PROGRAMMAZIONE DEI FONDI EUROPEI E NAZIONALI PER IL SETTORE DELLE COSTRUZIONI
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- Renata Martinelli
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1 PROGRAMMAZIONE DEI FONDI EUROPEI E NAZIONALI PER IL SETTORE DELLE COSTRUZIONI Ing. Romain Bocognani Ance Salerno- Seminario «I Finanziamenti europei» 15 novembre 2013
2 Il contesto europeo 2
3 Bilancio dell Unione Europea Bilancio dell Unione Europea Miliardi di euro ,7 15,7 61,6 36,8 Coesione economica, sociale e territoriale 325,1 Competitività per la crescita e l'occupazione Crescita sostenibile: risorse naturali Ruolo mondiale dell'europa Sicurezza e cittadinanza 373,2 125,6 Amministrazione Strumenti fuori Bilancio pluriennale TOTALE = 996,8 MILIARDI DI EURO Elaborazione Ance su documenti ufficiali La Politica di Coesione, attuata in Italia principalmente con i fondi strutturali, rappresenta circa un terzo del Bilancio pluriennale dell Unione Europea 3
4 La mappa della Politica di Coesione
5 Ripartizione delle risorse della Politica di Coesione Dotazione finanziaria per tipologia di Regione 3 1,4 66,3 Valori in miliardi di euro Miliardi di euro 2011 Regioni meno sviluppate Regione in transizione Regioni più sviluppate 8,9 49,5 164,3 Coesione Territoriale Fondo di Coesione Iniziativa disoccupazione giovanile 31,7 TOTALE = 325,1 MILIARDI DI EURO Elaborazione Ance su documenti ufficiali Riserva per regioni o a scarsa densità L Italia è il secondo Paese per importo di risorse disponibili (29 mld) 5
6 Ripartizione delle risorse della Politica di Coesione Dotazione finanziaria per Stato Membro Miliardi di euro Polonia Italia Spagna Romania Rep. Ceca Ungheria Portogallo Germania Grecia Francia Slovacchia Gran Bretagna Croazia Bulgaria Lituania Lettonia Estonia Slovenia Belgio Svezia Finlandia Paesi Bassi Austria Irlanda Malta Cipro Danimarca Lussemburgo Elaborazione Ance su documenti ufficiali L Italia è il secondo Paese per importo di risorse disponibili (29 mld) 6
7 La programmazione
8 La nuova programmazione in Italia Ø Tra fondi strutturali e FAS, sono previsti finanziamenti complessivi per 111 miliardi di euro nel periodo Ø Ø Circa il 75% di risorse destinate al sud ma crescono le risorse destinate alle Regioni del Centro-Nord Grande opportunità per rilanciare l economia ed il settore delle costruzioni, anche per l attenzione rivolta al tema delle città 8
9 Disimpegno dello Stato nella realizzazione delle infrastrutture Ripartizione delle previsioni di spesa nel Bilancio dello Stato Periodo (n.i. 1990=100) Prezzi costanti 140,0 130,0 120,0 110,0 100,0 90,0 80,0 70,0 60,0 50,0 40,0 30,0 20, Elaborazione Ance su Bilancio dello Stato - vari anni Stanziamenti per spese correnti al netto degli interessi Stanziamenti per spesa in conto capitale Stanziamenti per spese per nuovi investimenti in infrastrutture % - 42,6% - 61,2% 2013 E un trend in atto da oltre venti anni Dal 1990 ad oggi: -42,6% risorse per spese in conto capitale -61,2% risorse per nuove infrastrutture +30% risorse per spese correnti al netto degli interessi 9
10 I fondi strutturali e FAS, un opportunità da cogliere in un contesto di riduzione delle risorse per infrastrutture Risorse per nuove infrastrutture Milioni di euro La legge di stabilità dispone nuove risorse per circa 6,4 miliardi di nel triennio Competenza TAV Residui Passivi Elaborazione Ance su Bilancio dello Stato - vari anni e DDL di Stabilità 2014 Livello di investimenti in infrastrutture tra i più bassi degli ultimi 20 anni 10
11 Le risorse dei fondi strutturali e FAS rappresentano stabilmente il 40-45% dei fondi destinati alle infrastrutture Bilancio dello Stato Ripartizione delle risorse per nuove infrastrutture Composizione % 44% delle risorse destinate a nuove infrastrutture Elaborazione Ance su Bilancio dello Stato 2013 Dall utilizzo dei fondi strutturali e FAS dipende il rilancio della politica infrastrutturale in Italia 11
