Ordine Psicologi Lazio seminario 29 aprile 2016

Transcript

1 Ordine Psicologi Lazio seminario 29 aprile 2016 VALUTAZIONE DEL RISCHIO SLC E DEGLI ALTRI RISCHI PSICOSOCIALI: RIFLESSIONI METODOLOGICHE E DI APPROCCIO Franco Amore Isabella Corradini David Pelusi

2 Criticità emergenti nella valutazione rischio SLC La prassi di valutazione di questa tipologia di rischio, diversa per approccio e metodo da quelle rivolte ai fattori di rischio tradizionali, ha evidenziato alcune possibili criticità che possono vanificare il lavoro svolto. Tali criticità possono inoltre essere oggetto di rilievo, da parte degli organi di vigilanza, sotto il profilo della coerenza e della sostenibilità rispetto al mandato normativo vigente principalmente riferito al D.Lgs.81/08 e s.m.i. ed alle Indicazioni 2010 della Commissione Consultiva permanente. Vediamone insieme le principali.

3 Momento propedeutico Delega ad un singolo professionista (RSPP, Consulente..) per l attuazione dell intera procedura di valutazione SLC senza il coinvolgimento della Direzione. Assenza di riscontro per la consultazione dell RLS/RLST circa la scelta della procedura adottata. Progettazione per il rispetto dell obbligo formale senza una riflessione sulle conseguenze positive e negative dell iter adottato (es. utilizzo acritico della check list INAIL) Incongruenze nella scelta delle partizioni organizzative o dei gruppi omogenei.

4 Fase preliminare obbligatoria Scelta del team di valutazione in base alla sola disponibilità, differenza di peso numerico tra le componenti o sua consultazione a check list completata. Assenza di formazione dei componenti in ordine a scopo, metodo e finalità. Assenza di regole di gestione del GdL, mancanza di report delle riunioni. Mancanza di riflessione, nel team, su possibili strumenti alternativi o integrativi, tendenza al risultato «semaforo verde»

5 Interventi correttivi se necessari Carenza di analisi sulle cause possibili del superamento del livello di «rischio non rilevante» e delega al solo datore di lavoro per la attivazione di misure migliorative. Proposizione di interventi migliorativi a basso impatto (es. informazione) senza sviluppare la condivisione verso un percorso di mitigazione del rischio SLC. Assenza di valutazione dell efficacia dei risultati anche in termini di diminuzione dei costi (diretti ed indiretti) per il miglioramento della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.

6 Fase approfondita eventuale Tendenza ad eludere, per impegno di risorse di costi e per difficoltà di approccio concettuale, la fase approfondita. Proposizione dei questionari ai lavoratori come modalità veritiera della comprensione della presenza di fattori di rischio. Assenza di controllo sulle modalità di effettuazione della procedura di valutazione approfondita. Carenza nel situarla all interno della procedura complessiva adottata.

7 Il DVR Assenza di contenuti che soddisfino il dettato normativo. Assenza di riferimenti alla competenza delle figure coinvolte nel processo di valutazione, in special modo per gli interventi correttivi. Carenza nella documentazione di supporto allegata. Utilizzo di dati provenienti da check list mal compilate. Assenza di indicazioni dei piani di monitoraggio.

8 Rischi psicosociali Assenza di valutazione differenziata per genere, età.. Ove se ne ravvisi l occorrenza nel luogo di lavoro. Assenza di riferimenti alla valutazione degli altri rischi psicosociali (es. mobbing e violenza) se pur attualmente presenti accordi e rimandi normativi. Carenza di strumenti mirati a questo tipo di valutazioni.

9 Cosa fare con il tema delle violenze e delle molestie nei luoghi di lavoro? Le parti sociali Europee riconoscono che molestia e violenza possono potenzialmente interessare tutti i posti di lavoro e qualunque lavoratore, indipendentemente dalla dimensione della azienda, dal campo di attività o dalla forma di contratto di impiego o del rapporto.

