PIANO ANNUALE PER L INCLUSIVITA I.I.S MASSIMILIANO RAMADU
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1 PIA ANNUALE PER L INCLUVITA I.I.S MASMILIA RAMADU A seguito della Direttiva M. 27/12/2012 e CM n 8 del 6/3/2013, il Campus dei Licei M. Ramadù è tenuto ad elaborare, per l Anno Scolastico 2013/14, il Piano Annuale per l Inclusività (PAI). Tale documento, redatto dai componenti della Commissione BES (Bisogni Educativi Speciali), deve considerarsi come proposta sulla quale, la stessa Commissione, con il supporto di specifiche ed ulteriori competenze, continuerà a lavorare per la rilevazione dei dati definitivi per il corrente anno scolastico e delle strategie operative necessarie alla sua attuazione. Il Piano deve essere discusso e deliberato in Collegio dei Docenti e inviato ai competenti Uffici degli UUSSRR, nonché ai GLIP e al GLIR, per la richiesta di organico di sostegno, e alle altre istituzioni territoriali come proposta di assegnazione delle risorse di competenza, considerando anche gli Accordi di Programma in vigore o altre specifiche intese sull integrazione scolastica sottoscritte con gli Enti Locali. A seguito di ciò, gli Uffici Scolastici regionali assegnano alle singole scuole globalmente le risorse di sostegno secondo quanto stabilito dall art. 19 comma 11 della Legge n. 111/2011. Il PAI, dopo l approvazione da parte del Collegio dei Docenti, sarà accluso al Piano dell Offerta Formativa e ne costituirà parte integrante. La nozione di inclusione La scuola inclusiva intende accogliere tutti gli studenti senza nessuna esclusione. Le strategie didattiche adottate non devono essere unicamente a vantaggio di alunni con BES (Bisogni Educativi Speciali) ma devono contribuire ad un apprendimento efficace dell intera classe. La cornice concettuale e metodologica di riferimento di tale nozione va ricondotta al modello biopsico-sociale dell ICF (International Classification of Functioning, Disability and Health) elaborato dall OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) per superare la visione riduttiva della disabilità come malattia. Finalità In riferimento alle strategie di inclusività la scuola, al fine di garantire a tutti il diritto di apprendimento, è tenuta a redigere il Piano per l Inclusione (PAI) nel quale intende sintetizzare tutti gli interventi che saranno adottati a favore di alunni con BES (Bisogni Educativi Speciali). La didattica inclusiva nell I.I.S. Campus dei Licei Massimiliano Ramadù In un ottica di potenziamento della cultura di inclusione, il nostro Istituto ha mostrato da sempre un attenzione particolare alla varie forme di disagio degli studenti. La selezione dei progetti da inserire nel Piano dell Offerta Formativa ha privilegiato, in particolare, le proposte avanzate dal Comune (Servizi Sociali, Assessorato alle Politiche giovanili), dalla ASL (Consultorio) e da Associazioni socio-culturali che operano sul territorio. L Istituto ha promosso e sostenuto progetti di Laboratorio Teatrale e Stage di Volontariato per favorire il superamento del disagio ed agevolare il processo di inclusione. Lo Sportello di Ascolto, con la consulenza di uno psicologo, è stato un altro strumento adottato per individuare e affrontare forme di disagio e rafforzare dinamiche di gruppo costruttive. Le risorse e le strumentazioni didattiche all avanguardia a disposizione in una parte dell Istituto (LIM), hanno contribuito e potranno sempre più contribuire alla realizzazione di una didattica inclusiva.
