MOUNTAIN WARFARE. Nuovi orizzonti del combattimento in montagna IDEE ED ESPERIENZE

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1 IDEE ED ESPERIENZE MOUNTAIN WARFARE Nuovi orizzonti del combattimento in montagna Nicola PIASENTE delle crisi che l Alleanza Atlantica si è trovata L analisi ad affrontare nel periodo successivo alla Guerra Fredda, in modo particolare in Afghanistan, ma anche le caratteristiche del conflitto siriano evidenziate da diversi analisti, confermano che, anche in un epoca in cui l accesso alle moderne tecnologie offre opportunità fino a pochi anni fa inimmaginabili, l influenza dell ambiente operativo nel confronto militare risulta ancora notevole, in alcuni casi decisiva. In particolare, l ambiente montano è tuttora in grado di offrire un marcato vantaggio a chi è in grado di sfruttarlo; un vantaggio che in talune campagne può risultare addirittura determinante. In questo contesto la NATO sta sostenendo il ruolo del Mountain Warfare Centre of Excellence (MW-CoE) 1, che ha il compito di armonizzare le diverse iniziative nazionali, oltre che di stimolare la condivisione delle esperienze dei Paesi 1 Il MW CoE ha sede in Slovenia. Le nazioni (Sponsoring Nations) coinvolte sono sette, fra le quali l Italia che contribuisce con un Ufficiale impiegato nel manning del Centro. 42

2 membri dell Alleanza. Nello stesso ambito è interessante notare come anche la Federazione Russa, forte delle esperienze maturate nella regione del Caucaso, abbia dato un forte impulso alla costituzione di unità in grado di combattere efficacemente in ambiente montano. Dalle lezioni apprese sul campo con le guerre cecene, l esercito di Mosca ha costituito la 34 a brigata da montagna. Questa grande unità elementare, considerata dai vertici militari russi un unità di élite specializzata nel combattimento in quota, ha assunto un ruolo di primo piano nel controllo dei confini meridionali della Federazione, con particolare attenzione al contrasto della minaccia terroristica nell area strategica del Caucaso. Questa peculiare tipologia di combattimento, oltre che dei paesi dell Europa continentale e balcanica, è all attenzione anche di diversi paesi del bacino del Mediterraneo. Oltre alla Turchia e al Libano, le Forze di Difesa Israeliane dedicano una speciale attenzione al Mountain Warfare - anche in virtù della rilevanza strategica 43

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4 che rivestono le alture del Golan 2 - così come i paesi della sponda sud del Mediterraneo, in particolare Algeria e Marocco, annoverano fra le proprie unità di fanteria reparti specializzati nel combattimento in montagna e nella controguerriglia, ambiti annoverati nel contesto più generale del contrasto al terrorismo interno. In Italia l importanza, in generale, dell ambiente operativo è pienamente recepita nel Libro Bianco per la Sicurezza e la Difesa, nel quale si pone più volte l accento sul principio della competenza prevalente nell ambiente operativo di riferimento. Questo concetto mira essenzialmente a rimarcarne la centralità come riferimento per lo sviluppo delle Forze Armate, in una situazione in cui le risorse disponibili non consentono la dispersione di knowhow nè tantomeno inutili - e per certi versi pericolose - duplicazioni. Nell ambito del dominio terrestre e nel contesto dell ambiente montano, le Truppe Alpine dell Esercito sono già da diversi anni impegnate nel mettere a sistema le consolidate competenze tecniche di movimento e sopravvivenza in montagna, le esperienze operative maturate all estero nel corso dell ultimo decennio (in Afgha- 2 Le IDF dispongono di un unità specializzata denominata Alpinistim. Esercitazione bilaterale Italia-Russia in ambiente alpino 45 Mountain Warfare nistan, nei Balcani e recentemente anche in Libano) e la tradizionale cultura nel campo delle operazioni Article 5, costruita in modo particolare nell ambito della forza mobile terrestre alleata (AMF-L), attraverso anni di rischieramenti e complesse esercitazioni lungo le cosiddette zone di contingenza ai confini dell Alleanza Atlantica, dalla Norvegia alla Turchia. Nel più ampio contesto terrestre, il concetto di base consiste nel disporre di complessi di forze modulari, basati su un framework del livello plotone/compagnia dell arma base sul quale si innestano tutte le capacità abilitanti in grado di essere determinanti nello specifico ambiente operativo. In un contesto come quello montano, per sua natura compartimentato, il concetto di combined arms, più che un principio verso il quale tendere rappresenta una necessità oggettiva che si realizza anche attraverso la naturale coesione delle diverse anime del complesso tattico pluriarma, in virtù del comune addestramento e dall abitudine ad operare in montagna. L idea di base è semplice ma nello stesso tempo ambiziosa: si vogliono formare, nel solco della tradizione alpina, junior leader in grado di gestire, in un ambiente operativo che non consente errori, diverse