10 Forme di vessazione e violenza Fisiche, psicologiche e/o sessuali Singoli episodi casuali o più sistematiche forme di comportamento Tra colleghi, superiori e subalterni o da terzi quali: clienti, avventori, pazienti, allievi, ecc. Forme che vanno da casi minori, quali la mancanza di rispetto, agli atti più seri compresi i reati criminali, per i quali è richiesto l intervento dell autorità pubblica

11 Recepimento a livello italiano (25 gennaio 2016) Confindustria, Cgil, Cisl, Uil hanno siglato un'intesa che recepisce l Accordo Quadro sulle molestie e la violenza nei luoghi di lavoro raggiunto il 26 aprile del L intesa riafferma che: le molestie o la violenza nei luoghi di lavoro sono inaccettabili e vanno denunciate le imprese e i lavoratori hanno il dovere di collaborare al mantenimento di un ambiente di lavoro in cui sia rispettata la dignità di ognuno e siano favorite le relazioni interpersonali. Punti importanti: impegno delle parti coinvolte a dare ampia diffusione all'accordo; Individuazione delle strutture in grado di assicurare una adeguata assistenza a coloro che siano stati vittime di molestie o violenza nei luoghi di lavoro; facoltà delle singole imprese di adottare ulteriori specifiche soluzioni.

12 Due questioni 1. Valutare la sussistenza di eventuali collegamenti con il rischio stress lavoro-correlato e sua valutazione. 2. Individuazione di metodologie e strumenti per valutare e gestire violenze e molestie nei luoghi di lavoro.

13 Accordo europeo sullo stress lavoro-correlato (8 ottobre 2004) 2. Oggetto L obiettivo di questo accordo è di offrire ai datori di lavoro e ai lavoratori un quadro di riferimento per individuare e prevenire o gestire i problemi di stress da lavoro. [..] Le parti sociali europee, riconoscendo che le molestie e la violenza sul posto di lavoro sono potenziali fattori di stress lavoro-correlato, verificheranno nel programma di lavoro del dialogo sociale , la possibilità di negoziare uno specifico accordo su questi temi. Pertanto, il presente accordo non concerne la violenza, le molestie e lo stress post-traumatico.

14 Campagna europea sui rischi psicosociali (EU-OSHA, ) Per rischi psicosociali si intendono gli effetti negativi in termini psicologici, fisici e sociali derivanti da un organizzazione e una gestione inadeguate del lavoro, nonché da un contesto sociale inappropriato sul lavoro.

15 Campagna europea sui rischi psicosociali (EU-OSHA) ESEMPIO lavoro eccessivamente impegnativo e/o tempo a disposizione non sufficiente per portare a termine le mansioni; richieste contrastanti e ruolo del lavoratore non definito con chiarezza; discrepanze tra le esigenze del lavoro e la competenza del lavoratore; il sottoutilizzo delle competenze di un lavoratore può essere una fonte di stress tanto quanto l impegno eccessivo; mancato coinvolgimento nelle decisioni che riguardano il lavoratore e sulla modalità di svolgimento del lavoro; lavorare da soli, in particolar modo quando ci si relaziona con il pubblico e con i clienti, e/o essere oggetto di violenza da parte di terzi, che può assumere la forma di aggressione verbale, attenzioni sessuali indesiderate e minaccia di violenza fisica o violenza fisica perpetrata; Ecc..

16 DIBATTITO

17 In conclusione Dal nostro punto di vista: Confronto continuo tra studiosi e professionisti, valorizzando soprattutto le esperienze sul campo (non esiste la ricetta o lo strumento ) Continuare nelle attività di sensibilizzazione, informazione e formazione (metodi e strumenti diversi a seconda dei destinatari)

18 Infine, ma non ultimo per importanza Necessità di un approccio collaborativo con altre figure professionali e di altre discipline, impostato sulla consulenza di processo ed effettuato da psicologi formati in queste materie.

19 GRAZIE PER L ATTENZIONE