Ing. Giacomo Rapi Unità Operativa Tecnica

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1 La normativa regionale sugli scarichi e lo stato dei piccoli agglomerati in Umbria Ing. Giacomo Rapi Unità Operativa Tecnica Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale dell Umbria 1

2 Normativa Europea: DIR 91/271/CEE concernente il trattamento delle acque reflue urbane L obiettivo principale consiste nel disciplinare la raccolta, il trattamento e lo scarico delle acque reflue urbane e di quelle originate da alcun settori industriali; ha imposto (artt. 3,4 e 5) agli Stati membri l obbligo di realizzare sistemi di raccolta e di trattamento in funzione : della dimensione espressa in abitanti equivalenti degli agglomerati da servire del recapito finale (aree sensibili, meno sensibili o normali). All Articolo 2(4) la Direttiva introduce il concetto di agglomerato come unità del sistema fognario depurativo: Area in cui la popolazione ovvero le attività economiche sono sufficientemente concentrate così da rendere possibile, la raccolta e il convogliamento delle acque reflue urbane verso un impianto di trattamento di acque reflue urbane o verso un punto di scarico finale 2

3 Normativa Europea: DIR 91/271/CEE concernente il trattamento delle acque reflue urbane Si deve garantire che l intera area dell'agglomerato >2.000 a.e. entro il 31 dicembre 2005 sia dotata di sistemi di collettamento, cioè che tutte le acque reflue urbane generate nell agglomerato siano collettate. in casi eccezionali in cui la realizzazione di un sistema di collettamento non sia giustificata, le acque reflue urbane dovranno essere convogliate attraverso sistemi individuali o altri sistemi adeguati (IAS). Per gli agglomerati con meno di a.e., non è obbligatorio avere un sistema di collettamento ai sensi dell articolo 3(1). Tuttavia, laddove esiste un sistema di raccolta il relativo scarico è soggetto al trattamento appropriato (art. 7) e la scelta impiantistica deve tener conto: della semplicità della manutenzione e della gestione; della capacità di sopportare adeguatamente le variazioni orarie del carico idraulico ed organico; della riduzione dei costi gestionali. la direttiva specifica, all art. 2, cc.8 e 9, il trattamento appropriato trattamento delle acque reflue urbane mediante un processo e/o un sistema di smaltimento che dopo lo scarico garantisca la conformità delle acque recipienti ai relativi obiettivi di qualità e alle relative disposizioni della presente direttiva e di altre direttive comunitarie pertinenti. Gli obiettivi di qualità di cui sopra, sono quelli disposti dalla direttiva quadro sulle acque 2000/60/CE (WFD), la quale richiama espressamente, nella parte A dell Allegato VI, tra le direttive che sono dalla stessa mantenute in vigore, la 91/271/CEE, quale norma da tenere in conto per la definizione di programmi e misure che gli Stati membri devono adottare nell interesse della tutela delle risorse idriche L ultima scadenza è il 31 dicembre

4 Normativa nazionale: D.Lgs. 152/2006 Parte III All art.105 stabilisce un trattamento appropriato per gli impianti a servizio di agglomerati di consistenza inferiore a A.E., in conformità con le indicazioni dell allegato 5 alla parte terza. I trattamenti appropriati devono essere individuati con l obiettivo di: rendere semplice la manutenzione e la gestione essere in grado di sopportare adeguatamente forti variazioni orarie del carico idraulico e organico minimizzare i costi gestionali Questa tipologia di trattamento può equivalere ad un trattamento primario o ad un trattamento secondario a seconda della soluzione tecnica adottata e dei risultati depurativi raggiunti. Per tutti gli agglomerati con popolazione equivalente compresa tra 50 e 2000 a.e, si ritiene auspicabile il ricorso a tecnologie di depurazione naturale quali il lagunaggio o la fitodepurazione, o tecnologie come i filtri percolatori o impianti ad ossidazione totale. Peraltro tali trattamenti possono essere considerati adatti se opportunamente dimensionati, al fine del raggiungimento dei limiti della tabella 1, anche per tutti gli agglomerati in cui la popolazione equivalente fluttuante sia superiore al 30% della popolazione residente e laddove le caratteristiche territoriali e climatiche lo consentano. Tali trattamenti si prestano, per gli agglomerati di maggiori dimensioni con popolazione equivalente compresa tra i 2000 e i a.e, anche a soluzioni integrate con impianti a fanghi attivi o a biomassa adesa, a valle del trattamento, con funzione di affinamento. 4

