4.4 INTERVENTI SU STRUTTURE OPACHE ORIZZONTALI. RISPARMIO REALIZZATO CON L INTERVENTO MEDIO EFFETTUATO NEL DATO NORMALIZZATO IN FUNZIONE DEI GRADI GIORNO REGIONALI. (kwh/anno) FIG. 4.5 DISTRIBUZIONE PER REGIONE DEL COSTO MEDIO DELL INTERVENTO SU STRUTTURE OPACHE ORIZZONTALI 29 29
30 FIG. 4.6 DISTRIBUZIONE PER REGIONE DEL COSTO MEDIO ANNUO DEL MWh RISPARMIATO A SEGUITO DI INTERVENTO SU STRUTTURE OPACHE ORIZZONTALI FIG.4.7 INDICE DI PENETRAZIONE DELLA TECNOLOGIA: NUMERO DI INTERVENTI SULLE CHIUSURE ORIZZONTALI NEL 2012 IN RAPPORTO AGLI ABITANTI E AL FATTORE CLIMA 30 30
31 FIG.4.8 SUPERFICIE COMPLESSIVA DI INTERVENTI EFFETTUATI NELLE DIVERSE REALTA REGIONALI NEL 2012 FIG.4.9 SUPERFICIE MEDIA DELL INTERVENTO DI RIQUALIFICAZIONE ENERGETICA NELLE DIVERSE REGIONI NEL
32 FIG.4.10 RISPARMIO PER MQ DEGLI INTERVENTI SULLE CHIUSURE ORIZZONTALI SECONDO QUANTO DICHIARATO DAI BENEFICIARI/TECNICI NEL CORSO DEL 2012 Analogamente per gli interventi sulle c.d. strutture verticali, ricordando che il numero di interventi effettuati è statisticamente meno significativo rispetto ad altre tipologie di lavori, da un punto di vista quantitativo è da sottolineare quanto evidenziato nel grafico presentato in fig. 4.11: più del 24% degli interventi è stato effettuato nella regione Lombardia (26% nel 2008, 28% nel 2009, 22% nel 2010, 23% nel 2011); il 15% in Veneto (21% nel 2008, 19% nel 2009, 16% nel 2010, 16% nel 2011); il 13% in Regione Emilia-Romagna (9% del 2008, 12% nel 2009, 14% nel 2010, 13% nel 2011). Seguendo il trend del quadriennio passato, il peso percentuale delle prime quattro regioni supera il 60% del totale degli interventi. Altrettanto, si conferma irrisorio in termini percentuali - il peso delle regioni centro-meridionali. In termini di risparmio medio ottenuto, i dati in nostro possesso per l anno 2012 (fig. 4.12) con un valore medio nazionale pari a circa 17 MWh/anno in linea con i dati del recente passato - evidenziano performance migliori in: Piemonte (oltre 23 MWh/ anno); Umbria (circa 22 MWh/anno); Valle D Aosta (circa 21 MWh/anno). Al contrario, i valori minimi si riscontrano in : Basilicata (inferiore a 10 MWh/anno) Lazio (circa 9 MWh/anno). Normalizzando tali valori rispetto al fattore clima (ossia rapportando il risultato ottenuto ai gradi giorno medi della regione), si ottengono indicazioni ancora più significative sul potenziale di risparmio energetico di questa specifica tipologia di intervento. A parità di condizioni climatiche, quindi, la fig.4.13 mostra: il valore massimo in termini di efficacia degli interventi (superiore a 21 MWh/anno) si registra in Umbria; il valore minimo si conferma in Trentino-Alto Adige (inferiore a 8 MWh/anno)
33 In termini di costi medi regionali, poi, dalla fig si evidenzia chiaramente quanto siano forti le differenze all interno del panorama nazionale. Tenendo ben presente che queste sono attribuibili in parte a diversi fattori tecnici (tra cui: dimensione dell intervento, complessità tecnica, variabilità delle tecniche costruttive e - non in ultimo - eventuali presenze di micro-economie locali), giusto evidenziare che: il costo medio nazionale si aggira attorno a per intervento (dato confermato rispetto al 2011); il valore massimo si registra in Valle D Aosta (quasi ); il minimo in Molise (circa ). Da quanto sopra, ne deriva che il costo effettivo del risparmio energetico ottenuto da questa specifica tipologia di intervento sia piuttosto variabile in funzione della localizzazione dell intervento stesso. Dal successivo grafico in fig si possono trarre conseguenze in termini di pura convenienza economica, in dettaglio: ottenere un MWh di risparmio energetico con questa tipologia di intervento è costato mediamente 140 per l anno 2012 (dato sostanzialmente in linea rispetto al biennio ); i valori massimi si registrano in Puglia e Sicilia (246 /MWh); i valori più bassi in