12 Città prioritarie per l Unione Europea Carattere prioritario attribuito dall Europa al tema delle politiche urbane e della trasformazione urbana sostenibile. La programmazione dei fondi rappresenta una straordinaria occasione per rilanciare le politiche urbane in Italia Scontiamo però un deficit alla partenza perché da anni manca una politica nazionale sulle città Per usare bene i fondi, necessità di definire al più presto 1. una strategia nazionale sulle città salto di qualità verso le migliori esperienze europee in materia 2. un modello istituzionale di intervento sulle città. La questione delle politiche urbane nella nuova programmazione non può limitarsi ad un dibattito sulla titolarità delle risorse La vera sfida è quella di garantire la collaborazione tra i vari livelli istituzionali ed il rispetto delle competenze di ciascuno, sul modello di quanto realizzato nella Cabina di Regia del Piano Città, e di mettere in competizione i progetti 12
13 Passare dalla logica dei bandi alla logica dei progetti Fondi europei : i finanziamenti proposti dal Governo per le principali misure di interesse del settore Milioni di euro 2011 Integrare le varie fonti di finanziamento per evitare la dispersione delle risorse su una pluralità di obiettivi Elaborazione Ance su documenti ufficiali 13
14 Dalla capacità di definire strategie dipende la possibilità di raggiungere obiettivi ambiziosi Necessità di definire strategie unitarie di sviluppo urbano a livello territoriale e garantire l integrazione dei fondi, evitando la frammentazione dei finanziamenti su una pluralità di obiettivi Cambiare approccio ragionare in termini di fabbisogni e progetti di riqualificazione urbana sui quali far confluire i finanziamenti disponibili. Esempio della Francia: sottoscrizione di contratti di città per garantire l integrazione delle risorse per la realizzazione di progetti di sviluppo urbano integrato e sostenibile (dopo 45 miliardi investiti e demolizioniricostruzione e recuperi pesanti negli ultimi 10 anni) Dalla capacità di definire progetti ambiziosi dipende la possibilità di ricevere importanti finanziamenti da un minimo regolamentare del 5% di risorse destinate alle città, si può arrivare fino al 40% auspicato dal Commissario europeo Hahn 95% Risorse per le Città 5% Altre destinazioni 60% Risorse per le Città 40% Altre destinazioni 14
15 I fondi europei e FSC possono anche offrire una prima risposta in tempi brevi all emergenza casa Fondi strutturali europei e Fondo per lo Sviluppo e la Coesione MISURE PROGRAMMI Misure urgenti per affrontare l «emergenza casa» Programma complementare immediato (cfr. Legge stabilità art. 8 com. 3) Misure strutturali per ridurre il disagio abitativo Programma/i «Casa» per l inclusione sociale e la lotta alla povertà Misure strutturali per la riqualificazione urbana Programma/i «Città e riqualificazione urbana»
16 Un ritardo già preoccupante Accordo di partenariato tra Commissione Europea e Italia in corso di definizione. Bozza doveva essere discussa in primavera, progressivamente posticipato a luglio, settembre, ottobre ed ora novembre Molte «questioni aperte» nel confronto tra Governo e Regioni: Riserva di efficacia, ripartizione regionale delle risorse, esclusione dei cofinanziamenti nazionali dal Patto di stabilità interno, Programmi nazionali vs programmi regionali, Al momento, sembra essere stato raggiunto un accordo di base solo sulla ripartizione finanziaria tra programmi nazionali e regionali (14 ottobre 2013): BASE DI ACCORDO STATO-REGIONI - 14 ottobre 2013 Valori in miliardi di euro Totale Centro- Nord Mezzogiorno Programmi Operativi Nazionali , Programmi Operativi regionali 37,2-40,2 11,7 25,5-28,5 Totale 54,2 13,7 40,5 Nota: La differenza tra l'importo dei finanziamenti disponibili (56,5 miliardi) e l'importo indicato in tabella (54,2 miliardi) è dovuto ad alcuni accantonamenti Elab orazione Ance su documenti ufficiali Tra i possibili programmi nazionali, si segnalano il PON Città plurifondo per le 14 città aree metropolitane, il PON Istruzione plurifondo, il PON Inclusione sociale, PON Ricerca ed il PON Rafforzamento della capacità amministrativa 16