5 Disciplina regionale scarichi Direttiva tecnica regionale approvata con D.G.R del 09/07/2007 è stata poi modificata con D.G.R e D.G.R , e sostituita recentemente dalla DGR scarichi 424 del 24 aprile 2012 Obiettivo principale della Direttiva è la disciplina, ai sensi del D.Lgs. 152/06, degli scarichi di acque reflue presenti sul territorio regionale. Contenuti: 1.Disciplina degli scarichi delle acque reflue domestiche e assimilate a quelle domestiche provenienti da insediamenti, istallazioni e edifici isolati. 2.Disciplina degli scarichi delle acque reflue urbane provenienti da agglomerati con popolazione inferiore a A.E. 3.Disciplina degli scarichi delle acque reflue urbane provenienti da agglomerati con popolazione superiore a A.E. 4.Disciplina degli scarichi di acque reflue industriali e degli scarichi di sostanze pericolose. 5.Disciplina delle acque reflue di dilavamento e delle acque di prima pioggia. 5

6 Disciplina regionale scarichi Disciplina degli scarichi delle acque reflue urbane provenienti da agglomerati con popolazione inferiore a AE (VERSIONE DGR 1171/07 SOSTITUITA) AE < 50 Per gli scarichi esistenti i trattamenti già indicati all allegato 5 della delibera del Comitato dei Ministri per la tutela delle acque dall inquinamento del 4 febbraio I nuovi scarichi sono soggetti alle norme regolamentari degli insediamenti/installazioni/edifici isolati. 50 < AE < Per gli scarichi esistenti di consistenza tra 50 e 1000 AE, trattamento mediante vasche settiche di tipo Imhoff realizzate e gestite nel rispetto delle specifiche norme tecniche di cui all allegato 5 della delibera del Comitato dei Ministri per la tutela delle acque dall inquinamento del 4 febbraio Gli scarichi esistenti di consistenza 200<AE<1.000, entro il 2010 dovranno essere dotati di un sistema appropriato previsto per la classe di consistenza 1.000<AE< Per i nuovi scarichi si applicano i sistemi appropriati previsti per la classe di consistenza 1.000<AE< < AE < Filtri percolatori, biodischi, impianti ad ossidazione totale, tecnologie naturali quali lagunaggio e fitodepurazione. I trattamenti che prevedono il ricorso a sole tecnologie naturali possono essere ritenuti appropriati dall Autorità competente al rilascio dell autorizzazione con specifico riferimento alle caratteristiche dello scarico in relazione a quelle del corpo ricettore. 6

7 Disciplina regionale scarichi Disciplina degli scarichi delle acque reflue urbane provenienti da agglomerati con popolazione inferiore a AE (VERSIONE DGR 1171/07 SOSTITUITA) 7

8 Piano di Tutela delle Acque (DGR 1570 DEL 1/12/09): Individuazione degli agglomerati nella regione sono stati individuati 1307 agglomerati (ora sono 1314) classificati secondo tre diverse tipologie, individuate in funzione delle possibili combinazioni tra il sistema di collettamento e il sistema depurativo. TIPOLOGIA A 1 località 1 sistema di raccolta 1 impianto di trattamento TIPOLOGIA B 1 località più sistemi di raccolta più impianti di trattamento TIPOLOGIA C più località più sistemi di raccolta 1 impianto di trattamento Impianto di depurazione Sistema di raccolta Località Analisi della copertura della rete fognaria per agglomerato (individuazione della percentuale di copertura fognaria) Analisi della copertura depurativa per agglomerato (individuazione della percentuale di copertura depurativa per agglomerato, del numero di impianti di trattamento, della tipologia di depurazione applicata) 8