2 Il Bisogno Educativo Speciale (BES) (Direttiva Ministeriale 27 dicembre 2012 Strumenti d intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l inclusione scolastica ) L area dello svantaggio scolastico è molto più ampia di quella riferibile esplicitamente alla presenza di deficit. In ogni classe ci sono alunni che presentano una richiesta di speciale attenzione per una varietà di ragioni. Si definiscono alunni con BES tutti coloro che per diverse abilità manifestano disturbi specifici dell apprendimento (DSA); disturbi dell attenzione e dell iperattività (ADHD); alunni con funzionamento cognitivo limitato e quelli che vivono in situazioni di svantaggio socio-culturale. La Direttiva, a tale proposito, ricorda che ogni alunno, con continuità o per determinati periodi, può manifestare Bisogni Educativi Speciali: o per motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici, sociali, rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano adeguata e personalizzata risposta. Tali tipologie di BES dovranno essere individuate sulla base di elementi oggettivi (come ad es. una segnalazione degli operatori dei Servizi Sociali), ovvero di ben fondate considerazioni psicopedagogiche e didattiche. Per questi alunni, e in particolare per coloro che sperimentano difficoltà derivanti dalla non conoscenza della lingua italiana - per esempio alunni di origine straniera di recente immigrazione e, in specie, coloro che sono entrati nel nostro sistema scolastico nell ultimo anno, è possibile attivare percorsi individualizzati e personalizzati, oltre che adottare per loro strumenti compensativi e misure dispensative (come ad esempio, la dispensa dalla lettura ad alta voce e le attività ove la lettura è valutata, la scrittura veloce sotto dettatura, ecc.). Come procedere nell affrontare le differenti tipologie di BES Fermo restando l'obbligo di presentazione delle certificazioni per l'esercizio dei diritti conseguenti alle situazioni di disabilità e di DSA, è compito doveroso dei Consigli di classe o dei docenti indicare in quali altri casi sia opportuna e necessaria l'adozione di una personalizzazione della didattica ed eventualmente di misure compensative o dispensative, nella prospettiva di una presa in carico globale ed inclusiva di tutti gli alunni. E necessario, inoltre, formalizzare compiti e procedure che vedono coinvolti i soggetti istituzionali e non, a vario titolo: i genitori dell alunno prima di tutto; gli esperti dei servizi socio-sanitari; le figure professionali assegnate dagli enti locali come educatori, mediatori culturali, volontari. Punto di partenza risulta essere il riconoscimento formale con verbalizzazione ben motivata da parte del consiglio di classe per avviare l inizio della storia inclusiva di un qualsiasi alunno con BES, quindi altro dalla disabilità o da un DSA o assimilabile. Va precisato di fatto che negli ultimi casi citati, la formalizzazione consegue a disposizione di legge 104/1992 e 170/2010 come integrata ai punti 1.2 e 1.3 della Direttiva Ministeriale del 27 dicembre Per gli alunni con BES non certificato, qualora il Consiglio di classe o il team dei docenti della scuola ravvisi e riscontri, sulla base di considerazioni psicopedagogiche e didattiche, carenze fondatamente riconducibili al disturbo, in attesa di ottenere la certificazione e al fine di garantire tutte le tutele a cui l alunno con difficoltà sostanzialmente avrebbe diritto, è necessario adottare un piano didattico individualizzato e personalizzato, nonché tutte le misure che le esigenze educative riscontrate richiedono. Negli anni terminali di ciascun ciclo scolastico, in ragione degli adempimenti connessi agli esami di Stato, le certificazioni dovranno essere presentate entro il termine del 31 marzo, come previsto all art.1 dell Accordo sancito nella Conferenza Stato-Regioni sulle certificazioni per i DSA (R.A. n. 140 del 25 luglio 2012).
