Corso di Politica Economica
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- Michela Tommasi
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1 Anno accademico 2014/2015 Corso di Politica Economica Docente: Claudio Di Berardino Informazioni sito docente: mail: 1 lezione - Le teorie degli squilibri macroeconomici
2 Gli squilibri del sistema capitalistico secondo le teorie macroeconomiche Uno dei dibattiti più stimolanti in economia riguarda l efficacia degli interventi dello Stato nel sistema economico, e in particolare, l uso di politiche economiche per raggiungere la piena occupazione (e ridurre le fluttuazioni economiche) (Palmerio, 1997). Le teorie economiche degli ultimi 2 secoli possono essere considerate appartenenti a 2 paradigmi alternativi: 1) classico 2) keynesiano
3 Partendo dallo schema di contabilità (Candela et al., Introduzione alla politica economica, Zanichelli, cap. 10: pp ) Ovvero dalla nozione di produzione e domanda aggregata, nell ipotesi di bilancio pubblico in pareggio, mercato chiuso e di breve periodo Y = R = C + S Y = C + I C + S = C + I Produzione = consumo S = I Come si raggiunge l equilibrio? Nella letteratura sono stati indicati 2 diversi sistemi informativi
4 2 sistemi informativi x l equilibrio macroeconomico A) esiste un segnale comune cui rispondono sia le decisioni di risparmio che di investimento B) esiste un segnale causale, una variabile è guidata dall altra Nel caso A, si indica nel seguente modo: X = = Y X ( ) = Y( ) è il segnale comune (es. prezzo di equilibrio da cui domanda e offerta ricevono segnali) Nel caso B, abbiamo un principio di sinergia, X Y Quali conseguenze economiche discendono dai sistemi informativi? Come si determina l equilibrio tra S e I?
5 Differenze tra i sistemi informativi Si possono generare dei fallimenti macroeconomici: sottoccupazione sovraoccupazione Y > D Y < D Deflazione inflazione Disoccupazione: causa di inefficienza perché è un segnale di spreco delle risorse Inflazione: comporta riduzione delle funzioni tecniche della moneta, come unità di conto, intermediario e riserva di valore.
6 Teoria classica: principio del segnale comune (1/2) La variabile che lancia un segnale comune è il TASSO DI INTERESSE. Questo sistema informativo consente un interazione del tipo bidirezionale che si esplica attraverso il tasso di interesse. La variabile si aggiusta in modo da garantire costantemente l uguaglianza tra produzione e domanda aggregata. Da qui discende la legge di Say ; la produzione non potrà rimanere invenduta. I pressi relativi saranno dettati dall equilibrio dei singoli mercati, ma il livello generale dei prezzi si determina in un altro mercato, quello che fa riferimento alla quantità di moneta in circolazione (teoria quantitativa della moneta).
7 Teoria classica: il segnale comune (2/2) Alla base c è un coordinamento tra le decisioni di investimento e di risparmio che si basa su un automatismo nel comportamento dell impresa che, certa dello sbocco della sua produzione, utilizza appieno il capitale disponibile e occupa il numero di lavoratori compatibile con il capitale disponibile Allo Stato è attribuita una sola funzione: controllare la q.tà di moneta in circolazione per stabilizzare il livello generale dei prezzi, dato che il mercato garantirà automaticamente la giusta utilizzazione delle risorse
8 B) Teoria della domanda effettiva Si ispira al meccanismo sinergico e teorizza che il risparmio sia influenzato dall investimento S (Y) I Il risparmio è incapace di generare un corrispondente livello di investimento. I Y S allora se questo è il verso del meccanismo, la domanda determina la produzione, ma non viceversa. Ciò che viene prodotto non necessariamente sarà venduto. Si assiste al fallimento del coordinamento delle decisioni. L impresa nell incertezza di poter collocare tutta le nuova produzione lascia sia una quota di capitale non utilizzata, sia una parte di lavoratori disoccupati, che potrebbe già lavorare con la capacità produttiva esistente. Si rende pertanto necessario un intervento di politica economica.