9 Piano di Tutela delle Acque Individuazione degli agglomerati I centri ed i nuclei dotati di rete fognaria ed afferenti tramite opere di collettamento al medesimo impianto di trattamento, ovvero allo stesso punto di scarico terminale, danno luogo ad un unico agglomerato La perimetrazione dell agglomerato tiene conto della unitarietà delle sezioni censuarie ISTAT La perimetrazione dell agglomerato tiene conto dell analisi territoriale cartografica attraverso il GIS (curve di livello ecc..) Il concetto di agglomerato assume un carattere dinamico legato all urbanizzazione del territorio ed ai programmi di interconnessione dei sistemi fognario depurativo (l agglomerato potrebbe e dovrebbe essere oggetto di periodica revisione con l ausilio dei tecnici competenti). Fonte: Elaborazione ARPA, Piani d ambito AATO 9

10 Piano di Tutela delle Acque Individuazione degli agglomerati Solo 38 agglomerati superano la dimensione di a.e.; tale numero deriva dalle revisioni dei dati effettuate in base agli approfondimenti eseguiti in risposta alle richieste di informazioni formulate dalla Commissione Europea, che hanno portato alle seguenti modifiche: Gli interventi di adeguamento effettuati dopo il PTA hanno interessato gli agglomerati oggetto di approfondimento di indagine conoscitiva, al fine di poter rispondere in maniera esaustiva alle istanze poste dalle procedure di infrazione (procedura 2009/2034 CE per gli agglomerati di consistenza superiore a a.e., e richiesta informazioni EU PILOT 1976/11/ENVI per quelli tra 2000 e 10000). GLI AGGLOMERATI <2000 RICHIEDEREBBERO UNA REVISIONE RISPETTO AL QUADRO PTA 10

11 Piano di Tutela delle Acque (DGR 1570 DEL 112/09) Agglomerati per classe di consistenza, AE nominali, serviti e depurati Classe agglomerato Agglomerati AE nominali AE serviti % AE serviti AE depurati % AE depurati Agglomerati per classe di consistenza inferiore a AE, AE nominali, serviti e depurati Classe agglomerato Agglomerati AE nominali AE serviti % AE serviti AE depurati % AE depurati Numero di impianti di trattamento per classe di agglomerato e tipologia di depurazione Classe agglomerato impianti di cui I livello di cui II livello di cui II* livello di cui III livello 11

12 Piano di Tutela delle Acque PARTE III SEZIONE III AZIONI STRATEGICHE E INTERVENTI DEL PIANO MISURE PER LA TUTELA QUALITATIVA: RIDUZIONE DELL INQUINAMENTO DA FONTI PUNTUALI 12

13 Misure PTA sul sistema fognario Misura Q3 P: Estensione della rete fognaria fino a giungere ad una copertura di almeno il 90% degli AE nominali, per tutti gli agglomerati di consistenza compresa tra 200 e AE Tempistica entro il 2015 salvo Piediluco, Trasimeno e Aree di Salvaguardia (2012) Misura Q4 O: Estensione del sistema di collettamento delle reti fognarie per il collegamento ad adeguati sistemi di trattamento La misura interviene sia sugli agglomerati di consistenza superiore a 200 AE, interessati dall applicazione delle misure Q2 O e Q3 P esposte in precedenza, sia sugli agglomerati, di qualsiasi consistenza, in cui allo stato attuale la rete fognaria è presente ma non è collegata o è collegata solo in parte ad un sistema di trattamento. Tempistica entro il 2015 se fognature esistenti aggl<2000, altrimenti immediata 13

14 Misure PTA sul sistema depurativo Misura Q13 O: Adozione di livelli appropriati di trattamento per tutti i nuovi impianti di depurazione a servizio di agglomerati di consistenza compresa tra 50 e 200 AE La misura interessa gli impianti che devono essere realizzati ex-novo o sottoposti ad interventi di ampliamento della propria capacità depurativa, a seguito dell applicazione della misura Q4 O. Per i restanti impianti viene invece mantenuto il livello depurativo preesistente, in conformità a quanto previsto dalla Direttiva Tecnica Regionale degli scarichi di acque reflue. Tempistica Dalla data di approvazione del Piano. 14