5 componenti che spaziano dalla mobilità/ contro mobilità, al supporto di fuoco (terrestre e aereo), passando per gli assetti esploranti e quelli di raccolta informativa, attribuendo nuovamente un ruolo centrale all autonomia logistica. Contestualmente si punta a senior leader in grado di dominare il battle space loro assegnato mediante un impiego decentralizzato di diversi complessi tattici che si confrontano con differenti situazioni locali, impiego caratterizzato da un elevato operational tempo e da una marcata iniziativa. In questo senso, è certamente interessante l esperimento compiuto in Afghanistan dalla Brigata alpina Taurinense nel corso del 2012 nell ambito dell approntamento e del successivo impiego del Gruppo Tattico Saluzzo su base 2 reggimento alpini. Rompendo un po alcuni schemi consolidati, si infatti è consentito agli Alpini del Doi 3 di prepararsi all impegno afghano articolandosi, fin dalle prime fasi di approntamento, su un complesso di forze modulare basato su due compagnie fucilieri, rinforzate da una compagnia del genio alpino, con un supporto di fuoco garantito da una sezione di artiglieria da montagna e un plotone mortai perfettamente integrati. A questa postura decisamente mission oriented si è aggiunta inoltre l opportunità di prepararsi sfruttando le tradizionali aree addestrative montane e i poligoni situati in ambiente tipicamente alpino che - oltre a rendere tutti naturalmente consapevoli dell importanza dell autodisciplina - ha stimolato un sentimento di forte coesione. 3 Parola in dialetto piemontese con il quale viene tradizionalmente identificato il 2 reggimento alpini 46

6 Di conseguenza, le capacità espresse da complessi tattici già amalgamati ed estremamente flessibili hanno da subito fornito un elevato output operativo. Nell ambito delle operazioni condotte in partnership con l esercito afghano, finalizzate a garantire la libertà di movimento nell area montuosa che separa i distretti di Farah e quello di Bakwa, a cavaliere del passo di Kormalek, la combinazione di mobilità, manovra e supporto di fuoco - abbinata ad un elevato ritmo operativo - ha consentito alle unità afghane partnerizzate di riacquisire il controllo di zone chiave e conseguentemente di guadagnare libertà di movimento e iniziativa. In maniera coerente con questo punto di vista, negli ultimi anni i principali eventi addestrativi delle Truppe Alpine 47 - i Campionati Sciistici e l esercitazione Cinque Torri (ex Falzarego) - oltre che rappresentare un importante banco di prova per la verifica del livello tecnico raggiunto dai diversi reparti, hanno dato sempre maggiore spazio ad azioni tattiche dimostrative basate proprio sul concetto di combined arms applicato all ambiente montano. In estrema sintesi, i Campionati Sciistici e l esercitazione alpinistica rappresentano di fatto solo la punta dell iceberg di un lavoro tanto impegnativo quanto silenzioso e non privo di sacrifici. Questo perché la pratica della montagna richiede tempo e continuità anche in virtù dei rischi oggettivi che comporta il severo ambiente alpino. In questa fase, è importante sottolineare il ruolo degli istruttori che oltre ai compiti meramente tecnici hanno anche la re-

7 sponsabilità di trasmettere agli allievi il corretto approccio alla pratica dello sci e dell alpinismo militare. I due eventi addestrativi condensano in pochi minuti le principali direttrici di sviluppo che caratterizzano il combattimento in montagna, evidenziando come alla manovra tipicamente terrestre - condotta sia attraverso le tradizionali tecniche sciistiche ed alpinistiche che con mezzi da trasporto come i cingolati da neve protetti BV 206S - si abbini quella nella 3 a dimensione mediante l impiego di elicotteri con equipaggi specificatamente addestrati al volo in montagna, integrata con il supporto di fuoco terrestre (mortai e obici leggeri) e aereo, attraverso la condotta di specifiche attività di mobilità e contro mobilità, il tutto nel quadro di un articolato sistema di comando e controllo in grado di sfruttare la componente esplorante e quella di intelligence. La riscoperta dell importanza fondamentale del Mountain Warfare non è patrimonio esclusivo delle Truppe Alpine, come testimonia la rinnovata attenzione 48 che le Forze Speciali pongono nello sviluppo delle tecniche di combattimento in montagna. Un attenzione che va oltre l indiscusso contributo che il severo ambiente montano offre alla formazione fisica e morale del singolo operatore, e che si concentra sempre più sul ruolo strategico del controllo dell accesso alle risorse idriche che interessa in modo particolare l Africa e il Medio Oriente. In questo contesto, il Comando per le Forze Speciali dell Esercito ha nel 4 reggimento alpini paracadutisti un riferimento di eccellenza anche a livello internazionale - per lo sviluppo di tecniche di combattimento tipiche del Mountain Warfare in favore delle unità del comparto delle operazioni speciali. A conferma di ciò, il 75 th US Army rangers ha recentemente inviato una propria unità a svolgere uno stage dedicato al combattimento in montagna assieme agli alpini paracadutisti, mentre prossimamente un team di istruttori del battaglione Monte Cervino affiancherà i colleghi statunitensi nella condotta di un modulo adde-