17 Non solo progetti ambiziosi e strategici ma anche progetti cantierabili Alla luce dei livelli di spesa del e dei ritardi che già si registrano sulla nuova programmazione , appare indispensabile destinare una prima parte delle risorse a progetti immediatamente cantierabili, sfruttando il «parco progetti» disponibile, in modo da superare una delle principali difficoltà riscontrate in passato: Ø Progetti in grado di migliorare la qualità della vita dei cittadini: messa in sicurezza degli edifici scolastici (cfr. bando di metà settembre con richieste per più di un miliardo di euro a fronte di 150 milioni disponibili), riduzione del rischio idrogeologico, progetti nei Comuni medio-piccoli (cfr. programma «6.000 campanili), Ø Progetti di riqualificazione urbana Parco progetti Piano città. Disporre di più di 400 progetti di riqualificazione urbana da selezionare e successivamente finanziare rappresenta una reale opportunità 17
18 Il Piano Città 18
19 Il Piano città: tre tematiche interconnesse Al centro della riflessione sulla riqualificazione delle città, vi sono tre dimensioni in gioco tra loro strettamente legate: il patrimonio edilizio: una grande risorsa, in gran parte invecchiata, che fatica a rispondere a nuove domande (mutamenti sociali, ma anche esigenze prestazionali); la mobilità urbana: l invischiamento attuale, a fronte di una popolazione urbana costretta a spostarsi sempre più, è un fattore di penalizzazione sempre meno tollerabile e crea disuguaglianze crescenti in termini di accessibilità; lo spazio collettivo, una dimensione importante ma oggi residuale, che soffre una forte deriva di impoverimento. 19
20 Da singole sperimentazioni ad una politica organica I fattori per un salto di qualità : una visione integrata che leghi le politiche urbanistiche a quelle dei trasporti, dell ambiente, della casa; una strumentazione che consideri una gamma di interventi a diverse scale (dal singolo edificio al quartiere, dal recupero alla sostituzione) e che agevoli, tramite sistemi di incentivi e disincentivi anche fiscali, l intervento sulla città esistente piuttosto che l espansione. 20
21 Piano città Le proposte presentate LOCALIZZAZIONE DEGLI INTERVENTI PROPOSTI TIPOLOGIA DEGLI INTERVENTI PROPOSTI Elaborazione Ance su dati Anci Elaborazione Ance su dati Anci 21
22 Alcune criticità 22
23 L avanzamento della spesa dei fondi strutturali : a fine ottobre, speso solo il 47,5% Gli obiettivi di spesa dei POR FESR Valori percentuali 100% 90% 80% 70% 60% 50% % 30% % 10% % Elaborazione Ance su documenti ufficiali Spesa realizzata ottobre 2013 Spesa da realizzare entro 2013 Spesa da realizzare entro il 2014 Spesa da realizzare entro il