15 Misure PTA sul sistema depurativo Misura Q14 O: Adeguamento della tipologia degli impianti di depurazione, al fine di giungere a trattamenti equivalenti ad un secondario, per gli agglomerati di consistenza compresa tra 200 e AE La misura interessa 136 impianti, dotati di soli trattamenti primari, per una potenzialità di progetto complessiva di AE, a servizio di 74 agglomerati con consistenza compresa tra 200 e AE. Per tutti questi impianti è previsto il passaggio a livelli depurativi equivalenti ad un secondario Classe agglomerato (AE) Totale N impianti (n ) AE progetto (AE) Attuazione - Le AATO dovranno adeguare i propri Piani d Ambito agli obiettivi della presente misura. I soggetti attuatori sono individuati negli Enti Gestori, in base a quanto previsto dai programmi degli stessi Piani d Ambito. Tempistica La tempistica dettata dalla norma nazionale e comunitaria rende l applicazione della misura urgente per tutti gli agglomerati di consistenza superiore a AE. Entro il 2015 dovranno essere adeguati anche gli agglomerati di consistenza compresa tra 200 e AE. 15

16 Misure PTA sul sistema depurativo Misure per l ottimizzazione della gestione degli impianti Q19C(P) Azioni principali -limitazione e controllo dell uso dei by-pass, anche mediante la compensazione dei carichi di punta in ingresso (sia inquinanti che idraulici), tramite vasche di equalizzazione (limitatamente ad impianti di trattamento aventi una potenzialità di progetto superiore a AE); -adozione di tecnologie depurative di tipo naturale (fitodepurazione, lagunaggio, ecc ), quali sistemi di finissaggio in impianti di maggiori dimensioni, in aggiunta a quanto già previsto dalla disciplina regionale per gli agglomerati di ridotta consistenza. La Misura Q19 C(P) ha, in generale, carattere complementare ma diviene obbligatoria di Piano (P) per i bacini del Torrente Marroggia e del Torrente Teverone. La tempistica di attuazione è al 2015 solo se P 16

17 Aree Sensibili prima e dopo la DGR 423/2012 TAVOLA 4 PTA TAVOLA 4 PTA 17

18 Disciplina regionale scarichi Trattamenti appropriati per scarichi di acque reflue urbane provenienti da agglomerati con popolazione inferiore a AE (TABELLA 8 DGR 424/2012) Abitanti Equivalenti Impianti nuovi Impianti esistenti Fino al Dopo il Trattamenti tabella 12 Trattamenti di cui alla DCIM 5 febbraio 1977 compreso il trattamento con sola fossa imhoff Trattamenti di cui alla DCIM 5 febbraio 1977 compreso il trattamento con sola fossa imhoff filtri percolatori, biodischi, impianti ad ossidazione totale, tecnologie naturali quali lagunaggio e fitodepurazione Trattamenti di cui alla DCIM 5 febbraio 1977 compreso il trattamento con sola fossa imhoff Trattamenti di cui alla DCIM 5 febbraio 1977 compreso il trattamento con sola fossa imhoff filtri percolatori, biodischi, impianti ad ossidazione totale, tecnologie naturali quali lagunaggio e fitodepurazione Trattamenti di cui alla DCIM 5 febbraio 1977 compreso il trattamento con sola fossa imhoff filtri percolatori, biodischi, impianti ad ossidazione totale, tecnologie naturali quali lagunaggio e fitodepurazione filtri percolatori, biodischi, impianti ad ossidazione totale, tecnologie naturali quali lagunaggio e fitodepurazione Trattamenti di cui alla DCIM 5 febbraio 1977 compreso il trattamento con sola fossa imhoff filtri percolatori, biodischi, impianti ad ossidazione totale, tecnologie naturali quali lagunaggio e fitodepurazione 18