9 Teoria della domanda effettiva: il ruolo dello Stato Le attività di FINE TUNING della domanda aggregata al fine di stabilizzare il sistema economico, allontanandolo dal tipo di inefficienza macroeconomica che ha investito il sistema L intervento dello Stato è volto a rimediare un fallimento del mercato, senza abbandonarlo (Caffè) Pertanto, l instabilità del sistema capitalistico scaturisce dal fatto che la mancata coordinazione delle decisioni S e I determina fallimenti occupazionali e/o inflazionistici S e I non dipendono unicamente dal tasso di interesse. S è legato alla q.tà di liquidità che gli individui vogliono detenere I sono influenzati dalle aspettative e dall efficienza marginale del capitale
10 Le critiche keynesiane allo schema automatico di aggiustamento classico Le critiche sono rivolte a due principali aspetti: A) le motivazioni di detenzione di liquidità B) la rigidità verso il basso dei salari A) i 3 motivi della moneta Il problema centrale è spiegare perché i soggetti detengono una parte delle loro disponibilità nella forma di moneta, pur essendo questa infruttifera, anziché investirla in titoli Keynes elabora 3 motivi della domanda di moneta: 1) transativo 2) precauzionale 3) speculativo
11 Motivo speculativo In un economia sviluppata la ricchezza può essere detenuta in vario modo. L acquisto di attività finanziarie sarà influenzato dalle aspettative degli operatori circa il livello futuro dei tassi di interesse. Se il prezzo dei titoli è elevato (i è molto basso) si determina la tendenza a vendere titoli. In questo caso si detiene molta liquidità in attesa di tempi migliori per investire Se il prezzo dei titoli è molto basso (i molto alto) in rapporto a quello che si ritiene normale, si manifesta la tendenza a comprare titoli. Ci sarà allora la tendenza a detenere liquidità in misura minima Con un i particolarmente basso cessa la convenienza a investire. Per evitare perdite in conto capitale. Siamo in una situazione di TRAPPOLA DELLA LIQUIDITA (inefficacia della politica monetaria)
12 Rigidità dei salari verso il basso Per Keynes c è vischiosità verso il basso dei salari. Critica tale strumento per superare la disoccupazione. Una flessibilità verso il basso, viceversa, riduce il reddito e quindi la domanda aggregata, con ripercussioni negative sotto il profilo dell economia. Per questo, secondo il principio della domanda effettiva, la flessibilità verso il basso aumenta la disoccupazione. Per questo occorre l intervento dello Stato
13 Il ruolo dello Stato nella concezione keynesiana (1/2) Lo Stato deve aumentare il volume degli I e c. c può essere sostenuta attraverso una redistribuzione del reddito dai ricchi verso i poveri, che hanno una propensione molto elevata Interventi di questo tipo possono incontrare ostacoli di natura politica. Viste le difficoltà, per Keynes occorre puntare sugli investimenti. In primo luogo occorre stimolare investimenti privati, migliorando le aspettative degli imprenditori, come?: A) aumento delle commesse pubbliche alle imprese private B) ridurre il costo del credito o le imposte sulle imprese Con aspettative pessimistiche questi provvedimenti potrebbero essere solo parzialmente efficaci.
14 Il ruolo dello Stato: concezione keynesiana In tal senso, lo Stato deve fare investimenti pubblici (infrastrutture) che attraverso il moltiplicatore possono rimettere in moto l economia. PROBLEMA DEL FINANZIAMENTO La spesa pubblica non andrebbe finanziata con un aumento delle imposte, che ridurrebbe il reddito, ma con emissione del debito pubblico. DEFICIT SPENDING: la politica fiscale ha un ruolo preminente mentre quella monetaria un efficacia limitata (trappola della liquidità) La svolta keynesiana deriva dall osservazione dei fatti della crisi del La crisi fu caratterizzata da un momento in cui la moneta non veniva spesa. Vi erano aspettative pessimistiche negli imprenditori sulla domanda dei beni. I D Y N W P (invece anni 70 c è stagflazione)
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