3 Il quadro generale degli alunni con BES nell I.I.S. Campus dei Licei Massimiliano Ramadù Parte I Analisi dei punti di forza e di criticità A. Rilevazione dei BES presenti: 1. disabilità certificate (Legge 104/92 art. 3, commi 1 e 3) minorati vista minorati udito Psicofisici 2. disturbi evolutivi specifici DSA (disturbi specifici dell apprendimento: dislessia, disgrafia,discalculia,ecc.) n ADHD/DOP (disturbi dell attenzione e dell iperattività) Borderline cognitivo Altro 3. svantaggio (indicare il disagio prevalente) Socio-economico Linguistico-culturale Disagio comportamentale/relazionale Altro Totali % su popolazione scolastica N PEI redatti dai GLHO N di PDP redatti dai Consigli di classe in presenza di certificazione sanitaria N di PDP redatti dai Consigli di classe in assenza di certificazione sanitaria
4 Il quadro generale delle risorse professionali specifiche A. Risorse professionali specifiche Prevalentemente utilizzate in Insegnanti di sostegno Attività individualizzate e di piccolo gruppo Attività laboratoriali integrate (classi aperte, laboratori protetti, ecc.) AEC Attività individualizzate e di piccolo gruppo Attività laboratoriali integrate (classi aperte, laboratori protetti, ecc.) Assistenti alla comunicazione Attività individualizzate e di piccolo gruppo Funzioni strumentali / coordinamento Referenti di Istituto (disabilità, DSA, BES) Psicopedagogisti e affini esterni/interni Docenti tutor/mentor Commissione BES Attività laboratoriali integrate (classi aperte, laboratori protetti, ecc.) Sì / No
5 A. Coinvolgimento docenti curricolari Coordinatori di classe e simili Docenti con specifica formazione Attraverso Partecipazione a GLI Rapporti con famiglie Tutoraggio alunni Progetti didattico-educativi a prevalente tematica inclusiva Partecipazione a GLI Rapporti con famiglie Tutoraggio alunni Progetti didattico-educativi a prevalente tematica inclusiva Sì / No A. Coinvolgimento personale ATA B. Coinvolgimento famiglie Assistenza alunni disabili Progetti di inclusione / laboratori integrati Informazione /formazione su genitorialità e psicopedagogia dell età evolutiva Coinvolgimento in progetti di inclusione Coinvolgimento in attività di promozione della comunità educante
6 C. Rapporti con servizi sociosanitari territoriali e istituzioni deputate alla sicurezza. Rapporti con CTS / CTI D. Rapporti con privato sociale e volontariato E. Formazione docenti Accordi di programma / protocolli di intesa formalizzati sulla disabilità Accordi di programma / protocolli di intesa formalizzati su disagio e simili Procedure condivise di intervento sulla disabilità Procedure condivise di intervento su disagio e simili Progetti territoriali integrati Progetti integrati a livello di singola scuola Rapporti con CTS / CTI Progetti territoriali integrati Progetti integrati a livello di singola scuola Progetti a livello di reti di scuole Strategie e metodologie educativodidattiche / gestione della classe Didattica speciale e progetti educativodidattici a prevalente tematica inclusiva Didattica interculturale / italiano L2 Psicologia e psicopatologia dell età evolutiva (compresi DSA, ADHD, ecc.) Progetti di formazione su specifiche disabilità (autismo, ADHD, Dis. Intellettive, sensoriali )
7 Sintesi dei punti di forza e di criticità rilevati*: Aspetti organizzativi e gestionali coinvolti nel cambiamento inclusivo Possibilità di strutturare percorsi specifici di formazione e aggiornamento degli insegnanti Adozione di strategie di valutazione coerenti con prassi inclusive; Organizzazione dei diversi tipi di sostegno presenti all interno della scuola Organizzazione dei diversi tipi di sostegno presenti all esterno della scuola, in rapporto ai diversi servizi esistenti; Ruolo delle famiglie e della comunità nel dare supporto e nel partecipare alle decisioni che riguardano l organizzazione delle attività educative; Sviluppo di un curricolo attento alle diversità e alla promozione di percorsi formativi inclusivi; Valorizzazione delle risorse esistenti Acquisizione e distribuzione di risorse aggiuntive utilizzabili per la realizzazione dei progetti di inclusione Attenzione dedicata alle fasi di transizione che scandiscono l ingresso nel sistema scolastico, la continuità tra i diversi ordini di scuola e il successivo inserimento lavorativo. * = 0: per niente 1: poco 2: abbastanza 3: molto 4 moltissimo Adattato dagli indicatori UNESCO per la valutazione del grado di inclusività dei sistemi scolastici