19 Disciplina regionale scarichi Disciplina degli scarichi delle acque reflue urbane provenienti da agglomerati con popolazione inferiore a AE (TABELLA 9 DGR 424/2012) SCARICHI IN ACQUE SUPERFICIALI Valori limite di emissione: (*) Dimensione Agglomerato Impianti nuovi Impianti esistenti Fino al Dopo il AE < 49 Nessun valore limite Nessun valore limite Nessun valore limite AE SST: < 80 mg/l BOD5 (come O2): < 40 mg/l COD (come O2): < 160 mg/l Grassi e oli animali/vegetali: < 20 mg/l Nessun valore limite Nessun valore limite AE SST: < 80 mg/l BOD5 (come O2): < 40 mg/l COD (come O2): < 160 mg/l Azoto ammon.le:? 25 mg/l Grassi e oli animali/vegetali: < 20 mg/l SST: < 80 mg/l BOD5 (come O2): < 40 mg/l COD (come O2): < 160 mg/l (nel caso in cui l impianto sia costituito dalla sola fossa Imhoff nessun valore limite) SST: < 80 mg/l BOD5 (come O2): < 40 mg/l COD (come O2): < 160 mg/l AE (*) SST: < 80 mg/l BOD5 (come O2): < 40 mg/l COD (come O2): < 160 mg/l Azoto ammon.le:? 25 mg/l Grassi e oli animali/vegetali: < 20 mg/l SST: < 80 mg/l BOD5 (come O2): < 40 mg/l COD (come O2): < 160 mg/l (nel caso in cui l impianto sia costituito dalla sola fossa Imhoff nessun valore limite) SST: < 80 mg/l BOD5 (come O2): < 40 mg/l COD (come O2): < 160 mg/l Azoto ammon.le:? 25 mg/l Grassi e oli animali/vegetali: < 20 mg/l SCARICHI SUL SUOLO La distanza dal più vicino corpo idrico superficiale oltre la quale è permesso lo scarico sul suolo di acque reflue urbane non deve essere inferiore a: metri, nel caso di scarichi con una portata giornaliera inferiore a 200 mc; metri, nel caso di scarichi con una portata giornaliera uguale o superiore a 200 mc. Lo scarico sul suolo non è comunque ammesso con portate giornaliere medie superiori a 400 mc. Valori limite di emissione: (*) Cons.za agglom.to Impianti nuovi Impianti esistenti Fino al Dopo il AE < 49 Nessun valore limite Nessun valore limite Nessun valore limite AE SST: < 80 mg/l BOD5 (come O2): < 40 mg/l COD (come O2): < 160 mg/l Grassi e oli animali/vegetali: < 20 mg/l Nessun valore limite Nessun valore limite AE SST: < 80 mg/l BOD5 (come O2): < 40 mg/l COD (come O2): < 160 mg/l Azoto ammon.le:? 25 mg/l Grassi e oli animali/vegetali: < 20 mg/l SST: < 80 mg/l BOD5 (come O2): < 40 mg/l COD (come O2): < 160 mg/l (nel caso in cui l impianto sia costituito dalla sola fossa Imhoff nessun valore limite) SST: < 80 mg/l BOD5 (come O2): < 40 mg/l COD (come O2): < 160 mg/l AE Tabella 6 della Direttiva Tabella 6 della Direttiva Tabella 6 della Direttiva (*) Per i restanti parametri o sostanze, qualora siano presenti, valgono i valori limite previsti alla Tabella 3 della Direttiva tecnica regionale per le emissioni in acque superficiali. 19

20 Disciplina regionale scarichi Disciplina degli scarichi delle acque reflue domestiche e assimilate a quelle domestiche provenienti da insediamenti, istallazioni e edifici isolati: Sistemi di trattamento Tipologia insediamenti Edificio residenziale mono - quadrifamiliari Edificio destinato a civile abitazione mono - quadrifamiliare ad uso discontinuo / periodico Complesso edilizio (condominio, scuola, centro sportivo, albergo, caserma, ristorante, stabilimenti) o piccoli nuclei abitativi con scarichi distinti per singola unità derivanti esclusivamente dai Wc, cucine o mense (d) Degrassatore (1) Fossa Imhoff (2) Disco Biologico o Biodisco (3) Filtro Batterico Aerobico / Percolatore (4) Filtro Batterico Anaerobico (5) Impianto Ossidazione Totale (6) Fito Depurazione (7) Vasca Accumulo (8) Sub Irrigazione (9) (a) (e) X X X X X (b) X X X X (b) X X (f) X X X (c) X X X (g) Soluzioni possibili (g) 20