24 Le risorse ancora da spendere: 30 miliardi entro il 2015 di cui 16 miliardi entro il 2014 Sono già stati oggetto di riduzione del cofinanziamento nazionale e di riprogrammazione i programmi regionali (FESR e/o FSE) di Calabria, Campania, Friuli Venezia Giulia, Puglia, Sardegna e Sicilia ed alcuni programmi nazionali per 9,9 miliardi di euro. Le risorse sono state destinate al Piano Azione e Coesione In occasione del monitoraggio di fine ottobre 2013, 7 programmi non hanno raggiunto gli obiettivi di spesa : Lazio (FESR), Piemonte (FESR), Sardegna (FESR), Umbria (FESR), Valle d Aosta (FSE), «Attrattori» e «Energie» (FESR). Inoltre, 4 programmi stavano sotto i livelli previsti ma comunque entro la «soglia di tolleranza» Sono in corso di definizione ulteriori interventi di riprogrammazione per circa 4 miliardi di euro. Le risorse europee ancora da spendere in due anni e mezzo ammontano a 30 miliardi di euro di cui 5 miliardi nel secondo semestre 2013, 11 miliardi nel 2014 e 14 miliardi nel 2015; ciò a fronte di 20 miliardi spesi in 6 anni e mezzo 20 miliardi di euro spesi in 6,5 anni VS 30 miliardi di euro da spendere in 2,5 anni 5 miliardi nel 2 sem miliardi nel miliardi nel
25 L evidente incompatibilità dei vincoli di finanza pubblica con la spesa dei fondi europei e del Fondo Sviluppo e Coesione Peso della spesa dei fondi strutturali e FSC sul Patto di stabilità regionale nel % 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% Valori percentuali Per spendere i fondi europei e FSC -solo quelli , molte regioni dovrebbero sospendere ogni altro tipo di spesa (stipendi, TPL, ) Spesa cofinanziamento fondi europei Nota 2: Nel grafico sono stati indicati sol o i va l ori dell e spese rela ti ve a l peri odo Non è stata considerata la spesa dei residui , dei fondi destinati al Piano Azione e Coesione e delle risorse della programmazione Elaborazione e stime Ance su documenti ufficiali Spesa Fondo Sviluppo e Coesione Nota: Friuli Venezia Giulia, Valle d'aosta e Trentino-Alto Adige non sono stati indicati in ragione delle specificità relative al Patto 25
26 Il Patto di stabilità interno blocca la spesa non solo a livello regionale ma anche per gli enti locali Per rispettare il Patto di stabilità interno, la maggior parte degli enti locali ha ridotto esclusivamente la spesa in conto capitale e bloccato i pagamenti alle imprese, senza mettere un freno alla spesa corrente Andamento della spesa corrente ed in conto capitale dei comuni italiani - Periodo (n.i. 2004=100) % -6% % Spese correnti Spese in conto capitale Totale spese Elaborazione Ance su dati e stime Anci -Ref 26
27 Per gli investimenti, i fondi incontrano un secondo blocco, dopo quello regionale: il Patto degli enti locali Ragionando su base pluriennale, le spese dei fondi europei e FSC hanno un effetto neutro sul Patto di stabilità degli enti locali che, diversamente da quello regionale, si applica al saldo tra entrate e uscite. Le spese dovrebbero quindi essere escluse dal calcolo del Patto di stabilità degli enti locali, anche per evitare un uso distorto dei fondi Esempio: 10 milioni Trasferimento dei fondi UE e FSC dalla Regione SALDO TRIENNIO + 10 milioni Anno 1 Anno 2 Anno 3 Pagamento degli investimenti realizzati - 10 milioni 10 milioni SALDO = 0 27
28 La golden rule europea deve permettere di avere flessibilità sul deficit nominale, non solo su quello strutturale La golden rule, così come prevista oggi dall Europa, non permette all Italia di sfruttare l uscita della procedura di infrazione per rilanciare lo sviluppo e gli investimenti; ciò, mentre l Italia ha avuto un deficit eccessivo solo per 3 anni contro i 7 anni di deficit eccessivo con procedure tuttora in corso- di numerosi altri Paesi Rapporto deficit/pil strutturale e nominale dell Italia 0,5 Valori percentuali 0-0,5-1 -1,5-2 -2,5-3 -3, Deficit strutturale Deficit nominale Limite 3% La flessibilità europea è concessa sul deficit strutturale mentre nei primi anni, serve flessibilità sul nominale per avviare la ripresa Elab orazione Ance su Nota di aggiornamento del DEF - settemb re
29 Cambiare approccio rispetto ai fondi europei «Uno Stato che non ha i mezzi per cambiare non ha i mezzi per mantenersi» Edmund Burke Riflessioni sulla rivoluzione francese
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