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9 Mountain Warfare strativo presso il Mountain Warfare Centre dello US Marines Corps. Anche nell ambito dell International Special Training Centre (ISTC) di Pfuellendorf, in Germania, dove si affina la formazione delle Forze Speciali di diversi paesi NATO (e non solo), l offerta formativa tiene conto della specificità dell ambiente operativo e già da qualche anno è stato introdotto un corso per tiratori scelti dedicato alla montagna: l high angle sniper. A corollario di quanto esposto è importante richiamare i pilastri, peraltro strettamente connessi fra loro, sui quali si basa il moderno concetto di Mountain Warfare: la formazione, l addestramento, il comando e controllo e l ammodernamento. In primis viene la preparazione del soldato di montagna, la cui formazione di base assomiglia molto a quella dell alpino che al termine della preparazione ha completato la gara dei plotoni ai Campionati Sciistici delle Truppe Alpine o gli esercizi alpinistici della Cinque Torri, ovvero: preparato fisicamente, disciplinato, buon tiratore, con una buona conoscenza di base delle tecniche di movimento in ambiente montano e abituato a lavorare per il gruppo. Alla formazione basica si aggiungono i tradizionali corsi alpinistici e sciistici, compresi quelli finalizzati al soccorso in montagna, condotti sia presso il Centro Addestramento Alpino di Aosta che nell ambito delle brigate alpine ed eventualmente quelli svolti presso il MW CoE 4. Segue poi l addestramento dei reparti al combattimento in montagna, che consiste nella capacità del complesso tattico pluriarma su base plotone o compagnia di muovere, vivere e combattere in ambiente montano. La sintesi è concettualmente molto semplice e si esplicita nello svolgere ogni tipologia di attività addestrativa in ambiente montano, in maniera tale da riappropriarsi della quotidianità della montagna. In questo senso, i risultati, anche se forse poco visibili, sono assolutamente concreti, con riscontri positivi in particolare per ciò che riguarda l attenzione alla logistica, la disciplina dei reparti e la responsabilizzazione dei Comandanti di minori unità. Per quanto riguarda il comando e controllo, inteso sia in termini concettuali che tecnici e finalizzato al dominio del battle space nel contesto specifico è importante ricordare che una postura di C2 decentralizzato non si improvvisa ma si pre- 4 In particolare vengono condotti il MW Course e l Advanced MW Course sia in ambiente invernale che estivo. 50

