LAVORATORI CHE RICOPRONO/DEVONO RICOPRIRE L'INCARICO DI RESPONSABILE DEL SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE - RSPP O ASPP - ADDETTO AL SERVIZIO DI

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1 MODULO B9

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3 LAVORATORI CHE RICOPRONO/DEVONO RICOPRIRE L'INCARICO DI RESPONSABILE DEL SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE - RSPP O ASPP - ADDETTO AL SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE NEI MACROSETTORI: ALBERGHI, RISTORANTI, ASSICURAZIONI, IMMOBILIARI, INFORMATICA, ASSOCIAZIONI, ETC...

4 Questo è tra i settori lavorativi dove sono rilevanti sono le preoccupazioni per la sicurezza dei lavoratori, a causa della elevata incidenza sia di infortuni che di malattie professionali. Il più importante rischio è rappresentato dagli eventi infortunistici che superano il 10% del totale degli infortuni nei diversi comparti industriali; il rischio infortunistico è prevalentemente legato all uso di macchinari elettrici ed elettronici, alle movimentazioni di vario tipo ed alle condizioni degli ambienti di lavoro (qualità dell aria, fumi, ecc.).

5 Le attività negli esercizi del macrosettore 9 vengono, tranne alcune eccezioni (attività sportive), in genere svolte all aperto, per cui i maggiori rischi possono essere determinati dalle condizioni del microclima interno. Ma ci sono anche rischi legati all esposizione agli agenti chimici, agli agenti biologici durante l attività specifiche, nonché rischi da sforzi fisici.

6 Chi progetta e gestisce un luogo di lavoro per queste funzioni deve considerare ed analizzare questi problemi nella valutazione dei rischi da effettuarsi ai sensi del D.l.vo 626/94; conseguentemente a queste valutazioni si dovrà predisporre un programma di interventi che comprenda tutte le misure idonee per prevenire i rischi individuati.

7 I fattori di rischio possono essere schematizzati in cinque gruppi: fattori di rischio legati all organizzazione del lavoro fattori di rischio fisici fattori di rischio chimici fattori di rischio biologici fattori di rischio elettrici o meccanici

8 I fattori di rischio fisici che in queste attività possono essere considerati sono: Videoterminali Illuminazione Clima

9 Classificazione dei rischi

10 Classificazione dei rischi L'articolo 3 del d.lgs 626/1994 definisce le misure generali per la protezione della salute e per la sicurezza dei lavoratori che devono essere predisposte. Esse sono: valutazione dei rischi; eliminazione dei rischi in base alle conoscenze acquisite alla luce del progresso tecnico o, quando ciò non è possibile, loro riduzione al minimo; eliminazione dei rischi in base alle conoscenze acquisite alla luce del progresso tecnico o, quando ciò non è possibile, loro riduzione al minimo;

11 Classificazione dei rischi riduzione dei rischi alla fonte; programmazione organica della prevenzione; sostituzione di ciò che è pericoloso con ciò che non lo è, o lo è di meno;

12 Classificazione dei rischi rispetto dei principi ergonomici nella concezione dei posti di lavoro, nella scelta delle attrezzature e dei metodi di lavoro. (ergonomia: studio dell'ambiente di lavoro più adatto alle esigenze psico-fisiche dell'uomo); priorità delle misure di protezione collettiva alle misure di protezione individuale; riduzione al minimo del numero dei lavoratori esposti al rischio; uso limitato degli agenti chimici, fisici o biologici su luoghi di lavoro;

13 Classificazione dei rischi controllo sanitario dei lavoratori in funzione dei rischi specifici; allontanamento del lavoratore dall'esposizione a rischio, per motivi sanitari inerenti la sua persona; misure igieniche; misure da attuare in caso di emergenza (pronto soccorso, lotta antincendio, evacuazione dei lavoratori e in caso di pericolo grave e immediato);

14 Classificazione dei rischi uso di segnali di avvertimento e di sicurezza; regolare manutenzione di ambienti, attrezzature, macchine e impianti, con particolare riguardo ai dispositivi di sicurezza in conformità alla indicazione dei fabbricati; informazione, formazione, consultazione e partecipazione dei lavoratori e dei loro rappresentanti, sulle questioni riguardanti la sicurezza e la salute sul luogo di lavoro; istruzioni adeguate ai lavoratori.