21 Tabella 11 Definizione e caratterizzazione dei sistemi di trattamento delle acque reflue domestiche derivanti da insediamenti, installazioni ed edifici isolati con recapito diverso dalla rete fognaria 7 IMPIANTO DI FITODEPURAZIONE Si tratta di impianti alimentati con acque pre-trattate con una copertura superficiale vegetale costituita da macrofite acquatiche autoctone. Gli impianti si suddividono: impianti a flusso superficiale (SF) e impianti a flusso sommerso orizzontale (HF) o verticale (VF); le singole tipologie possono essere utilizzate singolarmente oppure in moduli collegati in serie o in parallelo in relazione alle necessità. Pretrattamenti: nei liquami in ingresso devono essere rimossi il più possibili le sostanze particolate e le parti più grossolane per evitare intasamenti dei letti. Al riguardo si possono utilizzare fosse settiche a più scomparti o fosse tipo Imhoff. Substrato (medium): deve essere in base alle caratteristiche di porosità e conducibilità idraulica che influisce sul tempo di residenza; può essere utilizzata ghiaia non frantumata e sabbia lavata o altri materiali equivalenti. Vegetazione: l essenza più utilizzata è la cannuccia di palude (Phragmites australis) per il suo ruolo di pompa di ossigeno svolto dall apparato radicale, molto importante nei flussi sommersi. Impermeabilizzazione del letto: necessaria per evitare percolazione in falda. Per terreni con permeabilità > 10-7 m/s si deve procedere con impermeabilizzazione artificiale. In assenza di dati reali indicativamente possono essere utilizzati i seguenti parametri: Carico idraulico: 200 l/d per AE ed un carico idrico orario massimo pari a 1/5 del carico giornaliero; Carico organico: 40 g BOD5/d (dopo il pretrattamento). Nel caso di forti variazioni della portata in ingresso, soprattutto per il sistemi a flusso verticale, particolare attenzione va posta per i dati di portata massima oraria in termini di durata e frequenza delle punte di carico idraulico. In alcuni casi può essere necessario un bacino di equalizzazione. Tali impianti richiedono per loro natura un sufficiente adacquamento per garantire la sopravvivenza delle piante, l attenzione va posta al bilancio idrico ed al clima. Sistemi rivolti principalmente ad acque reflue domestiche o assimilate di insediamenti e nuclei di ridotta potenzialità (alcune decine di AE) ovvero più elevata in presenza di superfici disponibili. Si raggiungono buoni rendimenti depurativi per il BOD5 ed i solidi sospesi equiparabili ad un trattamento secondario. Contenere la presenza di insetti e sviluppo di odori/scelta del sito. 21

22 CONCLUSIONI LA FITODEPURAZIONE E UNA TECNOLOGIA DEPURATIVA INCENTIVATA ED AUSPICABILE IN UMBRIA (A PRESCINDERE DA CONSIDERAZIONI TECNICHE SULLA OPPORTUNITA DELLA SCELTA) : UN ELEVATO NUMERO DI AGGLOMERATI (1276) HANNO CONSISTENZA NOMINALE INFERIORE A 2000 AE GLI STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE E NORMATIVI (PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE E DIRETTIVA SCARICHI) A LIVELLO REGIONALE PREVEDONO LA POSSIBILITA DI FITODEPURAZIONE IN TUTTI i 1276 AGGLOMERATI SUDDETTI I 727 <50AE possono rientrare per la tabella 8/12 se c è bisogno di un nuovo impianto o in attuazione della misura Q4O del PTA I AE< 200 possono rientrare per la tabella 8 se c è bisogno di un nuovo impianto o in attuazione delle misure Q13O e Q4O I AE<1999 possono rientrare per la tabella 8 se non già conformi 22

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