Molise, Piemonte e Umbria (costo inferiore ai 100 /MWh). Inoltre, il grafico in fig mostra come nel 2012 questa specifica tecnologia si sia diffusa sui vari territori regionali. A parità di popolazione e di condizioni climatiche (ossia normalizzando il numero di interventi sul numero di gradi giorno medi regionali), le indicazioni che se ne traggono sono che: la maggiore penetrazione nel mercato si possa attribuire di gran lunga - alla regione Trentino-Alto Adige e, successivamente, alla regione Friuli-Venezia Giulia; i minori risultati siano localizzati in regione Sicilia, Puglia e Campania; la forbice esistente tra il dato maggiore e minore è pari ad un fattore 1:13. Approfondendo l analisi tecnica relativa a questa tipologia di intervento, nei limiti dell esiguità del campione numerico analizzato, giusto evidenziare: il totale della superficie installata per regione (fig. 4.17) la superficie dell intervento medio (fig. 4.18); i valori di risparmio per mq di intervento così come sono stati dichiarati dai beneficiari nel corso dell anno 2012 (fig. 4.19) 33 33
34 FIG.4.11 DISTRIBUZIONE REGIONALE DEGLI INTERVENTI SU STRUTTURE OPACHE VERTICALI FIG.4.12 DISTRIBUZIONE REGIONALE DEL RISPARMIO MEDIO ANNUO PER INTERVENTI SU STRUTTURE OPACHE VERTICALI. VALORI ESPRESSI IN KWh/ANNO 34 34
35 FIG.4.13 INTERVENTI SU STRUTTURE OPACHE VERTICALI. RISPARMIO REALIZZATO CON L INTERVENTO MEDIO EFFETTUATO NEL DATO NORMALIZZATO IN FUNZIONE DEI GRADI GIORNO REGIONALI. (kwh/anno) FIG.4.14 DISTRIBUZIONE REGIONALE DEL COSTO MEDIO DELL INTERVENTO SU STRUTTURE OPACHE VERTICALI 35 35
36 FIG.4.15 DISTRIBUZIONE REGIONALE DEL COSTO MEDIO ANNUO DI OGNI MWh RISPARMIATO CON GLI INTERVENTI FIG.4.16 INDICE DI PENETRAZIONE DELLA TECNOLOGIA: NUMERO DI INTERVENTI SULLE CHIUSURE VERTICALI NEL 2012 IN RAPPORTO AGLI ABITANTI E AL FATTORE CLIMA 36 36
37 FIG.4.17 SUPERFICIE COMPLESSIVA DI INTERVENTI EFFETTUATI NELLE DIVERSE REALTA REGIONALI NEL 2012 FIG.4.18 SUPERFICIE MEDIA DELL INTERVENTO DI RIQUALIFICAZIONE ENERGETICA NELLE DIVERSE REGIONI NEL
38 FIG.4.19 RISPARMIO PER MQ DEGLI INTERVENTI SULLE CHIUSURE VERTICALI SECONDO QUANTO DICHIARATO DAI BENEFICIARI/TECNICI NEL CORSO DEL 2012 Parallelamente per gli interventi sulle chiusure verticali trasparenti (c.d. finestre comprensive di infissi e/o chiusure apribili e assimilabili ), da un punto di vista quantitativo è da sottolineare quanto evidenziato nel grafico presentato in fig. 4.20: più del 23% degli infissi è stato installato nella regione Lombardia (25% nel 2008, 24% nel 2009, 23% nel 2010, 23% nel 2011); il 14% in Piemonte (11% nel 2008, 12% nel 2009, 13% nel 2010, 13% nel 2011); l 11% nella Regione Emilia-Romagna (10% del 2008, 11% nel 2009, 11% nel 2010, 12% nel 2011); il 10% in Veneto (11% nel 2008, 11% nel 2009, 10% nel 2010, 10% nel 2011). Seguendo il trend del recente passato, il peso percentuale delle prime quattro regioni è prossimo al 60% del totale degli interventi; altrettanto, si conferma scarsa in termini percentuali la distribuzione degli interventi nelle altre regioni, specie nelle realtà centro-meridionali. In termini di risparmio medio ottenuto, i dati relativi all anno 2012 (fig. 4.21) con un valore medio nazionale pari a circa 2,6 MWh/anno - evidenziano performance migliori in: Valle D Aosta (oltre 3,6 MWh/ anno); Veneto e Piemonte (circa 3,1 MWh/anno); Al contrario, i valori minimi si riscontrano in : Liguria e Sardegna (circa 1,4 MWh/anno). Normalizzando tali dati rispetto al fattore clima (ossia rapportando il risultato ai gradi giorno medi della regione), si ottengono indicazioni ancora più significative sull efficacia effettiva di questa tecnologia in termini di risparmio energetico. A parità di condizioni climatiche, quindi, la fig.4.22 mostra: il valore massimo in termini di efficacia degli interventi (di poco superiore a 3,5 MWh/anno) si registra in Calabria; il valore minimo si osserva in Trentino-Alto Adige (circa 1,3 MWh/anno)