10 Intervista con il Generale C.A. Federico Bonato Comandante delle Truppe Alpine dell Esercito a cura di Nicola Piasente Il Mountain Warfare è un ambito che sta conoscendo un certo sviluppo all estero e all interno della NATO: che ruolo giocano le Truppe Alpine a livello internazionale? Con gli impegni operativi all estero degli ultimi anni, in Afghanistan in modo particolare, è emersa sempre più prepotentemente la necessità di disporre di unità in grado di operare in terreni compartimentati e in condizioni climatiche estreme. È un esigenza sentita da molte nazioni, anche non alpine che guardano con interesse al Mountain Warfare. In questo quadro il nostro Centro di Addestramento Alpino collabora con il Centre of Excellence della NATO in Slovenia, il cui vice-comandante è un ufficiale degli Alpini, mentre sono numerose le partnership internazionali delle Truppe Alpine. Tra queste spiccano la Multinational Land Force (MLF) - unità costituita in modo permanente insieme a Slovenia e Ungheria, di cui la brigata Julia da diversi anni rappresenta il cuore e che è stata impiegata in Afghanistan e Kosovo - e il comando brigata non permanente italo-francese (Non Standing Bi-National Brigade Command NSBNBC), basato sulla brigata alpina Taurinense e sulla 27^ Brigata di Fanteria da montagna francese. La partnership transalpina ha visto la condivisione di raid sciistici, addestramenti alpinistici e competizioni sportive militari in alta montagna, prima del debutto in Libano in seno alla missione UNIFIL delle Nazioni Unite. In sintesi si tratta di unità ammirate sulla scena internazionale per la loro efficienza ed adattabilità ai diversi scenari operativi. Quali sono le prospettive delle due grandi esercitazioni annuali organizzate dal Comando delle Truppe Alpine, i CaSTA e le 5 Torri? Sono due esercitazioni molto importanti, condotte rispettivamente a conclusione di impegnativi e prolungati cicli addestrativi in inverno e primavera per controllare e valutare le capacità raggiunte dai nostri reggimenti: un test essenziale e prioritario per poter essere certi di disporre di capacità e professionalità in linea con quello che alle Truppe Alpine viene richiesto. Sono poi due attività di particolare interesse per tutti i quadri e un occasione per valutare materiali, perfezionare tecniche e confrontarsi sul campo con i rappresentanti di numerosi Paesi amici ed alleati che da anni partecipano attivamente. Il combattimento in ambiente alpino richiede numerose capacità tecniche e tattiche: è possibile codificare un profilo per qualificare un soldato di montagna? La capacità di saper affrontare la montagna, da sempre peculiarità delle Truppe Alpine, è un traguardo fondamentale nel percorso formativo di ogni Alpino, mirato ad acquisire dimestichezza e familiarità con l ambiente naturale più selettivo e difficile al mondo, dove si impara a vincere le proprie paure, a migliorare le condizioni fisiche e ad avere fiducia in sé stesso e nei colleghi. L ambiente montano rappresenta di per sé una seria sfida per chiunque sia chiamato ad operarvi. L altitudine, l asprezza del terreno, le condizioni meteorologiche e il loro variare repentino, obbligano comandanti e gregari a fronteggiare con elevata frequenza situazioni estreme in condizioni di isolamento che richiedono preparazione fisica e psichica. Per diventare Alpini occorre innanzitutto superare l addestramento di base, che fornisce i primi rudimenti della capacità di vivere e muovere in montagna. Dopodichè si viene assegnati alle compagnie operative dei reggimenti, dove inizia il confronto con attività sempre più impegnative, attraverso la partecipazione ai corsi basici che mirano a formare le capacità sciistiche ed alpinistiche e, di conseguenza, a poter disporre di reparti in grado di muoversi su qualsiasi tipo di terreno. La specializzazione prosegue con i corsi di perfezionamento di sci e alpinismo, per muovere con dimestichezza su ogni tipo di terreno innevato e arrampicare su pareti rocciose di elevata difficoltà tecnica, e con i corsi di Mountain Warfare, tenuti presso il Centro Addestramento Alpino, dove i comandanti di minori unità vengono messi alla prova pianificando e svolgendo attività operative in condizioni estreme. Il valore aggiunto del profilo di soldato da montagna consiste nelle difficoltà intrinseche dell ambiente, che forma il gruppo, abitua alle fatiche, alimenta lo spirito di corpo e crea quei legami caratteristici delle unità alpine le quali - ieri come oggi costituiscono una specialità indispensabile per le Forze Armate del nostro Paese. 51

11 Mountain Warfare para attraverso un approccio addestrativo che mira a preparare gradualmente i giovani comandanti ad affrontare le responsabilità. Dal punto di vista tecnico le comunicazioni rivestono un importanza fondamentale, rispetto alla quale - anche in considerazione delle oggettive difficoltà dell ambiente operativo - è necessario rivitalizzare la cultura della ricerca continua del collegamento radio, attraverso l ausilio della più moderna tecnologia. Il continuo sforzo sotteso al ciclo di ammodernamento dell equipaggiamento sta poi dando buoni risultati: i materiali tecnici in dotazione e in approvvigionamento oggi consentono ai reparti delle Truppe Alpine di porsi in una posizione di avanguardia non solo a livello nazionale ma anche a livello dei principali paesi alleati. Si rende sempre più necessaria però la ricerca di un veicolo da combattimento specifico. Il BV 206 S, pur avendo dato ottime prove di mobilità e duttilità 52 di impiego nel teatro operativo afghano, necessita di un adeguato programma di ammodernamento finalizzato - a similitudine di quanto fatto da altri eserciti europei - a renderlo, sia in termini di protezione che di sistemi d arma, un vero e proprio veicolo da trasporto e combattimento ideale ad operare in ambienti compartimentati caratterizzati da scarsa viabilità stradale, impiegabile facilmente anche in contesti urbani. Un aspetto infine da non trascurare delle caratteristiche del Mountain Warfare è quello del dual use, ovvero della flessibilità di impiego tanto in ambito militare che in quello civile. La capacità di vivere, muovere e combattere in montagna è infatti perfettamente complementare a quella espressa dalla Protezione Civile e dalle Forze dell Ordine per quanto concerne l intervento nelle pubbliche calamità, il soccorso alpino e il controllo dei flussi migratori.

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