15 INFORMAZIONE SUI RISCHI il lavoratore deve essere informato su: i rischi per la sicurezza e la salute connessi all'attività dell'impresa in generale; le misure e le attività di protezione e prevenzione adottate; i rischi specifici cui è esposto in relazione all'attività svolta, le normative di sicurezza e le disposizioni aziendali in materia; i pericoli connessi all'uso delle sostanze e preparati pericolosi sulla base delle schede e dei dati di sicurezza previste dalla normativa vigente e dalle norme di buona tecnica;

16 INFORMAZIONE SUI RISCHI le procedure che riguardano il pronto soccorso, la lotta antincendio e l'evacuazione dei lavoratori; il responsabile del servizio di prevenzione e protezione e il medico competente; i nominativi dei lavoratori incaricati di applicare le misure relative alla prevenzione incendio, evacuazione dei lavoratori, pronto soccorso.

17 RISCHIO MOVIMENTAZIONE CARICHI» movimentazione manuale dei carichi: operazioni di trasporto o di sostegno di un carico ad opera di uno o più lavoratori, comprese le azioni del sollevare, deporre, spingere, tirare, portare o spostare un carico che, per le loro caratteristiche o in conseguenza delle sfavorevoli condizioni ergonomiche, comportano rischi di lesioni dorsolombari;» lesioni dorso-lombari: lesione a carico delle strutture ossee, tendinee e nervovascolari a livello dorso lombare.

18 RISCHIO MOVIMENTAZIONE MERCI Il datore di lavoro deve: quando è possibile: evitare la necessità di una movimentazione manuale dei carichi da parte dei lavoratori adottando le misure organizzative necessarie o ricorrendo a mezzi appropriati come attrezzature meccaniche;

19 RISCHIO MOVIMENTAZIONE MERCI

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36 Il sistema di leve nell'uomo è svantaggioso in quanto la distanza tra vertebre e muscoli è di circa 5 cm. Mentre la distanza del carico è sempre superiore. Se paragoniamo il corpo umano alla gru, vediamo che il rapporto nella gru dei due bracci è di circa 1 a 3, mentre nell'uomo con il tronco flesso Ž di circa 1 a 8.

37 Se confrontiamo due sollevamenti di uno stesso peso, in un caso piegando le gambe, tenendo la schiena dritta e le braccia anche dritte e nell'altro flettendo la schiena e tenendo le gambe dritte vediamo come la pressione sul disco intervertebrale aumenti da 315 Kg nel caso a) a 486 Kg nel caso b). Inoltre, mantenendo la schiena dritta, i muscoli addominali sono meglio utilizzati. Ebbene, numerosi studi hanno dimostrato come se si supera sui dischi intervertebrali a livello lombare forze compressive di 325 Kg e man mano che si sale fino a 650 Kg e oltre aumenta il numero di lombalgie fra i lavoratori. Per non superare sulle vertebre lombari i valori di forze consigliati: il peso raccomandabile non deve superare, nelle migliori modalità di sollevamento, i 25 Kg.

38 Ma non è solo l'entità del carico a rappresentare un rischio, ma anche le modalità con le quali si compie la movimentazione manuale dei carichi. 1) La distanza del carico: aumenta il braccio della leva e quindi la forza che agisce sulle vertebre. Il carico deve quindi essere preso e tenuto il più vicino possibile al corpo. 2) I sollevamenti con la schiena in flessione o in estensione sono pericolosi e vanno evitati: se si flette il tronco, le forze di compressione sulla vertebra e sul disco tenderanno a forzare il nucleo verso la parte posteriore del disco e ad esercitare una compressione in direzione del canale midollare e delle radici nervose. Quando la schiena è forzata in estensione si ha un carico eccessivo sulle faccette articolari. Se si effettua invece il sollevamento in modo corretto, piegandosi sulle ginocchia fino a circa 90 tenendo la schiena dritta, con i muscoli addominali e della schiena ben preparati, la forza che agisce sulle vertebre e sul disco è ben ripartita ed il disco compresso resta in sede.

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