39 In termini di costi medi regionali, la successiva fig mostra chiaramente quanto siano forti le differenze all interno del panorama nazionale. Prescindendo dall analisi di qualsiasi fattore che possa aver contribuito alla formazione dei prezzi, i dati ottenuti in valore assoluto mostrano che: il costo medio nazionale si aggira attorno a per intervento (in calo rispetto ai del 2011); i valori massimi si registrano in Campania e Trentino-Alto Adige (oltre ); il minimo in Liguria (circa ). Ne consegue che il costo effettivo del risparmio energetico ottenuto da questa specifica tipologia di intervento sia piuttosto variabile in funzione della localizzazione dell intervento stesso, seppur con differenze meno evidenti rispetto alle altre possibilità di intervento sull involucro edilizio. Dal successivo grafico in fig si possono trarre conseguenze in termini di pura convenienza economica, in dettaglio: ottenere un MWh di risparmio energetico con questa tipologia di intervento è costato mediamente 165 per l anno 2012 (confermando i dati disponibili per il 2010 e per il 2011); i valori massimi si registrano in Campania e Sardegna (valori superiori a 260 /MWh); il valore minimo in Valle D Aosta (circa 115 /MWh). Inoltre, il grafico in fig mostra come nel 2012 questa specifica tecnologia si sia diffusa sui vari territori regionali. A parità di popolazione e di condizioni climatiche (ossia normalizzando il numero di interventi sul numero di gradi giorno medi regionali), le principali conclusioni che se ne deducono sono che: la maggiore penetrazione nel mercato si possa attribuire in primo luogo alla Liguria, e, successivamente, al Piemonte e all Emilia-Romagna; i minori risultati siano localizzati nelle regioni Campania e Calabria; la forbice esistente tra il dato maggiore e minore è pari ad un fattore 1:6. Indagando quindi le caratteristiche tecniche di questa tipologia di riqualificazione energetica, a maggior ragione in funzione della grande diffusione del numero di interventi riscontrati sul territorio, è possibile rilevare: il totale della superficie installata per regione (fig. 4.26) la superficie complessivamente installata per tipologia di telaio (fig. 4.27); la superficie complessivamente installata per tipologia di vetrazione (fig. 4.28) la variabilità della dimensione dell intervento medio regionale (fig. 4.29); la variabilità tra le varie regioni del dato di risparmio per mq (fig. 4.30); la variabilità del dato di risparmio per mq per tipologia di telaio installato (fig. 4.31). In estrema sintesi: l intervento realizzato in PVC e vetrazione bassoemissiva si conferma il più diffuso sul panorama italiano anche per il 2012, seppure in termini di performance non si apprezzino significative differenze tra le varie tipologie di intervento possibile; sparisce quasi completamente dal mercato la tipologia di vetrazione singola, per quanto riguarda la componente di vetrazione; altrettanto dicasi, per il componente telaio, per la soluzione con telaio in metallo non a taglio termico,; in termini di quantità delle installazioni, viene confermato l intervento medio di circa 14 mq per intervento, con massima distribuzione nelle aree settentrionali (Lombardia in primis con oltre mq installati). Onde evitare equivoci di natura tecnica, è giusto ribadire che: le elaborazioni sono basate unicamente su quanto dichiarato direttamente dai beneficiari nel corso dell anno 2012; i valori di risparmio siano tanto funzione dello stato finale (ossia del sistema vetro-telaio messo in opera) tanto della tipologia di componente ante-operam; conseguentemente non possono essere considerate valide in senso assoluto, ma solo relativamente al monitoraggio degli interventi effettuati all interno della campagna di incentivazione del c.d. 55%
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