8 PUNTI DI CRITICITA E PUNTI DI FORZA Per l attuazione di una concreta politica di inclusione è necessario riscontrare i punti di criticità e i punti di forza attuali della scuola. Ad oggi, si ritiene di dover segnalare i seguenti punti di criticità: ridotto numero delle risorse di sostegno a favore degli alunni con disabilità; scarse risorse finanziarie per corsi di L2 di primo livello e mancanza di facilitatori linguistici a fronte di un alto numero di alunni non di madrelingua; difficoltà nel reperire risorse finanziarie attraverso le quali attivare opportuni interventi di sostegno/integrativi; assenza di psicologo e/o psicopedagogista; difficoltà nel reperire forme di sussidio a favore delle famiglie che vivono gravi problemi socio-economici; difficoltà nel desumere, per gli alunni neo-iscritti, dalla documentazione presentata, informazioni sufficienti utili a prevedere eventuali BES per l anno scolastico successivo. Per quanto riguarda la segnalazione di eventuali punti di forza, considerando che l Istituto si trova per la prima volta a formalizzare il Piano annuale per l inclusività, al momento è possibile evidenziare un unico punto di forza : la disponibilità da parte dei docenti a frequentare corsi di formazione didattica per alunni con BES. Parte II Obiettivi di incremento dell inclusività proposti per l a.s Aspetti organizzativi e gestionali coinvolti nel cambiamento inclusivo (chi fa cosa, livelli di responsabilità nelle pratiche di intervento, ecc.) Collegio dei Docenti: adozione e monitoraggio del PAI in collaborazione con il GLI; GLI: redazione, approvazione e monitoraggio del PAI (con riunioni in occasione della valutazione ufficiale intermedia e finale); Dirigente Scolastico: organizzazione di attività di aggiornamento e gestione dei rapporti con specialisti ed Enti esterni; Coordinatori delle classi coinvolte: gestione e coordinamento delle attività di inclusione e cura dei rapporti con le famiglie. Possibilità di strutturare percorsi specifici di formazione e aggiornamento degli insegnanti Corsi di aggiornamento sui BES, organizzati da Enti accreditati, destinati ai docenti interessati e/o coinvolti.
9 Adozione di strategie di valutazione coerenti con prassi inclusive Il PDP deve considerarsi il punto di partenza per adottare strategie valutative che considerino l entità e la tipologia del Bisogno Educativo Speciale, per poter fissare il grado degli obiettivi da raggiungere. Organizzazione dei diversi tipi di sostegno presenti all interno della scuola Attivazione di percorsi compensativi e dispensativi per offrire all alunno con BES una forma di apprendimento alla sua portata. Organizzazione dei diversi tipi di sostegno presenti all esterno della scuola, in rapporto ai diversi servizi esistenti Supporto continuo e costante di specialisti alle attività di inclusione programmate dall Istituto. Ruolo delle famiglie e della comunità nel dare supporto e nel partecipare alle decisioni che riguardano l organizzazione delle attività educative Valorizzazione del ruolo delle famiglie sia nelle fasi decisionali che in quelle organizzative inerenti le attività educative. Sviluppo di un curricolo attento alle diversità e alla promozione di percorsi formativi inclusivi Attivazione di Laboratori Artistici e Sportivi atti a promuovere e favorire l inclusività. Valorizzazione delle risorse esistenti Eventuali corsi di Italiano come L2 destinati ad alunni di nazionalità straniera. Interventi disciplinari di natura compensativa e dispensativa.
10 Acquisizione e distribuzione di risorse aggiuntive utilizzabili per la realizzazione dei progetti di inclusione Acquisizione di materiale specifico per una didattica rivolta ad alunni con BES. Collaborazione con gli operatori per l Assistenza Specialistica. Attenzione dedicata alle fasi di transizione che scandiscono l ingresso nel sistema scolastico, la continuità tra i diversi ordini di scuola e il successivo inserimento lavorativo. Orientamento in entrata ed in uscita per gli alunni con BES. Messa a punto di una progettualità di raccordo dell Istituto con i diversi ordini di scuola. Lo scopo è quello di essere in grado di accogliere in modo positivo ed efficace gli alunni con BES provenienti dalla scuola media inferiore ed accompagnarli, in uscita, verso percorsi universitari o verso l inserimento nel mondo del lavoro. Approvato dal Gruppo di Lavoro per l Inclusione in data 4 ottobre 2013 Deliberato dal Collegio dei Docenti in data 9 ottobre 2013
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